[Primo Accesso] Mura di Konoha[Free GdR] [Macro GdR]

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    Mentre si avvicinava alle mura il Kaguya potè notare come l’organizzazione delle mura fosse ben differente da come la ricordava, nelle vicinanze della cinta muraria era infatti stato lasciato parecchio più spazio ad un semplice manto erboso pianeggiante che rendeva quindi impossibile saltare direttamente dagli alberi alle mura, rendendo obbligatoria la passeggiata nel fossato asciutto.
    Oltre quello però si poteva notificare ben poco, le difese utili per i civili potevano infatti trasformarsi in dei vantaggi per dei ninja, e quanto la strategia difensiva delle mura era stata riprogettata si era scelto di concentrarsi sull’avvistamento e la fortificazione tagliando sulle spese dovute alla manutenzione di fossati allagati o scarpate troppo alte.
    Risparmi che avevano permesso di innalzare le mura fino a quindici metri, altezza sicuramente incrementabile, ma probabilmente limitata con lo stesso criterio con cui era stata scartata l’ingegneria militare più raffinata.
    Nella spanata tra il bosco e le mura potè notare come la sua presenza allertò più di un ninja lì presente in una catena di segnali sonori, simili ma non identici a quelli udibili in natura, che allertarono una fetta consistente del perimetro. Certo persino nella tesa monotonia dei turni di guardia si poteva sentire qualche verso fin troppo originale, ma era evidente che aveva degli occhi addosso.
    Quando iniziò ad urlare, segno che era sua intenzione accedere al villaggio il cancello rimase immobile, inutile aprirlo per una singola persona, tuttavia il battere di una serie di passanti indicava, come avrebbe visto a breve, che una porta minore si stava aprendo rivelando un ninja abbastanza anonimo. Una bandana nera sulla testa con applicato il simbolo della foglia, uno sguardo attento, e un giubbetto tattico.

    Calma, calma!
    Non serve urlare!
    Non capisco come mai nessuno si avvicini alla porta minore.
    Mai.


    Fece un cortese inchino.

    Sono il guardiano di turno, Benjiro.
    Se non vuole depositare le armi dovrò farle aspettare l’Hokage, di solito non impiega tanto ad arrivare, se non è presente qualcuno direttamente nominato da lui nel turno di guardia non ci è possibile assumerci la responsabilità di ninja che rifiutano di depositare le armi.


    Aveva parlato specificatamente di armi, segno che, per quanto non supportato da particolari espressioni o flessioni del tono della voce, non aveva creduto che l’uomo avesse con se esclusivamente quelle poche cose.
    Il Guardiano nell’attesa mise le mani dietro la schiena, bofonchiando a mezza voce una hit che gli era evidentemente rimasta in testa, pareva fosse un testo molto veloce a sfondo politico, dalle idee marcatamente socialdemocratiche che ironizzava sull’uomo di ferro che non sarebbe potuto sfuggire al rosso, quello della ruggine.
    Nonostante l’aria leggera che si respirava il guardiano conservava comunque una composta attenzione, il suo sguardo dardeggiava verso Feng ad ogni spostamento e cercava di mantenere costante la distanza tra loro in modo da non ritrovarselo immediatamente al collo.

    Ma dica, da dove viene?
    Solitamente a questo ingresso arrivano gli otesi, ma credo che l’ultimo Kaguya otese sia morto da un pezzo.


    Era una domanda come un altra per spezzare il silenzio imposto dall’attesa, e se l’Asso avesse risposto dopo meno di dieci minuti sarebbe arrivato qualcuno ad interromperli.

    Oh, sembra che non sia arrivato l’Hokage.
    Beh, buona passeggiata.


    Il Ninja avrebbe quindi dato il cambio a…

    [Qualche minuto prima]

    L’ufficio dell’Hokage, quello nuovo, era un ambiente piacevole e moderno, una copiosa quantità di luce lo investiva durante tutto il giorno e le grandi finestre avevano un ottima visuale praticamente su tutto il villaggio. L’aveva fatto arredare in modo che potesse assolvere sia al mero lavoro d’ufficio che come luogo di rappresentanza con una parete interamente dedicata a quello che poteva paragonarsi ad un salotto con ampie poltrone, un luogo da incontri ufficiali.
    Un ambiente a cui Youkai poteva accedere, portando nelle monotone giornate di lavoro stickers e supposizioni su praticamente qualsiasi forma geometrica che avesse tre lati e comparisse in supporti sospetti come cartoni della pizza, cartelli, portapenne e chissà quale altro oggetto del creato.

    Si, Youkai, si.
    No, Youkai, no.


    Erano risposte preimpostate, impostava sempre quelle quando Il chunin finiva di ordinare i suoi documenti e non aveva altro da organizzare, entrambi si erano abituati, l’uno ad accontentarsi di 3 parole, l’altro ad ignorare praticamente tutto selezionando la manciata di informazioni importanti tra le lamentele della mensa
    che non gli permettevano di riempire la tazza con le bibite più di tre volte, o della puntata in cui spoderguy cambia costume con uno che non gli piaceva.
    E poi, finalmente, un trillo.
    Salvezza.
    Un velo si alzò dai suoi occhi mentre tornava alla realtà.
    Sorrise.

    Youkai, credo sia una chiamata.

    Quello però cercava di ignorarla.

    Youkai è il segnale dalle mura, rispondi.

    Quando il segretario rientrò nell’ufficio lo trovò già con l’equipaggiamento addosso.

    Beh, direi che hai un personaggio da accogliere.
    Entrare non serve, portalo direttamente alla montagna degli hokage, aspetterò sopra il volto del settimo.
    Mi raccomando, professionale e fai in fretta, hai cinque minuti.


    Solo un istante dopo averlo pronunciato si rese conto di quanto poteva essere pericoloso dire a Youkai di essere professionale.

    [Presente]

    ...Youkai, l'unico Uzumaki di tutta Konoha.
     
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