[Primo Accesso] Mura di Konoha

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  1. Jotaro Jaku
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    Come lo sciamano aveva ormai capito dopo la riunione del villaggio, stava a lui e lui soltanto, salvare Kiri. La minaccia del kage fantasma lo teneva sveglio giorno e notte, senza nemmeno dover leccare rospi. Il suo piano a lungo termine vedeva Itai libero, alla casa dei suoi padri, esorcizzato una volta per tutti, ma il grande disegno doveva prima partire dal basso. Per indebolire lo spirito di un potente ninja, servivano attacchi continui e inarrestabili, su base giornaliera, su base straziante, in modo che le catene che tenevano lo spirito legato alla terra, si indebolissero.
    Per questo quel giorno, si era recato in amministrazione con un ballino di sale grosso da 5kg tenuto su una spalla. Il bello di essere Sanjuro, era che nessuno chiedeva mai il perchè delle sue azioni, metà del villaggio lo considerava pazzo, l'altra metà troppo saggio da poter essere compreso. Lui era convinto che ci fosse poi una terza metà, di uomini dal volto di murena, che lo spiavano, ma questa è una storia per un altro giorno.
    Impiegò circa 30 minuti per impostare la trappola, dopo essersi infilato di soppiatto, ovviamente tutti lo avevano visto senza che lui se ne rendesse conto, nell'ufficio di Itai.
    Aveva legato un filo alla porta, dall'interno, in modo che se fosse stata aperta, avrebbe rilasciato sulla testa del malcapitato Mizukage un secchio contenente 5kg di sale grosso. Tutto qua. Temibile sale grosso per un temibile spirito. Una volta terminata la terribile trappola, Sanjuro tornò in corridoio con il fido Gassan in mano, quasi saltellando per la felicità di aver reso Kiri un po' più sicuro, quando all'improvviso, incontro Akira.
    L'ultima volta che lo aveva visto, l'ex guardiano era appeso per le dita dei piedi alla guardiola sulle mura di Kiri, completamente nudo, per dimostrare agli altri guardiani che alcune abilità dei primati erano state tramandate solo agli Hozuki, tutto merito ovviamente di uno degli intrugli dello sciamano, una sorta di liquore rossiccio che Sanjuro conservava nella sua casupola, ma che era originario dei suoi anni di prigionia a Genosha.
    Terminati i saluti di rito, verso Meika e Akira, quest'ultimo chiese notizie circa le sue mutande; quello che l'Hozuki forse non si sarebbe aspettato di vedere, fu la reazione di Sanjuro: lo sciamano alzò l'indice sinistro come a dire "oh, vero, quasi dimenticavo" e senza troppi indugi iniziò a ravanarsi sotto il gonnellino mistico, come a cercare qualcosa, molto in profondità; quindi, precedute da un suono come di elastico che viene tirato e rilasciato, apparvero in mano a Sanjuro un paio di mutande azzurrine con dei polipi disegnati. Le mutande di Akira. Pulite.

    - Ecco a te amico mio, ho sempre un paio delle tue mutande preferite con me in caso di necessità. -

    Come le avesse ottenute, e soprattutto dove le tenesse sotto la gonnella, sarebbe rimasto il mistero del giorno. O forse no.
    Immediatamente dopo, una sorta di falcone apparve dalla finestra, e andò a piazzarsi su Gassan, la prima cosa utile per atterrare nel giro di qualche metro, fatta eccezione per le teste dei presenti. Un paio di secondi, e l'uccello stramazzò a terra. MORTO.
    Sanjuro non ci fece troppo caso, e tirò via dal cadavere del volatile l'incartamento diretto ad Itai, fischiettando, il tutto mentre spostava delicatamente con un piede il povero uccello dietro una pianta lì accanto con il dorso del piede, presumendo che nessuno se ne accorgesse mentre tutti erano presi dalla lettera, appena passata ad Akira.
    Meika in principio si oppose, dopotutto la missiva era destinata ad Itai, e Sanjuro si chiese come mai ancora da Oto arrivassero lettere per un Kage morto. I servizi di consegna di quel villaggio non erano migliorati negli ultimi ventanni. Da qualche parte forse era ancora in viaggio una qualche lettera da Oto per il Mizukage Tsunade, Sanjuro ci avrebbe scommesso.

    - Questi volatili Otesi non sono proprio il massimo se uno ha fretta di avere notizie. -

    Disse spingendo il falcone ancora più dietro il vaso lì vicino.
    Quindi Akira pregò la ragazza di leggere la lettera senza aprirla, cosa che Sanjuro dapprima non comprese, quindi, gli occhi della giovane divennero molto scuri, e Sanjuro trasalì, che brutto affare, Meika doveva essersi ammalata di recente di un male molto molto grave.
    Perse completamente l'attenzione sulla discussione riguardo un ninja di Kiri detenuto a Oto, per cercare, sempre nella gonnella, un oggetto misterioso. Pochi istanti dopo, quando Akira stava organizzando la partenza per Konoha, Sanjuro si rivolse alla ragazza.

    - Ecco a te Meika-chan, tre applicazioni al giorno, tutti i giorni, questo collirio fa miracoli. Parola mia. - Disse consegnando una strana boccetta con un liquido verde-fluorescente alla ragazza, spacciandolo per una sorta di collirio contro...qualcosa.
    Quindi il cervello di Sanjuro collegò le informazioni che le sue orecchie avevano ricevuto, a caso, mentre cercava la boccetta.
    Il fantasma di Itai si trovava a Konoha. Era gravissimo, doveva partire immediatamente per ricondurre lo spettro a Kiri, o non sarebbe mai caduto nella trappola di sale che aveva preparato.

    - Ottimo, allora andiamo a Konoha, e vediamo di sbrigarci. -

    Ovviamente ignorando il veto di Akira.
    Sanjuro sarebbe partito con tutto il suo equipaggiamento da viaggio. Gonnella, infradito, Gassan, Maschera da viaggio alla Foglia. Che era appunto una maschera apposita per andare a Konoha, ogni luogo aveva il vestiario adatto.

    [Alle mura]

    Sanjuro era nervoso. Era stato nervoso per tutto il viaggio, ma aveva cercato di non darlo a vedere, ballando su un piede solamente in prossimità degli incroci, delle curve, degli animali morti, dei passanti che incrociavano il trio, del vento che soffiava, e per altre cose, ma comunque sempre meno del solito. Temeva che lo spettro di Itai potesse compiere chissà quali nefandezze in un villaggio straniero, non c'era tempo da perdere. Per l'occasione, aveva portato con sè anche una busta di sale grosso, nascosto sotto la maschera, in caso si fosse trovato a stretto contatto con lo spirito.
    Quando furono alle mura della Foglia, che lui non vedeva da oltre vent'anni, quando era stato di scorta a Tsunade presso un incontro a Konoha, si sentì come nostalgico; non vedeva quel posto da tanto tanto tempo. Alle mura, Akira rivelò il suo titolo, attirando la risposta di quello che sembrava un lacchè delle mura, il quale, dal tono, sembrava quasi lo stesse sbeffeggiando. Sicuro di poter risolvere la disputa, Sanjuro si fece avanti chinando la testa.

    - Salve buon uomo, questi due ninja sono di scorta a me, lo sciamano di corte kiriano, quasi consigliere del Mizukage, nonchè prescelto dal misticismo. Potreste avvertire il Mizukage che siamo qui ? -

    Ovviamente il fantasma di Itai doveva essersi spacciato per il Mizukage, ne era convinto.
    Al sentire che lo sciamano mistico di Kiri era davanti alle mura, un vero guardiano si fece vedere e si presentò alla porta. Meika derise Akira, Sanjuro cercò di consolarlo.

    - Non essere triste amico mio, un giorno rispetteranno anche te, è tutto merito del Misticismo. -
    L'uomo che si fece avanti non rivelò il suo nome, ma spiegò come fosse a conoscenza dell'arrivo dei Kiriani, come riferito dall'Hokage e soprattutto, invitò gli ospiti a lasciare tutti i loro effetti per poter passare per evitare che succedesse di nuovo quello che il loro "compare kiriano" aveva appena compiuto, un attacco all'amministrazione. Sanjuro pensò che fosse lo spettro di Itai, di cui parlava il guardiano. Lo sciamano fu grandemente preoccupato.
    Si sedette a terra, fuori dalla porta e parlò al guardiano.

    - Ma non dobbiamo entrare giovanotto, è il Mizukage che deve uscire dal villaggio, qualcuno può mandarlo a chiamare? Avete dei messaggeri, dei falchi, magari non come quelli Otesi che sembrano cagionevoli, o qualcosa del genere? C'è un grosso problema a Kiri e Itai deve tornare subito a casa. -

    Ovviamente pensava alla trappola di sale grosso che aspettava Itai nel suo ufficio.



     
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