[Primo Accesso] Mura di Konoha

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    × Legenda
    Narrazione
    «Dialoghi»



    Bhe, forse il caro Uchiha era all'oscuro di alcuni dettagli, di alcune ombre che si muovevano, di alcune cose, e in tal caso era proprio meglio lasciarlo all'oscuro. Forse non era ancora pronto per sapere ciò che sapeva Seinji, e forse, dinnanzi a delle nuove informazioni quel guardiano così impavido e cortese, quasi un esempio, avrebbe potuto dare qualche segno di rottura. Tanto meglio, - pensò l'Akuma, - ricordandosi quell'uomo come uno a cui lo avevano legato memorie d'altri tempi: la ferita che aveva costretto a farsi, sembrava proprio essere guarita in tutto e per tutto (l'Akuma poté notarlo per bene attivando la sua vista), mentre le memorie riguardanti la missione che avevano svolto insieme non si era ancora consumata del tutto. E in ogni caso, alla vista del giovane e alle sue parole, poggiando le armi dove dovuto, l'Akuma continuò il suo breve discorso.
    «Lo spero anche io, anche se le voci sono spesso turbanti, benché siano solo voci,» - commentò questi e una volta poggiate tutte le armi sul tavolo, ove doveva poggiarli in attesa che fossero prese dal guardiano e quindi tenute al sicuro prima del suo ritorno, l'Akuma continuò lo stesso filone del discorso: - «Però si sa: persino le leggende hanno una parte di verità.»
    Quindi sorrise.
    «Bhe, sono un'illusionista. La mia arma migliore è il cervello,» - sospirò, - «e da questa, per disgrazia, non mi posso proprio separare per ora, Atasuke.» - Poi tacque: ormai conosceva le doti ninja di Atasuke Uchiha, così come era riuscito anche a capirne di più sulle sue abilità oculari, ma credette che fosse lo stesso Atasuke a non voler la promozione, magari verso un senso di sfiducia verso sé stesso, magari verso qualche altra cosa che, ahimé, non lo riguardava comunque. Se non si sentiva pronto a diventare un Jonin e prendersi maggiori responsabilità, bhe, era sicuro che un giorno lo avrebbe fatto. Decise soltanto di fargli i complimenti per l'apertura della sua scuola.
    «Sì, ne ho sentito parlacchiare in quel di Kiri,» - disse, - «ma ho in mente di aprire un mio ristorante, e tutti gli affari ninja non mi danno un attimo di respiro. Spero che tu possa perdonarmi per la mia assenza all'apertura, e anzi, se posso darti un consiglio, in linea con quelle che sono le tradizioni dei nostri avi, ti consiglierei di inaugurarci un piccolo torneo inter-villaggio tra shinobi nella tua scuola, cosa che ci permetterà di avvicinare Kiri a Konoha ancora di più, e che mostrerà ai giovani fogliosi e kiriani la retta via su cui allenarsi. Per quanto mi riguarda, sarei felicissimo di prenderne parte.»
    Dunque pose il pollice dove richiesto, premette con forza e sospirò, ascoltando un altro consiglio sull'indole dell'Hokage.
    «Diamine, non saprei proprio in realtà...» - pensò Seinji pensando un attimo a cosa fare. In realtà voleva andare a cercare Etsuko il prima possibile, però se l'Hokage dormiva, sarebbe stato scortese nel svegliarlo. D'altro canto non sapeva cosa c'era scritto nella missiva di Itai, e non voleva sbirciarci. Nel dargli Itai disse di voler subito una risposta, qualora ce ne fosse stata una, ma non disse niente per quanto riguarda l'urgenza stessa di consegna. Quindi se da un lato vi era la voglia di andare a cercare Etsuko li e subito, dall'altro lato c'era la ragione: lo avrebbe fatto meglio domani, una volta fresco e riposato, magari addentrandosi negli uffici del Kage alle prime stelle dell'alba, qualora questi fosse sveglio, o altrimenti aspettando che si risvegliasse. Alla fine, dopo qualche dubbio, optò per la seconda opzione.
    «Fosse per me, e se l'Hokage fosse ancora sveglio, lo cercherei seduta stante. Tuttavia, l'ora è davvero tarda, e credo stia dormendo ora, motivo per cui cercherò un posto dove passare la notte, e disturberò l'Hokage domani alle prime luci dell'alba.» - Disse sicuro, sapendo anche che, ahimé, non era mai stato in quel posto e dove passare la notte non lo sapeva per davvero. - «Tra l'altro, ti sarei grato se mi potessi suggerire un piccolo ostello dove riposare dopo il viaggio in attesa del mattino, e un buon ristorante, dove riempire la mia quasi-vuota pancia dopo il viaggio. »



    Seinji
    Chakra: 400 Bassissimi
    Vitalità:15,5/15,5 leggere

    Illusione:

    Slot Difesa 1: ///
    Slot Difesa 2: ///
    Slot Difesa 3: ///

    Slot azione 1: ///
    Slot azione 2: ///
    Slot azione 3: ///

    Slot Tecnica Avanzata: ///
    Slot Tecnica Base: ///

    Abilità usate: ///
     
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    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    Una missiva Kiriana 三

    ~Cortesia d'altri Tempi~


    Le parole del Kiriano, lasciarono stupito l'Uchiha, anche se questi non lo diede in alcun modo a vedere. Possibile che un messaggero di Kiri fosse egli stesso all'oscuro delle informazioni che recava? Possibile che prima parlasse di voci buie e poi ne ignorasse la natura, additandole come semplici voci, se non delle dicerie?
    Ad ogni modo, non erano problemi suoi, bensì problemi di Kiri, quindi decise di non premere oltre su quell'argomento. In fondo ci fossero state questioni di suo interesse l'Hokage lo avrebbe contattato allertandolo... forse.

    “e da questa, per disgrazia, non mi posso proprio separare per ora, Atasuke.”

    «Ne sei certo? Perché conosco una dottoressa che non credo si farebbe il problema di rimuovere anche quello con una bella lobotomia...»


    Rispose egli, chiaramente ironico, mentre la sua mente andava a quella folle di Shizuka che da ormai parecchio tempo continuava a condurre l'ospedale della foglia in qualità di primario, sennonché miglior medico in circolazione probabilmente su tutto il continente.
    Il suo pensiero, però, lo fece raggelare nel meditare meglio a quella assurda battuta e rendendosi a poco a poco conto del fatto che Shizuka probabilmente non si sarebbe posta il problema nel condurre realmente una tale pratica pur di difendere il villaggio.
    La sua mente venne riportata tra loro quando iniziarono a parlare della Karyuuken, o meglio, quando Asmodai commentò la cosa, consigliando un torneo intervillaggio tra Kiri e Konoha, mentre accennava alla sua intenzione di aprire un ristorante.
    Atasuke meditò alcuni istanti in merito alla proposta prima di rispondere. In fondo non era neppure da molto che la Karyuuken era stata aperta ed al momento, per quanto suscitasse un certo grado di rispetto e successo, i suoi allievi, per quanto molti, non erano propriamente pronti per prendere parte ad un torneo, o almeno non in quel momento.

    «In effetti potrebbe essere una buona idea, tuttavia, i miei allievi non sono pronti a prendere parte ad un torneo. Certo, sono abili e sono fiero del loro apprendimento, tuttavia, hanno ancora molto da imparare, troppo per prendere meritatamente parte ad un torneo...»


    Fece una breve pausa, occupandosi per alcuni istanti di ciò che aveva davanti a se in modo da mandare comunque avanti la procedura per l'ingresso.

    «... Tuttavia, presi già accordi verbali in merito con il Mizukage. So che Kiri sforna alcuni tra i migliori spadaccini del continente. Per questo motivo il giorno dell'inaugurazione ci siamo brevemente promessi di proporre qualche scambio di opinioni in merito, quindi qualcosa prima o poi organizzeremo... Magari nell'estate, sfruttando il periodo assolato...»


    Concluse, passando quindi a completare la procedura per sigillare l'equipaggiamento.

    [...]


    Atasuke continuò a trovarsi sorpreso dalle parole del Kiriano. Aveva fatto tutta quella strada e non sapeva praticamente nulla. Non sapeva se consegnare il messaggio subito, che cosa contenesse o l'argomento inerente, non sapeva se le voci che egli stesso aveva sentito erano vere... Possibile che sapesse qualcosa?
    Alla fine, però, dopo una ponderata riflessione, sembrò convinto del fatto che il messaggio non necessitasse urgenza, quindi optò per una notte di riposo, consegnando il messaggio il mattino seguente.

    «Per quanto riguarda i ristoranti... beh, Ci sono alcuni dei migliori chioschi di ramen se vuoi qualcosa di rapido ed economico. Li troverai quasi tutti lungo la via principale. Per quanto riguarda i ristoranti, beh, anche li troverai un po di tutto lungo la via principale e nella piazza centrale. In merito all'ostello, ci sono alcuni hotel nella piazza centrale, ma se vuoi qualcosa di interessante puoi andare a quello che si trova lungo le mura del villaggio non molto oltre la Karyuuken. Ti basta seguire quella via, non puoi sbagliare. Se invece vuoi qualcosa di economico, ti consiglio di cercare nella piazza.»


    Si fece fare un'ultima firma sul registro di ingresso e poi non vi fu altro. Per quanto gli facesse piacere accogliere i nuovi arrivati le sue scartoffie lo aspettavano nell'ufficio e non aveva intenzione di perderci troppo tempo sopra, anche perché il turno era ormai terminato e voleva godersi un po del suo meritato riposo.

    «Ok, ora puoi passare. Domattina, ti consiglio di andare all'incirca a metà mattinata, a quell'ora la segretaria dell'Hokage è meno antipatica. Ad inizio giornata probabilmente deve darsi lo smalto alle unghie o chissà che e finisce sempre per essere scortese. Tra l'altro, domattina dovrò consegnare un po di roba all'archivio, quindi potresti anche trovarmi da quelle parti. Per il resto, buona serata, scusa, ma devo tornare all'opera... Avere il comando sulle mura genera parecchio lavoro, ti saluto»


    E con estrema sincerità se ne andò, salutando con la mano il suo interlocutore, dirigendosi nuovamente nell'ufficio dove riprese a lavorare intensamente. Era stanco di quella giornata e non vedeva l'ora di tornarsene a casa per una sana e meritata cenetta, seguita da un sano e meritato riposo.
    Se poi pensava al fatto che quella sera Ayame Uchiha, nipote della vecchia Sayaka, era a casa ad aspettarlo con la cena pronta... non poteva di certo sentirsi meno motivato per un ritorno repentino alla magione.



    OT - Leo, considerati tranquillamente entrato. Se vuoi possiamo ancora fare un giro di post conclusivo qui, altrimenti passa direttamente all'amministrazione e/o si apre una free se intendi giocarti anche la serata :zxc: - /OT
     
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    Cosa ho fatto, quelle parole furono pronunciate con un certo ed inevitabile sconforto. Avevo dato fiducia ad Asmodai per un incarico del tutto innocuo: portare una lettera all'Hokage e lui era stato in grado di farsi beccare così facilmente. Non che fosse un problema che fosse stato Raizen a venirlo a sapere da un lato, ma dall'altro mi inquietava l'idea che mi avesse chiesto di interagire con Diogene. Fortunatamente glie lo avevo espressamente vietato. Non potevo sospettare ciò che stava accadendo a Konoha, ma a quel punto le cose si complicavano. Un po' perché sospettavo che Asmodai non avrebbe preso bene gli insegnamenti di Raizen: dopotutto ogni volta che qualcuno aveva cercato di insegnargli qualcosa lui aveva tradito il Villaggio. Un po' perché si era fatto scoprire... e questo complicava enormemente la sua posizione, oltre che la mia.
    Che cosa è successo?, domandò Yogan. Ayame, che era seduta con me sul divano di casa intercettò la lettera dalle mie dita.
    Non sembra così male, disse la giovane donna. Passò la lettera a Yogan la quale la lesse rapidamente. È un coglione, disse col suo solito paterno savoir-faire.
    Yogan!, si lamentò Ayame. Jukyu e Nana giocavano poco distanti e come al solito Ayame pretendeva che il turpe linguaggio della dragonessa fosse limitato.
    Ops, scusa. Ma dai, lo è, davvero, si lamentò Yogan scuotendo il capo. Sospirai, dando un leggero bacio sulla fronte di Ayame. Carezzai la testa di Kubomi distrattamente.
    Grazie Kubomi, puoi andare, dissi al draghetto il quale scomparve in una nuvola di fumo. Devo andare a Konoha.
    Raizen ha detto che se ne occuperà lui, disse Ayame, aggrottando le sopracciglia.
    Ayame, sospirai. Yogan aveva decisamente ragione. Il fatto che si sia fatto beccare lo pone in una brutta situazione... sperando che faccia andare il cervello. Mi ha chiesto di morire in battaglia se non dovesse trovare suo fratello ed... Ha.Sfidato.Raizen.Ikigami scandii quelle parole molto attentamente. Non è una cosa che persino io farei alla leggera, aggiunsi per sottolineare il fatto che no, non si sfidava un Kage straniero. Sia per problemi diplomatici sia per l'elevata probabilità che si spezzasse l'osso del collo.




    Yogan discese in picchiata ad una velocità pazzesca, arrestandosi bruscamente a poca distanza dalle mura di Konoha. La dragonessa nella sua forma animale era imponente, incuteva un sacro (e giusto) timore. Saltai giù dal suo collo, facendole cenno senza parlare di rimanere lì, in quella forma.
    Penso abbiate capito chi sono, indossavo il mantello bianco, avevo la mia faccia e cavalcavo un drago rosso. Devo parlare urgentemente con l'Hokage, aggiunsi secco. Non ero minaccioso, semplicemente tenevo le braccia conserte, ma qualcosa nell'inclinazione della mia voce lasciava trapelare il mio malcelato pessimo, pessimo umore. E non era Raizen colui che me l'aveva provocato.
     
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    Quando il mizukage si palesò alle mura trovò già degli shinobi ad attenderlo, probabilmente l'avevano già inquadrato a causa delle dimensioni della dragonessa.

    Buongiorno Mizukage sama.
    La stavamo aspettando, la sua visita non era del tutto inattesa.
    Da quando l'ultimo kiriano è passato da qui sono particolarmente stretti riguardo la regola del deporre le armi. Non ne conosco bene il motivo, ma una volta che le avrà deposte non avremmo problemi a lasciarla entrare.


    Deglutì abbastanza pesante mente da essere quasi udibile.

    Far attendere l'Hokage quando dice di aver fretta non è la cosa migliore quando è così... "poco tranquillo"

    Portò quindi il solito carrello utile a deporre l'equipaggiamento per poi sigillarlo tutto in una volta sfruttando il chakra di Itai, come da etichetta sarebbe stato conservato in quel modo.
    Una volta conclusa la parte burocratica avrebbero salutato rispettosamente con un inchino, permettendo ad Itai di procedere senza ulteriori controlli.
     
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    Il fatto che mi stessero aspettando mi preoccupava. Ancor di più le parole della guardia riguardo il consegnare le armi. Avevo sempre ritenuto quella pratica pressoché inutile, tuttavia avevo il sospetto che quell'insistenza nei confronti dei Kiriani potesse derivare da qualcosa che Seinji poteva aver fatto. Slegai la sacca porta oggetti dalla coscia e la porsi alla guardia senza fiatare, dunque staccai dalla cinta il fodero di Garyuka. Yogan, tornata in forma umana, si avvicinò prendendo la spada.
    La spada preferirei affidarla a lei se non è un problema, dissi alla guarda, rivolgendomi poi alla ragazzina dai capelli rossi. Torna al Faro Yogan, me la sbrigo io, le dissi. La dragonessa si imbronciò appena, tenendo la spada con entrambe le mani.
    Volevo picchiarlo però, si lamentò.
    Non posso garantire che potrebbe non succedere, aggiunsi con un sospiro. La dragonessa scomparve un istante dopo in una nuvola di fumo, io mi voltai verso le guardie.
    Dove trovo l'Hokage? Non serve che mi scortiate, farò prima da solo, dissi battendo muovendo nervosamente le dita della mano destra. Se Seinji aveva fatto un macello inutile nello svolgere un compito così idiota me l'avrebbe pagata cara. Poco ma sicuro.
     
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    Con un alzata di spalle il guardiano diede il suo consenso riguardo il consegnare l'arma a Yogan

    Per noi non cambia, ma se teme per la sicurezza della sua spada si sbaglia, una volta messa sul sigillo se la può riprendere solo lei, ma, tant'è.

    Fece di nuovo spallucce.

    Lo troverà in amministrazione, probabilmente nel suo ufficio, entri con cautela.

    E salutò il Mizukage con un inchino, sigillando le armi e tornando al suo posto di guardia.
     
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    Una Lettera Importante

    I


    Erano passati solo pochissimi giorni dalla riunione al Tempio della Nebbia, con la mia conseguente nomina a capo delle Squadre Speciali di Kiri, la Mano Nera, - o anche Muaro Keri - e quindi il mio relativo abbandono dell'incarico alle mura come guardiano; solo la sera prima avevo fatto una gran festa alle mura, invitando tutte le guardie che avevano prestato servizio con me per quei lunghissimi mesi, sia per loro che per me.
    Inutile dire che la serata aveva preso subito una piega del tutto non istituzionale quando alle mura si era presentato Sanjuro come ospito non atteso, accompagnato da svariate bottiglie di quelle che lui definì come "il rosso di Genosha", il tutto per festeggiare il mio nuovo incarico. Le cose non ci misero molto a degenerare e, dopo qualche bottiglia di questo suo speciale liquore, oltre alle infinite otri di birra che avevo acquistato per l'occasione, mi ritrovai come d'incanto nel letto di casa mia, senza mutande, e con un mal di testa da record. Da quando avevo imparato ad utilizzare l'arte del mio clan mi ero quasi dimenticato come ci si sentisse a prendere una sbornia, ma adesso forse ero riuscito a comprendere come Sanjuro avesse potuto sopravvivere a quel freddo glaciale per tutti quegli anni. Nudo.
    Tornando a cose più serie, mi ero svegliato con un mal di testa terrificante e, dopo essermi trascinato fino alla doccia ed essermi vestito a fatica, mi scolai tutta d'un sorso un litro abbondante d'acqua, quindi uscii di casa per recarmi in Amministrazione. Quel giorno avrei dovuto prendere dagli archivi le informazioni che mi servivano per poter capire in che situazione si trovava il Villaggio e le stesse squadre speciali dopo tanto tempo di immobilismo.
    Arrivato in Amministrazione trovai, probabilmente anche lei lì per lo più per gli stessi motivi, visto anche il suo nuovo incarico, Meika. Buongiorno... Gli diedi un baio sulla guancia, cogliendola da dietro, sorridendogli. Ho un mal di testa che sembrano due... Dannato Sanjuro e i suoi liquori... Che stai combinando qui? E, proprio sul finire della frase, apparve, da un corridoio poco lontano, Sanjuro, alle prese con uno dei suoi... Affari (?). Buongiorno anche a te... Mi devi una testa nuova. E un paio di mutande. Probabilmente quell'affermazione sarebbe sembrata strana alle orecchie di Meika e, se questa mi avesse guardato, mi sarei limitato a fare spallucce, accompagnando il tutto con un sorriso sornione. Giuro che non ho idea di dove siano finite... Fu proprio allora che il karma colpì, ancora una volta. Dalla grande finestra centrale dell'Amministrazione entrò, a tutta velocità, planando, un falco messaggero di medie dimensioni, che si andò a posizionare su Gassan. La segretaria addetta alle missive, avendo notando il falcone, andò a prendere la missiva, ma dall'espressione che apparve sul suo viso si capì subito che qualcosa non andava. Che è successo? Qualcosa di importante? La lettera arrivava da Oto, ed era, a tutti gli effetti, una missiva della massima urgenza per il Mizukage. Solo che il Mizukage era appena andato a Konoha per affari del Villaggio. Mi feci consegnare la lettera, quindi la passai a Meika. Meikaaaa... Era il mio tono da ruffiano, che venne accompagnato con un mio movimento altrettanto ruffiano di avvicinamento. Gli dai un'occhiata? Dai, dai, dai... Spronai l'Akuma, speranzoso di convincerla a soddisfare la mia inguaribile curiosità.
    Maledetta curiosità.
    Non posso fare finta di niente, adesso, vero? Le braccia erano cascate lungo il corpo. Primo giorno a comando delle squadre speciali ed un ninja del mio villaggio era appena stato "trattenuto" ad Oto. Rivoglio le mura. Brontolai. Uff... Pare proprio che dovrò correre a Konoha... Incrociai le braccia. Ma... Che dici, fa male il sale su una ferita? Non ricordo più sinceramente... Pensai ai vantaggi del non poter essere spellato, scuoiato, sventrato e similari. Eh va bene... Incomincio ad avviarmi. Tu che fai? Vieni con me? Purtroppo mi ero scordato della presenza di un terzo individuo. NON ERA PER TE LA DOMANDA! Ma, ormai, era troppo tardi...

    [...]

    Fu così che il terzetto di Genosha venne ricomposto e, dopo un giorno pieno di viaggio, ci presentammo, sul calar del sole, alle mura del Villaggio delle Foglia. Una volta arrivato dinanzi al cancello, avrebbero potuto identificare immediatamente la nostra provenienza, visto che indossavo, sopra una tuta di color bianco, il corpetto del classico color blu della Nebbia, con annesso simbolo del Villaggio su entrambe le spalle. Buonasera, sono Akira Hozuki, comandante delle squadre speciali di Kiri. Incominciavo già a tirarmela. So che il nostro Kage dovrebbe essere impegnato con il vostro, è possibile avvertirlo? E' urgente. Molto urgente.
    Sapevo già che non sarebbe stato felice di sapere che un nostro genin era stato sequestrato da un altro villaggio. Se quel villaggio era Oto, poi, la cosa era ancora più seria.

     
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  8. -Meika
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    Una Lettera Importante

    I



    La lista di cose da fare per l'Ospedale era così lunga che mi atterriva. Il giorno dopo la mia nomina ero andata in Amministrazione, avevo preso le chiavi della struttura ed una volta entrata avevo notato con orrore che i locali erano disordinati, mezzi vuoti, carichi di medicinali scaduti e chissà cos'altro. Al che avevo deciso di prendere in mano la situazione e quella mattina ero tornata in Amministrazione con una lunga "lista della spesa" da sottoporre al Mizukage. Non avevo idea di cos'era successo la sera prima alle mura. Se ci fossi stata io lì non dico certo che Akira non sarebbe finito in tali disastrose condizioni. Avevo il vago sospetto che a navigare in quel mare di alcool (e tutto ciò che ne conseguiva) saremmo stati in due con la differenza che la quantità necessaria a rendermi brilla era molto, molto inferiore rispetto a quella necessaria all'Hozuki. Quando mi comparve alle spalle baciandomi una guancia rimasi sopresa, poiché assorta nei miei pensieri.
    Oh, buongiorno... che hai combinato ieri sera?, gli domandai allungando una mano per tirargli un pizzo (dolce) sulla guancia. Se tu dici che ti sei ubriacato vuol dire che è grave. Comunque, sventolai davanti al naso di Akira il grosso rotolo che avevo preparato. Ho passato la notte a fare la lista della spesa dell'ospedale mentre tu e Sanjuro ve la spassavate, non riuscii a non farla suonare come un'accusa carica d'invidia. E mentre camminavamo ecco lì lo sciamano con tanto di maschera e ciabatte.
    Ciao Sanjuro, dissi allo stramboide. Akira fece un accenno riguardo il fatto che la notte rima aveva perso le sue mutande.
    Ah, cosa mi fai sentire!, dissi incrociando le braccia al petto. Al che lui rispose con una scrollatina di spalle. Spero che tu fossi almeno solo, senza mutande, aggiunsi senza esimermi dal tirargli un calcio (non propriamente debole) su uno stinco. Mpf, conclusi facendo l'offesa. Akira poteva ben immaginare quanto quell'arrabbiatura fosse poco seria.
    Ma non riuscii ad aggiungere altro perché un falco planò dalla finestra proprio su Gassan. Mi arei aspettata che lo bagnasse anche con un regalino proveniente dalla sua cloaca. La sergetaria prese la lettera e disse che era indirizzata al Mizukage.
    Così ovviamente Akira voleva che la leggessi, senza aprirla. Non dovremmo leggera, ribattei prendendo la lettera tra le dita. Il problema era che morivo di curiosità anche io.
    Però poi non dite che sapevate già il contenuto, aggiunsi mentre i miei occhi divenivano scuri... E pochi secondi dopo il mio commento fu un: Porca miseria, seguito da un: Qualche Kiriano è andato a fare il deficente ad Oto ed ora lo stanno trattenendo. Dovremmo avvisare il Mizukage, dissi sospirando poco dopo. Eh no caro mio, non puoi far finta di nulla. Verrò con te, ho come la sensazione che ci sarà bisogno di qualcuno che sappia ricucire qualche ferita, cavare informazioni e nel caso non farti perdere le mutande, quell'ultima battuta fu accompagnata da una serissima linguaccia... E non osare essere nostalgico delle mura! Solo i Kami sanno cosa ho dovuto passare a sentirti lamentare per mesi! Poi Sanjuro decise che doveva venire anche lui.
    ... Ah ok, Sanjuro... Ah, di nuovo!




    Giunti a Konoha, fuori dalle mura, Akira fece le dovute presentazoni ed io rimasi appena in disparte. Quando il Mizukage fu mandato a chiamare fummo lasciato nuovamente relativamente soli (sempre a portata d'occhio). Vedi come te la tiri, presi in giro Akira. Comunque, immagina se è qui perché un altro si è fatto infinocchiare da Konoha. Oh, posso già sentire l'urlo di Itai, preveggenza? O semplice coincidenza?

     
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  9. Asgharel
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    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    Un'altra missiva Kiriana 一

    ~Diverso postino... Diverso trattamento~


    Al loro arrivo al gate, vi era un guardiano, ad attenderli, nessuno di particolarmente importante, ad eccezione del fatto che si trattasse dell'ormai famigerato Okita, il quale con zelo si stava dedicando alle sue solite faccende, sintetizzabili in: “Non Fare il proprio lavoro ma delegare chiunque altro al posto, l'importante è che non ci sia niente da fare e possa punirlo in caso di errore”
    Ad ogni modo, fu solo alle parole dell'Hozuki che Sougo si destò dal suo sonno, levandosi da dieto un muretto dove si era appisolato con ancora la benda da notte sul volto.

    “Oi, oi... che cos'è tutta questa storia?”


    Il tono era palesemente assonnato, come quello di uno che si era appena svegliato, cosa che in effetti non era nemmeno poi così lontana dalla realtà.

    “Chi sarebbe il comandante di cosa?”


    Chiese, squadrando i due con sguardo perso, quasi vuoto, prima di individuare quello che probabilmente aveva quella voce maschile.
    Li squadrò per alcuni istanti, prima di puntare definitivamente uno dei due, inquadrandolo come il suo obbiettivo, ovviamente, sbagliando.

    “Bene, bene... e tu saresti il comandante delle squadre speciali? Non si direbbe... sembri quasi una femmina... da quando le femmine sono messe al comando delle squadre speciali?”


    Si fermò per un'istante, guardando il cielo che si stava rabbuiando, chiedendosi, forse, se non avesse sbagliato qualcosa, prima di riprendere.

    “Oh, beh... Poco importa... Comunque sia, resta il fatto che le squadre speciali di solito hanno dei membri segreti... Da quando a Kiri siete tanto stupidi da svelare apertamente un segreto simile? Sicuramente stai mentendo... nessun membro di una squadra speciale sarebbe tanto idiota da dirlo pubblicamente in piazza...”


    Per quanto assurdo e fuori da ogni logica, l'Okita in fondo aveva ragione. Certo i membri dei rispettivi clan o dello stesso villaggio erano a conoscenza dei gradi dei loro shinobi e di certo non era un segreto all'interno di una famiglia il lavoro o la carica che lo shinobi ricopriva, tuttavia, a quale scopo indossare delle maschere in missione per non essere riconosciuti, se poi alla prima occasione, ufficiale o meno che fosse, all'interno di territori estranei, ci si presentava dichiarando non solo il proprio nome, ma anche il villaggio e la carica ricoperta nella suddetta squadra speciale?

    [...]


    Sia che il malinteso fosse risolto tra i tre o meno, non molto dopo, Atasuke fece ritorno al gate, trovando i tre ancora intenti a discutere tra loro. Con passo calmo, si avvicinò al trio, prendendo in mano la situazione.

    «Lascia, Sougo, qui ci penso io»

    “Atasuke-sama, questi due dicono di arrivare da Kiri e di essere qui per parlare con il Mizukage... Inoltre uno dei due dice di essere il comandante della squadra speciale di Kiri”

    «Davvero? Allora è un motivo in più per lasciare che il discorso avvenga tra comandanti, non trovi?»


    Il suo tono era gentile, tuttavia, l'imposizione data era forte e l'Okita sapeva bene che in quei casi era bene lasciare stare l'Uchiha senza rischiare di indispettirlo oltre, senza contare che questi era appena tornato da una breve riunione con il Kage, oltre che dall'archivio amministrativo e di solito non era mai di buon umore dopo essere stato all'archivio...
    Con un breve inchino l'Okita ritornò alle sue faccende, lasciando soli l'Uchiha ed i due visitatori Kiriani.

    «Bene, dunque, l'Hokage mi aveva avvisato che probabilmente sarebbero arrivati degli altri Kiriani, ma non pensavo così presto... immagino siate qui per la spinosa questione in cui si è infilato il vostro compaesano...»


    Fece una breve pausa, squadrando con precisione i due viaggiatori, prima di proseguire dopo quella breve pausa ad effetto.

    «... Ad ogni modo, prima di lasciarvi proseguire mi servono i vostri dati e tutte le vostre armi, rotoli d'evocazione compresi. Questa è una regola su cui non transigo. E prima che possiate dire, come molti, “Ah, ma è una cosa inutile, blah, blah, blah” grazie alla trovata del vostro compaesano, beh... dopo la sua tentata aggressione ai danni dell'Hokage... Men che meno credo vi lascerei passare anche solo con uno spillo da balia»


    Disse, con la stessa gentile autorità che aveva riservato prima all'Okita e concludendo con un sorrisetto quasi compiaciuto, indicando il tavolino su cui, a turno avrebbero depositato le armi che Atasuke stesso avrebbe personalmente sigillato nei rotoli del gate prima di archiviarli.
    In fondo, mille erano state le volte in cui la gente gli aveva detto: “Ma è una cosa inutile, non serve a nulla, shinobi di alto livello non hanno bisogno di armi per essere pericolosi, etc...” Ora aveva avuto un buon motivo per dire: Alla fine avevo ragione. Peccato solo che a pagarne il prezzo in quell'occasione fosse stato un alleato Kiriano.
    Si diresse quindi dietro alla scrivania, accompagnando i due per iniziare poi a conversare amabilmente mentre con attenzione osservava ogni minimo oggetto depositato o meno dai due, verificando che posassero ogni cosa.
    [Percezione] [Abilità]

    «Mentre siamo qui... spiegatemi questa storia del comandante... Cioè... Che senso ha fare parte delle squadre speciali, rinomate per la segretezza in tutto se poi uno va in giro a sbandierare di esserne il comandante? Se è così che fate a Kiri, a questo punto, buttate via le maschere, che diamine!»


    Commentò con un sorriso, lanciando la palla ai due visitatori.


    OT - Piccola nota: Le informazioni conosciute da Atasuke sono state concordate con Fenix direttamente vista la carica ricoperta dal PG ed anche la relativa "riunione informativa" :zxc: - /OT
     
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    Viaggio diplomatico




    Come lo sciamano aveva ormai capito dopo la riunione del villaggio, stava a lui e lui soltanto, salvare Kiri. La minaccia del kage fantasma lo teneva sveglio giorno e notte, senza nemmeno dover leccare rospi. Il suo piano a lungo termine vedeva Itai libero, alla casa dei suoi padri, esorcizzato una volta per tutti, ma il grande disegno doveva prima partire dal basso. Per indebolire lo spirito di un potente ninja, servivano attacchi continui e inarrestabili, su base giornaliera, su base straziante, in modo che le catene che tenevano lo spirito legato alla terra, si indebolissero.
    Per questo quel giorno, si era recato in amministrazione con un ballino di sale grosso da 5kg tenuto su una spalla. Il bello di essere Sanjuro, era che nessuno chiedeva mai il perchè delle sue azioni, metà del villaggio lo considerava pazzo, l'altra metà troppo saggio da poter essere compreso. Lui era convinto che ci fosse poi una terza metà, di uomini dal volto di murena, che lo spiavano, ma questa è una storia per un altro giorno.
    Impiegò circa 30 minuti per impostare la trappola, dopo essersi infilato di soppiatto, ovviamente tutti lo avevano visto senza che lui se ne rendesse conto, nell'ufficio di Itai.
    Aveva legato un filo alla porta, dall'interno, in modo che se fosse stata aperta, avrebbe rilasciato sulla testa del malcapitato Mizukage un secchio contenente 5kg di sale grosso. Tutto qua. Temibile sale grosso per un temibile spirito. Una volta terminata la terribile trappola, Sanjuro tornò in corridoio con il fido Gassan in mano, quasi saltellando per la felicità di aver reso Kiri un po' più sicuro, quando all'improvviso, incontro Akira.
    L'ultima volta che lo aveva visto, l'ex guardiano era appeso per le dita dei piedi alla guardiola sulle mura di Kiri, completamente nudo, per dimostrare agli altri guardiani che alcune abilità dei primati erano state tramandate solo agli Hozuki, tutto merito ovviamente di uno degli intrugli dello sciamano, una sorta di liquore rossiccio che Sanjuro conservava nella sua casupola, ma che era originario dei suoi anni di prigionia a Genosha.
    Terminati i saluti di rito, verso Meika e Akira, quest'ultimo chiese notizie circa le sue mutande; quello che l'Hozuki forse non si sarebbe aspettato di vedere, fu la reazione di Sanjuro: lo sciamano alzò l'indice sinistro come a dire "oh, vero, quasi dimenticavo" e senza troppi indugi iniziò a ravanarsi sotto il gonnellino mistico, come a cercare qualcosa, molto in profondità; quindi, precedute da un suono come di elastico che viene tirato e rilasciato, apparvero in mano a Sanjuro un paio di mutande azzurrine con dei polipi disegnati. Le mutande di Akira. Pulite.

    - Ecco a te amico mio, ho sempre un paio delle tue mutande preferite con me in caso di necessità. -

    Come le avesse ottenute, e soprattutto dove le tenesse sotto la gonnella, sarebbe rimasto il mistero del giorno. O forse no.
    Immediatamente dopo, una sorta di falcone apparve dalla finestra, e andò a piazzarsi su Gassan, la prima cosa utile per atterrare nel giro di qualche metro, fatta eccezione per le teste dei presenti. Un paio di secondi, e l'uccello stramazzò a terra. MORTO.
    Sanjuro non ci fece troppo caso, e tirò via dal cadavere del volatile l'incartamento diretto ad Itai, fischiettando, il tutto mentre spostava delicatamente con un piede il povero uccello dietro una pianta lì accanto con il dorso del piede, presumendo che nessuno se ne accorgesse mentre tutti erano presi dalla lettera, appena passata ad Akira.
    Meika in principio si oppose, dopotutto la missiva era destinata ad Itai, e Sanjuro si chiese come mai ancora da Oto arrivassero lettere per un Kage morto. I servizi di consegna di quel villaggio non erano migliorati negli ultimi ventanni. Da qualche parte forse era ancora in viaggio una qualche lettera da Oto per il Mizukage Tsunade, Sanjuro ci avrebbe scommesso.

    - Questi volatili Otesi non sono proprio il massimo se uno ha fretta di avere notizie. -

    Disse spingendo il falcone ancora più dietro il vaso lì vicino.
    Quindi Akira pregò la ragazza di leggere la lettera senza aprirla, cosa che Sanjuro dapprima non comprese, quindi, gli occhi della giovane divennero molto scuri, e Sanjuro trasalì, che brutto affare, Meika doveva essersi ammalata di recente di un male molto molto grave.
    Perse completamente l'attenzione sulla discussione riguardo un ninja di Kiri detenuto a Oto, per cercare, sempre nella gonnella, un oggetto misterioso. Pochi istanti dopo, quando Akira stava organizzando la partenza per Konoha, Sanjuro si rivolse alla ragazza.

    - Ecco a te Meika-chan, tre applicazioni al giorno, tutti i giorni, questo collirio fa miracoli. Parola mia. - Disse consegnando una strana boccetta con un liquido verde-fluorescente alla ragazza, spacciandolo per una sorta di collirio contro...qualcosa.
    Quindi il cervello di Sanjuro collegò le informazioni che le sue orecchie avevano ricevuto, a caso, mentre cercava la boccetta.
    Il fantasma di Itai si trovava a Konoha. Era gravissimo, doveva partire immediatamente per ricondurre lo spettro a Kiri, o non sarebbe mai caduto nella trappola di sale che aveva preparato.

    - Ottimo, allora andiamo a Konoha, e vediamo di sbrigarci. -

    Ovviamente ignorando il veto di Akira.
    Sanjuro sarebbe partito con tutto il suo equipaggiamento da viaggio. Gonnella, infradito, Gassan, Maschera da viaggio alla Foglia. Che era appunto una maschera apposita per andare a Konoha, ogni luogo aveva il vestiario adatto.

    [Alle mura]

    Sanjuro era nervoso. Era stato nervoso per tutto il viaggio, ma aveva cercato di non darlo a vedere, ballando su un piede solamente in prossimità degli incroci, delle curve, degli animali morti, dei passanti che incrociavano il trio, del vento che soffiava, e per altre cose, ma comunque sempre meno del solito. Temeva che lo spettro di Itai potesse compiere chissà quali nefandezze in un villaggio straniero, non c'era tempo da perdere. Per l'occasione, aveva portato con sè anche una busta di sale grosso, nascosto sotto la maschera, in caso si fosse trovato a stretto contatto con lo spirito.
    Quando furono alle mura della Foglia, che lui non vedeva da oltre vent'anni, quando era stato di scorta a Tsunade presso un incontro a Konoha, si sentì come nostalgico; non vedeva quel posto da tanto tanto tempo. Alle mura, Akira rivelò il suo titolo, attirando la risposta di quello che sembrava un lacchè delle mura, il quale, dal tono, sembrava quasi lo stesse sbeffeggiando. Sicuro di poter risolvere la disputa, Sanjuro si fece avanti chinando la testa.

    - Salve buon uomo, questi due ninja sono di scorta a me, lo sciamano di corte kiriano, quasi consigliere del Mizukage, nonchè prescelto dal misticismo. Potreste avvertire il Mizukage che siamo qui ? -

    Ovviamente il fantasma di Itai doveva essersi spacciato per il Mizukage, ne era convinto.
    Al sentire che lo sciamano mistico di Kiri era davanti alle mura, un vero guardiano si fece vedere e si presentò alla porta. Meika derise Akira, Sanjuro cercò di consolarlo.

    - Non essere triste amico mio, un giorno rispetteranno anche te, è tutto merito del Misticismo. -
    L'uomo che si fece avanti non rivelò il suo nome, ma spiegò come fosse a conoscenza dell'arrivo dei Kiriani, come riferito dall'Hokage e soprattutto, invitò gli ospiti a lasciare tutti i loro effetti per poter passare per evitare che succedesse di nuovo quello che il loro "compare kiriano" aveva appena compiuto, un attacco all'amministrazione. Sanjuro pensò che fosse lo spettro di Itai, di cui parlava il guardiano. Lo sciamano fu grandemente preoccupato.
    Si sedette a terra, fuori dalla porta e parlò al guardiano.

    - Ma non dobbiamo entrare giovanotto, è il Mizukage che deve uscire dal villaggio, qualcuno può mandarlo a chiamare? Avete dei messaggeri, dei falchi, magari non come quelli Otesi che sembrano cagionevoli, o qualcosa del genere? C'è un grosso problema a Kiri e Itai deve tornare subito a casa. -

    Ovviamente pensava alla trappola di sale grosso che aspettava Itai nel suo ufficio.



     
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    Una Lettera Importante

    II


    Guardai perplesso lo strano e assonnato tizio che scese dalle mura, sbadigliando e incominciando a parlare anche troppo per uno che si era appena svegliato. Ehi, ehi, ehi. Calma bamboccio. Sentenziai, freddandolo con lo sguardo e con la voce. Forse non ci siamo capiti. Sorrisi, bonariamente. Vedo che parli molto per essere uno che dorme tanto. Ti capisco... Questo lavoro fa proprio schifo, nessuno può capirti meglio di me... Però, chiariamo una cosa...
    z6ooNnk
    Continuai a sorridere, mentre facevo finta di guardarmi. Non mi ero mai chiesto come dovrebbe essere una donna bella, ma se un ragazzo alto un metro e ottanta e muscoloso gli sembrava una ragazza, qualcosa non andava. Decisamente non andava. Non volendo infierire su quelli che sono i tuoi gusti in fatto di donne, o, a questo punto ne ho paura, su quelli che sono i tuoi gusti sessuali... Ehm... In generale, diciamo... Giocherei volentieri a colpire la tua testa con Gassan. Indicai con una mano il bastone mistico in mano a Sanjuro. Dopo averla tagliata dal tuo collo, se solo non avessimo fretta, appunto. Quindi, ti ripeto, puoi andare a chiamare il Mizukage? Odio non essere gentile, dico veramente. Per tutto il discorso il sorriso sornione non sarebbe sparito dal mio viso. Ma di sicuro non ho fatto tanta strada, e così in fretta, per perdere tempo a parlare con un coglioncello maleducato come te. Quindi gradirei una ricambiata gentilezza nei miei confronti. Non vorrei scompormi, o indispormi eccessivamente. Siamo d'accordo, no? Conclusi, avvicinandomi leggermente al ragazzo, e facendogli un occhiolino.
    Fu proprio in quell'istante che fece ingresso sulla scena un altro tizio, questo con i lunghi capelli scuri e fare calmo. Dopo aver congedato il ragazzetto assonnato e strafottente, che salutai sarcasticamente con il mio sorriso e un movimento della mano sinistra a mezza altezza, presi la parola. Non voglio di certo dirti come disporre dei tuoi uomini, Atasugo... Avevo, involontariamente, unito i nomi del capo guardiano e lo sgherro. Ero sempre stato una frana con i nomi, e quei nomi di sicuro non mi aiutavano. Però non penso che abbia disposizioni di essere così indisponente verso tutti gli aspiranti ospiti della Foglia, o no? Inclinai leggermente la testa, divenendo serio per un attimo, salvo poi riprendere a sorridere. Io sono un tipo molto simpatico, e non me la prendo troppo per queste cose, però ci sono sempre modi e modi per rivolgersi ad altri ninja. Soprattutto se superiori. Chiudendo la questione, e cambiando discorso, forse non mi son spiegato bene. Dice bene qui il mio mistico compagno: non abbiamo interesse ad entrare a Konoha. Abbiamo affari più importanti e urgenti. Ci servirebbe solamente la cortesia che qualcuno di voi andasse ad avvertire il Mizukage della nostra presenza. Feci spallucce. Tutto qui. Allora, siamo d'accordo? Aspettiamo qui. Feci qualche passo all'indietro, salvo poi fermarmi. Ah, per quel che riguarda le squadre speciali... Avete ancora questa mentalità retrograda di segretezza assoluta? Ora capisco l'immobilismo generale... Pensavo anche di essere davanti ad alleati, non di agire in incognito ad Ame. Ah, per la precisione, io non indosso mai una maschera. Questa ultima cosa la dissi in modo serio.
    Potevano chiamarmi donna, non era mia questione sindacare sui loro canoni di bellezza, per quanto sicuro che se fossi stato una donna sarei stato molto brutto, ma non avrei mai affrontato nessuno con una maschera. Queste cose meschine le lasciavo ad altri.
    Sorrisi. Buonagiornata! Quindi mi diressi verso l'albero più vicino, stendendomi alla sua ombra e attendendo l'arrivo di Itai.
     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Una Lettera Importante

    II



    Le parole si sa, sono armi potenti. In grado di ferire, offendere e scatenare conflitti disastrosi. E sopratutto scatenare un antico istinto di protezione che non avevo mai sperimentato prima d'ora in maniera così diretta ed a tratti violenta. Perché ci volle tutta la mia buona volontà per impedirmi di agire in maniera fisicamente violenta. Quando "l'uomo" ebbe terminato la sua incredibile, ingiustificata ed alquanto irritante dose di insulti feci un passo in avanti, stupita, mettendomi davanti ad Akira appena girata verso di lui. Una mia mano finì lieve sul suo petto ed in viso un'espressione che lui aveva visto già alcune volte e che non significava un granché di buono.




    Non c'era accordo Accademico che avrebbe salvato Sougo Okita da quello che gli aspettava. Cosa hai detto scusa? Fermati stupida donna Come osi chiamare stupidi i Kiriani, come osi insultare il capo delle squadre speciali di Kiri in presenza del capo della squadra medica Fermati, stupida donna Ho appena deciso che la tua sanità mentale non mi interessa, e mentre dicevo quelle parole i miei occhi assunsero un nuovo colorito rosso, le iridi divennero nere e la mia faccia, considerata normalmente bella, divenne oggettivamente spaventosa. Sparisci, e mandaci qualcuno che abbia cervello e mentre ordinavo quella semplice azione a tre metri in alto dalla testa di Sougo comparve la terribile mano di un Oni dal colorito violaceo e dalle lunghe unghia color morte, orribile a vedersi. La mano era ampia quattro metri e mezzo circa e si sarebbe abbattuta sull'Okita nel tentativo di schiacciarlo dolorosamente al suolo. [Azione]
    Com'è, non puoi andare da nessuna parte?, dissi molto, molto, sarcastica. Ah scusa, forse la mano ti blocca a quel punto la mano si sarebbe alzata, scomparendo. Bé, ancora qui stai?, ecco piccola lezione per chi decideva di insultare senza cognizione di causa. Quando l'Okita fu andato via, probabilmente a piangere da un suo superiore, mi rivolsi ai miei compagni di viaggio.
    Scusate, proprio, mi ha fatto perdere le staffe, borbottai incrociando le braccia al petto. Quasi femmina, tsk, rimbottai più a bassa voce.




    Quando giunse l'Uchiha ero ancora di umore decisamente pessimo. Meika Akuma, capo della Squadra Medica di Kiri, dissi senza giri di parole. Mi dispiace se ho spaventato il beota, chi non sa tenere la lingua nella bocca però prima o poi la perde, non avevo di certo usato una forza letale su Sougo. Solo un piccolo istruttivo spavento. Quando Akira ebbe terminato di parlare si allontanò, era evidentemente irritato per la questione. Mi riavvicinai a lui, mi sedetti al suo fianco ad attendere l'arrivo del Mizukage.
    A proposito... ha detto... oddio..., solo in quel momento mi resi conto che le parole di Atasuke avevano confermato la mia ironica previsione. Io farei in modo di essere molto lontano quando Itai aprirà la lettera..., mormorai con una vocina terrorizzata. Possibile che a Kiri la gente non facesse altro che farsi rapire?



     
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  13. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    Un'altra missiva Kiriana 二

    ~L'arte della diplomazia~


    Non era una novità che Sougo creasse problemi quando veniva lasciato solo, o almeno ogni volta che veniva lasciato da solo sul lavoro, dove ben sapeva che con il suo comportamento poteva dare problemi ad Atasuke. Un'occasione che non si lasciava mai scappare, al punto che per ch non li conosceva bene a fondo restava un mistero come l'uchiha continuasse a tenerlo al suo servizio anziché cacciarlo a pedate.
    Senza intoppi ignorò quello che si era mostrato a lui come uno “sciamano”, principalmente perchè Sougo stesso poteva autoproclamarsi sciamano dopo gli innumerevoli tiri sciamanici compiuti nella notte nel maledire Atasuke, augurandogli la morte.
    Ritornando però al presente, Sougo ascoltò con falsa attenzione le parole di Akira, quello che realmente si era presentato come il capo della squadra speciale e che evidentemente si era sentito tirato in causa dalle parole dell'Okita, il quale, in verità si era appellato alla ragazza con quella sua specie di affermazione decisamente sessista.

    “Ma di sicuro non ho fatto tanta strada, e così in fretta, per perdere tempo a parlare con un coglioncello maleducato come te. Quindi gradirei una ricambiata gentilezza nei miei confronti. Non vorrei scompormi, o indispormi eccessivamente. Siamo d'accordo, no?”


    Sougo fissò decisamente assonnato l'Hozuki per acuni istanti prima di rispondere, cantilenando prima le sue parole per poi riprendere con il suo tono svogliato.

    “ “Giocherei volentieri a colpire la tua testa con Gassan. Dopo averla tagliata dal tuo collo”... Una tale gentilezza meriterebbe una porta sbattuta in faccia...”


    Concluse, prima di notare lo sguardo decisamente omicida della Akuma che con estrema gentilezza gli ordinò di andare a cercare con qualcun'altro.
    Certo il nuovo volto della ragazza era terribile, spaventoso e demoniaco e di certo avrebbe fatto scappare chiunque, tuttavia Sougo, non era un chiunque qualsiasi... Sougo era il signore indiscusso del sadismo. Rimase infatti quasi estasiato da quella trasformazione, al punto tale che per quanto piegato dalla possente mano, seppur illusoria, non si smosse di una virgola, leccandosi diabolicamente le labbra quasi come a pregustare un piacevole dolce.
    Forse proprio nel vedere quella scena, chiunque avesse visto quella mano e ciò che stava accadendo avrebbe compreso quale fosse una delle peculierità dell'Okita che continuavano a convincere Atasuke a tenerselo ben stretto al suo fianco.

    “Le tue abilità sono strabilianti... tu... Tu mi piaci”


    Commentò osservando la furibonda diciottenne davanti a se senza però indietreggiare anche solo di un passo, o almeno finchè Atasuke non intervenne, interrompendo quella forma di delirio.

    […]


    Quando Sougo si allontanò, il primo a parlare fu il mistico monaco o quello che voleva far credere di essere con quegli assurdi abiti indossati e quei tatuaggi degni del peggior fanatico esistente.

    “Ma non dobbiamo entrare giovanotto, è il Mizukage che deve uscire dal villaggio, qualcuno può mandarlo a chiamare? Avete dei messaggeri, dei falchi, magari non come quelli Otesi che sembrano cagionevoli, o qualcosa del genere? C'è un grosso problema a Kiri e Itai deve tornare subito a casa.”


    Atasuke si arrestò per un'istante nel sentire quella assurda affermazione da parte di quell'assurdo uomo, limitandosi ad osservarlo per un istante prima di passare oltre, ignorando quella stupidaggine.

    “Non voglio di certo dirti come disporre dei tuoi uomini, Atasugo...”

    «E non avrai modo di farlo, o almeno finchè non avrai quantomeno la decenza di pronunciare correttamente il mio nome»


    Lo interruppe rapidamente senza lasciare che proseguisse oltre su quella discussione inutile su cui effettivamente non aveva titolo alcuno di discussione, men che meno in quel momento.

    “Però non penso che abbia disposizioni di essere così indisponente verso tutti gli aspiranti ospiti della Foglia, o no?”

    «Vero, non è di certo un mio ordine quello di essere indisponente. Motivo per cui Sougo solitamente non è assegnato al gate, cosa che in effetti non era nemmeno oggi... Ad ogni modo non è nemmeno buona norma, seppure dopo una, immagino, grave offesa minacciare un guardiano al gate del suo villaggio di decapitazione... o sbaglio?»


    Ovviamente quella dell'Uchiha era in tutto e per tutto una domanda retorica a cui ovviamente non serviva una risposta, essendo questa decisamente esplicita, specialmente dopo quanto accaduto con Asmodai. In merito invece al come fosse riuscito ad udire quelle parole... beh, l'Uchiha era quasi famigerato per le sue abilità percettive. In fondo egli era colui che si era battuto alla cieca contro un pazzo samurai affidandosi solo agli altri sensi per un'intera nottata...

    “Io sono un tipo molto simpatico, e non me la prendo troppo per queste cose, però ci sono sempre modi e modi per rivolgersi ad altri ninja. Soprattutto se superiori. Chiudendo la questione, e cambiando discorso, forse non mi son spiegato bene. Dice bene qui il mio mistico compagno: non abbiamo interesse ad entrare a Konoha. Abbiamo affari più importanti e urgenti. Ci servirebbe solamente la cortesia che qualcuno di voi andasse ad avvertire il Mizukage della nostra presenza.”

    «Permettetemi un commento, Akira Hozuki, capo della squadra speciale di kiri... Vi consiglio di non lodarvi troppo, altrimenti ogni vostro errore risulterà una caduta decisamente più rumorosa...»


    °E per ora stai facendo parecchio rumore...°


    Commentò con assoluta gentilezza e con fare sardonico, prima di rispondere alla giusta precisazione in merito alle loro intenzioni.

    «In merito alle vostre intenzioni, nessun problema... certo credevo foste qui per recuperare il vostro compaesano, ma immagino che ultimamente a Kiri ci siano stati parecchi disguidi se addirittura una squadra di tre elementi viene fino a Konoha per recapitare un messaggio... Bene dunque, vedrò di mandare qualcuno, sperando che il mizukage sia ancora in riunione nel palazzo amministrativo...»


    Fece un cenno a cui rispose immediatamente un'altro guardiano che Atasuke si prodigò a spedire al palazzo amministrativo. Certo aveva altri sistemi ben più rapidi per allertare il palazzo dell'Hokage, tuttavia, per quanto importante fosse la missiva, di certo non avrebbe messo in funzione il sistema di allarme pur di avere una risposta più rapida.
    Sembrava però che il kiriano ancora cercasse lo scontro in maniera palese, superando quel labile limite che lo manteneva dal lato della ragione, finendo per cadere nel torto, passando dall'essere vittima di uno sgarbo all'essere ingiustamente sgarbato. Certo l'Uchiha si era dimostrato ignorante nelle tradizioni Kiriane in merito alle squadre speciali, tuttavia questo non autorizzava l'Hozuki ad appellarli come “retrogradi” per una diversa visione di una squadra speciale.

    «Ma davvero? Alleati... certo è una parola interessante... sbaglio o non vi ho accennato di un vostro compaesano e della sua attentata aggressione, si? In merito alla tua scelta di non indossare maschere... beh, contento per te, anche io non sono solito indossarle, anche se il tuo rango dovrebbe conoscere l'importanza di indossare una maschera in alcune occasioni, specialmente quando si tratta di politica...»


    Ovviamente era ironico in merito alla questione degli alleati, anche se lo scopo era palesemento quello di rimarcare il dettaglio che di fatto metteva loro stessi in una posizione sfavorevole e non l'Uchiha ed il loro sistema "retrigrado".
    Fece poi una brevissima pausa per mettere maggiormente in luce l'ultima affermazione, dando modo all'Hozuki di comprendere quale stupidaggine avesse espresso. Ogni persona in quel mondo indossava una maschera. A volte si trattava di maschere reali, tangibili, a volte solo di semplici maschere di cortesia, di modi e di espressioni e come leader egli avrebbe dovuto carpirne l'importanza, come Atasuke aveva a sua volta fatto.

    «Ad ogni modo, sono contento di sapere che Kiri è tanto avanzata da buttare via le maschere ed agire a volto scoperto, specialmente per quelle missioni che vengono assegnate appunto alle squadre speciali, solitamente rinomate per essere tanto importanti e pericolose da necessitare di una segretezza che i normali shinobi non saprebbero avere... Sarei proprio curioso di vedervi in azione o capire in quali tipi di missione operate... tanto da quel che avete detto non sono un segreto, no?»


    Concluse, sorridente per poi lasciare spazio alle parole della giovane Meika Akuma che dimostrava, seppur dopo quell'attacco di rabbia, un maggior buonsenso.

    “Meika Akuma, capo della Squadra Medica di Kiri”

    «Lieto di fare la vostra conoscenza... Oh! Ma che sbadato, in tutto questo trambusto mi sono dimenticato di fare le dovute presentazioni, perdonatemi. Atasuke Uchiha, Capo dei guardiani di Konoha»


    Rispose con un gentile inchino di saluto lasciando alla ragazza il tempo di rispondere, tempo che ella sfruttò per scusarsi dei modi.

    “Mi dispiace se ho spaventato il beota, chi non sa tenere la lingua nella bocca però prima o poi la perde ”

    «Capisco... ad ogni modo, nessun danno è stato fatto, o almeno nulla di così grave da incrinare i rapporti tra i nostri villaggi... anzi... la prossima volta, vi prego, colpitelo con maggiore forza... non si sa mai che non riusciate ad instillare un po di sale in zucca a quell'idiota...»


    Sorrise con gentilezza, prima di riprendere, continuando a discutere con la ragazza che in quel momento riteneva certamente la più assennata del trio.

    «Signorina Meika... vedo comunque che tra i tre voi siete di certo la più posata e diplomatica. Vorrei parlarvi, se possibile»


    In caso di risposta affermativa, Atasuke riprese il discorso con la giovane, abbassando il tono a sufficienza da rendere quel discorso per quanto possibile privato con la ragazza, ignorando varie ed eventuali esclamazioni da parte degli altri due che si erano oramai allontanati, anche se di pochi passi.

    «Spiegatemi una cosa... seriamente quel ragazzo è a capo delle squadre speciali? A stento ricorda il nome degli altri... onestamente faccio fatica a capire come possa aver raggiunto quel traguardo...»

    «... Ad ogni modo, perdonate se sono indiscreto, tuttavia apprezzo Kiri e specialmente il mizukage, verso il quale nutro profonda fiducia e rispetto, tuttavia, vi chiedo un favore... Voi siete a capo della squadra medica, quindi come me conoscete i pro ed i contro del comando, compreso il lato diplomatico che spesso dobbiamo mantenere contro ogni logica... Ve ne prego, voi che avete modo, insegnate ad Akira ad avere un'atteggiamento meno strafottente. Comprendo l'esaltazione di un simile carica, capisco che sougo possa avere esagerato, lo fa sempre, tuttavia lui non è più un sottoposto o un genin spocchioso... Non è un bel modo dare dei “retrogradi” a degli alleati... è un po come insultare il cameriere ed il cuoco prima di ordinare, non so se rendo l'idea... Inoltre egli rappresenta la squadra speciale di Kiri e per il momento non si è dimostrato propriamente all'altezza, ecco... diciamo che sembra più il capoclasse di una scolaresca, per dirla in termini adeguati»


    Sorrise con gentilezza, ascoltando eventuali risposte della giovane kiriana, prima di fermarsi per alcuni istanti a ragionare, elaborando la comune casata tra la ragazza ed Asmodai, l'idiota che aveva ben pensato di aggredire l'Hokage, o almeno di provarci, con gli ovvi risultati che ne erano scaturiti, sintetizzabili in semplici potature dei rami secchi...

    «Tuttavia, perdonatemi l'indiscrezione, signorina Meika... Avete detto di essere una Akuma... siete forse parente di un certo Asmodai?»


    Corrugò leggermente la fronte, lanciando uno sguardo con fare decisamente interrogativo nel porre quella domanda, nella speranza di una risposta negativa. In fondo gli Akuma, partendo da seinju ed Etsuko non gli avevano mai dato grandi speranze o forme di fiducia ed in un certo senso sperava che quello che aveva incontrato non fosse l'elite del clan, ma una sorta di ramo marcio.


    OT - Madonna la fatica di questo post XD Ad ogni modo il mizukage verrà informato e nel mio prossimo post annuncerò il suo arrivo :zxc: Quindi ancora un giro di valzer prima del suo arrivo e dell'eventuale decisione di convocarvi dentro al villaggio a seconda di cosa vorrà fare... in entrambi i casi, ringraziate i sistemi retrogradi se avete perso un turno :ghu: - /OT

    OT2 - Si, Akira, è colpa tua :addit: - /OT2
     
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  14. -Meika
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    Una Lettera Importante

    III



    La cosa stava degenerando alquanto. E la colpa, ai miei occhi, non era di Akira. Per inciso, non ero solita prendere le sue parti a prescindere, avevo troppo rispetto per il mio intelletto per lasciare che la mia opinione fosse radicalmente influenzata dai miei sentimenti fino alla "cecità". Tuttavia non riuscivo a comprendere quale fosse la colpa di Akira oltre quella di essere bé... Akira, appunto. Rimasi in silenzio ma quando la discussione iniziò ad assumere toni che non mi piacevano mossi un passo in avanti, voltandomi a guardare l'Hozuki per un istante come per dirgli "per favore, lascia perdere", perché non ne valeva davvero la pena. Solo che poi Atasuke decise di voler parlare con me. E solo con me.
    E fu divertente che ritenesse me la persona più diplomatica quando in effetti la persona più diplomatica lì era stata proprio Akira! Io avevo bullizzato senza ritegno quel beota di Sougo, ricevendo in cambio anche un inaspettato apprezzamento che mi aveva francamente nauseata.
    Certo che è a capo delle Squadre Speciali, dissi alquanto offesa dal tono sorpreso che mostrava Atasuke. E se non si mostrasse così sorpreso eviterebbe di fare la magra figura che il suo sottoposto ha iniziato quest'oggi, Atasuke-san, aggiunsi diretta e cortese, ma senza risparmiar nulla. Non lo conosce, non sa cosa ha fatto per Kiri. Si sta basando sul fatto che ha lasciato perdere diversi insulti gratuiti diretti verso di lui, verso Kiri... o verso la mia persona, inizio a pensare che quel beota dicendo "sembri quasi femmina" si stesse riferendo a me ed ho motivo di credere che a quel punto Akira avrebbe potuto reagire anche peggio, per giudicare che sia adatto o meno a guidare le Squadre Speciali!, assunsi un'espressione alquanto infastidita al pensiero. Non ero la più formosa delle ragazze, ma ero ben lontana dal rassomigliare ad un uomo. Non c'era proprio possibilità di confusione. Vede, Atasuke-san, se non vuole che qualcuno risponda per le rime, non deve indisporlo prima. E per quanto non sia stato lei direttamente ad insultare nell'ordine Kiri, la sua persona e poi dubitare apertamente delle nostre parole quando siamo venuti qui con una certa urgenza, lo ha fatto un suo sottoposto o comunque qualcuno che è sotto la sua responsabilità... e ciò scarica la stupidità delle sue azioni su di lei. Se non è in grado di avere a che fare con la gente lo tenga lontano dalla gente, Atasuke-san. Se Akira ha risposto che siete "retrogradi" è perché ci è stato dietro che siamo "stupidi". Detto ciò, non cambierei Akira per niente al mondo, aggiunsi decisa È leale, è fedele a Kiri, ed è sempre pronto a fare la cosa giusta. Forse è la persona più buona che io conosca e se i suoi difetti sono una scarsa formalità ed una pessima memoria per i nomi sapremo come sopportali a Kiri. Ha sbagliato persona con cui discutere, Atasuke-san, io sono quella che ha colpito Sougo, io sono molto meno diplomatica di lui quando vengo insultata, ovviamente in privato avrei detto ad Akira di tentare - anche solo per scherzo - di cercare di ricordare meglio i nomi. Non avevo speranze di renderlo più formale, ma certamente non potevo sindacare sulla sua diplomazia: le poche volte che non che avevo visto il suo carattere virare verso il violento c'erano ottime ragioni per ciò: come la testa di un bambino schiacciata da un Kijin. Sospettavo che fosse dispiaciuto persino per l'orso che avevamo dovuto uccidere nella caverna di Genosha!
    Se non le dispiace, tornerei dai miei compaesani, Atasuke-san. Chiudiamo qui questa faccenda, facciamo come se non fosse mai accaduta, dopotutto è una cavolata di dimensioni epiche sulla quale credo di aver speso anche troppe parole. Comunque, Asmodai non è un mio parente, ma lo conosco. Aspetterò il Mizukage per sapere le sue peripezie, dissi. E se Atasuke non avesse avuto nulla da ridire mi sarei allontanata per tornare da Akira, ben attenta che le mie parole successive non fossero udite che dai miei compaesani.
    Sei calmo?, dissi ad Akira guardandolo in viso. Non avevo idea di quanto quella storia lo avesse irritato, ma sospettavo che un certo fondo di nervosismo fosse più che concreto. Mi ha chiesto di istruirti a comportarti meglio, lo fissai seria in viso...
    ... per un secondo. Poi ridacchiai.
    Gli ho detto che vai benissimo così, aggiunsi. Sapevo che a volte la sua stupidità irritava anche a me, ma non ero del tutto certa di volerlo cambiare. Men che meno dietro il consiglio di Atasuke Uchiha. Sei stato persino troppo gentile con quel beota di prima, un ceffone non illusorio glie lo avrei fatto arrivare, poggiai la schiena contro l'albero, in attesa che arrivasse il Mizukage. A proposito, come giustifichiamo la presenza contemporanea per una lettera della quale in teoria non dovremmo saperne il contenuto? Diciamo che il falco aveva un collare rosso con su scritto "massima urgenza"?



     
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    Una Lettera Importante

    III


    Adesso si stava esagerando.
    Poteva offendere tutta Kiri, la mia persona, così come poteva canzonarmi, infischiandosi delle mie presunte - dato che erano del tutto prive di fondamento, ma lui non poteva sapere che non avrei di certo tranciato una testa così su due piedi - minacce, ma una cosa non doveva permettersi di fare.
    ... Meika avrebbe potuto notare il mio viso inasprirsi, mentre cercavo di respirare profondamente per mantenere la calma. L'autocontrollo non era mai stato il mio miglior pregio, ma quel ragazzetto improbabile mi stava mettendo veramente alla prova. Mi scoccia veramente ripetermi... La porta in faccia si sbatte a chi vuole entrare, e non vogliamo farlo. Risparmia le tue cantilene con chi te le puoi permettere. Prima non dicevo sul serio, ma stai riuscendo nell'impresa di farmi cambiare codice... Incrociai le braccia, mentre anche Meika sembrò spazientirsi. Appoggiò una sua mano sul mio petto, facendosi leggermente avanti.
    Il tutto iniziò con l'espressione del suo viso, che conoscevo fin troppo bene, e che significava solo un parola: guai. Un'enorme illusione raffigurante una demoniaca mano fu creata dall'arte oculare dell'Akuma che fu mandata a stringere lo svogliato guardiano, il quale, però, se ne uscì con una viscida affermazione su Meika.
    Mi si strinse la vena sul collo, mentre stringevo i pugni, tenuti ancora conserti. Ti consiglio di tornare a dormire. Il mio sorriso era scomparso, i miei occhi erano concentrati sull'obiettivo, il mio tono era gelido. Tra i presenti solo Meika mi aveva visto in quello stato.
    Per fortuna - o sfortuna - il guardiano svampito venne fatto allontanare, prima di far generare veramente un caso diplomatico. Non che la situazione venne migliorata dall'arrivo della nuova figura.
    Dopo avermi ripreso, evidentemente indispettito, su un possibile mio errore di pronuncia sul suo nome - che generò una reazione veramente spontanea, vista la mia buonafede nell'aver erroneamente unito i due nomi, che si esplicò in una piccola inclinazione del capo mentre mi grattavo la nuca - iniziò un lungo monologo da cui avrei avuto non poca difficoltà ad uscirne, oltre ad aver zero voglia di incastrarmi in uno spocchioso scontro dialettico. Avrei lasciato parlare il guardiano fino al termine del suo discorso, e questo avrebbe potuto notare come sarei stato, svogliatamente, ad ascoltare le varie e immaginarie frecciatine che mi furono lanciate, fino al momento in cui, con le braccia ancora incrociate, avrei risposto in maniera concisa ed esplicativa. Su quello scemo. Indicai il tizio in lontananza con l'indice della mano destra. Evito anche di commentare. Per il resto... Non capisco a che lodi ti stia riferendo, ho detto che sono molto simpatico... Sanjuro. Chiamai in causa il mistico personaggio in gonnella al mio fianco. Che dici? Sono simpatico? Non ho fatto altre lodi alla mia persona, non mi interessa farle, per quanto posso aver capito come qui a Konoha vi piaccia giocare a chi c'è l'ha più grosso. Feci spallucce. Mi tiro fuori, onestamente. Per il resto posso assicurarti che non sarai di certo te a sapere informazioni che neanche Itai conosce. Per quel che riguarda Asmodai... Che ha combinato quell'idiota? Chiesi, chiedendomi come e perché avrebbe dovuto tentare un'aggressione verso qualche ninja della Foglia - che poi, anche in quel caso, ci trovavamo di fronte ad una situazione di istigazione, anche se non lo potevamo sapere -. Mi vorrei però prenotare un posto per colpire più forte il tuo compaesano, se possibile. Penso di poterti aiutare. Detto questo, mi vado a stendere un po', mentre tu ti stai infilando in una discussione che non potrai vincere. Salutai il guardiano di Konoha, mentre mi allontanavo con Sanjuro, lasciandolo da solo con Meika.
    Se qualcuno si fosse girato per vedere cosa stavamo facendo io e lo sciamano, avrebbe trovato me seduto a terra con le gambe incrociate che, dopo aver chiesto a Sanjuro di compiere un qualche rituale mistico con annessa danza, applaudivo bellamente nella direzione dell'uomo in gonnella e infradito, come se stessi guardando uno spettacolo comico.
    Quando Meika tornò, si sedette vicino a me, chiedendomi se fossi calmo e riprendendomi anche sui miei modi troppo gentili. Sono calmissimo, anche se quell'imbecille di prima stava riuscendo veramente a farmi spazientire. Se gli avessi fatto troppo male poi chi si sarebbe messo a discutere con questi? Non avrei avuto la forza... Mi lasciai cascare sull'erba, all'ombra di un albero. Per quanto riguarda la lettera... Uhm... Io dico che è stata una tua idea leggerla. Tirai un pizzicotto al fianco dell'Akuma. Sappiamo entrambi che Itai non crederà mai che non ti ho fatto leggere il contenuto della missiva, quindi sarà più facile dare la colpa a te.
    Questo era lo stile Akira Hozuki.
     
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