[Primo Accesso] Mura di Konoha

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  1. Waket
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    Visita improvvisata

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    Hebiko non aveva la minima intenzione di tornarsene ad Oto in quelle condizioni. L’addestramento l’aveva completamente esaurita, sia fisicamente che psicologicamente, sentiva ancora il freddo gelido dell’acqua addosso. Si sarebbe cercata un Bed’n’Breakfast dove farsi una doccia calda, una buona cena, e trovare un letto caldo ad accoglierla.
    Mentre fissava le mura da lontano, avvicinandovisi a passo svelto, ripensò alla sua confessione a Febh che, per quanto fosse finita bene, le aveva lasciato un trauma sufficiente da farle capire di evitare discorsi troppo delicati con lui, soprattutto se era lei stessa a doverlo mettere al corrente. Ssalar stesso era terrorizzato all’idea che lo Yakushi venisse a sapere che Ame era a conoscenza della “chiave” per aprire chissà che cosa. Rabbrividì, ma perlomeno per quello aveva trovato una soluzione, il suo prigioniero era ormai costretto a rivelare la cosa all’Amministratore, e se l’informazione non usciva dalla bocca della Vipera, poteva gestire meglio la rabbia dell’uomo, poiché sarebbe stata etichettata subito come alleata e non come probabile sospettata.

    No, non posso farlo. Sarà meglio approfittarne mentre sono qui.

    Con Darwin ben saldo sulla sua spalla, che guardava incuriosito i dintorni a lui sconosciuti, la rossa si apprestò a presentarsi alla guardiana, portandosi di fronte a lei con espressione piuttosto stanca:

    Hebiko Dokujita. Segretaria di Febh Ya-a-aTCHU’!

    La creatura sulle sue spalle sobbalzò, mentre lei si copriva la bocca a causa dello starnuto. La nuotata ghiacciata non aveva avuto un buon effetto su di lei.

    Sniff. Segretaria dell’amministratore di Oto. Devo portare un messaggio all’Hokage.

    Fredda, diretta, non era particolarmente incline alle chiacchiere, tantomeno con sconosciuti di villaggi differenti, nonostante fossero alleati. Non era molto incline alla cordialità, cattive abitudini apprese nei vicoli Otesi, ma sapeva essere paziente quando voleva. In quel momento non voleva. Aveva urgente bisogno di una fonte di calore, e più tempo avrebbe impiegato la guardiana per verificare i suoi dati, più aggressivo si sarebbe fatto il suo sibilo, senza considerare il fastidioso mal di testa che la stava tormentando che induriva involontariamente il suo sguardo. Al contrario, Darwin scodinzolava allegro alla vista di una persona nuova.
     
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