[Primo Accesso] Mura di Konoha[Free GdR] [Macro GdR]

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    ehm...da qualche parte

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    Ritorno alla Foglia


    Missiva Urgente


    Prima che uno dei guardiani di Konoha ebbe il tempo di avvicinarsi al ragazzo, una voce alquanto familiare proveniente da lì vicino attirò la sua attenzione.
    EHI! eh-mm Yurugi! A me tutto bene, tu come stai? Non si aspettava di trovare lì lo studente che appena qualche giorno prima gli aveva dato una mano nella pasticceria; Ryuu gli doveva molto per ciò che aveva fatto e fu decisamente molto felice di rivederlo, in una circostanza casuale come quella, tra l'altro. L'idea che fossero lì per la stessa missione, però, non lo sfiorò minimamente, e nel frattempo il guardiano delle mura chiese a lui e agli altri ninja presenti il motivo della visita, prima di chiedergli di depositare le armi.
    Il genin aveva già espresso la sua motivazione esponendo la missiva arrivatagli qualche giorno prima, e sicuramente l'uomo non avrebbe avuto niente da ridire a riguardo, quindi non gli rimase altro da fare che andare nello stanzino per lasciare il proprio equipaggiamento. Era sempre strano non avere armi con sè, si sentiva quasi nudo, ma era purtroppo necessario per poter girare liberamente in altri villaggi Accademici.
    Subito dopo essere uscito dal gabbiotto del guardiano, però, il Mizukiyo venne richiamato inaspettatamente da un'altra voce familiare, che lo indusse immediatamente a voltarsi, e con suo grande stupore si ritrovò davanti al suo vecchio conoscente di Konoha, il ragazzino dai capelli bianchi che però aveva qualcosa di diverso rispetto all'ultima volta.
    YUKY! Era sinceramente contento di rivederlo, in quanto anche se si erano conosciuti per poco tempo, gli era stato simpatico sin dal primo momento, trovandolo simile a lui quanto nessun altro fino a quel momento, e non potè far altro che dargli un forte ed informale abbraccio, molto istintivamente. Non aveva molti amici, anzi quasi nessuno, ed incontrarne uno così casualmente lo rese decisamente euforico.
    Ah, sono qui per una missione. Bè, uno di loro lo conosco, eccolo, si chiama Yuguri, mi ha dato una mano con la pasticceria la settimana scorsa. Ah, devi venirci qualche volta a Kiri, ti devo far vedere la pasticceria! Sì, va bene, aveva un chiaro problema a ricordarsi i nomi delle persone, ma quanto meno ci provava. Purtroppo per lui, anche Youkai aveva una missione da svolgere, ma magari avrebbero potuto stare un po' insieme una volta che avessero entrambi finito.
    Va bè, io devo incontrare il mio mandante tra un paio d'ore, se ti va ci facciamo un giro, se hai ancora tempo. Ma a proposito, che hai fatto ai capelli?
    Il kiriano non riusciva a smettere di sorridere e gli avrebbe fatto molto piacere stare un po' col suo amico prima di recarsi sul luogo di lavoro.

     
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    Prima Missione


    Yurugi? Davvero?



    Nonostante Ryuu avesse lasciato un'impressione abbastanza positiva di se stessò nella mente di Akuraguri, quell'immagine si dissolse immediatamente appena i due si incontrarono nuovamente a Konoha. Infatti, appena riconosciuto il ragazzo, Ryuu lo salutò con un un nome che, in nessuna maniera, era il suo. Ora, questo fatto sembrerebbe a prima vista innocuo, se non fosse per due problemi astrali. Primo, che Akuraguri era troppo timido e svogliato per correggere l'errore dell'altro e secondo, che lo studente odiava essere chiamato con un nome diverso dal suo, sopratutto se molto simile.

    Se non ti ricordi il mio nome, non usarlo. Non rispondermi, fai quello che vuoi, ma non usare un'altro nome!

    Pensò il ragazzo, innervosito ed imbarazzato dalla prospettiva di dover correggere Ryuu. Non che lui si ricordasse il suo di nome o fosse minimamente interessato a chiedergli, adesso che egli lo aveva chiamato con un altro nome. Non fece in tempo però a continuare la conversazione che però il ragazzo entrò all'interno delle mura, evidententemente per continuare o terminare il processo di transazione. Nel frattempo un'altro ragazzo, che Akuraguri non aveva percepito arrivare, si era presentato alle mura, con uno sguardo abbastanza confuso.

    Il ragazzo non avrebbe perso un altro secondo e si sarebbe rivolto alla guardia presente. Una volta presentata anche lui la lettera e la motivazione della sua presenza a Konoha, si sarebbe diretto nella stanza nel quale Ryuu era appena passato e avrebbe anch'egli depositato le armi, in tutta la loro totalità. Appena uscito, non avrebbe faticato a raggiungere Ryuu, che venne subito avvicinato da un suo vecchio conoscente di Konoha.

    Nonostante non stesse prestando molta attenzione alla conversazione, il ragazzo si sentì di nuovo chiamare Yuguri e , seppur ammaliato dalla bellezza di Konoha e dalla curiosità, decise che quel momento sarebbe stato la morte di quel nome. Quindi raccolse tutto il coraggio che aveva in corpo e disse, tutto d'un fiato:

    ScusamitantissimomailmionomenonèYugurimaAkuraguri,midispiacetantissimo!

    Detto ciò, con la faccia rossa come un pomodoro, si sarebbe rifugiato nel suo mondo, coprendosi le orecchie con le mani.

     
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    Conoscenze


    II




    Youkai venne colto leggermente alla sprovvista dal caloroso abbraccio dell'amico, ricambiandolo però con altrettanta emozione. Non era facile trovare qualcuno così felice di vederti, soprattutto qualcuno che fosse genuinamente contento della tua presenze e non avesse semplicemente posato l'occhio su un'ottima esca.
    Ryuu però non era solo, un altro kiriano era entrato subito dopo di lui, salutato più timidamente dal rosso. Qualche secondo dopo la presentazione del moro però, il ragazzetto reagì scoppiando tutto d'un fiato, lasciando i due shinobi ammutoliti. Il konohaniano sbattè un paio di volte gli occhi, avvicinandosi al ragazzetto per liberargli le orecchie dalle sue stesse mani. Ryuu, non è educato sbagliare i nomi delle perosone! Scusaci Yu- NO, volevo dire... Io sono Youkai. Con chi ho il piacere di parlare? Sorrise, solare, cercando di rimettere a suo agio il giovane. Aveva un'impercettibile aura pacifica attorno a sè, che avrebbe tranquillizzato la più aggressiva delle bestie.
    Ryuu riprese il controllo della situazione, venendo stavolta interrotto dal suo amico, emozionato: Pasticceria?? Wow Ryuu, ti sei messo in affari?? Non vedo l'ora di venire a trovarti! Già immaginava tutte le prelibatezze che avrebbe visto: coloratissimi pasticcini ripieni, profumati biscotti appena sfornati, torte dalle più improbabili forme e decorazioni... Per poi vedersi quel mondo ingrigito dal suo portafoglio più che vuoto. Un sospiro fece sparire il suo sogno ad occhi aperti, portando una mano a spostarsi una ciocca di capelli, deluso da chissà cosa: Oh, dovrò fare qualche missioncina prima di venire a trovarti, non posso andarmene senza souvenirs.
    I due avevano mezzo pomeriggio davanti, dato che pareva che anche lui avesse ancora un po' di tempo libero. Annuì allegro, trascinandosi il ragazzetto per un braccio. I capelli? Ah, niente di che, sono più o meno morto, poi ti racconto! Prima ti porto ai mercatini, ci sono dei mochi che devi assolutamente assaggiare!!
     
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    I


    Risolta la questione a Tsuya, dove ero riuscito ad incontrare anche Yato Senju, ormai potevo dire di aver ottenuto abbastanza informazioni per iniziare a mettere insieme i pezzi del puzzle che grazie a Jotaro avevo ormai davanti ai miei occhi.
    Nella tasca del mio giubbotto, un rotolo da richiamo giaceva immobile ormai da troppe settimane. La mia mano sfiorò la stessa tasca, senza aprirla. Presto sarebbe giunto il momento.
    Non serviva altro che dare inizio al domino.

    La città culla di Sareshigami si trovava solo a poche ore di viaggio da Konoha, quindi la prossima meta del mio viaggio era pressoché scontata, anche perché, come mi aveva informato il Mercenario Kaguya dai molti nomi, si trovava proprio lì la persona che mi avrebbe condotto dal primo nome del puzzle: quell'uomo non era altro che Raizen Ikigami, il kage della Foglia.
    Uff. Borbottai da solo, ingoiando il rospo ancora prma di arrivare. Le ultime volte che avevo incontrato l'Hokage erano state tra loro completamente diverse ma, allo stesso tempo, simili tra loro: la riunione dei Kage e lo scontro con la Bakekujira.
    Sicuramente non era un simpaticone, seppur la sua forza come ninja era cosa certa, seppur non avevo mai avuto l'occasione di vederlo a l'opera. Speravo di non doverlo scoprire quel giorno; se fosse stato così, significava che qualcosa sarebbe andata alla malora.

    Fu così che arrivai dinanzi alle mura della Foglia, per la seconda volta nella mia vita.
    La prima era stata con Itai, sul dorso di un drago.
    Ero solo un genin all'epoca, e sembrava passata una vita...
    Congelai i ricordi, non potevo permettermeli in quei giorni. Non potevo guardare indietro. Sempre e solo avanti. Se così non fosse stato, forse non avrei mai potuto proseguire.
    Il grande portone di legno davanti a me era chiuso, e i guardiani mi osservavano dall'alto verso il basso. E poi si dice che a Kiri siamo inospitali... Esclamai a bassa voce. Ehilaaaaaa'! Ragazzuoli! Questa volta ad alta voce, mentre inizia a sbracciare con la mano sinistra. Qualcuno di voi può fare un piacere ad un povero viaggiatore di Kiri? Avrei necessità di parlare con l'Hokage... Qualcuno può informarlo che Akira Hozuki è qui?

     
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    Visite da Kiri


    I







    Aveva semplicemente risposto con un mugugno d’assenso quando dalle mura giunse la comunicazione di un kiriano che richiedeva la sua presenza, era una fortuna, non apprezzava farsi invadere i suoi spazzi mentre lavorava, si sentiva nudo, cosa che lo metteva più a disagio della visita inattesa.

    Un kiriano?

    Corrugò la fronte un attimo mentre comunicava mediante il sigillo.

    Quindi non è il mizukage e non ha detto di parlare in sua vece?
    Bene.
    Pensavo quasi di essermi rovinato la giornata.
    Sarò li a breve.


    Anche se probabilmente stava parlando troppo presto si alzò dalla sedia, si diede una rassettata per non presentarsi con i vestiti sgualciti dalla postura tenuta fino a quel momento e per non privarsi di un po' d’azione sparì, teletrasportandosi fuori dallo studio direttamente all’esterno voltandosi solo a guardare l’appena edificata amministrazione con uno sguardo soddisfatto.
    Intanto Akira avrebbe visto il guardiano che l’aveva accolto parlare qualche secondo ad una trasmittente dopo la sua richiesta ricevendo risposta solo dopo una manciata di minuti.

    L’Hokage è in cammino arriverà a breve.
    Visto che non ha richiesto di entrare possiamo evitare la perquisizione e farla aspettare in una guardiola esterna, mi segua pure.


    L’ambiente era sicuramente spartano, ma era comunque presente il necessario per una piccola sosta senza la necessità di far aprire i cancelli ogni volta o dover salire le mura. Qualche sedia, un tavolo e quello che pareva essere uno scivolo con un apposito cestino al suo interno. Nell’angolo opposto a quello in cui erano entrati era presente un frigo e un piccolo forno.
    La guardia osservò mestamente il jonin prima di indicargli una sedia.

    Se hai necessità di bere avvisa pure.

    Avrebbe parlato solo se individuata qualcuna delle borracce che Akira si portava appresso altrimenti si sarebbe poggiato al muro, sbirciando dalla finestra di quando in quando.
    Nessun preavviso dell’arrivo di Raizen se non che la guardia, intravedendolo dalla finestra si sarebbe scostata dal muro, attendendo in posa che Raizen aprisse la porta, per Akira sarebbe risultato scomodo intravedere l’Hokage arrivare a causa della posizione sfavorevole rispetto alla finestra.
    Aprendo la porta la Montagna del fuoco fece un cenno con la testa al guardiano, indicandogli l’uscita cortesemente.

    Vai pure.
    Non occorre la tua presenza.


    Con un rapido inchino la guardia guadagnò l’esterno richiudendosi la porta alle spalle.
    Quale che fosse il posto in cui Akira si fosse seduto Raizen si sarebbe messo dalla parte opposta, in modo da poterlo osservare comodamente.

    Ciao Akira, non ci vediamo da un pezzo.
    Hai poi concluso le questioni con la tregua?
    E di Itai, sapete nulla?
    Ti parlo con poche formalità, mi sembra di ricordare che non sei uno affezionato a questo genere di cose.


    Chiese con tono leggero, memore del peso che l’allora chunin aveva deciso di prendere sulle proprie spalle.

    Non hai richiesto di entrare, sei qui solamente per parlarmi?
    Sputa pure il rospo, cosa ti porta a Konoha?


    Lo invitò con tono informale, abituato ai modi del kiriano.
    Mentre Akira aveva una luce differente negli occhi dopo gli eventi dell’Abete, Raizen era sostanzialmente immutato, se non per un taglio di capelli radicale che aveva lasciato solamente un giovanile quanto aggressivo moicano sulla sua testa.
    Maledetta Oto.

     
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    II


    Non ci volle più di un paio di minuti affinché uno degli uomini di guardia sulle mura scese per riferire al solitario viaggiatore gli esiti della sua richiesta. Oh, grazie mille, molto gentile. Non c'è bisogno, d'altronde non sono sicuro di dover entrare. Seguii l'uomo... E, nel mentre, stavo già tirando fuori da sotto il mantello la mia solita borraccia, dalla quale bevvi un gran sorso. Era quasi finita. Mmhh... Un po' di acqua fresca la accetto ben volentieri però. E' importante rimanere idratati, giusto? Sorrisi, lanciando gentilmente la borraccia al guardiano, mentre mettevo piede nella guardiola. Oh... E pensare che immaginavo che fare il guardiano a Kiri facesse schifo... Mi spiace, amico. Diedi una leggera pacca sulla spalla, andandomi a sedere con le gambe incrociate sul piccolo tavolo che insisteva in quella minuscola stanzetta.
    Il guardiano, forse leggermente controvoglia, riempì la borraccia per porgermela di nuovo, proprio nel momento in cui Raizen Ikigami fece il suo ingresso nel gabbiotto. Oh, buongiorno! Esclamai, saltando giù dal tavolo.
    la guardia venne liquidata, quindi rimanemmo ben presto soli. E L'Hokage non si perse di certo in chiacchiere.
    Ti ricordi bene, la formalità non è il mio forte, ecco. Almeno non nelle parole, bado certamente più alla sostanza... Ma... C'è una cosa che devo chiederti adesso... E sento di non poter andare avanti se prima non te lo domando... Era fin dal suo ingresso nella guardiola che avevo capito che quel ninja era cambiato. Perché ti sei tagliato i capelli per somigliare ad un gallinaccio? Uff, ecco, l'ho detto. Pffff... Mi sento meglio. Non sai che peso mi son tolto... Bene, adesso riprendiamo. Presi un attimo di respiro, andando ad incrociare le braccia e appoggiandomi con il fondoschiena nuovamente al tavolino. Si, è passato un bel po'. Ho viaggiato molto in questi mesi, ho avuto raramente lo stesso tetto sopra la mia testa. Per quanto riguarda la Tregua... Per fortuna gli Hayate non si vedono più lì in giro dall'ultima volta... Lo avrai saputo, no? Mentre te eri lì a offrirgli tregue, collaborazioni o alleanze, loro, alle nostre spalle, avevano rapito decine e decine di abitanti dell'Abete... Il mio tono era grave, come il mio sguardo. Le questioni della Tregua saranno risolte solo quando avrò mandato all'inferno l'ultimo degli Hayate. Per quanto riguarda Itai... Cambiai il discorso. Se ne sta occupando Kensei, per quanto la cosa preoccupi anche me... Sono sincero, non conosco molte informazioni a riguardo, ho deciso deliberatamente di non occuparmene perché attualmente ho diversi obiettivi dinanzi a me... Posso dirti, però, almeno una cosa: se le notizie che abbiamo sono ancora valide, non è morto. Distolsi lo sguardo, triste, mentre i pensieri vagarono per un istante.
    Li ricacciai via immediatamente.
    In realtà, non lo so per certo neanche io. Sono qui perché sto cercando una persona e, se le informazioni in mio possesso sono giuste, tu sai dove si trova... Ho preferito farti chiamare, evitando di entrare, non sapendo appunto se fosse necessario. E poi, anche se la persona che sto cercando si trovasse a Konoha, avrei dovuto montare una discussione interminabile con le tue infallibili guardie, dato che il motivo per cui sto cercando la stessa persona è inerente ad una spada. Anche qui andiamo avanti con quella stronzata della consegna dell'equipaggiamento, immagino. Ridacchiai, dato che consideravo quella prassi una cosa assolutamente ridicola fin da quando facevo io il guardiano alla Nebbia. Comunque, l'uomo che sto cercando si chiama Meku. Meku, il fabbro. Divertente, sembra che il suo mestiere faccia parte della sua stessa persona. Devo chiedergli un paio di cortesie... Per lo più, inerenti a questo. Sfilai da una delle tasche mio giubbotto da guerra il rotolo da richiamo guadagnato dal mio patto infernale. C'è una vecchia lama e, per quanto io stesso sia un fabbro niente male, mi hanno indicato lui come persona a cui rivolgermi per rimetterla in sesto... Allora, sono nel posto giusto?
     
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    Meku l'Introvabile


    II







    Il guardiano sorrise al commento di Akira sulla piccola stanza.

    Questo è un posto di passaggio, non ci si dovrebbe stare a lungo, perché mai farlo comodo?
    Gli uffici sopra alle mura sono meglio, anche se eccezion fatta per quello del capo guardiano sono ugualmente spartani seppur più comodi e spaziosi.


    Quando gli porse nuovamente la borraccia lo fece con un ghigno, pareva essere convinto che quell’acqua potesse essere ben migliore di quella di Kiri.

    Acqua vera, senza sal…!

    Aveva visto Raizen e poggiò rapidamente la borraccia prima di salutare e venir congedato.

    Magari l’avessi fatto di spontanea volontà, ci ero affezionato sai?

    Disse riavviandosi i capelli rimasti in cima alla testa con fare nostalgico quando Akira notò il drastico cambiamento

    Diciamo che gli errori vanno pagati, a volte un dito, altre un braccio… altre un demone.
    Questa volta è toccato ai capelli, e tutto sommato non è andata male.


    C’era un velo di tristezza ma non era facile capire tra quale di quegli esempi che erano più ricordi cadesse.

    Mi fa piacere, ma come ti spiegai non gli offrivo da bere, cercavo di ottenere il massimo da una situazione già corrotta anche perchè ricercare dell'etica nella vita che conduciamo non è facilissimo.
    Non ho mai trovato che perseguire la vendetta nel più rapido e annichilente dei modi fosse il giusto modo di portare rispetto ai morti.
    Ma mi fa piacere che a muovere le tue decisioni sia stata comunque una forma di giustizia.


    Lo sollevò sapere che Itai non era morto, avevano condiviso parecchio e lo reputava un amico, sapere che era svanito nel nulla non fu una bella notizia, ed a mente fredda forse fu una delle cause che alzò la tensione con Kensei, era evidente dallo sguardo di Akira che c’era dell’altro ma pareva avesse detto tutto su Itai quindi non indagò oltre, era probabile che fosse coinvolto più del mizukage in quella storia.
    La parte successiva gli piacque meno, non era grave visto che le informazioni giunte ad Akira non erano poi di chissà quale peso, ma era evidente che qualcuno avesse raccontato dei suoi affari al kiriano se lui sapeva della sua connessione con Meku.
    Inspirò, e si poteva percepire dalla durata del gesto che stava cacciando un piccolo fastidio.

    Si, so di Meku e io stesso ho della roba in sospeso con lui proprio dai tempi dell’abete.
    Come potrei non sapere di lui, sono il suo allievo dopotutto.
    E anche l’unico sotto i cento anni, capirai che dopo un tale lasso di tempo a fare lo stesso mestiere questo ti si salda addosso.


    Fece un cenno della testa verso il rotolo.

    Puoi aprirlo?
    Magari posso anticiparti qualcosa, Meku non è proprio il più piacevole degli individui con cui avere a che fare, credimi, vorresti evitarlo.
    Non so a che livello tu sia con questo genere di conoscenze o chi ti abbia mandato da lui, ma se è una lama non ho nulla da invidiare al Fabbro.


    Senza contare quelle incantevoli pagine di suggerimenti che portavano il nome di “la leggenda della spada eterna”.

    Comunque si, dovresti essere nel posto giusto, ma chi te lo ha indicato?
    Meku è un tipo abbastanza schivo, fatico a pensare già che qualcuno lo reputi più che una leggenda, figurarsi che sia vivo e che sappia che sta a Konoha.


    Mentre Akira rispondeva, se l’avesse estratta avrebbe osservato la lama, chiaramente interessato come un qualsiasi artigiano lo sarebbe nell’osservare il lavoro di un collega in cerca di errori o piccoli dettagli che ne indicassero provenienza e autore.

    Immaginavo che fosse particolare servendoti Meku, ma ora comprendo che la sua fame non la rende adatta a chiunque.
    Cosa è questa spada?


    Chiese riportando il suo sguardo verso il kiriano.
    Se non gli fosse stata mostrata avrebbe atteso le sue risposte ma non prima di rinfrescare la memoria di Akira con un piccolo aneddoto.

    L’hai dimenticato evidentemente, ma la prima volta che sei stato a Konoha, o almeno credo che sia la prima, era perché un tuo compaesano cercò di farsi saltare in aria nel mio ufficio.
    Peccato che era così cretino da aver dimenticato di essere stato perquisito all’ingresso.


    Sorrise rallegrato dall’episodio.

    È stata una delle poche vole che l’opinione pubblica non se l’è presa con me.

    Aggiunse infine.

     
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    III


    Se il guardiano mi avesse guardato, mentre tentava in maniera alquanto scontata di provocarmi, non avrebbe visto altro che totale indifferenza, dato che mi ero già dimenticato della sua esistenza mentre come un cagnolino abbandonava la stanza.
    Ci mancherebbe che tu non lo abbia fatto apposta! Esclamai, mentre attendevo che l'Hokage giustificasse il suo taglio. Fai molti errori... A quanto sento. Risposi, mentre lo ascoltavo difendersi su quella che era stata la debole linea diplomatica dell'Abete.
    Era imbarazzante per quanto quel pensiero sarebbe potuto uscire direttamente dalla bocca di Kensei, o di molti altri ninja. Ed è per questo che potrete essere anche grandi ninja, ma vi comportate da piccoli uomini. Giustizia... E' divertente come vi piaccia pensare che ci siano molti significati di giustizia, quasi per auto giustificare le vostre azioni, che hanno poi, alla fin fine, un unico vero scopo... E che si allontana quanto più possibile dal significato che dovrebbe avere veramente la parola... Andiamo avanti, comunque... Tagliai corto.
    Erano tutti uguali, ed era per questo che il mondo faceva schifo.
    Io avevo scelto di cercare di essere qualcosa di diverso, anche al costo di perdere tutto ciò che era importante per me...
    Attesi che l'Hokage terminasse di parlare prima di rispondere, ma almeno seppi immediatamente che la strada non era stata vana. Oh, fantastico, quindi è qui. Quasi non ci speravo. Grattai la mia testa blu. Pensa che noia... Una vita tra polvere, fuoco e metallo. Raizen propose poi di aprire il rotolo, per mostrarglielo. Uhm? Che tipo di spada c'è dentro? In realtà, non ne ho idea. E' in mia compagnia da qualche settimana ormai, e non l'ho mai aperto. Le uniche informazioni che ho sul contenuto te le ho dette. Ma non voglio rovinarmi la sorpresa, adesso che sono così vicino; se mi accompagnerai, lo scopriremo insieme. Rimisi il rotolo al suo posto. In realtà mi hai dato più informazioni te che la persona che mi ha diretto verso da te, scusa il gioco delle parole. Sapevo che lo avevi aiutato a scappare da qualche posto, o salvarlo da qualcuno, insomma una cosa così, non ricordo. Ma quel giorno non eri solo. Ecco la risposta alla tua domanda. Il riferimento al mercenario dai molti nomi era fin troppo evidente. Ma, ti ripeto, non avevo idea, solo una speranza, che vivesse qui alla Foglia.
    Alla fine non mi rimase altro che ridere. Prima ed unica volta, fino ad oggi! Ahahah! E ti stai riferendo allo stesso idiota a cui ho tagliato la testa del collo... Ahahah! Forse mi vorrai dire che una cartabomba e qualche pezzo di metallo avrebbe dato un esito diverso a quell'incontro? La domanda era ovviamente retorica. Adesso, ritorniamo a discorsi seri... Che fai, mi accompagni da questo spiacevole fabbro? Sarà la vicinanza, ma adesso sono ancora più curioso di vedere questa spada... E se ancora hai delle questioni aperte con lui dall'Abete, magari, dopo tanto tempo, è arrivato il momento di chiuderle...
    Presi una pausa.
    Una volta per tutte. E solo successivamente avrebbe capito il vero significato di quelle parole.

     
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    Ad un Passo dalla Porta


    III







    Annuì quando la sua coscienza, nel dirgli che faceva molti errori, vestì i lineamenti di Akira.

    Si, generalmente riesco a porre rimedio, ma per questi ci vorranno un paio d’anni, anche se ci sto facendo l'abitudine tutto sommato, ma non siamo certo qui per discutere di capelli ahah!

    Il discorso sulla giustizia lo toccò ben poco, era ormai consapevole del fatto che tutti avessero una loro sfumatura di quella parola, Akira lo affermava avendone una propria e credendola l’unica possibile e lo confermava dicendo che come Raizen tanti altri avevano la loro.

    Non penso la giustizia mi appartenga, e non penso appartenga agli uomini in generale, per questo ho a malapena sfiorato il termine mentre definivo le mie azioni, ed anzi, ho definito il tuo agire più giusto, o quantomeno, più comune.
    Ma di certo affermare che sia l’unico, o il più giusto è un po' un… no lascia perdere, staremmo ore a filosofeggiare solo per difendere le nostre posizioni con l’unico risultato che ognuno starà comunque sulle proprie.


    Tagliò il discorso senza problemi, era comunque una sterile polemica ed alla fine dei conti la cosa lo riguardava poco, stavano comunque dalla stessa parte, e tanto bastava.
    Rimase però sorpreso, quasi esterrefatto quando Akira gli disse di non aver guardato all’interno del rotolo.

    Davvero?
    E neanche adesso che sai che stiamo andando da un fabbro immortale non vuoi darci un occhio?


    Ricevuta una seconda risposta negativa allargò ulteriormente gli occhi.

    Vorrei avere la tua leggerezza a volte.
    Quindi per quanto ne sai al momento li dentro potrebbe tranquillamente esserci una spugna gigante, te la dai a Meku e quello ti trasforma in sgrassatore per pavimenti.
    Ora ingigantisco la cosa ma intendiamoci, potrebbe tranquillamente esserci qualcosa di poco gradevole, e non lo dico solo per curiosità.


    Ricevuta la sua risposta, che confermava il suo leggero sospetto sul mercenario, sbuffò, ma dopotutto senza pagamento non poteva neanche pretenderne il totale silenzio, inoltre le informazioni non erano eccessivamente sensibili.

    Mh.
    Capisco, immaginavo che il mercenario non tenesse troppo strette le notizie.
    Però chiederò a te di farlo, Meku non vuole essere disturbato ed è una risorsa utile ed importante come tu stesso stai sperimentando, non voglio avere al villaggio persone che vadano alla sua ricerca.
    Praticamente non esiste e tale deve restare.


    Era estremamente serio, ma non cercò ulteriori conferme, Akira non era stupido ed il fatto che Itai si fidasse di lui era sufficiente per Raizen a non chiedere ulteriori conferme.

    Tagliato la testa?

    L’Hokage non potè evitare di sobbalzare nuovamente.

    Era cretino e va bene, ma che diavolo avrebbe fatto per una simile esecuzione?!?
    Se non ricordo male tu non sei certamente un boia!
    E comunque certo che le cartebomba non avrebbero cambiato nulla, ma potrei non essere l’unico obiettivo di un simile svitato, se si fosse approcciato ad un genin o ad un semplice cittadino?
    Meglio evitare almeno una parte dei problemi no?


    Ottenute le sue risposte si sarebbe alzato, ma prima di guadagnare l’uscita si sarebbe fermato.

    Un ultima domanda Akira.
    Una scomoda domanda e poi anche un favore.
    So che per quanto tu possa essere stato lontano da Kiri al suo interno non sei uno shinobi qualsiasi, le tue spade lo dimostrano.
    L’ultima volta che sono stato a Kiri non è stato piacevole, ma non voglio certo parlare di politica kiriana, ciò che voglio sapere è quanto l’accademia così com’è sia cara ad un cittadino di Kiri, ad Akira Hozuki.


    Tratte le sue conclusioni sarebbe passato al favore a meno di risposte particolarmente avverse o assenti o che lasciassero intendere un avversione dell’intero paese dell’acqua verso l’accademia sarebbe passato al favore.

    Quando tornerai a Kiri, e se non hai intenzione di farlo dopo questa storia magari scrivi un comunicato, di al mizukage… che se accetta le mie scuse potremmo parlare di accademia come si confà a due Kage.
    Non lo faccio direttamente perché se lo riterrai opportuno potrai aggiungere che non è stato così male dialogare con me, dopotutto.
    O no?


    Abbozzo un sorriso amichevole.
    Se invece non ci fosse stato spazio per il ramoscello d’ulivo allora la porta sarebbe rimasta chiusa.

    E quindi per quale ragione io dovrei farti un favore e correre il rischio di avere quel rotolo che contiene chissà cosa attorno al villaggio?

     
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    Il Primo Nome


    IV


    Superammo i discorsi riguardanti il taglio di capelli e la "giustizia", per quanto quest'ultimo era ben più importante rispetto al primo. Su quello l'Hokage aveva ragione, non aveva senso rimanere lì a discutere sul significato della parola e, soprattutto, su come questa potesse - anche solo astrattamente - appartenere alla vita dei ninja. L'unica cosa che ci differenzia, o almeno che ci dovrebbe differenziare, con il male che inghiotte il mondo, è proprio questo... Cosa saremmo se non ci impegnassimo a fare di questo mondo un posto più giusto? E non per un Villaggio, non per l'Accademia, ma per tutti... Hai ragione, andiamo avanti, non è questo il modo né il tempo per tali considerazioni.
    A quelle parole seguì la reazione di vera incredulità di Raizen. Era davvero così difficile immaginare che non avevo ancora guardato dentro un rotolo che doveva contenere un'antica spada? In effetti si, e avrei scommesso che lo sarebbe stato ancora di più se avesse saputo che proveniva direttamente dal mondo degli Inferi.
    In tutto quello, mi limitai a fare spallucce, con un'espressione quasi di ricambiata incredulità. Beh... Si, se la guardassi adesso, che divertimento ci sarebbe? Domandai, quasi ingenuamente. Fidati, ho i miei motivi per non dubitare del suo contenuto... Appena saremo da Meku sentirai tutta la storia, te lo prometto. Rassicurai l'Hokage.
    Per quel che riguarda il Kaguya, ripeto, non era al corrente che vivesse qui, sapeva solo che - con ogni probabilità - tu avresti saputo indicarmi la sua posizione. Affermai, mentre ascoltavo le parole della Montagna. Non sapevo vivesse così nell'anonimato... Mi hai detto che è immortale, solitamente chi è immortale vive nella convinzione che il resto del mondo debba essere a conoscenza della loro innaturale condizione, quindi mi fa strano... Va bene, non ti preoccupare. Manterrò il segreto... Conclusi, mentre l'Hokage sobbalzava.
    La notizia sulla morte di Seinji sfuggiva al suo ventaglio di notizie, evidentemente. Purtroppo è andata così. Come puoi capire, anche se non mi conosci bene, non avrei voluto, ma è stato necessario. Ti taglio i dettagli irrilevanti, ma durante l'attacco di Cantha alla Nebbia era impazzito, di nuovo. Se non fossi stato lì avrebbe fatto una piccola carneficina di genin e studenti della Nebbia, non c'era possibilità di recupero alcuno... Era un uomo ambiguo e veramente folle, con ogni probabilità è stato meglio così...
    Dopo quelle risposte, Raizen si sarebbe alzato, avvicinandosi alla porta, prima di fermarsi e voltarsi nuovamente verso di me.
    C'era un'ultima questione, e quindi un favore, a soddisfacimento anticipato del credito che stavo per maturare. Mh? Le parole furono inaspettate, ma pensai di aver colto il loro significato. Come ti ho detto anche io, la mia presenza a Kiri è ormai poco più che saltuaria... Ma credo di aver capito dalle tue parole che devi aver avuto qualche diverbio con Kensei. Non che sia difficile avere diverbi con Kensei, eh, te ne do atto. Non sono un ninja come gli altri, ma ho abbandonato ogni mio ruolo, rifiutando anche la nomina a Mizukage... Attirandomi anche un po' di ire da parte di qualcuno, ad essere onesto... Ma ho comunque la mia autorità, anche verso Kensei. Penso di essere uno dei pochi che è in grado di farlo ragionare, questo perché lui riconosce in me dei valori e delle qualità che ammira naturalmente, sebbene poi nei suoi comportamenti finisce, solitamente, per distanziarsene... Credo fortemente nell'Accademia e in quel che rappresenta, anzi, penso che ognuno di noi debba impegnarsi di più... Per fare dell'Alleanza ancora qualcosa di maggiore. Il collegamento con il mio concetto di giustizia adesso non era più casuale. E presto, come Hokage, avrai una prova materiale di tutto ciò. Conclusi forse enigmaticamente, credendo di aver dato una risposta esaustiva alla sua domanda.
    Venne il tempo del favore. Uhm? Tutto qui? Pensavo qualcosa di più gravoso... Non mancherò, anche se sono abbastanza certo che dovrò essere io presente e dare un colpettino sulla testa di latta di Kensei per farla ragionare a modo. Mi avvicinai alla porta, superando l'Hokage e guadagnando l'uscita, mentre davo una pacca sulla grande spalla del ninja.
    Sebbene la differenza di stazza fosse notevole, la mia stamina e il mio vigore non erano di meno a nessuno. Dai fatti dell'Abete ne ero uscito rinato, letteralmente... Sapevo di non dover guardare più nessuno dal basso verso l'alto.
    Allora, fai strada?

     
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    Verso Meku


    IV







    Ad Akira piaceva avere l’ultima parola, e Raizen gliela lasciò senza problemi, annuendo sentitamente alle sue parole.

    Te l’ho detto, Meku è particolare, anche ostinatamente insondabile, penso senta di avere più di una colpa addosso anche se non so per cosa, e forse cerca di porre rimedio al passato… non lo so, ma è sicuramente particolare come persona, forse una delle poche a cui l’immortalità ha insegnato qualcosa di importante.
    O magari è ancora più abile di ciò che sembra e io sto solo tessendo le lodi di un gran criminale.


    Verità o meno non potè fare a meno di credere al racconto di Akira su Seiji, aveva visto come si comportava quell’uomo e non c’era dubbio che ogni tanto qualche rotella saltasse il giro.

    Incredibile, durante una situazione d’emergenza simile poi.
    Non si sa tanto dell’attacco di Cantha a Kiri comunque, neanche tra le alte cariche.


    La buttò lì, senza dare troppo peso al fatto che qualcosa abboccasse o meno.

    Eh si…

    Confermò quando il jonin dimostrò di aver colto la richiesta e gli attriti con Kensei, ma tacendo riguardo a quale mizukage fosse stato meglio per il paese dell’acqua.

    Ne sono sinceramente felice.

    Rispose nel sentire nelle parole di Akira la fedeltà verso l’unica cosa che poteva salvare i villaggi dalle molteplici minacce che li circondavano, gli diede una pacca di rimando, pesante come poteva esserlo la pacca di un uomo di quella stazza ed indicò la strada davanti a loro.

    Faccio strada.

    Uscendo fece un fischio al guardiano per indicargli di chiudere la guardiola, espirò consapevole che quella era una cosa ben lontana dall’essere una gita di piacere.

    Credo che Meku e il Coraggio condividano qualcosa ta le quali almeno una pergamena di Indra e se sai che quantità di conoscenze contengono immaginerai che non sono connessioni su cui soprassedere, non so niente oltre questo, ma potrebbe avere a che fare con i conti che ho in sospeso con lui.
    Giusto per ricordarti che non è solamente un fabbro dal talento indiscutibile.


    E con la ciliegina piazzata sopra la torta si incamminarono.
     
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    Falce dei Kaguya


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    Il viale dei ricordi


    Le Porte di Konoha



    Quanti ricordi che mi tornano in mente! Ho un pò di nostalgia...
    Fratello, con te è sempre così.
    Ha ragione, Discendente. Poi sono tutti ricordi anche un pò dubbi.
    Questa è un'esagerazione, Antenata.
    Dici? A Suna il tuo primo ricordo è stato di quanto un tizio pelato ha pensato di farsi saltare in aria, durante delle trattative di pace.
    Ad Oto di come alle Mura hai incontrato una ragazzetta di Suna e poi una qualche locandiera otese, birbante di un Ossicino.
    E nel tuo stesso villaggio, di quando da genin le mura furono fatte saltare in aria, mentre tu eri di guardia.
    Due casi su tre, tra l'altro, dimostrano la mia teoria sul fatto che porti tanta sfiga dovunque vai, da vivo come da morto, Ossicino! AHAHAHAHAH!!!
    Zitto, Mostro! E qui, comunque non è stato un caso sfortunato quello che è successo: è stato voluto.
    Sì, ma come puoi avere nostalgia di quando sei arrivato qui per dichiarare guerra?
    Perché è stato incredibilmente divertente arrivare a queste mura su Sobek e lasciare che il coccodrillo bussasse, con un paio di colpi della sua coda gigante.
    Esatto! Divertentissimo!
    Sembra una cosa simpatica da fare anche a me!
    Fenici Immortali, sono circondato da pazzi psicotici.
    Comprendo la tua rassegnazione, Spirito della Fenice.
    Grazie, Antenata.
    In ogni caso, potrei evocare Bennu ed usare lui per bussare alle porte di Konoha, con il becco?
    Magari una strategia meno indisponente? Stiamo giungendo alla Foglia per commerciare informazioni.
    Sì, Fratello, hai ragione, però vorrei sottolineare che non è per niente divertente.

    Il Risorto, in effetti, era appena giunto nei pressi delle Mura di Konoha, che si stagliavano maestose all'esterno del bosco che circondava il villaggio.
    Proveniva dalla Pioggia, quindi era arrivato nei pressi dell'ingresso occidentale del villaggio ed ora era lì fermo, chiedendosi il da farsi, letteralmente.

    Che facciamo? Bussiamo? Urliamo? Io sono ancora dell'idea che una fenice gigante dia l'idea migliore.
    Non se vuoi farne uso per colpire le Mura, non è un gesto cordiale.
    Stiamo parlando del villaggio della Foglia, dai!
    E questo che vorrebbe dire?
    Ai tempi di Shika finsero di uccidermi un genin qui, permettimi che la cosa mi ha infastidito non poco, dovremmo ricordargli che non si scherza con i Kaguya!
    Potresti intrufolarti usando il sasso, Ossicino!
    Bella idea, Mostro! Sarebbe divertente, spuntiamo al di là delle Mura direttamente.
    Così tutti i ninja della Foglia ci vengono a cercare per catturarci, geniale! State zitti tutti e due ed agiamo nel modo consono!

    Così, il Kaguya si sarebbe avvicinato ulteriormente alle Mura ed avrebbe urlato verso chiunque avesse potuto notare sulle stesse di guardia: Salve! Vorrei parlare con il vostro Juudaime Hokage, la Montagna-san! Ditegli che..., si fermò un attimo.
    Con quale nome ci conosce Raizen?
    Un pò tutti, temo.
    Ditegli che il Kaguya della Falce Nera vuole un incontro con lui., affermò, prima di ricordarsi un ulteriore particolare: Sappiate, inoltre, che non indosso armi, esclusi due sassi ed un mantello. E mi rifiuto di lasciarvi tanto i primi quanto il secondo., avrebbe concluso.
    Nel mantello abbiamo quattro falci grandi quanto una persona ognuna.
    Sottigliezze, Fratello.
    Uno dei sassi ci fa oltrepassare ogni superficie solida, mentre il secondo ci dà un vantaggio ad Ame.
    Informazione che non è necessario sappiano, Mostro.

    Comunque, avresti potuto dire al Barattolino che dovevi incontrare l'Hokage, sarebbe stato contento.
    Dubito che il Juudaime di Kiri sia mai contento e soprattutto per qualcosa che riguarda il Juudaime di Konoha.
    Non sono problemi nostri, per questo è stato più saggio non dirgli niente.
    Anche perché avrebbe voluto sapere cosa dovevamo discutere qui, forse, ed è meglio evitare complicazioni almeno su quello che vogliamo chiedere all'Hokage.
    Verissimo, fratello.

    E mentre quella piccola disquisizione andava avanti, il Risorto avrebbe atteso segni di vita alle Mura di Konoha.
     
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    Mentre si avvicinava alle mura il Kaguya potè notare come l’organizzazione delle mura fosse ben differente da come la ricordava, nelle vicinanze della cinta muraria era infatti stato lasciato parecchio più spazio ad un semplice manto erboso pianeggiante che rendeva quindi impossibile saltare direttamente dagli alberi alle mura, rendendo obbligatoria la passeggiata nel fossato asciutto.
    Oltre quello però si poteva notificare ben poco, le difese utili per i civili potevano infatti trasformarsi in dei vantaggi per dei ninja, e quanto la strategia difensiva delle mura era stata riprogettata si era scelto di concentrarsi sull’avvistamento e la fortificazione tagliando sulle spese dovute alla manutenzione di fossati allagati o scarpate troppo alte.
    Risparmi che avevano permesso di innalzare le mura fino a quindici metri, altezza sicuramente incrementabile, ma probabilmente limitata con lo stesso criterio con cui era stata scartata l’ingegneria militare più raffinata.
    Nella spanata tra il bosco e le mura potè notare come la sua presenza allertò più di un ninja lì presente in una catena di segnali sonori, simili ma non identici a quelli udibili in natura, che allertarono una fetta consistente del perimetro. Certo persino nella tesa monotonia dei turni di guardia si poteva sentire qualche verso fin troppo originale, ma era evidente che aveva degli occhi addosso.
    Quando iniziò ad urlare, segno che era sua intenzione accedere al villaggio il cancello rimase immobile, inutile aprirlo per una singola persona, tuttavia il battere di una serie di passanti indicava, come avrebbe visto a breve, che una porta minore si stava aprendo rivelando un ninja abbastanza anonimo. Una bandana nera sulla testa con applicato il simbolo della foglia, uno sguardo attento, e un giubbetto tattico.

    Calma, calma!
    Non serve urlare!
    Non capisco come mai nessuno si avvicini alla porta minore.
    Mai.


    Fece un cortese inchino.

    Sono il guardiano di turno, Benjiro.
    Se non vuole depositare le armi dovrò farle aspettare l’Hokage, di solito non impiega tanto ad arrivare, se non è presente qualcuno direttamente nominato da lui nel turno di guardia non ci è possibile assumerci la responsabilità di ninja che rifiutano di depositare le armi.


    Aveva parlato specificatamente di armi, segno che, per quanto non supportato da particolari espressioni o flessioni del tono della voce, non aveva creduto che l’uomo avesse con se esclusivamente quelle poche cose.
    Il Guardiano nell’attesa mise le mani dietro la schiena, bofonchiando a mezza voce una hit che gli era evidentemente rimasta in testa, pareva fosse un testo molto veloce a sfondo politico, dalle idee marcatamente socialdemocratiche che ironizzava sull’uomo di ferro che non sarebbe potuto sfuggire al rosso, quello della ruggine.
    Nonostante l’aria leggera che si respirava il guardiano conservava comunque una composta attenzione, il suo sguardo dardeggiava verso Feng ad ogni spostamento e cercava di mantenere costante la distanza tra loro in modo da non ritrovarselo immediatamente al collo.

    Ma dica, da dove viene?
    Solitamente a questo ingresso arrivano gli otesi, ma credo che l’ultimo Kaguya otese sia morto da un pezzo.


    Era una domanda come un altra per spezzare il silenzio imposto dall’attesa, e se l’Asso avesse risposto dopo meno di dieci minuti sarebbe arrivato qualcuno ad interromperli.

    Oh, sembra che non sia arrivato l’Hokage.
    Beh, buona passeggiata.


    Il Ninja avrebbe quindi dato il cambio a…

    [Qualche minuto prima]

    L’ufficio dell’Hokage, quello nuovo, era un ambiente piacevole e moderno, una copiosa quantità di luce lo investiva durante tutto il giorno e le grandi finestre avevano un ottima visuale praticamente su tutto il villaggio. L’aveva fatto arredare in modo che potesse assolvere sia al mero lavoro d’ufficio che come luogo di rappresentanza con una parete interamente dedicata a quello che poteva paragonarsi ad un salotto con ampie poltrone, un luogo da incontri ufficiali.
    Un ambiente a cui Youkai poteva accedere, portando nelle monotone giornate di lavoro stickers e supposizioni su praticamente qualsiasi forma geometrica che avesse tre lati e comparisse in supporti sospetti come cartoni della pizza, cartelli, portapenne e chissà quale altro oggetto del creato.

    Si, Youkai, si.
    No, Youkai, no.


    Erano risposte preimpostate, impostava sempre quelle quando Il chunin finiva di ordinare i suoi documenti e non aveva altro da organizzare, entrambi si erano abituati, l’uno ad accontentarsi di 3 parole, l’altro ad ignorare praticamente tutto selezionando la manciata di informazioni importanti tra le lamentele della mensa
    che non gli permettevano di riempire la tazza con le bibite più di tre volte, o della puntata in cui spoderguy cambia costume con uno che non gli piaceva.
    E poi, finalmente, un trillo.
    Salvezza.
    Un velo si alzò dai suoi occhi mentre tornava alla realtà.
    Sorrise.

    Youkai, credo sia una chiamata.

    Quello però cercava di ignorarla.

    Youkai è il segnale dalle mura, rispondi.

    Quando il segretario rientrò nell’ufficio lo trovò già con l’equipaggiamento addosso.

    Beh, direi che hai un personaggio da accogliere.
    Entrare non serve, portalo direttamente alla montagna degli hokage, aspetterò sopra il volto del settimo.
    Mi raccomando, professionale e fai in fretta, hai cinque minuti.


    Solo un istante dopo averlo pronunciato si rese conto di quanto poteva essere pericoloso dire a Youkai di essere professionale.

    [Presente]

    ...Youkai, l'unico Uzumaki di tutta Konoha.
     
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    Il Principe Azzurro


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    Il rosso era particolarmente agitato quella mattina. Gli capitava relativamente spesso dal ritorno di quella tremenda missione. Il trauma di quella giornata lo aveva ossessionato nei riguardi di quella misteriosa associazione, al punto da ricercali ovunque con così tanta minuzia che persino i pochi shinobi che avevano assistito quella missione iniziavano a dubitare della loro reale esistenza o pericolosità.

    C'erano rotoli sparsi ovunque nell'ufficio, tutti aperti e poggiati perlopiù sul pavimento. C'erano una miriade di segni fatti in inchiostro scuro, alcuni tentativi falliti di fuinjutsu, altri disegni di ciò che gli capitava di vedere in giro (la gran parte di essi sembravano oggetti di ufficio, anche se non era semplicissimo riconoscerli) e moltissimi triangoli con svariati appunti di fianco. Tra i documenti sparsi, un intricato nodo di fili rossi cercava di collegare tutte le informazioni che lui riteneva utili. Aveva già iniziato a spiegare svariati di quei punti da un po', nonostante Raizen a malapena alzasse la testa dalle sue sicuramente poco importanti scartoffie. ...ed è proprio qui che ho pensato "perchè fare delle patatine a forma di triangolo? Hanno una forma comoda, le punte ti si piantano nelle gengive e il sale non fa che peggiorare la situazione! Una pessima scelta di design... Girava per la stanza con apparente calma, prima di sbattere con violenza un sacchetto di patatine sulla scrivania dell'Hokage. OPPURE UN SIMBOLO! Aprì il sacchetto con un gesto plateale, facendo cadere tutte le patatine sulla scrivania. Scommetto che la fabbrica stessa è uno dei loro covi segreti! Per non parlare di tutti quei questionari per poter creare "il gusto perfetto", da quando in qua una fabbrica si interessa a tal punto del consumatore da... Continuava a blaterare, zompettando in giro per la stanza cercando gli appunti necessari, sgranocchiando una delle patatine di tanto in tanto.

    E poi il trillo che risvegliò Raizen dal coma. Che il rosso ignorò, dato che stava solamente interrompendo il suo complesso ragionamento. E un po' anche perchè Youkai detestava le mura. Più volte avevano cercato di farlo lavorare lì davanti, e aveva odiato ogni singolo momento. Davanti a lui passavano un sacco di persone interessanti che non poteva seguire, per non parlare degli shinobi più sgarbati che rifiutavano di seguire il regolamento, o degli innumerevoli infiltrati che avevano ingannato il chunin con estrema facilità. Uno di loro lo aveva persino corrotto con un pupazzetto in edizione speciale di Spiderboy, regalo che il rosso aveva interpretato come ringraziamento per il suo incredibile lavoro. Ricordava ancora con dolore il momento del sequestro, non era nemmeno riuscito a portarlo a casa che gli era stato strappato via come "merce sospetta". Non ci avrebbe sofferto così tanto se solo Raizen avesse imparato a distinguere il merchandising originale dalle copie tarocche di scarsa qualità.

    Cercò di ignorare anche il secondo, ma Raizen non gli toglieva gli occhi di dosso. Mugolò sconfitto, roteando la testa annoiato e strisciando sconsolato verso il suo ufficio. Sembrava che ci fosse un ospite avesse richiesto esplicitamente la sua presenza all'esterno. Signor Raizen! Gridò, direttamente dal suo ufficio. E' il Kaguya dalla faccia nera! Ce l'ha un appuntamento? Certi jonin sembravano avere un pass gratuito per poter interrompere l'Hokage quando preferivano, bypassando tutte le pratiche burocratiche per prenotare un appuntamento. Tornato nella stanza dell'Hokage, lo trovò tutto ben vestito, quasi fosse pronto a partire per qualche missione. E adesso dove vai!? Io non avevo mica finito! Si lagnava, ma gli ordini erano stati dati, e con uno sbuffo iniziò a raccogliere i suoi rotoli, mettendoli da parte. Al sentir nominare la richiesta di essere professionale aggrottò la fronte, vagamente preoccupato. Oh. Dovrò cambiare cravatta.

    Uscì dall'ufficio con una certa fretta. Le mura erano ben lontane dall'Amministrazione, e Raizen gli aveva non solo chiesto di fare in fretta, ma anche di accompagnare l'ospite fino alla montagna! Per non parlare della richiesta di professionalità. Devo sbrigarmi, devo sbrigarmi! Mise mano al suo taccuino, che ormai aveva l'abitudine di portare con sè quando lavorava come segretario. Anche se alla fine della giornata c'erano più disegni annoiati e folli teorie complottiste, con qualche importante appuntamento nascosto tra un triangolo e uno sticker. Salì in sella della sua bicicletta, aveva un paio di negozi da visitare prima di dirigersi alle mura.


    Un breve tonfo seguito da un leggero trillo del capanellino della bicicletta anticipò il suo arrivo. Youkai fece finalmente capolino dalla porticina, ansimando avidamente. Huff, huff... A-ehm. Cerco il signor Kaguya. Indossava la sua semplice divisa da segretario, una camicia bianca con pantaloni scuri e scarpe eleganti, con una cravatta rosso fuoco e fiammeggiante, con il simbolo di Konoha sulla punta. In mano aveva una scatola con appiccicato sopra un foglietto con scritto "Kaguya". Avrebbe spalancato la bocca nel vederlo, restando ammutolito per qualche secondo dall'aspetto principesco del colosso biondo di fronte a sè. O-Oh! Io sono benvenuto, le do il... no. Arrossì visibilmente, inchinandosi in un misero tentativo di nascondere l'imbarazzo e porgendo la scatola a mani tese. Mi manda l'Hokage! Questo è un pacchettino di benvenuto. Si ricompose goffamente, sforzandosi di tenere la schiena ben dritta, lasciando qualche minuto al biondo per esplorarne il contenuto. Dentro ci aveva infilato (a spese dell'Hokage): dei dango per un delizioso spuntino, una sciarpa rossa con il simbolo di Konoha ricamato, un portachiavi raffigurante Kurama, tre buoni regalo da diversi negozi in centro città, una maglietta da turista medio (che al Kaguya sarebbe stata a dir poco attillata, sempre se fosse riuscito ad infilarvici almeno un braccio), una foto di Raizen con tanto di autografo (era diventato bravissimo ad imitare la sua firma) ed una rivista tipica konohaniana.

    Recuperò ulteriore fiato, fino a che il Kaguya non fosse stato pronto a partire. Ah, sì. L'appuntamento. Mi permetta, signor Bel Kaguya. Si morse un dito, facendo cadere una goccia di sangue a terra, che al contatto col terreno si allargò, mutando in un luminoso cerchio luminoso dal quale saltò fuori un buffo corgi dal pelo bianco e blu, che saltellò intorno ai due ospiti con evidente curiosità, prima di sedersi sotto ordine del suo evocatore. Tayoko. Abbiamo un ospite importante, e questa è un'emergenza. Il corgi ruotò appena la testa, incerto. Youkai indicò le mura, dandogli il suo ordine a testa alta. Aprici un portale per raggiungere la cima della montagna degli Hokage. Per favore. Tayoko mugolò, protestando. Ma dopotutto era un cucciolo, e nonostante il suo evocatore fosse ben consapevole di quanto una tecnica simile fosse problematica nelle lunghe distanze, di certo sapeva benissimo a cosa andava incontro. O almeno era quello che credeva. Abbaiò, e nel punto indicato dal suo evocatore, un portale come quello utilizzato per evocarlo apparì proprio sul bordo delle mura. Anche se non trovarono esattamente ciò che Youkai si aspettava.


    Sconsolato dal quo fallimento, il ragazzino iniziò subito ad impanicarsi portando le mani tra i capelli. Cosa faccio adesso, cosa faccio? Il signor Raizen ha richiesto la sua presenza sulla cima del monte, ma se non posso usare i portali non so come arrivarci in fretta! Se solo avessero avuto le ali.
     
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