[Primo Accesso] Mura di Konoha

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    Fu il clone ad occuparsi delle reazioni dei presenti, rispondendo con la gentilezza di chi era impegnato in qualcosa di piacevole.

    Shinichi hai detto vero?
    La firmerò con piacere, sperò tu sia un bravo fotografo, le malelingue non impiegano molto a dire che sono poco curato, ma in realtà il mio è un disordine del tutto voluto, trasandato.
    Hai presente no?
    Riguardo la musica è semplicemente la mia preferita, non so se ti hanno informato ma me la cavo pure a cantarla.


    E, per quanto potessero percepire attraverso i sensi era vero, l’Hokage non puzzava di certo, ma con Atasuke tutto infiocchettato accanto queste cose era sempre meglio farle presenti.

    Shizuka cara, qual buon vento?

    Disse poco dopo con un sorriso eccessivamente pronunciato che gli faceva chiudere gli occhi.

    Atasuke, non ho mai sofferto di epistassi, tantomeno in queste situazioni, posso capire che a te il sangue ti affluisca al naso, ma a me in questi casi va da tutt’altra parte.
    Anche perché penso che un naso con un erezione sarebbe alquanto sgradevole.


    Aggiunse a mezza voce.

    Per l’otese non preoccuparti, poco importa delle motivazioni e delle armi, sarà perquisita fin troppo bene temo.
    Ah, Shinichi.
    L’unico ospedale delle terre ninja ha un prezzo, cerchiamo di non dimenticarcene eh.
    Altrimenti un po’ di finissima sabbia sulle ferite e tutti a casa!


    Tono ironico, ma molto probabilmente serio.

    [Kiyomi]

    Raizen Ikigami, l’Hokage ti mostra una delle tecniche più strabilianti delle terre ninja…
    E tu per tutta risposta a malapena un “uuh”
    Accidenti.


    Snocciolò con sufficienza.

    E io che pensavo ad un po’ di professionalità.

    Aggiunse con una nota di delusione.
    Erano arrivati dietro le mura che di fatto ora li schermavano dal resto dei partecipanti, nascondendoli alla loro vista.
     
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    ehm...da qualche parte

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    Dietro le mura


    Parlato Kiyomi
    Pensato Kiyomi
    Parlato Raizen

    L’arrivo al villaggio non fu proprio come se l’era immaginato, sconvolgendo completamente i suoi piani e venendo rapita da un colosso albino e trascinata chissà dove. Era capitato già un altro paio di volte che qualcuno fosse rimasto colpito dal suo fascino e avesse tentato di approfittare di lei, ma in quelle occasioni aveva sempre avuto il suo tessen per difendersi, cosa che in quel momento, per colpa di quello scrupolo guardiano, non aveva. Dopo essere rimasta per un paio di istanti sotto shock per l’improvviso trasferimento in un altro luogo, decise finalmente di svincolarsi dalla presa che il gigante aveva su di lei, staccandosi di dosso la sua grossa mano che ancora la cingeva alla vita. Lasciami, toglimi le mani di dosso! Dopo essersi allontanata di un paio di passi per riprendere fiato, si voltò verso di lui, guardandolo in cagnesco per cercare di capire le sue intenzioni.
    Raizen Ikigami, l’Hokage ti mostra una delle tecniche più strabilianti delle terre ninja…
    E tu per tutta risposta a malapena un “uuh”
    Accidenti. … E io che pensavo ad un po’ di professionalità.
    Non mi interessa chi sei, chi ti dà il permesso di … eh? Rispose talmente rapidamente che solo dopo qualche istante riuscì ad elaborare che l’uomo che aveva davanti fosse proprio l’hokage in persona. Rimase letteralmente senza parole per qualche istante, totalmente allibita al pensiero di trovarsi difronte all’uomo più importante del villaggio della Foglia e non sapendo come reagire alla situazione, finché cominciò ad elaborare che forse avrebbe potuto sfruttare la situazione a proprio vantaggio. Gigante infoiato = Hokage … ma se Hokage = Informazioni top secret … Io + Hokage infoiato = Immortalità In un istante cambiò completamente espressione, passando da uno sguardo irritato per la situazione ad un viso innocente ed arrossito.
    Oh, Hokage–sama, quale onore. Sono terribilmente dispiaciuta per averle parlato in quel modo, io non avevo idea di chi foste. Devo aver completamente frainteso il suo comportamento di poco fa, credevo che foste un delinquente qualsiasi che aveva voglia di approfittarsi di una povera ragazza indifesa. Gli disse con un sorrisetto innocente (ovviamente falso), facendo un inchino per rispetto alla sua autorità e alludendo di non aver capito le sue vere intenzioni per non comprometterlo. Comunque lei è stato fenomenale, le garantisco che non avevo mai visto una tecnica tanto strabiliante, è solo che sono rimasta un tantino sorpresa.
    Non aveva certo intenzione di lasciarsi sfuggire un occasione del genere: finalmente era riuscita ad avvicinarsi ad un’alta autorità di un villaggio e quest’ultimo sembrava anche piuttosto interessata a lei, quindi sfoderò tutte le sue arti seducenti per apparire più ammaliante possibile. Cominciò con l’avvicinarsi lentamente verso di lui, con una voce suadente ed un sorrisetto innocente. Raizen… che nome virile ed esotico. Devo dire che lei è proprio un uomo affascinante. Disse, mentre intanto lasciò scivolare “distrattamente” un lato del suo vestito, in modo da lasciare scoperta la spalla sinistra, mentre appoggiò la destra sul fianco. E io? Non trova che anche io sia … molto bella? A quel punto si trovava vicinissima a lui, arrivando a sfiorargli una mano con la sua e cambiando espressione, divenendo improvvisamente molto triste e quasi con le lacrime agli occhi. Purtroppo, ho un cruccio che proprio non riesco a togliermi dalla testa: ormai non sono più una ragazza e molto presto il mio splendido corpo comincerà a sfiorire. Non crede anche lei che sarebbe proprio un peccato? Disse con tono sempre più apparentemente disperato e cominciando ad accarezzare il braccio dell’ hokage con una mano. Se solo ci fosse un modo per poter preservare questa bellezza per sempre. Io farei qualsiasi cosa se solo fosse possibile… Guardandolo dritto negli occhi con il suo sguardo profondo ed appoggiando il suo prominente seno contro il suo addome. …qualsiasi.
     
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    FATALITY

    Never make a decision when you are upset, sad, jealous or in love.




    «Cosa stai facendo?»
    «Salvo la situazione.»
    «Ah.»
    «Già.»


    Ritsuko Aoki era ferma di fronte alla Principessa del Fuoco e la fissava seriamente... mentre teneva le sue mani aperte sugli occhi della sua Signora, la quale, per contro, rimaneva ferma. Anzi, immobile.
    Le mani di lei, però, tremavano.

    «Ho già visto tutto, Ritsuko.» Osservò dopo un attimo la Chunin, sorridendo sardonica.
    «No, Ojou-sama.» Rispose prontamente la kumori. «Vi sbagliate. Non avete visto niente.»
    «Lasciami.»
    Ordinò l'altra, sibilante. «Fammi fare ciò che è giusto.»
    «Non costringetemi a farvi volare fino a casa, Signorina.» La supplicò la guardiana... come se fosse davvero in grado di riuscirvi.
    «L'unica cosa che volerà sarà la porta del Gate Principale. Verso l'amministrazione. A grande velocità.» Replicò la Principessa, poi però sentì improvvisamente che le braccia di chi le bloccava la vista si muovevano un poco. Esitò, perplessa: che stava facendo, ora, quella pazza donna?!
    La risposta arrivò un istante dopo.

    “Shizuka cara, qual buon vento?”



    Quella voce la fece congelare come un pezzo di ghiaccio e quando scansò con un ceffone le mani della sua amica, si rese conto che il tentennamento della stessa era dovuta al cenno di diniego che ella stava continuando a perpetrare, scuotendo la testa a destra e a sinistra con foga.
    Il messaggio che sembrava mandare l'Aoki sarebbe stato chiaro persino ad un idiota: “non ora, non è il caso”...
    ...Ma Raizen Ikigami non aveva mai brillato per la sua intelligenza in quel genere di cose.

    «Oh, Raizen, caro.» Rispose prontamente la Principessa, voltandosi verso il Clone dell'Hokage. I suoi lunghi capelli castani ondeggiarono mentre si voltava, e lei sorrise con dolcezza, reclinando leggermente la testa di lato. «Sono felice di incontrarti, tutto bene?» Cinguettò, avvicinandosi a piccoli passettini all'uomo. Nella mano stringeva ancora il sacchetto di dolci, ormai divenuti pappa, della Pasticceria Usagi. «Ma certo che stai bene, come potresti stare male?» Chiese, ironica. «Per favore, manda questo messaggio al tuo originale.» Supplicò, mentre metteva il sacchetto di dolci spappolati tra le mani del Clone e poi apriva la sua borsetta. Sembrò cercare qualcosa, passando le dita qui e là, poi annuì. «“Tocca quella cagna con un solo dito, e farò in modo di disinfettare il tuo corpo con il fuoco e le fiamme, giacché i malanni che trarrai nel giacere con un simile rifiuto saranno peggiori di quelli che potresti ottenere possedendo la peggior maiala di Kumo. Ti avverto, ovviamente, non perché mi fai vomitare, ma perché una donna di quel calibro potrebbe tornare tra qualche mese pretendendo da te responsabilità. E visto il grado della sua famiglia e il suo Villaggio di appartenenza, rischiamo una crisi diplomatica.”» E così dicendo tirò fuori dalla sua borsa un taccuino degli appunti, che porse al Clone. «E' la reputazione del MIO Villaggio che è in ballo, animale schifoso. Rifiuto obsoleto. Qualcosa che ovviamente a te non sembra interessare.» Per un attimo parve in procinto di vomitare, ma lasciò subito perdere, sorridendo sbrigativamente. «I miei appunti, in merito a quanto richiestomi circa l'ospedale. Buon proseguimento e addio per sempre.» E così dicendo, si girò, poi, furiosa, accelerò verso la strada principale, afferrando Ritsuko per una della maniche del kimono e trascinandola via con sé, furente.

    Qualora il clone avesse aperto il suo taccuino, controllando il materiale ospedaliero che avrebbe dovuto ricevere solo il giorno successivo, dentro questo ci avrebbe trovato nient'altro che una cartabomba a detonazione che stava già scoccando il suo -1 …
    Terribile, davvero terribile ripicca.
    Peggiore di quando la principessa, sbattendo un piede in terra nel digrignare i denti ferocemente, fece eruttare il terreno in due obelischi di pietra appuntiti mentre continuava ad allontanarsi molto velocemente dal Gate. Sembrava fuori di sé dalla rabbia.
    «STUPIDO ATASUKE.» Aggiunse allora, ancora più furiosa. Non che il povero Uchiha avesse fatto niente, ma pareva sempre che la Principessa dei Kobayashi gli riconoscesse qualche colpa, in quel caso forse essersi soffermato a guardare il corpo nudo di quella puttana. Perché non aveva distolto gli occhi? Doveva morire.
    Era livida di rabbia mentre camminava. Paonazza e tremante.
    «UOMINI. VOGLIONO SOLO UNA COSA.» Urlò, tremante. Evidentemente era quella la conclusione a cui era arrivata.
    «Tutti lupi.» Acconsentì Ritsuko, mancando dei passi nell'essere trascinata con quella foga.
    «CON ME HAI CHIUSO.» Strillò la Chunin, probabilmente rivolta ancora ad Atasuke, alzando poi un pugno che fece per battere sul primo edificio accanto al quale camminava, cosa in cui sarebbe senz'altro riuscita se la Kumori degli Aoki, trasalendo, non le avesse fermato il braccio. «AVETE CHIUSO.» Puntualizzò, cominciando a perdere chakra dalla punta delle dita con uno scoppiettio continuo e assolutamente fuori controllo.
    Non aveva mai pensato che i due fossero casti e puri. Supponeva che entrambi, senz'altro molto belli e per altro di una certa nota popolarità, giacessero spesso con donne sempre diverse... non che la cosa la infastidisse, non li possedeva ed erano liberi di fare ciò che volevano, del resto anche lei non era l'ultima arrivata. Ma ecco, un conto era saperlo tacitamente. Un conto era trovarli a guardare capezzoli ammiccanti che sfarfallavano dal corpo (alto, magro e perfetto) di una stronza straniera.
    Ecco.

    Shizuka Kobayashi era la più potente, famosa e ambita Principessa delle Terre del Fuoco.
    Bramata da molti giovani rampolli, era celebre soprattutto per la sua eleganza, cortesia e intelligenza. Ma soprattutto, per il suo impeccabile controllo e le sue invidiabili doti da Yamato Nadeshiko.
     
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  4. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Furia Uchiha~


    Prima di uscire di scena, il clone di Atasuke ascoltò non poco stizzito la risposta del clone dell'Hokage, volgare, ovviamente come il suo originale e non meno sbruffone dello stesso, cosa che non fece altro se non far salire ulteriormente la furia dell'Uchiha che di li a poco avrebbe anche dovuto incontrare Sougo, l'uomo causa di tutto quel male che aveva ben pensato di mettersi a dormire anziché fare il suo dovere, delegando un'inetto ed un ragazzino.

    “Atasuke, non ho mai sofferto di epistassi, tantomeno in queste situazioni, posso capire che a te il sangue ti affluisca al naso, ma a me in questi casi va da tutt’altra parte.
    Anche perché penso che un naso con un erezione sarebbe alquanto sgradevole.”


    «Preferisci forse che sottolinei quanto sembri l'ultimo dei cazzoni in questa scena? Non ti lamentare poi che ti ho mancato di rispetto nel dirti le cose, cercavo di fartelo notare con un minimo di tatto come si converrebbe. Ma sembra che tu ti sia dimenticato, anzi, te ne stia fregando altamente di quanto ti dissi»


    Sibilò rabbioso in risposta all'Hokage, cercando ancora una volta di non farsi udire dagli altri.

    “Adesso capisce perché porta sempre con sè il suo tessen? Le garantisco che non è la prima volta che succede una cosa del genere.”

    «Volete forse farmi credere che è sua usanza spogliarsi in mezzo alla piazza!?»


    Ringhiò il clone verso la donna, chiedendosi che cosa avessero quelle due nel cervello oltre a finissima crusca di bassa qualità appena masticata e sputata dall'ultima delle cavalcature.

    «Ci credo poi che la troia si fa rapire... Non voglio nemmeno immaginare come quella prova ad occupare il suo tempo libero di solito...»


    Si sitrovò a sibilare tra se a denti stretti, allontanandosi e lasciando correre il resto, ormai in mano al suo originale, per allontanarsi dalla scena con i due sunesi.

    [...]


    Il suo clone aveva assistito a tutta la prima parte di quella vicenda, mentre ora, per sua fortuna se l'era scampata andando nel suo ufficio assieme ai due sunesi, mentre a lui toccò rimanere sul posto a vedere come le cose continuavano a precipitare.

    “La ringrazio dell'invito, ma fa già abbastanza caldo qui fuori. Non vedo perchè dovrei chiudermi in una stanza, a meno che non abbia anche lei dei secondi fini.”


    A quella frase Atasuke si limitò a sgranare gli occhi e con appena una folata di vento estrasse la sua katana con una velocità inaudita, almeno per l'accompagnatrice e fermò la sua fredda lama giusto a contatto con la pelle della donna senza tagliarla, facendole sentire il gelo della lama, mentre la furia nei suoi occhi non accettava quella assurda forma di insinuazione.

    «Vi invito a non azzardarvi nemmeno per sogno di permettervi certe licenze. Voglio ricordarvi che al momento siete accusate di aver cercato di violare il gate con delle armi ed entrambe siete sotto accusa. Inoltre la vostra “padrona” attualmente è accusabile di atti osceni in luogo pubblico per la sua più che totale mancanza di decoro. Spero non vogliate costringermi ad aggiungere insulti a pubblico ufficiale nella lista a vostro carico!»


    Concluse con furente determinazione, mentre a stento cercava di mantenere un tono quantomeno equilibrato nei confronti della visitatrice.

    «Ed ora, voi seguirete il mio sottoposto che vi scorterà in un ufficio dove una guardiana procederà con la vostra perquisizione, come da manuale e come sarebbe accaduto alla vostra...»

    °...Amica troia di basso borgo...°


    Si fermò per un'istante, come a voler cercare le parole, anche se in quella situazione sapeva bene cosa avrebbe voluto dire. Discorso a parte era su quanto avrebbe potuto dire.

    «... Disinibita compagna di viaggio, se solo non avesse avuto la brillante idea di spogliarsi in mezzo alla via come la peggiore delle prostitute! Sono stato sufficentemente chiaro!?»


    Non avrebbe aggiunto null'altro in merito a quel punto. Abbassò semplicemente la lama quando vide che la donna non si sarebbe opposta, lasciando che venisse condotta da uno dei guardiani nell'ufficio per le perquisizioni.
    Solo alla fine, se non fossero state rilevate armi, l'avrebbero lasciata proseguire oltre, lasciandola definitivamente entrare nel villaggio. Se invece avessero trovato una qualsiasi cosa o se ella si fosse rifiutata, l'avrebbero condotta senza problemi all'interno delle prigioni per schiarirsi le idee su come poteva o doveva comportarsi a casa d'altri.
    Davanti a lui, intanto, mentre il clone si allontanava, Shizuka stava riempiendo, a ragon veduta, il clone dell'Hokahe di insulti, insulti che Atasuke non potè che apprezzare, sorridendo quasi divertito alla vista di quella sfuriata, sfuriata che terminò con la detonazione di una cartabomba e con shizuka, visibilmente alterata che si dirigeva da qualche parte all'interno del villaggio.

    «Shizuka!»


    Urlò dietro alla giovane, nella vana speranza che si fermasse, ma ella non esitò e continuò a correre senza dare risposte.

    “Atasuke sama! Sono tornato e Sougo è nel suo ufficio”

    «Ottimo lavoro Yamazaki. Ora allerta il resto dei guardiani e fai chiamare Isao, qualcuno deve prendere il posto di Sougo per oggi e dovremo riorganizzare i turni per un po... Il Capitano della seconda divisione sta per finire nuovamente in infortunio»


    Sibilò l'Uchiha, senza aggiungere null'altro alle sue parole. Rinfoderò la sua arma scosse il mantello e si mise in marcia verso l'ufficio, fortunatamente isolato dall'esterno, in modo che le urla del sottoposto non potessero uscirne, se non risuonare negli uffici adiacenti, cosa a cui gli altri gaurdiani erano abituati.
    Alla fine di tutta quella storia, il conteggio dei danni nel complesso era elevato, anche se la maggior parte dei danni era a livello politico e diplomatico del villaggio, piuttosto che a livello di edifici e materiale.

    […]

    ~Questioni d'Ufficio~


    L'allievo di Shu seguì il clone di Atasuke senza fare alcuna storia, accondiscendendo, a ragion veduta, alla sua richiesta. In quell'istante, si poteva dire che si trovava piacevolmente sorpreso nel vedere che qualcosa alla fine della storia stava andando come aveva progettato. Gli urtava invece il sistema nervoso sapere che era un Sunese, piuttosto che un suo compaesano a non dargli problemi. Lasciano poi correre su “quale” compaesano in particolare continuava a creargli problemi, anche se questa volta stava creando problemi molto più grossi del previsto e dannatamente sotto gli occhi di tutti. Solo lungo il tragitto osò pensare tra se con quale cazzata avrebbe poi giustificato quel suo “giusto modo di agire” davanti alla massa che “sicuramente avrebbe apprezzato i risultati”. A stento evitò di vomitare nel ripensare alla serie di buffonate che gli aveva sparato in faccia tempo addietro proprio su quell'argomento.
    Giunti nell'ufficio, Atasuke fece cenno ai due di accomodarsi sulle due semplici sedie in legno mentre lui girava attorno alla scrivania, andandosi ad accomodare al suo posto sulla sua poltrona da ufficio.

    “Eccoti qua le nostre armi intanto. Mi ha detto Shu che sei un po' schizzinoso su sta cosa, quindi ti ho messo qua tutto. ”

    «Più che schizzinoso, ci tengo alla sicurezza del mio villaggio... E mi risulta sia cosa comune disarmare i visitatori, o forse a Suna avete altre usanze?»


    Sorrise, ricordando quanto accadde tempo addietro con Shu al gate che si rifiutava di depositare i suoi rotoli.
    Non diede poi peso eccessivo alla battuta di Shinichi, come non diede troppo peso alle capacità del kurogane. In effetti quello era un punto fondamentale che non poteva ancora essere risolto. Un qualsiasi shinobi di medio-alto livello non aveva necessità di alcuna arma con se per essere pericoloso, tuttavia almeno togliendo ogni arma ai visitatori si poteva annullare la stragrande maggioranza di problemi e quantomeno limitare gli avversari di alto livello, costringendoli a consumare più chakra ed energie.

    «Non preoccupatevo per le armi, le farò sigillare in un rotolo e potrete recuperarle alla vostra uscita dal villaggio. Fino a quel momento fidatevi di me e della protezione dei miei guardiani. Da quando ho il comando non accetto insubordinazioni e potrei quasi vantari del fatto che il villaggio non è mai stato così sicuro... Per quanto riguarda l'Hokage invece... Gentilmente vi chiederei di dimenticare la cosa»


    Lasciò cadere per un'attimo il suo sorriso, lasciando posto ad uno sguardo che non ammetteva repliche a quella richiesta. Era palese per tutti quanto quella storia fosse un problema non da poco per il villaggio ed Atasuke, come era nei suoi interessi, non si sarebbe fatto problemi nel difendere il villaggio, nome dello stesso incluso. Discorso invece a parte per l'uomo che era stato posto alla guida dello stesso...

    “Nah... Se c'è una cosa che puoi dire di Atasuke è che il suo senso del dovere supera la libido. Servirebbero più shinobi come lui, seriamente. Almeno non si rischierebbe un incidente diplomatico con... da dov'è che aveva detto di venire? Perché per me quella viene da Oto. Avrei considerato anche Otafuku, ma quelle di solito non le fermate al gate vero? ”

    «Si, arrivano da Oto, per quanto la cosa possa interessarvi. Ad ogni modo ti ringrazio per i complimenti, faccio solo il mio dovere. E no, ultimamente fermiamo chiunque entri nel villaggio, specialmente se trasporta con se armi o possa rappresentare una possibile minaccia, ma non mi pare il caso di dirti altro. In fondo non sono questioni che ti riguardano»


    Sorrise sornione, lasciando pienamente intendere che non avrebbe svelato altro in merito ai controlli, specialmente eventuali informazioni utili ad evitarli, sempre che vi fosse un modo.
    Per quanto Atasuke si fidasse si Shu o del suo allievo, sapeva che un'informazione data poteva essere anche estrapolata dal giovane sunese, anche se questi fosse stato ben intenzionato a tenerla nascosta.

    “Comunque visto che devo andare all'ospedale per fargli dare un'occhiata non è che nel frattempo hai qualche caso per me? Chessò, un omicidio, un furto... lasciamo stare gli stupri però, eh? ”

    «Come ti ho detto ultimamente il villaggio non è mai stato più al sicuro e ne consegue che per ora non abbiamo reati all'interno del villaggio su cui indagare, mentre le questioni esterne sono al momento tutte sotto controllo. Quindi mi spiace, ma non ho nulla per te nell'attesa che il tuo amico riceva le sue cure.»


    Ascoltò poi la domanda successiva ed a stento trattenne una risata. L'unico medico che poteva effettivamente consigliargli era la stessa donna che poco prima era arrivata al gate e per poco non faceva una carneficina.

    «Se devo essere onesto... conosco solo una persona... Una dottoressa... Shizuka Kobayashi... Ed hai avuto il piacere di incontrarla poco fa...»


    Sorrise, alzandosi dalla scrivania, prendendo con se le armi dei due sunesi

    «Lasciate solo che risolva un'attimo questa faccenda al gate e vi accompagnerò personalmente. Intanto gradite qualcosa da bere nell'attesa? Daisuke fa un'ottimo the, se volete ve ne faccio portare una tazza»


    Disse, avvicinandosi alla porta che aprì chiamando a se uno dei guardiani a cui consegnò le armi ed eventuali richieste dei due ospiti.

    «Ora, se volete scusarmi, sono obbligato a ritornare fuori. Se intanto volete mettervi comodi, a breve giungerà un mio sottoposto. Appena potrò tornerò a prendervi e vi porterò all'ospedale»


    E con un semplice inchino se ne andò abbandonando i due nel suo ufficio, facendo ritorno non molti minuti dopo per condurli all'ospedale.


    OT - Shu, puoi passare con entrambi. Se vuoi puoi fare un'ulteriore post di interazione, poi puoi direttamente procedere all'ospedale di Konoha dove saremo io, tu ed arashi.
    Fenix, posta se vuoi la dipartita del tuo clone perchè al gate non farai altro dopo quanto accaduto
    Yusnaan: Se la tua PNG esegue gli ordini è considerabilmete passata. Altrimenti sai bene come va a finire. Per quanto riguarda la tua interazione con shu, considerala annullata dato che Atasuke non vi concede di scambiare parole, come hai potuto notare XD
    Quindi puoi al più postare nel villaggio con la tua PNG mentre la PG è bloccata con Fenix tu sai dove
    - /OT
     
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    Inside Konoha



    [Con Raizen alle mura]

    Shinichi hai detto vero?
    La firmerò con piacere, sperò tu sia un bravo fotografo, le malelingue non impiegano molto a dire che sono poco curato, ma in realtà il mio è un disordine del tutto voluto, trasandato.
    Hai presente no?
    Riguardo la musica è semplicemente la mia preferita, non so se ti hanno informato ma me la cavo pure a cantarla.


    Devo dire che non me l'avevano detto. Un mio conoscente era qui quando c'è stato il concerto, ma quello non capisce niente di musica. Per le foto al momento non ne ho dietro... magari passerò dal suo ufficio tra qualche oretta, giusto il tempo di riprendersi un po'...

    L'insinuazione non sarebbe passata inosservata all'Hokage. Il modo in cui aveva "colto" la giovane esibizionista (per usare un termine educato) faceva intendere che Raizen Ikigami fosse uomo di mondo.

    La nostra conversazione sarebbe stata interrotta da una kunoichi prima, che sembrava molto irritata per il comportamento del suo hokage (e come darle torto, del resto) e da Atasuke successivamente, che mi invitò a seguirlo nel suo ufficio.

    [con atasuke]


    «Più che schizzinoso, ci tengo alla sicurezza del mio villaggio... E mi risulta sia cosa comune disarmare i visitatori, o forse a Suna avete altre usanze?»

    Non saprei, non sono così edotto sulle regole delle mura di Suna...

    «Non preoccupatevo per le armi, le farò sigillare in un rotolo e potrete recuperarle alla vostra uscita dal villaggio. Fino a quel momento fidatevi di me e della protezione dei miei guardiani. Da quando ho il comando non accetto insubordinazioni e potrei quasi vantari del fatto che il villaggio non è mai stato così sicuro... Per quanto riguarda l'Hokage invece... Gentilmente vi chiederei di dimenticare la cosa»


    Sarà un po' difficile Atasuke... ma diciamo che per ora quanto accaduto può restare tra queste mura.

    Non avevo intenzione di dirgli che avevo delle fotografie "compromettenti" del suo Hokage salvate nel visore (che avevo da tempo già rimesso in tasca), prese quasi per caso per giunta.

    Essendomi occupato di casi di questo tipo (ricatti tramite fotografie, per intenderci) sapevo che il potere di quegli scatti sarebbe solo aumentato nel tempo.

    Magari quando Raizen fosse stato un membro rispettabile della società. O magari quando la ragazza fosse diventata più... famosa.

    «Si, arrivano da Oto, per quanto la cosa possa interessarvi. Ad ogni modo ti ringrazio per i complimenti, faccio solo il mio dovere. E no, ultimamente fermiamo chiunque entri nel villaggio, specialmente se trasporta con se armi o possa rappresentare una possibile minaccia, ma non mi pare il caso di dirti altro. In fondo non sono questioni che ti riguardano»


    Tranquillo tranquillo. Se accetti una piccola critica costruttiva ogni tanto dovresti un po' meno aggressivo... capisco che il lavoro sia frustrante ma insomma...

    Non gli avrei detto "togliti quella scopa dal culo" perché quella scopa oramai si era fusa con la colonna vertebrale dell'Uchiha ed era divenuta un tutt'uno con il corpo del ninja. Questo però non cambiava il fatto che ogni tanto potesse rilassarsi pure lui.

    «Come ti ho detto ultimamente il villaggio non è mai stato più al sicuro e ne consegue che per ora non abbiamo reati all'interno del villaggio su cui indagare, mentre le questioni esterne sono al momento tutte sotto controllo. Quindi mi spiace, ma non ho nulla per te nell'attesa che il tuo amico riceva le sue cure.»


    Che palle. Siete più noiosi di Suna. E li il panorama è tutta sabbia, renditi conto.

    Mi rincresce che questo viaggio vi disturbi, Shinichi-sama

    Nah, tranquillo. Sei sotto la mia responsabilità dopotutto Kojiro.

    «Se devo essere onesto... conosco solo una persona... Una dottoressa... Shizuka Kobayashi... Ed hai avuto il piacere di incontrarla poco fa...»


    Quella che ha sclerato con te e l'hokage? Quella sarebbe una dottoressa? Uff... spero almeno che sia brava o avrò fatto questo viaggio a vuoto.

    «Lasciate solo che risolva un'attimo questa faccenda al gate e vi accompagnerò personalmente. Intanto gradite qualcosa da bere nell'attesa? Daisuke fa un'ottimo the, se volete ve ne faccio portare una tazza»


    Grazie guarda. Meglio andare con qualcuno che ci metta una buona parola... e se non è disturbo prendo volentieri un the. Anzi fai due. E una lunga cannuccia che non voglio doverlo fare sorseggiare a Kojiro.

    In effetti, nonostante il pronto intervento di Hoshikuzu, le braccia del Chikuma non erano totalmente guarite e tornate alla normale funzionalità e anche un'azione semplice come bere una tazza di the gli risultava difficile.

    Grazie della vostra considerazione, Shinichi-sama

    Se all'apparenza l'unica preoccupazione del detective fosse il non doversi scomodare per far bere lo spadaccino Kojiro ben sapeva che in realtà lo faceva solo per farlo sentire più a suo agio. Nonostante i suoi modi a volte irritanti Shinichi teneva davvero al suo "servitore".

    «Ora, se volete scusarmi, sono obbligato a ritornare fuori. Se intanto volete mettervi comodi, a breve giungerà un mio sottoposto. Appena potrò tornerò a prendervi e vi porterò all'ospedale»


    Ottimo. Vedremo di non rompere nulla finché sei via.


    [... continua all'ospedale di Konoha ...]
     
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    Gelosia








    Battè un’altra pacca sulla spalla del clone.

    Tranquillo tranquillo, ricorda che forse i modi sono errati, ma portano sempre a risultati più che buoni.
    E poi, tu cos’hai visto?
    Io ho visto l’Hokage che aiutava quella poverella costretta a denudarsi… che si forse ha preso un po’ troppo la palla al balzo ma sono sottigliezze… ma dicevo costretta a denudarsi, a rimettere apposto i vestiti per poi portarla in un luogo più adatto per completare la vestizione.
    Sai, i kimono da donna sono tediosi da mettere, tutti quegli strati…


    Ma non fece in tempo a completare chissà quale allusione che Shizuka decise di fare il suo infiammato ingresso, stupendo non poco il Colosso.

    Ah.

    Riuscì a commentare a quella cascata di insulti e paranoie fin troppo infondate, stupore che continuò quando gli venne data una cartella che non si ricordava di aver mai richiesto, cosa rara per lui in quanto preferiva conferire verbalmente anziché mediante carta straccia, come con Atasuke.
    Fu per questo che il fumo che emergeva dalla cartella lo insospettì facendogliela lanciare per aria ad una distanza sufficiente ad allontanare l’esplosione dei presenti.

    Ehhhhhhh!
    Giornata internazionale della gelosia!


    Disse poco dopo la deflagrazione.
    Anche perché, dall’alto delle sue azioni inadatte non poteva prendere seriamente una carta bomba fatta detonare tra un gruppo di civili e ninja. Non avrebbe voluto applicare la legge sopra il suo nuovo primario.
    Per cui si limitò a sospirare.

    Ehhh… le donne…

    Scosse la testa mentre guardava sconsolato il terreno, recitando la parte dell’uomo di mondo tediato da uno stuolo di amanti in competizione.




    CITAZIONE
    La parte di Kyomi continua qui
     
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    BITTER TRUTH

    Three things cannot be long hidden:
    the sun, the moon, and the truth.




    “Ehhhhhhh!
    Giornata internazionale della gelosia!”



    La cartabomba esplose.
    E la voce del Colosso arrivò a lei persino da quella distanza. Volutamente alta. Forse troppo.
    «Idiota.» Ringhiò tra i denti Ritsuko Aoki, abbassando lo sguardo quando la sua Signora si fermò di botto e lentamente iniziò a girarsi. Stavolta non disse né fece nulla per fermarla. Si stava innervosendo persino lei, che non era l'oggetto del contesto, ed era pertanto sicura che qualsiasi cosa avesse detto per calmare la sua Padrona sarebbe apparsa nient'altro che pura falsità. Si limitò dunque a far finta di nulla quando questa tornò sui suoi passi e si diresse di fronte al Clone di Raizen.
    A dispetto di quello che si sarebbe potuto immaginare, stavolta la Principessa del Fuoco non era comicamente arrabbiata.
    Era arrabbiata sul serio, in quel modo educatamente freddo e molto composto che contraddistingueva tumulti ben maggiori.
    «Gelosa? Io, di te?» Domandò Shizuka quando ebbe inchiodato i suoi occhi in quelli scarlatti del Colosso. Rise e lo fece di gusto. Poi, molto elegantemente, riprese il suo foulard da terra, quello che la puttana otese aveva lasciato cadere con maleducazione e che lei, stupidamente presa dalla rabbia, aveva abbandonato lì. Lo sbatté un paio di volte per pulirlo dalla polvere, poi se lo passò sopra il braccio e tornò con lo sguardo su Raizen, a cui sorrise con educazione.
    «Ho sbagliato a supportare la tua elezione come Hokage.» Annunciò, e fu lapidaria nel dirlo. La sua voce era bassa, perché solo lui sentisse. Come sempre, quel tipo di discorsi era una faccenda privata tra i due, che non poteva essere resa partecipe a nessun altro, ma aveva smesso di essere una questione di rispetto e amore quando lui aveva tirato troppo la corda. E quella corda sembrava essersi rotta. «Non sei degno di rappresentare il mio Villaggio. Il mio affetto per te mi ha resa cieca. Ho sbagliato, quel giorno. Avrei dovuto usare il potere del mio Clan per rimandarti da dove sei uscito.» Disse, puntando i suoi occhi in quelli dell'interlocutore. «Un randagio resta e resterà per sempre un randagio. Non è importante quanto io mi sforzi di supportarti, proteggerti e migliorare disperatamente per essere al tuo passo, per diventare il tuo braccio destro. Tu sei un cane e io una Principessa. Il divario tra noi è sempre stato troppo netto. Volevo renderti un Capo degno di questo nome, aiutarti in tutto ciò che io so già perché tutti ti apprezzassero come ti ho apprezzato io. Ma è evidente che un animale avrà sempre impulsi a cui non potrà opporsi.» Detto questo la ragazza sorrise gentilmente. «Non è la prima occasione in cui non ti dimostri all'altezza del tuo titolo, ma questa volta, Raizen... è stato troppo anche per te.» Affermò la Principessa, facendo spallucce. «Non mi interessa cosa fai fuori dalle Mura del Villaggio, purché tu lo faccia con discrezione e cura di non essere scoperto. Ma qui sei l'Hokage. Le tue responsabilità, il tuo volto, il tuo carattere... tu rappresenti Konohagakure no Sato, adesso. Quanto pensi che ci metteranno i guardiani e i civili che hanno assistito a chiaccherare che il Kage si è fottuto una troia otese? Oppure pensi di fare la voce grossa, come al solito, e mettere a tacere con minacce velate e sempre di così buon gusto?» Rise, scuotendo la testa con rassegnazione. «Contestami, ora, ti prego. Dimmi che non posso permettermi di risponderti in questo modo. Come ha detto il tuo amichetto della combriccola dei Kage inetti quel giorno alla Festa della Fondazione? “Sono solo una misera Chunin, devo imparare il mio posto”.» Affilò lo sguardo, reclinando leggermente la testa di lato. Sarebbe stato bello poterle attribuire un qualche tipo di espressione o sentimento, ma sembrava profondamente apatica. Gelida come neve. «Ma prima di essere una ninja, sono una rappresentante Politica. Sono la prima persona che si erge al tuo fianco, quando hai ragione, ma anche l'unica che è capace di contestarti quando erri. E stavolta hai sbagliato, Raizen. Sbagliato amaramente.» Stoccò, impietosa. «Ci sono modi e modi per fare la medesima cosa, ma tu non sembri ricordare mai cosa sei diventato quando agisci. E questo comincia a diventare un peso.» Si passò lentamente una mano sull'obi del suo bel kimono, poi sorrise nuovamente. «Ovviamente era un commento casuale, il mio.» Esitò sulla spilla d'oro del suo abito, mentre alzava di nuovo gli occhi socchiusi in quelli dell'interlocutore. «Noi Kobayashi supportiamo il Fuoco dalla nascita del Fuoco stesso. Non sarò diversa da nessuno dei miei predecessori. Ma la prossima volta che parli, Raizen...» E adesso, la sua voce scadette nel disgusto. «...ricordati che non sono più la tua allieva. Non sono più niente di quello che mi legava a te. Sono una shinobi indipendente e una donna adulta. Ho sbagliato a reagire con quel tono, prima. E' vero e chiedo scusa. Le mie azioni contestano i miei gesti, la mia persona e il mio rango, quindi permettimi di redimermi.» Detto questo si inchinò. «Ucciderò quella donna, il bambino che potrebbe portare in grembo prima ancora che nasca, e qualsiasi altro individuo che minerà il mio Villaggio. Lo farei senza rimorso e questo perché il mio dovere è verso Konoha e non verso di te. La fiducia e la fedeltà, Raizen, sono concetti che tendono a rovinarsi con il tempo, se non curati. Ricordalo la prossima volta che siedi sulla tua bella poltrona imbottita e indossi il tuo elegante mantello. Ricordalo la prossima volta che ti comporterai da ragazzone scherzoso mancando di rispetto all'intero Corpo Guardiani del tuo Villaggio. Ricordalo quando schivi le celebrazioni ufficiali, lasciando la sedia del nostro Villaggio vuota. Quando dissemini bastardi in giro per il continente.» E alzando ancora una volta, l'ultima, gli occhi in quelli di Raizen, perse il sorriso. E lo perse del tutto. «Ricordalo quando ti rivolgi con maleducazione, pur essendo in errore, all'Erede del più potente Clan del tuo Paese, che detiene la stragrande fetta di moneta sonante del tuo Villaggio.» A quel punto però cambiò completamente registro mentre si girava per andarsene. «Questa è ciò che viene chiamata Diplomazia, Hokage-sama. Un pilastro potrà essere valido quanto più desiderato, ma se le persone in mezzo al quale sorge continueranno a biasimarlo, spingerlo e minarlo, quel pilastro cadrà e con esso il tetto del mondo che sorregge. Questo è necessario ricordarlo quando si diventa grandi personalità internazionali. E' ciò che viene insegnato alle basi delle basi. Verità universali, valide per tutti.» Inchinandosi ancora una volta con rispetto, aggiunse solo: «Con permesso.» e così dicendo se ne andò.

    E per Raizen sarebbe andata via per parecchio tempo.
     
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    Piccoli problemi di Cuore








    Già, aveva effettivamente dimenticato con chi aveva a che fare.
    E purtroppo la solfa sarebbe sempre stata la stessa, “tu non puoi” “io qui” “io faccio” “io disfo” “non avrei dovuto”. Sospirò pesantemente mentre ascoltava la nuova ramazina, gli rivennero alla mente le parole di Atasuke, ed al contempo le sue.
    Rifletté non poco tra se e se ripensando alle sue azioni, cosa aveva fatto dopotutto?
    Esclusa la malizia il gesto era uno ed inconfutabile: aveva preso una povera… “donzella”, termine che si sentì di virgolettare anche nei suoi pensieri, e come aveva detto portarla in un luogo più appropriato per terminare la perquisizione, era davvero qualcosa di così osceno dal mettere in croce una persona?
    Avrebbe avuto da che ridire il Daimyo su una simile prassi dall’alto delle sue due mogli e chissà quanti amanti di guerra.
    Ma le parole di Shizuka per quanto ancora potevano minare la sua posizione?
    Poteva permettergli di spingersi così tanto oltre?
    Persino Atasuke era riuscito a tacere.

    Ti devo… ti devo qualcosa Atasuke.
    È necessario ammettere che nel tuo delirante discorso qualcosa aveva illuminato il tuo intelletto.
    E beh… direi che non mi resta che assecondare il tuo consiglio, ricordamelo qualche volta in più, sii gentile, mi vedrai accondiscendente.


    Nuovamente una pacca sulla spalla prima di allontanarsi verso la SUA allieva.
    C’erano limiti invalicabili che nessuno poteva sorpassare, Atasuke l’aveva imparato, Shizuka l’aveva dimenticato.

    Hai esagerato.

    Per molti dei presenti quelle poche parole sarebbero state niente più che un fruscio, dopotutto ai loro livelli la velocità dell’Hokage era ancora incomprensibile[vel nera +8] mentre afferrava Shizuka per la vita e se la portava via come un sacco, un uscita di scena ben più classica rispetto alla precedente.
    Perché tanta fretta?
    Perché una volta ricordatosi di chi era Shizuka era fin troppo lesivo lasciare che la situazione potesse peggiorare ulteriormente, qualche salto ed i due scomparvero.
    Era un caso che avesse rubato un’altra ragazza?
    Difficile dirlo, ma dal nuvolone di polvere emerse un altro clone, creato sicuramente qualche istante prima di afferrare Shizuka.

    Bene signorine, direi che per oggi è abbastanza, o si ripristina un po’ di ordine oppure iniziano le Vere manganellate.
    Ritsuko, a casa! Marsh!
    Shizuka arriverà a breve, spero più tranquilla.
    Signorina otese, lei immagino debba proprio andare con il signor guardiano qui presente, si?


    Domanda retorica, l’alone di spensieratezza di qualche minuto prima era svanito, Raizen, non l’Hokage, si poteva contraddirlo solo una volta.




    CITAZIONE
    continua... *_*
     
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  9. Asgharel
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    User deleted



    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Kare wa Hokage arimasen, obaka mitai~


    L'Hokage, anzi no. L'idiota che Atasuke si trovava davanti in quel momento, stava dando perfetta prova della stupidità delle sue azioni, oltre che dell'assoluta mancanza di disciplina, rispetto e quant'altro un Kage avrebbe dovuto dimostrare. A stento Atasuke, o meglio il suo clone riuscì a trattenersi dal sottolinearlo, tuttavia, all'ennesima pacca del colosso sulla spalla, seguita da quell'insulsa teoria secondo cui stava facendo la cosa giusta, anche se poteva non sembrare, Atasuke non potè evitare di tendere tutti i muscoli stringendo i pugni per cercare di scaricare il nervoso che con grande gioia averebbe riversato su quell'imbelle che continuava a spacciarsi per Hokage.
    Più per rispetto del ruolo che ricopriva in quel preciso istante, oltre che per il rispetto verso il suo corpo dei guardiani, tuttavia, si impose il decoro necessario e si limitò a sbuffare vigorossamente, scaricando la tensione in modo da poter mantenere un tono quantomeno “cordiale” per rispondete alle belinate di Raizen.

    «Hokage-sama... La vostra vista evidentemente sta perdendo fragorosamente colpi, e non voglio ipotizzarne inutilmente la causa... anche se visto il vostro “modo di operare” mi sembra alquanto palese...»


    Aprì con una frecciata diretta, senza prendersi il lusso in questo caso di tenere un tono sufficentemente celato per essere udito solo dal colosso, ma limitandosi a tenerlo sufficentemente basso da essere udito dai pochi nelle dirette vicinanze. L'Hokage aveva sbagliato, Atasuke aveva cercato di aiutarlo a correggersi, ma ormai era tutto inutile. Troppi avevano già assistito alla scena e per quanto potesse sforzarsi, nemmeno lui avrebbe potuto coprire oltre quell'eccesso che l'Hokage non si sarebbe mai potuto anche solo sognare di permettersi.
    L'apertura dell'Uchiha non lasciava scampo all'Hokage, qualunque potesse essere la sua risposta, era sotto doppio scacco ed in entrambi i casi era la sua faccia a cadere, un danno limitato, valutando la facciata che aveva appena tirato sfondando violentemente il fondo del barile in cui aveva iniziato a raschiare dal momento della sua comparsa.
    Per i presenti, Hokage incluso, era probabilmente palese che il Guardiano si rifesisse a strane abitudini masturbatorie, tuttavia, come soleva dirsi, la malizia è nell'orecchie di chi ascolta e se l'Hokage avesse pensato di ribattere a quella forma di offesa, altro non avrebbe fatto che confermare tale sospetto in maniera ancora più palese di quanto già non fosse, costringendo l'Uchiha a controbattere a sua volta.

    «Hokage-sama! Voi mi disonorate! Come potete pensare che mi prenda tali libertà, specialmente durante il mio lavoro!? Io mi riferivo al duro lavoro che avete nel leggere fino a tarda notte tutti i rapporti che mi richiedete giornalmente sugli ingressi al villaggio!»


    Avrebbe risposto, sempre se l'Hokage avesse in qualche modo cercato di giustificarsi o di ribattere alla prima affermazione.

    Quale che fosse la decisione dell'Hokage, una volta “ristabilito” un minimo di ordine, l'uchiha si sarebbe nuovamente avvicinato, questa volta sussurrando l'informazione. Non voleva in effetti che troppe persone venissero a conoscenza dei livelli di sicurezza delle mura del villaggio.

    «La mia vista alquanto allenata, invece, ha visto un'uomo che si spaccia per rappresentante del MIO villaggio che rapisce una donna che si è volontariamente spogliata senza alcuna apparente motivazione, portandosela dietro balzando lungo il perimetro delle mura per finire in uno dei pochi hotel proprio a ridosso delle stesse... Senza contare che l'amministrazione era esattamente dalla parte opposta del villaggio...»


    In quelle parole c'era del vero, e se solo il colosso avesse pensato con la testa, anziché con un'altra appendice, si sarebbe ricordato dei sistemi di sorveglianza delle mura e del fatto che, per quanto veloce poteva essere, i Guardiani potevano individuarlo lungo il perimetro delle mura. Da li poi a dedurre che si fosse infilato in un'Hotel, era un paso ovvio dato che l'unico edificio a cui poteva accedere dall'ultima posizione registrata era appunto, o l'Hotel o una delle case private, ma Atasuke voleva quantomeno sperare che avesse la decenza di concupire la zoccola almeno in una stanza d'albergo e non in una abitazione privata aggiungendo anche la violazione di domicilio alla lista degli errori di Raizen Ikigami. [Abilità]

    [...]


    Molto accadde poi, dalla sfuriata di Shizuka alla detonazione della cartabomba e per ultima la sparizione della stessa in braccio all'ennesimo clone dell'Hokage che svaniva nel nulla portandosela via, lasciando al suo porto un'ulteriore clone, mentre quello di Atasuke si era ormai allontanato assieme ai due sunesi.

    “Ti devo… ti devo qualcosa Atasuke.
    È necessario ammettere che nel tuo delirante discorso qualcosa aveva illuminato il tuo intelletto.
    E beh… direi che non mi resta che assecondare il tuo consiglio, ricordamelo qualche volta in più, sii gentile, mi vedrai accondiscendente.”


    «No, Hokage sama, non solo qualcosa viste le libertà che vi siete preso in questa situazione»


    Sorrise, sibilando la sua risposta a denti stretti, cercando di darsi un contegno nel rispondere all'esternazione del colosso poco prima che questi iniziasse la sua ennesima scenetta portandosi via Shizuka e lasciando un'ulteriore clone al suo posto, lasciando l'originale di Atasuke, già visibilmente innervosito dalle parole della rimanente Otese, addirittura allibito, oltre che shockato. Possibile che all'Hokage proprio non gli importasse nulla delle buone maniere e dell'apparire in pubblico?
    Alla fine del tutto erano rimasti a quel gate solo un nugolo di curiosi che ancora osservavano la scena allibiti, chiedendosi che diavolo avessero visto, Ritsuko, già furente per ciò che aveva visto, ed ulteriormente inviperita per quanto era accaduto alla sua padrona, l'ultimo clone dell'Hokage ed Atasuke che allertato da Yamazaki a breve si sarebbe apprestato a calare la giusta punizione su Sougo.

    «Ritsuko-sama, perdonateci per quanto accaduto, comprendo la vostra furia più che giustificata, ma per quanto la mia parola possa contare per voi, vi prometto che non accadrà nulla a Shizuka, ve ne prego, tornate alla villa»


    Regalò un profondo inchino alla kumori, nella speranza che ella accettasse quantomeno le parole ben più gentili di Atasuke rispetto all'irrispettosa richiesta del colosso che la scacciò quasi alla stregua di un cagnolino.

    «Hokage-sama... come ben sapete il mio ufficio al momento è occupato, quindi per il rapporto ve lo farò avere da Yamazaki nel vostro ufficio nel pomeriggio, ma prima di andare, vi invito a seguirmi in privato, vorrei parlarvi di questa questione con maggiore libertà...»


    Non attese una vera e propria risposta da parte dell'Hokage, ma si diresse verso uno degli uffici per le perquisizioni, tra i più isolati del piano terra, oltre che studiati apposta per non essere disturbati durante un colloquio.
    Prima di entrare però, diede ordini affinchè il gate venisse sgomberato dai curiosi e venisse ristabilito l'ordine ed il meccanismo di ingresso. Bloccare i gate era una cosa che non poteva e non doveva succedere, specie in una giornata qualsiasi come quella, anche se ormai quel giorno sarebbe rimasto nella sua memoria come “il giorno in cui nulla andava come sarebbe dovuto andare”.
    Una volta entrati nella stanza, Atasuke avrebbe acceso la luce, chiudendo la porta ed attivando il piccolo semaforo posto all'esterno indicando che la sala era occupata, di modo che a nessuno saltasse anche solo lontanamente in mente di interrompere i due.
    Si accomodò su una delle due sedie, facendo cenno all'Hokage di fare altrettanto, sempre che questi non lo avesse già fatto per suo conto.
    A quel punto, lasciò cadere la maschera di rigore che era stato costretto ad indossare fino a quel momento.

    «Che diavolo era quello che ho visto là fuori!?»


    Sbottò diretto, limitandosi a dare a quell'individuo che aveva davanti, anzi, al clone che aveva davanti il rispetto che meritava, ovvero poco o nulla, tolto il minimo di rispetto che l'etichetta poteva imporre.

    «So benissimo che nuovamente non apprezzerai i miei modi, le mie elucubrazioni sull'argomento e blah, blah, blah. Ma da quello che ho visto non solo non hai ascoltato quanto ti ho detto, ma addirittura ti sei preso libertà ben più grandi, ed addirittura in pubblico!
    Ora: partiamo da un punto: Shizuka forse e dico forse ha esagerato nei modi, ma non puoi negare che avesse piena ragione di trattarti a quel modo. Non solo hai mancato di rispetto a te stesso ed alla carica che ricopri e ti fai vanto di ricoprire. Ma hai gettato in ridicolo l'intero villaggio, la sua amministrazione e l'intero corpo dei guardiani.»


    Resosi conto del fervore che lo stava portando nuovamente ad un'inutile battibecco basato sul chi urlava più forte, fermò per un'istante il discorso, inspirando profondamente dal naso e cercando di ridarsi un tono adeguato.

    «Ma voglio fare finta di dare un senso al tuo comportamento. Voglio realmente fingere che tutta quella tua str... messinscena avesse uno scopo che mi sfugge. Ora: Tu ti incazzi se qualcuno ti fa passare per un deficente o ti contraddice in pubblico... Mi spieghi con quale faccia continui anche solo a fingere che stia andando tutto bene!?»


    Si fermò nuovamente, rendendosi conto che il suo tono di voce stava nuovamente andando fuori controllo. Anche per l'Hokage, per quanto ottuso potesse essere, risultò palese la fatica con cui Atasuke cercava di trattenersi, cercando di non indisporlo più del dovuto, anche se era palese che bastava una sola goccia per riportarlo nuovamente fuori dai fogli.

    «Che gli dei mi stramaledicano... Non dico che non puoi fotterti la prima puttana che ti capita sotto tiro. Non sono qui per farti la morale sul come gestire la tua vita privata. Ma che gli dei ti fulminimo, almeno abbi la decenza di presentarti sotto henge se devi farti queste scene in pubblico! O devo forse ricordarti che non sei più semplicemente lo sconosciuto “Raizen Ikigami” ma addirittura il “Decimo Hokage” come tanto ti vanti in giro!?»


    Non riuscì a trattenersi oltre, da troppo tempo si stava tenendo dentro tutta una pesante serie di insulti, decisamente meno cordiali dei toni che era riuscito a manterener fino a quel momento.

    «Ora: Hai almeno una mezza idea di cosa fare in merito a questa questione o credi che le mie “deliranti idee” siano solo una delle tante cazzate che ti sei sentito dire, quindi te ne fregherai tornandotene a casa tutto contento della scopata lasciando che la gente mormori ciò che ha visto?
    Perchè se la tua soluzione è la seconda, vorrei mettere alla tua attenzione il fatto che qui non si tratta di malelingue, ma di fatti. Informazioni che possono essere usate contro di te e che se i miei conti, per quanto raffazzonati sono anche solo lontanamente corretti, sono informazioni che fin troppe organizzazioni possono usare e per quel che ti conosco, temo che questo non sia solo un caso isolato»


    A quel punto stava al clone giustificarsi, o quantomeno rispondere alle domande di Atasuke. L'Uchiha aveva ben altri impegni e non aveva alcuna intenzione di finire come l'ultima volta a discutere di retorica per ore. Tutto stava nel vedere se Raizen aveva in mente piani differenti per la giornata o se voleva costringere l'Uchiha ad un'altra discussione infiammata.


    OT -
    Sistema di Sorveglianza
    Abile: L'utilizzatore, quando è sulle mura, percepisce in qualunque punto delle mura: la differenza tra la Percezione dell'utilizzatore e la Furtività dell'obiettivo Furtivo definisce la distanza in metri dalle mura di villaggio entro la quale l'utilizzatore può percepire l’obiettivo Furtivo. La percezione dell'utilizzatore è ridotta di 3; l'utilizzatore percepisce automaticamente solo coloro presente entro 1,5 metri da sé.
    [Da Chunin in su]

    Ricordando che raizen, saltellando lungo le mura fino al fantomatico hotel nemmeno si prende la briga di provare a muoversi furivamente :zxc:
    - /OT
     
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    La Goccia








    Il primo clone del Colosso si era già dissolto quando Atasuke prese a parlare con Raizen.
    Altri rimproveri.
    E grazie alla chiusura di poco prima ne aveva ricevuti fin troppi, ma, da quando in qua era tenuto a dar veramente resoconto di tutto ciò che faceva?
    Iniziò a pensare che soddisfare a pieno le richieste del Daimyo fosse stato un errore, pareva che qualcosa di ciò che aveva detto loro li autorizzasse costantemente a porsi sul suo stesso livello.
    Cosa che non disprezzava affatto, ma se questo voleva dire essere costantemente assillato da rimproveri basati su paranoie da principesse… beh, era troppo.
    Già dalle prime parole di Atasuke lo sguardo dell’Hokage cominciò ad esitare per tutta la stanza fissandosi su questo o quell’altro particolare fin quando trovò in un portapenne di vetro tutto ciò di cui aveva bisogno.
    Lo rigirava tra le mani e proprio quando stava per raggiungere la soddisfazione massima si fermò.
    Dopotutto perché scagliarglielo dritto in faccia? Metti che la fortuna volesse farglielo schivare, si sarebbe portato il peso di quel damerino saccente e del suo sorrisetto soddisfatto fino alla tomba.
    Non era il caso.
    Per cui, già scusatosi con Atasuke in precedenza si sarebbe limitato a sorridere, e senza aver minimamente badato al fiume di parole che gli riversava addosso…
    …scomparve.
    Il clone aveva optato per il sacrificio massimo, si sarebbe dissolto lasciando il guardiano a parlare di intrighi impossibili riguardanti le sue normalissime inclinazioni sessuali.

    Povera Konoha!

    Pensò qualcuno molto distante ritardando di non poco il suo primo amplesso.
    Nessuna goccia avrebbe fatto traboccare il vaso.
     
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    Ritorno dalla Nebbia





    Era Il tramonto quando io e Keiji cominciammo ad intravedere le mura di Konoha.

    -Siamo arrivati.-

    Gli dissi indicando il grande cancello che cominciava a comparire oltre l'orizzonte.
    Il tramonto sul bosco di Konoha, proprio fuori dalle mura, era meraviglioso, il colore del cielo spaziava dal viola all'arancione con miriadi di sfumature mentre la foresta intera si preparava per la notte.
    Una delicata brezza muoveva le fronde degli alberi che sembravano cantarmi il bentornato, presi un un respiro profondo, dilatando al massimo la cassa toracica per riempirla di quell'aria di casa che tanto mi era cara.

    -Non c'è posoto migliore di casa...-

    Sussurrai, per poi rivolgermi al Kiriano.

    -Vieni Keiji, cerchiamo di non far più tardi di quanto non sia già, stasera ci riposeremo e domani ci recheremo in amministrazione, sempre che il gardiano non se ne sia già andato! Ahahahahaha!-

    Risi sonoramente.
    Oramai eravamo giunti davanti al cancello delle mura bussai quindi su di esso con forza per farmi sentire e dissi:

    - Hey, sono Sho! Sono tornato da Kiri ed ho qui con me un ospite da portare in amministrazione domattina, venite pure a controllarci.-

    Attesi con ansia la risposta del guardiano, non vedevo l'ora di tornarmene nel mio villaggio, mangiare qualcosa e farmi una bella dormita.


    Continua da qui
     
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    ~ The Red Capes are coming!

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    Capitolo Primo


    Atto I
    Ingresso a Konohagakure
    Notai un po' di sadismo nel modo di fare di Sho. Gli avevo espressamente chiesto di fare una piccola sosta durante il viaggio per via della stanchezza psicofisica che avevo addosso ma lui, col suo visuccio sorridente e soddisfatto, aveva taciuto: non ci fermammo neanche per un istante; poco importava, tuttavia. Avevo scelto di seguirlo per avere la possibilità di conoscere un nuovo villaggio, di entrare in contatto con persone che avessero la mia mentalità piuttosto che avere a che fare, a Kiri, soltanto con ninja svogliati come il nostro guardiano. Si badi bene però: ero molto legato a Kiri e non avevo la benché minima intenzione di abbandonarla.
    Al calar del sole, subito dopo aver attraversato un piccolo boschetto, arrivammo alle porte di Konoha: « Siamo arrivati. » disse Sho, come se non fossi in grado di vedere le gigantesche mura che avevamo dinnanzi. « Finalmente. » dissi, un po' scocciato. Ero davvero stanco; dopotutto erano più di ventiquattro ore che non chiudevo occhio. « Vieni Keiji, cerchiamo di non far più tardi di quanto non sia già, stasera ci riposeremo e domani ci recheremo in amministrazione, sempre che il gardiano non se ne sia già andato! Ahahahahaha! » avevo giustappunto finito di lamentarmi nella mia testa della poca solerzia del guardiano di Kiri quando il foglioso alluse all'incredibile senso del dovere che sembrava esser proprio del guardiano di Konohagakure. « Speravo che questa gente fosse scelta con criterio, invece, a quanto pare, sono estratti a sorte tra un numero di candidati per natura oziosi. »
    Non solo: alla Foglia si usava essere particolarmente vivaci ed accaniti per farsi notare alle mura e poter quindi vedere confermato l'accesso alla città; il ninja che mi accompagnava iniziò a bussare violentemente contro il portone del villaggio. « Di questo passo, Sho, potremmo non avere bisogno che il Guardiano di apra. » dissi al ninja.
    Restai fermo in piedi, con la solita regale posizione da soldato, ad attendere che qualcosa accadesse.

    Avevo bisogno di dormire; non avevo però pulsioni per quanto riguardava il cibo: così come erano più ventiquattro ore che non dormivo, altrettanto era il tempo che passai a digiuno. Bhè, a ben pensarci, non proprio a digiuno ...






    Legenda


    Narrato
    « Parlato! »
    « Pensato! »
    Anima di Saruhyondo.
    Anima di Keiji.


     
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  13. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Ritorni a Casa e nuovi Visitatori~


    La notte non stava ormai tardando ad arrivare, ed i gate, solitamente sempre aperti nelle ore diurne, erano ormai stati chiusi completamente, sigillando il villaggio per la notte.
    Solitamente passata una certa ora, l'accesso al villaggio veniva chiuso, ad eccezione che per alcune particolari persone, le quali avevano uno specifico permesso, oltre che altre misure di sicurezza per accertarne la reale identià.
    Atasuke, dal canto suo era nuovamente tornato nel suo ufficio. Da poco era rientrato dalla ronda con i suoi uomini ed aveva parecchie scartoffie da sbrigare prima di chiudere il turno e tornarsene a casa per riposare.
    D'un tratto, uno dei suoi sottoposti fece irruzione nell'ufficio, lamentando un'avvistamento.
    [Abilità]

    “Signore, abbiamo avvistato due persone in avvicinamento lungo la strada principale... Sembrerebbero shinobi”

    «A quest'ora? Risultano shinobi in ritardo per il rientro?»

    “No, signore, tutti gli shinobi del villaggio son rientrati prima della chiusura dei gate”

    «D'accordo, torna pure alla tua postazione, mi occuperò personalmente di questi due»


    Sospirò impilando con cura i fogli che aveva in mano, sistemandoli per bene, prima di metterli da parte sulla sua srivania. Ormai era evidente che il suo turno sarebbe durato più di quanto preventivato... D'altronde era sempre così...
    Si diresse rapido verso il gate, muovendosi rapido e silenzioso lungo la scalinata delle mura, arrestandosi solo in cima alla camminata, osservando celato dall'oscurità sempre più densa in cui il suo nero mantello si perdeva.
    [Furtività]
    Osservò i due misteriosi individui, considerandoli, fino a prova contraria, delle possibili minacce per il villaggio. In fondo, quello era uno degli orari migliori per attaccare un gate, sfruttando le ombre decisamente allungate e l'oscurità che ancora calava. Mentre li osservava avvicinarsi, notò che i due parlottavano tra loro mentre si avvicinavano, segno forse che erano amici, o quantomeno conoscenti ed udì distintamente il primo dei due mentre bussava sul gate chiedendo che gli venisse aperta la porta.

    “Hey, sono Sho! Sono tornato da Kiri ed ho qui con me un ospite da portare in amministrazione domattina, venite pure a controllarci.”

    °Sho... Se non ricordo male, dovrebbe essere uno dei nuovi torturatori... Devo ricordarmi di lasciargli un prospetto per ricordargli gli orari di chiusura del gate°

    “Di questo passo, Sho, potremmo non avere bisogno che il Guardiano di apra.”

    °Ironico il suo "amico"...°


    Pensò tra se mentre il suo udito ascoltava con attenzione le parole dei due. In fondo c'era da esser sospetti quando que elementi si presentavano a quell'ora della notte, e per quanto questi fossero, almeno in apparenza, validi shinobi della foglia, non sarebbe stato il primo caso in cui qualcuno sperava di illudere i controlli usando banalmente l'oscurità e la tecnica della trasformazione per farsi passare per qualcun'altro.
    Con un sorrisetto sadico, Atasuke decise di giocare un piccolo scherzo ai due, in fondo se doveva proprio allungare il proprio turno, almeno che ne valesse la pena.

    «Sho... Lo sai che il tempo di chiusura dei gate è passato da un pezzo... O te ne sei forse dimenticato?»


    La voce dell'Uchiha risuonò alle spalle dei due, come se Atasuke si fosse trovato proprio dietro di loro, leggermene oltre Sho.

    «E tu... Qual'è il tuo nome?»


    Nuovamente la voce dell'Uchiha risuonò alle loro spalle, ma questa volta nella direzione opposta.
    Com'era possibile che quella voce risuonasse in tanti luoghi differenti? Possibile che il misterioso guardiano che li stava accogliendo li avesse in qualche modo circondati?

    «Chi sei?»

    «Qual'è il tuo villaggio?»

    «Per quale motivo sei qui?»


    Ogni volta la voce dell'Uchiha risuonava in un punto differente attorno al kiriano, senza seguire un'ordine direzionale preciso. L'unica cosa certa era che nessuna delle voci proveniva dal gate, dove realmente l'Uchiha si trovava.

    «Date la parola d'ordine per l'ingresso notturno!»


    Intimò un'ultima voce, che proveniva proprio dalla parte opposta del gate, studiata per portare i due a voltarsi, dando le spalle al gate quantomeno per il secondo che necessitava all'Uchiha per entrare effettivamente in scena.

    Se anche solo uno dei due si fosse voltato, dando le spalle al gate, Atasuke si sarebbe quindi fiondato a terra, buttandosi al pienò della velocità e con i movimenti silenziosi che lo contraddistinguevano. [Velocità] [Abilità]
    A quel punto, quasi comparso dal nulla alle spalle di entrambi (o del singolo che si era voltato) avrebbe esclamato con tono decisamente calmo.

    «Allora? Non so se avete notato, ma l'ora si fa tarda e vorrei poter tornare a casa, visto che il mio turno di oggi è terminato... Mi servono nomi, motivo della visita ed equipaggiamento»


    Sorrise, da sotto al nero cappuccio, mentre attendeva la reazione di entrambi. Il protocollo standard non prevedeva il ritiro degli equipaggiamenti dei ninja di Konoha, tuttavia, l'equipaggiamento dei ninja era registrato al momento dell'uscita ed il controllo prevedeva una verifica dello stesso per doppio motivo: Per l'armeria che avrebbe dovuto rifornire l'eventuale equipaggiamento disperso, e per i guardiani che avrebbero potuto verificare l'esatto equipaggiamento, verificandone anche i codici di ogni singolo oggetto durante la notte per essere certi dell'effettiva identità del proprietario.

    Se invece nessuno dei due si fosse voltato, sarebbe rimasto fermo, celato dalla notte calante e dal nero mantello che su quelle mura lo celava alla vista, in attesa delle loro risposte.
     
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    Guardiano burlone





    Chi mi rispose doveva essere Atasuke, il guardiano di Konoha.
    Venni tartassato da domande insistenti provenienti da direzioni diverse, che il guardiano avesse usato la tecnica della moltiplicazione per circondare me e Keiji? Mi guardai un attimo intorno ma non vidi nessuno, magari le copie erano nascoste nell'oscurità notturna.
    Sbuffai, leggermente scocciato da quel comportamento che pareva quasi provocatorio e dissi.

    -Lo so che è tardi ma abbiamo viaggiato tutto il giorno, non ho idea di che parola d'ordine tu stia parlando sinceramente, Raizen non me ne ha detta nessuna dopo avermi dato la missione dalla quale ritorno.-

    Quando mi voltai nuovamente verso il gate vidi il guardiano davanti a me, quasi comparso dal nulla, si stava decisamente burlando di me.

    -Andiamo Atasuke, sono di ritorno da una missione a Kiri e Keiji, il ninja qui con me, si è trovato involontariamente coinvolto quindi devo fargli firmare delle carte in amministrazione, dobbiamo davvero passare la notte fuori all'addiaccio?-

    Cominciai intanto a mettere nello zaino il vario equipaggiamento per poi porgerlo al guardiano, non vedevo il motivo di prendere anche il mio ma non avevo né le forze Nè la voglia di mettermi a discutere.

    -Questo è bene che ritorni al più presto possibile eh, che non posso permettermi di andare a giro senza nessun equipaggiamento.-

    Dissi leggermente scocciato.
    Attesi quindi che anche Keiji rispondesse alle domande di Atasuke prima di poter rientrare nel mio villaggio.
     
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    ~ The Red Capes are coming!

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    Capitolo Primo


    Atto II
    Le strane personalità dei Guardiani †
    Non riuscivo a capacitarmene: davvero tutti i guardiani sulle mura dei vari villaggi sentivano l'impellente necessità di dimostrarsi così profondamente inutili? Dopo una nottata come quella passata il giorno precedente e dopo il viaggio interminabile che credevo sarebbe conclusosi davanti a quelle mura, Atasuke - questo il nome con cui Sho si sarebbe rivolto al niente dopo dopo, dato che non vedevo nessuna figura nei pressi della cinta muraria della Foglia, in realtà parlando al guardiano - sembrava volerci sottoporre un insignificante test. Una voce, che io udii distintamente poco davanti a me, leggermente dietro il mio giovane compagno della Foglia, risuonò in questo modo: « Sho... Lo sai che il tempo di chiusura dei gate è passato da un pezzo... O te ne sei forse dimenticato? » La risposta fu immediata e dal tono decisamente scocciato. D'un tratto, la stessa voce suonò dietro di me, cosa che mi portò istintivamente a girarmi leggermente col busto, poi risuonò ancora alla mia destra, poi di fronte, infine a sinistra, ponendo precise domande. Non ero turbato da quel che accadeva, vista la reazione del mio accompagnatore, ma mi sentivo profondamente preso in giro: non solo portato in una città esterna per firmare qualcosa di profondamente inutile - con ogni probabilità - ma anche deriso dal guardiano del villaggio. Risposi a tono, una volta ingoiato l'amaro boccone che, anche questa volta, dovevo necessariamente buttar giù dinnanzi alla necessità di mettere in secondo piano le proprie opinioni. « Sono Keiji, Genin di Kiri, ex militare di una forza privata. Sono qui per testimoniare la morte di un ricercato di Konoha che si era rintanato nella mia Terra. » dissi, dando esaustive risposte ad ogni singola domanda; appena terminai, la voce risuonò nuovamente alle mie spalle, ma questa volta non mi voltai, il trucco c'era ed era inutile caderci. Difatti, una sagoma balzò innanzi a me non appena Sho si voltò a controllare che la figurina che avevamo davanti non fosse alle sue spalle. « E pensare che sono accompagnato da un ninja di Konoha, abbiamo le carte firmate di pugno da Akira, il guardiano di Kiri, e nessuno dei due sembra lontanamente intenzionato a compiere un qualche tipo d'azione molesta. Sho ha persino battuto con veemenza contro la grande porta di villaggio! Cosa hanno in testa questi dannati esaltati? » Le parole che il guardiano foglioso pronunciarono furono le seguenti: « Allora? Non so se avete notato, ma l'ora si fa tarda e vorrei poter tornare a casa, visto che il mio turno di oggi è terminato... Mi servono nomi, motivo della visita ed equipaggiamento. »
    Non esitai un secondo a rispondere, sentendo Saruhyondo tremare leggermente al mio fianco: « Sono due giorni che non chiudo occhio, vorrei tanto anche io poter riposare. » sospirai un istante, per poi riprendere « Ho già risposto alle tue domande, Guardiano di Konoha. Non è mia intenzione rinunciare di sottostare a quanto lei mi ha appena comandato, ma come posso ritenermi al sicuro se persino la mia guida viene espropriata del suo equipaggiamento all'ingresso del Villaggio? Kiri non avrebbe mai permesso una cosa del genere, anzi, non la ha permessa affatto. Devo ritenere la mia incolumità a rischio? » Era lungi da me l'intenzione di non dare al guardiano le mie armi ma sentii la necessità di quella puntualizzazione. Qualora il guardiano mi avesse risposto senza cambiare idea, avrei semplicemente proceduto a consegnargli le mie armi, senza fare ulteriori storie. L'idea di trovarmi in un paese straniero senza Saruhyondo, però, mi urtava sensibilmente.
    La spada tacque; sentivo che in tal caso avrebbe compreso le mia scelta.






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    « Pensato! »
    Anima di Saruhyondo.
    Anima di Keiji.


     
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