[Primo Accesso] Mura di Konoha

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    Finalmente a casa





    Il custode del cancello d'ingresso mi rassicurò sul fatto che le armi sarebbero ritornate dal legittimo proprietario e mi rammentò di come un paio di sfortunati truffatori erano stati beccati a provare ad entrare a Konoha per poi essere mandati tra le mie mani, non era stata una piacevole giornata quella che avevano passato dopo, e non lo sarebbero state quelle che avrebbero passato successivamente per un lungo periodo di tempo.
    Stetti in silenzio mentre Atasuke parlava con Keiji ed il mio equipaggiamento veniva controllato, naturalmente rispettavo la decisione del guardiano di far riporre le armi al kiriano, era uno straniero che portavo in casa e senza di esse avevo molto meno rischio che mi potesse procurare problemi, anche se speravo non ce ne sarebbero stati affatto.
    Non appena mi furono chiesti consegnai i documenti rilasciati dall'amministrazione di Konoha prima della partenza della missione, con tanto di firma del guardiano di Kiri che attestava che il lavoro era effettivamente stato svolto.

    -Ecco qua, dovrebbero essere tutti.-

    Prima di entrare nel villaggio Atasuke mi chiese di scambiare due parole in privato, acconsentii volentieri chiedendo a Keiji di scusarmi un attimo.
    Ascoltai con attenzione quello che aveva da dirmi, e non vi trovai nulla su cui non fossi d'accordo.

    -Hai perfettamente ragione, la mia voglia di rientrare deve aver oscurato la ragione per un attimo, ti chiedo di perdonarmi. Per la parola d'ordine devo ammettere che mi aveva spiazzato, probabilmente se davvero fossi stato un impostore avrei veramente detto qualcosa che mi avrebbe tradito dopo una domanda come quella. Vedrò inoltre di non perdere mai d'occhio il kiriano, non preoccuparti. Detto questo ti ringrazio per la disponibilità.-

    Porsi quindo la mano verso il guardiano per una stretta, in segno di rispetto.
    Mi diressi quindi nuovamente verso Keiji e gli feci strada attraverso il portone che ci avevano aperto.

    -Devo cercare di non dimenticarmela più la parola d'ordine notturna.-

    Gli dissi sorridendo mentre entravamo nel villaggio.
    Il mio equipaggiamento mi fu riconsegnato non appena varcai completamente la porta, fui ben felice di reindossarlo, senza mi sentivo quasi nudo.

    -Vedrai che le tue armi saranno trattate con cura e che ti verranno rese in uno stato immacolato non appena uscirai da qui, per adesso goditi la tua permaneza qui, benvenuto a Konoha.-
     
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    Straniero
    Capitolo Primo


    Atto III - Epilogo
    Parole al vento
    Il guardiano si districò immediatamente in discorsi sul dovere ed osò perfino dirmi che non si aspettava una tale domanda da me, un ex militare, riguardo al rigore. Aspettai che concludesse quello che oramai era divenuto alle mie orecchie un vero e proprio sproloquio.
    « Non avrei mai osato contraddirla, Guardiano, né tantomeno pronunciarmi sul rigore del suo operato se non avessi una solida base su cui appoggiarmi per poter parlare di negligenza - mi perdoni il termine particolarmente duro. » mi fermai un secondo, guardando Atasuke negli occhi, per poi pronunciare lentamente « è circa un'ora che stiamo aspettando che qualcuno ci apra, non so se se ne è reso conto. »
    Il tono che aveva usato e le allusioni che aveva fatto, riportavano palesemente l'intento di minacciarmi; non che questi mezzucoli potessero infastidirmi. In ogni caso, non avrei risposto ulteriormente, mi ero già sbilanciato troppo, probabilmente non era neanche il miglior modo di presentarmi ad un nuovo villaggio. Quando è troppo, però, è troppo.

    Ti prego, Keiji, fa' alla svelta.
    Non ho intenzione di rimanere a lungo chiusa dentro un rotolo da richiamo.

    Disse Saruhyondo, vibrando nel profondo della mia anima, al momento in cui consegnai le mie armi al nuovo ninja sopraggiunto al richiamo del guardiano di Konoha. Quest'ultimo, infine, chiese di mostrargli i nostri documenti prima di entrare; Sho, che possedeva tutte le carte, non se lo fece ripetere due volte e diede ad Atasuke tutti i documenti. « Prego dunque, da questa parte... Sho, prima di andare, vorrei parlarti in privato. » fui dunque accompagnato dall'altra parte del muro mentre i due fogliosi rimasero dietro in disparte. Non mi andò molto a genio l'atteggiamento con cui fui accolto: non fu fatto niente affinché potessi ritenermi a mio agio, anzi, si fece di tutto perché mi sentissi uno straniero. Quando i due ebbero finito, Sho tornò, dicendo di essersi dimenticato la parola d'ordine per l'ingresso notturno nel villaggio: non ero certo uno sprovveduto; dopo tutti i giochetti che quel pazzo aveva fatto per poter essere sicuro della nostra identità, non avrebbe certo lasciato passare qualcuno che non avesse correttamente risposto ad una sua domanda. Non esisteva nessuna parola d'ordine e questo era un ottima prima notizia su Konoha.
    Aggiunse infine: « Vedrai che le tue armi saranno trattate con cura e che ti verranno rese in uno stato immacolato non appena uscirai da qui, per adesso goditi la tua permaneza qui, benvenuto a Konoha. » risposi di tutto punto: « Grazie. Non vedo l'ora di poter avere nuovamente al mio fianco Saruhyodo. »




    Legenda


    Narrato
    « Parlato! »
    « Pensato! »
    Anima di Saruhyondo.
    Anima di Keiji.




    Edited by Ade Geist - 24/10/2015, 00:48
     
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    I due Misteriosi Visitatori della notte 三

    ~Accuse infondate~


    Atasuke osservava attentamente il giovane kiriano, mentre questi di tutto punto rispondeva nuovamente, forse sentendosi nel pieno dalla parte della ragione, o forse semplicemente perchè era nella sua natura cercare una giustificazione alle sue parole.

    “è circa un'ora che stiamo aspettando che qualcuno ci apra, non so se se ne è reso conto.”


    A quell'affermazione, l'Uchiha non si trattenne dall'inarcare il sopracciglio destro, in un'espressione decisamente dubbia. Davvero era passato tutto quel tempo? Possibile che addirittura un'ora fosse trascorsa da che i due si erano palesati al gate?

    «Un'ora? Addirittura? Se cio che dite è vero me ne occuperò personalmente, non accetto inadempienze dai mia uomini... Tuttavia... Spero non vi offenderete se controllerò le registrazioni per verificare quanto avete detto... E spero per voi che non abbiate ingigantito troppo l'attesa solo per giustificare i termini che avete usato... Non mi risulta faccia parte delle usanze accademiche mancare in tal modo di rispetto agli shinobi degli altri villaggi alleati»


    Le parole dell'Uchiha erano scandite in un ritmo lento, inquietantemente lento ed il tono particolarmente basso ne sottolineava la pericolosità. C'erano poche cose che Atasuke non sopportava: prima tra tutte la mancanza di rispetto verso di lui, la sua carica ed i suoi uomini, seguita poco dopo dalle infamie verso di lui o il suo corpo. Se il kiriano aveva mentito, era riuscito a colpire nel segno entrambi i punti, accusando lui ed i suoi guardiani di negligenza ed Atasuke non si sarebbe di certo lasciato scappare l'occasione di tenerlo sotto scacco.

    «Ad ogni modo, stanchezza o meno, vi consiglio di tenere a freno la lingua prima di commentare senza prove tangibili l'eventuale “negligenza dei miei uomini”, perchè ancora una parola e sarei costretto a mostrarvi quanto sappiamo essere “negligenti”»


    Atasuke non aveva intenzione di spaventare il kiriano, di certo non era necessario sprecarsi inutilmente su quel fronte, tuttavia, voleva essere quanto più chiaro sul fatto che non avrebbe accettato illazioni di quel tipo ed ogni altra parola in aggiunta che non fossero delle sincere scuse.
    Al kiriano non era dato sapere che cosa l'Uchiha avesse in mente, ma probabilmente, avrebbe costretto il kiriano a dormire fuori dal villaggio o peggio se questi avesse provato a sostenere oltre la sua tesi.
    Salvo ulteriori intoppi, Atasuke procedette come da protocollo ed alla fine della procedura di ingresso, avrebbe quindi tardato ancora il suo rientro a casa. Doveva verificare dal sistema di sorveglianza il momento dell'arrivo dei due e verificare il tempo che realmente era trascorso dal loro arrivo.

    […]


    Come aveva immaginato, tutta la tempistica esposta dal kiriano era decisamente gonfiata, probabilmente data l'ora e la stanchezza, motivo per cui Atasuke non avrebbe agito contro di lui, o almeno non in quell'occasione specifica.
    L'attesa dei due era stata decisamente lunga, ben oltre le normali tempistiche, specialmente se valutato in confronto ai flussi diurni in cui la macchina dell'ingresso lavorava a ritmi serrati, tuttavia, una ventina di minuti scarsi era trascorsa dal loro effettivo arrivo nel piazzale esterno davanti ai portoni al momento della comparsa di Atasuke dinnanzi a loro. Un tempo ampio, troppo ampio, per cui il colpevole avrebbe pagato, ma comunque non sufficente da permettere ad un Kiriano qualsiasi di accusarli di negligenza, specie dopo quanto accadde tempo addietro quando Atasuke si recò dal Mizukage dopo gli eventi nel deserto dell'Anauroch.

     
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    Era un giorno come tanti a Konoha, quando improvvisamente fuori dal cancello principale scoppiarono un gran numero di bombe fumogene, tanto da ricoprire gran parte dell'area, mentre una musica misteriosa (colonna sonora del film "Ninja Zombie Cacciatori di Licantropi", serie Z per intenditori dallo stomaco forte) iniziava a levarsi, un pò gracchiante perchè il mangianastri era vecchiotto. Mentre il fumo tardava a diradarsi, il terreno intorno iniziò ad incendiarsi: piccole lingue di fuoco che si accesero in sequenza, a ritmo di musica, poco prima che una voce stentorea, palesemente amplificata da un megafono, si levasse per annunciare cosa stava accadendo.

    Giunto dalle oscure profondità del nord... La voce era possente ma cammuffata, difficile capire se fosse un uomo, una donna od una voce registrata, restava comunque un tono sinistro, specie in quel contesto. ...colui che conosce e può imbottigliare la vita, la morte, l'amore ed il dolore. Colui che può distillare l'ultimo respiro e miscelare bevande che dissolvono i ricordi. Konoha! La tua più grande opportunità è qui! Apri le tue porte al destino! Apri le tue...ehi, ehi, ma che cav...? OOOHH! Brennblut attenzione! Si levò una seconda voce mentre qualcosa in legno cadeva facendo un gran fracasso! MA CHI HA MESSO QUELLA COSA LA'? Credo sia stato Ssalmertz, Brennblut. Scusaaate, mi dispiaaace. Sono inutile, lo so. Inutile e brutto. Mi dispiace, mi dispiace. Aggiunse una terza voce con tono depresso. Mertz? Si? Ma non stavi sostenendo il fumo con la tua tecnica? Si. E non è quella in cui il fumo esplode quando chiudi la bocca?

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    Pochi istanti ed il banco di fumo divenne una enorme palla di fuoco fuori dale mura di Konoha, dalla quale emersero dopo poco un uomo bruciacchiato e due lucertole non più grandi di un avambraccio, tutti e tre abbastanza tramortiti. Alle loro spalle, dopo che il fumo e le polveri si diradarono, restavano solo un grosso baule sventrato, un mangianastri semisciolto (che tuttavia suonava ancora la musica sinistra, anche se mostruosamente distorta). Era capitato che quell'uomo, mentre parlava con le lucertole sulle spalle aveva urtato il baule (dopotutto non vedeva in mezzo al fumo!) e la cosa era poi degenerata.

    Non era morto, però, tanto che pur stramazzato al suolo sollevò un braccio tremante. Febh...Yakushi... Rantolò. ...aprite...si?

    Edited by Febh - 11/11/2015, 20:20
     
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  5. Asgharel
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    Febh Yakushi, il Famigerato 一

    ~Il Primo Incontro~


    Atasuke stava facendo il suo ormai consueto giro di controllo, analizzando con attenzione tutto ciò che riguardava l'equipaggiamento dei suoi, le procedure e quant'altro. In quella giornata, manco a farlo apposta, aveva previsto poi un'esercitazione in caso di attacco con cui avrebbe simulato assieme ai suoi un piccolo assalto.
    Aveva già disposto la formazione della squadra di attacco, mentre la “difesa” era composta dagli uomini di guardia. A capo dell'assalto, vi era Sougo, con alcuni degli uomini della seconda divisione ed aspettavano solo il segnale dell'Uchiha per scatenare l'inferno.
    Ad un tratto però, in un momento decisamente inaspettato, Atasuke sentì una detonazione non molto lontano. Si voltò e vide ancora la vampata che si elevava davanti al gate, segno che qualcosa era decisamente andato storto.

    °Sougo, razza di idiota!°


    Fu il suo primo pensiero, mentre, ormai allertato dal potenziale assalto, si diresse al gate, assieme ad altri guardiani, i quali erano attratti da quanto era appena accaduto. Non ci voleva molto, prima che qualcuno facesse scattare l'allarme facendo convergere il grosso del corpo al gate.
    Raggiunto il gate, Atasuke chiese subito ad uno dei presenti che cosa stesse accadendo e questi, decisamente sull'orlo tra la paura e la follia, non seppe che rispondere, balbettando dapprima alcune incomprensibili parole, prima che l'Uchiha lo riportasse nel mondo dei vivi con due sberle ben assestate.

    “U-Uchiha-sama! Non saprei, sono esplosi svariati fumogeni, poi una voce gracchiante, sembrava qualcosa di oscuro e distorto, e poi è esploso tutto!”


    Il volto dell'Uchiha si distorse in una smorfia di disprezzo. Se quello era uno dei soliti scherzi di Sougo l'avrebbe pagata, oh, se l'avrebbe pagata.

    «Tutti in posizione! Pronti a respingere eventuali attacchi!»


    Tuonò egli, dando alcuni semplici segnali con le braccia, prima che i suoi occhi dotati di una vista decisamente acuta, gli fecero notare una figura che emergeva dalla nube sollevata dall'esplosione.
    Dapprima non riuscì a capire di che si trattasse e per sicurezza tenne i suoi sulla corda, tenendo il braccio destro alzato, pronto ad abbassarlo per indicare l'inizio dell'assalto.
    Si avvicinò con passo lieve, pronto a reagire a qualsiasi cosa, notando poi che a terra, mezzo sbruciacchiato c'era un individuo, accompagnato da due lucertole flambè.

    “Febh...Yakushi... ...aprite...si?”


    Atasuke rimase alcuni istanti ad osservare il quasi cadavere rantolante, mentre i suoi occhi guizzavano alle sue spalle, osservando quel che restava di un grosso baule e di un vecchio mangianastri.
    Non sapeva in effetti se ridere o piangere. Quella situazione era decisamente assurda, assolutamente senza senso alcuno, eppure, non sapeva se ritenersi divertito da tanta assurdità o offeso da tanta inettitudine, non per ultima, quella dei suoi che non erano stati in grado di gestire la situazione.

    «Febh... Yakushi?»


    Chiese sorpreso, abbassando il braccio mentre con l'altro faceva cenno a due dei suoi uomini di raggiungerlo al di fuori del cancello, portando con loro l'attrezzatura medica. In fondo, per quanto ne sapeva, quell'uomo aveva bisogno di cure, ed essendo un ninja di Oto era comunque un loro alleato.
    Quando due dei suoi arrivarono, kit medici alla mano, Atasuke si chinò sullo Yakushi di Oto, squadrandolo con attenzione, quasi a chiedersi se quel tizio potesse effettivamente essere l'uomo che diceva di essere. Non aveva ancora mai avuto l'occasione di conoscere il famigerato amministratore di Oto e non poté evitare di chiedersi se davvero quell'uomo steso a terra davanti a lui fosse realmente quella stessa persona.

    «E qual buon vento vi porta davanti alle porte di Konoha?»


    Chiese con un lieve tono ironico mentre i due suoi sottoposti iniziavano a preparare il materiale, pronti ad applicare un primo soccorso all'ustionato.

    «Ma soprattutto ditemi... CHE DIAVOLO VI è SALTATO IN MENTE DI FARVI SALTARE IN ARIA DAVANTI AL GATE!?»


    Tuonò infine l'Uchiha, quasi cambiando nettamente di personalità, passando dal precedente tono calmo ed accondiscendente ad uno decisamente meno gentile e molto più militare, tanto che i due sottoposti si fermarono per un'istante, visibilmente spaventati dall'urlo dell'Uchiha.
    Sia che Atasuke ricevesse una risposta, dall'uomo, dalle lucertole o da nessuno dei tre, Avrebbe fatto cenno ai suoi di procedere, riprendendo con il soccorso, levandosi in piedi e troneggiando sui tre uomini e le due lucertole a terra dinnanzi a lui.

    «Yamazaki! Manda a chiamare quelli delle pulizie, abbiamo della roba da smaltire qui davanti!»


    Ordinò, ben conscio del fatto che alle sue spalle, l'interessato aveva recepito il comando e si era messo in moto per far ripulire tutto quel disastro. In fondo, ormai, della roba dello Yakushi non restava praticamente più nulla di sano. Era tutto da buttare, quindi difficilmente si sarebbe offeso nel vedere che tutto veniva smaltito per ripristinare l'ordine e l'efficienza del gate.

    «Ad ogni modo, mi spiace essere duro... Ma temo dovrete sottoporvi comunque ai normali controlli e depositare ogni vostra arma o rotolo d'evocazione prima di procedere all'interno del villaggio...»


    Riaprì il discorso, con la stessa calma e gentilezza che lo contraddistinguevano, riportando l'attenzione sul visitatore Otese che millantava d'essere il famigerato Febh Yakushi.
     
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    Viaggio di Lavoro
    II


    La squadra dei soccorsi gli si era affiancata quando l'otese quasi carbonizzato piegò le braccia, puntellandosi per sollevarsi mentre tossiva un poco. Le lucertole erano ancora tramortite mentre si alzava sbattendo via il nero della polvere come se nulla fosse, mostrando abiti un pò rovinati con sotto una pelle rosea e perfettamente integra. Coff Coff...coff...Affari...coff...anche se...coff. Le grida del guardiano lo fecero sobbalzare un attimo, ma si riprese in fretta, indicando i due rettili con fare accusatorio. Io non centro! E' Ssalmertz che mi ha fatto inciampare e poi...oooh, al diavolo! Alzò le braccia al cielo, facendo qualche passo verso il baule solo per notare che il contenuto era stato semidistrutto. Oh no...e io che volevo dare tutta questa roba a Meku per riavere la mia spada! Si trattava di una raccolta di film muti di serie B ed in bianco e nero di parecchi decenni prima, ormai irrimediabilmente perduti (per quanto sarebbero stati quasi certamente inutili). Vabbè, almeno ho ancora il resto. Battè la mano sul petto, dove tra i vestiti un pò danneggiati sporgeva l'estremità di un rotolo da richiamo.

    Il Guardiano non sembrò curarsi troppo della faccenda, chiamando qualcuno per pulire, cosa che fece sgranare gli occhi all'Amministratore. Eh? Se qualcuno combina qualcosa voi avete una squadra pronta a rimettere le cose a posto? Da noi chi rompe poi riordina...il vostro sistema è proprio da pappemolli. Aggiunse a titolo di innocente quanto gratuito insulto, eppure non vi era che candore in quelle parole, quasi fosse stato un bambino a parlare. E non credo proprio che tu debba dispiacerti, non sei duro...sei di Konoha in fondo. Avrebbe poi risposto riavvicinandosi all'Uchiha ed eventualmente dandogli una pacca sulla spalla.

    Ancora questa ridicola faccenda delle armi consegnate all'ingresso, pensavo vi foste evoluti dai tempi di Drake. Alzò gli occhi al cielo. Capisco uno studente dalla lama facile ma io sono un Jonin...potrei abbattere le mura con le mani legate. Scosse il capo. Comunque non ho armi, proprio per evitare quest'idiozia...quanto ai rotoli... Indicò le pergamene che sporgevano dalla cassa semidistrutta. Non posso consegnartele perchè liquella è merce. Abbastanza veleno da seccare metà della vostra popolazione. Ottima scelta di termini, le sue arti diplomatiche erano all'apice della forma. Se le vuoi dovrai pagare, dato che sono qui a Konoha per proporre degli affari a quel bestione arrogante del vostro Kage. Poi si accigliò. E per inciso...tu chi diavolo sei? In genere un guardiano fa più bella figura se si presenta. Certo, perchè farsi saltare in aria davanti ai cancelli invece è un ottimo biglietto da visita.
     
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  7. Asgharel
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    Febh Yakushi, il Famigerato 二

    ~Discorsi di Utilità~


    Atasuke fissò, quasi ammaliato dalla sua assurdità il misterioso amministratore di Oto di cui aveva sentito parlare in passato.
    Certo, aveva sentito delle storie in merito, ma le aveva trovate tanto assurde ed insensate da crederle fondamentalmente delle leggende troppo cresciute, delle bonarie storielle in gran parte inventate per far ridere gli amici ed i commensali durante un pasto. Eppure, da ciò che aveva davanti, poteva solo giungere ad una conclusione sensata: Si trattava della più pura e semplice verità.
    Atasuke però, in tutta quella stranezza notò un dettaglio non da poco: Il misterioso elemento aveva solo gli abiti danneggiati, mentre la pelle, sembrava perfettamente integra e senza alcun segno di ustione o ferita provocata da eventuali schegge scagliate dalla detonazione.
    Visto il modo in cui quell'uomo era uscito senza danni, ovviamente, non poté evitare di chiedersi che cosa mai potesse essere accaduto, ma soprattutto: Come avesse fatto Febh ad uscirne praticamente incolume.

    «Più che da pappemolli, io preferisco definirlo un sistema efficiente. Il come poi chi rompe debba spurgarla dopo, è tutta un'altra questione»


    Rispose, mantenendo una calma quasi fuori dal normale, soprattutto per lui che tanto odiava finire sotto accusa da parte degli altri, o peggio, quando gli altri mettevano in discussione l'organizzazione dei suoi.
    Lasciò che lo Yakushi continuasse a parlare, il quale si prese addirittura la libertà di lasciargli una pacca sulla spalla, libertà che l'Uchiha non gli permise, fermando, con delicatezza il braccio dell'avversario intercettandolo con il dorso della mano mentre scuoteva il capo in segno di dissenso.
    Ascoltò poi con estrema attenzione ciò che Febh aveva da dire in merito all'inutilità di quel controllo al gate con la rimozione delle armi, specialmente per un Jonin del suo livello e che evidentemente non aveva alcuna necessità di portare con se delle armi.
    Un discorso praticamente già sentito, dato che Atasuke per primo era cosciente del limitato controllo di cui disponevano al gate per bloccare eventuali malintenzionati in ingresso al villaggio. Tuttavia, per quanto lo Yakushi avesse ragione, era altrettanto vero che rimuovere ogni singola arma in mano ai visitatori, toglieva loro, o quantomeno rendeva più complesso agire piazzando ad esempio delle bombe in una parte del villaggio creandosi magari un diversivo o attaccando contemporaneamente più zone del villaggio rendendo difficile prevederne le mosse ed agire in maniera tempestiva ed efficace.
    Tuttavia, Atasuke tacque, lasciando che quel discorso senza senso continuasse per la sua via, fino ad infrangersi per suo conto contro un muro invalicabile che si era eretto fondamentalmente dal nulla dal discorso dello Yakushi stesso.

    “Non posso consegnartele perchè liquella è merce. Abbastanza veleno da seccare metà della vostra popolazione.”

    °Spero stia scherzando... Come pensa di poter passare dal gate con tutto quel veleno!?°

    “Se le vuoi dovrai pagare, dato che sono qui a Konoha per proporre degli affari a quel bestione arrogante del vostro Kage.

    °Ecco, questo non mi stupisce affatto... Cosa poi debba farsene di tanto veleno probabilmente non lo saprò mai...°

    “E per inciso...tu chi diavolo sei? In genere un guardiano fa più bella figura se si presenta.”

    °Detto da uno che si è appena fatto saltare in aria...°


    «Avete ragione, sono stato scortese. Voi potete chiamarmi Atasuke Uchiha»


    Disse con tono deciso, mentre lo sguardo affilato puntava ciò che restava della cassa e del suo contenuto, cercando di ipotizzare alla veloce il numero di rotoli contenuti, principalmente per valutare la possibilità o l'impossibilità nel tenere sotto controllo tutta quella scorta potenzialmente mortale.

    «Tuttavia, è proprio per evitare che una scorta tanto massiccia di veleni, esplosivi o qualsiasi altro oggetto che possa essere un rischio per gli abitanti del villaggio che al gate facciamo depositare tutto, anche ai jonin-in-grado-di-abbattere-le-mura-con-le-mani-legate»


    Fece eco alle ammissioni del jonin di Oto senza smuoversi anche solo di un passo dalla sua posizione. Quell'uomo poteva essere potente quanto voleva, poteva anche minacciarlo, ma non sarebbe passato oltre se non avesse depositato tutto ciò che portava con se e che potesse in qualche modo arrecare danno al villaggio o ad i suoi abitanti.

    «Inoltre non credo che l'Hokage abbia la necessità di avere sotto mano l'intera scorta mortale che avete preparato per lui solo per valutare l'acquisto. Motivo per cui quei rotoli ed i veleni in essi contenuti non passeranno oltre alla guardiola. Se voi vorrete trattare con l'Hokage potrete farlo nei suoi uffici disarmato e senza veleni a portata di mano. Altrimenti, mi spiace, ma non vi è concesso l'ingresso. Se vorrete provare a forzare il blocco, vi avverto, non esiteremo un'istante a dare l'allarme considerando questo un'attacco al villaggio»


    Aggiunse senza possibilità di replica. Se c'era una cosa che atasuke non avrebbe mai accettato era proprio di contravvenire ad una delle regole che aveva imparato a seguire e che lui per primo applicava senza remore.
    Non era stato avvisato della consegna, quindi per ciò che sapeva quella non era una scorta inviata a fronte di un'ordine da parte del colosso, motivo per cui, come ogni merce pericolosa non dichiarata, non avrebbe attraversato qual confine o almeno, non lo avrebbe fatto durante il suo turno di guardia.

    […]


    Quando Yamazaki fece il suo ritorno, portando con se la squadra di ripulitori, Atasuke ne approfittò per mandare il giovane genin a portare un'altro messaggio, questa volta diretto all'Hokage e scritto su di una delle sue carte, sbucata dalla manica del nero mantello.

    «Yamazaki, porta immediatamente questo messaggio all'Hokage con priorità assoluta, ci siamo intesi?»

    “Certo, Atasuke-sama”


    Rispose al sottoposto con un cenno di assenso mentre questi correva rapido a portare il messaggio al colosso. A quel punto la questione sarebbe ricaduta direttamente anche su Raizen. Se davvero lui aveva richiesto quel carico, avrebbe imparato che certe cose andavano comunicate prima ai gate se non voleva intoppi nella consegna. Se invece si fosse trattata di una balla inventata o di una qualche burla dello Yahkushi, beh, Raizen avrebbe avuto i suoi buoni motivi per presenziare e spiegare all'amministratore Otese come funzionavano le cose a Konoha.

    «Avete quindi deciso come intendete operare? Depositate qui la vostra “merce” per andare a trattare con l'Hokage, o preferite rimanere qui in attesa del suo arrivo? Sta a voi la scelta.»




    OT - Direi che a questo punto Raizen Ikigami può entrare in scena quando vuole nei limiti delle tempistiche umane :zxc: Anche perchè quel carico non passerà dal gate salvo due condizioni: Atasuke Morto o Raizen che se lo porta con se :zxc: - /OT
     
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    III


    Il guardiano non era amichevole, tanto che non accettò nemmeno la bonaria pacca sulla spalla da parte del tizio che si era appena fatto esplodere fuori dal suo Gate. Vai a capirla questa gente! Non sei trai i Guardiani più socievoli che io abbia mai conosciuto, sai? Ed il suo curriculum includeva dei gran simpaticoni quali Diogenes Mikawa, o lo stesso Mizukage a dorso di Geco mentre Itai Nara faceva piovere fuoco dal dorso della sua ramarra. Fece un profondo respiro mentre l'idiota tirava in ballo regole e cercava di atteggiarsi a duro. Bello mio tu un allarme alle mura del villaggio non lo hai mai visto. Disse con tono tagliente, anche se con gli abiti malconci e la fuliggine lo rendevano decisamente meno credibile.

    Comunque lo Yakushi si mise a braccia conserte, battendo più volte il piede a terra mentre le lucertole, stordite, cominciavano a rialzarsi. Vediamo, vediamo...posso stenderti e levigare gli spigoli delle mura e passare...o posso spiegarti che l'intera consegna è ridicola perchè potrei dare i rotoli ad una mia creatura, pareggiarla e rievocarla dopo essere entrato. Poi si accigliò. Inoltre che razza di discussione potrei avere con lo scemotto troppo cresciuto se non avessi dei campioni di merce? Che poi in realtà li aveva, nascosti dentro i rotoli da richiamo più insospettabili: i tatuaggi a forma di rettile stilizzato che aveva su entrambi gli avambracci, la cui testa era alla base del dorso della mano, quindi in realtà l'intera faccenda era più una questione di principio che altro: mica poteva consegnare le braccia o svuotare un tatuaggio, se l'altro non era a conoscenza della loro natura.

    Rimase in silenzio, sempre a braccia conserte ma senza dir niente, forse per innervosire il Guardiano o forse solo perchè stava pianificando la mossa successiva. Intanto Atasuke mandò a chiamare l'Hokage mentre una squadra cominciava a ripulire, e fu solo quando il genin si fu allontanato che prese nuovamente la parola. Dunque, tralasciamo per un istante che forse sono stato un pò esagerato nel dire che era un veleno mortale... In effetti si trattava di un siero della verità, a voler ben guardare la cosa. ...e diciamo che non ho molta voglia di guai, in fondo sono un tipo pacifico. Vero, solitamente le sue erano solo reazioni spropositate con reazioni a catena imprevedibili che causavano distruzione a tappeto. Quindi facciamo così. Io i rotoli li lascio a TE personalmente. Disse puntando un dito sul petto dell'Uchiha. Se manca anche solo un grammo di sostanza, tu crepi ed il tuo quartiere brucia. Questo dopo aver abbattuto le mura con un calcio per il puro piacere di farlo, ovviamente. Sorrise amabilmente, come solo un vero squilibrato bipolare può fare, quindi fece spallucce, guardando la porta. Ora mi apri e mi dai qualcosa da mettere o devo consegnarti anche le ossa?
     
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    Febh Yakushi, il Famigerato 三

    ~Accordo?~


    Atasuke alzò appena un sopracciglio all'esclamazione dello Yakushi, chiedendosi se in effetti qualcuno potesse mai mostrarsi socievole verso qualcuno che si era appena fatto detonare davanti al gate di un villaggio. Squadrò l'uomo, osservandolo con attenzione e sorridendo nell'udire con quanta sicurezza lo Yakushi sostenesse l'inesperienza di Atasuke in merito ad attacchi alle mura, concedendosi un brevissimo cenno per abbassare il tono del visitatore, che, pur essendo un amministratore di Oto, allo stato attuale, per lui, era un visitatore come molti altri.

    «Voi credete? Bene dunque, credo dovrò ricordarmi di dire al resto del villaggio che ne io ne l'Hokage eravamo presenti all'ultimo attacco ma eravamo frutto di un'illusione di massa...»


    Serrò a sua volta le braccia, quasi con un'aria di ironica sfida, prima di riprendere un tono decisamente più silenzioso ascoltando le successive elucubrazioni dello Yakushi in merito alla futilità di quel controllo, a cui Atasuke rispose con un sorriso quasi divertito.

    «Certo, potreste fare ciascuna di queste cose, non lo nego... Come potreste attaccare il villaggio, sfondare il gate, magari. E perchè no, rapire mezzo villaggio e portare via le donne per il vostro piacere...»


    Disse palesemente ironico, facendo quasi da eco all'amministratore Otese.

    «Tuttavia, non si tratta di quello che una persona può o non può fare, ma di quello che conviene o non conviene fare. Per fare un esempio: Voi potreste cercare di uccidermi, ma verreste subito accusato di violazione dei trattati accademici e probabilmente considerato una minaccia, cosa che ritengo sconveniente. Per entrambi»


    Non aggiunse altro in merito a quell'argomento o almeno non finché Febh non decise di proseguire oltre.
    Atasuke tacque, lasciando terminare la folle proposta dell'Otese, che sembrava quasi voler gestire quella procedura quasi come se si trattasse di una qualche forma di trattativa commerciale e non, appunto, una procedura standard di sicurezza.

    “Quindi facciamo così. Io i rotoli li lascio a TE personalmente. Se manca anche solo un grammo di sostanza, tu crepi ed il tuo quartiere brucia. Questo dopo aver abbattuto le mura con un calcio per il puro piacere di farlo, ovviamente. Ora mi apri e mi dai qualcosa da mettere o devo consegnarti anche le ossa?”

    «Credo che le ossa non siano necessarie... In fondo non siete un Kaguya, mi pare...»


    Aggiunse, sorridendo ironico a sua volta, prima di riportare nuovamente su un piano più serio la questione.

    «Sarò onesto. Siete il primo a fare tante storie ed a mettere su un piano personale una procedura di sicurezza “base”. Ad ogni modo, d'accordo. Come ulteriore sicurezza sigillerò il tutto apponendo anche il vostro chakra come sicurezza in modo che serva anche il vostro tocco per poter recuperare i rotoli, d'accordo?»


    Accettata la proposta, Atasuke aprì la strada allo Yakushi, senza però abbassare mai la guardia. Non si fidava di quel tizio ed aveva come una strana sensazione in merito, come se ci fosse ben altro che lo Yakushi non gli aveva detto.
    Salvo intoppi, lo avrebbe condotto alla guardiola dove un altro guardiano preposto era a disposizione per sigillare nei vari rotoli armi ed equipaggiamenti vari.
    Alla vista dell'Uchiha e del suo accompagnato egli estrasse rapidamente un rotolo che aprì sul tavolo, pronto per sigillare il contenuto all'interno dello stesso.

    «Prego, depositi pure qui sopra i rotoli da sigillare e mantenga il contatto con il rotolo»


    Esaudita la richiesta, Atasuke senza porsi altri problemi tracciò rapido il sigillo, chiudendo i rotoli all'interno di quello marchiato con lo stemma dei guardiani, scrivendovi poi il nome del propietario, prima di riconsegnarlo al suo sottoposto.

    «Perfetto, buona permanenza signor Yakushi. Se volete potete andare direttamente al palazzo amministrativo, oppure, se preferite non allontanarvi dalla vostra “merce” potete attendere qui l'Hokage in una delle sale... Certo, non si tratta di sale extra-lusso dato che di solito le usiamo per trattenere criminali ed interrogatori in attesa dei torturatori... Ma fanno il loro dovere e sono sufficientemente isolate da garantire il riserbo e la tranquillità necessaria per una trattativa»


    Disse con allegro, mentre un sorriso sincero si era dipinto sul suo volto. Quale che fosse stata la scelta dello Yakushi lo avrebbe quindi fatto procedere oltre, dirigendolo ad una delle sale disponibile oppure direttamente verso l'interno del villaggio.
     
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    Mai una volta che io entri a Konoha senza essere bloccato! Bah, siete decisamente dei paranoici! Si lamentò mentre finalmente varcava la soglia al seguito del Guardiano, fino a raggiungere un raccoglitore dove, a detta del guardiano, poteva usare il suo chakra come meccanismo di sicurezza ulteriore. Bah, non mi fido più di tanto, ma pace...ti avrei spiegato le mie ragioni a suon di schiaffi ma devo conservare le forze per strappare un buon prezzo a quell'armadio decerebrato del vostro Kage. Magari buttandogli giù qualche muro.

    Comunque fece un cenno rassicurante all'Uchiha. Ma non preoccuparti, nel caso ti do una ripassata quando finisco, se ne ho ancora le forze. Quindi sbadigliò, iniziando a stiracchiarsi mentre annullava il Richiamo delle sue lucertole, dato che non erano più utili per la presentazione ad effetto. Una volta all'aperto avrebbe portato una mano sopra gli occhi, come per osservare in lontananza riparandosi gli occhi dal sole (cosa stupida dato che stava calando il buio, ma non sarebbe stato salutare farglielo notare). Dunque dunque...se non ricordo male la vostra bicocca amministrativa sta più o meno da quelle parti, no? Indicò una direzione.

    Avuta conferma avrebbe annuito. Ottimo. Non serve scortarmi, anche perchè dubito che qualcuno tra voi possa seguirmi. A più tardi! Fece un saluto abbasanza infantile con la mano, poco prima di caricare una quantità di chakra impressionante nella pianta dei piedi, spiccando un balzo lunghissimo che l'avrebbe portato fuori vista in poco tempo [Passo dei Cieli]Sora no Aruku - Passo del Cielo
    Villaggio: Personale
    Posizioni Magiche: Caricamento pari a 5 sigilli
    L'utilizzatore può spiccare balzi incredibili sfruttando la forza di repulsione, arrivando a coprire fino a 500 metri con un solo salto ed atterrando senza danni. Durante il salto non è possibile eseguire azioni offensive. Non può essere usata in combattimento, richiede una situazione di relativa calma.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 3 / Consumo: Basso ogni 250 metri)
    [Da Jonin in su]

    ADDIO, FESSO!

    jpg



    Con quel solo salto fu in volo per il palazzo dell'Amministrazione di Konoha, probabilmente lasciandosi alle spalle il Guardiano inconsapevole dei rotoli da richiamo che lo Yakushi aveva tatuati sul corpo.

    Ma ciò che accadde dopo è un'altra storia...
     
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    Febh Yakushi, il Famigerato 四

    ~Accellerare il Processo~


    L'Uchiha, non aveva le conoscenze necessarie per riconoscere nei tatuaggi dell'Otese dei sigilli simili a quelli dei normali rotoli da richiamo. Le sue conoscenze in quell'ambito non erano sufficenti e questo altro non era che l'ennesimo dei problemi che doveva affrontare ai gate.
    La limitazioe delle armi, come anche detto dallo Yakushi stesso, poteva fermare uno studentello, probabilmente un genin, difficilmente un chunin e non serviva quasi a nulla per fermare un jonin.
    Era ben altro quello che doveva fermare, non solo le semplici armi all'ingresso, ma le tecniche ed il chakra, ecco la chiave di volta per bloccare ogni eventuale malintenzionato in visita al villaggio.
    Tuttavia, per quanto i suoi pensieri continuassero da tempo a vagare su quel punto, nell'esatto istante in cui tutto ciò avvenne, Atasuke non potè fare altro che osservare ed ascoltare i deliri dello sconosciuto, indicandogli brevemente la via da percorrere verso il palazzo dell'Hokage.

    “ADDIO, FESSO!”


    Atasuke rimase silenzioso, limitandosi ad osservare l'enorme balzo compiuto dallo shinobi.
    Non emise un fiato, nessun suono, nessun gesto, nulla. Rimase fermo, osservando uno dei più problematici visitatori con cui aveva mai avuto a che fare.

    «Yamazaki?»

    “Si, Atasuke sama?”

    «Rientra, lo Yakushi ha depositato i rotoli ed ora si sta dirigendo al palazzo dell'Hokage. Ora è un problema suo»


    “Ricevuto”


    Yamazaki non si era ancora allontanato troppo e rientrava nel range della tecnica di comuniicazione dell'Uchiha, grazie alla quale quel semplice discorso poté avvenire senza incomodare l'Hokage, il quale aveva probabilmente bisogno di tutta la calma e la concentrazione necessaria per evitare di riempire di botte quello strano individuo.

    «Maruo... Porta un messaggio ad Okita»

    “Quale messaggio?”

    «Accelerate lo studio. La tecnica va perfezionata quanto prima»


    Disse con assoluta serietà incaricando l'uomo di recapitare quel criptico messaggio. Di che tecnica parlava l'Uchiha? Che cosa stava sviluppando Sougo, forse assieme ad altri? Che fosse una qualche forma di tecnica utile al guardiano per svolgere al meglio il proprio ruolo? Che fosse una sorta di limitazione ulteriore da apporre ai visitatori in ingresso?
    Difficile a dirsi, tuttavia, forse era proprio la misteriosa “nuova procedura” di cui Atasuke aveva parlato poco prima...

     
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    Quando lasciò Kiri aveva l'animo un po' in depressione, causa forse del suo stesso male, ma sicuramente anche causa della sua totale incapacità di rallegrarsi alla vita. E quindi partito dalle nebbie che circondavano Kiri, con le nebbie nell'animo viaggiava, sicuro e veloce, nonostante tutto, voglioso non solo in fretta e furia ricapitare la missiva all'Hokage e andarsene da Konoha, quanto arrivare a Oto, passare alle mura, e iniziare la sua ricerca del fratello perduto. Mantenne quindi un'andatura stabile per tutto il tempo, finché non oltrepassò i confini del Paese del Fuoco, dove decise di rifocillare un attimo le energie perdute e sedutosi in un qualche posto che avrebbe sicuramente visto grazie alla sua vista, mangiò il sushi che ebbe preparato la mattina di quel giorno. In ogni caso non ebbe intoppi, né contrattempi, il che gli permise di giungere sotto alle possenti mura di Konoha al calare delle tenebre: partito alle 9 del mattino, Seinji Akuma sarebbe arrivato alle 21 della sera. E una volta arrivato li, si sarebbe posizionato dinnanzi all'ingresso principale nel villaggio, aspettandosi di trovarci Atasuke Uchiha, l'omino che ferì quando era ancora Seinji Akuma, e che, a sua detta, era proprio un guardiano delle mura a Konoha. Certo, quest'ultimo avrebbe potuto insospettirsi alquanto nel vedere Asmodai senza la maschera, - scoprire volti nuovi poteva sconvolgere, specie se l'ultima volta che hai conosciuto il shinobi mascherato, questo non ti aveva dato modo di scoprire la sua identità e il suo viso reale.
    In ogni caso, anche se con qualche dubbio nella mente, l'Akuma avanzò rapido verso il cancello fermandocisi in prossimità. Voleva finire con Konoha il prima possibile, consegnare al Kage quello che gli spettava, e andarsene a Oto per cercare Etsuko, che era realmente la cosa che lo turbava davvero. Ora la sua vista era migliore; i suoi occhi potevano scorgere nel buio, guardare più lontano, e l'energia vitale di Etsuko era ancora molto ben fissa nella sua mente.
    Inutile dire che non vedeva l'ora di rivederla proprio li, a Oto.
    «Buonasera. Io mi chiamo Asmodai Akuma. Giungo da Kiri per ordine del Mizukage Itai Nara, e ho l'ordine di parlare con l'Hokage per consegnargli una missiva privata.» - A quel punto, per velocizzare un po' tutti i rituali di passaggio che avrebbero dovuto svolgere, l'akuma estrasse le sue armi, - tutte, - lasciando solo la missiva.
    «Ditemi dove devo lasciare questi, che ho fretta.»


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    Una missiva Kiriana 一

    ~Un inaspettato Messaggero~


    Atasuke risiedeva in quello che era il suo ufficio, coordinando quelle che dovevano essere le normali problematiche del gate, compresi gli ultimi verbali redatti dai suoi in merito ad alcuni piccoli tentativi di violazione del perimetro. Nulla particolarmente al di fuori del normale, i soliti mercanti e “furbetti” che tentavano di forzare il blocco con merci di cotrabbando e di tanto in tanto qualche “aspirante shinobi” che cercava di passare inosservato oltre al gate.
    Una voce familiare però attirò la sua attenzione al di fuori dell'ufficio, proprio dalla postazione dove uno dei suoi stava accogliendo un visitatore.

    “Buonasera. Io mi chiamo Asmodai Akuma. Giungo da Kiri per ordine del Mizukage Itai Nara, e ho l'ordine di parlare con l'Hokage per consegnargli una missiva privata.”

    °Asmodai?°


    Pensò tra se ascoltando quella tranquilla comunicazione. Incuriosito dalla cosa, abbandonò momentaneamente la pila di scartoffie del giorno dirigendosi al'esterno per controllare quanto stava accadendo.
    Si avvicinò con passo tranquillo, attirando quindi l'attenzione solo quando fu in prossimità del punto di controllo.

    «Addirittura un chunin per recapitare un messaggio... deve trattarsi di roba parecchio importante...»


    Giunto a pochi passi fece caso al fatto che questa volta il volto di Asmodai era scoperto. Una cosa strana dato che al loro primo ed unico incontro questi non aveva svelato nemmeno un millimetro della sua faccia in nessun istante, quasi come se ne andasse della sua vita.

    «Maruo, lascia pure, da qui ci penso io...»


    Disse con un breve cenno del capo lasciando il guardiano ad altri controlli.

    «Allora... è da un pezzo che non ci si vede... ed in effetti non ci si era mai visti come si conviene...»


    Accennò, prendendo in consegna la documentazione rilasciata e ricontrollando quanto già fatto dal suo sottoposto, iniziando a prendere nota dell'equipaggiamento depositato sul banco dal chunin kiriano.
     
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    E così niente era cambiato da quel momento nel deserto di Suna, quanto Atasuke Uchiha si presentò a Seinji Akuma, ancora nukenin, dicendo di essere il guardiano delle mura di Konoha. Il tempo passava, ma alcune cose rimanevano le stesse. "Bhe, tanto meglio!" - pensò Seinji alla vista di Atasuke che sbucava da uno dei uffici amministrativi situati presso le mura della Foglia, per accogliere il nuovo arrivato. Alla vista dell'Uchiha, Asmodai inchinò lievemente il capo in segno di rispetto, com'era d'uso tra i shinobi che di già si conoscevano, e in segno di saluto, quasi felice di averlo rivisto. Quindi, una volta che l'inchinò terminò, l'Akuma sorrise al guardiano e alla sua piccola osservazione, dunque rispondendo con fare tranquillo.
    «Onore a te, Atasuke Uchiha, guardiano di Konoha. Mi ricordo ancora della principessa Soon, ma sembrano passati eoni da quel giorno memorabile...» - disse quasi melanconico. - «In ogni caso... sì. Giungono voci buie in quel di Kiri, e credo proprio che ci sia bisogno di chunin di cui potersi fidare in questi tempi, che si sa mai, la fiducia viene sempre meno ai giorni d'oggi.» - Sospirò tranquillo depositando sul banco 3 tonici, 13 kunai avvelenati con delle bombe, e dei fili di nylon: tutto il suo equipaggiamento, anche se era difficile da crederci. Non era mai stato un armaiolo da portarsi addosso chissà cosa. Era un'illusionista, e la sua mente era la sua arma migliore. Da quella però non poteva separarsi, anche se in giornate di lavoro pesante avrebbe voluto farlo.
    «Comunque sì. Il Destino mi aveva imposto la maschera la volta precedente... e lo stesso Destino ha provveduto a togliermela. Tu invece? Non ti hanno ancora promosso a Jonin?»



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    Una missiva Kiriana 二

    ~Cortesia d'altri Tempi~


    Il kiriano accolse il suo arrivo con un inchino e con un cenno del capo in chiaro segno di rispetto.
    Altrettanto rispetto si potè udire nelle sue parole, forse anche troppo melliflue per una normale visita diplomatica, specialmente se pensava che l'ultimo visitatore che era venuto per parlare con Raizen era sato Febh Yakushi e che si era addirittura fatto saltare in aria davanti al gate...
    Ad ogni modo, alle parole di Asmodai, Atasuke rispose con un'altrettanto cortese inchino e con alquanto ben celato sospetto, in fondo non aveva motivo di non gradire quella cordialità, per quanto questa potesse apparirgli quasi fuori luogo, specialmente per l'ora a cui l'uomo si era presentato ai gate della foglia, decisamente inusuale.

    “In ogni caso... sì. Giungono voci buie in quel di Kiri, e credo proprio che ci sia bisogno di chunin di cui potersi fidare in questi tempi, che si sa mai, la fiducia viene sempre meno ai giorni d'oggi.”

    «Addirittura? È dalla mia ultima visita al Mizukage che non ho notizie, fatto salvo ovviamente al giorno in cui è stata inaugurata la mia scuola... Ad ogni modo, spero non sia capitato nulla di così terribile»


    Commentantò, osservando con attenzione le armi che con cura il kiriano gli stava ponendo dinnanzi. Rimase quasi colpito dalla scarsità di armi che quest'ultimo portava con se, ma ripensando poi al suo stesso equipaggiamento, egli non differiva poi molto, avendo solitamente solo due spade e due coltelli da lancio, mentre il resto erano tonici ed equipaggiamento vario per adattarsi alle peggiori situazioni o, alla peggio, procedere con un primo soccorso medico.

    «Vedo che non porti molto con te... Solitamente i chunin hanno le tasche talmente piene di armi che spesso ci chiediamo dove riescano a nasconderle...»


    Fu invece il commento successivo a coglierlo quasi di sorpresa. Nessuno infatti si era ancora mai posto il problema di una sua eventuale promozione al rango di Jonin, fatto salvo per alcune malelingue del clan che ancora lo volevano morto o alcuni alti esponenti che sembravano sentirsi minacciati dalla sua scalata al successo e che temevano per un suo potenziale tentativo nel rovesciare l'ordine del clan guadagnandosi il titolo di capoclan.

    «In effetti non ancora... So che stanno valutando la cosa, ma per ora nulla di ufficiale... Ad ogni modo, non ho fretta, tra la Karyuuken e le mura ho già abbastanza da fare senza la necessità di aggiungermi qualche ulteriore responsabilità come Jonin...»


    Disse con estrema sincerità, chiudendo di fatto il discorso sul nascere e con questo anche le armi del chunin che sigilliò in un rotolo.

    «Apponi il pollice su questo sigillo e lascia scorrere del chakra, per favore. Serve come sigillo di sicurezza per fare in modo che nessuno possa prendersi le tue armi»


    Disse, sigillando definitivamente il tutto prima di porre il rotolo nell'archivio posto nel gabbiotto dietro al bancone.

    «L'ora si è fatta tarda, pensi di andare subito dall'Hokage o hai intenzione di fermarti per la notte e consegnare domattina il messaggio?»


    Chiese con gentilezza una volta tornato fuori, conscio del fatto che svegliare Raizen o quantomeno importunarlo a quell'ora della sera poteva essere un problema, specialmente se il messaggio non era sufficentemente importante da giustificare un tale disturbo...
     
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736 replies since 21/11/2005, 02:02   20785 views
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