[Primo Accesso] Mura di Konoha

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    Nuovamente a Konoha, questa volta non da solo

    Post Primo



    Ruolata successiva a Banditi nel bosco di Yongu




    Sbadigliava il ninja di Suna, mentre la sua allieva lo colpiva ad un fianco chiedendogli di tenere un contegno più serio.

    Fuyumi, siamo in coda da un ora. E poi sono io il tuo sensei! Dovrei essere io quello che da gli ordini!

    Uff, beh dovreste essere un esempio migliore allora!

    Ed essere un noioso con una scopa per spina dorsale? No, grazie. E poi sei tu quella che continua ad insistere per farsi insegnare il kenjutsu da me... fosse per me ti avrei lasciato nel bosco a massacrare alberi

    Lei è così cattivo sensei ma io lo so che lo fa apposta per farmi diventare più forte! replicò Fuyumi piangendo

    Proprio non ho modo di liberarmi di te vero?

    Assolutamente no, Shinichi-sensei!

    Yare Yare

    Ci volle qualche altro minuto prima che fosse il loro turno di passare per il gate (fottuto mercante che stava cercando di contrabbandare del miele senza pagare le tasse).

    Ora era il loro turno

    Finalmente!
     
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  2. Asgharel
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    Altra visita al Gate

    ~Irriverenza~





    Molti dicono che maestro ed allievo si assomigliano in qualche modo. C'è che sostiene che la somiglianza sia dovuta ai lunghi insegnamenti e dal naturale adattamento dell'allievo agli usi ed alle usanze del suo maestro. Altri sostengono invece che le somiglianze derivano proprio dalla scelta dell'allievo che per sua natura segue un maestro che gli è più affine. In altri casi, si tratta forse di semplice karma. In un caso questa teoria non aveva alcun senso.
    Quando infine giunse il loro turno, fortuna (o più probabilmente sfortuna) loro, il guardiano che si sarebbe occupato del loro ingresso era una conoscenza già nota ia pi e che sembrava esperto nel provocare problemi o nel comparire proprio quando l'occasione era una delle peggiori possibili.
    “Oi, tu, Sunese” Lo appellò Sougo, guardandolo di sottecchi. “Che hai fatto a quella ragazza per farla piangere poco fa?” Chiese con sguardo misteriosamente tetro. “Lo sai che non mi piacciono i bastardi che fanno piangere le donne, si?”
    Ironico pensare che lui per primo era da sempre stato un sadico e mai si era posto il problema di far piangere qualcuno o peggio.
    “Ad ogni modo che ci fate qui? Voglio sperare che non cerchiate anche voi di far passare qualcosa di illegale... Quel bastardo mi farà scrivere per ore... maledizione a lui” Si lasciò sfuggire un imprecazione decisamente più colorita in seguito, ma la fortuna volle che in quel momento qualche divinità mettesse una mano sulla testa del biondo fermando la sua lingua bifforcuta.
    “O non sarete mica qui per cercare di vendere della sabbia!? Non ci serve quella roba di suna e... no, non la usiamo come moneta di scambio, sappiatelo”
    Sembrava che quel giorno il biondo si fosse alzato con il piede sbagliato...



     
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    Malinteso? Alle mura di Konoha? Non sia mai...

    Post secondo



    Oi, tu, Sunese

    Mhn?

    Che hai fatto a quella ragazza per farla piangere poco fa?

    Pizzicotti replicò ironico il Kurogane

    Lo sai che non mi piacciono i bastardi che fanno piangere le donne, si?

    Non lo sapevo. Mi premurerò affinché non succeda più. Ma, di grazia, se io non fossi un figlio illegittimo potrei farle piangere le donne?

    Sensei, non credo sia il caso di farlo arrabbiare. Non si preoccupi, le mie erano lacrime di gioia dato che la coda stava finendo, ah ah ah disse Fuyumi cercando di minimizzare.

    Ad ogni modo che ci fate qui? Voglio sperare che non cerchiate anche voi di far passare qualcosa di illegale... Quel bastardo mi farà scrivere per ore... maledizione a lui

    Nah, ho presente le regolamentazioni. Lei ha solo quel Bokken ed io qualche gingilletto di poco valore.

    O non sarete mica qui per cercare di vendere della sabbia!? Non ci serve quella roba di suna e... no, non la usiamo come moneta di scambio, sappiatelo

    E adesso me lo dici? E io con questi venti rotoli di sabbia di silice finissima che ci faccio? Quasi quasi ve li piazzo qui fuori... la mia idea geniale di vendere sabbia a Konoha, andata in fumo prima ancora di iniziare... Si vedeva chiaramente che stava scherzando, anche perché con se non aveva nessun rotolo.

    Ah ah ah, il sensei è proprio un burlone quando ci si mette, non badi a lui. Piuttosto, ecco qui il mio bokken! Il mio nome è Fuyumi Mizunashi, vi prego di non perderlo... ci tengo molto.

    In effetti durante il viaggio la ragazza gli aveva rivelato che quel Bokken era stato intagliato dal prematuramente scomparso padre di lei. C'era solo da sperare che non andasse perso... o peggio.
     
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  4. Asgharel
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    Altra visita al Gate

    ~Ironia & VM18~





    Sougo aveva molti difetti, ma nonostante tutto, tra i mille difetti che aveva, si nascondevano dei piccoli ma importanti pregi. Uno di questi, ad esempio, era che avrebbe tranquillamente dato la vita per perseguire un suo obbiettivo. Dunque era principalmente a questa sua attitudine che si doveva il suo ruolo di guardiano, ma in realtà erano anche altri i pregi della sua persona, un altro di questi era l'amore per l'ironia ed il sadismo.
    “Non lo sapevo. Mi premurerò affinché non succeda più. Ma, di grazia, se io non fossi un figlio illegittimo potrei farle piangere le donne?” Sougo a quella risposta lo guardò sottecchi, come a voler valutare che tipo di assurdo personaggio si trovasse davanti in quel momento. “Solo se sono state cattive” Rispose, con un tono decisamente inquietante, non dissimile da quello di un sicario che pregusta la sua preda o un sadico torturatore che si apprestava ai suoi piccoli giochetti, raccontando il “menù” della giornata alla povera vittima.
    “Sensei, non credo sia il caso di farlo arrabbiare. Non si preoccupi, le mie erano lacrime di gioia dato che la coda stava finendo, ah ah ah” Il suo sguardo si spostò sulla ragazza, squadrandola con attenzione, prima di trascinarla all'interno della discussione, anche se probabilmente ella avrebbe evitato ben volentieri un coinvolgimento. “Lacrime di gioia? Non sapevo tu fossi una M... Sai, io sono famoso per essere un S, quindi se ti va mentre questo tizio va a farsi i cavoli suoi potremmo divertirci nella mia stanza dei giochi... ne uscirai estremamente divertita...”
    Aveva una voce suadente, melliflua, chiaramente atta a voler convincere la ragazza a seguirlo nel suo piccolo covo di perdizione. Rimaneva da capire se ella in qualche modo avesse colto con chi aveva a che fare fino in fondo. [Promemoria]
    Passarono quindi oltre con il discorso, passando a quelli che di fatto erano i passi burocratici della giornata e venne fuori che tutto quello che i due avevano erano un bokken e svariate tonnellate di sabbia. Dacché per quanto Shinichi intendesse scherzare, Sougo non era propriamente abituato a farlo a sua volta.
    “Dunque hai della sabbia... Lo sapevo” commentò convinto della cosa, come ad aver scoperto chissà quale mistero. “Vedi di consegnarmi tutto. La sabbia è sequestrata, sicuramente deve essere di contrabbando o serve a coprire qualche droga” Il suo tono era serio, maledettamente serio. Tuttavia era possibile che avesse scambiato della fine e bianca sabbia di silice con un'altra fine polverina bianca?
    “Dunque adesso la chiamate sabbia di silice eh? Io sapevo altri nomi, tipo: Angelo del Mattino, Stella del Nord, Polvere d'angelo, Polverina di pollon...” la sua mente sembrò vagare, rammentando uno sciocco cartone che avevano dato tempo addietro alla televisione ben fornito di una misteriosa polverina che rendeva allegri. “E si. Una volta un tizio ha cercato di farla passare ed ha pure detto: 'Sembra talco ma non è, serve a darti l'allegria!'” Lo sguardo sembrò farsi serio nel riportare quell'assurdo ricordo “Gli ho piantato la spada nel culo” Lapidario, secco e freddo. La rivelazione cadde come un macigno sulla discussione, spezzando definitivamente il ritmo e concludendo il ricordo con un inquietante taglio netto decisamente poco gentile.
    “Dunque ci tieni parecchio a questo bokken?” Chiese, riportando il discorso sulla parte burocratica e sull'unica arma che i due avevano dichiarato. Se ci tieni tanto possiamo portarlo con noi nella mia stanza dei giochi, credo sarebbe bello maneggiarlo un po...
    Inutile dire che per “maneggiarlo” sougo aveva pensato a tutto, fuorché impugnarlo come si doveva per un allenamento con la spada, e la storia di “Pollo” (così era stato ribattezzato il tizio prima che lo infilzasse come un pollo allo spiedo) certo poteva rivelare uno di questi usi impropri della suddetta arma...


    Visto che sono in arretrato considera comunque che puoi avviare le altre role, ovviamente con l'equip depositato. Eventuali prosegui e compagnia bella li lascio come ipotetica free, intanto vediamo come prosegue

     
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    Finalmente dentro le mura

    Post terzo




    Fuyumi mandò rapidamente in fumo i sogni sessuali di Sougo, affermando che le dispiaceva ma che aveva già un ragazzo. Molto geloso.

    Shinichi dal canto suo non badò alle parole di Sougo, quasi mettendosi a sbadigliare di fronte a lui. Il ninja di Suna non si faceva intimidire facilmente, anzi.

    Una spada su per il culo? Bah, una fine da quattro soldi. Fosse stato per me gli avrei fatto fare il giro del villaggio una dozzina di volte su un tappetto di frammenti di vetro e makibishi facendogli sniffare pian piano tutta la sua roba. Magari tagliandogli i tendini di Achille e rompendogli le ginocchia e le braccia, così fa farlo strisciare come un verme.

    Al contrario di come aveva discusso fino a quel momento Shinichi aveva un tono incredibilmente serio, ricordando quasi con piacere un vecchio episodio della sua infanzia. Quella volta il pubblico dell'arena aveva particolarmente apprezzato la sua fantasia.

    Fuyumi invece iniziò a preoccuparsi, preferendo pensare che quello fosse l'ennesimo scherzo del ninja della sabbia.

    Shinichi avrebbe comunque consegnato il suo equipaggiamento e gli immaginari rotoli di sabbia mentre Fuyumi liquidò nuovamente le strampalate idee di Sougo.

    E' un regalo del mio defunto padre. Potresti non maneggiarlo in quel modo, per favore? Ti ho già detto che non sono interessata... si stava iniziando ad irritare, non avendo capito la vera forza di Sougo. Fortunatamente per lei c'era Shinichi che poteva intervenire. Sougo sicuramente non si aspettava di avere di fronte a se chissà quale avversario, ma avrebbe avuto una bruttissima sorpresa se avesse deciso di attaccar briga col ninja della sabbia.

    Allora, possiamo entrare adesso? disse, per nulla impressionato dallo spettacolino per bambini messo in piedi dal guardiano.



    CITAZIONE
    OT

    Per me possiamo pure chiuderla qui :D
     
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    È colpa tua. Ratty

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    Vieni fuori, se osi!
    I


    Il calo delle temperature era naturale a metà novembre, con i primi venti freddi da nord che cominciavano a sferzare anche le calde terre del Paese del Fuoco. La giornata era cupa, con nuvole che promettevano pioggia ma che ancora non sembravano pronte a scaricare il loro contenuto sugli alberi dalle foglie ormai ingiallite. In questo clima di attesa del temporale, una figura giunse a Konoha con intenzioni tutt'altro che pacifiche, misurando ogni passo come a voler conquistare il terreno e farlo proprio. Indossava una felpa pesante di colore viola con una tasca centrale e con la nota musicale di Oto ricamata sopra, mentre i calzoni bianchi erano adorni di sacche porta-armi che, unite al coprifronte tenuto a mò di cintura, lo inquadravano sicuramente come uno Shinobi del Villaggio del Suono. Sul volto privo di barba, un paio di occhiali privi di lente incorniciavano un paio di occhi che ardevano d'ira, mentre la fronte corrugata trasmetteva ogni possibile emozione dello spettro dell'ostilità. La guancia destra era gonfia, come se fosse stato colpito pesantemente da qualcosa, e non troppo tempo prima.

    Questa persona era Febh Yakushi, for senato con un nome e un cognome diverso, ma certamente cresciuto dentro questa sua identità che al momento abbracciava tutto il suo essere, anche se di recente il passato era tornato ad affacciarsi con prepotenza nella sua esistenza. Si trattava di un Jonin, un ninja di alto rango capace di abbattere tranquillamente un palazzo in muratura in pochi secondi, se lo avesse voluto. Un ninja esperto in arti letali volte alla distruzione di ogni possibile ostacolo al suo cammino, e chi lo conosceva sapeva bene che diventare un ostacolo per Febh Yakushi significava passare un bruttissimo quarto d'ora...sempre che si durasse tutto quel tempo.

    Questo ninja terribile era anche famoso per la sua incredibile capacità di dire e fare la cosa sbagliata al momento sbagliato nel posto più sbagliato possibile, e non di rado in sua presenza le cose tendevano a rompersi in maniera decisamente sporporzionata rispetto alle sue azioni, ma non era questa una di quelle volte. Stavolta sul suo volto chiunque avrebbe potuto leggere una forte ed insaziabile sete di vendetta, con un lieve sentore di agitazione che attraversava il volto della lucertola azzurra che portava sulle spalle, un animale bizzarro dagli occhi assai intelligenti, con numerose scariche elettriche che la attraversavano nemmeno fosse una bobina tesla.

    EEEHIII! Avvisò con tono tutt'altro che elegante una volta a portata di voce, stando coi piedi ben piantati per terra e le braccia conserte. GENTAGLIA DI KONOHA! SONO FEBH YAKUSHI! Si annunciò, ma i Guardiani lo conoscevano (loro malgrado) più che bene. ANDATEMI A CHIAMARE QUEL FESSO DELLA FOGLIA E FATELO USCIRE, GLI DEVO FAR PASSARE LA PEGGIOR MEZZ'ORA DELLA SUA VITA! MUOVERSI! Solo dopo qualche secondo, preceduto dalla velatura di un dubbio nel suo sguardo, aggiunse: PER "FESSO" INTENDO QUEL GROSSO BUE CHE CHIAMATE HOKAGE! RAIZENQUALCOSA. NON SI SA MAI, CHE IN QUESTO VILLAGGIO POTREI IDENTIFICARE FIN TROPPA GENTE CON "FESSO". CHIAMATELO E DITEGLI CHE FEBH YAKUSHI E' QUI E CHE HA TUTTA L'INTENZIONE DI FARGLI PASSARE LA VOGLIA DI FARE SCHERZI DI CATTIVO GUSTO. A SUON DI SBERLE! AVANTI, CHE NON HO TUTTO IL GIORNO!

    Ehm...sSsicuro di non voler moderare i toni? Nel sSsensSso...non sSsai bene come è andata, magari è un malintesSso... A nulla servì il timido tentativo di mediazione di Ssalar, la sua lucertola, che venne preso e lanciato nel sottobosco a qualche decina di metri di distanza senza troppi complimenti.

    Edited by Febh - 18/11/2016, 00:23
     
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    QUESTIONI FAMILIARI


    parte I



    Non è umanamente possibile. Quando si finiva per intraprendere qualcosa di simile ad una caccia, cosa in cui Shinken era anche modestamente bravo, difficilmente il Fedaikin si tirava indietro: anzi, sin dal primissimo giorno in cui era diventato un ninja di Oto, aveva cominciato ad apprezzarne talmente tanto le sensazioni che ormai ne era diventato totalmente assuefatto. Provare l'ebbrezza di essere il cacciatore, tornare a provare quegli istinti primordiali che spesso la ragione gli offuscava, tutte quelle cose lì. Ed un tempo ad Oto funzionava proprio così. Gli shinobi e le kunoichi si nutrivano di queste sensazioni, volentieri e con costanza, anche mietendo qualche vittima di troppo. In passato - quando si trovava lì per lì dal finire la sua preda - il Jonin si era addirittura trovato a godere nel percepire quell'odore di sangue misto a paura che tutte le creature emanavano prima di morire. Era qualcosa che era stato inciso nel suo spirito dalla regina della cattiveria, dall'impersonificazione del male: Rengoku Ookamikumo, la donna ragno-lupo di Oto. E per questo motivo - ed era forse l'unica occasione in cui era possibile osservare Shinken in quelle condizioni - il Jonin di Oto sembrava esplodere dal divertimento, facendo comparire sul suo volto un ghigno sadico e gonfio di follia omicida. Infondo quella pratica era forse l'unica cosa al mondo che lo riportava indietro alla dimensione umana delle emozioni, quelle che con il tempo aveva totalmente perso.

    Ma mai - mai e poi mai - avrebbe potuto pensare che avere un colloquio con Febh potesse diventare una caccia. Febh DannatoYakushi aveva reso la pratica tanto amata da Shinken un vero e proprio incubo: aveva smesso di divertirsi ed era diventato quasi un pallino fisso. Sin dal suo ritorno a Villa Mikawa erano giorni che Shinken stava cercando di avvicinarsi all'amministratore, il quale aveva perso ormai qualsiasi traccia di cortesia e lo aveva continuamente respinto o era fuggito nei modi più pittoreschi. Ed era bravo a fuggire, dannatamente bravo.

    Quando poco dopo aver superato i confini del Paese del Fuoco Shinken intravide lo Yakushi nel mezzo della foresta, non gli sembrò vero. Incuriosito ed attirato dalla sua sfuggente preda decise di lanciarsi all'inseguimento. Visto poi che Febh si stava dirigendo proprio a Konoha, nulla gli sembrò più ovvio: avrebbe intercettato l'amministratore poco prima e lo avrebbe costretto ad un - eventualmente anche breve - colloquio per poi concentrarsi sulla sua personale missione. Ed invece nemmeno per sogno. Febh Yakushi era dannatamente bravo a scappare. E veloce!! Talmente tanto svelto che Shinken fece fatica a stargli dietro, anche conoscendo perfettamente la morfologia del paese del Fuoco. Ancora una volta lo aveva battuto.

    Non ci posso credere.


    Sbucando in ritardo dalla boscaglia, Shinken si ritrovò davanti all'immenso portone di Konoha. Sapeva perfettamente dove guardare, aveva già localizzato lo Yakushi davanti al portone e conosceva quel luogo, ma quello che vide avrebbe potuto sorprendere persino un insensibile sasso. Febh Yakushi, l'amministratore in carica di Oto, stava platealmente inveendo contro l'Hokage! Ammesso e concesso che i due potevano benissimo essere amici, nessuno sano di mente si sarebbe presentato in quella maniera davanti al villaggio della foglia. Il volto che Shinken stava indossando lo avrebbe senza dubbio coperto dagli sguardi indiscreti - quelli dei ninja di Konoha - e la sua voce camuffata avrebbe fatto il resto. Difficilmente i presenti avrebbero potuto riconoscere la sua figura. L'unico segno distintivo era il copri-fronte del villaggio del Suono, elegantemente legato intorno al suo collo.

    Hei tu! Tu sei Febh Yakushi, giusto?


    Shinken Takatsui - Jonin Blu
    Chakra: 60 Bassi
    Vitalità: 14 Leggere
    Energia Vitale: 30 Leggere

    . ___ . ___ .

    Conoscenza Chirurgia Estetica [2]
    Conoscenza: L'utilizzatore può effettuare con il chakra operazioni chirurgiche, modellando i lineamenti del paziente o di sé stesso. Il processo richiede 1 round per ogni giorno di trasformazione. Può essere permanente con 8 ore di lavoro.

    Recitazione [1]
    Abile: L'utilizzatore può modulare a piacimento il proprio timbro vocale, riuscendo a parlare come una persona molto più giovane o anziana di lui, del sesso opposto, o impersonando una persona specifica.

    Ninja dell'Accademia
    Speciale: L'utilizzatore è un Ninja Accademico. L'utilizzatore considererà alleati gli altri ninja accademici. Non c'è limite di personaggi che possono ottenere questa competenza.
    [Da Genin in su]


    Non voglio inserirmi nella vostra giocata, però sono sicuro che potrebbe uscire qualcosa di divertente nel mentre ognuno risolve le proprie questioni :zxc:

    Mod: inserite le abilità utilizzate.



    Edited by Shinken Takatsui - 18/11/2016, 19:41
     
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    Dracarys

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    Primo giorno di lavoro

    1° post




    Pensato
    Parlato


    Quello per Kairi sarebbe stato il primo giorno di lavoro effettivo alle mura, e come ogni volta prima di una nuova avventura era decisamente emozionata ed ansiosa, tanto da aver dormito ben poco la notte prima, passata perlopiù a rigirarsi nel letto pensando all'indomani.
    Aveva già fatto un giro sulle mura parlando con gli altri guardiani e facendosi spiegare tutto il protocollo e le regole da seguire, che ormai conosceva alla perfezione avendole studiate per giorni, ed a livello teorico si poteva dire che, al solito, fosse perfettamente preparata: aveva però scoperto già da tempo che fra la teoria e la pratica vi era un'intero mare.

    Si era alzata dal letto ancora prima dell'alba, come al solito aveva fatto una sostanziosa colazione ed era uscita ad allenarsi un po' nonostante il freddo pungente di quella mattina, segno di come l'inverno stesse ormai affacciandosi inevitabilmente. Suo padre ancora dormiva così non lo disturbò e dopo avergli lasciato la colazione pronta sul tavolo si diresse verso le mura.
    La giornata sembrava uggiosa e quando le prime luci dell'alba cominciarono finalmente a rischiarare il cielo il sole non fece capolino fra le nuvole, anzi sembrava che il tempo promettesse pioggia da un giorno all'altro.
    Arrivata alle porte di Konoha prese un bel respiro Forza, andrà tutto bene e si diresse verso la sua postazione. D'altronde erano anni che Konoha non riceveva un'attacco e solitamente il lavoro dei guardiani era semplicemente quello di mettere le armi in deposito e compilare i moduli di entrata, che cosa sarebbe potuto andare male?

    ............................

    Quando un urlo decisamente infuriato ruppe il silenzio Kairi scattò sulla sedia nella quale stava compilando alcune scartoffie, affacciandosi immediatamente fuori per osservare la situazione.
    GENTAGLIA DI KONOHA! SONO FEBH YAKUSHI! ANDATEMI A CHIAMARE QUEL FESSO DELLA FOGLIA E FATELO USCIRE, GLI DEVO FAR PASSARE LA PEGGIOR MEZZ'ORA DELLA SUA VITA! MUOVERSI! forse tutti gli altri guardiani erano a conoscenza dei modi di fare del jonin di Oto, ma al contrario la ragazza non aveva mai visto in vita sua l'otese ed i suoi modi di fare offensivi non le stavano di certo facendo avere una buona impressione nei suoi confronti. Uno degli uomini alla guardiola con lei imprecò
    Cavolo, non lui! Tu rimani qui Uchiha, io vado a chiamare l'Hokage e sparì di corsa alla ricerca di Raizen. Kairi nel frattempo si avvicinò all'ospite con fare serio, appena in tempo per vedere un secondo ninja di Oto avvicinarsi Gita di gruppo oggi? Non aveva la più pallida idea di avere davanti a sé due degli shinobi più potenti di Oto.
    Se si vuole entrare dentro un villaggio o incontrare qualcuno di esso, il modo migliore per farsi accogliere non è offendere i suoi abitanti...
    Decise però di non mostrarsi scortese, anche se sarebbe stato il giusto modo di ripagare i modi dell'otese: il suo compito era difendere l'entrata di Konoha, e buttare benzina sul fuoco non avrebbe aiutato. Inoltre l'uomo aveva chiesto a Raizen di uscire fuori dalle mura e non pareva intenzionato ad entrare, tuttavia l'Uchiha non avrebbe abbandonato la sua postazione, decisa a sorvegliare la zona al meglio delle sue possibilità.
    Siete dunque intenzionato ad aspettare fuori? Anche voi? disse rivolgendosi al secondo uomo che ancora non si era presentato, pensando che i due fossero assieme L'Hokage è stato fatto chiamare ed arriverà il prima possibile, nel frattempo posso offrirvi un thè? La giornata è piuttosto fredda con quella piccola offerta sperava di sedare un po' l'animo fin troppo infiammato di Febh. Ma la sfida nei confronti dell'Hokage poteva essere vista come una sfida nei confronti dell'intero villaggio, e se la cosa si fosse evoluta nel peggiore dei modi la ragazza non sarebbe potuta rimanere con le mani in mano, anche se un suo intervento sarebbe stato probabilmente completamente irrilevante visto la forza delle parti in gioco: sperava si potesse risolvere il tutto senza arrivare alla violenza fisica.


    Non picchiarmi Febh :ghu:

     
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    Al sentirsi chiamare l'Amministratore di Oto si voltò con un'espressione che avrebbe fatto impallidire un buddah. Cos'è, vuoi il bis? Ruggì, rivolto a chissà quale persona, perchè certamente a giudicare dal tono non stava pensando a Shinken o a uno sconosciuto ninja di Oto incappucciato...tanto che si accigliò. E tu chi diavolo sei? Non ti avranno mica mandato per quello stupido rapporto, spero, perchè in questo preciso momento potrei fartelo ingoiare con tanto di sigillo di ceralacca! Non era un'iperbole, parlava proprio sul serio. Levati quel ridicolo cappuccio anche se sei un messo di Oto, ora sono qui per una questione personale. Picchio lo stupido Hokage e poi torno a firmare scartoffie. E ora aria! Con un gesto della mano tutt'altro che accomodante fece per scacciare quel seccatore mentre finalmente qualcuno dalle mura si faceva avanti. A me quello mi sSsembra familiare...non c'era quel tizio che hai evitato con quella sSscusa del bambino dimenticato nel forno? L'odore un pò lo ricorda, ma non sSsaprei dire...voi umani vi sSsomigliate tutti... Febh però non aveva orecchie per stare a sentire la sua Lucertola.

    Una ragazza dai lunghi capelli neri si era affacciata dalle mura, cominciando a pronunciare parole che non erano tra le più adatte alla sopravvivenza in quella specifica situazione. Febh le rivolse uno sguardo da teppista che non poteva che peggiorare la sua reputazione. Senti, signorina "so-tutto-di-diplomazia", io bazzico per questo mondo da parecchio più tempo di te e ti posso assicurare che sono un esperto quando si tratta di gestire la diplomazia tra villaggi. Non troverai uno più bravo di me in quel campo! Più di uno storico ricorda che, a memoria d'uomo, mai e poi mai Febh Yakushi era riuscito a entrare in qualsivoglia villaggio senza sollevare prima un vespaio. E questo solo nelle volte in cui effettivamente lo avevano lasciato passare. E comunque in questo caso non c'è diplomazia, devo solo restituire un bel paio di frullati di schiaffi a quel cretino del tuo Kage. Perdipiù non ho nessuna voglia di perdere tempo con questa storia del "consegna le armi", come se non potessi abbattere metà del vostro villaggio con uno sbadiglio! Il che era vero...e in parte era quasi successo. Quindi aspetto di fuori, e spero che non faccia il coniglio a nove code!

    All'offerta del The, alla quale avrebbe normalmente acconsentito, in quella precisa situazione non gli fece battere ciglio, limitandosi a sbuffare e guadare storto, parecchio storto la Guardiana provvisoria. Almeno non c'è mister "scopa nel didietro" come l'ultima volta. Questo il suo unico commento alle poco convincenti (almeno dal suo punto di vista) attenzioni della kunoichi.

    Edited by Febh - 18/11/2016, 19:57
     
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    Alle mura

    Post i ~ Un contrattempo rumoroso



    Quel giorno il giovane Kinryu era decisamente di buon'umore. Dopo mesi finalmente avrebbe rivisto un vecchio amico, conosciuto in Accademia, anche se questo significava sobbarcarsi gli oneri di un lungo viaggio fino alle desolate lande di Suna. Le notizie che provenivano da quell'angolo del continente, per quanto confuse e distorte, non facevano dormire sonni tranquilli al foglioso, quindi si era rilassato ricevendo rassicurazioni da Shunsui. Quel gradasso se la passava benone, almeno a quanto scriveva, tanto da invitarlo a casa propria. E Shin, che non aveva mai oltrepassato i grandi fiumi, ne aveva approfittato. Aveva passato i giorni precedenti consultando atlanti e guide, per poi fare compere. Non aveva nulla di adatto al clima del Paese delle Sabbie, sebbene la stagione fosse ormai inoltrata infatti durante il giorno si potevano raggiungere temperature considerevoli in mezzo al deserto, quindi avrebbe gradualmente sostituito i propri abiti sulla via verso sud. Salutata la famiglia, indossò un paio di guanti con la protezione metallica su cui erano istoriati degli eleganti motivi e posizionò la wakizashi al fianco. Si trattava di due kitsune, tramutatesi in armi per mezzo dei loro poteri. Harumi e Yukichi vivevano da lui, così come spesso Shamada, ormai da diverso tempo, ma, a differenza di quest'ultima, non lo abbandonavano mai quando usciva per un viaggio. Lo shinobi si era abituato a fare affidamento sulle loro abilità e senza le creature non si sarebbe sentito completo.

    Raggiunse il cancello principale di buon passo, ma senza correre. Aveva tutta la giornata davanti per percorrere la prima tappa del suo lungo cammino, e per una volta non doveva rispettare alcuna scadenza. Avvicinò il primo guardiano che gli capitò a tiro, mostrando i documenti necessari. Sebbene fosse stato autorizzato a procedere, il massiccio portone di legno di fronte a lui rimaneva chiuso. Ora che ci faceva caso era da diverso tempo che l'ingresso principale non era serrato. Ci sono problemi? Il poveretto non fece neppure in tempo a replicare che l'aria si riempì della possente voce di un uomo chiaramente adirato. Gli shinobi intorno a Shin tremarono alle sue parole, riconoscendone l'origine. Un omaccione, con l'aspetto da veterano, alzò gli occhi al cielo, mormorando un'imprecazione a un imprecisato kami. Curioso, cercò di saperne di più. Non riuscì a cavarne che un nome: Febh Yakushi, attuale amministratore di Oto. E' così terribile? La sua domanda non ebbe risposta. Come formiche alla difesa di un formicaio sotto attacco i soldati scattarono nelle loro posizioni. Indeciso sul da farsi, il Kinryu si chiese se fosse opportuno tornare indietro facendo finta di niente. Sospirò. Il suo senso del dovere glielo impediva. Anche se era certo che non fossero affari suoi, e che tutto si sarebbe risolto con una chiaccherata amichevole, rimase lì, in attesa di sviluppi.
     
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    QUESTIONI FAMILIARI


    parte II



    No no no! Io non sono venuto qui per lei!! Vomitò quelle parole a spezzoni, come se fosse tremendamente spaventato ma soprattutto tremendamente imbarazzato nel farlo. Shinken stava fingendo, era ovvio, ma il suo interlocutore difficilmente lo avrebbe riconosciuto. Per un momento il Jonin temette di essere beccato dalla lucertola, ma poi realizzò che, tanto quanto il suo evocatore, non avrebbe mai e poi mai potuto notare il travestimento. Non mi sognerei mai di inseguirla, signor Amministratore! Si, ci siamo già visti qualche mese fà, m... ma ora sono qui solo per una visita a Konoha! Anche se nell'ultimo tratto lo aveva seguito, tecnicamente era stato proprio lui, Shinken, il primo a lasciare Oto in direzione di Konoha. Poi che Febh lo avesse superato durante il tragitto era un’altra storia.

    Giorni prima, subito dopo che Hebiko gli aveva fornito le informazioni necessarie per camuffarsi, aveva attentamente scelto il suo candidato per il travestimento. Alla fine toccò ad un Genin di Oto, realmente esistente, anche se era indeciso se impersonare un semplice Studente, che gli "prestò" il nome. Prima di partire aveva speso del tempo per seguirne le tracce, avvicinandolo per ascoltarne il tono della voce e studiarne meglio le movenze. Aveva poi replicato ad opera d'arte un viso molto simile a quello del ragazzo e lo aveva "indossato" prima della partenza. Tutto qusto nel suo laboratorio della Torre. Inoltre il suo corpo gli permetteva di effettuare quelle piccole modifiche necessarie che lo avrebbero reso anche molto simile nella corporatura. Gli basto solo altro poco tempo per testare il suo travestimento e durante le prove, aveva felicemente appreso che il giovane era pigro e che aveva intrapreso la carriera ninja più per sport che per dedizione...La copertura era perfetta! Nessuno lo conosceva come uno shinobi, non usciva mai all'esterno del villaggio del Suono e non era di certo un tipo che si ricordava facilmente. Figuriamoci se lo stesso sbadato Amministratore di Oto! E' un piacere conoscerla, io sono Kuro Tekkai, Genin del villaggio del Suono. Lo disse a voce alta notando che si stava avvicinando una giovane ragazza. Ma tu guarda che bella coincidenza. Il Jonin si girò verso la ragazza e sorrise; non ne era certo ma probabilmente quella kunoichi apparteneva proprio al clan degli Uchiha. Proprio quello che stava cercando! Come lo sapeva? Non lo sapeva realmente, aveva solamente un occhio buono ed era bravo a riconoscerne i tratti peculiari.

    Salve signorina, bhé.. io... sono Kuro Tekkai. Non so per quale motivo l'Amministratore sia qui, m...ma io sono venuto per una visita a dei parenti di Konoha! Stava cercando di imitare alla perfezione il giovane ragazzo che aveva selezionato. Lo aveva studiato il tempo necessario per rappresentarne al meglio le fragilità ed i difetti. Forse proprio le caratteristiche più difficili da replicare. E si, le sarei grato se potessi avere un the caldo! Continuava a mentire. Niente the caldo, niente gratitudine.


    Edited by F e n i x - 19/11/2016, 23:26
     
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    The Hokage is here







    Febh Yakushi. Con un occhio nero davanti alle porte del villaggio che sbraitava cercando lui.
    Una di quelle due cose era assurda, per chiunque conoscesse Febh e le sue abilità sapeva che non era di certo la sua presenza li ad esserlo.
    Si alzò con un sospiro dalla sua sedia e si recò al gate con una sequenza di rapidi salti.
    Fino a qualche secondo prima non era una brutta giornata, neanche bella in realtà fin troppo frizzante per i suoi gusti, e con qualche nuvola di troppo, ma niente di irreparabile, ma gli otesi sanno sempre come toglierti la voglia di vivere.

    Chissà che vuole ora questo, e si che è pure da poco che non ci vediamo.

    Scosse la testa, atterrito, probabilmente più per ciò che il destino riservava al mondo dando a Febh tutto il suo potere più che per altri motivi.
    Arrivato alle mura non si fece nemmeno aprire il cancello, si lasciò cadere dall’apice, scivolando sul muro come se fosse su uno specchio di ghiaccio, merito del chakra adesivo.
    La discesa fu una lieve sorpresa, alla porta non c’era soltanto Febh ma un vero e proprio raduno e non fu affatto scontento nel vedere che ad occuparsi della situazione c’era persino Kairi.
    La salutò con un sorriso dopo aver battuto le mani per attirare l’attenzione dei presenti.

    Che allegra marmaglia abbiamo qui.

    Appena avvicinatosi al gruppo storse il naso non era per niente di particolare, ma il respiro che trasse in quel preciso istante aveva rivelato qualcosa alle sue percezioni.
    Non sapeva di preciso cosa era, anche se forse era meglio dire che non lo ricordava, ma non era definibile spiacevole, anzi, era nostalgico probabilmente.
    Non poteva essere nessuno dei presenti, aveva già avuto modo di conoscerli, e a meno di essersi tuffati nello stufato di sua nonna di recente non potevano causargli quella sensazione.
    Guardò il ragazzetto otese per lunghi secondi, l’unico estraneo li, aveva fatto a tempo a sentire il motivo della sua visita mentre si avvicinava.

    Parenti, alla foglia, mh?
    Kairi, ricordi che ti ho detto un po’ di tempo fa no?
    Hai tutto nelle tue mani, mi raccomando.
    Visto che son qui, se vuoi, prima di rilasciarlo puoi chiedermi conferma.
    Coraggio marmocchio, puoi farti un giro tutto da solo con la bella tenebrosa qui.
    Se sarai fortunato, o sfortunanto, dipende dai punti di vista, dovrai passarci parecchio tempo insieme.


    E così gli cedette l’incarico di verificare che le motivazioni del marmocchio fossero vere, dopotutto un alibi come il suo non era difficilmente verificabile.

    Febh, perché diavolo hai l’occhio in quello stato?
    Cosa stai aspettando a curarlo?
    Hai stirato male le mutande di Ogen?


    Gli parlava da poco più di un metro di distanza, senza particolare preoccupazione e tenendo le braccia conserte.
     
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    Pensato
    Parlato


    La proposta della ragazza più che far calmare l'uomo sembrò farlo infervorare ancora di più, e Kairi lo osservò perplessa quando questi si definì un'ottimo diplomatico Temo i nostri concetti di diplomazia siano piuttosto differenti... rispose con tranquillità: non conosceva l'otese ma le parole che pronunciò poco dopo e lo scambio di battute con l'altro shinobi le fecero capire che non si trattava esattamente dell'ultimo arrivato. Uhm, l'amministratore di Oto? Che sia il momentaneo sostituto del Kokage? la paura del suo compagno, il fatto che si definisse in grado di distruggere le mura con un sol colpo e che volesse prendere a schiaffi l'Hokage in persona le fecero capire quanto l'uomo davanti a lei fosse potenzialmente più pericoloso di quel che pensava, e fu grata di aver scelto la strada più tranquilla per accoglierlo: probabilmente avrebbe potuto fare ben poco se l'uomo avesse deciso di attaccarla.

    L'altro Otese si dimostrò più alla mano, ed accettò la sua offerta di una bevanda calda. Proprio in quell'istante arrivò, per grande sollievo della ragazza che non sapeva proprio più come mantenere calmo lo scalmanato visitatore, Raizen che prese in mano la situazione con l'amministratore.
    Rispose al suo sorriso con un sorriso a sua volta ed un leggero inchino, annuendo alle sue parole quando le disse di indagare maggiormente sul secondo visitatore.
    Quando poi vide l'Hokage parlare a Febh capì che i due si conoscevano piuttosto bene, e la cosa la tranquillizzò. Sarebbe in ogni caso rimasta nei paraggi per capire cosa stava succedendo ed avere la possibilità di intervenire, anche solo per chiamare rinforzi, se la situazione si fosse evoluta in malomodo ma nel frattempo avrebbe anche accolto il secondo otese. Gli fece cenno con la mano di seguirlo Seguitemi. Mentre aspetteremo che il thé sia pronto vi farò deporre le armi, compilare i dovuti documenti e qualche domanda. Non appena si fosse voltata l'uomo, e chiunque li presente, avrebbe potuto avere la conferma del suo clan di appartenenza; come sempre il ventaglio bianco e rosso adornava la sua schiena.

    Se l'otese l'avesse seguita alla guardiola avrebbe messo l'acqua a bollire, cominciando a prendere tutte le varie scartoffie ma stando contemporaneamente sempre con un'orecchio attenta alla situazione poco fuori dalle mura Immagino sappiate che per poter accedere dovrete consegnare per prima cosa tutte le armi, signor Tekkai. Siete qui per una visita a dei parenti, posso chiedere di chi si tratta? Per quanto tempo desiderate alloggiare qui? non conosceva tutti gli abitanti e tutti i civili di Konoha a memoria, ma avrebbe potuto verificare eventuali incongruenze dai registri cittadini, o chiedendo direttamente a Raizen stesso.


     
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    QUESTIONI FAMILIARI


    parte III



    E così è arrivato anche l'Hokage Il ragazzo stava continuando ad elargire sorrisi a tutti i presenti. Timidi, a dire il vero. Aveva sorriso a Febh, per evitare di farsi ammazzare prima ancora di cominciare a correre, aveva sorriso alla presunta Uchiha, per ammorbidire una situazione che poteva diventare spigolosa, ed ora sorrideva a Raizen, perchè in famiglia i sorrisi non devono mai essere mancati.

    Mentre il possente ninja della foglia si stava avvicinando, Kuro spostò lo sguardo nella sua direzione. Non si interruppe nello spiegare le sue ragioni, non sarebbe stato affatto educato. Anche se le circostanze avrebbero voluto che le attenzioni del colosso venissero catturate da Febh Yakushi, sbraitante e sopra le righe, l'Hokage sembrò non interessarsi alle provocazioni e guardava il Genin di Oto. Ma più il giovane veniva guardato e più aumentava il sorriso nella sua direzione. Se c'era una sensazione che quella faccia non poteva descrivere era Sorpresa. Shinken aveva intuito il motivo di quello sguardo prolungato, sapeva chi era l'Hogake e riconosceva quella piacevole sensazione, che percepiva anche lui. Con il mento alto ed gli zigomi alti sul volto sul volto, Kuro accennò un lieve inchino. Hokage-sama. E' un piacere vederla. Se aveva sentito le motivazioni della sua visita, aveva anche sentito il suo nome, entrambi lo sapevano. Non interruppe le parole del colosso, si limitò a rispondere con lo sguardo ed il suo solito, crescente, sorriso. Dopo tutto, stando alle parole che la massima carica del villaggio stava esponendo, il compito di gestione di quella situazione lo aveva lasciato alla kunoichi, non c'era da sindacare. Ascoltò in silenzio le ultime parole della guardiana e guardò Febh, sorridente.

    S-si si! Certo! Vengo con te! Disse girandosi verso Kairi. Avrebbe fatto qualche passo, senza parlare, in direzione dell'ingresso. Poi si fermò, quasi si fosse dimenticato qualcosa. Girò tutto il corpo verso i due Jonin e disse. Arrivederci Hokage-sama, arrivederci Amministratore Febh. Replicò il leggero inchino che aveva usato per presentarsi e socchiuse gli occhi mentre rialzava il capo sorridendo. Si girò di nuovo e si diresse a passo svelto dietro alla ragazza, la "tenebrosa" che lo avrebbe accompagnato all'interno del villaggio.

    [...]

    Quello che hai sulla schiena è il simbolo del clan Uchiha, giusto? Il fratellastro di mio nonno è un membro della polizia di Konoha, un membro degli Uchiha. Conosco quel disegno sin da quando ero piccolo. Lui lo vedevo spesso; cioè, da giovane faceva parte della polizia del villaggio e non poteva di certo dedicarsi al tempo libero, però aveva sempre un sorriso per me. In poco tempo raggiunsero la guardiola dove Kuro avrebbe cercato di ottenere una sedia, sulla quale si sarebbe seduto con la scusa del lungo viaggio appena conclusosi. Stranamente, proprio mentre la ragazza poggiò l'acqua sul fuoco, avrebbe cambiato espressione, diventando buffamente serio. Rimase comodo in attesa del thè mentre guardava la ragazza. Il tempo per lui avrebbe potuto passare interminabile, almeno nel senso che Kuro non avrebbe aperto bocca, ma avrebbe sostenuto lo sguardo della ragazza finò a che l'acqua del thè non cominciò ad agitarsi.

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    Non possiedo armi con me. Non sono in missione ufficiale, non ne ho bisogno. Sono sicuro che mi avrebbero appesantito e che tanto non mi può succedere nulla! Avrebbe poi distolto lo sguardo dalla ragazza. L'acqua del thè aveva cominciato addirittura a borbottare. Sono felice di tornare a Konoha. Mi ricorda la casa della mia infanzia. Poi si girò, di nuovo con il sorriso. La ragazza aveva appena tirato fuori un registro, per fare i controlli che l'Hokage gli aveva raccomandato. Il nome dei parenti sono Arima Uchiha e sua moglie Natsuki UzumakiSorrise di più per poi lasciare il tempo alla ragazza di controllare. Avrebbe osservato, in maniera alquanto scattosa, la guardiola dove si erano fermati. La ragazza avrebbe controllato i nomi e lo avrebbe fatto passare.


    Grazie comunque signorina "tenebrosa". Non gli aveva effettivamente detto il suo nome. Per Kuro era l'equivalente di mantenere le distanze. Se dovrete accompagnarmi, vi ringrazio. Ma non c'è bisogno mi facciate strada, conosco la via.

    Shinken Takatsui - Jonin Blu
    Chakra: 60 Bassi
    Vitalità: 14 Leggere
    Energia Vitale: 30 Leggere

    . ___ . ___ .

    Conoscenza Chirurgia Estetica [2]
    Conoscenza: L'utilizzatore può effettuare con il chakra operazioni chirurgiche, modellando i lineamenti del paziente o di sé stesso. Il processo richiede 1 round per ogni giorno di trasformazione. Può essere permanente con 8 ore di lavoro.

    Recitazione [1]
    Abile: L'utilizzatore può modulare a piacimento il proprio timbro vocale, riuscendo a parlare come una persona molto più giovane o anziana di lui, del sesso opposto, o impersonando una persona specifica.

    Ninja dell'Accademia
    Speciale: L'utilizzatore è un Ninja Accademico. L'utilizzatore considererà alleati gli altri ninja accademici. Non c'è limite di personaggi che possono ottenere questa competenza.
    [Da Genin in su]


    OT: Se ho scelto questo colore DIMMERDA è colpa di Penny :riot:

     
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    È colpa tua. Ratty

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    E allora vai e fai tutta la manfrina delle armi da consegnare e scemenze varie, và! Rispose al suo conterraneo del quale fino a un istante prima ignorava l'esistenza, facendo un cenno verso il cancello e la ragazza degli Uchiha che non si era nemmeno presentata (o se lo aveva fatto, lui la aveva completamente ignorata). E del tuo nome o dei tuoi parenti abbraccia-avversari della foglia mi interessa tanto quanto quello di quel deficiente là sulle mura che ci fissa. Involontariamente aveva puntato il dito proprio su Shin Kinryu, che non stava nemmeno guardando con attenzione. Non sono qui come Amministratore, lo ho già detto, e non voglio entrare. Muovetevi a chiamare il fesso. Beh, è comunque un Kage, magari potresSsti moderare i toni, no? Ssalar fece un secondo, timido suggerimento che venne perso nel vuoto mentre il suo evocatore sbuffava senza calcolarlo (nel mentre la lucertola era tornata sulle sue spalle dopo essere stata lanciata...ci era abituata) E poi non sSsiete amici? Avete fatto un sSsacco di misSSsioni asSSsieme e sSsei sSstato il sSsuo sSsensSsei, no? Amico con quel voltagabbana aggressore a tradimento? Non prendermi in giro. Come appare gli cavo tutti i denti e glieli rimonto al contrario! Sempre che abbia il fegato di farsi vedere! Lo Yakushi sembrava decisamente avvelenato contro l'Hokage...ma per quale motivo?

    E alla fine, quasi evocato da quelle parole, Raizen Ikigami, Colosso della Foglia, si palesò ai presenti con quella che sicuramente ai suoi occhi voleva essere un'entrata ad effetto ma che venne accolta solo da uno sguardo colmo di sdegno. Esibizionista e pure scarso. Borbottò a mezzavoce lui che all'ultimo ingresso a Konoha aveva provato a comparire in mezzo a una fumata pirotecnica di cui aveva perso il controllo, finendo per causare un'esplosione della quale restava ancora il segno qualche metro più in là. Rimase in silenzio, fissandolo in cagnesco mentre quello dava istruzioni alla sua sottoposta, a quanto sembrava di nome Kairi (un nome che lo Yakushi cancellò dalla mente una frazione di secondo dopo), aspettandosi di avere la completa attenzione del tizio che voleva picchiare, e picchiare male. E l'attenzione venne, sotto forma di una domanda che l'Amministratore di Oto interpretò come una provocazione!

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    Oh! Oh-ohoh! "Cos'è quell'occhio nero", dici? Bella battuta, razza di traditore! Avrebbe sollevato un dito cercando di assestare delle dolorose ditate al petto dell'altro (che per inciso era più alto di lui di tutta la testa, se non di più) Non solo ti sei cambiato e sistemato quella specie di ragnatela viscida che chiami capelli, ma ora fai anche il finto tonto? Comodo, moooolto comodo. Immaginavo fossi scappato a casetta al sicuro dopo avermi conciato così ma non pensavo facessi in tempo a cambiarti e tutto. Era decisamente avvelenato nei toni, e poi allargò le braccia, teatrale, per attirare l'attenzione dei presenti. Allora, qualcuno ha visto il fesso che chiamate Hokage tornare nel villaggio una mezz'ora fa? No? Magari siete complici dei suoi scherzi di pessimo gusto! Io continuo a dire che credo ci sSsia un malintesSso... Aggiunse Ssalar alzando gli occhi al cielo, conscio che nessuno lo stava ascoltando.

    Ok che mi conosci e sai che non potevi ammazzarmi con roba del genere, ma tutta la scena del "e tu chi sei?" e poi le ferite che avevi addosso...le hai nascoste bene o era una Henge? Io dico che erano vere! Si era riavvicinato al Kage e nuovamente andò di ditate, come a voler stuzzicare delle ferite che sapeva esserci nascoste sotto i vestiti. Beh? BEEEH? Niente? Quindi erano finte, eh? Ti rendi conto che se non fossi stato io a subirlo il tuo stupido scherzo avrebbe ammazzato chiunque altro? A vederlo da vicino i capelli sSsono più lunghi, non è sSsolo una quesSstione di acconciatura. Per l'ennesima volta Febh tralasciò le pur corrette affermazioni della sua lucertola, mentre si sollevava le maniche in maniera plateale, rivelando tanto i tatuaggi a forma di rettile sulla porzione dorsale del polso così come delle ferite ancora non del tutto cicatrizzate sugli avambracci. La Snake Sword non era in vista, la aveva tenuta appositamente in un rotolo da richiamo. Allora, stavolta senza stupidi trucchetti, vediamo se hai il fegato di provarci ancora! Tirò qualche pugno all'aria, in maniera abbastanza patetica, quasi fosse uno che cerca la rivincita su un bullo. Avanti, su le maniche e vediamo chi vince una scazzottata, così vediamo CHI è davvero spiritoso!

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    Parlava decisamente sul serio, mentre la lucertola sulle spalle scuoteva il capo in maniera assai umana, conscio che poche cose potevano far cambiare idea a Febh Yakushi quando il suo cervello si fissava su una delle sue sconclusionate linee di pensiero.
     
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