Il Nuovo Guardiano del Monte

[Suna] | [Abilità] [Energia] [Contratto]

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    Falce dei Kaguya


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    Hoshikuzu Chikuma si sarebbe svegliato su qualcosa di relativamente duro e, aperti gli occhi, avrebbe scoperto di trovarsi su un pavimento di dura roccia, anzi, più correttamente, era all'interno di qualche maestosa grotta e fu così, probabilmente, che tutto gli tornò alla mente: il richiamo di Gin presso il Polmone del Deserto, le tecniche apprese, il tempo passato ad addestrarsi e poi l'incontro con un vecchio Fennec, Daikenjin, che lo aveva riportato presso il monte Hitozatohanareta e lì lo aveva iniziato alle arti ninja che necessitano dell'impronta Terra.
    Alla fine di quel suo allenamento, Hoshi era scivolato in un sonno ristoratore, ma chissà per quanto aveva dormito?

    "Ehi, sorellina, s'é svegliato!", una piccola voce echeggiante vicino al Rosso avrebbe potuto fargli sospettare che ben presto lo avrebbe scoperto: Kigeki era lì che gli correva attorno.
    "Fratellone Hoshi, ben sveglio, hai dormito per due giorni interi!", esclamò con un misto di sorpresa ed ammirazione il piccolo Fennec.
    "Un ghiro, più che un prescelto per essere il rappresentante dei Chikuma fra i Fennec!", sbottò una vocina leggermente più stridula di quella di Kigeki, mentre una sagoma si avvicinava con calma, rivelandosi come un'altra Fennec parecchio simile d'aspetto al cucciolo che c'era vicino al Rosso, per quanto decisamente più effemminata, "Io sono Kyoiku, il Saggio Daikenjin ti aspetta, Chikuma.", continuò verso il Jonin, mentre Kigeki le faceva il verso.
    "Vero, fratellone! Il nonno ti aspetta, deve parlarti di cose importatissimissime!", confermò l'altro, invitandolo a seguirlo.

    [...]

    Il trio, anche chiaccherando magari, avrebbe seguito un percorso che da quella caverna portava diversi metri sotto il livello del suolo lungo i corridoi interni del monte Hitozatohanoreta; Hoshikuzu aveva visto alcuni luoghi durante il suo primo viaggio in quel ammasso roccioso, ma niente così in profondità come adesso.
    Alla fine, il trio arrivò in un'ampia sala dove si trovava Daikenjin, intento a mangiucchiare con un grosso libro davanti a se.
    L'anziano, alla vista di Hoshikuzu, chiuse il libro, "Bentrovato, giovane Chikuma, immagino che Kyoiku e Kigeki ti abbiano portato subito qui senza nemmeno un veloce pasto, prego, accomodati pure e mangia, mentre ti spiego perché sei ancora presso il nostro sacro monte.", esordì l'anziano, indicando una sedia davanti ad un grosso vassoio pieno di bacche, locuste ed altro cibo simile a quello offertogli da Kigeki giorni addietro.
    "Immagino, da come hai reagito alla mia apparizione nel vostro Tempio, che tu non sappia moltissimo dei passati patti fra i Chikuma ed i Fennec... specie considerando il modo in cui sei entrato in contatto con Kyoushou-sama e gli altri Fennec abitanti del Monte, non sai niente di noi Guardiani, giusto?", avrebbe chiesto l'anziano.

    Attesa la risposta del Rosso, il vecchio canide avrebbe poi continuato: "Devi sapere che fra i Chikuma ce ne sono diversi che vengono di certo ricordati per i motivi più variegati, chi per aver fondato il clan, creato quel vostro tempio sacro; chi per aver scoperto che non tutti i membri della vostra famiglia sanno manipolare il Vento, alcuni, anzi, lo annullano creando il Vuoto; chi per chissà quali altri motivi, ma presso noi Fennec, i Chikuma sono noti perché ogni generazione un membro del vostro casato viene prescelto come Guardiano Koken'nin, prodigo rappresentante del vostro potere, ma, altresì, custode dei segreti dei Fennec.
    Fu nella sala in cui ci siamo incontrati, la stanza dell'Alleanza, che il fratello minore del vostro Secondo Capoclan, credo che fosse, accettò di divenire il primo Koken'nin.
    Negli ultimi anni non c'erano più stati Guardiani della vostra gente, perché non vi erano più molti Chikuma attivi, temevamo anzi che foste divenuti così pochi da non poter adempiere all'antica alleanza, ma il ritorno di Gin-chan, il vostro attuale Kazekage e tuo Capoclan, e poi il tuo incontro con gli altri Fennec, ci ha fatto ben sperare che tu, su tutti, potessi essere il prossimo Guardiano Konen'nin."
    , raccontò il Saggio Fennec, prendendo poi una pausa per osservare con attenzione il Rosso: "Sarà una tua libera scelta e l'addestramento di per se stesso sarà una prova che potrà sfiancarti, ma che, se superata, ti renderà molto, molto, più forte di adesso sotto diversi aspetti, quindi, Hoshikuzu, vuoi intraprendere il percorso per diventare il Guardiano Koken'nin? La scelta è tua.", concluse.
    Stava al Chikuma dire sì o no.

    -----

    OT: Intro all'addestramento, così intanto ti ricolleghi con il vecchio addestramento e mettiamo un pizzico di background alla cosa. /OT
     
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    Quest d'Addestramento
    ..HITOZATOHANARETA no KONEN’NIN..
    Post di Presentazione


    Stava facendo uno splendido sogno il rosso mentre dormiva profondamente, nella sua mente rincorreva un gruppo di giovani konouchi in costume da bagno, peccato che non riusciva mai a raggiungerle. Quando aprì gli occhi di colpo si accorse con sommo dispiacere che quelle erano solo sue fantasie e che ovunque si trovasse non era di certo casa sua quella. La sua guancia destra oltre ad essere completamente ricoperta della sua stessa bava era pure ammaccata da quanto era rimasta spiattellata sulla fredda e dura roccia, non ricordava bene che diavolo ci stesse facendo, ma quando la voce del giovane Kigeki gli esplose nelle orecchie tutto gli tornò alla mente, si trovava all’interno del monte dal nome impronunciabile.

    -Mmh.. accidenti sono tutto ammaccato.. oh?!.. ehi Kigeki per quanto sono rimasto qua a dormire?.. accidenti mi fa male ovunque..-


    Mentre si alzava per sgranchirsi un po’ il piccolo fennec gli avrebbe rivelato che si trovava li da ben due giorni, un tempo record dato che aveva passato tutto il tempo spiattellato li sulla roccia. Il rosso era ancora stordito quando la sua attenzione venne catturata dalla voce stridula di un terzo spettatore. Perplesso il rosso avrebbe guardato avvicinarsi da dietro un ombra la piccola e minuta figura di un Kigeki al femminile, peccato che questa non sembrava avere lo stesso carattere infantile, anzi tutto il contrario dato la sua entrata in scena. Sembrava fosse stata mandata dal vecchiaccio per chiamare il rosso a rapporto da lui, sembrava che la pacchia fosse terminata. Il rosso dopo aver sospirato quindi avrebbe lasciato ai due il compito di fargli strada in mezzo a quel intricato dedalo di gallerie. La piccola Fennec infine si presentò al rosso con il nome di Kyoiku, il rosso era divertito dal suo modo di fare, sembrava una prima donna nonostante non sembrasse avere più anni del moccioso di Kigeki.

    -Piacere di conoscerti Kyoiku!.. io mi chiamo Hoshikuzu Chikuma!.. ehm dimmi.. sai che vuole da me il vecchi.. ehm.. volevo dire.. Daikenjin?!..-


    -Mmh?!.. no.. il nonno mi ha solo mandato qui con quell’impiastro di mio fratello per svegliarti..-


    -BLEAAAAH!!! E’ TU SE UNA SECCHIONA!!! SECCHIONA! SECCHIONA! SECCHIONA! SECCHIONA!..-


    -CHE HAI DETTO IMPIASTRO?!!!..-


    I due cuccioli di Fennec avrebbero così cominciato a lottare furiosamente attorno ad Hoshi usandolo anche come campo di battaglia senza risparmiargli morsi, unghiate e peti Fennec, si era appena svegliato e già lo stavano demolendo fisicamente e spiritualmente, era proprio vero che quei Fennec erano degli animali pieni di energie.

    -UOF!!!.. Hei ragazzi datevi una calmata!.. non si litiga tra fratelli.. baah.. senti da che puplito.. non avrei mai pensato di dire una cosa del genere proprio io..-


    Eh già aveva parlato il pezzo di stinco di santo, colui che non perdeva occasione per inveire e lottare contro il proprio fratello maggiore, il ragazzino che aveva votato la sua vita all’arte dello shinobi quasi solo ed esclusivamente per superare il fratello e poterlo deridere dall’alto verso il basso, quanti nobili intenti.

    Mentre si muovevano all’interno del labirinto Hoshi ne approfittò per guardarsi attorno, aveva come l’impressione di aver già visitato alcuni di quei luoghi durante la sua precedente visita con Shiltar, certo era difficile ricordarli dato che ogni ambiente di quel luogo sembrava perfettamente identico. Da quel che aveva capito il rosso fino a quel momento sembrava che i Fennec che aveva conosciuto e con cui aveva stretto il patto di alleanza non fossero gli unici ad abitare quel luogo, molti altri erano presenti ed aspettavano solo di conoscere il Chikuma dai capelli rossi. I tunnel che avevano preso questa volta sembravano puntare verso le profondità della terra, dopo diversi minuti di camminata e diverse altre disquisizioni focose tra i due Fennec nani il rosso raggiunse un ampia sala dove stava un Daikenjin intento a mangiare e leggere un pesante libro, sembrò felice di vedere il rosso li davanti a lui in splendida forma.

    -Salve vecchiac.. ehm.. nobile saggio Daikenjin!..-


    Il vecchio Fennec avrebbe fatto accomodare il Chikuma offrendogli anche da mangiare se ne avesse avuto voglia, o meglio il coraggio. Hoshi era terribilmente affamato quindi accettò di buon grado il pasto anche se evitò di mangiare le cose più disgustose, come gli insetti e le locuste, mentre guardava la ciotola si chiedeva quale sarebbe stata la reazione di Garang o semplicemente Shiltar nel vederlo mangiare quel genere di cose, molto probabilmente sarebbe stato additato come cannibale. Daikenjin lo aveva chiamato li per un valido motivo, era giunto il momento delle spiegazioni, ed effettivamente Hoshi ancora non aveva capito perché Gin lo avesse immischiato in tutta quella storia senza nemmeno chiedergli se gli andava.

    Hoshi rimase in silenzio mentre il saggio parlava, la storia che aveva da raccontare era incredibile, Fennec e Chikuma fin dall’antichità avevano stretto un patto di alleanza per aiutarsi a vicenda e per proteggere i segreti che essi custodivano. Sembrava che fin da sempre ai Chikuma più meritevoli fosse dato l’onore di assumere la carica di Konen’nin o guardiano del monte, una carica che doveva indubbiamente dare dei vantaggi e delle responsabilità non da poco. Per qualche strano motivo da diversi anni quel patto non era stato più rispettato dai Chikuma, certo non per scelta di nessuno, ma per il semplice fatto che da molti anni a quella parte gli esponenti del clan dei manipolatori del vento erano numerabili su una sola mano. Sembrava che il moccioso dai capelli rossi fosse caduto a loro come manna dal cielo, la distilleria ambulante infatti non avrebbe mai acconsentito a diventare Konen’nin, sapeva bene che voleva dire e non aveva nessuna intenzione di rinunciare alla sua libertà tanto bramata. Hoshi dal canto suo nel pieno della sua ingenuità sembrava quasi allucinato dalla storia che Daikenjin gli stava raccontando, aveva addirittura preso a mangiare dalla ciotola senza accorgersene da quanto era assuefatto da tutti quei particolari che già gli facevano immaginare chissà quali gesti eroici. Alla proposta del vecchio saggio, il Chikuma non esitò un secondo a rispondere, il rosso esplose alzandosi da dove era seduto, sembrava quasi che non avesse sentito tutta la storia sulle responsabilità e l’addestramento.

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    -CERTO CHE ACCETTO!!!-


    Un nuovo capitolo della storia del giovane Turbine Rosso della Sabbia stava per cominciare.


     
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    Hoshikuzu risultò ben lieto di accettare quel ruolo e questo fece nascere un sorriso anche sul rugoso e vecchio volto del Fennec con cui stava parlando: "Bene, ragazzo, allora, dopo che avrai mangiato, inizieremo con la prima parte del tuo addestramento per diventare il Konen'nin.", confermò Daikenjin, prima di voltarsi verso Kyoiku e Kigeki e dirgli: "Chiamate Yohishi e ditegli di preparare la Sala delle Sacre Sabbie.", prima che i due cuccioli si allontanassero, ancora litigando fra loro, ma con un altro specifico compito da eseguire.

    [...]

    Una volta che Hoshikuzu fosse stato pronto, Daikenjin lo avrebbe invitato a seguirlo al di fuori di quella stanza, verso un'altra sala, ampia e spaziosa, ma, soprattutto, come Hoshikuzu avrebbe di certo notato ancor prima d'entrarci, piena di sabbia al suolo e che scivolava dal soffitto.
    Il vecchio Fennec si sarebbe fermato sull'uscio della stessa, "Bene, ragazzo, ciò che ti aspetta ora è l'inizio del tuo cammino come Guardiano del nostro Sacro Monte.
    Sappi, però, che questo cammino avrà i suoi rischi..."
    , esordì facendo qualche passo nella sala, "Certo, non siamo dei barbari rettili, che tramutano chi non si dimostra degno in pietra, o in legno, ma anche qui rischierai di subire delle ferite se non saprai dominare il potere che stiamo per fornirti.", spiegò serio indicando la sabbia che aveva attorno a se.
    "Il Konen'nin ottiene il suo potere dalla Sabbia Sacra del monte Hitozatohanareta, una sabbia i cui miracolosi segreti sono noti a pochi e che sono custoditi proprio da noi, Fennec Guardiani.
    Primo fra tutti i segreti, il potere della sabbia di rendere l'uomo che sa controllarla qualcosa di più, di dargli poteri che noi Fennec abbiamo saputo forgiare come nostri. Questa è la base su cui si forma il Konen'nin, questo è ciò a cui dovrai arrivare prima di tutto.
    Il secondo, però, dei segreti, è ciò che potrà ostacolarti: infatti, la Sabbia del nostro Sacro Monte, se pilotata dal chakra di un Fennec sapiente, può essere una trappola mortale per ogni mente."
    , concluse Daikenjin, fermandosi a circa 20 passi dall'ingresso che ormai aveva varcato e voltandosi del tutto verso il Rosso, invitandolo ad entrare.
    "Ecco dunque quale sarà la tua prima prova, per diventare il Konen'nin: riuscire a controllare il primo e più semplice dei poteri della nostra Sabbia Sacra, ottenerne il controllo.
    Dovrai avere una concentrazione tale da equiparare, se non addirittura superare, la mia, riuscendo a fare uso della Sabbia su di te prima che lo faccia io. Ora osserva questi sigilli."
    , concluse, mostrandogli 10 posizioni magiche.

    Quando Hoshikuzu si fosse fatto avanti nella sala, lasciando che la sabbia cadesse sulla sua testa e che altra toccasse i suoi vestiti, l'anziano saggio avrebbe aggiunto: "Quando ti sentirai pronto e concentrato a sufficienza, allora inizia i sigilli, io inizierò in quel momento a caricare il mio genjutsu.
    Se sarai sufficientemente capace, la sabbia che hai su di te ti darà l'aspetto del Konen'nin."
    , concluse Daikenjin.

    Ora stava ad Hoshikuzu riuscire a migliorare la propria concentrazione ai livelli del vecchio, o subire in pieno la Clessidra delle sabbie del tempo.

    --------

    OT: Questo addestramento ti deve far sbloccare la competenza speciale, ergo uniamo l'utile (l'addestramento) al dilettevole (la competenza): prima prova, la concentrazione. Se riesci a sviluppare una concentrazione pari ad una Viola, riesci a diventare un Konen'nin, altrimenti finisci nel genjutsu di Daikenjin.
    Forza Hoshi :riot: /OT
     
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    Quest d'Addestramento
    ..Prigioniero di Se Stesso..
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    Daikenjin sembrò apprezzare la risposta del rosso che di ritorno avrebbe preso a mangiare con voracità tutto quelle che c’era nella ciotola senza badare a cosa stesse realmente ingoiando. Il rosso avrebbe spazzolato tutto riempiendosi la bocca fino quasi a scoppiare spingendo con entrambe le mani il cibo nella bocca, voleva iniziare il prima possibile, diventare il guardiano del monte-coso, diavolo se non era eccitato della cosa.


    [...]


    Finito di mangiare il rosso si sarebbe slacciato la cerniera dei pantaloni per lasciare spazio allo stomaco, non sapeva che diavolo aveva mangiato di preciso tuttavia ora si sentiva nuovamente nel pieno delle forze, se voleva imparare nuove abilità e tecniche segrete doveva mangiare e per ora si sarebbe accontentato di quella roba, di certo al monte Hitozatohanareta non vendevano ramen o calamari al vapore. Dopo essersi sistemato il Chikuma avrebbe seguito il vecchio volpaccio fino a raggiungere una singolare stanza piuttosto ampia, sembrava diversa da quelle che aveva visto fino a quel momento, la stanza infatti era colma di sabbia, persino dalle pareti questa scivolava e fuoriusciva copiosa riempiendo tutto l’ambiente, sembrava di essere quasi tornati nel bel mezzo del deserto.

    -Eh?.. e questa che stanza è?.. però ne avete di sabbia dentro a questo posto!..-


    Il saggio della montagna cominciò con un'altra delle sue spiegazioni, peccato che Hoshi sembrasse più interessato ad esplorare l’ambiente, certo stava ascoltando ma come al solito con sufficienza. Da quel che aveva colto l’aspirante Konen’nin i poteri del guardiano derivavano dalla sabbia stessa del monte, essa era la sua fonte di energia e potere e allo stesso tempo un arma micidiale dei Fennec Guardiani che la sapevano utilizzare a dovere, ora capiva che intendeva quando diceva che quella stanza era piuttosto pericolosa. Daikenjin si era spostato di una ventina di passi circa, l’ambiente era completamente saturo della sabbia del monte, qualsiasi cosa fosse successa di li in poi sarebbe stata una prova per il Chikuma.

    -Ok vecchi.. ehm.. saggio Daikenjin.. sono pronto per superare la prima prova!.. ehm.. esattamente cosa devo fare?..-


    Sembrava semplice, la prima prova consisteva in un semplice esercizio di concentrazione con tanto di sigilli per canalizzare il chiara dal tantien all’intero sistema circolatorio del chakra, robe da studenti insomma, un ghigno sicuro subito comparse sul volte del rosso, se per diventare Konen’nin bastava così poco ci sarebbe riuscito nel giro di cinque minuti. Il rosso avrebbe memorizzato la sequenza di sigilli in pochi istanti, cose del genere di certo erano una bazzecola per chi aveva raggiunto il grado di Jonin. Si sentiva pronto e carico per superare qualsiasi prova, quindi fatto un gran respiro avrebbe dato il via alla sequenza di sigilli, doveva migliorare la sua concentrazione, portarla al massimo, una bazzecola. Completamente coperto di sabbia il rosso avrebbe guardato il volpaccio davanti a se con sguardo sicuro.

    -COMINCIAMO!!!..-


    Il rosso avrebbe composto i sigilli, nel medesimo istante anche Daikenjin avrebbe fatto altrettanto attivando la sua micidiale tecnica illusoria, di certo il rosso non era pronto a ciò che il fennec lo stava sfidando a superare. Terminata la sequenza il rosso si sarebbe ritrovato all’improvviso prigioniero di una clessidra gigante immersa in uno spazio non ben definito, ai suoi lati due gigantesche statue di Fennec sorreggevano la grande struttura di vetro da quale sembrava impossibile scappare, aveva composto i sigilli e impastato il chakra a dovere, che diavolo stava succedendo.

    -Ehi ma che diavolo?!.. dove sono finito?.. eh.. AIHO!!!..-


    Una pesante cascata di sabbia aveva preso a cadergli in testa, era imprigionato in una fottutissima clessidra gigante sorretta da due fennec di pietra nel bel mezzo del niente, ma che razza di tecnica era quella, una specie di prigione mentale forzata. Il rosso avrebbe subito cercato di tirare un pugno alla clessidra, mossa stupida, ma forse istintiva per chi come Hoshi era totalmente succube delle arti illusorie.

    -AHIA!!!.. oh cavolo.. sarebbe questa la prova?.. ma come diavolo esco da questo posto?.. oh merda la sabbia continua a salire.. pensa Hoshi.. pensa.. ha detto che devo concentrarmi.. i sigilli mi aiuteranno a canalizzare l’energia.. dove sbrigarmi.. qui la sabbia continua a salire..-


    Il rosso avrebbe cercato di mantenere la calma, doveva focalizzare le sue energie, lo scorrere del suo chiara e comporre i sigilli, una bazzecola per un Jonin. Concentratosi al massimo delle sue possibilità avrebbe composto i sigilli con perizia e perfezione, era un maestro nel farlo, il suo chakra era fluido e costante, uno Hyuga sarebbe rimasto meravigliato da tanta maestria, e allora per che diavolo si trovava ancora dentro a quell’inferno una volta riaperti gli occhi.

    -MALEDIZIONEEEEE!!!.. cavolo qua la sabbia sale.. è arrivata al pisello e non accenna a fermarsi.. dove sbaglio?!..-


    Il rosso sembrava aver perso tutta la fiducia dimostrata ancor prima di cominciare la prova, la sabbia continuava a salire e lui non riusciva a liberarsi da quella dannata illusione o qualunque cosa fosse, che Daikenjin lo avesse in qualche modo preso in giro. No non poteva essere così, non aveva senso, non ci avrebbe guadagnato nulla dalla morte per soffocamento del Chikuma, doveva allenarlo a diventare il Konen’nin non un cadavere sommerso dalla sabbia. Ritrovata fiducia il rosso avrebbe provato più volte a ripetere la sequenza di sigilli, ad ogni tentativo la sua concentrazione si faceva più persistente raggiungendo livelli che fino ad allora non pensava nemmeno di conoscere, il volpaccio aveva chiesto concentrazione, quindi era quella la soluzione dell’enigma. Doveva imparare a concentrare il chakra come non aveva mai saputo fare prima.


    Ormai la sabbia aveva raggiunto la sua bocca, quella che si stava preparando a comporre a mani sopra la fronte era forse il suo ultimo tentativo prima di rimanere completamente sepolto nella sabbia, una classica situazione da o la va o la spacca. Questa volta la concentrazione del rosso era al massimo, il suo tantien macinava chakra e la sua mente lo impastava come non mai. La sabbia ormai lo aveva sommerso completamente, di Hoshikuzu Chikuma non vi era rimasta traccia, nemmeno un ciuffo rosso sbucava dalla sabbia. Il silenzio sarebbe sceso in quello spazio in cui era stato imprigionato, i secondi sarebbero passati lentamente nel silenzio, secondi che sarebbero sembrate ore, forse giorni. Peccato che la quiete sia sempre portatrice di tempesta, questa volta una tempesta firmata Hoshikuzu Chikuma.


    Nella stanza di sabbia infatti sarebbe improvvisamente esplosa una potentissima tempesta di sabbia che avrebbe alzato un gran polverone, il fulcro di tanta potenza sembrava essere il giovane Chikuma, qualcosa era successo, ma nessuno poteva dirlo con precisione. La folata di vento sarebbe durato solo qualche istante, dietro alla spessa coltre di sabbia sarebbe stato possibile vedere solo un ombra, l’ombra del rosso indubbiamente, peccato che qualche particolare della sua sagoma potesse sfuggire alla normale comprensione. Sembrava infatti che la sagoma del rosso fosse dotata di due gigantesche orecchie sulla testa e di una folta coda attaccata all’altezza del bacino. La strana figura sarebbe scomparsa poco prima che la sabbia si diradasse completamente, dietro infatti un normalissimo Hoshi sembrava stare in piedi nel pieno delle sue forze, il suo sguardo sembrava perplesso però. Qualcosa era successo, qualcosa che avrebbe aperto da quel momento in poi un nuovo capitolo delle sue avventure.

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    -..che.. che diavolo è successo?!.. quella sensazione.. è questo il potere.. del Konen’nin?!..-


    Era riuscito a liberarsi dalla morsa del vecchiaccio trasformandosi per qualche istante in qualcosa di nuovo ed estremamente potente. Spettava al vecchio Daikenjin ora plasmare al meglio il nuovo guardiano del monte, una prova difficile per il fennec considerata la pasta di cui era fatto il Turbine Rosso di Suna.

     
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    L'anziano Fennec osservò con soddisfazione quella figura che s'intravide al di là della sabbia: stava quasi per fermare la propria arte illusoria, mentre lentamente, nella realtà, Hoshikuzu sembrava soccombere all'illusione delle Sabbie del Tempo, quando il Chikuma diede fondo a tutte le sue forze e per qualche istante raggiunse il grado di Konen'nin.
    Aveva previsto questa eventualità, in fondo, quello che aveva davanti era un neo jonin, a ciò che Gin-chan gli aveva detto, quindi, quando il Rosso fece quella semplice domanda, il vecchio sapeva già cosa rispondergli: "Esatto, ragazzo, quello che hai provato è il potere del Konen'nin, ma il tuo corpo non è ancora pronto per controllarlo, hai avuto modo di sfiorare quello stato grazie alla tua concentrazione, ma fisicamente hai bisogno di prepararti ed è anche per questo che siamo qui."

    Dopo quelle poche parole, ad un gesto di Daikenjin, due Fennec uscirono dalla sabbia poco dietro l'anziano, uno, piuttosto massiccio per forma ed accanto una sagoma relativamente più piccola, "Questi sono Yohishi e Kokatsuna, hanno preparato per te delle trappole, celate nella sabbia, niente di mortale, ma più che necessarie per darti modo di iniziare a migliorare il tuo corpo.", spiegò, presentando gli altri due Fennec, che prontamente salutarono.
    "Devi sapere che presso noi Fennec guardiani l'arte di creare trappole è ben sviluppata e nota, qualcosa che anche il Konen'nin deve apprendere ad usare, per ora, comunque, Hoshikuzu, dovrai semplicemente evitare le loro trappole.", aggiunse infine il vecchio, tirando a se una sottile corda che fece scattare alcuni meccanismi celati sotto la sabbia.

    Pochi istanti ed una serie di carrucole iniziò a muoversi così che a meno di cinque passi da Hoshi scendessero dal soffitto una serie di sei kunai che iniziarono ad ondeggiare a velocità costante, di fatto bloccandogli il passaggio verso Daikenjin, come fece un secondo meccanismo, che si attivò dopo il primo: due kunai partirono, infatti, dalle pareti laterali, ognuno in direzione della parete opposta, ad altezza d'uomo, lanciati da qualche meccanismo nascosto nei muri, per ritornare indietro, spazzando l'aria in due movimenti ciascuno.
    [Tutti i meccanismi-trappola hanno velocità Blu +3 e si muovono di moto continuo]

    "Concentrati, giovane Chikuma, focalizza i tuoi sensi, prendi forza dalla nostra sacra sabbia ed avverti ogni singolo meccanismo, poi agisci di conseguenza, scattando lì dove hai lo spazio più adatto, spingi il tuo corpo a seguire i sensi e trova come superare questi piccoli ostacoli e raggiungermi.", suggerì Daikenjin.

    -------

    OT: Ok, ho messo insieme un pò del percorso del Penitente (di "Indiana Jonesiana" memoria) con la conoscenza delle trappole.
    Per i due fennec che ho fatto apparire, quelli esperti in trappole, ti lascio piena libertà sia su come ti salutano, sia su eventuali altri commenti.
    A te come superare la prova :sisi: /OT
     
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    ..Il deserto dei pugnali volanti..
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    Era durato davvero solo pochi istanti eppure al rosso era bastato per rendersi conto della potenza di quella tecnica. Per un istante si era trasformato in qualcosa di estremamente diverso dal solito Hoshikuzu Chikuma, gli era quasi sembrato di sentire la stessa montagna parlare. Ritrovato se stesso il Chikuma avrebbe rivolto lo sguardo a Daikenjin, questi gli spiegò che per qualche attimo il rosso era riuscito ad assaporare il potere del Konen’nin, tuttavia la strada per prendere possesso di quel potere era ancora ben lontana. Il fisico e la psiche del neo Jonin non erano ancora sufficientemente forti per sopportare lo sforzo che richiedeva tale trasformazione. Quando il vecchio ebbe finito la sua spiegazione due nuovi fennec fecero la loro comparsa, Hoshi non li aveva mai visti prima, con tutta probabilità dovevano essere dei fennec guardiani.

    -Oh?.. ma allora siete davvero numerosi voi fennec..-


    Daikenjin presentò subito i due con i nomi di Yohishi e Kokatsuna, sembrava che i due fossero esperti nella creazione di trappole e trabocchetti, il rosso non si sarebbe mai aspettato abilità simili da una razza come i fennec, tuttavia tutto aveva un perché. Come diceva il nome stesso quella famiglia di fennec erano dei guardiani e quindi era quasi logico che fossero stati addestrati all’arte delle trappole. Hoshi sorrise ai due accennando un inchino e mostrando un gran sorriso.

    -Ehm.. è un piacere conoscervi!.. io sono Hoshikuzu Chikuma.. spero tanto di essere un grande Konen’nin!..-


    -Tsk!.. senti questo.. non è nemmeno all’inizio dell’addestramento e già si atteggia come se fosse già Konen’nin..-


    A parlare era stato il più grosso tra i due fennec, quello che sembrava essere un maschio. Subito arrivò la replica dell’altro fennec più minuto e calmo nello spirito, dalla voce doveva essere un esemplare femmina.

    -Yohishi non fare così!.. Hoshikuzu-Kun è un onore averti qui con noi.. spero che la nostra prova possa aiutarti ad arrivare ad essere il nuovo Konen’nin..-


    -Già!.. vediamo che sa fare il ragazzo.. Toku dice che ha fegato da vendere.. ma quello non basta per diventare Konen’nin!..-


    -Eheheh.. mi piacciono le sfide.. forza vediamo che avete preparato per me!!!..-


    Il rosso avrebbe affrontato il primo passo verso il vecchio Daikenjin quando dal soffitto e dalla sabbia diverse trappole scattarono all’unisono trovando Hoshi piuttosto impreparato. Una serie di pericolosissimi kunai avevano preso a fluttuare davanti alla sua strada rendendo praticamente impossibile procedere, uno di questi era persino riuscito a portarsi via una delle ciocche rosse dei capelli del Chikuma, sembrava che i due fennec avessero preparato una bella sfida.

    -Accidenti!.. uuf.. per un soffio..-


    -AHAHAHAH!!!.. che c’è Hoshikuzu?!.. sei già in difficoltà?!..-


    -Yohishi smettila e lascialo concentrare!.. ti prego di scusarlo Hoshikuzu-Kun.. ma Yohishi ama molto le sfide e quando se ne presenta una si agita sempre..-


    -Ehi ma che dici?!.. Tsk.. non è affatto vero..-


    -Eheheh.. aspettami li Yohishi.. mi bastano pochi istanti per superare queste trappole!!!..-


    Il rosso avrebbe quindi focalizzato la sua attenzione sulle trappole che aveva davanti, una serie di kunai estremamente veloci, una velocità superiore alla sua ma che poteva raggiungere sforzandosi un po’. Ciò che rendeva tutto estremamente difficile erano i movimenti di quei cosi, era possibile che vi fosse una logica nei loro movimenti, tuttavia il rosso non riusciva a capirla. Arrivato a quel punto non restava che provare a superare l’ostacolo usando le proprie abilità fisiche e di percezione, doveva spingere al massimo i suoi sensi, i suoi riflessi e il suo tempismo.

    Fatto un gran respiro il rosso si sarebbe avventurato all’interno della foresta di kunai superando il primo con abilità, fu subito al secondo che trovò difficoltà, il ragazzo impastato chakra lasciò che i suoi muscoli e nervi lo spostassero abbastanza da fare passare l’arma sfiorandolo alla spalla, un movimento rapidissimo che tuttavia non era bastato. Il kunai era passato portandosi via un pezzo di tutta, le cose cominciavano a farsi pericolose mentre il fennec più grosso aveva preso a ridere quasi soddisfatto. Certo quelle armi non avrebbero mai ucciso il Chikuma, ma lo smacco della sconfitta non era più un opzione. Se voleva essere il Konen’nin doveva imparare a farsi rispettare da tutti i fennec.

    -Non mi arrendo!!!..-


    Gli occhi del rosso saettavano in ogni dove mentre le sue orecchie ed il suo tatto lavoravano per riuscire a percepire tutto l’ambiente circostante per riuscire a capire il ritmo che doveva tenere per superare la prova, voleva usare la sua tecnica di controllo del respiro, ma non era quello lo scopo della prova, doveva raggiungere quei livelli senza dover ricorrere a trucchetti ninja o Chikuma. Anche il terzo kunai era stato evitato grazie ad una precisa capriola, peccato per il successivo che finì per portarsi via un altro pezzo di tutta e questa volta anche di carne. La smorfia di dolore non lo avrebbe fermato, ora il kunai stava tornando, era riuscito a vederlo, a percepirlo, un semplice movimento del bacino avrebbe fatto passare l’arma senza danni. Cominciava a capire come ci si doveva muovere inoltre sembrava che i suoi sensi ed i suoi riflessi si fossero abituati alla situazione di pericolo, nemmeno la pesantezza della sabbia poteva fermarlo, lui nel deserto ci viveva da sempre, sapeva come muoversi in un ambiente del genere.

    Uno dopo l’altro il rosso avrebbe superato i kunai dimostrando un abilità non indifferente, peccato che un ultima sorpresa lo aspettava. Avvicinatosi ormai alla meta il rosso si sarebbe visto arrivare diversi kunai dal muro, era una specie di lancio incrociato, un colpo piuttosto complesso da evitare. Il rosso fatto forza sulle gambe si sarebbe messo in mostra cominciando una serie di movimenti in avvitamento, sembrava che durante i suoi combattimenti il rosso non si limitasse ad osservare il nemico per batterlo, ma che cercasse di carpirne i segreti in qualche modo. Quel bastardo si muoveva imitando lo stile e le movenze delle danzatrici del suo paese. Certo la sua grazia non aveva nulla a che fare con le sirene della palestra del loto, ma il rosso sembrava saperci fare. I kunai ed i lanci sembravano inutili contro di lui, la sua agilità, i suoi riflessi, i suoi sensi stavano dando spettacolo.

    L’ultimo balzo lasciò cadere il rosso al fianco di Yohishi che ora lo guardava incredulo. Il rosso aveva fatto un figurone ed era anche riuscito ad uscire da quell’inferno senza riportare più di tante ferite, aveva solo qualche graffietto, ma nulla che si potesse richiudere con qualche minuto di chakra curativo. Guardato il fennec che aveva lanciato la sfida Hoshi gli avrebbe sorriso dimostrandosi ancora una volta degno di essere il Konen’nin del monte dal nome impronunciabile.

    -Accidenti queste trappole erano davvero ben congeniate.. è stato difficile capire il loro tempismo e da dove partivano gli attacchi!.. complimenti ad entrambi!!!..-



     
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    I due giovani fennec osservarono sbalorditi il Chikuma che si muoveva in mezzo alle trappole da loro elaborate, uscendone quasi completamente illeso.

    "Sei davvero bravo, Hoshikuzu, Toku aveva ragione, complimenti!!", esclamò il Fennec maschio, "Già, davvero bravo, Hoshikuzu-kun", concordò Kokatsuna, "Speriamo che tu ce la faccia anche con le altre prove...", sussurrò ancora, guardandosi attorno.
    "Molto bene, Hoshikuzu, il tuo corpo sta iniziando a migliorarsi, sembri sapere come muoverti, ma ora dovrai affrontare qualcosa di un pò più complesso di una pura prova di riflessi, dovrai affrontare una sfida ben più rischiosa, che temo tu ti sia andato a cercare...", osservò Daikenjin, avvicinandosi, mentre, dalla sala successiva, arrivava un altro esemplare di Fennec, uno che Hoshi già conosceva: Kajitsu.

    Se Kigeki aveva mai descritto quella sua "sorellona" probabilmente non era sfuggito il termine "permalosissima" nella sua descrizione per Hoshi ed il Rosso, probabilmente, avrebbe dovuto vagare nella sua memoria per ricordare una qualche volta in cui l'aveva evocata e, forse, non ne avrebbe trovate.
    "Hoshikuzu!!! Tu, ora vorresti diventare il Konen'nin? Così evocherai più spesso Shikudo e Sutikku di quanto non hai mai fatto con me?! Persino Konji hai evocato più spesso, per non parlare di Kigeki!!! Un cucciolo ed una mamma chioccia! E per di più Konji mi ha raccontato di tutte quelle missioni assurde in cui sei finito, come quella in quel deserto di roccia! E chi evochi? Lei e non me!
    E se riesci ad evocare Kyozoku, non dirmi che non puoi evocare me!"
    , lamentò ancora, eseguendo la tecnica della trasformazione umana e, per quanto possibile, anche in quella forma l'esemplare femminile di Fennec sembrava guardarlo in cagnesco: se l'era presa davvero a male!
    Forse per il Rosso sarebbe stato come trovarsi davanti ad una Deidara con la coda, ed un pò più adulta, ma l'istinto omicida era pressoché identico.

    "Purtroppo per te, mio giovane amico, oltre alla furia di una donna, dovrai affrontare altre avversità nel combatterla: non potrai usare le tue abilità più comuni, dovrai combattere uno scontro puramente all'arma bianca, facendo affidamento sui tuoi sensi, sul tuo particolare spadone boomerang, e sul tuo corpo, che dovrà muoversi al meglio per superare le prestazioni di Kajitsu-chan, anche perché, non la vedrai arrivare.", avvisò, con forse un pò di rammarico per la situazione, Daikenjin, prima che nella stanza si udisse un nuovo click, forse una nuova trappola di quelle settate da Yohishi e Kokatsuna, una trappola il cui unico fine, però, era sollevare una muraglia di vento tutta intorno a Hoshikuzu, così da occultare tutto alla sua vista.

    Kajitsu avrebbe approfittato di quella trappola per scattare verso la posizione di Hoshi, lei poteva seguirlo grazie alle sue abilità [Combattere alla cieca] ed avrebbe provato ad eseguire un primo attacco con la sua katana a doppia lama verso la testa del Rosso, o, più correttamente, verso l'ampia chioma dello stesso, con l'intenzione di applicargli una "rasata" piuttosto alta.
    Subito dopo, con una veloce rotazione sul proprio asse orizzontale, avrebbe tentato un calcio discendente verso la guancia sinistra del Rosso [Artigliata].

    Per Hoshikuzu, verosimilmente, evitare quei due attacchi non sarebbe stato impossibile, in una situazione di completa calma, ma in mezzo al caos della sabbia, doveva fare affidamento su tutta la sua prontezza, possibilmente anche migliorare la prontezza e la resistenza del suo corpo e, chissà, forse risvegliare in se anche parte del potere del Konen'nin, in fondo era la sabbia sacra del Monte quella che roteava attorno a lui.

    -----

    OT: Per questa prova, stavo pensando che farti fare, poi m'é caduto l'occhio su Kajitsu, che descrivi come permalosa e penso che un'evocazione mai richiamata se la prenda a male, ergo è un pò ironica, un pò movimentata come prova. Puoi difenderti e, ovviamente, contrattaccare./OT
     
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    Quest d'Addestramento
    ..Kajitsu la terribile!!!..
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    Il giovane Chikuma era riuscito nell'impresa ed ora faceva il bello davanti ai nuovi fennec ridendo quasi fosse il dominatore del mondo, peccato che la sua aria da sbruffone si sarebbe spenta di li a poco. Come una vera e propria tempesta di sabbia era infatti comparsa l'evocazione che forse più temeva il ragazzino e che non aveva mai evocato proprio per quel motivo. Kajitsu era entrata nella stanza adibita all'allenamento con passo deciso e timbro di voce altamente incazzato, sembrava quasi di avere quel tornadso di Deidi davanti agli occhi, non bastava avere quella rompiscatole tra i piedi ora doveva trovarsi faccia a faccia anche con Kajitsu, Hoshi non avrebbe mai e poi mai capito le donne fino in fondo.

    -Ehm.. eheh.. Kajitsu.. come stai?.. ehi ti trovo in splendida forma..-


    Avrebbe detto il rosso indietreggiando mentre questa assumeva le sembianze di una provocante ragazza volpe, molto simile a quella che il ragazzino aveva conosciuto quando aveva incontrato la bionda ed AI. Sembrava che la fennec fosse molto indispettita dal fatto che Hoshi non l'avesse mai richiamata durante una delle sue missioni preferendo a lei, Konji e addirittura Kigeki, forse i più deboli della famiglia. Quando Hoshi tentò la strada del, non sono abbastanza abile per.. Kajitsu lo interruppe affermando che se era capace di evocare Kyokozu era capace anche di evocare lei. Il rosso non sapeva più come uscirne, questa volta l'aveva combinata grossa e non aveva scuse.

    -Beh.. è vero non ti ho mai evocata.. ma solo perchè.. ecco.. mmh.. si ecco.. non c'erano nemici alla tua portata!!!..-


    Niente da fare la fennec aveva in se lo sgiardo omicida che spesso aveva notato nelle profondità degli occhi dell'amica, sapeva già come sarebbe andata a finire quella brutta storia. Daikenjin aveva preso a parkare di nuovo allontanandosi assieme agli altri due fennec dalla zona, sembrava conoscessero bene anche loro cosa sarebbe successo da li a poco. Il vecchio parlava di combattimento, ma come poteva essere così sicuro che la pazza sarebbe passata alle maniere forti, presto detto, il rumore di un altra trappola avrebbe sancito l'inizio dello scontro mentre una gigantesca quantità di sabbia prendeva a roteare attorno alla figura dei due.

    -EHI MA CHE DIAVOLO?!!.. dannazione.. sono pieno di sabbia negli occhi!!!..-


    Il rosso era rimasto accecato e l'altra sfoderata la spada era già partita all'attacco puntando a colpire i capelli del ragazzino nel tentativo di lasciarlo calvo. Gli occhi fuori uso del Chikuma avrebbero in un istante lasciato spzazio all'udito ed al tatto facendo percepire l'imminente pericolo. Era palese che Kajitsu fosse partita all'attacco, i suoi movimenti per quanto rapidi vennero percepiti dal Jonin che non esitò un attimo ad abbassarsi lasciando passare la lama sopra la sua testa, mossa saggia che tuttavia non risparmiò una folta ciocca di capelli rossi che prese a vorticare per tutta la stanza.

    -SEI UN IDIOTA STUPIDO MOCCIOSO!!!-


    La voce della fennec era vicina, ma dove di preciso, come avrebbe attaccato ancora. Quasta volta nulla riuscì a fermare il calcio micidiale che aveva preparato appositamente per il Chikuma. Il ragazzo avrebbe incassato il colpo in pieno facendo un bel volo orizzontale di circa un paio di metri, Kajitsu aveva trovato un pò della sua vendetta.

    -AAARGH!!.. accidenti che calcio.. EHI TI SEMBRA QUESTO IL MODO?!!.. ehi dove sei?.. meglio se metto gli occhiali..-


    Hoshi avrebbe indossato i suoi occhiali protettivi scoprendo a malincuore che anche utilizzando la vista era praticamente impossibile vedere qualcosa li in mezzo, si era cacciato in una brutta situazione ed ora doveva trovare un modo per venirne fuori rapidamente. Kajitsu era li in agguato, non poteva vederla, ma in qualche modo riusciva a percepire i suoi movimenti. I sensi del rosso erano tesi al massimo, le sue orecchie sondavano la zona percependo il minimo rumore, i suoi occhi cercavano di sfondare quel muro di sabbia, mentre il suo tatto tentava di percepire le vibrazioni a terra. Ad un tratto una leggera vibrazione scatenò la contromossa del Chikuma che si ritrovò a dover scansare un micidiale fendente dall'alto verso il basso con obiettivo la sua spalla. La schiva riuscì per un pelo mentre la sua tuta veniva lacerata finendo per restare quasi senza la manica destra, quella stava facendo sul serio, era incacchiata come una iena, o meglio un fennec.

    -..Kajitsu.. senti ti posso.. WAOOOAWW!!.. spiegare!!!..-


    Un altro colpo era emerso dalla sabbia in movimento andando a colpire il ragazzo di striscio alla gamba, di quel passo Kajitsu lo avrebbe annientato senza pietà, quella sapeva muoversi bene in situazioni del genere, tra tutti i fennec era quella che riusciva a combattere in ogni situazione anche nel mezzo di una potente tempesta di sabbia. Il rosso doveva riprovare con la storia del Konen'nin, se fosse riuscito ad usare di nuovo quella tecnica sarebbe riuscito a fermare l'avversaria. Presa posizione avrebbe cominciato a comporre i sigilli, peccato che la sequenza fosse troppo lunga da eseguire. La fennec senza pietà sarebbe sbucata dalla sabbia tirando un mega calcione al Chikuma che sarebbe crollato a terra piegato in due per poi sparire nuovamente, era evidente che per usare quella tecnica fosse necessario creare un diversivo prima.

    -Me la pagherai Hoshikuzu!!!.. tenermi in disparte.. io.. Kajitsu la lama del deserto!!!..-


    La fennec si muoveva con una rapidità mostruosa tuttavia ora il rosso sembrava riuscire a seguirla per qualche istante individuando con i suoi sensi la sua posizione in mezzo a tutta quella confusione. La fennec menò altri due colpi consecutivi che tuttavia non trovarono il rosso che agilmente era riuscito a spostarsi per mettersi in salvo, anche se la tutta ormai era ridotta a brandelli. Fu in quel momento che al Chikuma venne in mente un idea geniale. Preso il boomerang-katana lo avrebbe piantato a terra per poi poggiarci sopra la giacca della sua tutta ormai distrutta, un perfetto diversivo che avrebbe lasciato modo e tempo al rosso di provare la nuova tecnica di trasformazione.

    -SEI MIO MOCCIOSO!!!.. cosa?!!..-


    La terribile spada di Kojitsu questa volta sarebbe cozzata contro il finto Hoshi di metallo, una brutta sorpresa per la leonessa fennec che ora si ritrovava alle spalle un Hoshi che aveva completato la tecnica di trasformazione in Konen'nin. Nuovamente un boato avrebbe pervaso la stanza placando la tempesta di sabbia e lasciando comparire dietro di essa un Hoshi diverso dal solito. il suo sguardo era fiero e deciso e decisamente sicuro di se, due grandi orecchie gli guarnivano la testa mentre una folta coda si muovave dietro di lui. Le sue mani e piedi erano artigliate mentre sulle guance tre starni segni sembravano indicare che gli erano cresciuti anche dei baffi, ci era riuscito era diventato Konen'nin anche se nuovamente pe poco tempo. La trasformazione infatti rimase attiva per soli pochi istanti prima di svanire e riportare il Chikuma alla normalità.

    -Oooh. accdienti!.. non riesco a mantenere attiva la trasformazione..-


    Kajitsu sembrava avre perso la voglia di combattere, i suoi occhi increduli ora gurdavano il rosso che si guardava il sedere e si toccava le orecchie invisibili che ormai erano scomparse, sembrava che il moccioso fosse veramente il predestinato a diventare il nuovo Konen'nin. Hoshi dopo qualche momento avrebbe portato nuovamente lo sguardo verso la fennec mostrando un gran sorriso, aveva trovato la soluzione al problema di Kajitsu, una soluzione ovvia, peccato non averci pensato prima di prendere tutte quelle botte.

    Morso il dito policce Hoshi avrebbe preso una goccia di sangue per poi piantare la mano a terra, in un batter d'occhi Kajitsu sarebbe scomparasa da dove si trovava per poi ricomparire qualche mentro più in la vicino al moccioso, la missione era compiuta, ora anche Kajitsu era stata evocata dal rosso. Preso a ridere il Chikuma avrebbe poggiato una mano sulla spalla della fennec mostrando poi il dito pollice dell'altra rivolta verso l'alto in un gesto di amicizia, quindi se ne sarebbe uscito con una delle sue sparate.

    -Ecco fatto Kaji!!!.. adesso anche tu sei stata evocata dal grande Turbine Rosso di Suna!!!.. AHAHAHAH!!!...-


    -Ufff.. Idiota..-


    La strada per diventare Konen'nin era ancora molto lunga tuttavia il rosso aveva intenzione di percorrerla tutta, di sicuro Daikenjin aveva ancora molte prove in serbo per lui. Il potere del guardiano era difficile da gestire, ma Hoshi cominciava a capire come poterlo gestire, di sicuro non avrebbe abbandonato il monte fino a quando non si sarebbe impadronito di quella abilità così particolare.



     
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    Quando quel breve scontro fu concluso, ed anche le sabbie nella stanza smisero d'agitarsi, il Rosso poté sentire la risata divertita di Daikenjin: "Sei stato geniale, ragazzo mio, davvero geniale, mai idea migliore è stata vista da questi miei vecchi occhi negli ultimi dieci anni, o forse più.", commentò con soddisfazione l'anziano Fennec.
    "Inoltre ho avvertito che eri quasi riuscito a controllare le abilità del Konen'nin, quindi il tuo corpo sta iniziando ad abituarsi, il che è un bene, ci vorrà poco ancora, quindi, o almeno questo spero.", continuò il vecchio, "Grazie anche a te, Kajitsu-chan.", concluse verso l'esemplare femminile.

    "Prego, anziano saggio.", esordì l'altra, prima di guardare verso Hoshikuzu, "Tu, ricordati di evocarmi più spesso, non apprezzo quanto Toku e Shuuki di essere lasciata da parte.", concluse, allontanandosi dalla sala con passo calmo.
    "No, resta pure, Kajitsu-chan, resta ad osservare l'addestramento. Yohishi, Kokatsuna, voi potreste chiamare chi aspetta nell'altra stanza? E tu, Hoshikuzu, potresti, gentilmente, evocare qui proprio Toku?", avrebbe domandato il vecchio.

    Mentre il Rosso evocava l'altro suo Fennec, che probabilmente mai era stato da lui richiamato, o forse solo in rare eccezioni, e mentre i due che avevano piazzato le trappole si spostavano verso la stanza adiacente, Daikenjin riprese a parlare, con Kajitsu e Hoshikuzu come sicuri ascoltatori: "Come ti ho già detto, il Konen'nin è il guardiano del Monte Sacro, che possiede i poteri della mistica sabbia di questi luoghi, poteri che tu stai a poco a poco facendo tuoi, ma oltre ciò, il Prescelto ha anche un legame con noi, Fennec Guardiani, e con le armi che noi custodiamo per lui, il Konen'nin.", avrebbe esordito, facendo poi una piccola pausa.
    "Due sono le armi del Guardiano del Monte Sacro: lo Scudo che difende questi luoghi ed il Bastone spazza via chiunque li attacchi, e proprio con una di queste armi sacre ora dovrai allenarti per potenziare il tuo corpo ed essere pronto a brandirle entrambe.", continuò, mentre Kokatsuna e Yohishi tornavano, trasportando a fatica un oggetto con loro: un massiccio scudo.
    Toku sembrava sbalordito da quella visione, così come Kajitsu, ma l'anziano Fennec fece cenno ad entrambi di non commentare, mentre gli altri due loro simili lo appoggiavano, con estrema delicatezza, davanti a Hoshikuzu.

    "Questo è lo Scudo del Konen'nin.
    Se tu posseddessi già a pieno i poteri del Guardiano, potresti aumentarne e ridurne ancora di più le dimensioni a tuo piacimento, oltre che utilizzarlo senza problemi, per ora, invece, Hoshikuzu, dovrai semplicemente riuscire a brandirlo a sufficienza da attaccare con lo scudo Toku, potenziando il tuo corpo perché sia pronto a ciò che ti aspetterà dopo."
    , concluse il Vecchio saggio.
    Hoshikuzu, a quel punto, avrebbe scoperto che, se provava a sollevare quello scudo, lo stesso era così pesante ed ingombrante, quasi, che ogni movimento risultava più difficile e faticoso [Velocità ridotta a Rossa], doveva riuscire a pensare qualche genialata delle sue, o a sviluppare una forza adatta ad attaccare Toku con quello stesso oggetto.

    -------

    OT: Ok, direi che siamo prossimi al conseguimento della Viola (uno o due posts ancora), intanto qui ti faccio utilizzare un pò anche Toku e, per quanto nessuno lo dica al tuo pg, incontri anche Shiruko.
    Di fatto, almeno di altre sorprendenti strategie :riot: , la questione è sviluppare abbastanza forza da arrivare a Viola, quasi, così da recuperare la tua velocità da blu per attaccare Toku ed avere certezza di colpire. /OT
     
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    Daikenijn sembrava davvero divertito da ciò che era successo nella stanza, in fondo quel dannato vecchiaccio era un simpaticone come tutti gli altri fennec, un po’ più severo ma pur sempre un simpaticone. Hoshi ormai rilassato avrebbe accompagnato la risata del vecchio con una delle sue molto più rumorosa mentre dava una serie di pacche sulla spalla a Kajitsu in segno di affetto, la tensione come al solito era scemata in una risata, d’altro canto anche quella era una delle abilità del Turbine Rosso.

    Ritrovata un po’ di serietà il vecchio saggio chiese ad Hoshi di evocare un altro dei suoi fennec, non era la prima volta che lo richiamava, si trattava di Toku. Il Chikuma fatto un cenno affermativo con la testa avrebbe composto i sigilli per poi piantare nuovamente la mano a terra, certo usare tutto quel chakra per i richiami lo avrebbe sicuramente aiutato a sviluppare anche una riserva molto più abbondante. Davanti al rosso una grande nuvola esplose lasciando comparire il grosso fennec dalle mille cicatrici intento a mangiare da una grande ciotola del tutto simile a quella che stava usando poco prima il vecchio. Toku dopo un paio di colpi di tosse per via del cibo andato per traverso si sarebbe rivolto verso Hoshi esplodendo in un saluto entusiasta.

    -HOSHI!!!.. WAHAHAH!!!.. e’ bello rivederti dopo così tanto tempo.. eh?.. ehi aspetta.. ma sono ancora al monte.. Kajitsu.. Oh?!.. e il grande saggio Daikenjin!!.. qualcuno mi dice che sta succedendo?!.. ehi no aspetta.. ti stai addestrando per diventare il nuovo Konen’nin.. WAHAHAH.. FANTASTICO!!!..-


    -Eheheh.. già il vecchiac.. ehm.. si il saggio Daikenjin mi sta insegnando qualche nuovo trucchetto!!-


    Come al solito Toku si era rivelato per quel che era e cioè un simpaticone di prima, spesso il suo aspetto burbero e segnato dalle battaglie poteva ingannare, ma Toku era uno al quale piaceva molto scherzare e stare in compagnia. Daikenjin prese a spiegare quale era il prossimo step che il Chikuma doveva superare per diventare in nuovo Konen’nin, i due fennec trappolieri intanto si erano spostati in una stanza adiacente forse per preparare la prova, Hoshi si chiedeva già quali terribili trappole avessero escogitato questa volta.

    Mentre aspettava il saggio spiegò al rosso che il Konen’nin da sempre era detentore di due straordinarie armi, lo scudo ed il bastone del Konen’nin, due armi sacre ed uniche nel suo genere che avrebbero permesso ad Hoshi di difendere quei luoghi e spazzare via ogni nemico. La prossima prova che spettava al rosso era relativamente semplice, Yohishi e Kokatsuna erano tornati nella stanza delle prove con lo scudo del Konen’nin, il rosso lo guardò attentamente mentre questi lo poggiavano a terra davanti alla sua figura, era davvero meraviglioso.

    -Wow.. sarebbe questo lo scudo del Konen’nin.. forte!!!-


    Il ragazzino avrebbe dato un occhiata all’oggetto accucciandosi, in effetti era proprio una gran scudo e nulla di più. La prova sembrava abbastanza semplice questa volta, Hoshi non doveva far altro che indossare le scudo ed ingaggiare battaglia con Toku per prendere confidenza con la nuova arma, un gioco da ragazzi insomma. Il rosso si sarebbe stiracchiato per bene prima di cominciare, la sua espressione era fiera e sicura, per lui sarebbe stata una bazzecola abituato come era fino a poco tempo prima di trasportarsi dietro un boomerang grande quanto lui. Lanciato uno sguardo di sfida a Toku il ragazzino avrebbe fatto lo sbruffone come al suo solito mentre questo si trasformava in un omaccione piuttosto possente e muscoloso.

    -Ehi Toku preparati a subire i miei colpi!.. eheheh..-


    -Tu dici?!.. avanti prendi su quello scudo e fammi vedere di che pasta sei fatto!!!-


    A quel punto il rosso era carico più che mai, accucciatosi avrebbe avanzato la mano destra verso l’arma per sollevarla, un vero peccato scoprire che non fu lo scudo ad avvicinarsi a lui, ma il suo intero corpo ad avvicinarsi al terreno, quell’arma sembrava fosse stata piantata al terreno. Il rosso avrebbe strattonato due o tre volte prima di passare ad usare entrambe le mani, cosa diavolo stava succedendo, era lui ad essersi trasformato di colpo in una mammoletta o quel pezzo di ferro pesava tipo un palazzo.

    -NNNRGH!!..ANF..ANF.. accidenti.. ma quanto pesa questo scudo?!!.. non si sposta di un millimetro!!!..-


    -WAHAHAH!!!.. che succede Hoshi.. ti vedo in difficoltà.. non dovevi mostrarmi la tua abilità e forza con lo scudo.. WAHAHAHAH!!!..-


    Ora persino Toku ci si era messo prendendolo in giro, che situazione imbarazzante. Aveva fatto il gradasso prima del tempo, quell’arma pesava una tonnellata e non sarebbe mai riuscito a sollevarla a meno di non usare la sua forza ai massimi livelli. Il rosso mollata la presa per qualche istante si sarebbe sputato sulle mani caricando un enorme quantità di chakra nel tantien, doveva assolutamente sollevare lo scudo, tutta la sua massima energia sarebbe esplosa per tale scopo. Ficcate le mani sotto il pesante scudo il ragazzino avrebbe fatto forza con le gambe e le braccia per sollevarlo, uno sforzo enorme che lasciò nell’ambiente la massima espressione di ogni sforzo fisico portato al limite.

    PROOOOOOOOOOOOOT!!!


    Il rosso si sarebbe paralizzato sul posto mentre tutti i presenti puntavano lo sguardo verso di lui mostrando uno sguardo quanto meno meravigliato. Per qualche istante quel boato riecheggiò per tutti i cunicoli del monte giungendo alle orecchie di tutti i suoi abitanti, una gran figuraccia insomma. Inutile dire che le conseguenze di tale evento furono disastrose per il rosso, al di la della risata di tutti presenti sopraggiunse anche un mega calcio di Kajitsu sentitasi molto probabilmente in imbarazzo per l’evento, il rosso subì la furia in tutta la sua potenza venendo scaraventato a diversi metri dall’arma contro un muro di roccia.

    -SEI UN IDIOTAAAAA!!!-


    -BOFUOOOGHT!!!.. ahio..-


    Ora il rosso era finito a terra con la testa che rivolgeva allo scudo, era stranissimo ma per qualche istante gli era parso quasi di vedere l’arma come dire, ridere. Il colpo doveva averlo danneggiato più di quel che si aspettava se ora vedeva addirittura delle armi parlanti. Rialzatosi dopo il volo il ragazzino sarebbe corso vicino lo scudo stando ben attento a stare il più lontano possibile dalla fennec inferocita, non voleva beccarsi un altro calcio volante o peggio ancora una delle sue lame.

    -Chiedo scusa.. credo di essermi sforzato troppo.. eheheh.. ok riprovo ad alzare quel coso!!!..-


    Il rosso si sarebbe concentrato nuovamente per alzare la pesante arma. Trovata la concentrazione avrebbe irrorato il corpo di energia per potenziarlo in toto, sembrava che questa volta la sua idea funzionasse, in qualche modo era riuscito ad alzarlo e ad indossarlo sul braccio sinistro, dato che era quello il posto dove solitamente un guerriero tiene lo scudo. Era dannatamente pesante e anche irrorando costantemente i suoi muscoli riusciva a malapena a tenersi in piedi, come diavolo poteva sperare di attaccare Toku in quelle condizioni.

    -Accidenti pesa troppo.. mmh.. così non riesco a muovermi.. ehi aspetta.. MA CERTO!!!..-


    Il rosso avrebbe lasciato lo scuso cadere a terra per liberare le mani quindi le avrebbe posizionate a croce per attivare la tecnica della moltiplicazione superiore del corpo. Quello che non poteva fare da solo lo poteva sempre fare in compagnia dei suoi cloni. Ora quattro Hoshi avevano accerchiato il povero Toku tenendosi ad una distanza di circa cinque metri da lui, era giunto il momento di sfidare il gigante ed il suo scudo. Il vero Hoshi presa l’arma avrebbe caricato il suo corpo di chakra per poi effettuare una rotazione sul suo asse a mo di lancio del disco e scagliare l’arma contro il fennec. Lo scudo sarebbe partito in direzione del gigante che lo avrebbe deviato senza tanti problemi, peccato che ad attenderlo c’era un secondo Hoshi pronto ad entrare in azione, questi avrebbe afferrato l’arma e con sforzo immane l’avrebbe rilanciata verso il fennec, Toku era stato intrappolato in una tempesta di scudi volanti.

    -WAHAHAH!!!.. bella trovata ragazzino ma non è abbastanza!!!..-


    Era vero, nonostante l’idea non fosse malvagia in quel modo non sarebbe mai riuscito a colpirlo, potevano andare avanti all’infinito e al rosso era proprio quello che interessava. Aveva infatti scoperto ormai da tempo che le esperienze dei suoi cloni ogni volta che esplodevano si riversavano sull’originale come un ondata di esperienza, sensazioni fatiche e dolori, tutto tornava sottoforma di un'unica entità, era questo a cui puntava il rosso, allenarsi in quattro avrebbe accelerato la sua crescita di ben quattro volte. Il rosso sarebbe andato avanti per diverse ore senza mai fermarsi, ad un tratto però il lancio dello scudo fu diverso e rivolto verso l’alto anzi che verso il fennec. Le vera copia del rosso sarebbe saltata verso l’arma mentre i cloni scomparivano in uno sbuffo di fumo, questa volta impugnarla non sarebbe stato un problema quelle ore di lanci si erano trasformate in un istante in settimane di lanci.

    -WOOOOOOOH!!! PRENDI QUESTO!!!..-


    Il rosso sfruttando lo slancio si sarebbe scagliato contro Toku a massima velocità cozzando il suo scudo con quello dell’animale, un boato avrebbe pervaso la stanza mentre il fennec veniva scaraventato a terra sotto il pesante peso del Chikuma. Non si era fatto male nessuno, ma ora era evidente che il ragazzino aveva superato in forza Toku e che era in grado di tenere agilmente quel’arma attaccata al braccio.

    image


    -Eeheheh.. ti ho buttato a terra Toku.. questa partita l’ho vinta io!!!..-


     
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    Falce dei Kaguya


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    L'anziano Daikenjin, e come lui tutti gli altri fennec presenti nella sala, osservò con attenzione la nuova pensata del giovane Chikuma, dopo la piuttosto comica figura nel tentare di sollevare da solo lo scudo del Konen'nin.
    Il vecchio Fennec stava iniziando ad apprezzare la geniale originalità delle pensate del Rosso ed iniziava anche a credere che, probabilmente, il Kazekage non glielo avesse affidato solo perché l'unico altro Chikuma presente, e quindi l'unico a potergli togliere quel compito che Gin aveva sempre rifiutato, ma perché anche il capo del clan dei Chikuma aveva riconosciuto da tempo le abilità del giovane neo-jonin.
    Fu così che per ore Daikenjin rimase ad osservare i cloni ed i loro tentativi di lancio dello scudo, fino al risultato definitivo e perfettamente soddisfacente, per Hoshikuzu, di riuscire da solo a sollevare l'arma del Guardiano del monte Sacro e vincere con la stessa Toku.

    "Ben fatto, ragazzo mio, ora riposati per giusto qualche minuto, poiché proprio la tua attuale condizione potrebbe aiutarti a raggiungere definitivamente il grado di Konen'nin.", esordì a quel punto l'anziano, "E poi direi che anche Shirudo-chan stia bene.", concluse, prima che il grosso scudo mutasse forma in un immane e massiccio Fennec, "Mi viene da vomitare...", lamentò quello che doveva essere Shirudo.
    "Fratellone, forza, vieni a sdraiarti qui nell'angolo.", gli suggerì Toku, aiutandolo, per quanto possibile, a spostarsi, ora che era tornato nella sua forma di Fennec.
    Shirudo si fermò un attimo a guardare il Rosso: "Sarò onorato di essere il tuo scudo, se diverrai il nostro guardiano, ma per favore non passare più delle ore a farmi girare in quel modo, o potrei vomitarti addosso durante un combattimento.", lo avvisò, trattenendo un conato di vomito, mentre anche Kajitsu si avvicinava per aiutare Toku a spostarlo.

    "Durante le ore passate qui dentro, Hoshikuzu-kun, hai avuto modo di addestrare il tuo corpo per raggiungere ciò che già il tuo spirito e la tua originalità, potevano fare: risvegliare i poteri del Konen'nin, ora, c'é da vedere se riuscirai a risvegliarli del tutto.
    Per fare ciò, ho pensato ad una soluzione che ti porterà ad utilizzare tutte le tue forze, probabilmente: crea due tuoi cloni e poi sarete tutti e tre soggetti alla mia tecnica illusoria e dovrete riuscire a risvegliare i poteri del Konen'nin per scioglierla."
    , concluse l'anziano Fennec, lasciando al Rosso il tempo di eseguire la tecnica della moltiplicazione superiore, prima di prepararsi a caricare sull'originale, e sui due cloni, l'Illusione delle sabbie del tempo, poiché erano tutti circondati dalla sabbia del Sacro Monte, che toccava i loro piedi e le gambe.
    Stava a Hoshikuzu ed alle sue due copie riuscire ad ottenere il chakra necessario per acquisire la forma del Konen'nin, se ci fosse arrivato vicino con anche i due cloni in quella situazione, poi da solo avrebbe di certo avuto modo di controllarla in pieno.

    -------

    OT: Prova finale per diventare Konen'nin e per la Viola, relativa all'uso del chakra.
    Considerando che hai fatto quaterne di cloni per un paio d'ore, direi che il tuo pg dovrebbe essere rimasto con si e no 10 bassi di chakra, che per 2 cloni e 3 volte di konen'nin forse bastano appena appena, quindi trova nuove forze e risveglia il fennec che è in te :riot: /OT
     
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    Quest d'Addestramento
    ..Il Nuovo Konen’nin..
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    Hoshi esplose in un urlo quando vide lo scudo che gli stava sotto esplodere prendendo le sembianze di un gigantesco fennec, il suo era un urlo di stupore misto a paura, inutile dire che si sarebbe spento quando la sua testa finì inesorabilmente con il cozzare con il pavimento. Non riusciva a credere ai suoi occhi lo scudo che aveva lanciato per tutto quel tempo non era altri che un fennec trasformato, quelle volpi del deserto non avrebbero mai smesso di stupirlo. Quando il grande scudo fennec chiese al rosso di non lanciarlo più soffocando un conato di vomito non trattene una risata sincera, una di quelle che portano di certo stima e un senso di simpatia a chi la riceve.

    -AHAHAH.. accidenti allora prima stavi ridendo per davvero!!... AHAHAH.. sta tranquillo.. ehm ti chiami Shirudo verò?!.. quando sarò Konen’nin ti prometto che eviterò di lanciarti come un fresbee.. AHAHAHA!!!.. uff.. accidenti.. sono stanco morto..-


    Il rosso si stava divertendo come un pazzo, sentiva di essere sempre più forte ogni minuto che passava, doveva essere quel luogo che gli infondeva sempre più energia, ci aveva dato dentro con l’allenamento senza mai fermarsi ed ora sentiva di essere arrivato quasi al limite, peccato che Daikenjin avesse un'altra terribile prova da fare superare al Chikuma, una prova che aveva già affrontato, ma che questa volta lo avrebbe messo definitivamente con le spalle al muro. Il vecchiaccio aveva infatti in mente un trucchetto estremamente pericoloso per accelerare l’addestramento del rosso. Doveva creare altre due copie di se stesso, altri due cloni per poi cimentarsi nella stessa prova che lo aveva visto protagonista durante la sua prima visita in quella stanza, brutta storia.

    -CHE COSA?!!.. vuoi catapultarmi di nuovo dentro quell’inferno?!.. ehi lasciami almeno riprendere fiat…!!!-


    Il rosso non ebbe nemmeno il tempo di sciogliere le copie che aveva creato per sconfiggere Toku che presto si ritrovò nuovamente succube di quella prigione di vetro e sabbia, non solo una volta, ma per ben tre volte contemporaneamente. Il rosso avrebbe avuto appena il tempo di guardarsi attorno per capire che era in trappola prima che la sabbia riprendesse a cadergli addosso mentre i due fennec di pietra lo guardavano. Questa volta era calmo il ragazzino, sapeva come fare per uscirne, se canalizzava il potere del Konen’nin ne sarebbe uscito senza problemi, peccato che la sua riserva di chakra era praticamente pari a zero.

    -Oh no!.. di nuovo dentro a questo inferno.. il vecchiac.. ehm.. il saggio Daikenjin deve trovarci gusto!!.. avanti e solo una stupida illusione.. se mi trasformo in Konen’nin posso uscirne subito!.. ok.. cominciamo!!!-


    Il rosso avrebbe cominciato a comporre i sigilli, le sue copie intanto sembravano aver pensato alla stessa cosa, anche se era diviso i processi cognitivi dei tre Hoshi erano sempre gli stessi inoltre quella era la soluzione più ovvia visto e considerando che già una volta aveva funzionato. Composti i sigilli il ragazzo avrebbe concentrato quanto più chakra possibile per effettuare la trasformazione, tutto inutile non aveva abbastanza energie per assumere la forma del Konen’nin. Anche se la procedura era perfetta mancava la benzina per fare partire l’auto, un brutto affare, davvero un brutto affare.

    -..accidenti.. anf.. non ho più.. anf.. chakra.. anf.. anf.. qua la sabbia continua a salire.. è arrivata alle ginocchia.. anf.. devo fare come prima.. anf.. anf.. devo riuscire ad impastare più chakra.. dannazione.. tutti quegli scontri con i ninja della zanna.. la missione al Rokugan.. gli scontri con i tizi della Canzone del Deserto.. devo pur aver imparato qualcosa!!!..-


    Il rosso si sarebbe rilassato ripercorrendo con la mente tutte le esperienze vissute negli ultimi mesi, una serie di eventi che lo avevano cambiato e trasformato da verme a farfalla, l’assurda missione all’arcipelago delle 4 bestie e gli scontri epici con quelli della Zanna e del Rokugan, le lotte al villaggio per contrastare i ninja della Canzone del Deserto, le immagini delle esperienze passate si affollavano trasformandosi ora in coscienza e consapevolezza, la consapevolezza di chi sa di essere diventato più forte. Il suo corpo era cresciuto, non era più il moccioso di dodici anni costretto a terra dal fisico e dalla gravità, sapeva volare dannazione. L’energia dentro di lui cresceva sempre di più mentre componeva i sigilli, i suoi muscoli erano gonfi e la sua mente libera e serena, concentrata su ciò che doveva fare. Quando riaprì gli occhi la sabbia lo aveva quasi sommerso nuovamente, tutti gli Hoshi sentivano i granelli di sabbia tappare loro la bocca ed il naso fino a giungere agli occhi ed infine ai capelli, di loro non era rimasto nulla se non la determinazione di uscire da quelle clessidre come Konen’nin e non come Hoshikuzu Chikuma.

    -IO.. SONO.. IL KONEN’NIN!!!-


    Di nuovo la stanza sarebbe esplosa in un boato mentre veniva avvolta da una coltre di sabbia spaventosa, dietro di essa una sola figura era ben visibile, era quella del nuovo Konen’nin, Hoshikuzu Chikuma il Turbine Rosso della Sabbia. Il suo sguardo era fiero e deciso mentre il suo aspetto era mutato in quello di un Fennec umano, la coda si muoveva a destra e sinistra mentre le orecchie si muovevano ticchettando ad ogni singolo rumore, non aveva mai percepito un energia così avvolgente dentro di se, era quello il significato di essere Konen’nin, diventare membro di una grande famiglia, per proteggerla ad ogni costo.

     
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    Hoshikuzu alla fine c'era riuscito: dinanzi agli sguardi sbalorditi e pieni di rispettosa devozione, ora, di Kajitsu, Toku, Shirudo, Kokatsuna e Yohishi, il Turbine Rosso della Sabbia era diventato il Konen'nin.
    Daikenjin osservava con l'orgoglio e la soddisfazione di un maestro, adesso, il giovane Fennec umanoide.
    "Ben fatto, ragazzo mio, davvero ben fatto. Sì, tu sei il Konen'nin di questa generazione.", esordì soddisfatto il Vecchio Fennec, "Ora, però, riposa, domani ti attende un nuovo addestramento, per iniziare a scoprire i segreti della tua nuova forma e, soprattutto, per apprendere come usare al meglio le nuove forze che hai acquisito.", avrebbe concluso l'anziano, invitando Yohishi, Kokatsuna e Shikkudo a scortare Hoshikuzu verso la stanza dove avrebbe potuto riposare ed eventualmente mangiare, anche facendogli fare un giro per quella stessa area del Sacro Monte, se avesse voluto.

    Hoshikuzu ottiene l'Energia Viola

    Il Giorno Dopo

    Il giorno dopo, il Rosso sarebbe stato svegliato da due nuovi Fennec, "Konen'nin-sama, Konen'nin sama, svegliati!", avrebbe esordito il primo dei due.
    "Non puoi usare il suffisso sama, verso il nostro nuovo Konen'nin e poi dargli del tu, Mijuku, è maleducazione!", lo ammonì una voce femminile relativamente anziana.
    "Sicura, Gakusha-baa-sama? Ho letto diversi testi a riguardo e non penso che l'una cosa vieti l'altra, ma soprattutto, ho sentito dire da Konji-san che costui è un ninja sempre impegnato in missioni incredibili, possibilmente, non appena si legherà a noi guardiani, anche noi potremo uscire dal Tempio, anche IO potrò uscire e vivere chissà quali avventure.", immaginava tutto emozionato il Fennec.
    "Sì, è vero, anche Konji mi ha raccontato delle missioni del nostro nuovo Konen'nin, parlava soprattutto di un uomo dai capelli bianchi... chissà che non porti anche noi in missione qualche volta, però non dovresti essere così euforico di uscire, sai cosa successe ai tempi dell'ultimo Guardiano a chi volle uscire in missione con lui?", replicò la voce femminile.

    Hoshikuzu, una volta svegliatosi, si sarebbe trovato davanti a due esemplari di Fennec: la femmina sembrava molto loquace, oltre che anziana, e, a ben guardare, ricordava abbastanza Konji nell'aspetto, il maschio, grande quanto una persona, era decisamente più giovane ed emozionato.
    Quando si accorsero del suo risveglio, fu la femmina la prima a parlare: "Ben sveglio, Konen'nin-sama, io sono Gakusha, la madre di Konji, mentre questo è il giovane Mijuku, siamo due dei Fennec guardiani.
    Daikenjin-sama ci ha mandato per svegliarla e portarle il pranzo."
    , "E poi io ti accompagnerò nel luogo del tuo nuovo addestramento.", aggiunse l'altro, prima che offrissero a Hoshikuzu una colazione simile a quella degustata il giorno prima assieme al vecchio Fennec.

    [...]

    A fine colazione, Mijuku avrebbe accompagnato Hoshikuzu fino alla sala dove il vecchio Daikenjin lo attendeva.
    La sala si sarebbe rivelata essere vicina a quella dove s'era allenata il giorno prima, anche lì c'era della sabbia del Sacro Monte, ma non scivolava dall'alto, bensì era sulle pareti e sul pavimento, mentre il soffitto era distante decine e decine di metri, una gigantesca grotta era quella stanza e l'anziano del Monte lo osservava da una terrazza a più di 100 metri da terra.
    "Hoshikuzu-chan, piacere di vederti sveglio! Spero tu ti sia riposato e ripreso a dovere, anche oggi ci sarà molto da lavorare per te!", avrebbe urlato il Vecchio Fennec dalla sua posizione sopraelevata.
    "Per iniziare, facciamo qualcosa di semplice, per saggiare la tua nuova capacità di controllare il chakra, va bene? Raggiungimi quassù, ti servirà anche per cospargerti della Sabbia Sacra.", lo invitò poi, facendogli cenno di salire.

    Il problema per il Chikuma, però, sarebbe stato riuscire ad arrivare fin lassù, poiché, come avrebbe scoperto al primo tentativo di usare il chakra adesivo, la sabbia rendeva quella parete decisamente troppo scivolosa per il suo normale controllo del chakra, doveva incrementare la presa del chakra adesivo per riuscire a raggiungere Daikenjin, giacché non c'erano scale nelle vicinanze.

    ----

    OT: Ok, mi sentivo più ispirato dal Konen'nin che non dalle 4 Bestie (a cui comunque per Sabato rispondo), quindi ecco il post :riot:
    Per la prova, bé, semplice miglioramento del controllo del Chakra per l'aumento del livello ^^'
    Naturalmente GDR libero con i fennec./OT
     
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    Quest d'Addestramento
    ..L’allenamento Continua..
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    Ci era riuscito, ora sotto lo sguardo sbalordito dei fennec del monte stava il nuovo Konen’nin. Hoshi era estremamente felice, non si era mai sentito così forte in vita sua, quella sua nuova tecnica si sarebbe senza alcun dubbio rivelata fondamentale e di grande aiuto durante le sue avventure in giro per il continente. Ora che il suo aspetto era quello di un fennec si sentiva un po’ strano anche se la prima cosa che gli venne in mente fu che con quelle grandi orecchie e quella coda pomposa avrebbe sicuramente fatto colpo su un sacco di ragazze. Sembrava che la prima parte dell’addestramento fosse stata completata con successo per il momento il giovane Chikuma avrebbe avuto tutto il tempo necessario a recuperare le forze.

    Tutti i fennec presenti nella stanza a parte Daikenjin che rimase a guardare la scena accerchiarono il rosso per poi prenderlo e lanciarlo in aria in segno di vittoria, sembravano più emozionati loro del Chikuma, da molto tempo quel luogo non doveva vedere un Konen’nin. Il rosso per tutto il resto del tempo avrebbe assecondato i fennec mangiando con loro e facendosi raccontare innumerevoli storie ed avventure, molte delle quali sapevano di leggenda, era strano, ma era come essere entrati a far parte di una seconda grande famiglia, una sensazione meravigliosa. Hoshi sarebbe rimasto sveglio il più a lungo possibile prima di crollare completamente privo di energie, era stata una giornata estremamente faticosa per lui, di sicuro si era guadagnato un po’ di riposo.



    [...]



    L’indomani il rosso venne svegliato dalla voce di due nuovi fennec, aperti appena gli occhi riuscì ad identificare un fennec di medie dimensioni che lo guardava dritto negli occhi a pochi centimetri di distanza ed una fennec piuttosto anziana e dalle dimensioni simili a quelle di Daikenjin. Il rosso avrebbe fatto un gran sbadiglio per poi prendere a stiracchiarsi prima di mettersi a sedere per intrattenere un po’ di conversazione con quei due nuovi individui. Dai loro discorsi sembravano divertenti e alquanto interessati alla dialettica, Hoshi intervenne subito presentandosi anche se molto probabilmente già sapevano chi fosse.

    -Buongiorno a tutti!.. io sono.. WaaaaBh.. Hoshikuzu Chikuma.. piacere di conoscervi!!!..-


    Il rosso avrebbe mostrato loro un gran sorriso mentre questi si presentavano con il nome di Gakusha e Mijuku e offrivano al ragazzo una abbondante colazione a base di schifezze dal sapore alquanto forte. Ormai il Chikuma aveva capito che da quelle parti quello era il cibo che passavano quindi era meglio mettersi il cuore in pace e mangiare fino a quando ne aveva l’opportunità. Il Chikuma avrebbe mangiato con i due fennec facendo loro qualche domanda personale su chi fossero e su che ruolo avevano all’interno della famiglia, il rosso mostrò un gran sorriso quando Gakusha affermò di essere la madre di Konji, quella famiglia di fennec era davvero bizzarra. Quando ebbe finito tutto il rosso si sarebbe rimesso in piedi pronto a cominciare un altro giorno di allenamento intenso.

    -Grazie per l’ottima colazione Gakusha.. credo di aver recuperato tutte le energie spese durante l’allenamento di ieri.. eheh.. Mijuku che ne dici di accompagnarmi alla sala di addestramento?!-


    Il fennec avrebbe annuito con fare un po’ esagitato prima di strattonare il Chikuma per una manica e fare strada, sembrava piuttosto eccitato dall’idea di poter vedere il Konen’nin all’opera, la figura di guardiano doveva essere davvero importante per i fennec del monte Hitozatohanareta.



    [...]



    Mijuku avrebbe accompagnato il giovane Konen’nin fino ad una stanza non molto lontana da quella che lo aveva visto come protagonista la giornata precedenete. Una volta entrato il rosso non sarebbe riuscito a tenere lo sguardo a terra tanto era alto il soffitto di quella specie di grotta gigantesca. Le pareti della stanza sembravano essere piene di sabbia, Hoshi si sarebbe guardato attorno fino a quando la voce del vecchio saggio non colse il suo udito invitandolo a raggiungerlo a circa un centinaio di metri più in alto, una distanza esigua se in orizzontale, di certo abissale se posta in verticale, non sarebbe stato affatto semplice risalire quelle pareti piene di sabbia. Mijuku avrebbe augurato ad Hoshi buona fortuna prima di mettersi in un angolo ad osservare il nuovo guardiano all’opera, di certo ora il rosso non poteva deludere le aspettative dei fennec.

    image


    -Accidenti se è alta questa stanza.. eh va bene.. cominciamo con il controllo del chakra.. accidenti!.. ho sempre fatto schifo in questo genere di cose.. ok concentriamoci e risaliamo questa parete!..-


    Chiusi gli occhi il rosso avrebbe concentrato il chakra adesivo sulla pianta dei piedi per poi cominciare la scalata con una rapida corsa, i suoi piedi sarebbero affondati sulla sabbia della parete quasi questa fossero in realtà delle sabbie mobili, di certo non era come stare a pelo d’acqua. Il rosso avrebbe percorso i primi metri senza tanta difficoltà, la sua concentrazione sembrava bastare a tenerlo incollato alla sabbia peccato che non sarebbe mai bastata a farlo salire per più di una decina di metri. Senza accorgersene il Chikuma si sarebbe ritrovato staccato dalla parete in caduta libera, una situazione piuttosto pericolosa che lo avrebbe gettato di prepotenza al suolo se non fosse che appunto era un Chikuma. Un potente getto di vento evitò al rosso di rompersi l’osso del collo atterrando abbastanza dolcemente. Inutile dire che Mijuku e Daikenjin esplosero in una risata alquanto divertita che lasciò sul volto del rosso un espressione di disappunto.

    -Ehi così non vale!!!.. e va bene ci riprovo..-


    Tutto inutile. Il rosso provava e riprovava, ogni volta il suo traguardo si faceva più vicino di qualche metro ma non riusciva mai ad arrivare fino in fondo, muoversi su quella sabbia era davvero difficile, ormai era completamente ricoperto di sabbia dalla testa ai piedi. Fu dopo una breve pausa per riprendere il fiato che al Chikuma venne in mente la più grande idea di tutti i tempi, ora aveva nuove risorse da sfruttare. Un ghigno si dipinse sul suo volto mentre eseguiva la lunga serie di sigilli per assumere le sembianze del Konen’nin, dopo una breve esplosione d’aria il rosso avrebbe assunto la forma di Konen’nin, ora poteva raggiungere il vecchiaccio senza tanti problemi.

    -Eheheh.. EHI DAIKENJIN!!!.. STO ARRIVANDO!!!..-


    Il rosso avrebbe tirato fuori gli artigli da fennec per poi concentrare il suo chakra adesivo sia sulle mani che sui piedi, si sarebbe trasformato in un Konen’nin a quattro zampe motrici. Presa una bella rincorsa Hoshi sarebbe scattato verso la parete cominciando la risalita questa volta al doppio della sua solita velocità, il suo chakra ora lo teneva ben fisso da tutte e quattro gli arti inoltre gli artigli di sicuro aiutavano ad avere più forza sulla sabbia, il vecchio Daikenjin questa volta non avrebbe avuto il tempo di farsi una risata, in pochi secondi il rosso gli sarebbe letteralmente piombato addosso atterrando a pochi metri dietro di lui. Sembrava che il rosso cominciasse a prenderci gusto ad essere il nuovo Konen’nin.

     
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    Daikenjin osservava con soddisfazione il giovane Chikuma, che stava ora utilizzando le sue nuove abilità da Konen'nin.
    Il ragazzo spiccò un agile salto oltrepassandolo ed atterrando su tutte e quattro le zampe e, probabilmente, proprio a quel punto Hoshikuzu si sarebbe accorto che il vecchio non era da solo.
    "Molto bene, mio giovane e nuovo Konen'nin, stai iniziando a capire le virtù e la natura stessa del tuo stato, ma per migliorare le tue capacità, penso ti serva un pò di pratica, quindi, anche in considerazione dei tuoi miglioramenti fisici, ho pensato che fosse giusto tu avessi modo di addestrarti con un Fennec adatto al caso, anzi, con più di uno.", avrebbe esordito l'anziano, mentre tre sagome canidi si facevano avanti.
    Uno dei tre Hoshikuzu lo avrebbe riconosciuto dal giorno prima: Shirudo, il secondo era un Fennec relativamente simile per aspetto al primo, mentre il terzo era dal pelo più scuro e con una X sulla fronte, che forse il Rosso avrebbe potuto riconoscere dai tempi della sua primissima visita alla Montagna Sacra.

    "Passiamo alle presentazioni, Hoshikuzu-kun. Shirudo-kun, già lo conosci, mentre l'altro vicino a lui è Sutikku-kun, ben presto potrai fare apprendistato su come utilizzare le loro virtù in battaglia, ma per ora dovrai limitarti ad affrontare, con le tue abilità da Fennec, e spero affinando nel frattempo il tuo controllo sul chakra, il primogenito di Kyoushu-sama, Gekisen-sama.", spiegò, indicando prima i due fennec che si fecero da parte e poi il più minaccioso che, invece, si fece un pò avanti verso il Rosso.

    "E' un grande onore conoscerti, Konen'nin-san. Ho sempre avuto curiosità di vederti in azione, considerando quanto Kigeki-chan e tutti gli altri hanno sempre detto di te, spero avremo modo di affrontarci da veri Fennec e guerrieri.", esordì Gekisen, prima di voltarsi verso l'anziano, "Daikenjin-sama, Shirudo-san e Sutikku-san non si uniranno a noi inizialmente?", chiese ancora.
    L'anziano si diede una leggera botta sulla fronte, come ad indicare che aveva appena ricordato qualcosa: "Giusto, ieri hai già visto Shirudo-kun mutato in scudo, anche Sutikku-kun può fare altrettanto e potrai apprendere come usufruire del loro supporto in battaglia, ma per ora devi capire quali poteri fisici ti sono stati concessi come Konen'nin, quindi, intanto, combatterete solo tu e Gekisen-sama.", spiegò.

    Il Fennec con la fronte segnata a quel punto ringhiò, posizionandosi su tutte e quattro le zampe, pronto a saltare contro Hoshikuzu, per poi spiccare un salto dalle zampe posteriori e puntando a colpirlo con le superiori.
    Il Chikuma avrebbe dovuto affrontare in corpo a corpo un Fennec grosso quanto un palazzo, pressapoco, imparando a controllare sì le sue doti nuove da guardiano sacro, ma, altresì, anche a migliorare il controllo del chakra, per stare al passo con la velocità dell'altro e le sue dimensioni.

    -----

    OT: Ok, liberissimo di provare ad apprendere qualcosa del controllo del chakra IV in questa situazione (io ho 2-3 caratteristiche del lvl IV del controllo che potresti acquisire qui) ed assieme scopri le abilità che prendi con la competenza speciale :sisi: /OT
     
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