In cerca del Viola

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    Falce dei Kaguya


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    Y Danone
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    Antefatto - Accademia

    I ninja dell'Accademia avevano risposto a quella richiesta di cercare la compagnia dispersa, in nove si erano proposti per quella missione, di quei nove, solo due sembravano non avere niente a che fare con quella kunoichi otese, non essendovi mai entrati in diretto contatto, ma non per questo s'erano tirati indietro, come non lo avevano fatto gli altri.

    Tutti e nove, quando avevano accettato, avevano ricevuto un molo, nel paese del Thé, una data entro cui farsi trovare lì, una data che coincideva, ed infine il nome di una locanda: La Stella del Porto, lì, a detta di aveva da loro ricevuto le informazioni sulla missione, avrebbero trovato tutte le informazioni necessarie.

    La Stella del Porto, Paese del Thé

    Il giorno convenuto, all'orario indicato, l'ultimo sabato del mese alle 18, i ninja avrebbero trovato, entrando alla locanda, un piuttosto pittoresco gruppo di cinque individui: per Shaina e Febh, che poco tempo prima erano stati a Grimdad, tre volti su cinque sarebbero risaltati come noti ed una quarta figura sarebbe stata per tutti, probabilmente, particolare.
    Vi erano infatti: un uomo, piuttosto massiccio, vestito con abiti blu e con il corpo segnato da diverse cicatrici, il cui nome era Hiruko Ko, assieme a lui, un secondo individuo, dall'aspetto più elegante e curato, i vestiti rossi ed una lunga coda di capelli biondi che scendeva sulle spalle, di nome Byron Shikan, vi erano poi tre uomini vestiti di bianco, il primo era Woo Shinrei (non considerate le manette), il secondo era evidentemente un monaco, di nome Hai Ki Ke, l'ultimo aveva il volto ed il corpo completamente celati da delle vesti bianche, ma fra tutti, fu proprio quello a parlare.

    "Ninja accademici, grazie di essere venuti fin qui.
    Alcuni di voi già conoscono la storia del nostro continente ed i fatti che hanno portato allo spiacevole incidente all'Albero Bianco ed al rapimento di una vostra amica e conterranea, ma la cattura di Aizo Hazuma e di Turrin Hazuma ha portato ad investigare ancora più a fondo sui progetti di una branca di quel clan e di alcune amazzoni loro alleate relativamente alle loro Speranze, come le chiamavano, oltre alla loro alleanza con quel clan di nome Chuda, proveniente da chissà quali luoghi."
    , avrebbe esordito e nelle sue parole Febh e Shaina avrebbero, molto probabilmente, riconosciuto la voce del Sanga che già avevano incontrato all'Albero Bianco, cosa poi confermata dal fatto gli altri due shinobi in bianco avrebbero impedito a chiunque di avvicinarsi a lui.
    "Mesi di interrogatori ed investigazioni ci hanno portato a chiudere il cerchio su tre possibili luoghi in cui la vostra compagnia potrebbe essere rinchiusa.
    Il primo luogo è una zona di confine fra le Grandi Vallate, dove si trova il villaggio di Mizukumi, ed il paese di Akado, dove si trova Solis; abbiamo scoperto che in quei boschi c'era uno dei centri di sperimentazione e ricerca gestiti da uno shinobi del clan Kazuma e da un loro associato, traditore di Solis, a quel che pare, uno scienziato che è tuttora ricercato per crimini contro l'umanità nella sua terra natia, a causa dei suoi esperimenti.
    Il secondo luogo è l'Isola di Fhemali, l'isola prigione nelle estremità meridionali del nostro continente, pare che ci sia qualcuno che ha trovato un modo per entrare ed uscire liberamente dall'isola stessa e ha trovato anche come far passare individui lungo la stessa, seppur ad alto prezzo; questo individuo veniva pagato bene dagli Hazuma e da chiunque altro volesse qualcuno portato fuori, o dentro, l'isola di nascosto.
    E capirete che un'isola prigione sembrava un luogo geniale dove nascondere sperimentazioni criminali, essendo piena di criminali.
    L'ultimo luogo è una costruzione piuttosto antica che pare trovarsi nelle grotte orientali del continente, quelli sotto il diretto controllo del villaggio ninja di Nuctem, crediamo che in quella costruzione si siano insediati i Chuda e sappiamo che anche lì sono stati portati avanti degli esperimenti, ma non riusciamo ad espugnarla a pieno."
    , continuò il Sanga, prendendo una piccola pausa.
    "Abbiamo tre possibili bersagli e fin troppi pochi ninja da poter inviare, quindi chiediamo a voi di esserci di supporto: ci sono squadre di tre ninja che già vi attendono in ognuno di quei luoghi, shinobi che hanno già avuto a che fare con la vostra Accademia e che forse qualcuno di voi ha anche incontrato, shinobi che vi daranno la massima disponibilità per aiutarvi come gli è possibile nell'investigare per i boschi ad occidente; fra i criminali nell'isola prigione; per espugnare la costruzione ad oriente.
    Decidete quindi come dividervi, ci sono tre navi che vi aspettano: il Megadolon, che vi condurrà fino al porto che affaccia verso l'Isola prigione di Fhemali; il Trithon, che vi porterà presso i pochi porti sicuri nella zona orientale; infine la GoShar, che vi scorterà fino alle nostre terre occidentali, a meno di un giorno dall'area di confine d'interesse."
    , avrebbe concluso il Sanga.

    Stava ai ninja decidere come dividersi, ora che sapevano quali erano i luoghi che dovevano raggiungere, in funzione delle loro capacità.

    Grimdad - Grotte Orientali

    Una sagoma longilinea ed elegante si muoveva fra i corridoi di un antico palazzo, costruito nella pietra, dentro profonde grotte, l'essere, che non era propriamente descrivibile come un uomo, raggiunse una seconda creatura, più ingobbita e con il volto oltremodo prolungato, per nulla non umano, "Allora Ganjisu-san, come vanno le analisi sui campioni più recenti?", domandò, ricevendo giusto un cenno del capo e poi delle indicazioni sulle ampolle che aveva attorno, "Quasi dimentico che sei muto dalla nascita... e quasi mi fai rimpiangere quei fastidiosi ninja di Solis con cui ho avuto a che fare durante la mia ultima infiltrazione...", lamentò, muovendosi poi verso le fiale, "Almeno Rako e gli altri nostri fratelli si stanno divertendo con ogni piccola squadra che viene mandata all'assalto di questo luogo.", concluse, iniziando a leggere gli appunti dell'altro.

    Grimdad - Boschi Occidentali

    Una donna dalle vesti verdi entrò in un'ampia sala, guardandosi attorno: un letto operatorio sulla sinistra, uno atto al parto sulla destra, diversi fascicoli e fiale di sangue al centro, intorno ad un tavolo dove un uomo vestito di stracci rossi, che risaltavano sotto il camice bianco, sembrava scrivere ed agitare i diversi flaconi con più mani di quante paresse possibile contarne.
    "A cosa devo questo onore, Tisifone cara?", domandò l'uomo, senza nemmeno voltarsi, "Sapevi che ero io, dottore?", domandò la donna, un'albina da ciò che si poteva notare.
    "Potrei dire che è il rumore dei passi, ma il fatto che tu non abbia l'odore degli altri abitanti consenzienti di questo nascondiglio, né delle vostre piccole speranze, mi ha facilitato ancora di più la deduzione. Ad ogni modo, torno a chiedere: a cosa devo l'onore?", chiese ancora una volta l'uomo.
    "Hai sintetizzato le informazioni genetiche per le prossime speranze? Delle mie sorelle stanno per raggiungerci, non appena lasceranno Mizukumi, hanno bisogno solo del giusto spazio di manovra...", chiese l'altra.
    "La fine della Guerra dei Tre Soli non è stata raggiunta in una notte, come si suol dire... mi ci vorrà qualche giorno per sintetizzare altro materiale genetico utile, ma abbiamo buone fonti, ancora vive, di dna, sono speranzoso e desideroso di tornare al lavoro.", disse il "dottore" prima di scoppiare in una risata divertita.

    Grimdad - Isola prigione di Fhemali

    Un lungo corridoio e porte su ogni lato, due figure che camminavano nello stesso, una prima, parecchio massiccia, con uno spadone sulle spalle, la seconda più esigua, ma curata nel suo vestiario rosso e bianco.
    "Sei silenzioso più del buon Hinai, sai, Kujimamaru-kun?", scherzò il primo, scrivendo degli appunti su un taccuino, "Che posso dire, Sokri? Non amo girare per questa specie di prigione piena di disperati e mostri. Sono un nukenin che di norma viene pagato per far fuggire criminali dalle prigioni, o portarvici gente poco gradita ai criminali: consegno pacchi, niente di più, che respirano, ma pacchi.", replicò il gigante.
    "Consegnavi pacchi, amico mio, così come io gestivo una piccola clinica, prima che entrambi ricevessimo un ben più cospicuo stipendio, e delle ben più che giuste motivazioni per restare su questa isola prigione a lavorare. Per me, il piacere di poter plasmare la vita come più gradisco, partendo da altre forme di vita, che non hanno valore di per se stesse, per te cos'é? Il denaro?", domandò divertito, sbirciando dentro un'altra cella, prima di appuntare altre informazioni.
    "Il denaro e la necessità di allontanarmi dalle attenzioni di tre continenti diversi, fra cui, appunto, Grimdad, oltre a Rokugan ed alla mia terra natia, dove si trova l'Accademia.", tagliò corto il gigante.
    "Non saprei, ho sentito parlare delle vostre terre, sembrano accoglienti, specie un luogo chiamato Oto, ne ho sentito così tanto parlare che sarei quasi curioso di visitarlo.", concluse l'altro, continuando ad avanzare fra le celle.
     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Salviamola

    Forse per questo che l’Accademia aveva scelto me: perché sapevano che avrei, se necessario, messo la terra al posto del cielo se fosse servito a tirare fuori Shinodari dal buco in cui qualcuno l’aveva buttata.




    Ero di fronte all’enorme distesa di mare. Un piccolo drago svolazzava allegramente vicino a me, ma vivace solo nei movimenti: nemmeno lui, come me, aveva molta voglia di essere felice. Con la mano destra strinsi appena il mio mantello da viaggio: sebbene la stagione estiva stesse per iniziare, il mio metodo di viaggio avrebbe richiesto ben più di dei semplici vestiti del suolo.
    Mi portai un dito alle labbra e lo morsi finché una piccola goccia di sangue non ne uscì. La fissai per un secondo e mi resi conto che, da quando era diventata abbastanza grande per sopportare i combattimenti, era la prima volta che richiamavo Yogan. Pensai alla missione che stavo per compiere.
    Pensai a Shinodari e pensai a ciò che avevo involontariamente scoperto parlando con Ryutsuki. Quel ragazzino aveva diritto, un giorno a conoscere la verità. Ed era giusto che quella verità fosse Shinodari a dargliela. Lei non poteva abbandonarlo così.
    Quella conversazione e la promessa che avevo fatto furono un ulteriore stimolo: avrei salvato Shinodari a qualsiasi costo.
    Strinsi la goccia di sangue nel palmo e iniziai a comporre i sigilli della tecnica del richiamo quando saltai, evocando in aria l’enorme drago. Yogan comparve sotto di me e con la sua solita cautela mi fece accomodare sul suo dorso. E si innalzò in volo. Anche Ko cercò di rimanere dietro ma non ci riuscì ed io l’afferrai prima che potesse rimanere troppo indietro e tenendolo con entrambe le braccia, lo feci stare forzatamente seduto sulla schiena dell’enorme drago, che procedeva spedito verso ovest.

    « Itai, che succede?»
    « Dobbiamo andare al paese del Thé, Yogan »
    « Sei in missione? »
    « Si Yogan. E devo recuperare una persona a me cara in questa missione. A proposito Yogan, lui è Ko. Ti farò restare con me più tempo possibile Yogan »
    « Ko? E chi è lui? » la dragonessa voltò l’enorme collo per fissare con un occhio me e il draghetto « Non sarai mica gelosa, Yogan? » dissi ridendo, mentre la dragonessa mosse la testa di scatto, come stizzita « Non dire idiozie Itai » posai una mano sulle enormi squame della dragonessa « Lui è un cucciolo di mia cugina Shinodari, Yogan. Ed è lei che stiamo andando a recuperare »
    « Che cosa è accaduto? »
    « Una missione non finita felicemente, Yogan »


    Grazie a Yogan e Ko, che ben presto fecero amicizia a discapito dell’iniziale gelosia della dragonessa, il viaggio passò rapidamente. La dragonessa sbatteva le ali imperiose lentamente eppure il mare scorreva rapido sotto di noi. Così, qualche ora dopo la nostra partenza, scorsi la terra dinanzi a noi. Yogan virò quanto bastava per dirigersi direttamente al luogo previsto e quando fu vicino la cittadina piegò appena le ali per scendere in una veloce picchiata che si concluse quasi repentinamente sui tetti. Suscitai un po’ di clamore in basse, ma non m’importò più di tanto: non potevo di certo scendere a centinaia di metri d’altezza!
    Prima di scendere con Ko – che era finalmente libero di volare – diedi qualche raccomandazione alla dragonessa.

    « Vola in alto, ma abbastanza da potermi vedere tranquillamente. Quando esco avvicinati, perché probabilmente dovremo partire »
    « Sta attento »
    « Fammi iniziare la missione, almeno! »


    Lei non rispose e si alzò in volo mentre io atterravo sul tetto di un palazzo, scendendo rapidamente per dirigermi alla locanda dove ci saremmo dovuti incontrare. Per la prima volta mi chiesi chi altri fossero stati convocati per quella missione e quando aprii la porta non riuscii a soddisfare la mia curiosità. Ero da solo, per ora.

    « Sono Itai Nara, di Kiri. Immagino di essere il primo qui. Il drago qui è con me »


    Dissi indicando con un cenno Ko che continuava a svolazzare sul posto alla mia destra. Ben presto giunsero anche gli altri e non mi sorpresi quando notai che tra di loro c’era molta gente legata a Shinodari, come Febh e Shaina Otori, c’era la ragazzina rumorosa – che non era cambiata di una virgola – che affrontai in combattimento quando ancora ero uno studente (bei tempi quelli) c’era Vergil Hyuga (che però non avevo idea se avesse qualche legame con Shinodari) e Hoshikuzu (ultimamente ci buttavano sempre in missione insieme). Un tipo strano di Oto che non conoscevo, c’era anche Yuki, un tizio di Suna del quale non sapevo il nome e infine Miyori. Guardai la mia neo-cugina (o meglio dire cugina ritrovata) un attimo e poi mi avvicinai a lei.

    « Miyori-chan? Ti hanno chiamata anche a te per questa missione? »


    Dopo quello scambio amichevole di battute i ninja che ci avevano convocati iniziarono a spiegare la situazione. Subito mi feci serio e ascoltai per bene le parole che il Sanga aveva da dire.
    Alla fine non ragionai molto, ma il mio desiderio di salvare Shinodari era abbastanza forte che mi fece rispondere forse la cosa più ovvia.

    image

    « Vado alle prigioni » dissi e mi affrettai a giustificare la cosa « Io do il mio massimo sulla breve distanza, sono portato per il corpo a corpo. Credo che ci sia più gente che lo sappia che gente che non lo sappia, ma sono il Jinchuuriki del Nanbi. Ho una riserva di chakra diciamo sterminata, sono pertanto portato ai ninjutsu e il demone mi rende molto forte in corpo a corpo. All’aperto potrei disperdere molto e anche parecchie delle mie evocazioni non superano in dimensioni un uomo, quindi, in definitiva, ho un certo vantaggio nei luoghi chiusi. Le prigioni rispetto alle grotte... vi va bene se vi dico che odio i luoghi umidi? »


    Certo, detto da uno che veniva da Kiri aveva del ridicolo. Shinodari aveva la stessa probabilità di trovarsi in ognuno di quei tre luoghi, ma preferivo controllare nella struttura adibita a contenere prigioni per cercare una prigioniera.

    « In qualsiasi caso, Shinodari è mia cugina da parte di mio padre, quindi farò di tutto per salvarla » dissi per poi girare appena il capo verso Miyori « Per le squadre... l’unica preferenza che ho è che Miyori Uchiha sia in squadra con me. Se c’è qualcuno che non ha caratteristiche fisiche ottimali per la lotta ma alcune capacità speciali, se c’è un ninja medico, preferirei che fosse in squadra con me così potrà occuparsi di curare le ferite che mi procurerò spaccando i culi di chi ha rapito Shinodari »


    Dissi con un tono quasi naturale. Ero “furioso” e forse si vedeva. Raramente in missione – e di solito mi spendevo in lunghi ragionamenti – agivo così d’impulso chiedendo che l’altra mia parente venisse con me affinché non avessi altri pensieri per la testa e che un ninja medico mi curasse le ferite. Sembrava che avessi deciso di rivoltare da solo quelle prigioni dalle fondamenta al solo scopo di ritrovare Shinodari.
    Che poi, accidentalmente, avevo deciso qualcosa di decente (Miyori non sapevo molto bene che abilità avesse, sebbene sapessi che era assai abile nel disegno – e non ero del tutto sicuro che fosse una cosa inutile – e un medico faceva sempre comodo) era un altro paio di maniche: era chiaro che per me quella missione era una questione personale. Forse avrei rischiato di mandarla all’aria quanto però aumentavo il mio impegno nel portarla al termine. Anzi, non avrei fatto nulla per mettere in ulteriore pericolo Shinodari. Forse per questo che l’Accademia aveva scelto me: perché sapevano che avrei, se necessario, messo la terra al posto del cielo se fosse servito a tirare fuori Shinodari dal buco in cui qualcuno l’aveva buttata.


    Edited by -Max - 4/6/2011, 10:51
     
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    Quest
    ..Shinodari è in Pericolo..
    Post di Presentazione


    Il giovane Chikuma era letteralmente schizzato via dal monte Hitozatohanareta quando aveva ricevuto la lettera che gli era stata trasportata dal vento, molto probabilmente quello di Gin distilleria ambulante. Ora mentre volava letteralmente verso il paese del The sopra ad uno dei suoi costrutti di vento, stava assorto tre i suoi pensieri mentre rileggeva lo scopo della missione che gli era stata affidata, Shinodari era stata fatta prigioniera durante una missione nel continente di Grimdad. Non riusciva a crederci il ragazzino. Raggiungere il luogo dell’incontro fu una bazzecola per il rosso, atterrato fuori dal villaggio si sarebbe subito mosso per raggiungere il luogo dell’incontro, una locanda chiamata la Stella del Porto.

    Di certo il Chikuma sapeva muoversi bene in quei luoghi dato che aveva già avuto modo di esplorarli con Shiltar qualche mese prima durante l’avventura all’arcipelago delle 4 bestie. Era in quei luoghi che aveva praticamente recuperato gran parte del suo nuovo equipaggiamento e che era riuscito a trasformare pochi spicci in una vera e propria fortuna. La locanda sembrava non avere nulla di particolare, sembrava una normalissima locanda da porto, una volta entrato il Chikuma avrebbe salutato i presenti che già conosceva con il suo solito modo di fare solare quindi si sarebbe messo comodo una volta che il briefing fosse cominciato, sembrava che una nuova pericolosa missione si stesse per aprire davanti ai suoi occhi.



    [...]



    Sembrava che Grimdad avesse inviato un cospicuo contingente di ninja per chiarire la situazione ai ninja Accademici. Hoshi non conosceva praticamente nulla del continente di Grimdad e dei suoi ninja a parte Hussha, l’unica ninja estera con cui era riuscito ad interagire nella sua vita. L’aveva conosciuta e combattuta durante l’esame Chunin e da allora non l’aveva mai più rivista, di certo questa era l’occasione giusta per scoprire che fine aveva fatto. A prendere parola tra i ninja di Grimdad fu un tizio vestito di bianco dalla testa ai piedi, anche il suo capo era coperto, molto probabilmente tra di loro era usanza fare così. Hoshi tese le orecchie cercando di ascoltare ogni particolare.

    La situazione dopo la spiegazione fu più chiara. Qualcosa doveva essere andato storto durante una precedente missione e Shinodari era caduta prigioniera del nemico, una situazione piuttosto spiacevole. Sembrava che dopo mesi di indagine fossero stati individuati ben tre luoghi possibili nei quali i ninja potevano trovare la ragazza, una grotta, un bosco ed una specie di prigione tutti luoghi dove poter nascondere una persona con estrema facilità. I ninja di Grimdad avevano quindi chiesto di dividere il grosso contingente di alleati in tre squadre per verificare se Shinodari era effettivamente prigioniera in uno di quei luoghi, sembrava inoltre che li le tre squadre di shinobi avrebbero trovato dei ninja di Grimdad a dar loro supporto, un comodo aiuto che avrebbe sicuramente reso la missione più semplice.

    Terminato il discorso il primo a parlare fu il biondo di Kiri, era strano ma ultimamente aveva partecipato a diverse missioni con il ragazzo, vederlo li non poteva che fargli piacere, inoltre sembrava che il biondo fosse in qualche modo legato da un rapporto di parentela con la rapita. Itai disse subito in maniera chiara e tonda che lui si sarebbe occupato di raggiungere le prigioni dato che le sue abilità potevano essere meglio espresse in luoghi chiusi. Sembrava estremamente determinato mentre parlava, molto probabilmente a parlare erano più i suoi sentimenti per la cugina che il ninja che era realmente, Hoshi capiva bene il suo stato d’animo. A questo punto dato che Itai aveva scelto le prigioni Hoshi si fece avanti proponendosi per gli altri due luoghi da visitare, per lui andava bene tutto, spazi aperti o chiusi non faceva differenza, il vento e l’aria erano sempre presenti in ogni dove quindi la scelta del campo di battaglia non era un problema.

    -Ok.. allora se Itai va alle prigioni io vado a dare un occhiata ai boschi occidentali.. anche se a dirla tutta.. le mie abilità sarebbero più congeniali all’esplorazione delle grotte orientali.. uff.. sono settimane che non passo un intera giornata all’aperto.. non ne posso più!!!.. beh lascio a voi la scelta finale..-


    Il rosso avrebbe mostrato un’espressione affranta, effettivamente sapeva bene che era li per compiere una missione e non per andare a fare una gita di piacere, qualsiasi luogo doveva andargli bene a priori.

    -Ah cavolo.. per chi non mi conosce.. io sono Hoshikuzu Chikuma.. sono un Jonin del villaggio della Sabbia.. me la cavo discretamente da ogni distanza.. anche se non posso vantare dello stesso mordente di Itai.. faccio parte della squadra medica del mio villaggio quindi posso dare supporto ai feriti se necessario..-


    Il rosso quindi avrebbe atteso che anche il resto della squadra dicesse la sua prima di imbarcarsi in quella nuova avventura verso i confini più lontani dell’Accademia. Alla chiamata avevano risposto molte persone che conosceva bene, altre che non vedeva ormai da anni, Shinodari nella sua vita era riuscita a trovarsi davvero molti buoni amici, il rosso sperava che solo che ora fossero all’altezza per salvarla dal pericolo mettendo in gioco le loro stesse vite per quella dell'amica.

     
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    Quando uno dei servitori della tenuta gli aveva comunicato le notizie più recenti riguardo l'Accademia tra tutte l'unica che lo aveva interessato era quella che riguardava la cattura in missione di Shinodari Jaku. Il nome gli aveva riportato alla memoria quell'inizio di estate di quasi tre anni prima, quando Vergil si accingeva a divenire chunin dopo poco più di sei mesi dall'iscrizione in accademia e la quasi immediata promozione a genin. Tre anni erano relativamente pochi, eppure sembrava passato così tanto tempo. Forse era per via dell'enorme divario tra le sue capacità di allora e quelle attuali. Eppure, si punzecchiò mentalmente, la schiena di suo padre Soken era ancora lontana.

    Tornando poi a pensare alla notizia della scomparsa della chunin Vergil fu dispiaciuto: ricordava bene il pallore improvviso sul viso di lei quando aveva scorto i suoi occhi bianchi, e le spiegazioni del piccolo Ryutsuki in proposito erano fresche come se si trattasse di ieri. Il chunin dallo sguardo perlaceo le aveva ricordato qualcuno, una persona che aveva dovuto significare molto per lei. Sakiji Hyuga, se non ricodava male. Ora come allora, ripensandoci, non gli pareva di averlo mai visto né sentito nominare.

    Seccato per quella mancanza di informazioni di cui solo ora si era ricordato, lo Hyuga si alzò dal giaciglio di cuscini vellutati sui cui era sdraiato a riflettere. Il servo era stato congedato da un pezzo e sul tatami d'ingresso a quella stanza non si scorgeva alcuna ombra. Al contrario c'era un ombra, adesso, nel cuore di Vergil Hyuga. Per quanto sapesse che l'ordine di addestrarlo fosse arrivato alla chunin per via di suo padre, la ragazza, anche se solo per pochi minuti, era stata sua sensei. Un legame piuttosto debole, doveva ammetterlo, eppure gli avrebbe dato fastidio limitarsi a girare il capo dall'altra parte. Disse a sè stesso che, tra l'altro, la ragazza doveva essere stata legata al suo clan, e la cosa lo interessava.

    La verità, però, era un'altra: oltre al padre e al Re, per i quali aveva grande rispetto, Vergil era stato addestrato da pochi altri, tra cui la chunin, e lo Hyuga ambiva a superare ognuno di questi.

    " Tristo è quel discepolo che non avanza il suo maestro. "

    Ripetè lo Hyuga tra sè, citando uno dei capolavori di un genio dell'antichità1[Erudito]. Era certo di esserle ormai superiore, ma per avere la certezza di questo e soddisfare le sue curiosità era necessario salvarla e, nell'ordine, averla per qualche momento sotto agli occhi e fare una chiacchierata con lei. Sarebbe andato. Utilizzando la sua influenza all'interno del villaggio fece quindi in modo di venire assegnato alla missione e qualche giorno dopo partì[Primus Inter Pares].

    [...]

    « Ormai ci siamo, Vergil-sama »

    Sul dorso di Vilya, il grifone preferito dello Hyuga, il volo non era durato più di qualche ora ma anche così per il chunin era stato oltremodo piacevole, essendo il grifone dal manto azzurro argenteo un eccellente compagno di viaggio. Vergil, Byakugan attivo, guardò verso il basso[Maestria Innata]. Parecchie centinaia di metri più in basso, come aveva detto il grifone, la costa del Paese del Thè iniziava ad intravedersi. Entro pochi minuti sarebbe iniziata la planata verso il porto designato per l'incontro con gli shinobi del posto.

    " Questa volta agiremo insieme. Una volta che sarò sceso vola dove nessuno può vederti, poi partiremo insieme. "

    « Vi aspetterò allora. »

    Vergil sorrise. Vilya era davvero un alleato prezioso. In quei pochi minuti di volo che rimanevano osservò il cielo in ogni direzione spingendo al massimo la sua visuale. Non fu troppo sorpreso di scorgere, oltre quattro chilometri dietro di lui e parecchio più in basso, la chioma bionda ed il chakra terroso di Itai Nara, lo shinobi che era passato alla Nebbia. Era una missione di alto livello, dopotutto, e aveva sentito che il Nara era divenuto parecchio abile. Fu forse un po' più sorpreso nel vedere su cosa stesse volando: un drago rosso, enorme, lungo oltre quindici metri anche se con un'apertura alare piuttosto piccola in proporzione.

    Continuando la sua analisi del cielo scorse, molto più in basso del drago, una crine rosso che gli fece sfuggire un sorriso. Era cambiato molto e cresciuto in capacità - l'estensione del suo chakra non lasciava dubbi - ma soprattutto in altezza. Anche se aveva da poco scoperto che era il diretto superiore di Hamano, non incontrava Hoshikuzu Chikuma da prima dell'esame chunin e reincontrarlo gli faceva piacere. Sorprendente come si stesse librando da solo, circondato da chakra dell'alterazione del vento. Maestoso!



    La promessa che si erano scambiati, insieme a Tetsuo Kaguya, li univa con un vincolo di amicizia e alleanza, ma essere testimone di una simile capacità riempì di voglia lo Hyuga di confrontarsi con l'amico in combattimento. Ovvio, però, che vista la situazione avrebbero dovuto trovare un'altra occasione. Con questi pensieri spostò la visuale dallo shinobi della Sabbia, riprendendo a scrutare i cieli. Evitò di guardare in alto per non ferirsi con la luce del sole ma soprattutto per via del fatto che poche creature riuscivano a volare più in alto di un grifone[Ali del Grifone].

    [...]

    Era atterrato abbastanza lontano dal porto perché nessuno vedesse il possente grifone e dopo una camminata di circa venti minuti era arrivato. Entrò nella locanda indicata, la Stella del Porto, e con un cenno di saluto con il capo ai vari shinobi presenti si appoggiò ad un muro in attesa che arrivassero tutti i ninja richiesti per la missione. Le chiacchiere con gli altri si sarebbero potute fare solo dopo l'esposizione dei dettagli della missione. La cosa che saltava all'occhio era come gli shinobi di quel luogo fossero variegati, quasi come provenissero tutti da diverse parti del paese.

    Una volta che un tizio completamente coperto di bianco - Vergil, Byakugan sempre attivo, non ritenne il caso di informarlo che poteva vedere senza problemi oltre quella stoffa - ebbe terminato le spiegazioni risultava evidente che il problema maggiore fosse l'incertezza sull'ubicazione della Jaku. L'unica notizia decente era che gruppi di supporto li attendevano in loco una volta che fossero arrivati. Non rimaneva che stabilire come dividersi: erano in dieci lì presenti, quindi due gruppi da tre ed uno da quattro. Lo Hyuga si guardò attorno. Oltre al Nara e ad Hoshikuzu non c'erano ninja che conoscesse. Due Otesi, uno dei quali con un chakra assai potente, quattro altri Sunesi, di cui due donne, ed infine una compaesana mai vista prima. Non appena Hoshi terminò Vergil prese la parola.

    " Sono Vergil Hyuga, chunin della Foglia. "

    Nome, grado e villaggio: una presentazione militare come si confaceva all'occasione. Il nome della sua casata avrebbe detto qualcosa agli Accademici e probabilmente ben poco agli shinobi stranieri. Esattamente quello che serviva.

    " Sono specializzato nell'assassinio, e combatto in corpo a corpo. Un compagno in grado di fare da supporto sulla lunga e media distanza sarebbe ideale. "

    Guardò Hoshikuzu, notando meglio la sua altezza. Se ricordava bene il suo carattere, e così era, quell'aumento di statura doveva averlo reso assai orgoglioso. Il suo potere sarebbe stato l'ideale, ma poteva darsi che in quel gruppo di shinobi ci fosse qualcuno con una capacità ancora più adeguata. In generale il suo sguardo si soffermò sul nutrito gruppo di Sunesi. A quanto ne sapeva le loro arti, che si trattasse di manipolazioni o congegni, erano assai adatte alla distanza. Quanto detto comunque non era del tutto vero, o meglio, era incompleto. Combatteva sulla corta distanza senza dubbio, ma la sua estrema padronanza dell'Hohō lo rendeva in grado di raggiungere chiunque lo attaccasse da lontano in pochi attimi, pertanto la scelta di un partner di quel tipo era solo relativamente importante.



    " Andrò nei Boschi Occidentali, o in alternativa sull'Isola Prigione. "

    Se affermava di scegliere una destinazione piuttosto che un'altra era ovvio che avesse le sue ragioni pertanto specificare non serviva.

    " Dato che non c'è la minima idea di dove Shinodari si trovi faremmo bene a bilanciare i gruppi, pertanto invito chi possiede capacità mediche a dirlo. "

    In quel frangente al minimo errore si poteva finire ammazzati o condannare Shinodari, se ancora viva, ad una sorte poco piacevole. Chiaramente nessuna delle due era un'opzione accettabile. Rimase dunque in attese che gli altri si presentassero e dicessero la loro. I suoi occhi scrutavano l'ambiente.


    OFF GAME

    Buona quest a tutti!

    1: Leonardo da Vinci, Codice Forster III
    _____________________________

    Erudito
    " Le somigli davvero, ed evitare di utilizzare la trasformazione o un'arte illusoria con me nei dintorni è stata un'ottima idea, ma non puoi essere la moglie del Dayimio. Quel tatuaggio sull'avambraccio simboleggia un giuramento di verginità. Dov'è lei? "

    Abile: L'utilizzatore possiede un'approfondita cultura in numerose branche del sapere umano.

    Primus Inter Pares
    " Detentore di un'abilità in combattimento riscontrata raramente in tutta la storia del Clan. Erede legittimo della preziosa Shunka Shuto. La Linea Pura scorre nelle sue vene, ed ha risvegliato l'antico patto con la stirpe dei Grifoni. Egli è Vergil Hyuga, il Senka, ed in lui la potenza e la gloria degli Hyuga risplendono di luce propria. "

    Abile: Grazie alla sua importanza l'utilizzatore gode di rango superiore a molti Hyuga. Tale condizione permette una limitata influenza sulle cariche della Foglia. Status valido per l'attivazione dell' "Egida della Disciplina".

    Ali del GrifoneBonus Razziale: i Grifoni sono dotati di ali possenti che consentono loro di volare senza problemi senza limiti d'altezza e, da Energia Verde, di trasportare almeno una persona. Tale bonus fa riferimento all'Adr "Volare".

     
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    Prologo
    Abitazione di Shaina Otori, Sunagakure


    « Ma secondo lei... va meglio questo? »
    Esibì una maglietta di un verde acceso, tenendola premuta contro il petto con lo sguardo indeciso.
    « Ah, no, aspetti!! »
    Volò letteralmente in direzione degli abiti che erano stati appoggiati sullo schienale del divano e ne prese un altro di colore scuro, sostituendolo alla maglietta e tornando di corsa dalla donna con gli occhi verdi che l'attendeva in cucina, per poi esibirsi in una piroetta.
    « Sensei, meglio questo?? »
    L'espressione era quella di "finché non mi dai un parere serio non sono contenta", e infatti non ci voleva un genio per capire che era capace di andare avanti fino a sera con quella specie di mini-sfilata di moda, il tutto a danno del tempo di Shaina Otori, padrona di casa nonché maestra della kunoichi diciassettenne che in procinto di partire per una missione di grado altissimo come prima cosa ci teneva a vestire bene, come se tutto il resto fosse assolutamente trascurabile.

    In attesa di una sistemazione un po' più stabile, Deidara si era accampata nel piccolo salottino di Shaina, dove aveva un divano per dormire e spazio sufficiente per il suo consistente guardaroba -stipato in due valige grandi quanto lei e pesanti il doppio. A guardarla sembrava che quel periodo di convivenza fosse la cosa migliore che potesse mai capitarle, infatti sorrideva il doppio rispetto a quando abitava da sola e dieci volte tanto quanto sorrideva nel periodo di reclusione nel liceo di Ame no Kisaki. Si era data da fare, nel giro di poche settimane aveva recuperato uno stralcio di forma fisica e ripreso ad addestrarsi con regolarità ed impegno straordinario per una propensa all'incostanza e abituata ai comportamenti svogliati come lei, tanto che poteva dirsi essere tornata più o meno allo stesso livello di due anni prima.

    « Sarà... »
    Stava per dire che sarebbe stato divertente, ma si fermò mentre la chioma biondo grano spuntava dalla maglietta nera che aveva scelto dopo molto tentennare.
    « ... Istruttivo. Vero?? »
    Disse alla fine, scegliendo con cura l'aggettivo per non sembrare troppo frivola. Dopotutto era una missione di livello "A", la sua seconda in assoluto dopo la scampagnata in mezzo al disastro di Iwa, in un'altra vita.
    Stava per aggiungere dell'altro, ma un suono distinto proveniente dall'esterno la mise in allerta. Dimenticò quello che voleva dire e in due passi raggiunse il divano, dove giacevano legate da dei lacci i foderi delle sue wakizashi, che si sbrigò ad infilare alle spalle come se fossero uno zainetto. Guardò la sensei senza aggiungere altro, erano al sicuro nel villaggio fra mura amiche, però era meglio essere pronti a tutto; ammesso che ci fosse davvero qualcosa o qualcuno, là fuori. Iniziava a pensare di aver preso un abbaglio...
    Interludio
    Carovana Mercantile, sulla via per il Paese del Thé


    Viaggiare con l'Amministratrice del villaggio non significa automaticamente godere di un miglior trattamento, anzi, a voler essere proprio onesti stavano viaggiando a costo zero con una carovana mercantile che faceva la spola fra il paese del vento e quello del thé, e che in cambio di quel piccolo passaggio domandava soltanto un aiuto nel carico e scarico delle merci.
    Deidara era stata dispensata dal lavoro quando un omaccione gioviale con i capelli incanutiti e le mani grandi quanto la sua testa le aveva dato una pacca sulla nuca sbraitando con un gran sorriso che non erano così a corto di manodopera da far lavorare anche i bambini. In quel momento (e per tutto il viaggio), lei l'avrebbe volentieri ridotto a macinato di carne trita per poi sobbarcarsi ben volentieri la sua parte di lavoro per compensare la sua perdita, ma quando arrivarono a destinazione e ci fu da portare giù tutta la merce e caricarne dell'altra, cambiò immediatamente idea.

    Si era quindi posizionata in disparte, in modo da non dare fastidio. Lì, da perfetta principessina, se ne stava a fissare il cielo terso ed a non far nulla, la mente vuota che vagava fra pochi pensieri sconnessi fra loro, finché non incorse la noia e rischiò sul serio si addormentarsi in piedi. La verità era che aveva una gran voglia di farsi un bagno caldo. Si sentiva i capelli polverosi, e gli abiti sporchi. Le missioni in cui i viaggi erano più lunghi erano una vera seccatura, da quel punto di vista, e la vita di una kunoichi dura e ricca di privazioni...
    Riunione
    La Stella del Porto, Paese del Thé


    Fantastico, a parte il Rosso non conosceva nessuno.
    Sospirò, posizionata al seguito della sensei al suo fianco destro, dove sostava in piedi con uno sguardo non particolarmente presente, mentre alcuni tizi spiegavano cose, altri tizi facevano domande oppure si atteggiavano da divinità discese in terra per portare la loro maestà assoluta, altri tizi ancora davano risposte, più in generale dal punto di vista di Deidara c'era una gran confusione di idee e dati che lei non aveva la pazienza né la voglia materiale di elaborare. Quello che era importante l'aveva capito: una tizia era stata rapita, la sensei conosceva la tipa in questione e di conseguenza la suddetta andava tirata fuori in qualche modo. Di tanto in tanto le ripetevano pure il nome di questa tizia, ma il suo suono non le diceva niente e comunque finiva sempre con lo sfuggirle di mente cinque secondi dopo che lo udiva.
    Le era tornata in mente le parole che aveva udito durante una certa missione svolta con le sue (ex) colleghe Danzatrici che aveva svolto in passato in un luogo abbastanza lontano, fra casini di tutti i tipi. Quella volta, la capopalestra Haruka aveva detto una cosa, a proposito di chi veniva catturato dal nemico: "consideratevi come morte", aveva detto con il suo modo di fare imperioso che non accettava repliche, "essere catturate è come essere morte. Non si inseguono i nemici per strappargli delle compagne, non si perde inutilmente tempo organizzando missioni di salvataggio senza senso. In battaglia le regole dettate dall'onore sono solo sciocchezze da ragazzine stupide, e usare i prigionieri di guerra come esche per causare ulteriori danni è cosa comune."
    Già. Per Deidara quelle parole avevano un senso. Si finiva per lasciare che il nemico uccidesse o catturasse la squadra di soccorso, e quindi bisognava allestire una squadra di soccorso per salvare la squadra di soccorso, e poi magari anche una squadra di soccorso per salvare la squadra di soccorso inviata a salvare la squadra di soccorso. Un bel circolo vizioso del cavolo, il genere di cose che le davano sui nervi.

    Ad innervosirla ulteriormente ci pensò un tizio che scelse la sua destinazione in base ai suoi reumatismi. In pratica non voleva andare nei luoghi umidi. Povero. Il Rosso le fece venire voglia di strillare e fuggire via urlando per la vergogna. Non c'era un particolare motivo -anzi, a dire il vero era stato anche abbastanza composto per essere lui-, è solo che Deidara si aspettava che Hoshi facesse qualcosa di particolarmente stupido e/o infantile e sebbene niente di ciò che si immaginava si fosse avverato la consapevolezza che era Hoshi rendeva ogni sua cosa stupida e/o infantile sebbene non lo fosse sul serio. In pratica, il Rosso poteva anche risolvere tutta quella missione con una brillante uscita da genio stratega, ma inesorabilmente agli occhi della biondina avrebbe comunque fatto qualcosa passibile di pena capitale. Le sparate di un tizio assurdo vestito come un nobile retrò di settant'anni e con i modi di fare altrettanto spocchiosi non contribuirono a migliorare il suo umore. Lo fissò e le fremette un sopracciglio per la voglia che aveva di mollargli un pugno, non perché le avesse fatto qualcosa o avesse detto qualsivoglia frase sballata, soltanto... era irritante a pelle. Comunque si sorbì il suo discorso, mentre la sua testolina lo immaginava appeso a testa in giù con un fiotto di sangue al posto della lingua, e nel mentre pregava che uno così non toccasse a loro.

    Stava andando in ebollizione. Rimanere lì, in una stanza, chiusa con tanta gente che le provocava irritazione a pelle stava avendo lo stesso effetto di sovralimentare una batteria nucleare. Di lì a poco, di questo passo, sarebbe diventata intrattabile come una tigre inferocita ed altrettanto irritabile.
    Gettò uno sguardo di supplica a Shaina, con gli occhioni azzurri di un bambino che chiede un giocattolo alla sorella maggiore, che tradotto nel linguaggio Deidaroso significa...

    image

    "tipregotipregotipregotipregotipregotipregotipregotiprego, scegli qualsiasi cosa che mi permetta di mettere le mani addosso a qualcuno e fargli tanto del male,
    tipregotipregotipregotipregotipregotipregotipregotiprego, se mi fai felice prometto che (forse) farò la brava"


    Forse, beneappunto.
     
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    È colpa tua. Ratty

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    [Viaggio - Il viandante nella terra del The]

    Ricontrollò per l'ultima volta i guanti e gli stivali. Erano puliti e lucidi. Ottimi per prendere a sberle una faccia o a calci un culo Commentò soddisfatto. Era in viaggio da diverso tempo, ed aveva percorso a piedi gran parte del tragitto (spezzando le ossa a un trio di banditi che aveva avuto la pessima idea di mettersi in mezzo). Sin da quando aveva ricevuto l'avviso era diventato mortalmente serio. Era filato a Palazzo Yakushi per prepararsi, e nemmeno Ogen aveva osato rivolgergli la parola, limitandosi a una lunga occhiata incuriosita. Poi era partito, per quella che era la missione più importante fino a quel momento, assieme alla ricerca del suo vecchio Sensei.

    Giunto ormai in dirittura di arrivo, aveva deciso di risistemarsi un poco, cambiando gli abiti e ripulendo armi, guanti e stivali. Indossava la sua classica maglia orientale con le lunghe maniche colme di segreti, di colore viola chiaro con rifiniture nere. La nota di Oto ricamata sul petto, e un buddah stilizzato, simbolo del clan, sulla schiena. Tre semplici sacche legate alla cintola-coprifronte, e una borsa porta-armi sulla coscia destra. Era più che pronto, quando scorse in cielo due piccoli elementi fuori posto, che passarono a pochi minuti uno dall'altro. Uno era una specie di enorme rapace...l'altro era undrago. Gente che ama non dare nell'occhio, non c'è che dire. Si chiese se l'incontro fosse considerato top secret o meno...se si incontravano in una locanda di un territorio così lontano dai centri nevralgici del paese, quantomeno il dubbio che la riunione fosse discreta sorgeva alla mente...ecco perchè evitò di viaggiare via lucertola. Certo che poi se qualcuno arriva su un drago.. (e diciamoglielo, gli rodeva un pò vedere i draghi mentre lui lavorava con rettili striscianti...anche le salamandre al massimo planavano)

    Ma queste erano considerazioni che forse avrebbe fatto pesare di più se fosse stato nel suo normale stato un pò scherzoso e distratto. Ma si trattava di ritrovare Shinodari, e di rimediare a qualcosa che aveva ferito profondamente il suo orgoglio. Non c'era posto nella sua testa per lo svago, non ora, e dopo un'ultima sistemata, si avviò verso la sua destinazione.


    [Gli Altri - La Locanda]

    Erano una mandria, tutti lì per salvare Shinodari. Che ci fossero Shaina, Itai e Ledah era abbastanza comprensibile (che poi, se avesse letto bene la convocazione, avrebbe saputo della presenza di Ledah e forse sarebbero potuti andare assieme) ma non aveva idea di cosa ci facessero la nana isterica, il tappo coi capelli rossi e il tizio col Byakugan che, con le vene in evidenza a quel modo, sembrava davvero ridicolo. Quanto all'altro sunese, gli evocava qualche vago ricordo di Monte Papero, ma non associava direttamente, e infine un altro, l'ennesimo, sunese.

    Ma bene, siamo una compagnia allegra. Commentò con un tono tagliente come un rasoio, senza un accenno del suo classico atteggiamento "alla Febh". Non sarebbe stato il solito Febh per un bel pò. E di certo non durante quella missione. All'ingresso ebbe una parola di saluto per tutti, accompagnata da uno sguardo intenso che ben pochi gli avevano visto in volto. Dei presenti solo qualcuno, solo per qualche istante, lo aveva scorto nella concitazione della battaglio.

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    Ciao Shaina. disse quando si rivolse all'amministratrice. Speriamo che questo secondo viaggio a Grimdad sia più fortunato del primo...anche se la squadra originaria è dimezzata. Poi un'occhiata di sbieco a Ko. O meglio, quasi dimezzata, a quanto pare sei con noi anche stavolta Ko. Una constatazione più che un vero saluto. Passò quindi oltre, osservando Deidara. Fosse per me ti manderei a casa. Non mi sembra il caso di mandare al massacro una studentella con le tue capacità. Commento sprezzante, ma non se la sentiva di essere gentile. E non ricordava minimamente quale fosse il grado della Sunese, ma solo che lei gli era rimbalzata praticamente addosso, oltre ad essere completamente succube di un banale uso del Controllo del Chakra. L'ultima ragazza la aveva già vista, ed anzi di recente capitava spesso che si incrociassero. Miyori? Devo iniziare a pensare che mi stai pedinando? Ma come conoscevi Shinodari? Pensavo fossi entrata da poco nel mondo ninja...

    Poi si voltò Tu smettila di aggrottare lo sguardo. Non ti conosco, ma non mi sembra educato arrivare con quella schifezza sugli occhi. Altro fulgido esempio del suo pessimo umore, e lo manifestò tutto in quel suo commento allo Hyuga. E tu se devi rattoppare qualcuno evita di fare esperimenti o infilare pezzi extra. Aggiunse poi guardando Ledah. Quanto al tappo rosso di suna disse Ho l'impressione di averti già visto....ma non eri più alto? Deidara una volta aveva ricevuto quello stesso commento, e non era andata proprio benissimo. Voi due invece, non mi pare proprio di ricordarmi di voi.. Concluse con gli altri ninja sunesi.

    Infine Itai, quello che probabilmente era il più forte tra tutti i presenti. Gli si avvicinò, per poi sussurrare Bada cagnolino, se per puro caso trovi Shinodari prima di me fammelo sapere in fretta, che a stare così serio e incazzoso mi viene mal di testa. Quindi si spostò, prendendo posto su una sedia. Per chi non mi conosce, io sono Febh del Clan Yakushi, Jonin di Oto. Era il momento di cominciare.


    [Il Briefing - La Locanda]

    Ma non c'erano solo accademici sul posto. I ninja di Grimdad aspettavano, numerosi e, a giudicare dall'aspetto, particolarmente potenti. Il rosso e il blu non li conosceva, e nemmeno uno di quelli bianchi. Aveva il vago sospetto che quello a volto coperto fosse una vecchia conoscenza, mentre l'ultimo era ben noto: Woo Shinrei. L'uomo a cui più volte aveva dato la colpa di gran parte degli avvenimenti dell'Albero Bianco.

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    Woo....Mormorò, guardandolo con aperta ostilità, quasi palpabile. Prima che diciate qualunque cosa. Io in nessun caso intendo avere a che fare con Woo Shinrei, quale che sia la missione. Non sarebbe salutare per la sua salute. Non c'era discussione, era semplicemente una sua ferma e dichiarata minaccia. Una minaccia che seguiva a un ragionamento un pò infantile forse, ma l'immagine di Woo che bloccava l'interrogatorio di Lea era vivissimo..e poco gli importava che anche lui avesse sofferto. Febh in fase più sarcastica forse avrebbe lanciato qualche frustata verbale sul "sister complex" tra Woo e la pettoruta Lea, ma non era questa la giusta occasione.

    Ad ogni modo l'uomo del mistero si rivelò essere realmente il Sanga. Febh ascoltò avidamente ogni singola parola, aggrottando le ciglia quando vennero citati gli Hazuma. Quindi dobbiamo scegliere una delle destinazioni? Capisco. Una possibilità su tre. Era irritante, ma sempre meglio che stare a Oto a arrovellarsi su dove potesse essere Shinodari. Una cosa...non è che si può fare una capatina da Aizo Hazuma? Avrei due o tre cosette da spiegarli se possibile... Inutile indagare di quali "cosette" si trattava.

    Febh riflettè un attimo, e dopo che alcuni ebbero detto la loro, parlò a sua volta: Ho delle conoscenze a Nuctem. Potrebbero tornare utili nelle grotte. E se il tappo rosso ci sa fare coi cunicoli ben venga. Quanto a me, posso agire perfettamente in ogni ambiente. E se necessario, posso raderlo al suolo in pochi istanti, quale che esso sia. E al momento, non credo che esista ostacolo in grado di fermarmi. Conclusa la sua striminzita e minacciosa presentazione, oltre alla sua dichiarazione di intenti, Febh passò a qualcosa che riteneva essenziale Ma a parte questo...se volete sopravvivere a Grimdad, qui ci sono tutte le informazioni necessarie. Un guizzo di mano, e aveva una manciata di Carte Ninja in mano. Non mi aspettavo foste così tanti, ma posso fare facilmente delle copie Pochi minuti e poi le distribuì a tutti, tranne Shaina che era per ovvi motivi già informata dei fatti.
     
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  7. Yami Kaguya
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    ¬ I c h i ¬
    Rescue Team
    Angry Team

    Ahi!

    Avevo perso il conto delle fitte, visto quanto stava andando avanti quella storia. Dovevano essere come minimo tre ore, che me ne stavo su quel lettino a sentire scosse che si dipanavano dalla schiena a tutto il resto del corpo.
    E ovviamente il "medico" non sembrava avere fretta di concludere.

    Su su, resisti. Ho quasi finito.

    Mi spieghi - ahi - a che ti serve?

    Non faccio check up con tornaconti personali. Anzi non ne farei proprio di norma, dunque ringrazia. Sei fuori da un bel pò, e non vorrai mica che il collare provi a ucciderti un'altra volta.

    Troncai la conversazione con un sospiro, sapendo bene che avrei sprecato meno energie a sopportare piuttosto che usarle per parlare con quell'eremita cieco. Perlomeno mantenne la parola, e in pochi minuti mi sentii dare due colpetti in testa mentre si allontanava.
    Solo che alzarsi non fu esattamente piacevole. Si spacciava per medico ma non sapeva nemmeno fare un'anestesia come si deve, giudicando da come mi sentivo tutto il corpo intorpidito.

    Direi che sei in perfetta forma. Più o meno. Ma per ora non c'è nulla di problematico, quindi immagino tu possa andare in missione.
    Ti và di fare un ripasso?


    Lo fissai un istante, e quindi presi a sciogliermi i muscoli nel tentativo di scuotermi quella sensazione di dosso. I pensieri che mi affollavano la testa, invece, non sembravano avere granchè voglia di sparire.
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    Tipo il perchè ero finito per farmi coinvolgere in quella missione dai toni decisamente personali.

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    Missione di soccorso, obiettivo Shinodari - ngh - Nara Jaku Kazekumo. Amministratrice di Oto, parenti stretti confermati a Konoha e Oto. Nessuna capacità ereditaria confermata, alta probabilità di abilità di clan sopite, impossibile determinare quali. Traditrice di Konoha su - mh - carta, nessuna azione confermata contro il villaggio d'origine. Parente di personaggi di spicco a Konoha e Kiri, amica di personaggi sempre di spicco a Suna e Oto. Alta probabilità di interesse per la missione da tutti i villaggi sia per motivi diplomatici che personali. Nonostante la priorità elevata al recupero del bersaglio, la priorità critica rimane la salvaguardia della forza portante della Monocoda.
    La tiritera è questa, sì?


    Finito di sciogliere i muscoli e di ripetere gli ordini, andai quindi a rivestirmi, mentre Daisya rimaneva stranamente in silenzio. Tanto, che per dispetto fui estremamente lento nell'indossare tabi, hakama e tutto il resto. Solo quando però persi le speranze di una replica, si decise a parlare.

    Se possibile vorrei dessi la priorità critica anche al bersaglio, Sunabi.

    ..Oh? E' andare contro gli ordini, lo sai? Perchè dovrei?

    Era la prima volta, che mi sobillava alla "ribellione". Che mi avesse chiamato in quel modo poi, chiariva ancora di più che lo stava facendo apposta. Il che era per certi versi interessante, e per altri preoccupante. Daisya però non rispose a quella domanda, e si limitò a voltarsi verso una delle finestre che davano all'esterno. Quando però ne seguii lo sguardo, non vidi nulla. E quello era uno dei motivi per cui non sopportavo quel suo parlare per enigmi.

    ...Due miei conoscenti ti direbbero che un fallimento nel recupero, ferirebbe chi dovresti proteggere più di qualunque ferita. E se vuoi un motivo più pratico, diciamo che è una loro richiesta personale per interposta persona.
    Inoltre, salvare una personalità politica di un altro villaggio potrebbe darti parecchi punti, con Shukaku. Non vale la pena provare?


    Certe volte mi veniva da chiedermi se fosse cieco sul serio. Quando gli rivolsi uno sguardo tagliente in risposta a un discorso che ormai avevo sentito sino alla nausea, il bastardo sorrise.
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    Finii quindi di prendere anche i rotoli e il resto dell'equipaggiamento, e me ne andai senza un'altra parola.
    O quasi.

    Inizio a pensare che l'unico modo per ottenere quel tasso di merda sia portare a quei vecchi il corpo di un portatore ancora caldo, veramente.

    [...]

    ...Grande. E ora?

    Ovviamente, la prima cosa a cui avevo pensato era di andare a casa di Shaina. Ovviamente, avevo pensato a un paio di schemi botta e risposta per spiegare la mia partecipazione, se avesse voluto delle ragioni.
    Nessuno di essi però, includeva ciò che finii per vedere. Forse per deformazione personale, forse per abitudine, ma prima di bussare e aspettare a vuoto, avevo provato a cercare dei segnali da cui capire se era in casa o se era già partita.
    Così, senza tanti giri di parole, scalai lateralmente la casa, e mi ritrovai sul tetto, con due opzioni: finestra sulla camera da letto, e finestra sul salotto.
    Esclusi a priori la prima, visto come finire pestato da un purosangue mi provocava lo stesso entusiasmo di una serata in un gay bar. Mi diressi quindi sul lato del salotto, e un pò alla volta mi sporsi, cercando di scendere a sufficienza per poter vedere qualcosa. Tutto ciò che vidi, o meglio l'unico segnale di presenze umane in casa, era una ragazza che non sarebbe dovuta essere lì. Contando le valigie al seguito, non sarebbe proprio dovuta esserci, un'altra inquilina. Prima però di perdere tempo a fare ipotesi, decisi di tornare su. Solo che proprio in quel momento, notai che la ragazza non era sola. Notai nello specifico, che stava parlando verso un'altra stanza, e che c'era una capigliatura nera tremendamente familiare in procinto di voltarsi.
    Feci quindi la cosa più logica, imprimendo quanta più forza possibile nelle braccia per tirarmi su in fretta. Tuttavia, ci fu...un piccolo problema.
    Non seppi se fosseopera dell'avvoltoio della Otori, ma c'era...qualcosa sul tetto, su cui misi sopra il guanto nella foga di tirarmi su. Qualcosa di scivoloso, che mi fece perdere parte della presa.
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    Attimo in cui mi sembrò il tempo si fermasse un istante. Il tempo di pensare e portare alla labbra parte dell'unico commento che riuscii a venirmi spontaneo in quel momento, per quanto sibilato fra i denti. Avrei quasi riso, in una situazione diversa.

    ..'cà pu-!

    Finii quindi in caduta libera davanti alla finestra, e il massimo che riuscii a fare fu aggrapparmi col chakra al muro. Se però riuscii a evitare cadute dolorose, i piedi comunque finirono sopra a dei bidoni, producendo il classico clangore di ferraglia che cozza contro qualcosa. Potei solo ascoltare, e darmi dell'imbecille nel frattempo.
    Saphiria mi avrebbe messo a pulire i bagni, se avesse visto un simile esempio di fottersi la copertura. C'era però un modo forse, per salvare il salvabile. Modo che applicai immediatamente, schiarendomi la gola [Ventriloquo].

    Emh....Meow!

    Rimasi immobile qualche istante dopo quel miagolio, e quindi scesi a rotta di collo quando ritenni probabile non si sporgessero dalla finestra.
    Solo una volta tornato in strada, mi concessi qualche domanda su quell'ospite "a sorpresa". Inutile dire che quella vista aveva fatto nascere nella mia mente talmente tante di quelle ipotesi, da farmi venire il mal di testa. Non mi sembrava Shaina fosse tipa da accogliere trovatelli trovati a caso, e in ogni caso i trovatelli non avevano valigie piene di vestiti. Non mi risultava nemmeno che l'amministratrice avesse mostrato tendenze particolari in quei mesi, dunque anche le solite paranoie potevo scartarle.
    D'altra parte anche il normale pensiero della "visita familiare", stonava non poco. Il colore di capelli era praticamente all'opposto rispetto a quello dell'Otori, e anche la fisionomia a ben guardare non c'entrava molto.
    Escludendo pure l'idea della figlia in quanto troppo cresciuta, o quasi troppo, la conclusione a cui giunsi era che per saperne di più, sarebbe stato chiedere.
    Il che toglieva tutto al divertimento, ma avevo già rischiato troppo per aver ancora voglia di giocare.

    Mi sedetti dunque accanto alla porta, e per quel che valeva cercai di riposare un pò gli occhi dopo il viaggio di ritorno dall'Anauroch. E chissà che nel silenzio, non riuscissi a cogliere qualche discussione sull'identità della coinquilina.
    Per il resto, dovetti solo prepararmi le battute per il momento in cui la porta si fosse aperta. Quindi in ginocchio, con la mano sinistra poggiata sulla gamba, la destra sul terreno, e il capo leggermente chino, non appena Shaina fosse uscita avrei detto la mia battuta.
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    Per certi versi reprimendo il pensiero di finire per farle prendere un colpo, spuntando fuori dal nulla. Anche se ne dubitavo, dato il livello della ragazza.
    Piuttosto rimasi pronto con la mano poggiata sulla gamba per evitare a me, di subire un colpo. Di porta, per esempio.

    Buongiorno, Shaina-sama.
    E' pronta a partire per il paese del thè?


    Poche parole rivolte alla mora, e quindi un cenno di saluto all'altra, prima di aspettare una replica dalla prima. Che sperai non facesse domande, anche se più per pigrizia che per altro. Quindi dopo eventuali discussioni e in caso l'approvazione, mi sarei alzato in piedi, guardando meglio la ragazza più minuta.

    La ringrazio.
    Ciao, il mio nome è Yuki. Sei un'amica dell'amministratrice?


    Dopo aver teso la mano verso di lei, a prescindere dalla risposta, secondo i miei calcoli almeno non ci sarebbero dovuti essere altri problemi. E da lì, lasciavo a loro la guida.Per il momento non mi consideravo altro che una scorta, dunque non avevo preferenze su come arrivare al luogo di raduno.

    [...]

    Per arrivare, arrivammo.
    Solo che ci furono cinque elementi, che mi causarono una sequenza di reazioni in negativo.
    Prima di tutto, quando entrai notai che l'unica altra presenza femminile del gruppo, era sempre una mia conoscenza. La ragazzina del Gate, che mi aveva fatto passare quello "spendido" pomeriggio.
    Ancora non sapevo se era da dimenticare o da ricordare... che però fosse stato divertente almeno per me, non c'era dubbio. Tanto, che mentre mi staccavo dalla scorta di Shaina per avvicinarmi alla fogliosa, ebbi un picco di buon umore tale da riuscire persino a sorriderle in maniera divertita, passandole accanto senza guardarla sino all'ultimo istante.
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    Istante in cui alzai la mano a darle una piccola carezza sulla testa, mentre la sorpassavo appunto con un sorriso sornione in faccia.

    'Giorno, Miyo-chan. Anche tu qui?

    Sinceramente non avevo idea di come avrebbe reagito, ma come dire... ormai la prima impressione era andata, dubitavo sarebbero bastate cose come quella a cambiarla.
    Certo, quello fu l'unico incontro "piacevole", a quel raduno. Riguardo agli altri.... la sequenza iniziò con Itai. Cosa che mi sorprese solo per il tempo necessari a formulare il pensiero di come fosse ovvio, che un Nara si presentasse a una missione per il recupero di un altro Nara.

    ...Per quel che vale, farò del mio meglio, Itai.

    Non ero di certo abbastanza in confidenza da permettermi cose simili, ma gli diedi lo stesso un leggero colpo sulla spalla, prima di superarlo. Dubitavo gli servisse il mio aiuto, comunque. Sembrava già abbastanza motivato da sè.
    Successivamente ci fu un altro tipo della foglia con qualche cosa strana agli occhi, ma a parte un saluto di rito non dissi altro. I due tizi dietro di lui, attirarono tutta la mia attenzione.
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    Era la prima volta che i due tizi più casinisti che avessi mai visto, si radunavano nello stesso posto. Difatti sentii sudori freddi lungo il corpo, mentre li fissavo.
    Uno, era il pazzo che mi aveva complicato la vita facendo un casino assurdo con la copia e con l'originale di un manufatto che dovevo recuperare. Manufatto che era finito nelle mani di alcune tizie ancora più pazze, e che era stato un inferno recuperare.
    Motivo per cui, lo ignorai totalmente. Meno ci avevo a che fare, meglio era, per esperienza personale.
    Mentre l'altro pazzo...era solo un pazzo nel vero senso della parola, e non aveva dunque alcun senso che si trovasse là. Difatti dubitai per un istante, che fosse davvero lui. Ma come dire... per come parlò, non c'era dubbio che fosse Hito.
    Accellerai dunque il passo, e praticamente tentai di arrivargli addosso, circondargli il collo con un braccio, e quindi fargli qualche domanda fra i denti, nel probabilmente vano tentativo di capire quale diamine di motivo l'aveva spinto a venire in un posto simile.
    Non poteva essere lì per la Jaku, no?

    ..Vorrei dire che è un piacere rivederti, ma...si può sapere che ci fai qui, Testanera?
    Non vorrai mica dirmi che hai trovato un tizio strano per strada, gli hai frugato nella borsa, hai trovato una missiva di salvataggio, e hai pensato di poterne ricavare qualcosa, vero?
    Non è possibile, eh?


    Pregai non fosse così. Ma il mio interrogatorio venne interrotto dal tizio matto scambia-manufatti, che iniziò a girare fra tutti i presenti consegnando a ciascuno un suo personale giudizio. Quando arrivò a me e Hito però, fu stranamente neutrale.
    CITAZIONE
    Voi due invece, non mi pare proprio di ricordarmi di voi..

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    Forse mi aveva dimenticato, e non avevo la minima intenzione di dargli anche una mezza possibilità di farsi venire dubbi in merito.Per il resto poteva solo ritenersi fortunato, a non consocere Hito. Voleva semplicemente dire che non aveva ancora avuto occasione di capire con chi aveva a che fare.

    Concordo, Monsignore. Non l'ho mai vista in vita mia.
    Mai.


    Comunque, subito dopo lasciai in pace Testanera, arrendendomi al fatto che probabilmente avrei dovuto controllarlo per l'intera missione. Mi diressi invece verso Hoshi, che nella foga dell'aver ritrovato due pazzi nello stesso posto, non avevo ancora salutato.
    E mi presentai con le uniche parole che considerai adatte, visto il commento dell'Otese di prima.

    Non temere, Hoshi. Ti assicuro che sei cresciuto, da quando ti conosco.

    Non avevo con me un metro, ma suvvia, non vedevo perchè essere fiscali. Da quel che ricordavo Gin insisteva parecchio su quel punto, ma per una volta preferii andare contro al copione.
    Scherzi a parte c'era qualcosa di strano, in Febh. Mi aveva sbraitato contro un paio di volte quando l'avevo conosciuto, certo, ma in quel momento... era decisamente oltre, il livello di "arrabbiato".
    Doveva essere un altro che se l'era presa a cuore, quella missione.
    Il che mi faceva quasi ridere,visto come probabilmente persino Hito era più motivato di me, in tal senso.
    Ma ormai avevo fatto trenta... forse potevo arrivare a trentuno.
    O meglio a quaranta, visto come si misero le cose.

    I probabili committenti, difatti, iniziarono poco dopo a informarci sugli ultimi sviluppi. Informazioni che si limitavano all'aver ridotto le possibilità a tre luoghi.
    Il resto del discorso lo ascoltai a metà per un semplice fatto. A quanto pare avevano chiesto agli accademici di essere di supporto, ma evidentemente non stavano guardando cos'avevano davanti. Quasi tutti i presenti di età "maggiorenne", sembravano cani da caccia pronti a scattare.
    Probabilmente il ruolo di supporto l'avrebbero mandato a quel paese. A differenza di me.
    Era comunque tempo di rendersi utili. Almeno in teoria. Itai e il tipo con gli occhi strani volevano dei ninja medici, e quindi alzai la mano pochi secondi dopo, seguendo Hoshi.

    Yuki, chunin di Suna, medico Free-lance. Al vostro servizio.

    Mi rimaneva solo da decidere dove andare, ma sinceramente non ne avevo idea. Itai andava alle grotte, il tizio con gli occhi bianchi amava la foresta e le prigioni allo stesso modo, Hoshi accettava suggerimenti, Febh proponeva grotte, e riguardo all'amica di Shaina... la stava guardando in maniera un pò strana senza esprimersi. Il che forse voleva dire "vado dove và lei", o qualcosa di simile. E non che fosse impossibile empatizzare con lei, da parte mia.
    Per logica sarei dovuto andare con loro, ma ogni ambiente mi andava bene. Solo che a voler seguire la logica, i prigionieri finivano nelle prigioni, di norma. C'era però la fregatura del "Se è ovvio pensare A, lo stronzo di turno altrettanto ovviamente pensa B. E sapendo questo si sceglierebbe A, ma sapendo che uno sà si sceglie B"...e via dicendo.
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    Preferivo però fare la figura del cretino e scegliere "A" al volo, che fare mille ragionamenti e sbagliare lo stesso.

    Se ti stà bene provo a riparartelo io il culo, dopo che ne avrai spaccati a sufficienza, Capitano.

    Espressa dunque la preferenza per le prigioni, rivolsi un secondo sorriso verso Miyori, dato che il biondo jinchuuriki aveva espresso il desiderio di avere lei in squadra. Per il resto, quando Febh si mise a distribuire le carte, le presi con un grazie, e quindi detti un'occhiata a ciò che secondo lui ci stava aspettando.
    Tutto sommato, non stavano andando male gli accoppiamenti. Potevo solo sperare che nè Hito nè Shaina si cacciassero nei guai. Altrimenti in un caso eravamo morti tutti, e in un altro ero morto io.
    O forse saremmo solo morti tutti, quindi perchè continuare a farsi problemi.
     
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    I Dango sono definitivamente assenti.

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    - Call To Arms -



    *Shaina rientrò nel salotto per la quindicesima volta quella sera, richiamata dalla voce della sua allieva. Da quando era rientrata dall'Amministrazione con la notizia che sarebbero dovute partire il prima possibile per una missione importante, lei aveva tentato di preparare un bagaglio e di organizzare la partenza, mentre Deidara era partita immediatamente con una specie di sfilata di moda, preoccupata più di abbinare le scarpe col porta-kunai che di rendersi pronta per una missione che le aveva ampiamente descritto come molto pericolosa.*

    Deidara, non è così importante mettersi in tiro per una missione... *non aveva nemmeno finito la frase che vide l'espressione della ragazza incupirsi. Sospirò, e le diede quello che voleva.* ...ma se proprio insisti, quella nera è quella che ti dona di più.

    CITAZIONE

    « Sarà... »
    « ... Istruttivo. Vero?? »


    *Shaina la guardò reclinando la testa. Si vedeva lontano un miglio che quella non era proprio la prima parola che le era venuta in mente. Stava per chiederle se avesse capito bene cosa stavano per andare ad affrontare, quando un rumore dall'esterno mise entrambe in allarme. L'istinto da ninja ebbe il sopravvento e tutte e due si misero in allerta, in silenzio. Si guardarono, in attesa di altri rumori, ma da fuori giunse solo il miagolio di un gatto. Non che ce ne fossero molti a Suna, ma in assenza di qualcosa che dicesse il contrario, si limitò a rimanere all'erta. Tanto, sarebbero partite presto, anche se non si sarebbero aspettate quello che avrebbero trovato dietro la porta.*

    CITAZIONE
    Buongiorno, Shaina-sama.
    E' pronta a partire per il paese del thè?

    *Shaina rimase un attimo perplessa. Non si aspettava che il ragazzo, che a dirla tutta non aveva visto che in un paio di occasioni, per giunta nemmeno tranquillissime, avrebbe partecipato alla missione, né tantomeno che sarebbe partito assieme a lei. Per non parlare di come se lo era trovato davanti in quella posizione da guardia devota. Era anche vagamente imbarazzante.*

    Non sapevo che saresti venuto anche tu. Alzati per favore, non ho bisogno di tante cerimonie. C'è una carovana che ci aspetta alle Mura, avevo prenotato per due, ma visto che dobbiamo anche dare una mano una persona in più non gli dispiacerà.

    *La traversata via terra richiese più tempo che se avessero preso un traghetto per superare lo stretto braccio di mare che separava il paese del Fuoco dal paese del Té, ma con i mezzi che avevano potevano permettersi solo quello, e dare una mano ai carovanieri non la spaventava, soprattutto visto che per lo più si trattava di aiutare a montare il campo quando si fermavano e fare la guardia durante la notte. Un po' meno rilassante fu dover aiutare a scaricare le merci una volta giunti a destinazione, e soprattutto dover attendere che Deidara finisse di farsi il bagno quando giunsero alla locanda e già che c'erano presero una stanza per darsi una ripulita e rendersi presentabili per l'incontro.*

    *Accadde così, che pur essendo arrivati con buon anticipo e trovandosi di fatto già al luogo dell'appuntamento, lei e Deidara (e forse anche Yuki), finirono per arrivare tra gli ultimi.*

    *La prima cosa che notò scendendo dalle scale e dirigendosi al tavolo dove erano attesi, fu una faccia familiare, e cioè quella di Woo Shinrei. Non poté negare con se stessa di avercela con lui nonostante la perdita che aveva avuto, e più tardi la non proprio velata minaccia di Febh le diede conferma che anche lui la pensava come lei: se Woo avesse permesso loro di interrogare con più convinzione quella che credeva essere sua sorella, probabilmente avrebbero chiuso la questione più in fretta e con meno perdite, e magari non si sarebbero trovati là in quel momento. C'era di buono almeno che aveva provveduto lei stessa a togliere di mezzo quella Kibray, il che faceva si che il suo astio fosse un po' meno forte di quello che provava lo Yakushi.*

    *La seconda cosa che attirò la sua attenzione fu una vista ancor meno gradita di quella dello Shinrei. Appoggiato a una parete, un giovane dai modi eleganti sollevò lo sguardo, uno sguardo bianco come la luna, occhi di perla contornati da vene scure che si estendevano sulle tempie. Sentì gelarsi il sangue e probabilmente il suo viso abbronzato per un attimo perse colore, mentre un altro viso ben noto si sovrapponeva per la durata di un istante su quello dello Hyuga sconosciuto. Esalò il respiro che le era rimasto bloccato nei polmoni. Non poteva reagire così ogni volta che vedeva uno Hyuga, tanto più che per quanto conosceva il Byakugan avrebbe potuto farle comodo uno con le sue capacità.*

    *Decise per il momento di dirigere altrove il suo sguardo, passando in rassegna i presenti e notando che praticamente c'era mezza Suna dentro quella stanza, il che non fu nemmeno troppo sorprendente visto che le convocazioni per la missione erano passate anche -quasi tutte- dal suo ufficio. Sunesi a parte, c'era anche la ragazzina che era passata per Suna tempo prima, oltre a Itai Nara e Ledah, che non vedeva da quando avevano ritrovato una Ookami esausta e ferita, un'episodio che risaliva a un passato quasi dimenticato, ma che ancora le bruciava nel petto, soprattutto ora che anche lei era scomparsa nel nulla.*

    *Salutò le sue conoscenze con un cenno, soffermandosi solo un po' di più davanti a Itai...cosa faceva Ko insieme a lui? Sollevò la mano e agitò leggermente le dita all'indirizzo del cucciolo di drago. Più tardi magari ci avrebbe scambiato due parole.*

    Conosco la maggior parte di voi, comunque per chi non mi conosce io sono Shaina Otori, Jonin di Suna, e lei è la mia allieva Deidara Yagi.

    *Presentò se stessa e la kunoichi dall'aria perennemente seccata accanto a lei, accompagnando le parole con un leggero inchino di cortesia.*

    *Alla fine comunque, l'elemento più significativo di quel gruppo era un Febh Yakushi come non lo aveva mai visto, e cioè serio. Mortalmente serio.*

    CITAZIONE
    Ciao Shaina. Speriamo che questo secondo viaggio a Grimdad sia più fortunato del primo...anche se la squadra originaria è dimezzata. O meglio, quasi dimezzata, a quanto pare sei con noi anche stavolta Ko.

    *Le parole furono accompagnate da uno sguardo che sembrava quasi non appartenergli, ma che Shaina aveva già visto nel momento stesso in cui avevano saputo del rapimento di Shinodari. Sostenne il suo sguardo, salutandolo a sua volta.*

    La riporteremo a casa. O moriremo provandoci. E in quel caso, mi auguro di portare con me un bel numero di quei bastardi.

    *gli rispose altrettanto seria. Per quanto riguardava Deidara, lasciò che fosse lei a rispondere come preferiva al jonin di Oto. Per quanto fosse la sua sensei, i rapporti tra loro due non erano affar suo. Per il resto, sembrò proprio che lo Yakushi ne avesse per tutti quel giorno...a quanto pareva ci teneva un bel po' a Shinodari.*

    *Quando la figura ammantata cominciò a parlare, Shaina riconobbe nella sua voce quella del Sanga che li aveva accolti all'Albero Bianco, che dopo la sparata di Febh nei confronti di Woo, parlò loro della missione e dei tre probabili luoghi di prigionia di Shinodari. A quel punto, gli uomini ansiosi di fare mostra delle loro abilità iniziarono una gara a chi la sparava più grossa su quello che avrebbero fatto ai responsabili del rapimento. Solo alla fine Shaina disse la sua, dopo aver sorriso appena all'indirizzo di Deidara che sembrava una bambina a una cena di soli adulti che supplicava per alzarsi da tavola e andare a giocare.*

    Io possiedo la forza della Monocoda. *non era propriamente vero, ma faceva la sua impressione.* La mia abilità mi permette di manipolare grandi quantità di sabbia, sia in attacco che in difesa, e combatto bene dalla media e lunga distanza. Le mie capacità si sviluppano meglio negli spazi aperti, quindi preferirei recarmi ai Boschi Occidentali. La mia allieva viene con me. Non era una richiesta, piuttosto un dato di fatto.
     
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    Abitazione di Shaina Otori, Sunagakure


    G... gatto??!
    Espirò profondamente, sorprendendosi con la mano già premuta contro l'impugnatura della wakizashi nera ornata di rosso e sentendosi un po' stupida per quella reazione eccessiva. Poi però notò che anche la sensei aveva reagito allo stesso modo, e dopotutto non c'erano poi molti gatti in giro per Suna. Alla fine Shaina aprì la porta, e dietro c'era... un tizio. -o, proprio con la "o" finale, al maschile, cioè un uomo, cioè un uomo a casa di sensei, cioè un uomo a casa di sensei che sta in ginocchio tipo in quel modo arrogante e antipatico e odioso e che si poteva risparmiare.
    L'espressione di Deidara passò immediatamente al pesantemente astioso, e quando quello osò perfino chiedere chi fosse e se era un'amica di Shaina, la sua risposta arrivò secca e antipatica.

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    « AllievaH. »
    Ghignò a denti stretti con una voce stridula e irriconoscibile, fissando quell'estraneo dai velenosissimi cromosomi Y allo stesso modo in cui un ferocissimo felino protegge il territorio dall'intrusione di un cane fastidioso che viene a rovistare col muso dappertutto, annusare ogni cosa e fare pipì sugli angoli e sui lampioni. Tu prova a ronzare attorno alle altrui sensei e ti ritrovi scaricato malamente in una viuzza laterale dopo aver subito una lobotomia totale senza anestesia e con l'uso di wakizashi in luogo di bisturi e seghetto. Trasmise telepaticamente quella frase all'essere comparso sulla soglia assieme a tutta la sua notevole aggressività, usando come tramite un'occhiata ferocissima degna delle migliori performance di furia assassina di un serial killer psicopatico da centootto vittime, che poi naturalmente commutò nel giro di un decimo di secondo in un comunissimo e sereno sorriso di circostanza falso come i soldi del monopoli appena Shaina si sarebbe voltata ed avrebbe riavuto Deidara nel suo campo visivo.
    E fu così che Yuki scoprì che forse era meglio non avvicinarsi troppo alla casa di Shaina in presenza di Deidara.

    « Vivo qui ♥ »
    Il cuoricino equivaleva ad una goccia di cioccolata intrisa di veleno.
    « Piacere. »
    E, sempre telepaticamente: ti tengo d'occhio, fai una mossa sbagliata e sei morto, morto, morto, morto, morto, morto, MORTO.
    Riunione
    La Stella del Porto, Paese del Thé


    Spiegato l'incontro con Yuki, spiegato il malumore di Deidara alla riunione, almeno in parte... diciamo un 50%. Il restante 50% del motivo per cui era così non trovava una vera motivazione, era di malumore e basta. E questo nonostante Shaina fosse stata tanto saggia da concederle un bagno caldo di un'ora in una locanda passabile (cosa che dimostrava che, sì, sapeva come prendere Deidara). Comunque, tant'è che Shaina si presentò e si prodigò in un lieve inchino alla marmaglia lì presente, Deidara immediatamente la imitò con uno scarto temporale di un mezzo secondo scarso, in un gesto di cordiale e serena cortesia che a giudicare dalla sua espressione stava per "plebaglia del cavolo, vedete di ringraziare prostrandovi per come abbiamo sforzato la nostra preziosa spina dorsale per inchinarci in cenno di saluto! Ehi, dico a voi, vi faccio a pezzi, eh?".
    CITAZIONE

    La riporteremo a casa. O moriremo provandoci. E in quel caso, mi auguro di portare con me un bel numero di quei bastardi.


    Ah! Such a lovely-lovely speech! <3 Cosa che la indusse a cambiare bruscamente i suoi pensieri innalzando istantaneamente l'asticella del suo umore di un buon dieci tacche, passando dagli inferi fatti di immagini dei presenti in quella stanza ridotti a poltiglie sanguinanti direttamente ad un paradiso di buoni propositi senza nemmeno passare dal purgatorio delle paranoie circa lo stato del suo trucco e la condizione dei suoi capelli in quel momento preciso. Quello che aveva appena detto la sensei le piaceva, anzi, le piaceva molto!! Era esattamente ciò che si aspettava di sentire, ed il fatto che provenisse proprio da Shaina rendeva la prospettiva di una mattanza terribilmente reale, quasi palpabile.
    "Andiamo là, facciamo una strage, recuperiamo la tipa antipatica e la riportiamo a casa", era così semplice, era talmente semplice che perfino lei poteva afferrarlo senza problemi, non c'erano complicanze, non c'erano ragionamenti odiosi da fare, non c'erano strade tortuose ma una bellissima e diretta linea che taglia in due il problema e conduce direttamente ad uno scenario pieno di cadaveri fatti a pezzi a colpi di spada e/o stritolati a colpi di sabbia. Praticamente era una figata assurda.

    CITAZIONE

    Fosse per me ti manderei a casa. Non mi sembra il caso di mandare al massacro una studentella con le tue capacità.


    « CHE COSA HAI DETTO??! »
    Con un sonoro schianto di vetri che vanno in frantumi tutti i suoi buoni propositi e la sua bellissima ed idilliaca immagine di devastazione totale andò in pezzi, e tutto ad opera di...
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    « ... Lo stupido bifolco dell'altra volta!!! »
    Le sovvennero sprazzi nebulosi e lontani di un'occasione di parecchio tempo fa (quarant'anni secondo il calendario di Deidara, un paio di settimane circa secondo la misurazione standard del tempo), qualcosa tipo un gelato, la gonna appiccicata ad una sedia che a sua volta non voleva muoversi, una tipa occhialuta logorroica come poche cose a questo mondo, la sua costosissima crema per il viso di qualità eccellente in confezione extra-scorta che le sarebbe durata circa per i successivi sei mesi.
    « Sono una genin!!! Una genin!!! Non una studentessa!!!
    Non ti rompo il muso solo perché mi hai comprato la mia crema.
    »

    Di tutto il resto dei discorsi non ci capì un accidente, salvo che più o meno avevano deciso dove andare e che sarebbero stati in tre, visto che al seguito avrebbero avuto anche quel tizio dall'aria spocchiosa che le stava antipatico come poche cose al mondo ed a cui moriva dalla voglia di strappare quell'odioso affare bianco che si teneva in testa. Avrebbe rimediato, si ripromise, anche la sensei lo guardava malissimo e quindi probabilmente avrebbe chiuso un occhio per un piccolo scherzo innocente tipo radere i capelli a zero ad un collega antipatico. Quando poi il bifolco distribuì delle strane carte che dovevano contenere qualcosa come delle informazioni su qualcosa, lei le rifiutò con uno sbuffo senza un motivo particolare. I problemi, infine, arrivarono quando Shaina-sensei spiegò in parole povere quali erano le sue abilità, e Deidara capì che non poteva esimersi dal fare altrettanto.

    « Ah. Io... »
    Disse, accodandosi al discorso della maestra e sforzandosi per immaginare qualcosa di decente da dire per descriversi. Trovò una scappatoia all'istante, individuando in Hoshizuku la vittima perfetta per eseguire il compito al posto suo, dunque lo fissò con aria truce.
    « Rosso, spiegalo tu a questi qui. »
    E telepaticamente gli comunicò un laconico quanto tutt'altro che irrealistico "se spieghi male cosa so fare io ti ammazzo".



    Edited by Deidara - 9/6/2011, 01:44
     
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    Ledah era intento nella riparazione di un nuovo modello di arto meccanico che sfruttando un particolare tipo di valvole idrauliche, potesse sprigionare una forza maggiore del normale a costo di una certa fragilità, quando Haru, la piccola arpia che teneva in casa, entrò urlando come una forsennata e con un pezzo di carta tra le zampette inferiori:

    "Ci sono notizie importanti!
    Hey!
    Forza leggi!"

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    Non si poteva dire che quella piccoletta dalle piume nere e lucide non avesse un'aria sveglia e beffarda, solitamente odiava andare a fare commissioni per il medico e se era tanto eccitata, non poteva che esserci sotto qualcosa di grosso.

    Sistemandosi sul naso gli occhiali da analisi, Ledah cominciò a leggere la parte del messaggio che gli era giunta sana e salva, evidentemente l'arpia doveva averlo strappato in fretta e furia dalla bacheca per portarlo al proprio evocatore il prima possibile.
    Il messaggio riportava della scomparsa di Shinodari che il medico sapeva fuori da Oto per faccende legate alla propria crescita come Kunoichi, ricordava ancora il momento in cui aveva lasciato al Chunin il posto di Primario dell'Ospedale di Oto, una nomina che gli aveva svelato numerosi segreti anche se per penetrare a fondo quell'edificio e scoprire ogni segreto di Sayaka, gli ci sarebbero voluti anni.

    Nel foglio risultava persa la parte relativa all'elenco dei partecipanti ma era chiaro che avrebbe potuto partecipare alla spedizione di ricerca...in fondo, doveva molte cose alla ragazza e qualunque motivazione sarebbe passata in secondo piano rispetto al fatto che si trattava di andare a salvare una cara amica.

    Inviata la sua domanda, ricevette per vie private un luogo ed un ora specifici ai quali presentarsi, avrebbe dovuto raggiungere il Paese del Thé e trovarsi ad una locanda chiamata "Stella del Porto".

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    Si presentò all'uscita di Oto con indosso i duoi tipici indumenti da viaggio, un cappello nero a tesa larga ed un lungo mantello del medesimo colore, si morse il dito e sfruttò il sangue così utilizzato per chiamare a sé una creatura tanto possente quanto veloce.
    In una nuvola di fumo apparve un cavallo nero o meglio, una cavalla di nome Harley, priva di briglie e che l'otese montò con sicurezza, gli era capitato spesso di viaggiare in groppa a quella possente e fiera creatura per motivi tra i più diversificati, ma quella era la prima vera missione alla quale lo portava, sotto molti punti di vista, si poteva dire che il medico non fosse più un ninja d'azione ma era pur sempre vero che in alcuni casi, non ci si poteva esimere dallo scendere in campo in prima persona.

    [...]


    Dopo diversi giorni di viaggio a ritmo serrato l'otese giunse finalmente alla meta e doveva ammettere che la vista di una locanda era un qualcosa di gradito, l'unica cosa che fece prima di avvicinarsi alla Stella del Porto, fù di concedere un pò di meritato riposo alla sua Harley all'ombra di un vicolo, dopo averla rimandata nella sua dimensione, il medico era pronto ad affrontare la variegata cobbriccola riunita dall'Accademia in quel luogo.
    E guardando in alto, si disse che forse, s'era fatto sin troppi scrupoli con Harley, se erano ammessi draghi e simili, probabilmente una centaura nona vrebbe fattot anto scalpore, ma almeno avrebbe avuto qualcuno con cui parlare invece che essere vittima dei propri pensieri.

    Mentre viaggiava sul dorso della propria cavalcatura non aveva potuto fare a meno di pensare a chi avrebbe potuto accompagnarlo in quella missione, ma il numero delle ore spese dietro al pensiero di Shinodari vittima di una prigionia forse crudele non faceva altro che creare nuove crepe nella Maschera che celava le sue emozioni al resto del mondo, compreso sé stesso.
    Il che era un male, perchè non poteva lasciare che l'emotività prendesse il posto della razionalità per la quale era noto, mai come in quel momento Shinodari avrebbe avuto bisogno della sua fredda logica...anche perchè sicuramente non era l'unico ad avere legami con lei e di conseguenza, avrebbe dovuto agire da elemento razionale all'interno di un team che poteva cedere all'emotività.

    E fù con quei pensieri che posò la mano sulla porta di legno ed entrò all'interno della Stella del Porto.
    All'interno si respirava un'aria densa e salina, sembrava quasi che il legno marcio che costituiva le pareti stesse producendo dei peti per conto del mare e non era niente di fronte al puzzo di pesce, sia delle pietanze che degli uomini che forse l'avevano pescato per venderlo al locandiere e ricomprarselo cucinato alla sera.
    Tuttavia, vi era un'area appartata che Ledah raggiunse per trovarsi di fronte lo Yakushi, il quale lo salutò senza il solito spirito di patate e se Febh non stava scivolando su di una buccia di banana quando lo incontravi, potevi essere certo che ci fosse qualcosa che non andasse.
    Forse era solo rpeoccupato per Shinodari o più semplicemente, sperava di poterle riaccollare il posto di Amminsitatrice, ad ogni modo, calando la tesa del cappello con una mano, il medico replicò col solito tono assente:

    "D'accordo, anche se c'è chi pagherebbe cifre consistenti per farsi infilare qualcosa da me."

    Inutile dire che il solito Febh non sarebbe riuscito a resistere ad un doppio-senso così spudoratamente invitante.

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    L'otese si tenne comunque in disparte, celato dal mantello nero e nel cappello a tesa larga, riconobbe diversi presenti, tra i quali Hoshikuzo al quale aveva insegnato qualcosa in quello che doveva essere stato un passato lontano visti i centimetri guadagnati in altezza, mentre l'accompagnatrice di Deidara non aveva guadagnato nemmeno un centimetro, né in altezza né in taglie di seno da quando l'aveva vista al secondo Torneo di Oto...era come se su di lei pendesse una maledizione che la costringeva ad un'eternità da bambina.

    Concentrandosi su Shaina, Ledah si chiese se avrebbe ceduto come quella volta in cui aveva trovato lei ed Ookami per le vie di Castlevania, la donna-lupo aveva delle brutte ferite e l'amministatrice sunese aveva perso il suo abituale atteggiamento distaccato per lasciare che le lacrime scorressero liberamente, di fronte a quella che poteva essere la morte di una cara amica, la sunese poteva essere più emotiva che mai e la sua presenza in quel luogo non era difficile da spiegare visto il elgame che la univa a Shinodari.
    Si poteva dire che in missione essere catturati equivalesse a morire, ma se c'era qualcosa di folle ed irrazionale, era il desiderio di attaccarsi alla speranza e cercare di opporsi a quello che poteva essere un destino segnato, durante il suo viaggio Ledah aveva considerato l'idea che lei fosse già morta...tuttavia, non poteva esimersi dal ritrovare almeno il suo corpo e sottrarlo alle mani dei suoi assassini.
    Il medico non credeva nella religiosità dei riti funebri, ma sapeva che i funerali fossero un qualcosa che fosse utile ai vivi, dei momenti in cui piangere per un'amica non era un problema, si potevano gettare le maschere e lasciarsi andare come l'amministatrice di Suna gli aveva mostrato.

    Ad ogni modo non rivolse a nessuno la parola, avrebbe giusto risposto con un cenno della mano ad un eventuale sguardo di riconoscimento ma non si trattava certo di una rimpatriata e gli uomini vestiti di bianco che li avevano riuniti spesero poche parole per descrivere la situazione attuale, il fatto che gli obiettivi fossero tre, giustificava la presenza di ben dieci ninja e subito alcuni si posero il problema della creazione dei gruppi, alcuni sembravano preferire una meta piuttosto che altre, alcuni semplicemente cercavano un medico in grado di rattopparli, ma era chiaro che se non ci fosse stato un altro medico oltre all'otese ed ad Hoshikuzo, qualcuno sarebbe rimasto scontento.
    Inutile dire che l'unico che potesse fare a meno di cure fosse Febh in quel gruppo.

    Quando uno Hyuga chiese a gran voce di un medico, assieme ad un tipo che sembrava sin troppo irritato per la situazione in cui si trovava, Ledah si limitò ad alzare una mano dal tavolo al quale si trovava seduto ed alzando la tesa del cappello con l'altra mano, disse con tono piatto fissando i presenti con lo sguardo vacuo dei propri occhi azzurri, incorniciati da lunghi capelli neri:

    "Io sono un medico."

    Dopodichè, vide recapitarsi delle carte nella mano ancora alzata e senza curarsi troppo della discussione riguardante la destinazione, cominciò a controllare i dati forniti dallo Yakushi.
    Essendo uno dei pochi medici, non avrebbe avuto molta voce in capitolo riguardo alla destinazione visto che avrebbe dovuto seguire il gruppo senza Hoshikuzo e quello senza Febh.

    La giocata avviene dopo la mia nomina a Primario di Oto e prima del mio viaggio a Suna, se Boreanz mi guarda con la sua vista speciale, può dire che nota degli innesti all'interno del mio corpo, sicuramente cis aranno lame interne e braccia chiurgiche.
     
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  11. Cougar™
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    ~ com'è che vi chiamavate voi?


    Una missione A. Ebbene sì, ero fermamente deciso a parteciparci. Vi chiederete come mai un Genin come me voglia partecipare ad una missione tanto difficile. Oppure vi starete chiedendo se è stata la mia presunta pazzia, che ovviamente non ho, a spingermi a parteciparvici. Ebbene, no. Il motivo della mia partecipazione è molto più singolare e merita una spiegazione particolare. Tutto parte da un Shoshi. Li conoscete anche voi no? Beh, dovete sapere che sono dei gran burloni, anche se non sempre gli altri apprezzano i loro scherzi. Ma io sì, perché io sono simpatico. Insomma era mattina. E c'era questo Shoshi che girava tranquillo per le vie del mercato no? Sapevo che stava preparando uno scherzo da tirarmi. Aveva proprio lo sguardo di uno che vuole giocarti un brutto tiro. O era di spalle? Non ricordo troppo bene. Se non era di fronte di certo aveva la camminata da uno che si prepara a combinare qualcosa, di sicuro. Non posso sbagliarmi su queste cose. Mi avvicinai quatto quatto, confondendomi tra la folla. Dovete sapere che era una giornata particolare: era il mercato generale del pesce. Di cosa vi stupite? Anche a Suna abbiamo il pesce. O meglio no. Però ce lo facciamo spedire. Una volta al mese. Questo era quel giorno e , senza alcuna spiegazione ragionevole, mi ritrovai con un paio di aragoste ancora vive tra le mani. Di certo non le avevo rubate, non faccio queste cose io. Anzi sì, ma non nel giorno del mercato del pesce. Probabilmente qualcuno le aveva perse. O gli erano sfuggite di mano. Sì, decisamente. Comunque, inseguii per qualche minuto ancora questo Soshi poi, quando fui a portata di mano, o di aragosta per essere precisi, lasciai che i crostacei facessero quello che gli riusciva meglio. No, non cucinarsi! Pizzicare! Le due aragoste, ancora incredule di aver riguadagnato libertà, si attaccarono con tutta la forza che avevano alla coda dello scorpione umanoide. Fece un bel salto, ve lo dico io. O almeno credo, in quel momento ero a terra, troppo preso dalle risate per far qualsiasi altra cosa. Stranamente però quel Soshi non sembrava di ottimo umore. Evidentemente non gradiva le aragoste che gli artigliavano la coda. O lo seccava il fatto che quel salto avesse fatto volare i fogli che portava. E che io non avevo visto. O meglio, ora li vedevo, prima non li vedevo. Comunque, tornando a noi. Appena mi vide rotolare dalle risate non fu proprio felice e dopo aver bofonchiato a denti stretti qualcosa come "Ora te le do io le chele" tentò alcuni affondi con le sue armi naturali. Affondi che naturalmente mancarono il bersaglio. In fondo era tutto uno scherzo. Comunque decisi di stare al gioco e in poco tempo mi dileguai tra la folla. Ma non avevo calcolato le sue capacità speciali e la sua perseveranza. Evidentemente non voleva arrendersi senza avermi restituito lo scherzo. Così, tanto per cambiare, ebbe inizio una caccia all'uomo per le vie di Suna, o , più precisamente, una caccia all'Hito. Sembrava che il tipo avesse anche chiamato alcuni amici, giusto per aver man forte. Giocava sporco, come tutti i Soshi d'altronde. Eppure non riuscivo a spiegarmi completamente quell'accanimento. Era uno scherzo infondo, probabilmente l'aveva capito. Ma forse non era per lo scherzo in se, forse era per i fogli. Quelli che tenevo tra le mani intendo. Non ve ne avevo accennato? Beh sapete com'è, i fogli gli erano sfuggiti di mano e io volevo aiutarlo. Davvero. In ogni caso forse era per quelli che ancora mi seguiva. Ma chissà cos'erano. Mi presi qualche minuto, il tetto su cui camminavo era abbastanza lungo da permettermi una lettura quantomeno superficiale del materiale entrato fortuitamente in mio possesso. Scorsi i documenti in mio possesso: le lettere d'amore finirono lanciate dal tetto, sul banco della frutta per essere precisi, i resoconti sull'attività del clan sul banco dei tonni, la corrispondenza su quello dei vestiti. Ma fu l'ultimo foglio, o meglio biglietto, a incuriosirmi. Una missione. Una missione A! Che gran regalo che mi aveva fatto il mio amico Soshi! Aspetta, com'è che si chiamava. Ah si, Yama Soshi, o almeno credo. O era Maya Soshi? Di sicuro c'era una emme. Un grande amico comunque. Un amico sincero, di quelli che ti trovano un lavoro. Eh si, perché ora avevo un lavoro.

    [...]


    Ma perché vi sto raccontando tutto questo? Beh perché fortuna volle che il mio amico Tanuki, che forse conosceva anche Yamaya Soshi, partecipasse anche lui alla missione. E , cosa ben più strana, indovinò quasi completamente il modo con cui avevo ottenuto l'incarico. Dico quasi perché non ipotizzò i fatti come realmente accaddero. Non avevo rubato nulla, non questa volta almeno. Era un regalo del mio amico Mayaya Shoshi. Un regalo più che gradito perché, casualmente, ero senza soldi.

    - Tanuki! Ma che piacere vederti! Comunque no, sei fuori strada. Non ho rubato nulla. Allora, c'era un aragosta... o erano due. Insomma, alcune aragoste. Ed io ero con il mio amico Yayama Soshi. O era Yaamya Soshi? Lui comunque, lo conosci no? Insomma stava ballando questa danza con le aragoste sulla coda e mi ha regalato le sue lettere d'amore. Non a me eh, cioé non erano per me. Anche perché non erano lettere d'amore, erano missioni ninja camuffate da lettere d'amore. E da resoconti sull'attività alle mura. A proposito... sai mica se c'è anche il noioso?- Lo guardai con sguardo d'intesa - Ma sappi che questa volta ho un modo per riconoscerci al volo, non potrà fregarci nemmeno trasformandosi. Dammi il braccio che ti faccio vedere, tranquillo non fa male, e dopo un po' va via da solo. Però è un'idea geniale, vedrai. - Quindi, se mi avesse allungato il braccio avrei applicato un singolarissimo jutsu.


    Detto questo mi allontanai leggermente dal mio compagno di avventure. Era un gran burlone Tanuki. Uno che sà sempre cosa fare. Non come me, ma quasi. Solo che a lui manca lo spirito d'iniziativa. A proposito! Ne posso approfittare per farmi un giro e conoscere tutta questa gente. Chissà che shinobi particolari. Speriamo non siano matti. Sarebbe un grosso problema. Non ci voglio nemmeno pensare, una missione con un matto... ma chi me lo fa fare? Beh, speriamo non ce ne siano. Sono sempre così scorbutici poi, e non smettono mai di parlare. Comunque, basta divagare e passiamo alle presentazioni. Per primo mi diressi da quello biondo, quello con il coprifronte con i punti da unire. Un appassionato di enigmistica, di sicuro. Ne avevo conosciuti un paio, di quel villaggio. Dei gran burloni anche loro. O forse eran quelli con la nota? Uno dei due, decisamente.

    - Heylà! Com'era che ti chiamavi? Narai giusto? O Itara? Non ricordo bene. Comunque piacere di fare la tua conoscenza! Io sono Hito, o meglio gli altri mi chiamano così, ma non credo faccia molta differenza. Tranne che per il Tanuki, quello là vedi? - indicai Yuki - per lui sono Testanera, chissà come mai. Beh, ciao, spero ti divertirai in questa missionA.- passai quindi al successivo, uno del mio villaggio basso e rosso.

    - Salve a te Chikuma! Stesso clan del Kage vero? Abbiamo ancora un Kage no? Comunque io sono Hito, un amico di Ayayma Soshi, mi ha chiesto lui di venire. Espressamente. Sai, faccende di clan. Il suo, non il mio. Anche perché non ho clan.... Però ho un amico, quello lì, il Tanuki, lo vedi? - e indicai di nuovo Yuki - Beh, buona missionA anche a te.- Da questi mi spostai verso uno tanto alto quanto capellone, con un occhio sul coprifronte e un paio di bianchi occhi

    - Salve! Oh, mi dispiace, non puoi vedermi. Non sapevo scusa. Non intendevo offenderti. Credo si possa curare. Comunque sono Hito, scusa ancora il disturbo. - e mentre me ne andavo mesto, complice della figuraccia con il cieco, decisi di puntare verso il successivo, o meglio, la successiva.

    - Hey, ciao! Anche tu qui per la missione? Beh io sono Hito, o Testanera, almeno così dice il Tanuki. - dissi indicando Yuki - Che poi non mi pare molto carino darmi del Testanera. Al massimo Testaconcapellineri... questo sarebbe accettabile. E solo quando non c'è troppa polvere. Comunque tu come ti chiami? Ah, non dirlo a nessuno ma mi ha mandato Ayamay Soshi. Sapevo che aveva delle lettere d'amore, saran mica per te? - passai poi ad uno con un coprifronte con la nota, un artista.

    - Oh, che piacere vedere che abbiamo qui un musico! Sicuramente sarà più rilassante con te dalla nostra parte! Ero un po' preoccupato, tutti con quest'aria seriosa. Ma per fortuna ci sei tu mio iracondo musico. Sei proprio simpatico sai. Non come il Tanuki - indicai Yuki - ma abbastanza simpatico. Simpatichino ecco. Io sono Hito a proposito. Poi magari ci esibiamo insieme, che dici? - arrivai quindi infine all'altra sunese, l'amministratrice

    - Salve Amministratrice. Si ricorda di me? Quello della caccia al tesoro con i fogli dell'archivio? Brutta faccenda eh? Chissà chi è stato a mettere quelle trappole. Io avevo lasciato lì i fogli e... Ah, questi giovani d'oggi. Mica come il mio amico Tanuki, lui si che è uno serio - dissi indicando Yuki - Comunque sono Hito, piacere. Oh, scusi, mi è caduta una cartabomba. - Per ultimo un altro artista, più minuto del primo

    - Salve a te artista! Ma sei anche un medico? Un artista medico! Che fortuna, non credevo ne esistessero. E in cosa consiste il tuo lavoro? Suoni i pazienti? Potresti provare con lui - indicai Yuki - è un mio amico. Si chiama Tanuki. O meglio, si chiama Qualcosaltrochenonricordo. Ma Tanuki è meglio. Spero di vederti all'opera! Buona fortuna!- Conclusi, quindi mi rivolsi a tutti, grimdadiani compresi.

    - Per me va bene dovunque, non ho fobie strane, e poi sono uno simpatico, faccio amicizia subito... no?-


    Si prospettava una missione interessante. Sarebbe stato fantastico lavorare insieme ai miei nuovi amici. Erano così simpatici. Sopratutto quello là. E quello là, quello alto. No, non il cieco. Mmh... C'era qualcosa che mi stavo sfuggendo. Un dettaglio importante, di quelli che non ti fanno dormire la notte. Però non riuscivo a realizzare quale fosse. Passai lo sguardo sul gruppo di fronte a me. Li osservai uno per uno cercando di capire cosa avevo dimenticato. Poi realizzai. Non era una dimenticanza eccezzionale, ma dovevo sopperire subito. Altrimenti non avrei potuto trovare dei soprannomi adeguati. E poi perché non avevo ascoltato nulla di quello che avevano detto. Ero troppo impegnato. Adesso non ricordo di preciso a far cosa, ma ero impegnato. Comunque, per fugare questo dubbio mi rivolsi alla platea, prendendo parola con voce tranquilla e cordiale.

    - Giusto per sapere... non è troppo importante eh. Però magari può creare brutti equivoci. Comunque... com'è che vi chiamavate voi?-





    Cosacosacosa?
    No ma davvero ha detto quella cosa? Ma è davvero sicuro di volerlo fare?

    Abile: L'utilizzatore è in grado di introdursi ,ad una persona che non conosce o in una conversazione nel quale non è contemplato come interlocutore, sempre con la frase sbagliata. Tale frase può contenere riferimenti a fatti avvenuti in sua presenza, ma non può contemplare fatti di cui il personaggio non può essere a conoscenza. Tale presentazione conta come "post di fastidio" ai fini del calcolo dell'abilità "Sei così fastidioso che pagherei per cacciarti!".
    Richiede Interpretazione
    [Da Genin in su]

    M.A.D. Company
    Villaggio: Suna
    Posizioni Magiche: Contatto (Veloce)

    Perché il marchio che mi hai messo rappresenta un cuscino?
    Perché tu sei Addormentino!


    Tramite il rapido contatto con un bersaglio consenziente l'utilizzatore sarà in grado di apporre un marchio sulla pelle del ninja alleato. Questo marchio è di piccole dimensioni comprese tra ⅛ e ¼ di slot dimensionale. Il marchio potrà rappresentare una figura o una lettera, ma non parole e potrà avere un qualsiasi colore. Chiunque venga marchiato diventa automaticamente bersaglio anche di "COMPAGNII!" e "Festafestafesta...LAFESTA!"
    Tipo: Ninjutsu
    (Livello: 6 / Consumo: Bassissimo * Giorno di durata)
    [Da Genin in su]

    COMPAGNIIH!
    Guardatelo! Lui è un complice, è suo compagno!

    Abile: L'utilizzatore può designare un bersaglio per credito competenza. Tale bersaglio verrà percepito come complice delle "imprese" del ninja, anche se non ha materialmente interagito. Questa capacità vale solo per persone fisicamente presenti al momento del misfatto.
    [Da Genin in su]


    Prima usata su tutti.
    Seconda su Yami e , se accetta, anche la terza. Complici gli ovvi riferimenti fatti nella presentazione di Hito a ciascuno di voi :asd: .

    Per la corretta visualizzazione dei post
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    Edited by Cougar™ - 10/6/2011, 00:31
     
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    Missione di recupero



    GI
    Integrità

    Siate profondamente onesti
    in ogni vostro rapporto
    con tutte le altre persone.
    Credete nella giustizia,
    non dal vostro prossimo,
    ma da voi stessi.
    Per il vero guerriero,
    tutti i punti di vista
    vanno profondamente considerati
    per quanto riguarda l'onestà,
    la giustizia e l'integrità.


    image

    Il guerriero si impegna
    sempre fino in fondo
    in tutte le sue decisioni.



    Narrato
    pensato
    «Parlato di Miyori Uchiha»
    Parlato di Ko
    "Parlato di niisan Hajime Saito"
    "Parlato di Toshi Hijikata"
    "Parlato di Susumu Yamazaki"


    Indossai l'hakama, presi Ninfea di Giada dall'alloggiamento dove l'avevo deposta e mi avvicinai a passo lento verso la porta scorrevole.
    La stanza era spoglia ad eccezione di un piccolo altare.
    Mi fermai a pochi passi, assumendo la pozione di saluto.
    Un inchino all'altare con la katana posizionata al mio fianco e successivamente un inchino in segno di rispetto per Ninfea di Giada posizionata davanti a me.
    Rimasi in seiza mantenendo un atteggiamento rilassato.
    Raggiunsi l'unione spirituale con la katana.
    Successivamente assicurai la cordicella di seta del fodero di Ninfea di Giada attorno all'obi dell'hakama.
    Inspirai profondamente.
    Distolsi ogni mio pensiero per concentrarlo sulla corretta esecuzione dei kata.

    Ipponme - Mae

    Sentendo l'intenzione minacciosa di chi sta di fronte, anticiparlo usando la punta della spada per tagliarne la tempia in una azione orizzontale e poi portare la spada dall'alto verso il basso in una azione verticale.


    Frammenti del mio passato: Le gioie della burocrazia.

    Un cavillo, un banale cavillo burocratico e mi ero ritrovata ad affogare sotto cumuli di scartoffie da compilare in triplice copia con i miei dati compreso un documento firmato e controfirmato con una serie di timbri e sigilli che confermasse la mia attuale residenza a Konoha. Questi perché per un piccolo disguido amministrativo non mi era stato consegnato il coprifronte, almeno non subito. Fatto piuttosto normale visto che ero stata registrata agli archivi del villaggio del mio defunto padre come Uchiha e nessuno si era posto il problema che la suddetta Uchiha fosse nata e cresciuta in uno sperduto regno nei picchi montani a settentrione. Per cui in Accademia la mia posizione amministrativa risultatala alquanto ambigua, ero un cittadino non cittadino di Konoha, un samurai che aveva capacità ninja ma non era uno shinobi della Foglia, anche se a tutti gli effetti lo era. E tutto per un coprifronte. Senza contare che ero stata precedentemente convocata per sostenere una specie di esame psicoattitudinale al fine di verificare le mie abilità ritrovandomi con un attestato che mi diceva che a tutti gli effetti potevo considerarmi un chunin. Quindi a che scopo richiamarmi per farmi ripetere rutta la trafila burocratica? Inoltre, non avevo ancora capito questa fissazione per i gradi; dalle mie parti un samurai era un samurai e uno shinobi uno shinoobi, poi l'esperienza si mostrava sul campo di battaglia. A meno di non considerare gli altisonanti titoli che venivano dati ai membri della famiglia reale di Suiren.
    In definitiva mi ero ritrovata da essere una via di mezzo tra un chunin, un ronin, un samurai e una tizia che non si capiva chi fosse.
    E vai a spiegare che avevo partecipato ad una delle loro missioni con ninja di altri villaggi. Se non mostravo gli incartamenti giusti, con tutti i timbri al loro posto, i burocrati accademici non erano tipi da crederti sulla parola. Dannazione! E pensare che un samurai non avrebbe bisogno neanche di dare la sua parola, o fare promesse. Ma avevo come la netta impressione che considerassero la via del bushido come una mistica filosofia di qualche asceta montano. Perlomeno gli impiegati sotto le cui grinfie ero finita.
    Dopo aver trascorso l'intera giornata per farmi dare uno straccio di documento che dichiarasse le mie generalità, compreso il mio status di kunoichi della Foglia, l'ultima cosa che volevo era restare un altro minuto di più nel settore burocratico dell'Accademia.
    Con il mio rotolo di pergamena sigillato mi stavo apprestando a far ritorno a Konoha quando...


    Terminato il primo kata passai all'esecuzione del successivo, lasciando fluire i ricordi...


    Frammenti del mio passato: Una kunoichi da salvare

    <i>...Quando mi ritrovai nel pieno briefing di una missione ad alto rischio, tipologia recupero.
    Erano stati selezionati shinobi accademici da tutti i quattro villaggi, e per caso, per uno scherzo del destino, mi ero ritrovata nel posto giusto al momento giusto, secondo il punto di vista del coordinatore di missione.
    Scoprii che si trattava di recuperare, possibilmente viva, una kunoichi data per dispersa mesi prima durante una missione nei territori al di fuori dell'accademia.
    Shinodari Kazekumo...
    Il nome non mi diceva nulla, neanche il suo volto.
    Una completa sconosciuta.
    Ma doveva per forza esistere un legame di qualche tipo per riportare indietro una compagna?
    Fu così che accettai l'incarico, perché se non fossi stata in grado di fare del mio meglio per salvarla, non avrei mai potuto liberare la mia gente dalle sofferenze a cui era stata condannata da un anno a questa parte.



    In unico respiro eseguì l'intero movimento e un altro kata giunse a conclusione.
    Al terzo mio respiro una nuova forma...


    Sanbonme - Ukenagashi

    Quando la persona che si trova alla vostra sinistra, improvvisamente si alza con l'intenzione di portarvi un colpo dall'alto in basso, parare con lo spigolo sul lato della vostra spada e tagliarlo da sopra la testa verso il basso con una azione diagonale.


    Frammenti del mio passato: Preparativi

    Il coordinatore della missione era stato parco di informazioni. In definitiva in mano non mi ritrovavo niente altro che il nome di un paese, il Paese del The, il nome di una locanda, La Stella del Porto e l'or e la data in cui farsi trovare in loco, le 18 dell'ultimo sabato del mese.
    Tornai al villaggio della Foglia per ultimare i preparativi necessari per la partenza.
    Le reazione dei miei compagni alla notizia furono diverse.
    Toshi san pensava che non fosse ancora pronta per affrontare una missione catalogata come livello A, ricordandomi che la fretta era una cattiva consigliera, che ci sarebbero state altre occasioni per mettersi in gioco, che ancora non avevo dimenticato quel tragico giorno e che avrei rischiato di non mantenere il sangue freddo in un momento critico.
    Susumu non sembrava contrariato dalla notizia, sebbene fosse preoccupato riguardo le mie scarse, o sarebbe più corretto dire inesistenti, capacità curative. A parte i tonici, non disponevo di altro equipaggiamento specifico.
    Nii san dal canto suo era rimasto per tutto il tempo in silenzio, seduto in seiza in ascolto. Solo quando fummo rimasti da soli mi rivelò i suoi pensieri. Per quanto avessi un coprifronte, per quanto fossi riconosciuta come una kuboichi, ero nata e cresciuta seguendo la filosofia dei samurai.


    ...E i samurai non devono dare la loro parola. Essi non devono promettere...

    «...Parlare e agire sono un tutt'uno...»

    Avevo accettato la missione, le mie azioni avrebbero parlato per me.


    Il dodicesimo kata, la conclusione...

    Junihonme – Nukiuchi

    Mentre siete in piedi di fronte ad una persona, questa improvvisamente cerca di tagliarvi. Lasciatelo tagliare l'aria indietreggiando mentre estraete la spada. Eseguite un taglio verticale verso il basso per sconfiggerlo.


    Frammenti del passato: Verso il paese del The

    Studiai sulla mappa il tragitto migliore per ottimizzare i tempi.
    Per un istante volsi il mio sguardo verso la mia mano destra.
    Una goccia di sangue mescolata al chakra e avrei potuto viaggiare su ali di fuoco.
    Respirai profondamente.
    Un legame si basa sulla fiducia e l'aiuto reciproco. Li avrei richiamati solo in caso di una reale necessità.
    Era il mio intento. Era la mia promessa.
    Viaggiai alla volta del Paese del The cercando di seguire fino a dove mi era possibile la strada carovaniera, ma scomparendo alla vista dei viandanti quando cominciavano a scrutarmi con troppa curiosità. Grazie a Febh san avevo imparato a muovermi anche per altre vie e i boschi, che correvano parallelamente alla strada che avevo scelto di percorrere, erano dei perfetti sostituti.
    Dopo le mie prime disastrose esperienze con l'imparare a controllare il mio chakra, saltare da un ramo all'altro di albero in albero avevo cominciato a trovarlo divertente. D'accordo, purché non ci fosse una mandria di bufali inferociti che ti corra dietro.
    Raggiunsi la mia destinazione con qualche ora d'anticipo.
    Tempo che destinai a fare un giro di ricognizione.
    Una sala da the attirò la mia attenzione per una particolare miscela che servivano. Si trattava di boccioli di fiori, che una volta immersi nell'acqua calda, rilasciavano il loro aroma. Ne sorseggiai una tazza mentre osservavo l'infinita distesa marina oltre il cui orizzonte si trovava l'isola di Kiri.



    La Stella del Porto,
    qualche tempo prima dell'orario convenuto.


    La mia mano si posò delicatamente sulla superficie lignea della porta di ingresso della locanda.
    Non avrei mai immaginato di ritrovare volti conosciuti tra i miei compagni di missione.
    Il primo che incrociò il mio sguardo fu Itai che si portava dietro un cucciolo di... drago?
    image
    L'iniziale stupore sparì subito dopo. Io che provenivo dalla terra degli yokai, non potevo di certo considerare l'esistenza di un drago, per quanto un infante, come una mistica fiaba per bambini.


    « Miyori-chan? Ti hanno chiamata anche a te per questa missione? »

    salutai mio cugino con un sorriso appena accennato, rivolgendo un cenno del capo al piccolo drago.

    «Possiamo dire così Itai.» Osservai, evitando di dare spiegazioni sulla mia presenza dovuta più che altro al caso che ad altro.

    L'altra persona che attirò la mia attenzione fu qualcuno che ultimamente incontravo fin troppo spesso nei miei viaggi.

    Febh san...


    Lo seguii con lo sguardo cercando di capire quale peccato avessi commesso per ricevere una simile punizione dai kami.
    Lo sentii parlare con l'amministratrice di Suna che avevo avuto modo di conoscere durante la ricerca di un tempio sepolto nell'Anauroch e con il cucciolo di drago, che a quanto pareva si chiamava Ko.


    E' naturale che ci sia anch'io. Shinodari è mia amica, l'ho persa una volta, non intendo commettere lo stesso errore. Verrò con voi, problemi, ragazzo ninja?

    E dalla risposta che Ko diede al mio ex capogruppo dimostrava di possedere un bel caratterino.

    Non ebbi il tempo di sorridere che Febh san attirò la mia attenzione.


    Miyori? Devo iniziare a pensare che mi stai pedinando? Ma come conoscevi Shinodari? Pensavo fossi entrata da poco nel mondo ninja...

    Sospirai, scuotendo la testa.

    «Potrei dire “Ancora tu?” Ma la mia sarebbe una grave mancanza di educazione, per cui mi limiterò a rispondere in toni cortesi alla vostra insinuazione fuori luogo. No, Febh san, non vi sto pedinando, al contrario sospetto che in una mia vita precedente debba aver commesso delle azioni così gravi da avere un karma alquanto negativo che mi porti ad incrociare il vostro cammino più volte.» Replicai mantenendo un tono di voce pacato «Per quanto riguarda la kunochi scomparsa, no, non la conoscevo, ma non credo che ci sia bisogno di un legame per salvare qualcuno che si trova nei guai, non trovate? E credo che la ragazza accanto a Shaina sama si meriti le vostre scuse. O stare giudicando qualcuno in base all'età? Potrei sentirmi offesa anche io, sapete?» Scoccai una lunga occhiata nella direzione del jonin di Oto.

    Dopo lo scambio di convenevoli tra me e Febh san, un altro volto conosciuto attirò la mia attenzione, e il cui solo incrociare lo sguardo mi fece sentire terribilmente a disagio.
    Distolsi rapidamente lo sguardo fingendo di non averlo notato, concentrandomi sugli altri presenti che non mi pareva di conoscere.
    Neanche lo Hyuga presente nella locanda, avevo fatto bene i compiti casa, mi pareva di averlo mai incontrato durante il mio soggiorno a Konoha.
    Stavo per rivolgergli un inchino formale quando percepii la presenza della seconda causa di tutti i miei mali: Yuki.

    'Giorno, Miyo-chan. Anche tu qui?

    Miyo chan?
    Gli scoccai un'occhiataccia, quanto mi posò la sua mano sopra la miai testa, accarezzandola.


    «A quanto pare il continente è più piccolo di quanto pensassi.» sottolineai, mentre un brivido gelido mi saliva lungo la schiena.
    Non ebbi tempo di aggiungere altro che uno dei presenti, a me sconosciuti, mi lasciò letteralmente esterrefatta con il suo comportamento alquanto pittoresco.
    Riuscii a capire tra una presentazione e l'altra che si chiamava Hito e che qualcun altro aveva uno strano soprannome.. Tanuki.
    Appena quella presenza logorroica ebbe smesso di parlare per riprendere fiato, mi avvicinai quel tanto da farmi udire da lui.


    «Hito san, suppongo che questo sia il suo nome. Che ne direbbe di bersi un bel bicchiere d'acqua e lasciare anche agli altri la parola?» Osservai, per poi rivolgermi verso Yuki. «Tanuki, eh? Pensavo ti chiamassi con un altro nome.» Aggiunsi, per poi prendere le distanze da entrambi.

    «Perdonate se non mi sono ancora presentata, ma ammetto che é stata una sorpresa rivedere volti conosciuto in questo luogo. Il mio nome è Miyori Uchiha e sono una kunoichi di Konoha.» esordii, rivolgendo loro un inchino formale.

    Subito dopo mi posizionai in modo da avere una chiara visuale sui nostri committenti, andando per esclusione.


    Briefing


    Ascoltai con attenzione le parole dell'uomo il cui volto era celato da un velo candido.
    In definitiva non conoscevano l'esatta posizione di Shinodari san, ma potevano fornirci soltanto tre possibili vie in cui provare a cercarla o quanto meno raccogliere indizi.


    Fu mio cugino a prendere la parola per primo, dichiarando che per le sue capacità avrebbe preferito dirigersi alle prigioni e...

    ... l’unica preferenza che ho è che Miyori Uchiha sia in squadra con me.

    EH? Per poco mi persi il resto del discorso. Fissai lui, poi il draghetto e poi nuovamente lui.
    Capisco l'iperprotettività, ma ero in grado di badare da sola a me stessa. Lo ero da quando ero solo una bambina.

    Attimo cos'aveva detto prima?
    Shinodari era sua cugina... Si, potevo capire...


    «Non ho obiezioni ad andare con mio cugino.» replicai, per poi lasciare rapidamente la parola agli altri shinobi.

    Particolari furono le parole di Febh.
    Non sembrava gradire la presenza di uno dei committenti. Cosa era successo tra lui e il giovane dai capelli azzurri?
    Ma non ebbi tempo di fare ipotesi che il jonin otese continuò a parlare.


    Ma a parte questo...se volete sopravvivere a Grimdad, qui ci sono tutte le informazioni necessarie. Vidi apparire qualcosa che conoscevo bene anche io: le carte ninja Non mi aspettavo foste così tanti, ma posso fare facilmente delle copie

    «Febh san se volete posso darvi una mano a ricopiare e se serve posso correlare le informazioni con un ritratto se non è presente.» Mi offrii volontaria, facendomi avanti.

    Mentre aiutavo il jonin, mi ricordai che non avevo ancora enunciato le mie abilità, dimenticanza che avrei colmato non appena mi fu possibile.


    «Per chi starà in gruppo con me e Itai posso dire che seguo la via del bushido, combatto sulla corta distanza e sono un'esperta di interrogatori.» Rivelai, senza rivolgermi a nessun in particolare.

    E alla fine non attesi molto per conoscere l'identità del terzo membro del gruppo, che scoprii trattarsi di Yuki.
    Perfetto, la missione alle prigioni cominciava proprio con il piede giusto.
     
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  13. Yami Kaguya
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    ¬ N i i ¬
    Bad with Women
    Bad with Friends

    ...Avevo iniziato a pensarlo, ma come dire, c'erano stati rari casi che mi avevano fatto pensare il contrario.
    Al momento però, la realtà era che con le donne, non avevo proprio fortuna.

    Prima di tutto, o meglio la prima che mi rivolse la parola, l'amministratrice di Suna altresì detta Shaina Otori. Fino allo sguardo sorpreso ci ero arrivato, ma sembrò nervosa nel farmi rialzare.
    Tuttavia il fatto che non avesse replicato al saluto, chiariva che o era di fretta, o di pessimo umore. E chissà che non ne fossi io la causa, nel caso. Mah.
    Dopodichè, ci fu "l'amica", che in effetti guardandola da vicino scoprii di aver già visto.

    Uh? Aspetta, tu non sei...
    CITAZIONE
    « AllievaH. »

    E via col secondo saluto non ricambiato. E l'atmosfera generale, mi diede in un primo momento un brivido lungo la schiena. Come se qualcuno mi stesse puntando una lama al basso ventre, o cose simili.
    CITAZIONE
    « Vivo qui ♥
    Piacere.
    »

    Beh, un mezzo saluto c'era stato. O meglio, sembrava che mi stesse augurando di subire una lobotomia totale senza anestesia e con l'uso di wakizashi in luogo di bisturi e seghetto, ma almeno in superficie aveva replicato in maniera normale. Certo accompagnando il tutto con uno sguardo omicida che cambiò nel momento esatto in cui Shaina si voltò verso di noi, ma erano dettagli.
    In tre scambi di parole, insomma, aveva chiarito il suo rapporto con Shaina in una maniera inconfondibile. Era una stronza voltafaccia che avrebbe agito come un cagnolino da guardia nei confronti di Shaina pur apparendo come un angioletto innocente ogni secondo in cui fosse stata nel suo campo visivo.
    Aveva un che di carino però, in come non volesse far vedere quel lato di sè a Shaina.
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    Sorrisi dunque in maniera allegra in risposta a quei messaggi di morte, avvicianandomi abbastanza da fare in modo che Shaina non sentisse e che potesi parlare all'"allievah" da sopra la spalla e verso l'orecchio.

    Sai... credo saresti più carina, se fossi sincera anche con quelli a cui tieni così tanto.

    Le diedi dunque qualche colpetto sulla spalla, e mi misi a seguire Shaina. Stando attento da quel momento in avanti a tenere nel mio campo visivo l'"Allievah", così da evitare wakizashi nella schiena.

    [...]

    Arrivammo alla locanda per primi, ma ovviamente dopo tutti gli sforzi Shaina concesse a sè e all'"allievah", o Deidara come l'aveva chiamata, una stanza dove ripulirsi.
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    Appunto a lei e Deidara. Per tale motivo dunque, si ritrovò il mio corpo accanto alla porta che ogni tanto bussava.

    Shaina-sama, non vorrei che travisasse le mie intenzioni, ma di sotto stanno arrivando tizi con coprifronte da tutte le parti. Posso chiedere se Deidara è già uscita?

    Dei pochi rumori che sentivo, di sicuro c'era quello di una sola persona in movimento nella stanza, e non mi sembrava essere l'"allievah". Ma alla fine, poco importava. Se un gruppo era in ritardo, allora nessuno di loro era in ritardo. Rimasi quindi ad aspettare a gambe incrociate e occhi chiusi, cercando di rimettere a dormire i miei dubbi su quella missione. Shaina non era mai stata troppo gioviale le volte in cui l'avevo incrociata, ma quel giorno aveva un che di più...marziale.
    Doveva contare parecchio, quella Shinodari. Le parole che pronunciò una volta che uscirono e che scendemmo al piano terra, ne furono solo la conferma.
    Anche se prima di esse, quel contegno impeccabile si era incrinato per un secondo guardando il tipo dagli occhi strani. Tuttavia non ebbi il tempo di stare a fissarla in maniera interrogativa più di qualche secondo. Scoprii infatti, che nel gruppo chiamato per quella missione conoscevo praticamente tutti.
    Solo che chissà perchè, nessuno fu un incontro felice.

    Prima di tutti, Miyori.
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    Che rispose al mio gesto con un'occhiataccia degna dell'Allievah, e un commento che mi fece capire che non me l'aveva perdonata. Davvero, con le donne si vedeva che non ci sapevo proprio fare.

    Non lo dica a me, signorina.

    Feci un passo indietro sia nel registro verbale che sul piano fisico, allontanando la mano e quindi facendo un sorriso meno irriverente al suo indirizzo. Chissà che non arrivasse occasione di riparare, durante quella missione.
    Perlomeno, altre donne da cui prendermi schiaffi morali non ce n'erano, in quella locanda. Per quanto quasi sperai il contrario, quando vidi il resto degli avventori.
    Tralasciando infatti il tizio della reliquia che non si ricordava di me, il problema maggiore e forse peggiore di quell'incontro, fu la presenza del mio peggior nemico, così come la persona più simile a un amico che avessi, ovvero Hitoyuki Gakayaku, un allegro pazzo dall'intelligenza troppo elevata per essere innocuo e troppo unica per permettermi di non pensare al peggio ogni volta che lo vedevo.
    E poi perchè non avrei dovuto. Il peggio che potevo immaginare, lui riusciva a superarlo.
    CITAZIONE
    Ed io ero con il mio amico Yayama Soshi. O era Yaamya Soshi? Lui comunque, lo conosci no?

    ..Dovrei?

    Iniziò a parlare di aragoste, ma secondo esperienze già vissute, non diedi peso a quella parte. Mi chiese dunque se ci fosse "il noioso", al che immaginai intendesse Hamano. E quindi gli feci cenno di no con la testa, tenendomi le tempie mentre cercavo di tradurre ciò che stava dicendo. Per ora suonava come "ho preso delle missive ninja a un Soshi senza il suo consenso, credeva di farmela mascherandole da lettere d'amore, ma è cascato male", e quindi più parlava e più sentivo il desiderio di fare del male a lui e a me insieme. Potevo solo sperare Shaina fosse troppo impegnata per ascoltare quel discorso.
    CITAZIONE
    Dammi il braccio che ti faccio vedere, tranquillo non fa male, e dopo un po' va via da solo. Però è un'idea geniale, vedrai.

    D'un tratto, se ne uscì con un espediente per "riconoscerci" fra noi. E ancora oggi non mi spiego il perchè accettai. Quando mai accettare qualcosa da quel tizio, si era rivelato utile per me?
    Beh certo avevamo mangiato gratis per merito suo, ma... beh, pensai che avere una garanzia contro illusioni e simili potesse essere utile nel malaugurato caso fossimo finiti in squadra insieme.
    Un errore idiota. Di cui mi resi conto pochi secondi dopo, quando dopo aver scoperto il braccio, sentii una sensazione di prurito alla spalla. Distolsi l'attenzione da Hito e dal mio braccio solo un secondo, per replicare a Febh in modo che non cercasse di ricordare chi fossi.
    Quando però la riportai su quest'ultimo, vidi che si era formato su di essi un emblama color sabbia. Emblema che rappresentava quello che sembrava un procione, o forse un cane, o un....
    ...Doveva essere la prospettiva a trarmi in inganno, insomma, quello non poteva essere un...un...
    CITAZIONE
    [...]il Tanuki, quello là vedi? [...]

    ...Fino a quel giorno, c'erano solo cue persone, che avevano forse visto il vero me stesso, anche se di sfuggita.
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    Una, era la mia datrice di lavoro, abbastanza..."unica", da farmi sentire stupido a recitare.
    E l'altra...era Hitoyuki, per il semplice fattoche riusciva a farmi irritare talmente tanto, che non riuscivo a sopportarlo.
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    Provai a contare fino a Dieci, a trovare un modo per trattenermi dal provare a rendere realtà tutti gli scenari in cui stavo immaginando il sunese.
    Era un pò difficile però, visto cosa stava facendo. Visto come a ogni parola sentissi sempre più un fremito alle mani.
    CITAZIONE
    [...]Però ho un amico, quello lì, il Tanuki, lo vedi?[...]Beh io sono Hito, o Testanera, almeno così dice il Tanuki.[...]Non come il Tanuki[...]Tanuki[...]Tanuki[...]Si chiama Tanuki. O meglio, si chiama Qualcosaltrochenonricordo. Ma Tanuki è meglio.

    Potei quasi giurare di sentire un pezzo del mio cervello saltare per l'afflusso di sangue alla testa e la forza con cui stavo stringendo il pugno.
    Una parte di me, una minuscola, infinitesimale parte di me, si ricordava che ero in una missione delicata. Che a differenza di quell'idiota, io alle relazioni pubbliche ci tenevo.
    Non seppi come mi trattenni dal tirargli contro qualcosa, ma ci riuscii. Mi limitai a passargli accanto, tentare di afferrargli il colletto dopo che ebbe finito chiedendo ai committenti come si chiamavano, e quindi lo portai in un angolo,
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    prima di afferrarlo per il bavero e fissarlo con uno sguardo che probabilmente ora somigliava a quello che Deidara mi aveva rivolto all'inizio di quella storia.

    Se hai finito di sputtanarmi per tutto il locale, vorrei chiederti per l'ultima volta cortesemente, due semplici cose: primo, di piantarla con quel soprannome, e secondo, toglimi quest'affare dal braccio. E non provarci nemmeno a dirmi che la tua grande idea è tracciare tanuki sulle persone per distinguerle, voglio solo che mi spieghi come levarmi di dosso questa roba prima di domani.
    Esattamente quel tuo "và via subito", che lasso di tempo indica? Parliamo di ore, giorni, giusto? Giusto, Hito?!


    Purtroppo non sapevo la verità. Non sapevo che avevo firmato la mia condanna a morte, con quell'atto di noncuranza.
    Tutto ciò che sapevo era che avevo sentito varie volte lo stimolo a uccidere qualcuno. Ma quella era la prima volta che sentivo lo stimolo di picchiare qualcuno a sangue, piuttosto che ucciderlo in un singolo colpo.
    Così come sapevo che purtroppo quel pazzo figlio di buona donna che mi creava solo problemi, era l'unica persona a trattarmi almeno a parole con tanta allegria. Quindi sapevo che alla fine l'avrei lasciato andare con una spinta leggera. Ma mi godetti sino in fondo la sensazione che tenerlo per il bavero pregustando il pestaggio mi dava.
    Alla fine il più idiota dei due probabilmente ero io. Ciò non toglieva che fosse lui a fare più cazzate.
    Di buono, ci fu solo che i miei brutti rapporti con le donne passarono in secondo piano.
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    Almeno per un istante. Quello in cui Miyori si rivolse a me quasi irritata, prima di allontanarsi confermando quell'impressione. E che mi fece domandare con un sospiro chi glielo faceva fare alla gente di cercarsi una ragazza.
    CITAZIONE
    «Tanuki, eh? Pensavo ti chiamassi con un altro nome.»

    ...Era troppo tardi per girarsi e massacrare Hito, sì...?
     
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    È colpa tua. Ratty

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    Genin, studentessa, cambia poco, resti sempre una principiante. E i principianti crepano. Replicò con una scrollata di spalle alla ragazzina, e poco importava che Miyori la difendesse. Alla ragazza della foglia rivolse uno sguardo duro. Che il tuo karma sia negativo o meno la vedremo, quanto alla ragazzina, se ha bisogno che sia tu a difenderla allora stiamo freschi. Non conta l'età ma l'esperienza, e so di cosa è capace. Gli era rimbalzata addosso dopotutto..

    Quanto a Ledah si limitò ad alzare un sopracciglio per la strana e spiazzante risposta. Normalmente Febh avrebbe cominciato a farsi uno strano film di ore su un secondo lavoro del medico otese dalle parti del Neko Senzai, con buona pace della donna-lupo che lui credeva essere la sua ragazza...piuttosto alla vicenda di svendita di sè stessi si sarebbero normalmente associate strane scene di estrema povertà e sfruttamento da parte di Nikaido armata di frusta che voleva una parte del malloppo.

    Ma non disse nulla di tutto questo, limitandosi a scuotere il capo e affondare quei pensieri bislacchi sotto le onde della sua determinazione. Tuttavia la fiera delle stramberie era ben lontana dall'essere finita..ed anzi stava iniziando solo in quel momento. L'ultimo Sunese, quello che Febh non ricordava di aver mai visto, era partito come un razzo, dimostrando di essere decisamente matto. Non c'erano attenuanti o introspezione che tenessero..quello era matto. Matto e molesto. Tanto che per un lungo minuto Febh considerò seriamente l'ipotesi di strappargli la lingua e usarla per strozzarlo.

    Anche da seduto, Febh guardava lo svolgersi della scena con crescente irritazione, ben dimostrata da un tic all'occhio sinistro, che andava via via aumentando di frequenza. Quando si rivolse a lui chiamandolo "musico" e sparando una marea di assurdità tutte assieme, la prima cosa che venne in mente allo Yakushi fu di cercare di afferrarlo per la collottola, avvicinando la sua faccia alla propria. Stammi a sentire razza di decerebrato, non ho tempovoglia di stare a sentire le tue scemenze! Quindi se non la pianti istantaneamente di disturbarmi giuro che prendo te e il tuo degno compare Tanuki e vi trasformo in un ammasso indistinto di ossa spezzate e sangue, CHIARO?? Cosa centrasse quello yuki/tanuki effettivamente non lo sapeva, ma non poteva fare a meno di associare anche a lui l'irritazione suscitata da quel tipo.

    Quanto alle carte ninja, più tardi, avrebbe accettato l'aiuto di Miyori nel duplicarle, passandole il primo set per poi riscriverne un'altro gruppo, tanto sapeva a memoria le informazioni in esse contenute. Copiale pure. Disse bruscamente, non era proprio in vena di gentilezze, non in quella missione..e non con quel folle che girava libero e senza museruola. Sperava ardentemente che finisse con qualche altro gruppo, ma facendo due conti, cominciava a realizzare che se lo sarebbe dovuto sorbire lui come compagno di squadra....e questo limitava grandemente le sue possibilità di farlo fuori per semplice giustizia divina...

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    Il breve silenzio dopo le parole dello Hyuga fu rotto dal tizio di Oto che possedeva un chakra piuttosto potente. La sua battuta d'entrata fu sarcastica e di sicuro poco adatta alla situazione ma il modo in cui si muoveva in quell'ambiente non lasciava dubbi sulla sua esperienza. Vergil lo osservò salutare la più alta delle due kunoichi di Suna che tra l'altro, notò solo adesso, aveva con sè il cucciolo di drago una volta appartenuto a Shinodari. Forse la ragazza lo aveva affidato a quella donna dai capelli scuri? Poteva essere. E nel caso, si disse, un gesto simile significava che le due erano probabilmente legate da un vincolo di amicizia.

    Continuò ad osservare il tizio con il chakra percorso da una straordinaria affinità con l'arte del fulmine mentre questo elargiva un commento sprezzante alla ragazzina di fianco a questa Shaina per poi rivolgersi alla sua unica compaesana presente, tale Miyori. Senza alcun preavviso poi si voltò proprio verso lo Hyuga. Pur esprimendosi in modo alquanto sgradevole pretendeva di riprenderlo sulle norme del buon comportamento. Vergil lo trattò come una scocciatura. Perchè tale era.



    " Prendo nota, Otese. "

    In altre parole: gira al largo. Ai suoi occhi era chiaro quanto il tizio fosse irritato in quel momento e volendo avrebbe potuto spendere qualche parola per fargli notare che un atteggiamento simile, per quanto comprensibile, nè era professionale nè si sarebbe rivelato utile per la missione. Ma non lo fece. Ed ovviamente non rilasciò il Byakugan. A botta, risposta, ma per il resto l'idea dello Hyuga era quella di farsi gli affari suoi, formare i gruppi e finalmente procedere al recupero di Shinodari.

    Il tizio continuò quindi nel suo monologo ed oltre alle sue generalità - Febh degli Yakushi, jonin di Oto - l'unica cosa interessante fu il fatto che questi possedesse delle informazioni sul territorio nel quale i vari shinobi presenti si sarebbero dovuti addentrare. Senz'altro un bene.

    [...]

    Seguirono poi varie presentazioni dalle quali emerse la presenza di due medici, più Hoshikuzu, che Vergil sapeva possedere limitate capacità curative. Tre in tutto. Un'altra buona notizia. E se l'affabile modo di agire del medico Sunese, tale Yuki, gli piacque, Vergil fu maggiormente incuriosito da ciò che scorse nell'altro medico, proveniente da Oto. Diamine. La fama di quel villaggio era meritata. Mai aveva visto simili innesti in un corpo umano vivente.

    Fu un altro Sunese ad attirare poi la sua attenzione. O meglio, l'attenzione di tutti. Il tizio ciarlò per dieci minuti buoni riuscendo a provarsi oltre ogni dubbio fuori di testa. La presenza di qualcuno di simile in missione era un pericolo. Quando si parò davanti a lui scambiandolo o fingendo di scambiarlo per un cieco, Vergil lasciò che la sua espressione rivelasse in sua vece quanto suonato riteneva il tizio.



    " ... "

    Storditi e scortesi a parte, i gruppi parevano formati. Quella Shaina, definita 'amministratrice Otori', aveva dichiarato di possedere il controllo sulla Monocoda, ma lo Hyuga non trovò alcun riscontro nell'analisi della sua energia. Il contrasto con l'ammasso dorato di chakra dell'Eptacoda dentro il Nara di Kiri era innegabile. Ad ogni modo preferì non indagare oltre, almeno per il momento. Una volta che ognuno ebbe parlato sembrava che grazie ai differenti ambienti delle tre mete i gruppi fossero stati decisi. Vista la condizione posta dal Nara, cui Vergil non ebbe motivo di opporsi, inoltre, risultava chiaro che il chunin dagli occhi perlacei avrebbe condiviso la missione con l'amministratrice della Sabbia, la sua allieva piuttosto isterica e presumibilmente il medico di Oto.

    Tale sistemazione non gli risultò sgradita: quando l'amministratrice lo aveva visto per la prima volta aveva avuto la stessa reazione di Shinodari. Pallore momentaneo, pupille dilatate e un lampo non ben identificabile nelle iridi. Ora Vergil era curioso. Avrebbe indagato, ma non era quello il momento. Era necessario attendere la partenza. Visto che ad ogni modo i gruppi erano stabiliti lo Hyuga si concentrò sui tizi del continente che tutti loro avevano di fronte. Tutti loro erano, ciascuno a suo modo, degni di una certa attenzione. Il tizio biondo dall'aspetto curato possedeva una doppia manipolazione, fuoco e vento, mentre il chakra di quello nerboruto e ricoperto di cicatrici vantava una notevole affinità all'arte acquatica. Le figure più particolari, però, erano due dei tre ninja vestiti di bianco. Tutte e tre possedevano una significativa affinità all'elemento fulmine, in particolare il tizio tanto avverso allo Yakushi, ma gli altri due sfoggiavano qualcosa che Vergil non aveva mai visto. Il chakra del monaco era qualcosa di incredibile: arcobaleni di tonalità si intrecciavano con mulinelli di forme differenti andando a creare un flusso energetico di rara bellezza ma, soprattutto, un chakra dominato da tutti e cinque gli elementi.

    Dove però la peculiarità del monaco era puramente elementale, almeno a prima vista, quella del tizio ricoperto di stoffa bianca era unica nel suo genere: in centro alla fronte trovava riposo un terzo occhio dotato di un proprio chakra dorato. Uno shinobi certamente da non perdere di vista: un'arte oculare sconosciuta rappresentava il più delle volte una minaccia consistente. Le sue considerazioni vennero interrotte dalle carte informative dello Yakushi che, aiutato dalla Uchiha, le distribuì ai presenti. Ringraziando nonostante tutto con un cenno di capo verso l'Otese prima di iniziare a leggere Vergil considerò per un attimo che affrontare in combattimento un esponente di quel clan dotato della preveggenza sarebbe stato.. stimolante!

    Le singole carte contenevano informazioni riguardanti i più paesi di quel continente straniero ed erano, doveva ammetterlo, veramente ben fatte. Non si complimentò con lo Yakushi, tuttavia. Ma non perchè fosse ingrato, anzi, credeva semplicemente che visto l'umore attuale del tizio qualsiasi parola rivoltagli, anche di genuino apprezzamento, gli avrebbe solo fornito l'occasione di distribuire altre gentilezze - e non era il caso. A quanto sembrava il gruppo dello Hyuga si sarebbe diretto a Mizukumi. Lesse con attenzione le informazioni su possibili nemici e, se il clan Kasov non lo preoccupò e gli Sciamani non lo interessarono, certamente mettere alla prova la presunta 'immortalità' di questi Hazuma non gli sarebbe dispiaciuto. Se ogni colore identificava un villaggio, inoltre, allora i tre tizi in bianco dovevano appartenere ad Himarya.

    Non sembravano esserci ulteriori motivi di indugio, a quel punto. Gli shinobi erano divisi in gruppi equilibrati ed informati almeno in modo superficiale su quello che avrebbero potuto incontrare sulla loro strada. Se i tizi di Himarya, o uno degli altri due, avesse avuto qualcosa da aggiungere quello era il momento per farlo.


    OFF GAME

    Occhi sul MondoSpeciale: Questa abilità si attiva ogniqualvolta l'utilizzatore interagisce con qualcuno in una situazione di relativa calma. Sono escluse Evocazioni e creature non umane.

    [Il Byakugan deve essere attivo][Da Genin]

    I Livello di Analisi: Stato d'AnimoSpeciale: Se attivo "Occhi sul Mondo" l'utilizzatore è in grado tramite osservazione di individuare il reale stato d'animo della persona con cui interagisce.

    [Da Genin]


     
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