Ospedale di Oto

[Gestionale]

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  1. Kojitsu
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    Alzando faticosamente lo sguardo tentavo di guardare oltre i confini di quella stanza, ma pareva non ci fosse nessuno nell'ospedale. Il mio corpo mi arrecava incredibili dolori, e i miei occhi erano molto stanchi nel restare aperti. Finalmente una ragazza, dall'aria doveva trattarsi di un'infermiera o un dottore, si avvicinò a me offrendomi il suo aiuto. Avevo un'insolita fiducia in quella ragazza, determina forse dalle circostanze nelle quali mi trovavo. Non avevo altra scelta. Appoggiai il braccio sulla sua spalla, e così mi portò in una stanza vicina, ove mi aiutò a distendermi su un lettino. Ora che ci penso doveva essere alquanto strano per quella gentile ragazza vedere un bambino di appena 10 anni, barcollare ai piedi di un ospedale, completamente solo.

    "Ko..Kojitsu.. del clan degli incantatori.."

    In quel momento i brillanti e violacei occhi di quella signorina, smisero di riflettersi dai miei.

    "Sc..scusa.. se socchiudo gli occhi.. ma sono stanco.. molto stanco.."

    Dai suoi passi dedussi che si stesse infilando le vesti tipiche del suo mestiere. Così in quegli attimi le raccontai l'intero accaduto.

    "Ho.. combattuto contro un ragazzino di Konhoa.. e lo scontro ha portato a ciò.. ma i danni più gravi.. me li sono arrecati da solo per attaccare e porre fine allo scontro.. per l'onore del clan e del villaggio.."

     
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    Shinodari lasciò che il ragazzino chiudesse gli occhi...
    Era molto affaticato e aveva bisogno di recuperare le forze.


    Osservò il braccio che si erano lesionato da solo... Chiari segni di un errato consumo di chakra che non aveva saputo padroneggiare.

    Onore del clan e del villaggio...

    Parole pronunciate dalla bocca di un bambino, ma non per questo prive di importanza...

    Era la seconda persona che incontrava ad aver intrapreso la via del ninja ad un'età così giovane.

    Per fortuna erano ferite da cui Kojitsu avrebbe recuperato completamente...
    Per quella notte l'avrebbe comunque tenuto in Ospedale in osservazione.


    Dopo aver prestato le prime cure agendo su entrambi gli arti e ripristinato il chakra consumato dal ragazzino, Shinodari decise di preparare una delle stanze per la degenza.

    -Rimani disteso, mentre io sbrigo alcune faccende in ospedale. Questa notte dormirai qui perchè voglio controllare la tua velocità di recupero.-

    spiegò.

    Naturalmente era implicito che avrebbe vegliato il giovanissimo ninja tutta la notte.

    Dopo gli accadimenti di cui era stata testimone insieme a Febh e la strana atmosfera che aleggiava nel villaggio, mai e poi mai avrebbe lasciato da solo Kojitsu.
     
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  3. Kojitsu
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    "Mi affido a lei signorina Shinodari.."

    Aprii gli occhi, poi li socchiusi subito dopo trovando il tepore di un lungo sonno.
     
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    Shinodari lo lasciò riposare...

    Preparò la stanza sistemando una poltroncina vicino il letto.

    Pose sul tavolino i medicinali che gli avrebbe somministrato durante la notte e trasferì il giovanissimo ninja mentre era ancora addormentato.

    Decise di somministrargli un leggero sonnifero in modo da farlo dormire senza interruzioni.

    Durante la notte le luci di emergenza dei corridoi e l'innaturale silenzio conferivano all'ospedale un che di sinistro, ma la porta chiusa sembrava tenere queste sensazioni negative all'esterno.

    Shinodari vegliò Kojitsu tutta la notte, concedendosi qualche ora di sonno solo dopo il sorgere del sole quando le condizioni del paziente erano sulla via del miglioramento.

    Decise, dopo una prima visita, di tenerlo fino al tardo pomeriggio in osservazione.


    -Il peggio è passato. Molto presto tornerai nel pieno delle forze. Questione di pochissimi giorni. Se vuoi puoi tornare a casa a patto che per qualche giorno non ti affatichi.-

    disse Shinodari dopo avergli portato una energetica merenda.
     
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  5. Kojitsu
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    "Vi ringrazio per le cure, signorina Shinodori.. ma preferisco tornare a casa, ora che il peggio è scampato"

    Detto questo mi diressi verso il casato del mio clan
     
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  6. Ryoma Nekketsu
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    La porta dell' ospedale si spalancò di colpo, mentre la figura imponente di Ryoma si faceva strada nel corridoio principale.
    Delle figure inquetanti e prive di una vera e propria volontà personale si mossero dagli angoli buii dell' edificio pronte a ghermire chiunque non avesse l' autorizzazione adatta a spostarsi in quelle sale.
    La vece di Ryoma si fece sentire nella stanza come un grido in un vallone.

    "Shaaaasakasha siiiiaaaaashaka"


    Una specie di sibilo o verso non dissimile da quello dei serpenti.
    Anche volendolo riprodurre sarebe stato quasi impossibile con delle normali corde vocali, eppure Ryoma sembrava parlare questo linguaggio come se ne conoscesse i fondamenti basilari.

    "Shhhaasiiasheasaaa shaiosasaera siiaaasshaaaa"


    QUando ebbe terminato, le figure si fermarono per poi tornare nell' oscurità da dove erano venute.
    Ryoma non si mosse per un pò, infine si girò verso Mataza.

    "Dobbiamo prendere una cosa nella cella frigorifera, ma non saremo soli. Non credo che il guardiano mi riconoscerà, quindi stai pronto a combattere se ci tieni alla pelle. Quelle cose..."


    Ryoma indicò le figure negli angoli.

    "Uccidono tutto quello che si muove qui dentro senza permesso, e se non esco assieme a te....bè buona fortuna."


    Si sedette al centro della sala ed attese.

    "Speriamo che quella ragazzina carammellosa si muova, non ho tempo da perdere."


    Si girò ad osservare l' ingresso ed attese l' arrivo di Shinodari.
     
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    Una volta assolti i suoi impegni in amministrazione Shinodari si avviò verso l'ospedale.
    La richiesta di Ryoma iin un certo senso l'aveva incuriosita.

    Entrò nel locale a passo spedito raggiungendo i due ninja.


    -Dunque Ryoma, come mai ti servivo qui in Ospedale?-

    domandò seria.
     
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  8. Mataza
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    Seguii l'Okamikuno all'interno dell'ospedale di Oto, nonostante la mia permanenza passata nel villaggio non ci avevo mai messo piede; i fatti che successero poco dopo mi inquietarono non poco........



    Cosa diavolo.......



    Non furono gli strani e sinistri sibili che, non sò come, riucì ad emettere, non furono le creature da cui mi mise in guardia e in fronte a cui posi la mano sull'elsa della wakizashi, a inquietarmi maggiormente fu una sua frase.......



    "credo che il guardiano mi riconoscerà".......da quello che sapevo si era recato ad Oto solo recentemente, perchè diavolo dovrebbero riconoscerlo?......qualcosa mi sfugge.......



    All'arrivo di Shinodari rimasi in attesa di qualche chiarimento da parte dell'Okamikuno senza proferir parola alcuna......

     
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  9. Ryoma Nekketsu
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    Strani avvenimenti.



    Preludio di morte

    Ryoma vide giungere Shinodari e sul suo dipinto oscurato dalle ombre si dipinse un sorriso che per un attimo sembrò scuotere persino le creature celate nell' ombra.
    Ascoltò la sua domanda e si alzò dirigendosi verso il portone principale della cella frigorifera sigillata dai fuinjutsu.
    "Shinodari, allieva modello e ottimo medico...un pò troppo di buon cuore per i gusti della sottoscritta ma pur sempre un valido ninja medico....non ho bisogno di te, non l' ho mai avuto. Ho bisogno delle tue mani e piuttosto che sostituirle con le mia mentre eri nel sonno preferisco che collabori attivamente al mio progetto"
    Ryoma posò la mano su di un pannello facendolo scorrere lateralmente e rivelando un sistema di sicurezza numerico che normalmente non era possibile scorgere.
    "Rengoku ha sempre avuto un asso nella manica, qualsiasi cosa succedesse. Sapeva che questo giorno sarebbe arrivato e per questo ha impostato che il codice di riconoscimento fosse settato sulle tue impronte digitali. Sapeva che qualsiasi cosa fosse successa tu avresti trovato il modo per uscirne indenne."
    Ci fù una pausa mentre gli occhi di Ryoma, rossi come il sangue per chissà quale strano motivo la fissavano con durezza.
    "E ti assicuro che non vuole essere un complimento!"
    Che fine aveva fatto lo spirito gioviale del suo "nipote acquisito"? Possibile che riuscisse a mentire così tanto?
    Si trovava d' innanzi ad una persona che per alcuni versi era quasi peggio della madre.
    Ryoma veloce digitò dei numeri sulla tastiera numerica, numeri che solo Rengoku ed Orochimaru stesso conoscevano.
    un vano si aprì rivelando un lettore di impronte digitali e ryoma fissò Shinodari con aria inquisitoria.
    "Debbo aspettarmi una tua collaborazione in nome dei vecchi tempi oppure sarò costretto a chiedertelo in altro modo ?"
    La sua mano destra si poggiò sull' elsa della shinai.
     
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    Arrivarono alla cella frigorifera, prima che Ryoma le desse una risposta.

    Una risposta che sembrò uscire dal suo passato o forse dai suoi incubi.

    In un primo istante il sangue sembrò gelarsi nelle vene, ma poi una determinazione a non lasciarti intimorire prese il sopravvento.

    Ascoltò le parole pronunciate da Ryoma o forse da colei che tutti conoscevano come Ryoma.

    Non distolse lo sguardo quando quelle iridi rosse la fissarono con durezza, anzi lo sostenne con coraggio.


    -Risparmiati le minacce Ryoma. Sinceramente non mi interessa cosa pensi della mia capacità di sopravvivere, in fondo anche tu sei sopravvissuto o dovrei direi sopravvissuta? E anche se così non fosse e la mia sensei fosse morta per sempre, ti ha comunque trasmesso le sue conoscenze. Vivere nei ricordi è pur sempre un modo per sopravvivere....-

    indicò con lo sguardo il lettore di impronte digitali.

    -In nome dei vecchi tempi dici? Ma quali intendi? Se parli di te, Ryoma, dovresti aver capito che non sono più la piccola Shinodari Nara, non dopo il Torneo di Oto, non dopo i mesi vissuti ad Oto: sono esperienze che ti cambiano profondamente.-

    la voce era decisa e nessuna emozione sembrava trasparire dal suo viso.

    -Se vuoi la mia collaborazione, basta chiederla con educazione, senza minacce, altrimenti perchè scomodarsi a chiederlo, visto che hai avuto svariate occasioni di prenderti ciò che volevi con la forza? Quello che c'è dietro quella porta ti spetta di diritto, in ogni caso... quindi avrai la mia collaborazione.-

    detto ciò la ragazza pose le dita sopra il pannello di controllo per il riconoscimento delle impronte digitali.

     
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  11. Ryoma Nekketsu
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    Ryoma rimase ad osservarla per qualche istante con quegli occhi fini e profondissimi.
    "...Vivere di ricordi...vivere....HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA!!!!
    La risata scoppiò improvvisa e stranissima in quell' ambientazione così cupa e fourviante.
    La porta si apriva lentamente mentre i vapori gelidi invadevano i corridoio e Ryoma continuava a sovrastare il suono della porta che scorreva lentamente con la sua stranissima e quasi isterica risata.
    Non appena il tonfo sordo dei chiavistelli indicava la completa apertura ryoma smise immediatamente di ridere e disse:
    "Bene!!! Fortissima combattente che sarebbe diventata così spavalda da cercare di redarguire me ed i miei metodi...forza...entra a prendere il corpo di mia madre dalla sua teca!
    O debbo immaginare che tu abbia paura di ciò che si trova oltre questa soglia?
    Il database dell' ingresso indica tutte le visite fatte negli ultimi mesi ed oggi è la prima volta che apri questa porta, debbo credere che non hai mai pensato di farlo, oppur che non avevi il coraggio di farlo ?"

    Mano a mano che le parole uscivano dalla sua bocca si avvicinava sempre di più a shinodari sovrastandola con la sua mole e fissandola negli occhi con fare sempre più astioso.
    "Ricorda una cosa...questo ospedale non è tuo, queste mura trasudano degli esperimenti di quella donna, le stesse creature che abitano gli angoli bui di queste sale sono i fallimenti riutilizzati come semplici schiavi senza volontà. Sò che oltre questa soglia si trovano tutte quelle cose che Rengoku teneva celate agli occhi del villaggio perchè troppo oscene per le menti comuni. Io li dentro ci sono nato! I miei occhi senza palpebre,perchè ancora da formarsi, fissavano tutto il giorno il contenuto delle gabbie e delle teche in cui creature semoventi uggiolavano ed urlavano per le pene subite.
    Conosco inolte la cosa che fà la guardia a questo luogo ameno, sono ricordi ancestrali di quando sono venuto al mondo e ti assicuro...tutto il tuo coraggio non basterà!"

    Ryoma estrasse la Shinai ed indicò il buio corridoio gelato che si inoltrava nella cella frigorifera.
    "Avanti, donna che crede di sapere tutto...fammi vedere che le tue non sono solo parole!"
    Rimase a fissarla.



     
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    Shinodari non fece nessun commento alla risata che furiuscì dalle labbra di Ryoma.
    Rimase ad osservare la porta che si apriva liberando i vapori gelidi in essa contenuti.

    §Davvero una bella atmosfera surreale.§

    considerò la ragazza tra se' e se'.

    Rivolse una fugace occhiata a Mataza che fino a quel momento si era limitato a restare in silenzio in disparte.

    Ascoltò il profluvio di parole provenire da Ryoma sempre mantenendo un'espressione neutra.

    Mentre parlava il giovane si avvicinò a lei in modo da sovrastarla con la sua stazza.


    Se il suo intento era quello di intimorirla non ci stava riuscendo per niente.

    Quando sembrò che la parlantina di Ryoma avesse una fine, Shinodari prese la parola.
    Sostenendo lo sguardo del giovane, dopo aver rivolto solo una breve occhiata al corridoio buio indicatole con la punta della shinai, la ragazza esordì.

    -Hai finito di darmi della codarda? naturalmente puoi continuare se questo ti fa sentire bene. Se non sono entrata in questo luogo è solo perchè non mi interessava. Questi sono i segreti di tua madre e di Orochimaru sama, non i miei. E' vero, so perfettamente che l'ospedale non mi appartiene, ma come ninja medico è sempre stato mio dovere assistere gli altri, cosa che ho fatto. Se non ti servo più basta dirlo e me ne andrò di qui lasciando a te il compito di curare i ninja di Oto che avranno bisogno. Sempre che sia la tua ambizione. Per quanto i metodi di tua madre fossero discutibili è sempre stata un'eccellente ninja medico. Bene, ti porterò il corpo della mia defunta sensei se è quello che chiedi.-

    disse gelida, mentre si voltava in direzione della porta.

    L'interno era buio e gelido, come nelle migliori ambientazioni da cardiopalma, ma la ragazza non si lasciò intimorire. Qualunque cosa ci fosse non era con la paura che poteva affrontarla.
    Mosse il primo passo all'interno della stanza. Non aveva idea di quanto fosse grande. Si guardò intorno in direzione della parete alla ricerca di un interruttore.


    -Mi dici dov'è l'interruttore o aspetto che le luci si accendano da sole?-

    chiese sarcastica a Ryoma, ma senza guardarlo.
    La sua attenzione era concentrata all'interno del locale, i sensi all'erta pronti a scattare ad ogni minimo segnale di pericolo.


     
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  13. Ryoma Nekketsu
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    La galleria degli orrori.



    Quasi a schernire la rischiesta di Shinodari stessa le luci sfarfallarono per poi accendersi di colpo nel momento in cui entrò nel corridoio.
    "Il sistema di illuminazione è automatico!"
    Le disse Ryoma senza inflessioni di voce particolari.
    Shinodari si ritrovò in uno stretto e lungo corridoio le cui pareti rivestite d' acciaio erano coperte da un sottile strato di ghiaccio. Il silenzio regnava sovrano interrotto da un leggerissimo ronzio dato dalle luci al neon che ripartivano dopo mesi di inattività.
    Ryoma si mosse avanzando nel corridoio poco dietro di lei, poi si rivolse a Mataza.
    "Ovviamente anche tu sei invitato, o preferisci riamanere in compagnia delle nostre infermiere?"
    Lo guardo con aria sarcastica mentre tornava a fissare Shinodari ed aspettando le sue reazioni.
    "Sarò sempre qui, dietro di te, avanza."
    La giovane kunohici era cambiata, questo era innegabile, il problema è che esattametne come tutti gli abitanti di questo villaggio aveva acquistato una particolare propensione a dover dimostrare a tutti i costi la propria forza ed il proprio coraggio non appena questo veniva messo in discussione.
    E Ryoma si stava divertendo enormemente a far leva su questi sentimenti per vedere come avrebbe reagito.
    Giocava, esattamente come il gatto con il topo prima di ucciderlo, nel suo caso era meglio dire:
    "Come il ragno con la mosca intrappolata nella sua tela."
    Al termine del corridoio, circa 6 metri più giù si trovava una porta scorrevole a vetri che si mosse automaticamente con un rumore soffuso non appena la ragazza arrivò ad una distanza di appena due metri da essa.
    Le piccole volute di fumo si dipanavano tutte attorno ed il fiato dei presenti si raffreddava immediatamente all' uscita dai polmoni creandone ulteriore in una leggera nebbiolina che impediva di scorgere ciò che si trovava oltre i 3 metri di distanza.
    Quando Shinodari attraversò il varco della porta scorrevole automatica un sibilo fortissimo la colse. una luce rossa intermittente cominciò a lampeggiare affianco al suo viso da un lead colorato posizionato sul muro.
    "State violando una zona proibita al personale non autorizzato. Da questo momento in poi i sitemi di sicurezza saranno attivi e funzionanti. Secondo il comma 97 del codice 08 del regolamento interno dell' ospedale l' autorizzazione all' eliminazione definitiva degli intrusi è autorizzata."
    Una voce meccanica proveniente da un autoparlante nascosto chissà dove fece questa comunicazione improvvisa spezzando il suono precedente e presagendo pericoli non certo minimi, conoscendo i proprietari di quelle sale.
    Ryoma intervenne sarcastico dietro Shinodari con una battuta che aveva dell' inquetante:
    "Eliminazione definitiva....efficente come al solito la mamma"
    Non sembrava preoccuparsi del "perchè" l' allarme fosse entrato in azione.
    Dopo queste parole il silenzio tornò sovrano mentre l' interno di una sala operatoria perfettamente attrezzata, con macchinari asettici così all' avanguardia che un semplice ninja alle prime armi avrebbe potuto effettuare un operazione a cuore aperto senza alcun problema. Il tavolo operatorio era libero e freddo, eppure emanava un aura sinistra mentre nella mente dei presenti la sensazione di una lama che penetrasse loro il cervello si faceva strada mano a mano che i loro occhi si posavano sugli elementi della stanza.
    Sulle pareti erano disposti degli scaffali puliti ed ordinati contenenti miriadi di flaconcini, garze sterili, medicinali e set di attrezzi medici infinito. Affianco ad ogni armadietto un macchinario differente.
    Macchine cuore-polmoni, sistemi di drenaggio, sonde, ecografie, raggi x ed altre il cui funzionamento era del tutto ignoto.
    Nonostante la completa pulizia del luogo, altro elemento inquetante visto che nessuno veniva apparentemente mai in queste stanze, sembrava che tutto trasudasse dolore e grondasse sangue ad ogni angolo.
    Il freddo della sala era palpabile, mentre pungeva pian piano le loro membra intorpidendolo poco a poco. Perchè costruire una sala dentro questo posto era una domanda la cui risposta forse non sarebbe mai giunta alle loro orecchie.
    Shinodari avanzò ulteriormente e Ryoma le afferrò un polso bloccando il suo movimento sul nascere.
    "Ferma, a meno che tu non voglia crepare nell' immediato."
    La mano libera si mosse indicandole un punto nell' aria d' innanzi a se e lui soffiò creando una leggera nuvoletta vaporea e rivelando una serie di raggi luminosi rosso che attraversava diagonalmente la stanza.
    "Li ho notati per puro caso, attenta a come ti muovi."
    Ryoma la fece spostare indietro di un passo e con l' ausilio della punta della spada interruppe uno fascio luminoso attivando il sistema difensivo. Un Kunay si piantò sulla spada di legno passandola da parte a parte, mentre una piccola fessura sul muro da dentro uno scaffale aperto si richiudeva lentamente.
    "Mi ricordavo dei mostri...non delle trappole. credo che Orochimaru abbia fatto delle variazioni dopo la morte di mamma...poco male vediamo come le aggiri coraggiosa ninja di oto!"
    Rimase ad osservarla mentre il gelo continuava a rendere i loro movimenti più difficoltosi per via dei muscoli intorpiditi.
    "La soluzione è proprio qui con noi! E ti avverto, farle scattare tutte per poi passare non funziona di certo!"
    Aggiunse poco dopo. prima di tornare nel silenzio.
     
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  14. Mataza
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    ..................



    Ascoltai rimanendo in disparte la discussione tra l'Okamikuno e Shinodari cercando di trarne quante più informzazioni possibile, il legame di Ryoma con la defunta Rengoku si faceva sempre più oscuro, incominciavo a nutrire dei dubbi sulla sua stessa morte nonostante avessi assistito al fatto molti mesi addietro; dopo la loro breve discussione l'Okamikuno mi invitò a seguirlo, dopo aver valutato la situazione decisi che era indubbiamente la scelta più idonea e, dopo aver sfoderato la lunga lancia ed averla impugnata con entrambe le mani lungo l'asta decisi di seguirlo stando ultimo nella fila..........



    Potrei attaccarlo.......sicuramente la ninja non interverrebbe in mio favore ma, nemmeno in suo........il problema è solo questo posto........non sono affatto sicuro di uscirne vivo senza di lui..........



    Una volta percorso il corridoio, lungo il quale non dissi nulla ed, una volta sorpassata una porta scorrevole scattò come un allarme che non aveva nulla di rassicurante, anzi........
    Quel maledetto posto mi ricordava fin troppo bene il luogo dove la defunta Rengoku mi aveva aperto l'addome ai tempi del torneo, l'atmosfera era la stessa e incominciavo a preoccuparmi sepre pià seriamente, dall'asta della lancia incominiciarono a cadere alcune goccie di sudore trapelate dalle mani, vista la temperatura fin troppo fredda tutto questo scaturiva solo dalla paura del presente e del passato.....
    Dalle azioni di Ryoma che lì sussegguirono mi resi conto che uscirne vivi non sarebbe stato affatto semplice, prima che potesse dire o fare altro gli posi una semplice domanda a bassissima voce rimandendo in guardia con la lancia ferreamente impugnata.......



    Okamikuno, se devo rischiare la vita potrei sapere almeno perchè lo sto facendo.............



    Edited by Mataza - 23/11/2006, 21:51
     
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    Le luci si accesero come se aspettassero il momento per farlo con effetto drammatico.
    La ragazza scrollò la testa e continuò a camminare lungo il corridoio consapevole della presenza dietro le spalle di Ryoma e Mataza.
    Il ghiaccio aveva coperto le pareti metalliche come se avesse voluto continuare a preservare i suoi segreti anche ora che sembravano sul punto di essere svelati.
    L’atmosfera era alquanto inquietante: il silenzio rotto solo dal loro respiro e dal ronzio di sottofondo delle luci al neon.


    §Che meraviglia!§

    commentò mentalmente la kunoichi, mantenendo comunque sempre i sensi all’erta.

    L’aria era gelida tanto che poteva vedere il suo fiato condensarsi.

    La visibilità era ridotta, ma i meccanismi sembravano non risentire delle basse condizioni di temperature visto che il meccanismo della porta scorrevole si attivò appena la kunoichi arrivò a due metri di distanza da essa.
    Naturalmente il bello doveva ancora venire come scoprì per merito del sensore che attivò una voce metallica e del led lampeggiante che le riversò addosso una fastidiosa luce rossastra.


    CITAZIONE
    "State violando una zona proibita al personale non autorizzato. Da questo momento in poi i sistemi di sicurezza saranno attivi e funzionanti. Secondo il comma 97 del codice 08 del regolamento interno dell' ospedale l' autorizzazione all' eliminazione definitiva degli intrusi è autorizzata."

    -Splendido!-

    Commentò Shinodari che proprio non aveva voglia di rivivere un altro torneo di Oto e ne’ di sentire le battute del figlio della sua sensei più o meno rediviva.

    Il silenziò calò nuovamente intorno ai tre ninja lasciando il tempo alla ragazza di osservare la sala oltre la porta. Qual era lo scopo della presenza di macchinari di avanguardia nascosti dietro un sistema di codici, di impronte digitali e di voci metalliche che minacciavano di morte il personale non autorizzato?

    §Vediamo di fare un piccolo controllo… Scopriamo quanto siamo stati autorizzati ad entrare in questi luoghi…§

    considerò la ragazza facendo cautamente un passo avanti pronta a scattare indietro al minimo segno di pericolo.

    Il suo movimento venne fermato sul nascere da Ryoma stesso che le bloccò il polso, per poi farle notare la trappola formata da fasci luminosi che alla minima interruzione facevano scattare una trappola basata da quanto poteva vedere da kunai diretti contro chiunque interrompesse il fascio.

    Shinodari squadrò il figlio di Rengoku per nulla convinta della veridicità delle sue parole.

    -Certo Orochimaru sama può aver aggiunto altre trappole ad insaputa della sensei, ma a quale scopo? Insomma Ryoma tutto questo non ha senso!-

    Si voltò verso il ninja che la sovrastava in altezza.

    -Tu conosci molte cose di questo luogo e sapevi che le mie impronte digitali avrebbero aperto la porta dopo aver immesso il primo codice, segno che sia io che te siamo autorizzati… beh, in linea di principio uno di noi due almeno dovrebbe esserlo. Sai di pericoli insiti in questo posto, hai scoperto per puro caso la trappola e non sei rimasto affatto sorpreso dalla presenza dell’avvertimento sonoro messo come avviso di tornare sui nostri passi. Hai messo con la massima tranquillità la punta della tua shinai contro il fascio come si ti aspettasi un pericolo non peggiore di un kunai. Nulla toglieva che interrompere il fascio luminoso avrebbe potuto provocare ad entrambi conseguenze peggiori. Vuoi che vada a prendere tua madre? Vediamo ci sono vari modi di sorpassare la trappola, ma quelli che ho in mente io sono alquanti lesivi per l’integrità strutturale dei queste stanze… Beh, è che disponendo solo di un fumogeno e uno specchietto non posso fare molto.-

    Considerò, avvicinandosi verso la parete metallica coperta di brina.

    -Pareti riflettenti… utili… Potrei strappare una lastra e ti assicuro che ho la forza necessaria per farlo e poi usarlo come scudo per passare. In realtà il sistema di specchi da usare senza interrompere il flusso sarebbe la soluzione migliore, ma servirebbe la materia prima che sono sicura si trovi in quella stanza. Peccato che ci siano in mezzo quelle fastidiose lucine invisibili. Oppure potrei adottare una soluzione ancora più distruttiva che crei fumo all’interno della stanza in modo da vedere i fasci luminosi e analizzarli. Siamo tutti addestrati a memorizzare rapidamente e non mi sembrava da quanto sono riuscita a vedere prima che fossero così stretti da impedirci di muoverci tra l’uno e l’altro con movimenti accurati. Oh, beh almeno per me… e forse per Mataza… Uhm… Ryoma come te la cavi con l’equilibrismo? La soluzione è proprio qui tra noi. Certo Ryoma, perché tu sai perfettamente quale sia. Come tua madre stai mettendo alla prova chi ti sta accanto. Una brutta tendenza che per fortuna non tutti gli Okamikumo hanno ereditato. Ora supponendo che mi sia stufata di farmi manovrare, che ne dite di collaborare o ad Oto è una parola così difficile da attuare? Altrimenti incomincio ad operare una distruzione sistematica di questo luogo per arrivare a recuperare tua madre evitando di fare da puntaspilli ai kunai.-

    Disse in tono deciso.
     
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