[Primo Accesso] Mura di Konoha

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  1. -Max
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Cosa ho fatto, quelle parole furono pronunciate con un certo ed inevitabile sconforto. Avevo dato fiducia ad Asmodai per un incarico del tutto innocuo: portare una lettera all'Hokage e lui era stato in grado di farsi beccare così facilmente. Non che fosse un problema che fosse stato Raizen a venirlo a sapere da un lato, ma dall'altro mi inquietava l'idea che mi avesse chiesto di interagire con Diogene. Fortunatamente glie lo avevo espressamente vietato. Non potevo sospettare ciò che stava accadendo a Konoha, ma a quel punto le cose si complicavano. Un po' perché sospettavo che Asmodai non avrebbe preso bene gli insegnamenti di Raizen: dopotutto ogni volta che qualcuno aveva cercato di insegnargli qualcosa lui aveva tradito il Villaggio. Un po' perché si era fatto scoprire... e questo complicava enormemente la sua posizione, oltre che la mia.
    Che cosa è successo?, domandò Yogan. Ayame, che era seduta con me sul divano di casa intercettò la lettera dalle mie dita.
    Non sembra così male, disse la giovane donna. Passò la lettera a Yogan la quale la lesse rapidamente. È un coglione, disse col suo solito paterno savoir-faire.
    Yogan!, si lamentò Ayame. Jukyu e Nana giocavano poco distanti e come al solito Ayame pretendeva che il turpe linguaggio della dragonessa fosse limitato.
    Ops, scusa. Ma dai, lo è, davvero, si lamentò Yogan scuotendo il capo. Sospirai, dando un leggero bacio sulla fronte di Ayame. Carezzai la testa di Kubomi distrattamente.
    Grazie Kubomi, puoi andare, dissi al draghetto il quale scomparve in una nuvola di fumo. Devo andare a Konoha.
    Raizen ha detto che se ne occuperà lui, disse Ayame, aggrottando le sopracciglia.
    Ayame, sospirai. Yogan aveva decisamente ragione. Il fatto che si sia fatto beccare lo pone in una brutta situazione... sperando che faccia andare il cervello. Mi ha chiesto di morire in battaglia se non dovesse trovare suo fratello ed... Ha.Sfidato.Raizen.Ikigami scandii quelle parole molto attentamente. Non è una cosa che persino io farei alla leggera, aggiunsi per sottolineare il fatto che no, non si sfidava un Kage straniero. Sia per problemi diplomatici sia per l'elevata probabilità che si spezzasse l'osso del collo.




    Yogan discese in picchiata ad una velocità pazzesca, arrestandosi bruscamente a poca distanza dalle mura di Konoha. La dragonessa nella sua forma animale era imponente, incuteva un sacro (e giusto) timore. Saltai giù dal suo collo, facendole cenno senza parlare di rimanere lì, in quella forma.
    Penso abbiate capito chi sono, indossavo il mantello bianco, avevo la mia faccia e cavalcavo un drago rosso. Devo parlare urgentemente con l'Hokage, aggiunsi secco. Non ero minaccioso, semplicemente tenevo le braccia conserte, ma qualcosa nell'inclinazione della mia voce lasciava trapelare il mio malcelato pessimo, pessimo umore. E non era Raizen colui che me l'aveva provocato.
     
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