Attenta a quei Due

Energia Rossa per Ame

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  1. Yami Kaguya
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    ¬ I ch i ¬
    "Mad Man".
    ...Is this a Race
    For the Title...?

    Ci sono giornate che iniziano male, e finiscono bene.
    Altre in cui non vuoi alzarti dal letto.
    E altre in cui la giornata inizia bene, continua meglio, e termina in quello che sembra un sogno.
    La giornata che stava per iniziare, comunque, non era nessuna di queste. Soprattutto non l'ultima.
    Ma andiamo con ordine, meglio...

    [...]

    Prima di tutto, il risveglio. Nulla di particolarmente diverso dal solito, c'era la sveglia, c'era il sole, c'era la colazione, c'era un pacco in mezzo a quelle che un tempo erano le tazze per la colazio-

    ...

    Per fortuna, o per sfortuna, ero ancora abbastanza rimbecillito da non realizzare davvero che c'era un pacco grande quanto un comodino incastrato nella credenza dove mettevo piatti e tazze.
    Nè che da quel giorno avrei dovuto bere il caffè direttamente dalla caffettiera. Ma è un'altra storia.
    Tornando all'argomento principale, rimasi immobile a fissare la scatola qualche altro secondo, e solo dopo aver capito due cose, mi mossi.
    Primo, non ci sarebbe stato nessuno abbastanza pazzo da entrarmi in casa e venire a riprendersela dopo averla chissàcome tirata sin là.
    Secondo, dubitavo ci fosse qualcuno abbastanza scemo da tirare casse in casa d'altri senza che queste ultime fossero indirizzate ai proprietari delle suddette case.
    Dovetti però ricredermi, nel momento esatto in cui vidi il nome del destinatario sulla cassa. E quello in cui sentii dei tonfi alla porta, accompagnati da domande decisamente seccanti.

    Ehi! Tu! Apri la porta, sappiamo che sei qui!

    Se non apri la sfondiamo, pezzo di merda!

    Sei già nei casini fino al collo, e vuoi farci incazzare di più?! Apri!



    ...Fine del risveglio, il cui riassunto finora è: mi è atterrata una cassa in cucina, non ho nulla in cui bere o mangiare se non il tavolo, e ci sono dei tizi che posso immaginare non siano venuti a chiedere l'affitto.
    Come se non bastasse, sulla cassa c'è una ricevuta firmata da "Ore, Watashi, Hitohuki Kagayaku", e sempre sulla suddetta ricevuta è riportato il contenuto della "missiva".
    Che diamine ci faccesse quel tizio con dei pomodori, non volevo nemmeno saperlo. Ciò che mi interessava, era più capire come ci fosse finita la sua fottutissima cassa nella mia cazzo di cucina.
    Ma prima supponevo di dovermela vedere con la parte di giornata successiva: ovvero l'inizio mattinata, dopo la colazione che avrei fatto se non ci fosse stata la cassa in mezzo ai piedi.
    E come detto, tale mattinata iniziava con dei tizi alla porta piuttosto incazzati.

    Ok, ora mi hai rotto: Conto fino a tre, poi dovrai ordinarti una porta nuova! Uno, due-

    Cercate qualcuno? Cascate male, tanto non c'è neanche nessuno qui dentro.

    Silenzio. Ero attaccato alla porta, e avevo detto la prima cosa che mi era venuta in mente per evitare di aggiungere al conto spese una porta, oltre a un nuovo set per i pasti.

    ...Ci prende per il culo?

    Palesemente.

    Ok, gli spacco la porta e poi la faccia. Uno, due-



    Ma perchè? Ve l'ho detto, se cercate Qualcuno, è andato via con Nessuno! Fra qualche ora tornano, però, perchè non ripassate dopo?

    Il discorso era idiota. Io ero un idiota. Lui era un idiota. Loro erano degli idioti. Facendo due più due ero in mezzo a un raduno di idioti, ma la domanda era perchè dovesse essere proprio a casa mia, maledizione.

    Senti un pò, deficiente. Ti diamo un'altra occasione per risolverla senza troppi danni collaterali. Ci sono solo un paio di persone che si fanno consegnare trenta chili di pomodori a Suna, e questo non mi sembra un ristorante. Dunque, inutile che spari cazzate, sei tu il tizio che tira pomodori come fossero sassi in testa alla gente.

    Ma anche no. Primo perchè odiavo i pomodori, secondo perchè avevo modi migliore per spendere il poco che guadagnavo, e terzo perchè qualcuno di così cretino lo conoscevo.

    ...Sentite, non sò di cosa stiate parlando. Mi è atterrata una cassa in cucina e ha fatto piazza pulita di tutti i miei piatti, il che mi costringerà a usare il tavolo al loro posto, il che vorrà dire doverlo pulire ogni 30 secondi per non trovarsi sul cibo sabbia al posto del sale. Il tizio che cercate è da un'altra parte, giuro, e poi io non solo odio i pomodori, ma devo ancora fare colazione. Non è che mi lasciate in pace?

    Seguirono altri insulti, ma sinceramente ne avevo abbastanza. Rimasi fermo davanti alla porta, già rassegnato alla fuga o al finire pestato di primo mattino. Ma per mia fortuna, lil fato aveva deciso di concedermi una chance per cavarmela.

    ..Uff...Ok, stammi a sentire. Tu apri la porta, ci mostri la cassa, e se ci sono prove del fatto che è finita nella casa sbagliata, ce ne andiamo. Ci stai?

    Eh? Ma sì, certo. Se mi date un minuto...

    Hai dieci secondi.

    ..Ah sì?

    Nove...

    Mi allontanai dalla porta con un sospiro, e mi diressi alla cassa rapidamente, pronto a mostrare loro la ricevuta con il nome di testanera. Solo che quando la presi in mano, vidi che c'era stato un problema.
    Avendo infatti non solo sbattuto contro la credenza, ma anche contro parte del lavello sotto di essa, mentre avevo intrattenuto i nuovi visitatori, varie gocce d'acqua erano andate a intaccare l'inchiostro con i dati del destinatario. Che ora era diventato qualcos come "Ore, Watashi, iuki agayu".
    In due parole, ero morto. E solo perchè condividevo qualche sillaba e una sorta di amicizia con un pazzo che se ne andava a tirare pomodori alla gente.
    Se ne fossi uscito vivo, l'avrei ammazzato.

    Quattro...

    Avevo quattro secondi, e nessuna idea per cambiare quel nome. Ripristinare un nome complicato come Hitohuki, era impossibile. Decisi quindi di giocare sulle altre lettere, afferrata una penna. Per l'"Ore", vidi che era facile cambiare la "O" in "A" e la "R" in "M". E il "Watashi", avendo solo altri due secondi riuscii solo a cambiare la "T" in "R". Dopodichè, mi rimisi la penna in tasca e mi precipitai ad aprire, cercando di stamparmi in faccia un sorriso amichevole.

    Buongio-

    Lo ammetto, fui incauto. Aprire la porta e basta, fu da idioti. Il pugno grande come una casa che mi arrivò in faccia, ne fu la chiara dimostrazione. Mi ritrovai in due secondi a terra, in mezzo a macchie violacee e stelle. E nel tempo che impiegai a tirarmi su di nuovo, quelli erano già entrati e arrivati a prendere la cassa. Almeno, due di loro. Il terzo mi prese la faccia con una mano per il mento, e mi puntò un coltello all'occhio sinistro. Grandioso, non solo violenti, ma pure sulla buona strada per essere psicopatici.

    Allora?

    Sì, sono pomodori, però il mittente è poco leggibile...comunque credo basterà chiedere, con nome e cognome dovremmo fare in fretta.

    Oh..? Ma dai, ero riuscito a creare un nome sensato? Forse la fortuna non mi aveva voltato del tutto le spalle.

    Mh, ottimo. Beh, scusa, moccioso. Abbiamo sbagliato casa.

    ..Le pare.

    Uno alla volta sparirono il coltello, la mano, i tre uomini e la cassa, chiudendosi la porta alle spalle. Non rimasi però molto, a chiedermi in che diamine di casino si fosse cacciato quel tizio. La scia di sangue che mi usciva dal naso, rappresentava al momento la priorità nella lista delle cose di cui occuparsi. Feci quindi un respiro profondo, e afferrato a metà, con uno scatto rimisi a posto la parte che il pugno aveva piegato.
    Ovviamente rivolgendo i miei migliori epiteti al responsabile di tutto ciò.
    La mia unica riserva, era che spedirli da lui era stato impossibile, grazie a quel suo nome così intricato. E riguardo al tizio a cui avevo a mia volta sbolognato la patata bollente, avrei pregato per lui.
    Anche se qualcosa mi ronzava nelle orecchie, da quando avevano detto "nome e cognome".
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    Avevo agito senza pensare, ma non potevo davvero essere riuscito a modificare quei due pronomi in un nome di qualcuno che davvero abitava a Suna, no?
    Insomma, chi era che poteva chiamarsi Ame Wara-

    ...Oh cazzo.

    [...]

    Ad Ame non sarebbe andata bene come a me. I prossimi minuti narrano ciò che sono riuscito a capire ascoltando le testimonianze dei vicini la volta successiva che sono passato da quelle parti, ma non sono troppo sicuro della loro affidabilità.
    Ad ogni modo, quei tizi arrivarono ben presto alla casa del proprietario scritto sulla cassa, e probabilmente decisero che bussare non era una buona idea visto la perdita di tempo che avevano avuto con me. Ci dettero quindi dentro con la porta, o perlomeno i vicini hanno riferito di un botto fin troppo simile a una porta che viene aperta senza riguardi per chi ci sia davanti o dietro di essa.
    Dopodichè, arrivarono urla di vario tipo, sul genere di "prendila", "di qua", e "circondate la casa".
    Il resto è un pò vago, dunque torniamo a parlare di me.
    Dopo essere uscito di casa a rotta di collo, mi ero trovato di fronte due problemi: il primo, era che non avevo idea di dove vivesse Ame. E il secondo, era il mio aspetto decisamente trasandato dopo il risveglio e il mancato passaggio per il bagno, a cui si doveva aggiungere la scia di sangue verticale lasciata dalla rottura del naso.
    Sinceramente, non mi andava di farmi vedere in quelle condizioni. Tuttavia utilizzare una Henge era troppo rischioso, il minimo urto e la copertura sarebbe saltata.
    Fu con quei pensieri in testa, che capitai davanti a un negozio di articoli usati. Negozio, che aveva ancora esposti i saldi dell'anno nuovo. E che per fortuna, potevo permettermi coi quattro spiccioli che avevo dietro.

    ..Scusi, mi dà quello, quello, e quella?

    [...]

    Come potete immaginare, mentre io mi ingegnavo a cercare un modo per salvare la mia dignità già in declino, Ame non era messa molto bene. Purtroppo, o per assurdo, Testanera aveva fatto incazzare un gruppo di persone abbastanza organizzato da poter mettere un paio di uomini in vari punti del quartiere. In definitiva trovare una via di fuga senza due di loro ad aspettarla sarebbe stato complicato, fermarsi di fronte a una decina di uomini vestiti con kimoni trasandati e armati di coltelli non sarebbe stata una buona idea, e nemmeno avrebbe probabilmente capito perchè "le avrebbero insegnato a non tirare pomodori alla gente".
    O perchè a un certo punto, le sembrò di sentire una canzoncina chiaramente fuori luogo.


    OH OH OH OOOH!

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    A metà non era nemmeno colpa mia. Cioè, ero io ad aver acceso quella radio di almeno dieci anni prima, ma che ne sapevo che aveva una sola musicassetta incastrata dentro di sè, che non era possibile cambiare la funzione di riproduzione di cassette, che quella non era una radio ma un registratore, e che non sembravano esserci modi per spegnerlo?
    Vabbè, comunque. Non osai immaginare cosa avrebbe pensato Ame nel vedere una slitta trainata non da renne, ma da un cavallo. O di vedere una slitta in mezzo a Suna, per quano dotata di ruote anzichè di pattini. Per non parlare del vedere un essere scheletrico vestito da babbo natale sopra di essa, o del fatto che tale slitta andò a caricare gli uomini che le bloccavano la strada da dietro, arrivandole praticamente davanti con una brutta imitazione di una "sgommata" grazie all'impuntarsi di scatto del cavallo che la trainava.
    Avevo fatto bene a fregarlo al carretto del fruttivendolo.
    Comunque, cercai di non pensare alla situazione in generale, era tutto il materiale ciò che avevo trovato a basso costo o a costo nullo venendo là, che scelte avevo?
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    Il fatto che ci fosse quella maschera a coprirmi il volto però, almeno rendeva il tutto più facile quando dovetti guardare in faccia la ragazza.

    Vieni con me se vuoi viv-

    D'un tratto, il mondo si fece buio. Sentii qualcosa colpirmi alla testa, o meglio qualcosa sbattere contro la testa del costume. E mi ritrovai un kunai a pochi centimetri dall'occhio, chiarendomi cosa fosse successo. E costringendomi a passare le briglie ad Ame, una volta che fosse salita.

    Ma porca di...mi si è girata la testa?! Maledi- Scusa, non è che puoi guidare te? Meglio anche se fai in fretta, mi sà che ti vogliono morta, e ora anche me.

    Ci voleva una mira niente male per riuscire a colpire il lato della maschera in quel modo, così che la parte coi fori per la vista andasse di fronte alla mia nuca e viceversa con la nuca della maschera stessa. Oppure una sfiga pazzesca.
    Oh beh. Sperai che Ame avesse spirito d'adattamento. Senza quella slitta, non saremmo andati da molte parti.
    E una volta partiti, ci sarebbero stati ulteriori problemi purtroppo.

    Mmmh! Mmmh!
    ...si è incastrata. Aspetta un attimo, arrivo subito. Tu continua a guidare.


    Così, di sicuro non potevo guidare un carro. Sarebbe dunque toccato ad Ame gestire la patata bollente che era primo, il guidare una slitta nei vicoletti di Suna, e secondo, gestire un cavallo abituato a tirare un carretto con circa il triplo del peso di quella slitta. In due parole, curve a gomito e alta velocità che avrebbero richiesto riflessi non da poco, da parte della ragazza.
    Sperai non ci schiantassimo, non lo nego. A parte il dolore, non volevo sapere che mi avrebbe deto Reveriie se mi fossi fatto ricoverare con quella roba addosso.
    SPOILER (click to view)

    E' tutta colpa sua, come sai già :omgse:
    Ah, quell'"Ore,Watashi" mutato in Ame Warashi è solo un gioco di parole usando i due pronomi "Io" in giapponese :zxc:
    Per il resto, come puoi vedere sei inseguita da un qualche tipo di criminali, accusata di contrabbando e uso molesto di pomodori, e "salvata" da un babbo natale scheletrico che ha la faccia al contrario ora come ora.
    Per come i tizi si presentano, e come scappi da loro, è a tua discrezione.
    Per il futuro invece, hai uno stallone che traina una slitta su ruote come se ne dipendesse della sua vita, quindi preparati a un percorso a zig zag fra i vicoli lunghi il più delle volte 6-7 metri al massimo, giusto il tempo di capire dove gira la successiva curva a gomito. Lavora sui riflessi o ci schiantiamo :goro:
    L'utilizzo delle abitudini di Hitohuki è stato autorizzato dal Cougar, non imitare.
    Per il resto, buon post :patt:

     
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  2. Weasel
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    Christmas Carol



    Ci sono giornate che iniziano da dio. Rare, per carità, ma ci sono. Il caffè per una volta viene fuori bello scuro e aromatico e non una broda puzzolente. La doccia non sputa sabbia ma solo acqua, e piacevolmente tiepida per giunta. E infine gli odiosi vicini fracassoni paiono andati in vacanza. Si, ci sono giornate che iniziano davvero nel migliore dei modi.

    E finiscono di merda, ovviamente.

    Ma rimaniamo alla parte piacevole del racconto per ora. Mi ero svegliata soddisfatta della vita e dopo una bella nottata. L'idea per il momento era di godermi una mattina intera in casa, sotanzialmente a farmi gli affari miei. Ma per fare questo prima dovevo liberarmi di un problema. Il tizio con cui avevo passato la notte e che avevo poi amabilmente cacciato dal mio letto non se n'era ancora andato. Stava dormendo sul divano, il mio divano.

    Con in mano la mia tazza di caffè mi limitai a lanciargli nell'occhio uno degli innumerevoli areoplanini di carta di cui era disseminata ogni superficie di casa mia. La cosa parve non piacergli, ma non perdiamoci in dettagli. Il tutto si può rapidamente riassumere con la sua fuga in mutande da casa mia e io che riprendevo felicemente possesso del mio divano dopo aver lanciato in un angolo l'attizzatoio. Certo, non che avessi un camino, non avrebbe avuto molto senso a Suna. Ma avevo un attizzatoio, anzi una serie per essere precisi. Potevano, come avevo appena dimostrato, sempre tornare utili.

    Percui adesso siamo qui. Sono felice, che bevo caffè e leggo un libro, seduta sul divano, in "uniforme da casa"; ossia in pigiama (particolarmente affascinante aggiungerei, anche se un po' fuori stagione). Niente avrebbe potuto essere più perfetto.

    E infatti, proprio in quel momento, la mia perfetta giornata ebbe un tracollo.

    SBAM!!

    Oh, qualcuno doveva appena avermi sfondato la porta.

    Non potevo sapere chi fosse o perchè, visto che mi trovavo nella parte posteriore della casa, ma non era sicuramente un buon segno, e non mi sembrava il caso di indagare. Urla, casino e rumore seguirono quell'urto fortissimo. Persi giusto un secondo a causa dello sgomento, prima di schizzare come un razzo nella mia stanza, agguantare gli stivali con una mano, visto che ero a piedi nudi, e una sacca, che speravo fosse quella giusta e piena di armi, con l'altra. Ero accanto a una delle finestre della camera, pronta a sfondarla per scappare che un tizio grosso come un armadio entrò in camera mia. ~Merda!~ Ci fronteggiammo per un secondo, con solo il letto nel mezzo. Lui si lanciò, io pure. A quanto pareva però io ero più veloce di quella massa di muscoli brutta e cattiva, e invece che lanciarmi verso la finestra alle mie spalle mi scagliai verso di lui, superandolo con un salto e, sfondata la finestra sull'altra parete con una spallata, scappai per strada, dolente e tagliuzzata.

    In seguito alla mia prova di destrezza sentii le urla, decisamente non rassicuranti di quegli uomini.

    «Prendetela!»

    «Circondate la casa!»

    «Di quà, di quà!»

    Erano tanti, brutti e con una faccia a cui non avresti di certo affidato tuo figlio per accompagnarlo all'asilo. Ah, e ovviamente ce li avevo tutti alle calcagna. Il tutto mentre correvo a piedi nudi, in pigiama, per la strada. Ma la cosa che mi faceva più incazzare in quel momento non era tanto la fuga e la devastazione di casa mia. Ma che il pigiama che avevo addosso, che tra l'altro era costato un sacco di soldi ora era tutto rovinato e stagliuzzato, porca miseria!

    Ma, ovviamente, le sorprese non erano finite li; davanti a me si fermò una slitta. Si, una slitta. Una slitta di natale. Accompagnata da una canzoncina a tema che usciva da una grossa radiolona. Ah! E la slitta era guidata da un tizio con una maschera da scheletro. No, non sto scherzando. E no, la sera prima non avevo fatto uso di droghe particolarmente pesanti. Rimasi di sasso mentre lo scheletro mi esortava a salire, e veniva colpito alla testa da un qualcosa lanciato dai tizi che mi inseguivano, un qualcosa che gli girò la maschera impedendogli di vedere. Era il re dei salvatori insomma.

    Di certo poi non acquistò altri punti quando, una volta salita sulla slitta bofonchiando un «Grazie» a mezza bocca a causa dell'affanno, mi passò le redini, che presi gettando sul fondo della carrozza la mia roba, perchè doveva raddrizzarsi la maschera. Il cavallo aveva già iniziato a correre, e io non potevo fare altro che tenere strette quelle striscioline di cuoio che mi erano state offerte mentre urlavo «Ma io non so guidearehehEheHeHEHEHHHHHH!»

    Figurarsi se a qualcuno gliene fregava qualcosa. Chissà, magari il cavallo sapeva guidarsi da solo. Magari bastava tenere in mano le striscioline di cuoio e non ci sarebbero stati problemi. La botta clamorosa che la slitta subì contro un angolo di una casa mentre quel cavallo del cazzo correva a caso tra le viuzze di Suna mi fece capire di no. Tirai con forza le redini per rallentare, ma non solo venni ignorata dal cavallo, ma un coltello volante mi passò abbastanza vicino da farmi riconsiderare l'idea di un po' di rapidità.

    Dopo un paio di curve, e relative botte contro i muri avevo imparato come costringere il cavallo a girare. Si trattava solo di farlo al momento giusto, così da evitare gli spigoli delle abitazioni ed evitare di diventare parte del muro anche noi. Ok, la curva successiva era una curva a gomito, sulla destra. Aspettai che il cavallo fosse a giusto un paio di metri per tirare fortissimo le redini a destra e farlo girare costringendolo con il morso. Non avevo calcolato benissimo i tempi però. La bestiaccia reagì tardi, e noi andammo con tutta la slitta, a baciare il muro accanto a noi. Solo che fu doloroso, e per niente romantico. Se continuavo così avrei demolito il nostro mezzo di trasporto in meno di dieci minuti.

    La curva dopo era prima di quanto mi aspettassi, sempre a destra, sempre strettissima. Stavolta però non mi persi dietro a considerazioni complicate, andai semplicemente a istinto e tirai le redini quando il mio corpo decise di farlo, e il mio corpo a quanto pareva aveva avuto una buona idea. ~Bravo corpo~ pensai, la curva riuscì bene, senza schianti di sorta. Peccato che la successiva fosse dal lato opposto e dopo solo qualche metro. Riuscii a curvare più per caso che per abilità, o forse per una qualche protezione divina. Le successive cinque o sei curve invece furono un misto di brividi e terrore, una più veloce dell'altra, con il cavallo che schiumava impazzito e io che lo controllavo a malapena, ogni volta evitando per sempre meno di schiantarci con violenza contro una parete. Eravamo ancora interi, e forse, ma solo forse, a tutta quella corsa ci stavo prendendo anche un po' gusto. Quando però investii un innocuo piccione che stava attraversando la strada per la troppa velocità capii che non era più il caso e mi rivolsi al mio compagno di viaggio ancora preso dalla sua maschera «Allora!? Ci diamo una mosSAAAAHHH?» urlai curvando a tutta birra prima di imboccare una stradina stretta ma finalmente priva di svolte.






    SPOILER (click to view)
    Si lo so, potevo sprecarmi di più, ma continuare a curvare non fa bene allo stomaco :zxc:
     
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  3. Yami Kaguya
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    ¬ N i i ¬
    "Secret Agent"
    ...What are you,
    a 007 fan...?

    ...Rimanendo sull'ottimistica linea di pensiero che una giornata iniziata male può solo continuare peggio, indovinate come continuò, quella?
    Sbagliato. Non di male in peggio, ma a sbalzi fra i due.
    A partire dal fatto, che se io ero vestito da babbo natale, anche Ame quella mattina aveva deciso di andare sul rosso fuoco come abbinamento di vestiti.
    O di pigiami.
    Aperti a metà.
    Un abbigliamento decisamente disturbante insomma, almeno per me. Anche se di certo mi avevano fatto credere, per un attimo, che la giornata fosse in risalita come carica karmica.
    Questo sino a che il kunai di cui sopra, mi girò la maschera al contrario e chiuse il sipario sullo spettacolo.
    "In risalita" un'emerita minchia, insomma.

    Comunque, sorvoliamo sui comportamenti divini simili al mettere un biscotto davanti agli affamati per poi mangiarselo, e torniamo alla situazione che come potete immaginare, non era piacevole. Ancora oggi non mi spiego come, ma quella maschera si era davvero incastrata in maniera perfetta. Forse un pezzo si era bloccato nella zip, o chissàcosa, fatto stà che dopo due minuti l'avevo mossa sì e no di venti centimetri. E questo mentre Ame e la slitta avevano un battibecco riguardo al fare curve senza farci rimbalzare da una parte all'altra. Ringraziai di avere un costume, quando mi trovai a grattare contro qualcosa di faccia. Probabilmente un muro, a meno che non fossi finito a terra stando in piedi.
    Il peggio comunque, venne ad una delle ultime curve. In tutte le altre ero riuscito quantomeno ad evitare disagi al conducente, ma all'ultima, proprio mentre Ame mi urlava di muovermi, persi l'equilibrio. Finendole praticamente addosso, o almeno così potei immaginare basandomi su tre cose.
    La prima, era che un oggetto doveva essere decisamente più spigoloso. La seconda, fu appunto il fatto che andai a fare perno su qualcosa di altrettanto morbido, per reggere il mio peso. La terza riguardava il fatto che ringraziando le lezioni di anatomia umana, sapevo riconoscere un'anca a contatto, anche con un costume di mezzo.
    Tralasciamo cosa mi fece immaginare la mia testa, visto che come detto il sipario era ancora chiuso, grazie a qualche deficiente che aveva deciso di farlo quel giorno, il lancio di kunai migliore della sua vita.
    CITAZIONE
    «Allora!? Ci diamo una mosSAAAAHHH?»

    Ah bene, ora ci si metteva pure lei?

    ..Non hai idea di quanto vorrei poterlo fare.

    A pensarci ora, poteva suonare decisamente ambigua come frase, vista la posizione. Comunque, decisi di darci un taglio, in senso letterale. Formai un kunai in mano tramite la manipolazione elementale, e dunque recisi la parte della maschera che avevo davanti, così da vederci qualcosa sia davanti che dietro.
    Di positivo, c'era che almeno eravamo rimasti in carreggiata sino a un vicolo dritto. Di negativo, che quei tizi non mollavano.
    Al che rimaneva da fare solo una cosa, vedendo le case che incombevano sulla via l'una affianco all'altra e da entrambi i lati della stessa.

    Mmm...così non ne usciamo, temo. Riesci a saltare sul cavallo, sì?
    Ma certo che sì, che domande faccio.


    Ok, c'era una vaga possibilità che sapesse guidare una slitta ma non stare in equilibrio su un equino, però così come ammisi tale possibilità, la negai. Era troppo assurda persino per quella situazione.
    E in ogni caso, meglio per lei che lo sapesse fare. Mi sarebbe toccato caricarmela in spalla altrimenti.
    Non che la cosa mi sarebbe dispiaciuta, a dirla tutta. Ma sapeva un pò tanto da sfruttamento minorile, e per qualche motivo rendeva meno attraente l'idea.

    Ok al tre salta e se possibile lasciamo uno spazietto per salire anche a me.
    Ciak uno, e due, e tre. Taglia!


    Con un colpo secco, recisi i legacci che connettevano slitta e destriero, e subito dopo spiccai un balzo in avanti verso il suddetto animale, cercando alla bene e meglio di dividere lo spazio che poteva offrire con Ame. Non rimasi a guardare, ma il trambusto di assi spezzate misto a imprecazioni, mi diede un'idea piuttosto precisa almeno delle carambole che il carretto aveva effettuato. Abbastanza trambusto da ottenere una chance.

    Ok, ci infiliamo nel terzo vicolo a sinistra, ci dovrebbe essere un giardino pensile. Molliamo il cavallo per la sua strada e saltiamo giù.

    Quello era il mio piano di fuga, per il momento. Se ne avesse avuti altri, mi sarei anche arreso, non avevo sinceramente granchè voglia di mettermi a discutere.
    In un modo o nell'altro, comunque, avremmo ottenuto ciò che almeno io cercavo. Un attimo di pace, e di tranquillità. Così da potermi togliere quel costume, mi ci stavo sciogliendo dentro, praticamente. Avendone il tempo, frugai nella sacca sotto alla giacca da babbo natale, e recuperato un kunai, cominciai a togliermi la maschera con le cattive. Ovvero pezzo per pezzo.

    Uff...guarda te. Scusa per la faccenda della slitta, non è stata una bella idea mettersi una maschera in faccia, alla fine.

    Pezzo dopo pezzo quindi, quella faccia scheletrica cadde a terra, rivelando infine ciò che c'era sotto.
    Ovvero, una faccia uguale, solo senza barba e senza cappello.
    Vedi che a metterle doppie, le assicurazioni alla fine si rivelano utili.
    Tolta anche la giacca, alla fine davanti alla ragazza si sarebbe presentato un altro essere scheletrico, senza però vestiti troppo ridicoli.
    O almeno, io uno smoking lo trovavo elegante, per quanto impolverato quanto voleva.

    Ho! Decisamente meglio, la prossima volta che salvo una fanciulla forse è meglio che scarto l'idea della slitta.
    Oppure boh, tu che ne dici, signorina? Ti sei sentita a tuo agio a essere salvata così?


    In quel momento, i ringraziamenti andavano sicuramente a due persone. La prima, la mia sensei, che tanto aveva penato per insegnarmi a recitare anche la parte più ridicola. E seconda, incredibile a dirlo...Testanera in persona. Mi aveva insegnato lui, che di fronte a uno col cervello palesemente fatto, non c'era discussione o lamentela che reggesse troppo a lungo. Anche perchè potevi non ascoltarle, oltretutto.
    Comunque, a ben pensarci era stato Lui a ficcare me e lei in quel casino, dunque i ringraziamenti si compensavano con le maledizioni. Certo, pensare a lui mi fece anche ricordare che avevo una faccenda da sistemare.
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    Ah, che maleducato. Non mi sono ancora presentato, vero?
    Il mio nome è...è Jack! Sono un agente sotto copertura, di passaggio a Suna seguendo le tracce di un criminale con l'immunità diplomatica a Konoha, Kiri, e Oto lasciamola stare, che per quelli omertà e onestà sono la stessa cosa.
    Certo immagino che tu non abbia idea di cosa stia succedendo, anche se mi complimento per come tu sia riuscita a evitare che ti catturassero nel tuo letto, con pigiama coperte e tutto. Se permetti, dunque, vorrei illuminarti in maniera schietta.
    Questo criminale, Mr. pomodoro, ce l'ha con te, e temo che ti voglia morta o peggio entro il tramonto.


    Insieme al nome, pensai fosse saggio fare pure una posa. Tanto per convincerla che era meglio darmi corda, per ogni evenienza. Il nome del cattivo di turno invece, era ciò che di meglio ero riuscito a produrre, per reggermi la storia. Che fosse comunque ridicolo, immaginavo fosse colpa del fatto che la storia di per sè lo era di più.
    Ma come il suddetto maestro di follia di cui sopra mi aveva insegnato, l'importante era mostrarsi convinti. Se poi lo eri sul serio dovevi preoccuparti, ma quelli erano problemi suoi per fortuna.

    Lascia stare il nome, pure io credo che potesse scegliersi qualcosa di più decente. Comunque, avrai di sicuro sentito qualche parola riguardo a un pomodoro, dai signori gentili di prima. Vero?

    Mostrarsi convinti, appunto. Il resto, stava alla mia fortuna e alla sua pazienza. Quest'ultima, sperai fosse abbastanza da non mandarmi a quel paese, e allo stesso tempo troppo scarsa per darmi corda e porre domande scomode.

    Ad ogni modo, avrei voluto evitare di coinvolgere un'innocente in questa storia, ma purtroppo sono stati più rapidi di me, a trovarti. Non deprimerti però, ti tirerò fuori da questa storia, qualsiasi cosa tu abbia fatto a Mr. pomodoro. Sono sulle sue tracce da quasi un mese, ed è mio preciso dovere salvaguardare la vita di un testimone. Certo che devi averlo proprio fatto irritare, per farti mandare i suoi sgherri direttamente a casa.

    E là, si concludeva il mio discorso di raggiro. Era ovvio, che non avrebbe potuto sapere di che stessi parlando, e ancora più ovvio sarebbe stato chiarire che non aveva fatto o visto nulla che potesse danneggiare ortaggi o mafiosi in genere.
    Se però tale spiegazione avesse trovato un muro anche da parte mia, dopo l'assalto, avrebbe dovuto tenersi la patata bollente di doversi scagionare in un modo diverso, dalle semplici parole.
    Modo che avevo in mente, a grandi linee.

    Ciò che conta comunque, almeno nell'immediato, è toglierti l'attenzione di Mr. pomodoro di dosso. Vorrei poterti dire di lasciar fare a me, ma dopo averci visto insieme temo proprio che potresti venire presa in ostaggio nel momento in cui dovessi levarti gli occhi di dosso.
    Quindi rimani nei paraggi, anche in pigiama, non mi faccio problemi. Non potrei anzi perdonarmelo, se mentre ti cambi venissi rapita.


    Ringraziai di avere la maschera addosso, in quel momento. Mi stavo decisamente facendo prendere dalla parte, il che non era un buon segno.
    Ma poco male, iniziavo a divertirmi e stavano uscendo vantaggi interessanti, che bisogno c'era di mantenere il distacco dell'attore professionista?

    Beh, passiamo all'azione, dunque?
    Le parole non servono con loro, e credo che ci tireranno coltelli da macellaio a vista in ogni caso, dunque la mia idea era di procedere per gradi.
    Purtroppo non ho mai capito bene se la cricca di Mr. pomodoro avesse una vera gerarchia, ma ci sono metodi che vanno bene un pò con tutti. Quindi:
    Primo, creiamo un pò di confusione. Ora come ora, sono sicuro che i tirapiedi non hanno idee migliori che correre in giro in cerca di cavalli e babbi natale. Ne facciamo sparire qualcuno, e inizieranno a non prenderti così alla leggera.
    Nella fase successiva, procederemo allo stesso modo, ma lasciando dei testimoni. Comunque, procediamo un passo alla volta.
    Pronta a correre?

    [...]

    Il piano, almeno per me, era semplice. E forse un pò troppo comodo per me, ma ehi, era lei quella che doveva scagionarsi.
    Sì, sì, ce l'avevo messa io in quel casino, ma la stavo aiutando, no? Nemmeno avrebbe dovuto ringraziare "yuki", era un'opera caritatevole anonima persino.
    Vabbè, comunque. Mi ero appostato dietro a un vicolo, e vedevo Ame in strada, a circa una trentina di metri da me. Il classico trucco dell'esca, lei si faceva vedere, loro la notavano, c'era un piccolo inseguimento, e una volta che mi capitavano a tiro, il gioco era fatto. Bastava solo ripeterlo quattro o cinque volte.
    Per mia fortuna, o meglio nostra, non c'erano infatti tutte queste persone, che ci cercavano. Nel momento in cui quei tizi avessero capito che era meglio girare in coppia, la prima fase sarebbe già stata terminata.
    Ad ogni modo, tutto dipendeva dalle doti da velocista che speravo Ame possedesse. Le avevo spiegato, che per essere sicuro di sferrare un colpo da KO, la distanza fra lei e l'inseguitore non sarebbe dovuta essere troppo elevata, quando girando l'angolo il tizio si sarebbe trovato di fronte il mio pugno, anzichè la testa della ragazza. Poi ovviamente non avrebbe avuto senso che per scatenare la frenesia di agguantare lei, alla fine la distanza fra "preda" e "predatore" fosse troppo bassa, finendo con la cattura della prima. Avrebbe dovuto sapersi regolare, certo era che quei tizi non erano così lenti.

    Per quello che riguardava me, la scusa era stata che mi conoscevano, e dunque non sarebbero venuti da soli a corrermi dietro. E in ogni caso era lei, il bersaglio prioritario.
    Poi che correre in giro con un costume a Suna fosse il surrogato migliore di una sauna, non c'entrava nulla nel mio ruolo statico per la maggior parte del tempo. Nè c'entrava il fatto che aveva un che affascinante, Ame, mentre correva.
    Comunque, la prima fase consisteva nella sparizione casuale di alcuni membri. Una volta abbattuto uno, però, avremmo dunque dovuto spostarci in una zona nè troppo vicina nè troppo lontana. Mi premeva infatti sì evitare raggruppamenti da parte di quei tizi in una certa area, ma avremmo dovuto nascondere il corpo del loro amico allo stesso tempo, e non era esattamente un atteggiamento discreto, andare in giro per troppo tempo con un tizio svenuto in spalla.
    Contavo però che quella che si prospettava come una sudata coi fiocchi, avrebbe senza dubbio ripagato in maniera proficua. Bastava che ognuno svolgesse il proprio ruolo.
    Il mio al momento, era non staccare gli occhi dalla ragazza. Sperai lei facesse bene il suo, dunque.
    Anche se io mica avevo fretta, a dirla tutta.
    SPOILER (click to view)

    Mh, spero sia venuta fuori comunque una cosa chiara almeno per l'utente, sull'esercizio °-°
    Si tratta in soldoni, di aumentare la velocità di Ame, così da poter sia sostenere inseguimenti da "sale sulla coda", sia spostarsi in un altro quartiere rapidamente, una volta essere stati avvistati e aver sistemato l'inseguitore. Per nascondere i tizi tramortiti non preoccuparti, te devi più che altro descrivere come fai da esca e la fase di inseguimento/spostamento.
    Per domande, sai dove sono. Buon post :riot:

     
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  4. Weasel
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    You drive me Crazy



    Mmm...così non ne usciamo, temo. Riesci a saltare sul cavallo, sì?
    Ma certo che sì, che domande faccio.


    Espressioni che parlano; di solito si chiamano così quelle espressioni che non hanno bisogno di parole a commentarle. La mia faccia infatti parlava benissimo da sola, e non era particolarmente educata quel giorno. Mi limitai a prendere gli stivali con una mano e mettermi la sacca che avevo sui piedi a tracolla. Conservavo le energie per dopo insomma, quando avrei potuto comunicare tutto quello che pensavo.

    Ok al tre salta e se possibile lasciamo uno spazietto per salire anche a me.
    Ciak uno, e due, e tre. Taglia!


    Dunque, qui è il caso di fare un brevissimo excursus, che spero riuscirà a spiegare al meglio il perchè di ciò che poi è accaduto in seguito alla frase pronunciata dal mio scheletro di fiducia/amico salvatore/imbranato omicida. Iniziamo dicendo che sono allergica ai cavalli, non nel senso che non mi piacciono, ma proprio che il loro mantello mi fa venire un terribile raffreddore corredato di starnuti. Abbastanza potenti tra l'altro, anche se a vedermi non si direbbe. Non mi succede con nessun altro animale...ma...con i cavalli purtroppo si, e neanche a dirlo, chi tirava il nostro carretto era proprio un cavallo, maschio, e per giunta piuttosto grosso.

    Fatta questa premessa va detto che al tre ovviamente saltai, tanto che potevo fare? rotolare per la strada insieme al carretto? Il salto non andò male, un bello slancio, un arco flessuoso...e un atterraggio dolorissimo a gambe aperte, visto che ero scivolata, sulla schiena del malvagio quadrupede. Le gioie della vita insomma. L'arrivo del tizio mascherato sul cavallo mi costrinse poi ad avvicinarmi alla criniera dell'animale per fargli spazio. Ecco, quella fu la mossa sbagliata...Due crini vicino al mio naso e fu l'inizio di una catena interminabile di starnuti.

    Mascheraman disse anche qualcosa che non capii, presa com'ero dai miei lacrimoni e dal raffreddore andante, percui risposi con un sonoro «Etciuu..mmm!» senza avere idea di che avesse detto. Quando ci fermammo e mi guidò su una specie di tetto dedussi che stava parlando di come scappare. Non appena mi allontanai dal cavallo gli starnuti diminuirono d'intensità ma si fecero più frequenti, e di certo non smisi di piangere, il tutto mentre il tizio con me si toglieva la maschera ormai distrutta e l'orrido costume da babbo natale per rivelarsi...uno scheletro in smoking. ~Oddio, oddio oddio, chi è questo maniaco?!~ pensai asciugandomi il naso con una manica del pigiama. Pigiama completamente in disordine e bello sporco tra l'altro. «Porca bestia, soldi buttati!» borbottai allacciandolo tutto e infilandomi anche gli stivali. Poi guardai di nuovo lo scheletro maniaco...dovevo trovargli un nome.

    Ma ci pensò lui a fornirmelo. Tra uno starnuto e l'altro, e mentre infilavo la maglia ben dentro ai pantaloni (tra fascino e praticità sono sempre stata una fan della seconda) mi disse di chiamarsi Jack e mi deliziò con la peggiore fanfaluca del secolo. Una specie di poliziesco anomalo in cui lui era un agente, e un supercattivo, tale Mr. Pomodoro a quanto pare ce l'aveva a morta con me. Si, certo, come no!

    «Senti patatina fritta del mio cuore, ti ringrazio davvero moltissimo per avermi tirato fuori da quella brutta situazione, ma decisamente non conosco nessun Dottor Cavolo, o professor Melanzana. Quindi indubbiamente deve esserci stato un terribile sbaglio per cui...ETCIUUUM!»

    Lo starnuto purtroppo mi impedì di andare avanti, e consentì invece al mentecatto di continuare la sua filippica. Dio, mi ricordava terribilmente il matto dei sassi, anche se la voce, per quanto familiare, non era la sua. ~Speriamo davvero non sia il fratello~. Questo pensiero passò chiarissimo nella mia mente mi asciugavo il naso. Oddio che fastidio che era l'allergia!

    Le parole non servono con loro, e credo che ci tireranno coltelli da macellaio a vista in ogni caso, dunque la mia idea è di procedere per gradi.
    Purtroppo non ho mai capito bene se la cricca di Mr. pomodoro avesse una vera gerarchia, ma ci sono metodi che vanno bene un pò con tutti. Quindi:
    Primo, creiamo un pò di confusione. Ora come ora, sono sicuro che i tirapiedi non hanno idee migliori che correre in giro in cerca di cavalli e babbi natale. Ne facciamo sparire qualcuno, e inizieranno a non prenderti così alla leggera.
    Nella fase successiva, procederemo allo stesso modo, ma lasciando dei testimoni. Comunque, procediamo un passo alla volta.
    Pronta a correre?

    [...]


    A questo punto delle cose uno si immaginerebbe che io abbia detto "No grazie, guarda, vado a casa, mi faccio una bella tisana per farmi passare quest'allergia e a mai più riverci folle inquietante tipo travestito." Ecco appunto, io l'avevo detto! giuro! Proprio quelle parole! Credo, o insomma, qualcosa di simile...no?... Solo che chissà come ora ero in mezzo a una strada a fare da esca con uno scheletro in smoking nascosto dietro l'angolo. Pregai quasi che una tempesta di sabbia mi portasse via. Perchè mi ero fatta coinvolgere in queste cose?

    Stavo passeggiando avanti e indietro sul posto, dondolandomi sui talloni e pensando all'ingiustizia della mia vita e alla sfiga perenne che mi perseguitava quando da lontano, in fondo alla via, riconobbi uno dei tizi che mi avevano sfondato la porta...già, avrei dovuto pagare anche quella. Aspettai che si avvicinasse abbastanza per fare un bello scatto e portarlo direttamente tra le braccia del mio amico scheletro. Peccato che quello sembrava non essersi minimamente accorto di una tizia in pigiama in mezzo alla strada, e che stesse per girare un angolo e sparire. «Eh no eh! EHI! CICCIONE! SI DICO A TE! COS'É? HAI TROPPO LARDO SUGLI OCCHI PER VEDERMI?!!»

    Ok, forse non avrei dovuto urlargli quelle brutte cose, ma non mi andava di fare l'esca ancora a lungo, volevo sbrigarmela, liberarmi di quella gentaccia e tornare a casa a mettere in ordine i miei poveri mobili. Fattostà che l'omone ringhiò e inizio a corrermi addosso a rotta di collo. A quanto pareva non doveva sentirsi in pace con se stesso riguardo al proprio aspetto visto quanto si era incacchiato. Forse si era incacchiato anche troppo...e la rabbia gli stava mettendo le ali!

    Mi fu addosso prima che riuscissi a calcolare la distanza giusta che doveva esserci tra noi per evitare di essere presa e farmi solo inseguire, quindi quando scattai ce l'avevo a meno di un paio di metri, circa...diciamo che non era il caso di fermarsi a misurare. Sentivo il fiatone del ciccione dietro al collo. E devo dire che non avevo mai visto un incentivo migliore per correre davvero forte. La distanza da coprire non era moltissima, ma quando arrivai all'altezza dell'angolo dietro il quale si doveva trovare il mio "collaboratore" io e il mio inseguitore eravamo vicinissimi. Sperai che lo scheletro non colpisse me al posto del fuorilegge.

    […]


    Meno uno. Il ritorno del mio "agente di scorta" mi fece capire chiaramente che il primo inseguitore era stato messo fuori combattimento... Mi chiesi dove l'avesse nascosto e mi immaginai la scena di una signora che innaffiando i gerani sul balcone trovava un ciccione addormentato dentro un vaso. Me la risi sotto i baffi per quest'immagine. Anche se di solito non avevo senso dell'umorismo, tanto che mi meravigliai da sola di questo mio accesso di ilarità. Poi guardai dalla testa ai piedi il mio compagno d'avventure. Certo che era vestito proprio strano forte! E detto da una che è in pigiama...«Beh! Ora spostiamoci no? Vediamo di trovare qualcun altro da reinvasare!». Cambiare quartiere non fu troppo complicato, andai avanti io e mi avviai verso casa, magari li era più probabile che ci fosse ancora qualcuno della cricca di Mr. Cavolfiore. Passai da alcune vie lateraliallungando parecchio la strada per evitare le vie centrali. Così ce la facemmo a corsetta, niente di meglio insomma di una corsa mattutina a stomaco vuoto dopo mille emozioni; dopo un po' che andavo avanti avvertii dei decisi borbotti provenienti dal mio stomaco, accompagnati da delle antipatiche fitte alla mia milza, decisamente poco abituata a queste lunghe corse campestri. Quando arrivammo nei pressi di casa mia ero da strizzare; e l'idea di fare di nuovo un bell'inseguimento con alle calcagna un tizio intenzionato a fare di me marmellata non mi entusiasmava molto, ma d'altronde il lavoro è lavoro, anche se non avevo ben chiaro di che tipo. E poi c'era un tale giusto sulla porta di casa mia.

    Lasciai il mio amico mascherato dietro un angolo e mi preparai alla parte da recitare; nascosta dietro un muro feci uscire solo la gamba, agitandola e cantilenando «Ehi ehi! Giovanotto! iuhuhhhhuuuuh! Non vuoi venire a farmi compagnia?» L'idiota abboccò subito, non so se perchè interessato dalla merce o perchè non aveva mai visto una gamba in pigiama andare in giro da sola, comunque contai fino a cinque poi iniziai a correre lungo una via laterale non appena sentii i passi del farabutto dietro di me. Parecchio veloce tra l'altro il maledetto...ma in quel posto non poteva battermi; lo conoscevo a menadito e sapevo come fregarlo. A una discreta velocità girai l'angolo e saltai sopra un balcone basso, e da li sul tetto, dopo pochi metri di nuovo su un balcone e di nuovo a terra, avevo tagliato un intero angolo e lasciato il tizio a una distanza congrua perchè non dovessi preoccuparmi di un coltello nella schiena ogni due passi. Rallentai abbastanza da farlo avvicinare di nuovo (erano faticosi certo, questi cambi di velocità; non avevo mica le marce io!)...Ormai dovevo solo portarlo dal mio alleato perchè venisse messo a nanna. Peccato che non avevo considerato che anche il mio inseguitore poteva andare più veloce. Mi agguantò la casacca prima che girassi un angolo mandandoci a sbatacchiare entrambi contro il muro, avendo io perso l'equilibrio. Questo mi consentì di liberarmi e di fare lo scatto finale verso il mio scheletro di fiducia che si occupò del malvagio inseguitore. Io in cambio inciampai un metro dopo e finii a terra come un sacco di patate. Avevo preso un testata che mi sarebbe bastata per due giorni. Nemmeno ero più sicura di chiamarmi Lady Limone...o forse il mio nome era un altro?

    […]


    Una volta ripresa dai giramenti di testa, e con non pochi crampi alle gambe ripartimmo; «Io te lo dico amico, tra un po' mi prenderanno prima ancora che abbia fatto un passo, quindi da bravo pensa a qualche altro metodo per liberarmi da questa banda di ortaggi malvagi che non contempli queste maratone per il villaggio» borbottai ansimando.

    I seguenti due di cui ci occupammo per fortuna non furono così molesti, o almeno, riuscimmo a liberarcene senza troppe difficoltà, quantomeno per quel che riguardava Jack la zucca. Io in cambio mi presi un kunai di striscio su una spalla, un randellata ad un polpaccio e una buoan dose di insulti. Abbastanza per chiunque direi. Ad ogni modo, dopo l'ultimo sprint mi accasciai a terra guardando il tizio che il mio compare aveva appena steso...«Scusa una domanda eh...ma gli affiliati di Mr pomodoro...come si chiamano, Ciliegini?»
    Stavo impazzendo. Si sicuramente stavo andando via di testa, lo pensai subito non appena mi resi di aver fatto la peggior battuta del secolo, ma doveva essere colpa dei residui dell'allergia o della stanchezza. Si si, sicuramente era per l'allergia e la stanchezza insieme. Oppure stare a Suna dopo un po' rendeva davvero tutti matti?





     
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  5. Yami Kaguya
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    ¬ S a n ¬
    "Tag Team"
    ...This party is
    getting crazy...

    Pensandoci meglio, non potevo davvero dire di conoscere Ame Warashi.
    Sapevo che era una brava ragazza, sapevo che il sangue non le piaceva, sapevo che era single, che non adorava ficcarsi nei guai, e cose simili...
    Ma fra un accesso di sternuti improvvisi e un inizio di replica decisamente poco collaborativo, iniziai a dover fare i conti con quella che viene chiamata "realtà".
    Ovvero che la mia storiella faceva proprio ridere i polli, o sternutire la gente, visto come Ame sembrasse in preda a un attacco di quelli forti.
    Forse era allergica alla polvere? Ma il costume da Santa Claus me l'ero tolto, e quello attuale era stato inscatolato tutto il tempo sino all'acquisto, non era possibile si fosse impolverato.
    Ad ogni modo, se non mi avesse creduto sarebbero solo stati guai, e dunque feci l'unica cosa che mi pareva sensata: perseverai.

    Patatina fritta? Signorina mi hanno chiamato in molti modi, ma questa è la prima volta che la mia testona tonda, come amano chiamarla tutti, viene paragonata a una patata.
    Cambiando argomento un istante ma rimanendo nello stesso tema però, sarebbe mio piacere invitarti a cena alla fine di questa storia, anche se immagino non ti andrà un menu vegetariano dopo tutto questo casino.
    Ad ogni modo, tu puoi non conoscerlo, ma la situazione è chiarificatrice di come Mr pomodoro sappia chi sei tu.
    Uh? Tornare a casa?


    I casi erano due. O avevo esagerato e inventato una storia talmente idiota che la vittima non riusciva a darmi corda, o forse pensava che essere scappati al primo gruppo avesse chiuso la storia.
    In ogni caso, era meglio passare alle maniere forti. La presi quindi gentilmente ma fermamente per il braccio, e tentai di tirarmela dietro verso un luogo adatto al resto del mio piano.

    Orsù, non temere. Una volta che avremo sconfitto Mr. Pomodoro potrai bere tutte le tisane che vuoi. Ora però non fare i capricci e vieni con me, per cortesia.

    Morale della favola, sembrava che fare i pazzi richiedesse un gene o un talento particolare. Che mondo assurdo.

    [...]

    Giù la testa per CORTESIA!

    Ame mi passò davanti a rotta di collo, ma evidentemente doveva essere ancora mezza addormentata, visto come il tizio fosse ben oltre il limite di vicinanza che una normale ragazza avrebbe dovuto tenere nei confronti di un simile essere. Essere che in ogni caso, si prese una katana con fodero dritta sul muso, come nell'ultima battuta della partita di fine stagione di uno sport d'oltremare chiamato baseball.
    Dopodichè non ci fu molto da fare. Lo presi, mi arrampicai sul primo tetto disponibile, e lo ficcai nella canna del camino fino ai piedi. Scegliere quel costume mi aveva dato un sacco di idee interessanti. L'unico problema era capire se sarebbero bastati i camini, ma a quello ci avrei pensato se fosse stato necessario.

    Tornato quindi da Ame, e sollevato il pollice nel farle segno di aver finito, ci spostammo. Il modo in cui mi rispose però, mi fece pensare che si fosse immaginata chissà cosa, riguardo al mio "occuparmi dei tizi catturati".
    Chissà però che poteva intendere...mah.
    In ogni caso, la volta successiva andò un pò peggio, visto che dopo la mazzata all'inseguitore, voltandomi verso Ame la trovai a stretto contatto con il terreno. Quasi come se se lo stesse...limonando.

    Mmm...stavo pensando, signorina. Non ho ben afferrato il tuo nome, e in ogni caso credo sia meglio non usarlo in questa situazione, non si sà mai che questi tizi lo facciano girare. Per quelli che erano a casa tua, me ne occuperò in qualche modo se li troveremo per strada, ma per il momento meglio usare nomi in codice, ok?
    Non mi piace molto patatina del mio cuore, per quanto suoni affettuoso quindi... di solito mi dicono che la mia testa somiglia a una cipolla, quindi puoi chiamarmi Cipolla per il resto della giornata, ok? E tu...visto l'intensità con cui flirti con il terreno, che ne dici di Lady limone? A me piace.


    Per come era inciampata, pensai che non ci stesse mettendo la passione necessaria. Non nel senso che le piacesse, ma quella di chi lotta per la vita. Evidentemente la storia era così ridicola che non la prendeva troppo sul serio, che altre motivazioni potevano esserci al fatto che avesse rallentato? Dovevo solo cercare di farla sentire parte del tutto, così magari avrebbe anche tirato su meno dubbi.
    Quanto lavoro però. Anche lei stava iniziando a essere stanca, evidentemente.

    D'accordo Lady Limo. Non temere, tra poco ti dò il cambio.

    Dovetti trattenermi dal ridere. Si era fatta divertente, quella storia. Iniziavo a capire in parte testanera, nel suo affibbiare nomignoli a caso. Se li azzeccavi, usarli era come una droga.
    E a tal proposito, forse qualche dose di adrenalina avrebbe fatto bene ad Ame. Non la vedevo molto in forma. Cosa che mi fece rendere conto, che forse avevo esagerato con le richieste. Dopo essere salito sull'ennesimo camino e averci infilato l'ultima preda, mi avvicinai alla ragazza, mentre parlava. A giudicare dal discorso, stava andando nella direzione giusta, o meglio stava seguendo la liena di pensiero giusta.
    Le misi dunque una mano sulla testa e gliela accarezzai qualche secondo, senza preoccupazioni visto che quella testa d'osso era sempre bloccata in un mezzo sorriso. Forse non un sorriso rassicurante, ma forse sarebbe bastato insieme a un discorso serio.

    No. Si chiamano pomodorini.

    O meglio, quasi serio, in un primo momento. Vedendo poi da vicino che in quelle fughe rocambolesche non se l'era proprio cavata senza un graffio, decisi di piantarla un attimo con la recita. E dunque l'abbracciai gentilmente, battendola mano sulla scapola un paio di volte per farle coraggio.

    Su, su. Hai fatto bene la tua parte, ora ci penso io a fare da esca, signorina. Però mi servirà ancora una mano, ok?
    Riesci ad alzarti?


    Se necessario, me la sarei caricata in spalla, prima di cambiare nuovamente quartiere. Ormai quei tizi dovevano aver notato la scomparsa di qualche loro compagno. Dovevano quindi aver capito, che il "lavoretto punitivo" non stava andando liscio.
    Ora, si trattava solo di rincarare la dose. E il lavoro sporco doveva quindi farlo Ame, stavolta.
    E a proposito, ci avevo ragionato sopra un bel pò, ma la sua idea di prima mi era rimasta in testa. Perchè non invasarli?

    Ok lady limo, ora ci penso io ad attirare quei tizi. Il tuo compito è dirmi dove vuoi che li conduca, e quindi stenderli stavolta.
    Tuttavia, non chiederei mai a una ragazza di fare il lavoro di un "persuasore" per la riscossione dei crediti. Quindi, sfrutteremo la tua idea di prima. Aspetta qui un attimo.


    Dopo essermi assicurato di lasciarla in una zona tranquilla, feci un rapido giro del quartiere, e tornai con due vasi grandi circa quanto due ciotole, e quindi grandi abbastanza da poter essere tenuti con una mano sola.
    La loro particolarità però, era un insolito odore di limoni che proveniva dalla terra. Probabilmente a causa di quelli che ci avevo spremuto sopra.

    Puoi usare ogni metodo per stenderli, ma il colpo di grazia ti pregherei di farlo usando questi, lady Limo. Saranno la tua firma, e stà sicura che dopo essersi presi un vaso di limoni in testa, non vorranno più saperne di pomodori e simili.

    O almeno, quello era il piano. Poi a mente fredda, mi sarei accorto di come ormai ci avessi semplicemente preso gusto, nel tirare i fili di quella storia. Ma per il momento tutto ciò che avevo in testa era la restituzione di una giornata tranquilla ad Ame. Seguendo il piano di Jack Cipolla riga per riga, ovviamente.

    [...]

    Ok, ecco i primi. Tu tieni pronto il vaso e... boh, qualsiasi idea tu abbia in mente. Se ci sono problemi ci penso io, non temere, però non ha senso se non associano il dolore ai limoni e quindi a te, quindi prima ne abbatti abbastanza, prima possiamo passare al piatto forte e chiudere questa storia.
    Vado, augurami buona fortuna Lady.


    Dopodichè, adocchiato il primo tizio, non feci altro che avvicinarmi a lui tranquillamente. Nervoso com'era però, si girò proprio quando gli ero a meno di due metri.
    image
    E fu quasi divertente, vedere come reagì per un attimo mostrando un miscuglio di sentimenti interessante. Incredulità, trionfo, un pò di spavento forse, e perlopiù uno sguardo irritato.
    Ma non vedevo perchè non rincarare la dose.

    Ehilà! Stavo cercando dei tizi troppo idioti per non distinguere i nomi di due vittime innocenti da quello di un pazzo, dato che lei mi sembra della stessa risma, saprebbe mica-

    Quei tizi dovevano avere una fissa per i pugni sul muso, visto come quello che schivai mi sembrava essere stato scagliato proprio verso il mio. La presi comunque come una prova più che evidente di come non avessero capito l'antifona, ovvero che inseguire ragazze in pigiama nei vicoli non era una bella idea. Io non ero una ragazza in pigiama ma un ragazzo in costume, non c'era molta differenza, o no?
    Comunque, come da copione all'evitare un'altra emorragia del setto nasale seguì la mia fuga precipitosa verso il punto concordato con Ame. Dopodichè, sarebbe toccato a lei gestire il tipo. Forse sarebbe bastato anche il vaso, ma avrebbe dovuto scaricarglielo addosso con una forza niente male, per metterlo caput.
    Si sà che gli scagnozzi di norma hanno un cervello talmente piccolo da avere
    un'irritante resistenza ai traumi cranici.

    Comunque, nel caso fosse stato come quei gorilla che continuavano dopo che gli avevi sparato a massacrarti per due minuti prima che il cervello si rendesse conto di essere morto, allora avrei dato una mano alla ragazza, prima di passare al successivo. E adottare una tattica più silenziosa, in quel caso.
    Adocchiata infatti la vittima, salii un tetto vicino, e quindi scesi lentamente con il chakra adesivo, cercando di non fare il minimo rumore. Attesi quindi che il tizio smettesse di guardarsi intorno, e quindi scesi abbastanza in basso da non fare troppo rumore all'atterraggio. Atterraggio, che avvenne a meno di un metro da lui, e in un punto a cui dava la schiena. Dopodichè aprii il palmo della mano, e lo scaricai sulla parte posteriore del suo collo, fra la base della nuca e quella del collo stesso.
    Di norma era irritante come cosa, ma il fatto di portare dei guanti scheletrici tolse molto all'effetto di quella mossa. Comunque, avevo ottenuto lo scopo principale, ovvero attirare l'attenzione del mio "amico". Il resto fu pressocchè uguale al caso precedente, dovetti solo portarlo da Ame, e sperare che facesse bene il suo lavoro. Altrimenti l'avrei stordito a forza di schiaffi, tanto per concludere ciò che avevo iniziato.

    Successivamente, però, sembrarono iniziare a farsi furbi, decidendo di muoversi in coppia. Il che significava doppia razione per Ame, a cui avrei fornito ulteriori vasi all'aroma di limone, se fossero serviti anche prima dell'incontro con quei due.

    Mmm... mi sà che per questi devi usare un braccio per vaso.Però così dimezziamo i tempi, non stà andando male. Te la senti?

    Putroppo non era una domanda che accettava risposte negative, dato che non avevo idea di come attirare uno e non l'altro. O meglio di idee ne avevo, ma stava iniziando a far caldo dentro quel coso, e non ero esattamente in cerca di sforzi aggiuntivi. Il piano di Jack Cipolla continuava a piacermi, ma quell'elemento fondamentale di dovermene stare dentro al costume perchè tutto avesse nonsensatamente senso, iniziava a pesare non poco con tutto quel correre.
    E scherzi a parte, iniziavo a chiedermi pure io, fino a che punto la mia storiella fosse vera. E quanto sarei ancora dovuto rimanere dentro quel costume, perchè tutto finisse.
    Anche se per ora, la mia preoccupazione era tutta riguardo ai due tizi che avevo di fronte. Mi chiesi se dopotutto due alla volta fosse troppo, o se Ame avesse potuto farcela. Il punto del piano era che lei lasciasse l'impressione, dunque non aveva molto senso che venisse aiutata, visto che quelli erano i tizi che stavamo lasciando a terra anzichè nasconderli appunto perchè facessero rapporto.
    Quindi, in definitiva decisi di darle una possibilità, e in caso improvvisare. Cercai quindi un sasso, anzi due, e usai quelli per attirare l'attenzione stavolta. C'erano volte in cui l'impulso di fare una cosa simile per strada era forte, ma il dover poi gestire le conseguenze aveva sempre fatto da dissuasore.
    In quella occasione però erano proprio le conseguenze di tale azione a interessarmi, dunque non mi trattenni affatto, scagliando i due sassi grandi come un pollice verso le teste avversarie. E successivamente dandomela a gambe, ovviamente.
    Stava ad Ame, dunque, portare a termine quella fase del piano e stendere gli ultimi due. Se le fosse servita una distrazione al massimo gliel'avrei data, ma sperai riuscisse a usare quei vasi al primo colpo per ciascuno.
    E chissà che iniziasse a prenderci gusto pure lei.

    Bien, cambio di ruoli. Yuki li attira, Ame gli spacca vasi addosso. Ovviamente da soli fanno un male cane, ma questi sono dei duri e dunque se non ci mette un bel pò di forza, quelli non vanno giù :rimg:
    Per il resto hai ottenuto il tuo soprannome, vedremo se si attaccherà o no. Buon post :riot:

     
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4 replies since 15/3/2011, 18:55   148 views
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