I Fantasmi di Iwa

Indagine - Grado B

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    [I Daimyo]

    Non erano realmente lì riuniti, eppure ognuna delle cinque figure poteva osservare la sagoma delle altre, oltre le porte scorrevoli finemente decorate. Non capitava spesso che i cinque governatori delle terre accademiche si riunissero di persona, per gli elevati rischi, e questa volta non era un'eccezione: a parlare tra loro sarebbero stati cinque ninja di fiducia, cui i leader trasmettevano le loro parole in tempo reale, sfruttando le doti di altri shinobi.

    Strumenti in ogni loro forma: questo erano i ninja accademici, almeno agli occhi dei loro governanti.

    La missione ha fornito informazioni importanti, ed abbiamo appurato che quel giovane di Suna ha le doti per essere un Jonin. Disse con voce forte e grave il ninja che rappresentava il paese del Fuoco. Sua la voce, ma le parole erano state pronunciate dal suo superiore, molto lontano.

    Ed al contempo abbiamo scoperto l'altro ninja della Sabbia è stato solo un peso inutile... Sussurrò la voce femminile del rappresentante del paese dell'acqua.

    Non siamo qui per parlare di questo. Replicò piccato il rappresentante del paese del Vento. La missione ad Iwa ha rivelato molte cose, ma ha anche sollevato interrogativi, e creato una situazione disdicevole. Il Kazekage è difficile da tenere a bada, specialmente ora che il suo villaggio non riceve più le merci occidentali.. Lungi da lui specificare che si trattava di alcolici...ma gli altri conoscevano benissimo le abitudini del capovillaggio di Suna.

    Facile parlare in questi termini. Era una voce sibilante, non ben definita, quella del rappresentate delle zone sotto la giurisdizione Otese. Ma quello che ci aspetta è una crisi. Una crisi grave, che dobbiamo cercare di sedare sul nascere, senza perdere tempo in discussioni inutili...

    La donna lo interruppe Un gruppo di ninja e di diplomatici è già stato inviato nelle terre di Iwa per trattare con la Mishima.

    Cosa significa questo? Non ne siamo stati informati! La nostra è una alleanza, azioni del genere non sono tollerabili!

    La quinta rappresentate, una donna, prese parola. Inutile recriminare...la delegazione è stata rimandata a casa senza che vi fosse il minimo dialogo. Kazuya Mishima non ha la minima intenzione di collaborare e aprire rotte commerciali con noi.

    La crisi...appunto..

    Se la diplomazia non riesce, potremmo sempre ricorrere alla forza..

    Siamo praticamente certi che ci sia la mano di un nemico potente dietro, non possiamo inviare una forza d'attacco così alla cieca! Il tono era palesemente carico di disprezzo.

    Sono daccordo, ma penso ci sia una possibilità di attacco senza troppi rischi. Gli altri sembrarono abbastanza interessati. Jin Kazama, il mandante della precedente missione, ha sempre avuto un occhio di riguardo per il commercio con le nostre terre...e mi è arrivata una sua lettera appena pochi giorni fa. Ha in mente un piano interessante...


    [Il giorno dopo, Konoha]

    Un ninja della scorta personale del Daimyo stava davanti alla scrivania dell'amministratore, ed aveva appena esposto parte della faccenda, consegnando i documenti ufficiali del caso.

    In sostanza si tratta di una missione a tempo indeterminato. Bisognerà stare a Iwa per diverso tempo, col duplice scopo di far fallire la Mishima Zaibatsu, e al contempo di cercare prove su un gruppo nemico, noto come "Villaggio della Zanna". I daimyo hanno premura che vengano scelti ninja abili nel passare inosservati e nel raccogliere informazioni. Anche doti di infiltrazione potrebbero tornare utili. Era alto e magro, con un giubbotto da chunin di colore rosso, e il segno dei Guardiani del Fuoco alla cintola. Una maschera copriva i suoi lineamenti.

    Preferirebbero dei ninja di alto rango, ma di fatto è loro sufficiente che vengano inviati shinobi competenti e adatti al tipo di missione. Non vogliono animali giganti ed esplosioni per Iwa...non finchè non ci sarà una visione più chiara dell'intera faccenda.

    Ogni villaggio è stato informato, e i ninja scelti si incontreranno davanti alle mura di Konoha fra due giorni, per poi partire per Iwa. Nel cartiglio è indicata poi la destinazione successiva. Io non ne sono a conoscenza.


    La destinazione era un piccolo hotel alla periferia della capitale di Iwa. Nella stanza 1408. Era più volte sottolineato il fatto di non dare nell'occhio all'arrivo.


    [Stesso giorno, Kiri]

    Una kunoichi mascherata, con ampie vesti semitrasparenti era inginocchiata davanti alla scrivani dell'amministratrice. La destinazione è Iwa. Ulteriori informazioni verranno fornite all'arrivo ai ninja scelti, ma si tratta di una missione che potrebbe richiedere molto tempo, e prevede che gli shinobi assumano delle identità fittizie, o che in alternativa vivano in piena furtività. La donna spiegò brevemente la faccenda, ma un briefing generico era incluso tra i documenti che aveva portato.

    Lo scopo principale è indagare sulla Mishima Zaibatsu, una corporazione avversa all'Accademia, e cercare di provocarne il fallimento. Ci sono gli estremi per ritenere che un gruppo di ninja sia in qualche modo implicato, e la cosa andrebbe approfondita.

    Non sono necessari ninja con grandi doti combattive, ma è essenziale che vengano inviati elementi capaci di indagare senza farsi notare.


    Appuntamento a Konoha, e da lì a Iwa, fino a un piccolo hotel alla periferia della capitale, nella stanza 1408. Badando di mantenere un basso profilo.


    [Stesso giorno, Suna]

    Ame Warashi? Non era piacevole la comparsa di un ninja mascherato alle proprie spalle. Ma almeno aveva indosso il coprifronte e era vestito come un Chunin, quindi verosimilmente non aveva intenzioni ostili. Sono stato inviato dalla sua amministratrice. Le porse un piccolo rotolo. Lei è stata scelta dall'Amministrazione di Suna per una missione. Viste le sue capacità...e lo stato mentale anomalo dell'unico altro ninja che le possiede, indipendentemente dal suo basso grado le viene assegnata una missione di rango B. Si tratta di un incarico di indagine ed infiltrazione, lo scontro fisico è da evitarsi a meno che non sia indispensabile.

    Dovrà trovarsi a Konoha, e da lì raggiungere assieme ai suoi compagni le terre di Iwa, a nord-ovest. Raggiunta la capitale, avrà ulteriori informazioni.


    Nel rotolo era indicato solo un indirizzo. Un hotel, a quanto sembrava. Nella stanza 1408.


    [Iwa - Hotel Anonimo in Periferia - Stanza 1408, Notte]

    L'hotel faceva pietà. Era pulito, quello si, ma lo stato di incuria era evidente negli infissi rovinati dal tempo, nella carta da parati sbiadita (oltre che di pessimo gusto) e nella moquette piena di zone "calve". Certo nessuno di loro si sarebbe aspettato, nel vedere la struttura, che le stanze fossero più grandi di un francobollo, eppure all'aprire la porta della 1408 si sarebbero trovati davanti una vera e propria reggia.

    Una stanza di almeno centoventi metri quadri, assolutamente fuori da ogni logica, contando che ad occhio un piano dell'hotel raggiungeva a stento i trecento. Ma se le dimensioni insensate facevano girare la testa, certo non era da meno l'ambiente, ben diverso dal resto della struttura. Era una stanza elegante, sobria ma tutto sommato di bell'aspetto, con mobili, poltrone, le tende pulite e ben drappeggiate davanti alle finestre. A terra un parquet scuro, e le pareti che sembravano appena tinteggiate.

    Nella stanza stavano due persone: un vecchio sulla sedia a rotelle, che sorseggiava lentamente un qualche alcolico (immagine), e una donna dalle forme prorompenti, che non sembrava affatto preoccupata di nasconderle, visti gli abiti succinti. I ninja non sapevano che una scena praticamente identica si sarebbe presentata a dei loro conterranei, appena tre settimane dopo. Li accolse lei, levandosi gli occhiali e rivolgendo uno sguardo conturbante ai maschi del Team.(immagine) Sono Maya Orihara, è un piacere conoscervi. Con un gesto teatrale indicò l'intera stanza, quindi con un sorrisetto tornò a guardare il gruppo. Cosa ne pensate del mio piccolo lavoro di architettura? Niente male vero?

    Puntò gli occhi con particolare intensità sul ninja della foglia. Un vero peccato che qualcuno cercasse di costringermi a uccidere con le mie creazioni.. L'uomo anziano sollevò una mano, pacato. Signorina Orihara cerchi di non rispolverare il passato, non ora almeno, dopotutto sono un cliente pagante. Il vecchio posò il bicchiere sul bordo della poltrona scoccando alla donna un sorrisetto furbo. Lei sbuffò appena, allontanandosi e appoggiandosi al muro, con le braccia conserte.

    Vi prego di scusarmi se non mi alzo per accogliervi, ma prego sedete pure. Indicò le poltrone che aveva davanti, oltre un piccolo tavolino da the. Io sono Jin Kazama. Potete considerarmi qualcosa a metà tra un alleato e un mandante. Se gradite bere qualcosa, sarà sufficiente sfiorare il simbolo ricamato sul bracciolo della poltrona e il bicchiere vi apparirà in mano. La signorina Orihara non ha grande simpatia per i ninja, ma sa essere un'ottima padrona di casa.

    Anche il cameriere più professionale sa sputare nel piatto di un cliente fastidioso.. Borbottò lei, fissando con irritazione il rappresentate di Konoha. Uhm uhm...il vecchio Kazama si schiarì la voce. Veniamo a noi. Noto che alcuni di voi hanno le insegne dei villaggi della Nebbia e della Sabbia. Suppongo conosciate Shiltar Kaguya e Hoshikuzu Chikuma..almeno di nome. Beh, sappiate che in questa faccenda loro sono molto più rilevanti di quanto non pensiate.

    Probabilmente avete già avuto queste informazioni, ma vorrei rinfrescarvi la memoria, prima di andare ad approfondire quale sarà la vostra missione.
    L'uomo sfiorò appena il bicchiere che aveva adagiato sulla poltrona, e questo fu di nuovo pieno. Bevve lentamente un sorso, assaporando il sapore prima di tornare a parlare.

    Le nostre terre sono aride, ma siamo una regione di passaggio, quindi le compagnie mercantili hanno sempre avuto una fiorente attività, sia via mare che via terra, con le carovane che attraversano il nostro territorio, garantendo scambi tra le terre accademiche e quelle ad occidente.

    Ma alcuni mesi fa sono arrivati dei Banditi. Banditi che assalivano indiscriminatamente tutte le carovane, e che a poco a poco hanno mandato sul lastrico la maggior parte delle aziende minori. A poco a poco, assorbendo le compagnie fallite, due compagnie sono arrivate a detenere il controllo del mercato. Una era la mia. L'altra era la Mishima Zaibatsu. Anche se provate a nostra volta dai banditi, riuscivamo ad andare avanti, anche se l'equilibrio è durato poco.

    Io ero sull'orlo del fallimento, ma tentai il tutto per tutto con un ultimo carico. Oltre a portare le merci, avremmo trasportato un prezioso artefatto trovato in degli scavi archeologici. Roba da ninja, e l'accademia era intenzionata a pagarlo parecchio...tanto da fornirmi una scorta di ninja di alto rango.
    L'uomo sospirò pesantemente, e dopo una pausa di qualche istante si decise a continuare.

    Ma i banditi erano in realtà dei ninja. La spedizione fallì, a causa di un infiltrato, plagiato tramite il controllo mentale, e mentre i vostri compagni e le merci tornavano, io e tutti i miei dipendenti fummo catturati dai ninja, con un colpo di mano che ancora oggi non mi spiego. Rapire più di trenta persone senza che nessuno se ne accorga...in pieno centro cittadino perdipiù. Scosse il capo

    Ad ogni modo, i vostri conterranei vennero a salvarci, e ci riuscirono, ma con numerose perdite. Non riuscirono a sconfiggere il nemico, ma scoprirono che uno di loro era la segretaria di Kazuya Mishima, e che un altro aveva lavorato come mercenario un pò per tutte le compagnie. Comunque, dei controlli fatti da uno dei vostri su Kazuya rivelarono che era pulito. Non ne sapeva assolutamente niente.

    La mia azienda comunque era fallita. E ora la Mishima detiene il monopolio. Gli attacchi dei banditi sono terminati, e il commercio con le terre accademiche è stato bloccato. Le merci dell'occidente vengono poi trasportate altrove via mare. E io sono ormai un uomo rovinato.
    Bevve ancora.

    Ho un patrimonio modesto da parte, e perlopiù lo ho messo a disposizione delle famiglie dei miei dipendenti uccisi. E ora ho deciso di investire quello che è rimasto per arrivare fino in fondo. O tutto o nulla, per così dire. Posò il bicchiere, e fissò intensamente i ninja. Voglio che facciate fallire la Mishima, così che io possa rilevarla.

    Io riavrò la mia azienda, stavolta con il monopolio. Voi riavrete i vostri interessi commerciali. E se possibile, eradicherete questi ninja fuorilegge che sembrano essere dietro a tutto. Kazuya Mishima dovrebbe essere pulito, e per come lo conosco è un uomo difficile da controllare, ma potrebbe anche essere stato ingannato, non so.

    In ogni caso, avete carta bianca. Non so quanto il sabotaggio possa essere utile per abbattere la sua azienda, ora che ha il pieno controllo su tutto, ma è possibile che trovare un collegamento certo con i banditi e esporlo all'opinione pubblica sia sufficiente per farla crollare. In ogni caso la scelta sta a voi, io cercherò di darvi tutto il supporto possibile


    Maya Orihara avanzò, poggiando alcuni fogli bianchi e dei cartellini sul tavolo da the. Carta speciale trattata con un Fuuinjutsu. Spiegò brevemente. Vi basterà toccarla e pensare a un nome, o una storia, e si impregnerà delle informazioni necessarie. In pratica sono documenti falsi perfetti, non distinguibili dagli originali e non rintracciabili. Ne avete un set a testa, con tanto di certificato di nascita, falsi documenti medici e cose simili. Se ne servissero altri..potete contattarmi tramite Jin-sama.

    Avrete denaro a sufficienza per i vostri scopi, l'accademia stessa vi ha fornito un conto pressochè illimitato, anche se suppongo vorranno poi un conto spese. Ridacchiò. Per il resto, non so come vogliate organizzarvi, è imperativo che non vi facciate scoprire. Non devono nemmeno sapere che siete qui. Niente coprifronte nè simboli. Se volete muovervi in furtività potrò procurarvi dei nascondigli sicuri...se invece voleste rimanere sotto copertura, non sarà difficile farvi trovare una o più abitazioni. E lo stesso vale per la maggior parte delle professioni.

    Un ultima informazione, forse la più importante: Abbiamo una infiltrata nella Mishima. Si chiama Aoi Kunieda, ed è una delle due segretarie personali di Kazuya Mishima. Potrete contattarla a casa sua, o in uno qualsiasi dei luoghi sicuri che vi posso indicare


    Il vostro nome in codice è Fantasmi. Se vi serve posso applicarvi un fuuinjutsu che renda permanente una Henge, almeno fino al rilascio dello stesso. Tuttavia è monouso, una volta sciolto servirà un nuovo sigillo. Aggiunse la Orihara, abbastanza freddamente.

    Immagino abbiate molte domande. Chiedete pure..poi inizieremo a organizzare i dettagli della vostra missione...

    Comunque si organizzassero, però, sarebbero passati parecchi giorni prima che cominciasse a muoversi qualcosa...circa tre settimane.

    Il Paese di Iwa
    Il paese di Iwa è composto prevalentemente da ambienti montuosi e da pianure aride. Le zone più settentrionali sono francamente desertiche e in generale le comunità si sviluppano in corrispondenza dei corsi d'acqua.

    Escludendo il Villaggio Segreto della Roccia, nel paese ci sono principalmente tre grossi centri urbani: Kakogan (Città del Granito), Maburu (città del Marmo) e la Capitale di Iwa
    Kakogan è famosa perlopiù per le numerose e ricche cave di granito, oltre che per gli allevamenti di capre
    Maburu invece si trova in una delle poche zone coltivabili del paese.

    La capitale di Iwa
    La Capitale di Iwa è una città antica che si affaccia sul mare a settentrione, ma che negli ultimi cinquant'anni ha avuto uno sviluppo incredibile, grazie al rimodernamento del porto voluto fortemente dal Daimyo di quel periodo. Decisione illuminata, che fece della capitale un centro di traffici commerciali di importanza notevole, decuplicando i guadagni delle compagnie mercantili.

    La rapida crescita economica ha trascinato con se lo sviluppo in ogni ambito, sia culturale che demografico, fino a raddoppiare le dimensioni originarie della città. Ad oggi, la capitale conta quasi un milione di abitanti, e diverse migliaia di visitatori ogni giorno. I giovani di tutta la regione, ma anche di zone limitrofe, molto spesso si recano alla capitale in cerca di fortuna e lavoro...e spesso le trovano.

    Tuttavia una simile crescita porta con sè anche un lato oscuro, con l'aumento della criminalità, soprattutto quella organizzata, che pure evita di creare grossi problemi, in quanto sotto scacco da parte delle strapotenti compagnie mercantili.

    La struttura delle strade e dei palazzi

    Vista dall'alto, la capitale ricorda una mezza ruota dentata attaccata alla
    costa. I sette raggi della ruota sono le strade principali, indicate semplicemente con dei numeri, ricche in negozi e sedi di importanti banche e aziende. Delle mura, vestigia di quella che era la città prima dell'espansione, dividono poi la ruota in due sezioni, una più vicina al mare (Settore Vecchio) e una più lontana (Settore Nuovo)
    Per il resto, la maggior parte delle strade seguono un perfetto reticolato, delimitando rioni e quartieri.
    Le strade sono tutte ben lastricate e con l'esclusione di qualche vicolo nelle zone più antiche, sono abbastanza larghe da far passare almeno un carro senza intralcio.

    I palazzi ricordano le abitazioni di Suna nei colori e nello stile delle finestre e degli infissi, ma abbondano le strutture coniche dei tetti, le guglie e i giardini sopraelevati. La maggior parte dei tetti delle abitazioni presentano dei gradoni ricchi in piante o addirittura in coltivazioni.

    Luoghi Importanti

    Prima Strada Alberghi di lusso (I più prestigiosi sono il Kokuyōseki, nel Settore Nuovo e il Genbugan, nel Settore Vecchio)

    Seconda Strada Sede della Tokageroh Zaibatsu (ultima azienda rilevata dalla Mishima, prima del fallimento della Kazama)

    Terza Strada Sede della Mishima Zaibatsu, Sede della Kazama Zaibatsu

    Quarta Strada Palazzo del Daimyo (Utilizzato come museo)

    Quinta Strada Banca principale di Iwa

    Sesta Strada Centrale di Polizia

    Settima Strada Cimitero della Capitale, Svariate Scuderie di Cavalli, Dromedari e Cammelli.


    Luoghi Comuni

    Casa di Maya Orihara (tra la terza e la quarta strada, Settore Nuovo)
    Casa di Aoi Kunieda (tra la sesta e la settima strada, Settore Nuovo)


    La vita nella Capitale
    La capitale è una città frenetica. Dalle sei del mattino fino alle due di notte le strade principali hanno sempre un gran numero di passanti, vuoi per lavoro, vuoi per divertimento. E' facile riconoscere i residenti, perchè in genere sono quelli che nonostante la fretta hanno piacere di dare informazioni ai passanti, a differenza dei viaggiatori che invece sono spesso molto bruschi e sgarbati.

    Inoltre, poichè molti degli abitanti hanno lontane parentele coi ninja di Iwagakure, sono spesso più che pronti a difendere l'onore degli Shinobi della Roccia loro antenati, o a vantarsi delle loro ascendenze, pur non avendo la minima capacità in quei campi.

    Almeno ogni tre vetrine edifici c'è un posto in cui mangiare, e come in ogni città di passaggio, si può trovare di tutto, dalla cucina tradizionale del Paese dell'Acqua fino ad innominabili piatti dell'Occidente. I giovani spesso si riuniscono in piccoli locali per bere e mangiare, mentre i grandi centri di aggregazione sociale sono costituiti perlopiù dalle piazze e dai teatri.

    Altra faccia della capitale
    Almeno tre gruppi criminali mantengono un certo giro di affari illeciti nella capitale. In generale tutti e tre si occupano di contrabbando di merci, ma con cautela, visto lo strapotere delle compagnie mercantili. Tuttavia ognuno di essi ha anche un certo "campo di specializzazione" e in generale i tre mantengono un equilibrio di potere tale da evitare eccessivi tumulti.
    I tre gruppi sono dei clan molto antichi, alcuni dicono precedenti persino alla fondazione di Iwagakure, e sebbene non ci siano prove, ma solo chiacchiere, alcuni ritengono che siano in realtà tre clan Ninja, che si mantennero lontani dalla politica dei villaggi, tuttavia nessuno ha mai visto un membro delle famiglie utilizzare qualcosa di anche solo paragonabile alle arti degli Shinobi.
    I tre clan sono i Kani (che controllano il traffico di stupefacenti), i Kiku (che hanno un ricco giro di estorsione) e i Kusa (che gestiscono un giro di scommesse clandestine)


    CITAZIONE
    Quello che potete fare nel vostro post:
  2. Inventarvi una copertura e una abitazione (comune o singola, o altri)
  3. Inventare PNG o Aziende o altri esercizi commerciali in cui infiltrarvi
  4. Descrivere scene di "vita quotidiana" durante l'infiltrazione
  5. Decidere di non infiltrarvi affatto, e vivere di indagini cercando di non farvi notare
  6. Organizzarvi tra voi per incontri periodici o simili


  7. Quello che non potete fare nel vostro post:
  8. Descrivere contatti diretti con il capo della Mishima
  9. Inventare aziende con capacità paragonabili alla Mishima in cui infiltrarvi
  10. Inventare società segrete o criminali al di fuori di quelle ventilate nell'ambientazione


  11. Per il resto, avete piena libertà, e in base al vostro post avrete diverse informazioni ottenute nelle prime tre settimane di infiltrazione.



    Edited by Febh - 26/5/2011, 01:27
     
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  12. Fujiko M.
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    Kiri


    Dopo che i nomi erano stati scelti, proprio quelli proposti all'inizio della discussione nel palazzo di Shiltar, lei era subito tornata in Amministrazione per dar disposizioni durante la sua assenza. Qualcuno era già andato in panico facendo domande su domande. Lei d'altro canto, tentò di riportarli a mantenere la calma.

    « Calma calma! Ora non è che perchè mi assento dovete andare in paranoia. Ragazzi. Avete sempre fatto il vostro. Dovrete solo smistare qualche carta in più. Nulla di così difficile. E poi c'è l'uomo che tutto sa e tutto fa » sorrise di gran gusto indicando lui, l'impiegato che per qualche anno aveva preso il posto vacante.

    « Coraggio, ce la puoi fare » disse all'uomo dal volto sconsolato ed abbattuto.

    Il pomeriggio Fujiko preparò in fretta il suo piccolo bagaglio. Giusto uno zainetto da spalla con alcuni cambi. Il resto era composto dal suo armamentario che celò in parte sotto al giubbotto da chunin, in parte in alcune sacchette alla cintura.
    Tolse il coprifronte mettendolo dentro lo zaino.

    Andò a trovare le persone che tempo prima aveva salvato, o recuperato, a Suna. Era riuscita a farle soggiornare per un breve periodo a Kiri, per cui non dovette cercarle altrove.
    Gai, Toshiko e Morea erano in casa, stranamente. Di solito almeno uno di loro era fuori a giocare a dadi piuttosto che a rubar cuori a giovani innocenti.

    « Ragazzi, c'è del lavoro per noi. Dobbiamo andare ad Iwa a fare una missione di spionaggio. Per cui buttate via i vostri nomi e calatevi nella parte. Sarò là tra meno di una settimana. In ogni caso ci ritroveremo. Starò in un hotel in periferia, da quanto mi è stato detto. Su questo foglietto vi ho scritto luogo e stanza » spiegò porgendo quindi un pezzo di carta con annotato quello appena detto. « Poi, quando ci saremo riuniti vedremo il da farsi e se sarà il caso di cambiare o meno il ritrovo. Non sarò da sola, questo è certo. Voi andate ed iniziate ad ambientarvi oltre che ad informarvi sulla Mishima Zaibatsu, il nostro obiettivo. »

    Non parevano molto contenti. Ora che gli si era dato un alloggio, seppur momentaneo, si erano impigriti. Ma tuttavia non fecero una piega accontentando Fujiko.

    Raggiunse mezzora dopo il molo dove andò a cercare la prima nave per la terraferma. Con lei, c'era possibilità venisse anche Ao. Sempre che avesse fatto in tempo.


    Konoha


    L'ultima volta che era uscito da Konoha poi era diventato una donna. Chissà se entrarci lo avrebbe riportato uomo. Purtroppo quella riflessione non avrebbe trovato risposta.

    Osservò le mura in cerca di qualcuno da avvisare. Agitò un braccio in alto.

    « Fujiko, amministratrice di Kiri. Portate i miei saluti agli amministratori. Rimango fuori dalle mura, tra poco riparto. »

    E li risalutò di nuovo sperando l'avessero vista e compresa.
    Doveva esserci qualcuno alle mura ad attenderli. Una scorta o altre persone. Al momento erano solo lei e il suo stomaco brontolante. Dove si era cacciato Ao? L'aveva lasciato poco più indietro...

    A loro due, a sorpresa, si aggiunsero un altro paio di persone che Fujiko già conosceva: Shika Nara, l'amministratore a cui poco prima aveva mandato i saluti e Ame Warashi, studente e poi genin, da Fujiko stessa addestrata.
    Ora la squadra era al completo. Una squadra che, da quanto tutti potevano capire, doveva basarsi su alte doti d'infiltrazione prima ancora che combattive.

    « Piacere di avervi in squadra. Shika, tutto ok? Ame, ti vedo cresciuta, oddio, non proprio tutta ma ti trovo ugualmente in forma » disse in un tentativo d'approccio cordiale.
    Era una battuta da maschiaccio quale Godsan era in fin dei conti. Quindi detta da una donna doveva fare un certo tipo di effetto. E il semi complimento rivolto alla ragazza era stato accompagnato da uno sguardo più in basso degli occhi.

    « Che strada vogliamo prendere? Shika, tu conosci la zona meglio di noi. Per raggiungere Iwa, quindi? » domandò effettivamente a chi era l'esperto del gruppo.


    Iwa


    La capitale di Iwa era alla vista dell'amministratrice di Kiri un bel posto dove vivere. Non la conosceva a fondo ma senz'altro agli occhi era molto piacevole. Più dei villaggi ninja, persino di Kiri stessa. Lei che mai avrebbe ammesso di una Kiri brutta, ora per la prima volta trovava in un altro posto qualcosa di degno da osservare ed apprezzare.

    « Oooh, bene! »

    Non sapeva quanto sarebbe dovuta rimanere ma di certo era un buon inizio.

    L'hotel non era dei più raffinati. Assolutamente, e tradiva l'aspetto che ci si poteva fare di Iwa. Annunciati alla stanza 1408, quello che era al di là della porta non poteva essere immaginato minimamente.
    Ecco perchè l'espressione di Fujiko fu di piena sorpresa. Quel piccolo gioiellino di arredamento stonava con il resto e si faceva fatica a credere fosse possibile.
    Due persone, un uomo anziano seduto ed una donna avvenente li attendevano.
    Lei sapeva come farsi riconoscere dai maschi del gruppo. Fortuna che lei, lui, era sotto copertura o se ella ci avesse provato forse sarebbe saltato qualcosa di più che un semplice travestimento.
    Lui, l'uomo denotava una certa calma.
    A giudicare dalla loro parlata i due erano in una certa confidenza. Non tanto soci in affari quanto più conoscenti da lunga data.

    « E' opera sua? » chiese Fujiko cercando di capire cosa l'altra volesse sottolineare. « Comunque piacere, Fujiko. »

    Come l'altro si presentò Fujiko capì che era lo stesso mandante avuto da Shiltar in una missione di qualche tempo prima. Proprio qualche giorno precedente lei ed Ao erano finiti a parlare con Shiltar in merito alla presente missione e su come molte informazioni in possesso di Shiltar potessero risultare utili al gruppo.
    Per cui fu facile risalire alla storia e capire i vari legami tra i nomi e i personaggi.

    La disponibilità di quelle due persone era molto ampia. Potevano garantire una buona copertura. Ma Fujiko preferiva non far completo affidamento su di loro. Certo, ne avrebbe avuto bisogno inizialmente, poi contava di muoversi da sola per quanto possibile.

    « Dubito riusciremo in due giorni a sbrigare il tutto. Ho bisogno di quattro abitazioni di svariato tipo ed un rifugio d'emergenza. Ogni abitazione dev'essere posta ad un punto cardinale. Nord, sud, ovest ed est. Il rifugio in pieno centro città. Non darà di certo l'attenzione. Pensate di poter soddisfare queste richieste? Ah, avrò bisogno di altri tre set di carte. »

    A livello di richieste era tutto. A livello di informazioni aveva da domandare altro.

    « La signorina Aoi Kunieda dove abita? » domandò avendo già in mente un piano adatto allo scopo seppur sapeva di dover tornare da Maya a chiederle un ultimo favore.

    Quella donna era una vera fonte d'aiuto.

    Solo una volta usciti dalla stanza Fujiko si sarebbe domandata che fine avessero fatto i suoi compagni d'avventura. Probabilmente avrebbe fatto prima a chiedere alla reception se avessero visto anche una sola di quelle persone.
    Intanto rimase con il gruppo nel caso dovessero discutere di altro; solo quando tutti e quattro furono liberi da "impegni" si sarebbe diretta alla ricerca dei suoi gregari per informarli a riguardo ed essere informata a sua volta di eventuali scoperte.


     
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    [Interpost - Fujiko]

    Opera mia. Si. Rispose abbastanza freddamente a Fujiko, per poi aggiungere: Uno dei miei tanti talenti E per meglio sottolineare sbottonò al contempo uno dei bottoni della sua stretta camicetta, gettando un'occhiata abbastanza esplicita ad Akimaru.

    Quanto alle richieste dell'amministratrice di Kiri, avrebbe risposto il vecchio, annuendo. Due giorni dovranno bastare. Ritardare la vostra infiltrazione aumenta il rischio che veniate scoperti, a meno che non restiate chiusi in qualche casa, ma sarebbe una perdita di tempo. E il tempo è importante...anche se non posso spiegarvi perchè. Non posso permettere che trapelino informazioni, se veniste catturati. Fidatevi comunque se vi dico che è necessario che cominciate le indagini al più presto.

    Ad ogni modo, non sarà un problema fornirvi della abitazioni abbastanza insospettabili. Se necessario anche luoghi abbastanza "di classe", se così si può dire. Quanto alla casa della signorina Kunieda, è indicata nella mappa che daremo a ognuno di voi, assieme alle informazioni generiche che è bene sappiate sulla Capitale. Nello specifico, però, è nel Settore Nuovo, tra la sesta e la settima strada, in una palazzina su una stradina parallela alla sesta strada. Capirete meglio guardando poi la mappa.


    Quanto alle carte, posso procurarle entro tre ore. Tagliò corto poi l'esperta in Sigilli.
     
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  14. Weasel
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    001: Licenza di Indagare



    Partire ad Ame non era mai piaciuto. Era una pantofolaia, a cui piaceva farsi gli affari suoi e godersi le gioie di una vita autonoma e quasi del tutto a spese del villaggio. Spese che purtroppo, a volte, dovevano essere ripagate. La convocazione per una missione di rango davvero elevato arrivò presto. Sapeva che prima o poi sarebbe successo; che avrebbe dovuto andare a combattere quelli cattivi per davvero, ma sperava che avrebbe avuto più tempo...non so...per imparare a cucinare, o a cucire...o insomma, per fare qualunque altra cosa.

    Fu convocata tramite un ninja mandato dall'Amministrazione, a quanto pareva in nome delle sue capacità e del fatto che l'unico altro che le possedeva era completamente matto. ~Come dargli torto in fondo? Hito era effettivamente più di quà che di la dalla staccionata della sanità mentale~. Ame partì immediatamente, sperava che sarebbe stata una cosa breve, ma il suo sesto senso riguardo la sfortuna che poteva arrivarle addosso le diceva che sarebbe rimasta via da casa per parecchio tempo.

    ~ Konoha

    Il primo punto d'incontro stabilito era fuori dalle mura di Konoha, dove la ragazza vide comporsi l'intero team con cui avrebbe condiviso quella missione. Tra loro riconobbe anche la sua sensei del corso Genin, Fujiko. Persona verso la quale Ame non aveva mai capito se provava ammirazione o antipatia. Sentimenti che si chiarirono subito non appena colse la battuta sul suo, quantomai misero, seno. Rispose però con garbo, ma allo stesso modo: «Anche tu sembri davvero in forma, in tutte le forme direi». Tiè!

    ~ Iwa

    Stanza 1408. Sembrava di leggere un romanzo dell'orrore ambientato in uno squallido hotel infestato dai fantasmi. L'hotel c'era, mancavano giusto i fantasmi. Ame ancora non lo sapeva, ma sarebbero arrivati poco dopo, e lei sarebbe stata uno di loro.

    Furono accolti in quella che poteva essere definita solo un "paradosso" architettonico; una stanza grande quanto casa sua e lussuosa a non finire in un albergo di così infima categoria. Quando scoprì che la prosperosa donna (Perchè tutte le donne che incontrava erano sempre maledettamente maggiorate?!) accanto all'anziano in poltrona era l'autrice di tutto quello sfarzo il primo pensiero fu che decisamente avrebbe dovuto chiederle di riarredare casa prima o poi.

    Poi arrivarono i fatti, fatti a palate. Tra cui come il suo compaesano, Hoshi, il rosso, era salito al grado Jonin; al villaggio non si era parlato d'altro per giorni. Infine lo scopo per cui erano stati convocati apparve decisamente più chiaro, così come il motivo per cui era li, e soprattutto perchè non avevano affidato la missione al più esperto, ma molto meno controllato e controllabile Hito. Man mano che il signor Kazama parlava, nella testa di Ame presero forma tutti i piani possibili immaginabili per esaudire le sue richieste col minimo sforzo, il massimo risultato, e soprattutto il minimo pericolo per lei, che era la cosa fondamentale.

    Quando arrivò il momento delle richieste ormai aveva ben chiaro cosa aveva intenzione di fare e si accodò a Fujiko nelle domande. «Per prima cosa signorina, vorrei sfruttare quel suo sigillo. E vorrei farlo fissando questa fisionomia» Il chakra necessario, e Ame diventò un simpatico anziano dall'aria amichevole e decisamente poco nociva.
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    Per quell'omino si era ispirata a suo zio, limitandosi ad aggiungere giusto un paio di baffi pomposi e un'aria meno dura. «Bene, bene, ehm ehm, si, vorrei proprio fissare questa forma. Per le altre richieste credo che non sia niente di cui non possiate occuparvi. Ho necessità di un'abitazione, niente di lussuoso, ma nemmeno di trasandato, in una via perpendicolare tra le principali sarebbe meglio, nella zona vecchia sarebbe perfetto, tra la sesta e la settima strada poi, addirittura ottimale. Dovrebbe adattarsi a una persona anziana; quindi al piano terra, con tante poltrone e una cucina con il necessario, insomma, sapete, per la copertura.» La cucina e le poltrone effettivamente non erano fondamentali per il suo piano, ma non voleva trovarsi con un cucinotto troppo piccolo per farci da mangiare e solo con tre sbagelli di legno. Avrebbe dovuto mantenersi riposata e in forze no? «Poi come ultime cose avrei bisogno di un carretto da ambulante, di quelli piccoli, in legno, che possono essere trascinati a mano. Ah, e di alcune risme di carta. Anzi di molte risme di carta» Fatto il tutto e finita la conversazione, una volta sola con i suoi compagni di viaggio si sarebbe limitata a poche parole prima di allontanarsi e di iniziare effettivamente la sua missione. «Signori, buona fortuna direi. Non so quando avremo occasione di reincontrarci nel prossimo periodo, ma direi di evitare sedute di the pomeridiano. Meno siamo collegabili gli uni agli altri e meglio è. Se scoprirò qualcosa che potrebbere essere in qualche modo interessante però vedrò di contattarvi immediatamente, se necessario attraverso la Orihara. Beh che dire, ancora in bocca al lupo.»

    ~ Capitale di Iwa, Casetta tra la sesta e la settima strada, cucina.

    La casa non si era rivelata malaccio, ma decisamente a corto di cuscini e di comode poltrone. Uff... c'era sempre qualcosa che andava per il verso storto. Il resto del materiale invece pareva non avere problemi, la carta era leggermente scadente, ma abbastanza ruvida e piacevolmente pieghevole, e il carretto adatto ai suoi scopi. Ame, nei nuovi panni di Kazuo Warashi (oltre che l'aspetto aveva rubato anche il nome dello zio; cosa che sperava a lui non dispiacesse) si mise subito al lavoro. Creò circa una sessantina degli origami più belli che conosceva, in particolare animali e creature mitologiche. Il suo obbiettivo per il momento, era infatti attirare l'attenzione dei bambini. Una volta finito grazie al kit fornitegli dall'esperta di fuuinjutsu si occupò di creare una copia di un documento d'identità per il suo nuovo aspetto; qualcosa di utile per muoversi in giro insomma. Poi uscì; adesso era pronta.

    I primi quattro giorni si svolsero quasi identici; con il suo banchetto bazzicava soprattutto la zona del porto, mai zone isolate, e sempre dove si trovavano altri banchi, ora di cibo, ora di mercanzia varia. Il suo obbiettivo infatti era di amalgamarsi con la popolazione. Vendeva e realizzava origami per chi li chiedeva, e intanto esplorava i dintorni...rimanendo immobile. Ogni mattina appena arrivata mandava infatti, avendo cura di non essere notata, quattro pezzetti di carta, non più grandi di un'unghia, a esplorare tutta la zona circostante, uno in ogni direzione, passando davanti alle finestre, posandosi sui davanzali, appoggiandosi sui marciapiedi e sulle spalle delle persone, come coriandoli portati dal vento. In capo a quattro giorni nel raggio di un chilometro da dove si trovava aveva accumulato un'ottima conoscenza quantomeno della fisionomia della capitale. E nel frattempo aveva portato avanti l'altro suo obbiettivo.

    Come ogni porto che si rispetti era pieno di gente e di ragazzini, chi con i genitori, chi da solo, chi in viaggio, chi solo di passaggio per andare altrove. Ame però non era interessata a loro... quelli a cui puntava era un gruppo di piccoli semi delinquenti che palesemente vivevano di piccoli furti ai danni dei turisti e dei mercanti di passaggio. Era loro che lei intendeva portare dalla propria parte. Inizialmente aveva regalato bambole di carta ai più piccoli e draghi ai più grandi, poi una caramella, poi due monete, un sacchettino la, uno qua. Alla fine di quei quattro giorni avevano stretto un patto di reciproco aiuto. Lei si sarebbe occupata di passare dalla zona del porto almeno ogni due o tre giorni, a intervalli irregolari, e dietro compenso (tanto pagava l'accademia) se durante i loro piccoli taccheggi e furti dalle tasche dei passanti avessero recuperato dei documenti, di qualunque tipo, li avrebbero consegnati a lei. I soldi potevano tenerseli tutti.

    Nelle seguenti due settimane e mezza invece adottò una tattica differente dal rimanere fissa in un posto. Specialmente dopo che il quarto giorno vide da lontano alcuni rappresentanti di quella che immaginava fosse la polizia della città. L'incontro la portò infatti a girare sempre con uno dei fogli per la falsificazione ancora intonso sempre in tasca. Fosse mai che le chiedessero una licenza per il banchetto. Ogni giorno Ame cambiava via, zona, luogo; voleva esplorare il più possibile della città, spostandosi nell'arco della giornata, dal porto alla periferia e viceversa. A volte rimanendo tutto il giorno in un posto, a volte invece solo qualche ora, ricordandosi sempre a intervalli vari di passare dai suoi "piccoli amici" del porto. Nel frattempo la sua esplorazione cartacea faceva il resto; case, capannoni, magazzini, finestre, tetti, pavimenti, vie principali e secondarie...e ovviamente estrema attenzione specialmente per le persone. Cosa non vide attraverso la carta in quei giorni davvero in pochi possono immaginarlo. Ovviamente ebbe anche modo di affinare la sua copertura, infatti a chiunque gli avesse chiesto qualcosa di se avrebbe raccontato la tenera storia dell'anziano signore, ormai in pensione, ma che aveva fatto della sua passione per gli origami un diletto, trasferitosi da poco da Suna ad Iwa, per raggiungere i figli ormai adulti e i nipotini, di cui avrebbe sempre provvisto a mostrare alcune foto. Le foto in realtà erano dei suoi veri nipoti; i figli dei suoi fratelli, di cui era zia, ma in fondo, sempre bambini piccoli erano no?



    Edited by Weasel - 1/6/2011, 15:13
     
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  15. Fujiko M.
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    Iwa


    Fujiko diede attenzione alla fisionomia che Ame voleva assumere. Se l'avesse rivista in giro per Iwa, almeno sapeva come rintracciarla.
    Uno dei problemi fondamentali era la comunicazione dell'intera squadra. Dovevano comunicare, non c'era niente da fare. L'individualismo andava bene sino ad un certo punto ma quella missione richiedeva il supporto delle informazioni di tutti quanti. Considerato anche il fatto che solo di loro potevano fidarsi. Quali altri interessi potevano stare dietro a quelle richieste? Era meglio che tutti iniziassero a farsi quelle domande.
    Quindi, fuori da lì, la domanda d'obbligo sarebbe stata: « Come ci teniamo in contatto? »

    Ma prima di arrivare a quel punto aveva ancora qualcosa di cui parlare. Le sue parole erano state mal interpretare dal Kazama.

    « Mi sono espressa male. Quello che volevo dire era che l'intera faccenda non sarà risolvibile in tempi brevi. In quanto all'infiltrazione direi che è nostro compito assicurarcene. Siamo pagati per farlo. » precisò l'amministratrice. « Ad ogni modo se c'è dell'altro che è importante sapere è meglio ce lo diciate subito. Vorremmo evitare brutte sorprese » insistette su Jin Kazama il quale pareva averle dato modo di sospettare dalle sue frasi. Non ne era certa ma un tentativo non nuoceva.

    Rivolgendosi alla donna di nome Maya.

    « Tornerò tra tre ore per prendere ciò che ho chiesto, grazie. »

    E così l'appuntamento era concluso.
    Usciti e dopo aver deciso di un eventuale sistema per ritrovarsi, al di fuori dell'appartamento, Fujiko si diresse nella hall dell'hotel chiedendo di tre persone, descrivendole fisicamente.
    Il ragazzo che stava alla ricezione disse di averne vista solo una, o così gli pareva. Era una bella ragazza con gli occhiali, molto gentile e dall'aria intelligente. Insomma, una che sapeva il fatto suo.

    Da quanto diceva pareva trattarsi di Toshiko. Se era lei doveva trovarla. Chiese in quale stanza fosse e ricevette una doppia risposta: una positiva ed una negativa. La prima era il numero della stanza; la seconda che la donna non era nel motel in quel momento.

    Quindi Fujiko decise di attenderla. Doveva inoltre aspettare circa tre ore per avere i fogli richiesti e pertanto non potè far altro.
    Per ingannare il tempo si accomodò su di un divano e prese a passare in rassegna le sue carte ninja, aggiungendo quindi quelle di chi ancora non aveva trascritto informazioni, comprese le ultime persone viste in quel motel.

    Due ore più tardi arrivò Toshiko.

    « Fujiko! Sei qui! »

    L'amministratrice riconobbe subito la voce e la ragazza.

    « Finalmente. Ma dove vi siete cacciati? Sono ore che attendo! » la rimproverò senza cattiveria.

    « Ci siamo divisi una volta arrivati ad Iwa » sussurrò « Andiamo nella mia stanza e aggiorniamoci » intanto si era diretta alla reception per chiedere le chiavi.

    Salì in stanza con lei e Fujiko la mise al corrente della situazione. Toshiko era preoccupata. Dopotutto erano stati mandati lì con alcuni compiti ma di certo non avevano ancora idea del piano preciso.
    Toshiko inoltre spiegò a Fujiko come si erano divisi e cos'avevano fatto nel frattempo.
    Lei rimaneva in zona in attesa d'incontrare Fujiko. Gai si era preso la briga, testardamente di bazzicare nelle vicinanze della Mishima; Morea presidiava i quartieri vecchi di Iwa, quindi la parte più vicina al porto. Era una zona vasta ma le loro ricerche, di tutti e tre, in quei due giorni da quando erano arrivati si concentravano sulle abitudini dei cittadini e su domande relative al commercio, alle curiosità tipiche della zone e, perchè no, direttamente a questioni più prettamente legate alla missione; tipo indicazioni delle principali aziende come la Mishima, eventuali dicerie recenti su fatti insoliti.
    Cercavano di mantenere un aspetto discreto e curioso senza dover render conto a qualcuno. Se la domanda era troppo irriverente allora ringraziavano, si scusavano e se ne andavano.

    « Ho capito. Tra poco dovrò andare a prendere quelle carte di cui ti ho parlato così ve ne darò una a testa per aiutarvi nella vostra infiltrazione. Poi vi ho fatto assegnare dei luoghi dove poter stare. Inoltre ho richiesto una casa al centro di Iwa, punto accessibile in maniera uguale da tutti. »

    Fujiko recuperò le carte e si fece segnare i luoghi da sfruttare per lei e i suoi gregari. Consegnò a Toshiko tre kit, uno a testa, e le diede una nuova mappa con indicate le abitazioni.
    L'incaricò d'informare gli altri due e di ritrovarsi il prima possibile al rifugio centrale, se possibile già quella notte.

    Le quattro abitazioni, una per punto cardinale, erano appartamenti, non troppo vistosi, non troppo decadenti. Erano immersi in contesti residenziali pertanto non isolati. Insomma, avevano dalla loro la mimesi con la città e la sua popolazione. Una persona in più o una in meno di certo non avrebbe destato sospetto. Nemmeno un via vai di più persone.

    Il rifugio centrale per tutti non era un vero e proprio rifugio. Era una vera e propria struttura commerciale turistica. Un casinò!
    Non era chiaro quindi a Fujiko quale delle sue parole era stata travisata. Di fatto, quella notte si ritrovarono lì, lei e i suoi tre nuovi compagni d'armi.

    Gai arrivava da Ovest (2° Strada), Toshiko da Est (6° Strada), Morea da Sud (4° Strada) e Fujiko da Nord (4° Strada).
    Il Casinò era situato tra la Quarta e la Quinta Strada.

    Gai aveva approfittato di quella ghiotta occasione per cacciarsi subito alle roulette. Toshiko e Morea si erano date appuntamento all'ingresso per degustare insieme un drink al bar ben fornito nell'ammirazione di alcuni uomini ben vestiti.
    Fujiko, l'ultima ad arrivare, doveva raccattarli tutti, uno per uno. Fu facile trovare le due ragazze e grazie a loro trovare Gai.

    Si sedettero ad un tavolo da pranzo per degustare qualcosa e quindi parlare per un breve briefing.


    Iwa - Morea


    L'indomani mattina Morea presidiava il sud di Iwa. Il suo compito consisteva nell'ingaggiare persone legate alla malavita e personalità influenti della zona.
    Su come svolgesse tale compito non fu difficile capirlo.
    Di giorno si dedicava a scontrarsi fisicamente con signori eleganti in doppiopetto; di pomeriggio frequentava vicoli oscuri o le zone più malfamate della sua zona, qualora ve ne fossero state presenti; di notte adescava signori vestendo in maniera alquanto succinta e provocante.
    Il suo corpo era il più femminile, persino a confronto con quello di Fujiko.
    Per quelle occasioni non aveva ancora adottato un secondo aspetto e nemmeno aveva usato quella particolare carta d'identità.
    Semplicemente faceva quello che le riusciva meglio, ovvero vivere alla giornata. Non era strano vederla rubare in qualche mercato all'aperto approfittando di un attimo di distrazione o della folla.
    Con sé portava sempre le sue armi ad eccezione fatta per il dadao e il nunchaku; se qualcuno avesse approfittato della sua persona poteva sempre difendersi.
    Se fosse stata invitata da qualche parte avrebbe tentato di sedurre e far ubriacare il suo interlocutore a suon di pesanti bevute prima, nel malaugurato caso, di concedersi.
    Il secondo giorno, su richiesta di Gai riuscì ad individuare un ladruncolo e a seguirlo. Fermato e sedotto il giovane ragazzo gli chiese di fargli un favore. Doveva incontrare un amico per restituirgli un favore. In cambio, il giovane avrebbe ricevuto una somma di denaro per il disturbo.
    Due giorni più tardi Morea aveva mantenuto la promessa con Gai.


    Iwa - Gai


    Gai aveva il compito di controllare la zona vicina alla Mishima. Non si poteva dire che fosse un genio in quel genere di lavori. Dopotutto si trovava lì perchè l'aveva chiamato Fujiko e perchè c'era Morea.
    Gai aveva preteso, la notte prima, un anticipo per quel lavoro. Fujiko era molto contrariata e lo stava mandando fuori dal Casinò a pedate se le due compagne di Gai non l'avessero trattenuta. In ballo c'era ancora la loro copertura.
    Così l'amministratrice aveva predisposto una somma pari a 1.500 Ryo a Gay. E quello era il massimo che poteva dargli sino a fine missione. Il resto doveva guadagnarselo.
    Di quei 1.500 Ryo più della metà erano stati sperperati in meno di quattro giorni. I rimanenti, il quinto giorno, solo dopo che Morea era riuscita ad adescare un giovanotto nel suo quartiere di competenza. Gai, tre giorni prima, aveva esplicitamente chiesto a Morea di fargli un favore. Doveva trovargli qualcuno in grado di compiere un lavoretto sporco in cambio di denaro. Qualcuno che conoscesse Iwa e sapesse come fuggire in caso di pericolo. E Gai era stato attento a spiegare il suo piano in assenza di Fujiko; Morea, due giorni dopo riuscì a far incontrare quel ragazzo di nome Akima appartenente al Clan Kiku con Gai.
    I due si misero d'accordo e Gai rifornì dell'indispensabile il suo nuovo tuttofare.
    Tutto questo avveniva la sera, quando era più difficile notare due persone scambiarsi somme di denaro e il pericoloso materiale che, cautamente, Gai aveva depositato in una zona quasi sempre priva di controlli e insospettabile perchè situata nel centro di Iwa.
    L'indomani sera Akima aveva provveduto a piazzare i diversi kili di esplosivo comprato da Gai in prossimità del palazzo vicino a quello della Mishima.
    La struttura era laterale rispetto all'obiettivo e al suo interno vi era un giro di affari di poco conto: per lo più avvocati. Il gesto poteva sembrare di qualche folle insoddisfatto del lavoro svolto da un suo legale.
    Gai aveva controllato quale fossero le ditte più quotate o interessate ad intervenire in caso di ristrutturazioni e ne individuò due. Non sapendo quale scegliere attese il giorno dell'attentato.

    L'esplosione colpì profondamente il palazzo demolendo una parte di muro. Era stato fatto proprio un bel lavoro, non proprio indiscreto, ma Akima era già fuggito anzitempo per i viali di Iwa. Tanto accurato da evitare d'investire qualche cittadino. Infatti accade all'alba quando era poca la gente per strada.
    Gai se ne stava di poco più distante ad osservare la scena e la reazione della gente. Più di un'ora tardi arrivò finalmente, oltre alla polizia locale, la folla e i giornalisti, anche la ditta chiamata a risolvere quella spinosa situazione edilizia. Erano quattro ingegneri. Avvicinandosi, Gai potè ascoltare i discorsi e capì che ci voleva almeno una settimana per riparare tutta la struttura e che il grosso andava fatto subito. Una settimana non era tanto ma poteva bastare a Gai per tenere d'occhio la sede della Mishima.
    Il gregario si recò senza perder tempo dalla ditta che aveva in consegna i lavori e presentò uno dei fogli speciali datogli dove vi erano elencati i lavori da manovale svolti in passato. Un curriculum pieno di ditte e lavori occasionali di città in città. E ognuno aveva ricevuto un buon feedback al termine del lavoro.

    « Mi trovo ad Iwa da qualche giorno e ho appena appreso dell'esplosione nella terza strada. Posso dare la mia disponibilità come manovale. In fondo ho buone conoscenze come potete evincere dal curriculum. Non starò ad Iwa più di due settimane e chiedo poco. Sono un vagabondo a cui piace girare e che per vivere offre il suo corpo » spiegò mostrando i muscoli e mettendo in vista il suo grosso petto anch'esso muscoloso.

    Quel pomeriggio Gai era già stato assegnato alla prima squadra. Per una settimana avrebbe lavorato a fianco a fianco altri uomini tenendo per quanto possibile controllato il passaggio di persone alla Mishima.

    Soddisfatti del lavoro lo tennero un'altra mezza settimana per le rifiniture ma poi, terminata l'opera, da contratto era prevista la rescissione.
    Dovette trovarsi dei lavori saltuari durante i quali tentò di individuare qualcuno legato al commercio. Qualcuno che lo potesse orientare su chi poteva organizzargli una spedizione importante, di valore. Voleva avere un contatto. Una volta ottenuto quel nome, se ottenuto, ci si sarebbe recato, o gliel'avrebbero fatto presentare.
    Se gli fosse stato richiesto di visionare la merce avrebbe preso qualche giorno per contattare Fujiko la quale a sua volta avrebbe chiesto a Maya di creare un carico prezioso.
    Sono in quel modo e in quel momento avrebbe potuto mantenere saldo il raggiro creato.
    Gai avrebbe fatto più domande possibili anche sulla protezione da parte di guardie, le modalità di trasporto, i costi, i tempi e sopratutto le garanzie che potevano essergli date.
    Non si sarebbe fermato al primo nome asserendo di valutare l'offerta migliore e più sicura. Pertanto, fin che lo poteva, ma non più a lungo di una settimana, cercò altri nomi seppur constatò che in pochi potevano offrire quello che voleva ad eccezione della Mishima.
    Ovviamente, il carico andava verso i territori accademici.



    Iwa - Toshiko


    Toshiko era la più intelligente dei tre. Poteva competere con Fujiko se solo avesse avuto più esperienza. Ma di certo l'inventiva non le mancava. E dimostrò da subito di quali idee era capace. Sin dalla sera stessa aveva detto a Fujiko di voler entrare nel corpo di polizia locale. Era un azzardo ma anche grazie a quei documenti falsi che poteva crearsi forse non era così difficile.

    Toshiko risiedeva proprio nella zona della centrale di polizia e non fu difficile farsi notare, qualche centinaio di metro più distante nell'atto di fermare un teppistello troppo cresciuto a suo di movenze ninja.
    L'uomo, malmenato e consegnato pregò perchè la donna venisse portata via da lui. Confessò subito i suoi crimini a patto che l'allontanassero. Toshiko gli aveva inferto una sonora lezione.
    Uno dei capi della polizia, ascoltato il resoconto le domandò se avesse mai preso in considerazione di arruolarsi.
    Lei, lusingata...accettò; non prima però di qualche scenata dove voleva farsi "corteggiare".

    La sua carta d'identità parlava chiaro e non dava problemi nè di residenza nè di fedina penale. Era una donna...pulita.
    Ora, qual'era il suo compito? Semplice. Come facciata doveva assicurare alla giustizia i malviventi. Così facendo poteva seguire da vicino eventuali indagini o scoprire nomi corrotti o ancora avere altri nomi di sospettati o di strani eventi in città.
    Era un buon punto dal quale ricavare informazioni.
    Ma il suo reale compito era l'opposto. Quando poteva, specie se in solitaria o in attimi in cui i suoi colleghi non la vedevano ne approfittava per abusare del potere e del ruolo che aveva: quello della poliziotta. Se trovava oggetti di valore o soldi se li teneva (per poi consegnarli a Fujiko come "bottino").
    Se trovava carte utili le confiscava o le leggeva prima che venissero archiviate.
    Poi, di notte, quando non era in servizio, grazie ai contatti di Morea, cercava uomini o donne non legati alla malavita dei principali clan. Gente che aveva bisogno di vivere e di qualche soldo.
    Toshiko avrebbe offerto loro metà del bottino recuperato più, ahimè le stringeva il cuore a dirlo, protezione durante il giorno delle malefatte. Lei avrebbe chiuso un occhio, o avrebbe perso le tracce in un inseguimento. Questo, finchè fosse rimasta ad Iwa. Ma non poteva dirlo ai suoi complici.

    Toshiko, se le fosse stato possibile, si sarebbe guardata bene dal far visita alle zone dove custodivano equini. Andò da loro ad informarsi sui prezzi, sui tipi di trasporti che potevano garantire, su chi fosse il loro cliente abituale e, da ultimo, se le noleggiavano uno [Richiesta di Ryo per spesa].


    Iwa - Fujiko


    Fujiko, contrariamente a quanto richiesto da Jin si prese il suo tempo. Il pomeriggio del giorno successivo al suo arrivo ai recò presso l'abitazione di Aoi Kunieda. Trovò il piccolo palazzo indicato sulla mappa e cercò tra i vari nominativi sino ad individuare quello recante il nome del quale voleva notizie.
    Entrò nell'atrio della palazzina senza trovare qualcuno: era un piccolo spazio incustodito. Vi erano due piante, un tappeto e appeso ad un muro diverse portalettere. Si avvicinò per cercare tra la posta del contatto, sperando di trovare qualche informazione utile. E se l'avesse trovata avrebbe provato a leggerla, persino in controluce se necessario.

    Poi salì sino al piano della Kunieda ma sapeva già di trovare la porta chiusa. Per sicurezza provò a forzarla leggermente. Se non si fosse aperta avrebbe continuato nella salita delle scale sino ad arrivare in cima alla palazzina cercando così un'uscita sul tetto.

    Se non fosse stato possibile entrare in qualche maniera in casa della Kunieda l'avrebbe attese, al piano superiore, sino a sera quando fosse rientrata e solo dopo aver chiuso la porta Fujiko si sarebbe diretta a bussare.

    Se invece le fosse stato possibile salire sul tetto avrebbe tentato di scendere da scale di emergenza o tramite chakra adesivo dal lato meno visto. Per far ciò si sarebbe trasformata in una scimmia. Di certo poteva sembrare fuori luogo ma era l'unico animale che aveva una una scusa per arrampicarsi e camuffarsi, per quanto possibile, con il pelo simil colore marrone del palazzo.

    Cercò verosimilmente una o più finestre dell'appartamento di Aoi sperando di aprirle in qualche maniera, anche tramite un kunai, per forzatura.
    Se tutto chiuso valutò l'idea di forzare in maniera più vistosa e rumorosa la finestra ai fini di non essere scoperta.

    In ogni caso, una volta dentro ed eventualmente senza più la trasformazione, e in presenza di Aoi l'avrebbe interrogata a suo modo.

    « Buonasera, sono qui per conto del signor Kazama. Mi è stata data la possibilità di contattarla in merito ad una questione, capisce? » domandò all'altra donna. « E siccome collaboriamo da questo momento in poi ho bisogno di avere tutte le informazioni che può darmi, senza esclusione di sorta. »

    « Come potrebbe fidarsi di me? Semplice, non avrei indizi a sufficienza se non me li avesse dati direttamente il signor Kazama. Potrei ucciderla in questo momento sfruttando anche il fatto di essere sotto copertura. Ma, io e lei, ora collaboreremo reciprocamente e se ancora non si fida di me mi chieda qualcosa per dimostrarlo. »

    Doveva giungere ad un accordo di fiducia, nel caso Aoi non fosse stata avvisata di quel gruppo ninja e sopratutto trovata Fujiko in casa senza permesso.

    « Devo farti alcune domande sulla Mishima e sui suoi rappresentati e se non ti spiace lo farei a modo mio. Ho una tecnica infallibile »

    Doveva quindi in qualche modo dimostrare ad Aoi che semplicemente con un tocco e delle domande lei poteva rispondere con la verità.
    Se ciò non era possibile avrebbe provato con le semplici domande e l'interpretazione dei gesti e delle espressioni nonchè con i toni di voce e le parole utilizzate.

    Le domande erano molte e a seconda delle risposte potevano essere modificate o fatte di nuove.

    « In quali affari è coinvolta, attualmente, la Mishima Zaibatsu? »

    « Ci sono sospetti su qualche traffico di merce? Qualcosa di irregolare o non comune? »

    « Chi sono i principali protagonisti all'interno dell'azienda? »

    « Kazuya Mishima ha motivo e/o nasconde qualcosa? »

    « Quanto è sicura l'azienda, a livello di guardie ed ispezioni? »

    « Ci sono allarmi, trappole, guardie o quant'altro durante il giorno? »

    « Posso avere una piantina esaustiva dell'azienda? »

    Poi, Fujiko avrebbe finto un capogiro chiedendo del bagno ed una volta entrata si ferì per evocare le sue mini sanguisughe.

    « Fuji-fujiiiii »

    « Fujiiiiiiiiikoooooooo »

    Bestiacce. « Sssssh! » le redarguì con l'indice al naso in segno di silenzio.

    « Abbiamo un lavoro pesante, per entrambe. Una di voi due rimarrà con una persona, là fuori. Non dovrà sapere della vostra presenza per tutto il tempo. Di tanto in tanto cercherò di avvicinarmi e grazie all'altra potrete riunirvi a me. Ora, decidete intanto chi delle due va. L'altra rimarrà con me per un altro lavoro »

    « Io! Io! Ioo! Iooooooooo » stridette la più piccolina di nome Mimi (riadattato da Fujiko).

    « Bene. Ora ti lascerò sui vestiti di questa ragazza. Quando Masu ti avviserà vorrà dire che saremo nei paraggi e potrai tornare da me. In cambio berrai il mio sangue »

    Era un patto irrinunciabile per una sanguisuga. Bere il sangue del proprio padrone era come il miele per le api o il nettare per gli dei.

    « Andiamo »

    Uscì dal bagno ed Aoi si preoccupò fosse tutto ok. « E' a posto. E' passato subito »

    Mimi era nascosta nella manica sinistra di Fujiko e Masu nell'altra.

    « Credo ti lascerò riposare. Ci rivedremo senz'altro nei prossimi giorni per aggiornamenti » le disse allungando la destra per stringerle la mano mentre con la sinistra richiamava a se Mimi pronta a lasciarla addosso ad Aoi.
    Durante la stretta Fujiko rinforzò con la sinistra il saluto e Mimi ne approfittò per uscire ed attaccarsi sotto la manica di Aoi.

    Da lì in poi doveva cavarsela da sola senza farsi scoprire.
    Una volta fuori dalla palazzina chiese a Masu di comunicare con sua sorella.

    « Ora istruiamo Mimi. Dille che dovrà recepire ogni frase e minimo dettaglio. Nei prossimi giorni entrerà in un'azienda, la Mishima Zaibatsu la quale si occupa di spedizioni di carichi importanti. Il suo capo è Kazuya Mishima. La donna sulla quale si trova si chiama Aoi Kunieda. »

    « Ok Fuji-fuji »

    E quella sera era conclusa.
    Fujiko si prese il giorno successivo come giro turistico per Iwa. La percorse per tutta la lunghezza a nord, dalla prima alla settima strada e poi il pomeriggio tutto l'asse centrale dalla settima alla prima.
    La sera si riposò a casa.
    Il giorno dopo percorse la zona sud dalla quarta alla prima strada e dalla prima alla settima sino a scendere infine alla zona del porto e farsela a ritroso.
    Quel pomeriggio visitò il palazzo del Daimyo giacchè le fu detto che era più un museo che la casa residenziale.
    La sera andò a fare visita, regolarmente stavolta, ad Aoi. E mentre le parlava e si aggiornavano le due sanguisughe si scambiavano le informazioni tra di loro.

    Masu, usciti dalla palazzina, avvisò Fujiko che Mimi era alquanto dispiaciuta di essere sfruttata mentre la sorella maggiore girava per la città assieme alla padrona.

    « Che idiota! Non mi sto di certo divertendo. Dille che domani l'andremo a trovare mentre tu inizierai il lavoro per me. »

    L'indomani, detto fatto, di mattina presto, Fujiko si recò sotto forma di civile alla Mishima seguendo a debita distanza Aoi, precedentemente pedinata da sotto casa sua.
    Mimi e Masu erano già in contatto e Fujiko stava per entrare nel palazzo se non avesse avuto difficoltà.
    Se, da informazioni precedenti, Fujiko era venuta a sapere di eventuali controlli, avrebbe evitato di entrare trasformata.
    Quindi avrebbe cercato un bambino e con aria gentile gli avrebbe chiesto un favore.

    « Ragazzino. Li vuoi 100 Ryo? Sì?! Allora devi farmi vincere una scommessa. Lo vedi quell'uomo là che fa finta di non vedermi? » indicò un signore a caso nella folla mentre aiutava Masu ad attaccarsi al bambino. « Dice che non saprei nemmeno prendere le caramelle da quel palazzo senza vergognarmi. Ora gli facciamo un bello scherzetto. Tu entri là, prendi le caramelle ed esci senza scappare. Se ti fermano digli una scusa qualsiasi. Poi torna da me e ti dò i soldi. Ok? »

    Il bambino non ci capiva molto di quella situazione e fissava prima Fujiko poi l'uomo che parlava con un'altra persona.
    Alla fine andò a prendere una manciata di caramelle dalla signora alla reception dicendo che aveva fame.
    Lei lo sgridò ma, intenerita, gli concesse comunque due caramelle lasciandolo andare.

    Là dentrò doveva intervenire Masu attaccandosi alle persone che passavano grazie a piccoli saltelli ravvicinati tra loro.
    Nella mancanza di gente, doveva arrampicarsi sugli edifici.
    Il suo compito del giorno era rimanere all'interno della Mishima sino all'indomani.

    Il bambino uscì e portò le caramelle a Fujiko la quale gliele regalò assieme ai soldini.
    Lui, tutto felice, andò via correndo con in mano i soldi appena guadagnati.

    Fujiko se ne andò.

    Il terzo giorno Masu, che nel frattempo era in perenne contatto con Mimi aveva tentato di arrampicarsi al soffitto e trascinarsi verso gli uffici. Sebbene questo compito le richiedesse più attenzione cercava di captare anche lei alcuni segnali dalle persone lì attorno.
    Quindi quel dì doveva portarsi il più possibile nei pressi della stanza di Kazuya grazie anche all'aiuto di Mimi che le dava le coordinate per arrivare da lei oltre che captare la direzione della sua "particolare voce".

    Fujiko andò a riprendersi Mimi da Aoi il quarto giorno quando la rivide uscire dai vestiti e strisciare sul divano.
    Subito l'amministratrice l'afferrò.

    « Un insetto, tutto a posto. Me ne libero subito » disse correndo verso la finestra, aprendola, e facendo finta di buttare via quel coso. Intanto Mimi si era già rifugiata.

    Tornata a casa, dopo la consueta chiacchera con Aoi, Fujiko autorizzò a Mimi di prelevare il suo sangue, senza esagerare.

    « Yuppiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii »

    Fujiko venne a sapere, per voci prima che dai suoi gregari, che vi era stato un attentato proprio nelle vicinanze della Mishima. Al che il suo pensiero corse direttamente a Gai, preoccupata che potesse stare bene.
    Lo rincuorò vederlo sano e salvo. Ovviamente, lui non le aveva detto nulla.

    « Chissà chi è stato e per quale motivo. Certo che sono dei veri idioti! Voglio dire, in piena mattina e per di più nemmeno all'ingresso. Cavoli! Se vuoi fare un attentato fallo quando c'è gente e all'ingresso! Bah...dilettanti. »

    Gai ammutolì. Morea, che forse lo comprendeva un po' di più, l'osservò lanciando un'occhiata sospetta. Forse capì ma anche se l'avesse saputo l'avrebbe protetto.

    Dato che i giorni seguenti Fujiko iniziava ad annoiarsi specie a non ricavare informazioni utili decise di adottare un secondo piano.

    Passare in rassegna i villaggi limitrofi. Ci andò sotto copertura. Visitò per prima Kakogan alla ricerca di notizie sul luogo, sui rapporti con Iwa, sulle principali industrie.
    Poi, la sera, frequentava qualche locale, talvolta offrendo da bere per estirpare a qualche bevitore incallito informazioni sui traffici di merce nei dintorni.

    Fece così anche per Mabaru il dì seguente.

    Poi tornò a casa e Mimi diede nuovamente il cambio a Masu con la stessa identica strategia.
    Ritornò da Aoi per chiederle qualcosa e se ne andò con la stessa velocità.
    Regalò anche a Masu il suo sangue per quella notte, l'altro braccio.

    C'era da dire che le due sanguisughe, una volta bevuto tutto quel sangue si erano talmente ingrossate che dovettero riposare un giorno per smaltirlo tutto e ritornare al loro aspetto.
    Dall'altra parte, la mattina Fujiko si era risvegliata per la seconda volta dopo quel "prelievo" con un senso di debolezza e mal di testa per tutta la mattina tanto che per correre ai ripari dovette mangiare il doppio della colazione e una portata in più a pranzo.

    Se fosse stato possibile prevedere le uscite e gli incontri in città o fuori di Kazuya Mishima o di un suo vicino rappresentante allora Fujiko ci sarebbe andata di certo seguendolo per quanto possibile, da lontano. Da vicino, nel caso di un pubblico esercizio come un ristorante.
    In ogni occasione avrebbe cambiato "look" con la tecnica della trasformazione e se bloccata da luoghi non accessibili avrebbe atteso un suo ritorno; sino a prova contraria si stava spingendo troppo vicino al direttore o a chi per lui.




    « GAI »

    « TOSHIKO »

    « MOREA »
     
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    [Primo Giorno]



    I titoli dei giornali parlavano tutti del terzo omicidio. Iwa era una città grande, e gli omicidi certo erano all'ordine del giorno. Ma la possibilità di trovare tre donne pestate a morte e poi abbandonate al porto non era così alta, neppure lì.



    Mentre Ame, Morea, Toshiko e Gai giravano per la città, Fujiko frugava nella posta di Aoi Kunieda, senza trovare nulla di interessante, fatto salvo un buono per l'acquisto di creme idratanti in un negozio del centro. Non fu necessario fare effrazione o sfondare finestre, perchè la ragazzina nascondeva una chiave di riserva nel posto più banale: sotto lo zerbino.

    L'appartamento sembrava libero da cimici, trappole o affini, semplicemente era un trilocale pulito e tutto sommato carino (a parte l'orrido gusto di certi soprammobili coi gattini) in cui viveva una giovane donna dallo stipendio abbastanza buono. Inutile dire che la segretaria fu quantomeno sopresa di trovare qualcuno in casa, tanto che lasciò cadere la spesa e con un gridolino isterico si diede alla fuga, come per chiedere aiuto. Fortunatamente fu sufficiente il nome di Jin Kazama per tranquillizzarla.

    Anche se ancora scossa, la ragazza chiuse la porta da cui voleva fuggire, raccolse la spesa (le uova purtroppo si erano rotte) e poggiò tutto su un tavolo. Con le mani che ancora tremavano, prese posto nel salottino, davanti a Fujiko. Sapevo che sareste venuti, mi avevano informata...ma non pensavo che foste qui in casa..ho, ho temuto che potesse essere il killer... Chiunque leggendo il giornale o anche ascoltando conversazioni casuali poteva aver sentito di quella faccenda. Comunque la segretaria non ne sapeva più di quanto non dicessero i media. Ci volle qualche minuto perchè si calmasse, comunque diede la massima disponibilità. La volta scorsa mi sono fatta avanti perchè volevo aiutare...e sono ancora di quell'idea, anche se ho sempre paura che mi possano scoprire... Si coprì il viso con le mani. Chi Xue...la segretaria di allora... era un ninja in incognito, me lo hanno riferito.. Era vero, si trattava di Hinagiku Chikuma, presente nel rapporto della precedente missione a Iwa. ..e per quanto ne so potrebbero essercene altri.

    Non ci sono problemi..anche quel ninja di Suna mi ha fatto le domande allo stesso modo...Posso..posso darti del tu? Annuì, respirando profondamente, con gli occhi chiusi, prima che Fujiko la toccasse.

    1- La Mishima Zaibatsu si occupa di Import/Export. Fondamentalmente acquista e rivende merci di ogni genere, dalle più comuni alle più rare. Non fa distinzioni tra materie prime, pezzi da collezione o altro. Sin dalla sua fondazione ha commerciato solo con le terre a occidente, o con i continenti al di là del mare. Questo perchè il nonno dell'attuale presidente aveva perso moltissimi soldi in alcune transazioni con i Cinque Paesi...soprattutto con il paese del Vento, e decise quindi di non commerciarci mai più. I suoi discendenti hanno poi mantenuto la tradizione, e anche ora non ci sono rapporti commerciali con le terre di voi ninja dell'Accademia. (Iwa esclusa, per ovvie ragioni)

    2- Per quanto ne so è tutto regolare. Non ci sono problemi al riguardo, anzi, sono tutti molto attenti

    3-Diciamo che le persone più importanti sono in sei, me inclusa. Il Presidente, me, l'altra segretaria, Sadako Oda, assunta dopo la scomparsa di Chi Xue (ma non ha fatto nulla di sospetto, è completamente diversa da come era lei), poi Suguru Habane, che è il capo e coordinatore degli esploratori...in pratica quelli che guidano le carovane attraverso le terre aride fino a Occidente. Gli ultimi sono due ninja che il presidente ha assunto dopo...ecco..dopo l'incursione dei due ninja accademici. E' rimasto molto turbato da quell'invasione della sua privacy, così come dalle minacce che gli hanno fatto, dal tentativo di arrestarlo senza prove e dal fatto che lo abbiano obbligato a questa specie di tecnica di lettura del pensiero...credo la stessa che tu stia usando adesso..Ad ogni modo, sono due ninja, ma non vengono dall'Accademia..dicono di chiamarsi Kojin e Majin, ma non sono molto loquaci. Uno ha i capelli neri, lunghi, e strani abiti a manica larga (LINK). L'altro invece è più vecchio e ha una gamba di legno (LINK)

    4-Il Presidente appare sempre più strano. La maggior parte del tempo è serio, calmo e molto pacato, anche se sembra essere un pò più brusco del solito se ci sono errori o impicci...inoltre controlla costantemente i suoi corvi, come se fossero l'unica cosa che riesce a calmarlo...ma ha smesso di
    Ma il problema sono altri giorni. Quando arriva con gli occhi velati, come se avesse bevuto. E' irritato, irascibile e molto distratto, al punto da firmare storto. Non capisco cosa gli accada..ma a parte questo no..non penso abbia motivo per nascondere qualcosa


    5-Ora che ci sono quei ninja la sicurezza è al massimo, costantemente. Il presidente ha detto chiaramente che dopo il trattamento che gli hanno riservato quei due ninja accademici, non vuole più averci a che fare, per nessun motivo. Kojin e Majin fanno la guardia, con delle specie di loro copie nascoste un pò dappertutto, suppongo sia una delle vostre magie...e poi hanno anche fatto delle cose alle pareti e ai pavimenti, credo abbiano messo dei disegni o roba simile, ma poi hanno coperto tutto, quindi non saprei riprodurli. Oltre a loro e quei loro cloni, ci sono le guardie, almeno due per piano, poi un sistema di telecamere a circuito chiuso, e delle grate in tutte le vie di aerazione...sia di notte che di giorno

    6-Non posso avere una pianta accurata dell'edificio..non saprei come portarla fuori o copiarla senza che qualcuno lo scopra. però più o meno posso disegnarne una delle stanze che conosco, anche se le misure non penso saranno accurate.

    [Secondo e Terzo Giorno]

    Le due sanguisughe erano piazzate: una sul vettore e l'altra in arrampicata libera. A risuonare per l'ambiente erano perlopiù sterili discussioni di lavoro. Nulla di interessante salvo qualche commento sul culo di Aoi o dell'altra segretaria, o su quanto fossero fastidiosi tutti quei controlli prima di arrivare in ufficio e prima di andarsene. Musu tuttavia colse un importante frammento di conversazione



    Ma non potè sentire altro, perchè i due conversanti si allontanarono troppo in fretta perchè potesse seguirli. Tuttavia il suo problema principale fu la completa e assoluta interruzione delle comunicazioni con sui fratello! Mimi stava parlando come al solito



    Fine. Nessun contatto ulteriore. E anche Musu, se avesse raggiunto quel piano, sarebbe sparito nel nulla. Per ventiquattro ore, ogni tentativo di evocarlo nuovamente sarebbe fallito, senza alcuna possibilità di superare il blocco!


    [Quarto Giorno]



    La notizia dell'esplosione correva di bocca in bocca, ed arrivò alle orecchie di tutti i ninja infiltrati, anche quelli che magari non avevano letto i giornali. Ma sia i ragazzini del porto di Ame che le "buone donne" nella zona di Morea avevano tutti la stessa opinione.



    Toshiko intanto era entrata in polizia, ma come agente semplice non era stata assegnata a nessun caso importante. Tuttavia questo non le impediva di tenere le orecchie aperte, e cogliere magari qualche stralcio di informazione qua e là, o chiacchierare con i colleghi più anziani in cerca di "validi consigli"



    Intanto, se Fujiko fosse finalmente riuscita a trovare le sue sanguisughe, avrebbe scoperto che, dal mezzogiorno di quella giornata in poi, le creature sarebbero svanite nel nulla al solo entrare nell'edificio o al toccarlo dall'esterno! E una volta fatto puff, per ventiquattro ore erano fuori gioco

    Aoi kunieda, al riguardo dell'esplosione si sarebbe detta terribilmente scossa Ora ci sono almeno il doppio delle guardie, con turni più serrati..e i cloni di Kojin e Majin sono dappertutto..è impossibile intrufolarsi. Il presidente era furibondo, e ha detto che non si beve la storia del pazzo attentatore...secondo lui ci sono dietro dei ninja...dopo gli eventi di qualche mese fa ormai per lui sono un'ossessione.

    [Settimo Giorno]

    Nei giorni a seguire Gai aveva lavorato come manovale, osservando con cura i turni delle guardie all'ingresso del palazzo della Mishima, e soprattutto il modo in cui perquisivano chiunque arrivasse, con l'eccezione di chi esibiva una specie di cartellino con sopra un simbolo in vernice azzurra. Se però avessero seguito, tramortito e frugato una di queste persone, non avrebbero trovato altro che un foglio bianco.

    Aoi Kunieda avrebbe infatti spiegato a Fujiko che era stato dato a alcuni dipendenti e ai clienti più importanti. Reagiva al contatto della mano di chi lo toccava, e solo per determinate persone compariva l'inchiostro. A detta sua era opera di Majin.

    Intanto le indagini sull'esplosione proseguivano, e un giorno alle orecchie di Toshiko giunse un nome pericoloso.



    Disgraziatamente nemmeno Toshiko, Morea o gli altri sarebbero riusciti in nessun modo ad avere contatti con lui. Akima Kiku era semplicemente sparito nel nulla! Possibile che fosse stato fatto prigioniero dai Clan e poi gestito alla loro maniera? O forse era semplicemente scappato, abbandonando la sua esotica amante?

    Era passata una settimana, quando anche Ame ebbe la sua buona dose di grattacapi. Dopo essersi fatta un nome per le splendide decorazioni che vendeva, ormai molti la salutavano e la chiamavano per nome (o meglio, per il nome in prestito) e tutto sommato si stava scavando una bella nicchia nella zona. Tuttavia alcuni dei ragazzini che aveva arruolato, dopo averle portato l'ennesimo documento falso di un turista dal paese dell'Erba, la avvisarono che c'era qualcosa di strano e puzzolente vicino a uno dei magazzini al porto, poco lontano. Indagare era d'obbligo...e disgraziatamente non si trovò davanti quello che si aspettava. Due corpi: un uomo e una donna, pestati fino ad essere resi irriconoscibili, erano stati abbandonati là, nudi, da chissà quante ore.

    Una vista abbastanza raccapricciante, ma uno sguardo attento avrebbe potuto notare degli strani segni sulle carni martoriate: alcune di quelle lesioni non erano state certamente causate da pugni, ma da qualcosa si più grosso, e con una forma strana. Forse un soprammobile, o magari un'arma di qualche tipo. Purtroppo non ci sarebbe stato il tempo di approfondire, perchè la polizia fu lì in brevissimo tempo (per puro caso c'era anche Toshiko!) e ormai era tardi per allontanarsi. Fu costretta a rilasciare una dichiarazione, ma era palesemente estranea ai fatti, nè ci furono problemi con i suoi documenti, quindi fu lasciata andare in fretta.

    Il giorno successivo il giornale titolava



    [I giorni Successivi]

    Inutili le ricerche di Akima, così come inutili furono i viaggi di Fujiko nelle città vicine. Non ci furono altri eventi degni di nota, salvo i tentativi a vuoto di Gai per cercare una qualunque azienda che commerciasse con l'occidente. Semplicemente nessuno osava farlo, per via di un Embargo disposto ufficiosamente dalla Mishima. In teoria non c'era alcun divieto di commercio, ma in pratica non veniva emessa alcuna autorizzazione dagli organi preposti, quindi di fatto, non avrebbe mai trovato alcun contatto in quel campo. Ma in generale, non c'era lavoro per lui in nessun genere di azienda di import/export: "la Mishima ha il monopolio, è già tanto se noi riusciamo ad andare avanti così...non c'è possibilità di assunzione, mi spiace" (questa la risposta che, con poche variazioni, gli era stata schiaffata in faccia a ogni tentativo). Riuscì a lavoricchiare qua e là, ma non ne ricavò informazioni particolarmente utili, o comunque nulla che non sapesse già.

    Intanto Aoi aveva condiviso con Fujiko l'agenda del Presidente. In questo modo l'amministratrice aveva appreso che Mishima viveva e dormiva nel palazzo sede della sua compagnia, in un appartamento all'ultimo piano, anche se in realtà aveva anche delle stanze private nel sottosuolo, cui si poteva accedere solo con l'ascensore, purchè si fosse in possesso di una speciale chiave e di un codice di ingresso. Ultimamente il presidente aveva rimandato o annullato gran parte degli eventi mondani, tuttavia da lì a un paio di giorni aveva una importante cena di gala con alcuni ambasciatori stranieri, e avrebbe portato con sè sia Kojin che Majin. Sarebbe stata un'importante occasione per seguirlo e avvicinarsi a lui...o per cercare di introdursi nell'edificio della Mishima Zaibatsu.

    Ame invece si sarebbe trovata tra le mani un piccolo tesoro: il portafoglio con dentro i documenti di un certo Suguru Habane, e tra le carte stava un cartellino che lo indicava come dipendente di alto livello della Mishima Zaibatsu!

    [Oggi]

    Era il giorno successivo al ritrovamento dei documenti di Suguru Habane, e quella sera alle Otto Kazuya Mishima si sarebbe allontanato dal suo palazzo per andare in quello del Daymo, dove avrebbe avuto luogo la serata di gala. Non sarebbe stato un problema procurarsi delle carte per entrare indisturbati, ma forse ci sarebbero stati problemi ad avvicinarsi al bersaglio.

    In ogni caso quel giorno i giornali titolavano



    Ma i guai stavano solo cominciando. Quella mattina Morea aveva "inavvertitamente urtato" l'ennesimo gentiluomo in abiti eleganti, ma quando questi si voltò, non aveva esattamente un'espressione normale...

    masao_kakihara_13607



    Proprio te cercavo, sai? C'è qualcuno che vuole parlare con te. Io sono Masao Kiko..e se ho ben capito, dovremmo essere cognati. Diversi lampi metallici attirarono l'attenzione della ragazza. In mezzo alla folla c'erano almeno sei uomini armati, pronti a intercettarla se avesse provato a scappare, per non parlare dell'uomo che aveva davanti, il cui aspetto era tutt'altro che rassicurante. [I sei uomini sono Energia Verde - Masao è energia Blu] Non si sarebbero fatti scrupoli di trascinarla via anche se avesse urlato o sbraitato per attirare l'attenzione. Erano uomini del clan Kiku, e potevano benissimo far voltare dall'altro lato qualunque agente di polizia...e contro gente del genere non sarebbero state le persone comuni a insorgere.

    Quasi in contemporanea a Toshiko avrebbero consegnato un identikit che ritraeva una faccia da schiaffi ben nota: Gai. Il ragazzo era stato riconosciuto...forse da Akima, o magari da qualcuno degli uomini che gli aveva venduto l'esplosivo...fatto sta che ora la polizia conosceva la sua faccia...e lui era stato troppo stupido per cambiarla mentre preparava il suo piccolo spettacolo pirotecnico.

    Non ci sarebbe stato il tempo di avvisarlo, in ogni caso, perchè quella mattina, dopo l'ennesimo rifiuto di assunzione in una compagnia mercantile, Gai si sarebbe ritrovato davanti due agenti, che si avvicinavano con aria molto seria verso di lui, dopo aver guardato un foglietto. Poteva starli a sentire...oppure scappare, o magari pestarli prima. In ogni caso, lui era la persona che cercavano, e in quella strada poco trafficata, a quell'ora, era impensabile mescolarsi con la folla (e il fatto che il ragazzo fosse un armadio non aiutava)
     
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    002: Tutto da Vedere



    Cadaveri. Ame aveva cercato fino a quel momento di passare inosservata, ma ovviamente ciò non era possibile se si finiva in prima pagina per aver ritrovato due cadaveri, probabilmente uccisi dal killer che imperversava sulle prima pagine di tutti i giornali da qualche settimana a quella parte. Perfino i suoi "ragazzini", oltre ai suoi abituali clienti, le erano girati intorno molto più del solito solo per sapere qualche particolare macabro in più.

    Tutto quell'afflusso di piccoli straccioni però si era anche finalmente rivelato utile; dopo averla riempita di documenti inutili, ordini commerciali falsificati, ricevute di scommesse e fogli e fogliacci in quantità finalmente tra le mani di Ame capitò un piccolo tesoro, qualcosa di molto più fruttuoso di tutto quello che i suoi origami avevano visto in città in quei giorni (e avevano visto veramente di tutto, confermando la capitale come numero uno incontrastato per numero di adulteri). Erano riusciti infatti a taccheggiare finalmente l'individuo giusto: Suguru Habane. Dai suoi documenti e dal suo tesserino, con tanto di fotografia, risultava infatti un dipendente di alto rango della Mishima, fornito tra l'altro di invito ufficiale per la serata di Gala che si sarebbe svolta due sere dopo al palazzo del Daymo.

    Nella mente di Ame iniziò a prendere forma un piano, piano che insieme alla preparazione del pranzo e un bel programma televisivo le portarono via un po' di tempo. Quello che alla fine aveva delineato (tra un boccone ed un altro) era un piano pericoloso, un piano che l'avrebbe portata in prima linea...un piano insomma,che lei avrebbe scartato immediatamente, ma dal quale non poteva sfuggire, quantomeno per non essere rimandata a casa a calci per non aver collaborato a quella missione in alcun modo. Però stavolta avrebbe avuto bisogno di aiuto, per la precisione, avrebbe avuto bisogno della sua ex Sensei. Quello era un lavoro anche per Fujiko...anche se, a pensarci bene, Ame non aveva la benchè minima idea di dove si trovasse, anche se conosceva qualcuno che l'avrebbe potuta condurre da lei.

    Appena pronta, ma senza la sua slita bancarella, si recò nel primo dei vari luoghi che avrebbe dovuto visitare quel giorno; la dimora di Maya Orihara. Quella donna non aveva conquistato Ame la prima volta che si erano incontrate, e dubitava che sarebbero andate particolarmente d'accordo quella volta, ma la ragazza (o il vecchio) si ripromise di essere il più cordiale possibile, di ottenere velocemente ciò che voleva, e di sparire altrettanto rapidamente. Ame non sapeva se La Orihara fosse in casa, motivo per cui si sarebbe servita dei suoi origami per guardare dalle finestre senza essere vista ed appurare così la presenza o meno della sua ospite. Anche se, conoscendo la donna e la sua capacità di manipolare ciò che una persona credeva di vedere non si sarebbe fidata completamente di ciò che avrebbe visto. Fosse come fosse avrebbe bussato, suonato il campanello, fatto tutto ciò che era necessario finchè non avesse aperto, o nel caso non fosse stata in casa, l'avrebbe attesa sulla porta, con un grande e complicato drago di carta in mano, una consegna per la sua cliente, o quantomeno, questo sarebbe stata la risposta che avrebbe fornito se qualcuno le avesse chiesto che faceva li impalata (impalato?) di fronte alla porta.

    Una volta che fosse riuscita a prendere contatto con la donna allora sarebbero iniziate le sue richieste. « Buongiorno, buongiorno, ehm ehm! » Ame si schiarì la gola facendo al tempo stesso tornare il drago di carta a un'ammasso di foglietti. « Non so se si ricorda di me, ma sarei qui perchè mi necessiterebbero alcuni di quei suoi ottimi sigilli per rendere permanente una henge. Anzi, me ne basteranno tre, si si, proprio tre. Ehm ehm! » A furia di interpretare la parte dell'anziano signore Ame aveva preso alcune fastidiose abitudini, come schiarirsi sempre la gola e massaggiarsi spesso la schiena, come se fosse in preda a terribili reumatismi. « Ah si, ehm ehm, avrei anche bisogno di sapere l'esatta ubicazione dei rifugi che ha fornito alla mia, ehm ehm, compagna di squadra. Ehm, ho decisamente bisogno di mettermi in contatto con lei... » Un altro colpetto di tosse avrebbe interrotto la conversazione. « E un ultima cosa, vorrei sapere se fosse possibile procurarsi almeno un lasciapassare per la serata di gala che sarà stasera al palazzo dei Daymo. Ehm ehm! Io dovrei averne uno, ma vorrei che lo guardasse... ehm ehm! e che me ne assicurasse l'autenticità. Ehm ehm, se può ovviamente! » Ame sperava di averla irritata abbasta con i suoi modi da vecchio da spingerla a fare il tutto il più velocemente possibile per poi liberarsi di lei. Con il suo aiuto tutto sarebbe stato decisamente più semplice, e soprattutto, doveva muoversi molto velocemente. Il tempo a sua disposizione era molto poco.

    Ottenuto il materiale, o quantomeno l'ubicazione dei rifugi di Fujiko, sarebbe partita alla ricerca di quest'ultima. Preceduta da tre piccoli aeroplanini di carta avrebbe controllato rifugio per rifugio, sperando di incrociarla in almeno uno di essi, trovarla in quel momento era prioritario, ma se non ci fosse riuscita sarebbe tornata a casa per prepararsi per la sua serata di gala.

    ~ Trovata Fujiko

    Trovata la sua Ex-Sensei e neo compagna di squadra avrebbe dovuto, molto a malincuore, visto il carattere poco collaborativo da Ame chiederle aiuto, o quantomeno un certo tipo di supporto. « Bene, sono qui per chiederti aiuto per una faccenda che mi è capitata tra le mani... letteralmente. Ma forse farò meglio a essere breve e riassuntiva. Mi è "capitato" tra le mani un portafoglio con relativi documenti, tesserino, e invito per la serata di gala di stasera di uno dei dirigenti della Mishima. Non so cosa hai scoperto in questo periodo, ma, se puoi, sarebbe un ottimo momento per uno scambio di informazioni. » Avrebbe poi continuato « Veniamo però al motivo per cui sono qui. Intendo prendere il posto di quest'uomo, almeno per domani stasera, ma ho bisogno di aiuto per liberarmi del vero Suguru Habane, e, se possibile vorrei interpretarlo anche per i prossimi giorni, entrando direttamente alla Mishima...questo però posso farlo solo se tu vorrai interrogarlo. Non ho tempo per pedinarlo e imparare le sue abitudini, visto che il gala è tra poco e mi devo liberare di lui ben prima, per questo sono qui. Ho bisogno del tuo aiuto. E...ehm, il suo indirizzo è questo...» concluse con un sorriso colpevole.

    ~ Senza Fujiko

    Se Ame in tutto il suo girare non fosse riuscita a trovare Fujiko la situazione si sarebbe notevolmente complicata, ma la ragazza non si sarebbe persa d'animo, anche se avrebbe deciso in quel caso di affidarsi alla sua nemica più volubile, che più e più volte l'aveva tradita ed abbandonata: la fortuna. Con l'aspetto del dirigente della Mishima, i documenti e i due sigilli rimanenti in tasca, quando fosse stato il momento si sarebbe presentata alla serata di gala con un anticipo di circa quaranta minuti, per assicurarsi di entrare tra i primi e che il vero Suguru Habane non fosse già stato segnato come presente sulla lista. Una volta dentro avrebbe studiato la situazione, con un aeroplanino abbandonato all'ingresso, in un vaso, utile per avvisarla di fuggire in bagno per cambiare nuovamente aspetto se il suo "sosia" fosse riuscito ad entrare. Da li poi sarebbe stato tutto da vedere.



    Edited by Weasel - 20/9/2011, 18:46
     
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  18. Fujiko M.
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    1° Giorno


    Il primo giorno Fujiko raccolse le informazioni da Aoi. Basandosi e in parte fidandosi di quello che le veniva detto, le uniche persone sospette oltre al presidente erano le due guardie del corpo assunte. Delle stesse venne data indicazioni fisica così che Fujiko potesse ricordarle ed aggiungerle alla lista di quelle che già qualche giorno prima Shiltar gli aveva dato.
    Successivamente le avrebbe inserite nelle sue personali carte ninja. Così facendo poteva mostrarle a chiunque, in particolare ai suoi gregari e compagni di missione.

    Apprese inoltre dai quotidiani locali del serial killer in giro ad Iwa. Lei stessa poteva essere una vittima ma sicuramente a differenza delle coetanee poteva difendersi meglio. In tutto ciò non ricollegò nulla alla sua missione.



    2° Giorno


    Il secondo giorno le sanguisughe persero il contatto con il mondo di Fujiko. Le comunicazioni si erano interrotte e la stessa donna non lo venne a sapere sino al quarto giorno scoprendo un'amara verità.

    Infatti, non vedendo nessuna delle due sanguisughe scivolare dai vestiti della segretaria, si preoccupò. Alla fine della consueta parlata con Aoi uscì dal palazzo e ritiratasi a casa evocò le sanguisughe. Con sua estrema sorpresa apparvero.

    « Cos'è successo? Perchè non eravate con Aoi? »

    « Fujiko, non lo sappiamo noi. Siamo felici di rivederti. Sono due giorni che aspettiamo di essere evocate dal nostro mondo. »

    « Due giorni? Quindi sin da quando siete entrate la prima volta? »

    « Esatto. Ad un tratto stavo salendo con la donna e mi sono ritrovata risucchiata in un altro posto diverso da quello dove mi trovavo. Come se mi avessero evocato altrove. »

    « E la stessa cosa è successa a me qualche minuto dopo. Non ricevendo più notizie ho voluto seguirla e alla stessa maniera sono stata portata via. »

    « Però nessuno vi ha visto, giusto? » domandò Fujiko.

    « Sì. Nessuno. »

    « Sembra quasi che una barriera vi abbia bloccato. Forse farò bene a sentire Maya se ha idea di cosa possa esser successo. »

    Alla fine le evocazioni raccontarono dell'unica notizia degna di nota sul presidente e null'altro.

    « Bene. Per oggi va così. Tornate pure nel vostro mondo. Ci sentiremo presto. Grazie! »

    Le salutò mentre loro sparirono in un minuscolo sbuffo di fumo.

    Il giorno seguente Fujiko andò da Maya a chiedere maggiori informazioni su quelle barriere e se esisteva un modo per superarle.



    I Giorni successivi


    Ame avrebbe trovato Fujiko nella sua dimora a nord di Iwa rientrata da poche ore dalle limitrofe cittadine.

    « Ame, dimmi tutto. Trovato qualcosa? »

    La ragazzina scambiò le sue informazioni e le sue idee con l'ex sensei. Anche Fujiko fece altrettanto con quello che aveva appreso, a partire dalla segretaria e dall'impenetrabilità della sede tramite le sue evocazioni.

    A dirla tutta era un po' contraria, se non del tutto, ad ammazzare una persona presumibilmente innocente. Avrebbe preferito rapirla e tenerla chiusa al sicuro. Sicuramente Fujiko avrebbe potuto interrogarlo con tutta la volontà che aveva ma chiese ad Ame se riteneva sicuro liberarsene.

    Le propose inoltre la possibilità di sostituirlo lei direttamente ma temeva di intralciare il piano di Ame.
    Fujiko senza un lasciapassare non sarebbe potuta entrare alla serata e si domandò se la sunese fosse in grado di destreggiarsi tra le varie persone all'interno.

    Andarono comunque presso l'abitazione del funzionario della Kazama verificando fosse in caso ed eventualmente attendendolo.
    L'avrebbero bloccato ed ammutolito per evitare casini udibili da terzi.
    Una volta anche legato Fujiko era libera di interrogarlo come meglio credeva. Chiese ad Ame cosa voleva sapere mentre lei elaborava eventuali domande di rifinitura: persone che conosceva, in che tipo di rapporto era, argomenti preferiti, dati anagrafici e fisici di chi conosceva.
    Non voleva che Ame, o lei stessa qualora le fosse stato concesso, facesse degli sbagli. Essere così vicini al presidente era un'occasione rara e oltre a non doverla sprecare non bisognava farsi scoprire.

    C'era la possibilità d'infiltrarsi nella Kazama ma Fujiko dubitava di riuscirci. Le sanguisughe non erano andate oltre ad un certo piano e qualche altro ostacolo poteva essere stato implementato dopo l'esplosione.
    Per assurdo, forse, era più probabile entrare di giorno e vedere con i propri occhi.

    Quella sera, alla fine del loro lavoretto svolto il più pulito possibile concluse con Ame di rimanere insieme a lei mentre tornavano alla casa assegnata a Fujiko.

    « Giornataccia...domani sarà ancora più nervosa e stancante. Ti suggerirei di stare da me, se per te va bene. Domani mattina, a mente fresca potremo capire meglio se le nostre idee possono funzionare. Che ne dici? »



    Oggi


    Era il giorno del gala e Fujiko ed Ame erano pronte dalla sera prima. Quella mattina le due fecero colazione insieme.

    In quegli stessi momenti Morea veniva accerchiata da uomini al cui comando c'era Masao.

    « Mi spiace, ma non vi conosco » continuò a dire all'uomo anche dopo averlo urtato precedentemente. « Non sono nemmeno sposata. State sbagliando persona e vi chiedo di lasciarmi andare. »

    Gai, invece, era bloccato da due agenti di polizia.

    « Buongiorno agenti, novità? » domandò l'uomo ancor prima che gli venisse esposto il reale problema.

    « Superfluo dirlo ma non ho fatto niente di tutto ciò. Non so come siete giunti a me. Se siete convinti di ciò bene. Non parlerò in assenza di un avvocato. E se pensate di arrestarmi vi chiedo di mostrarmi un mandato di cattura senza il quale le vostre parole non valgono niente. »

    Gai era in pericolo e non sapeva cosa poteva accadergli. Sapeva di Toshiko e sperava che intervenisse a salvarlo.

    In concomitanza Toshiko apprese dell'identikit di Gai. Quasi sbiancò nel vederlo. Non ci credeva l'avessero scoperto. Doveva avvisare Fujiko il prima possibile. Sapeva dove trovarla e lasciò detto che aveva un'amica che non stava molto bene.

    Quando poco più tardi Fujiko venne a sapere dell'intera storia le partì un embolo. Maledisse Gai per la sua idiota idiozia e mente bacata. Avrebbe senz'altro meritato di marcire in prigione se non fosse che rischiava tutta la missione per uno come lui.
    C'era pure Ame ad ascoltare il discorso per cui apprese la situazione al pari dell'altra ragazza.

    « Torna alla polizia e scopri chi è stato a segnalarlo. Scopri se ci sono avvocati o qualcuno che lo interrogherà. Voglio nomi e indirizzi. Portagli una delle mie creature così potrò sapere tutto anche quando non saremo lì con lui »

    E Fujiko evocò nuovamente le due piccole sanguisughe. Loro ovviamente erano sempre felici di vedere la loro padrona ma Toshiko che non le conosceva rimase inorridita. Una di loro doveva però essere consegnata a Gai.

    Convenevoli a parte c'era da informare pure Morea dell'accaduto. Perchè Fujiko aveva saputo che era stata lei a passare il contatto a Gai. E da notizia della mattina, il contatto accusato dell'esplosione, era stato trovato morto.

    Trovare Morea fuori casa era difficile perciò, quando Toshiko fece ritorno alla centrale, Fujiko chiese ad Ame di darle una mano. Quindi le avrebbe mostrato l'identikit di Morea tramite una carta ninja in suo possesso. Spiegò che Morea si doveva trovare a sud di Iwa, nella fattispecie in luoghi poco raccomandabili. Infatti come si poteva aver capito dall'intervento di Toshiko, l'amica di Fujiko aveva il compito di scavare nella malavita per agganci e indizi utili.

    Per liberare Gai pensò di trovare un uomo con la sua stessa corporatura, a cambiargli i connotati ci avrebbe pensato la sua arte. Mentre a falsare i ricordi le sue tecniche.
    Quindi diede ad Ame un secondo compito sapendola capace più di lei nel ruolo di ricercatrice. Doveva trovare un sostituto di Gai. Ed anche stavolta fornì un identikit fisico sebbene il volto era la parte che preoccupava di meno.

    Fujiko aveva con se una sola carta falsaria che utilizzò subito per dare un volto, una storia credibile a Gai. Con quel pezzo di carta avrebbe tentato di spacciare Gai per un benefattore e grande viaggiatore con alle spalle onorificenze del suo paese natio nonchè una famiglia nobile. Insomma, il classico bravo ragazzo che poteva aver tutto dalla vita ma al contrario si era messo al servizio degli altri.

    Andò a parlare per l'ennesima volta con Jin per aver udienza di Maya. Infatti, non potendo recuperare le altre carte, aveva bisogno di esse. Sapeva che ciò le faceva perdere tempo ma affinchè il piano riuscisse era necessario impiegarlo in tal modo.

    « Non è affatto un buon giorno! Ho bisogno di altre di quelle carte bianche se possibile. Inoltre ho bisogno di entrare in contatto con uno dei migliori avvocati di Iwa, o se sapete fornirmi l'indirizzo per raggiungerlo in giornata. »

    Se Fujiko fosse riuscita nel suo intento si poteva dire che era a metà strada. Trovando un buon penalista e costruendo un alibi e falsi documenti poteva provare a salvare Gai e a rimetterlo in circolo.
    Il piano consisteva nel trovare un sostituto di Gai e perdere almeno due ore per rifargli i connotati. Non doveva ucciderlo ma solo stordirlo con l'aiuto di Ame. Poi, privato dei documenti, Fujiko avrebbe messo in piedi la scena dei falsi ricordi, false immagini dell'esplosione, la voglia di farsi giustizia contro i dipendenti del palazzo esploso (un regolamento di conti - un torto), il nome di Akima Kiku e gli nascose di fatto il ricordo di dove si trovasse quel giorno a quell'ora.

    E tutto questo mentre era già pomeriggio!

    Fujiko si sarebbe trasformata nel penalista asserendo di esser stato avvisato dell'accaduto da fonti vicine all'imputato. Se quella scusa poteva parere assurda in quanto Gai non aveva ancora parlato con qualcuno di esterno, dall'altro lato mostrando le carte false del ragazzo tentava di far vacillare la tesi della polizia. Ne chiedeva quindi le prove e le fonti senza le quali non avevano il diritto di tenere prigioniero qualcuno.

    Nello stesso momento Ame avrebbe dovuto occuparsi del vero avvocato al fine di catturarlo e non rischiare di trovarlo in giro o peggio ancora che qualcuno lo contattasse prima del previsto.

    Dopo qualche ore dall'eventuale rilascio, comunque prima di sera e magari con l'aiuto di Ame, una nuova segnalazione anonima alla polizia avrebbe indicato il luogo dove trovare il sostituto di Gai, "vero" responsabile dell'accaduto.

    Se Gai fosse stato libero Fujiko gli avrebbe suggerito di tornarsene a casa per l'interno giorno e non uscire da lì per nessuna ragione.

    E in tutte quelle ore c'era da capire se Ame era riuscita a trovare Morea e se ci fosse riuscita, in che tempistica.

    Il gala stava iniziando e le due ragazze avevano davvero poco tempo prima di passare al piano della sera prima.





    « GAI »

    « TOSHIKO »

    « MOREA »


    Edited by Fujiko M. - 18/9/2011, 16:53
     
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    003: Un buco nell'acqua



    L'incontro con Fujiko, uno volta scoperto dove fosse, fu estremamente fruttuoso. Sia lo scambio di informazioni che le domande della donna si rivelarono quantomeno un interessante spunto di riflessione. « Forse hai ragione, non è necessario ucciderlo e seppellirlo da qualche parte. Ma bisognerà nel caso trovare un luogo dove tenerlo, e io non posso decisamente infilarlo a casa mia tra un foglio e l'altro. Ad ogni modo se ritieni con quello che avrai appreso interrogandolo di poterlo impersonare con più sicurezza tu mi farei indietro volentieri. Passarti tutti i suoi documenti non è decisamente defficile. » Il vecchietto sorrise a Fujiko. L'idea di evitarsi di finire in prima fila interpretando un uomo semisconosciuto non l'aveva mai entusiasmata, ma per onestà aggiunse. « Ad ogni modo, avevo richiesto a Maya un altro lasciapassare per il gala... »

    Il passo successivo fu comunque l'occuparsi di Suguru Habane. Un uomo come tanti altri, ne più ne meno alto, ne più ne meno basso. Ma decisamente più brutto che bello. Mentre Fujiko si occupava delle domande di circostanza e delle informazioni basilari Ame, o meglio, il vecchio Warashi, si occupò di comunicare a Fujiko qualche informazione in particolare che poteva essere fondamentale sia per accedere al gala, sia nel caso ne avessero voluto prendere il posto nei giorni successivi. « Chiedigli di preciso che lavori svolge alla Mishima, in che rapporti è con il presidente, se conosce le sue abitudini o delle sua particolarità e poi domandagli chi ha particolarmente in simpatia e chi invece odia. Se prenderò le sue sembianze non voglio rischiare di abbracciare qualcuno che in realtà dovrei ignorare perchè mi ha pestato i piedi al lavoro. » Mentre la sua ex-sensei di occupava di queste domande ad Ame ne vennero in mente anche altre « Aspetta aspetta, fatti raccontare, se puoi, la sua giornata tipo. Tutte le abitudini, e i tic e le manie. Se per caso domani sera sarà un buco nell'acqua forse nei prossimi giorni potremo comunque usarlo per entrare alla Mishima, magari a turno. » Quando fu tutto sistemato si limitarono a lasciare l'abitazione, con tutta la noncuranza necessaria. Alla fine Ame trascorse la notte da Fujiko, sentendo la mancanza del suo morbido materasso e dei cuscini di piume.

    La mattina dopo, all'inizio di quella che si presentava una delle giornate più stressanti nella vita di quel povero anziano, o insomma, di Ame, fu aggiunto un carico di pessime notizie non indifferente. Che fosse la sfortuna di Ame che aveva già iniziato ad aleggiare anche su Fujiko? A quanto pareva uno dei "collaboratori" della donna era stato arrestato e incriminato dalla polizia della città. Decisamente un guaio per qualcuno come Fujiko, che pareva fare della segretezza uno dei suoi punti di forza.

    A quel punto però l'abilità di Ame si rese necessaria, e Fujiko, purtroppo consapevole della cosa, le chiese di aiutarla. Avrebbe dovuto cercare Morea, un'altra del suo gruppo, per avvertirla dell'accaduto, e allo stesso tempo, un uomo con una faccia e una corporatura abbastanza simile a Gai. Ame partì subito verso la zona Sud della città, dove pareva bazzicasse Morea, sperando di cogliere due piccioni con una fava. Si fece anche dire da Fujiko dove si trovava il rifugio che aveva in quella parte della città, così nel caso, da poterla incontrare li. Una volta nella zona vecchia liberò una dozzina di piccoli aeroplanini in cerchio intorno a lei e distanti circa duecento metri, sperando in questo modo di individuare rapidamente almeno uno dei due. La ricerca si interruppe circa all'ora di pranzo. Aveva trovato un sosia quasi perfetto da sostiuire a Gai. Era un pescatore, o così pareva, che stava dormendo con un grosso cappello di paglia calato sugli occhi appoggiato ad un pilastro di un molo vicino ad una barchetta. Ame, assicurandosi che nessuno li notasse, (anche se a quell'ora erano quasi tutti nelle osterie e nelle taverne a pranzare) gli si avvicinò, arrivandogli silenziosamente alle spalle, poco più di un secondo e con una sonora botta sulla nuca data con l'impugnatura di un bastone da passeggio che usava in quei giorni, l'uomo era svenuto. Caricato con un braccio intorno al collo e raccontando a chi avesse fatto domande che stava riportando a casa quell'ubriacono di suo nipote e che no! Non voleva aiuto, l'avrebbe scaricato nel rifugio Sud e chiamato Fujiko grazie ad una farfalla di carta che l'avrebbe ricondotta li perchè di occupasse di lui.

    Ad Ame a quel punto rimanevano ancora comunque due compiti. Doveva occuparsi di un noto legale di Iwa, imprigionarlo e mettendolo fuori combattimento almeno il tempo necessario per consentire a Fujiko di sbrigari i suoi affari impersonandolo senza che lui se ne andasse in giro tranquillamente. Trovarlo fu la parte più complicata e le richiese comunque tempo, sfruttò i suoi ragazzini e le informazioni fornite da Jin su chi era e dove si muoveva di solito. Se avesse avuto fortuna, l'avrebbe trovato che rientrava in casa a metà pomeriggio, arrivandogli alle spalle mentre apriva la porta avrebbe rapidamente, e silenziosamente, usato la tecnica del sonno per farlo cadere come un sacco di patate, legarlo, imbavagliarlo con un certo impegno e lasciarlo chiuso nel capanno degli attrezzi dove dubitava che qualcuno l'avrebbe trovato prima di parecchio. E nel caso sarebbero sempre potute passare ad occuparsene nuovamente.

    La ricerca di Morea invece sembrava difficile come vincere alla lotteria. Dopo un'intera giornata a setacciare la zona Sud della città con i suoi aeroplanini, controllando eventuali scantinati, finestre dei piani superiori e vicoli oscuri, solo la fortuna, (e parlando di Ame non era un buon inizio) avrebbe potuto dirle se e dove l'avrebbe trovata.

    Ormai però era tardi, ce l'avrebbero fatta a mettere in atto il piano elaborato la sera prima o la serata di gala non sarebbe stata altro che un buco nell'acqua (a Suna)?

     
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    [Da Maya, nei primi giorni dell'indagine]

    Non ci furono problemi a contattare Maya Orihara tramite Jin e le informazioni in possesso di Fujiko. L'incontro avvenne a casa della donna, che aprì la porta all'amministratrice indossando soltanto la biancheria intima (pizzo parecchio pregiato e trasparente) e una vestaglia tanto sottile da risultare quasi inesistente. Stranamente, non sembrava esserci alcun simbolo o sigillo disegnato sulla pelle o sugli abiti della donna, fatta eccezione per le unghie finemente decorate, che forse, a voler essere paranoici, avrebbero potuto nascondere qualcosa.

    Buongiorno. A giudicare dalla tua faccia non sei qui per una visita di piacere. Avrebbe fatto, carezzando la guancia di Fujiko con fare lascivo, prima di invitarla a entrare. Non credere che non me ne sia accorta, tesoro, ma prego, accomodati. Ammiccò verso una regione particolare del corpo dell'ospite prima di indicare una coppia di poltroncine dall'aria comoda e prendere posto su una di esse. Allora, quale è il problema?

    Ascoltò con attenzione il problema relativo alla "barriera" che impediva alle evocazioni di entrare nella Mishima. Uhm...un Jutsu interessante...io conosco una metodica per bloccare l'ingresso delle creature legate al Richiamo...ma ammetto che nemmeno io sarei capace di sigillarle da qualche parte per un giorno intero. Carezzò le labbra con le dita, lentamente. Sarebbe interessante avere davanti il sigillo in questione...perchè di certo si tratta di un Fuuinjutsu. Se me lo procurerai, potrei anche decidere di non aumentare la mia già ricca parcella presso Jin Kazama. Ma ovviamente Fujiko non aveva nulla del genere. Capisco...beh, senza studiare il fuuinjutsu non penso proprio di poter elaborare una contromisura efficace. Tuttavia penso di poter ottenere qualcosa con le mie conoscenze...una sorta di sigillo lasciapassare. Non garantisco che funzioni, ma penso che dovrebbe garantire una certa immunità dai Jutsu spazio-temporali per una mezz'ora circa. Non penso durerebbe di più.

    C'è un solo problema...produrne uno mi richiederà una settimana, quindi dovrete usarli con parsimonia...cercherò di fornirvene il più possibile.
    Poi si sporse in avanti, mostrando ancora di più il seno. Ma a parte questo...posso chiederti come mai questo cambiamento? Si tratta forse di autoerotismo?

    In ogni caso, avrebbe fornito quanto richiesto senza ulteriori problemi.

    [Sempre da Maya, ma diversi giorni dopo]

    L'ingresso della casa di Maya Orihara non dava affatto l'impressione di essere la residenza di un ninja specializzato nei fuuinjutsu di alto livello. In ogni caso Ame non dovette aspettare molto prima che la donna le aprisse. Ah, signor Warashi, vi aspettavo. Disse, con tono estremamente cordiale, scostandosi dalla soglia per far entrare la sunese. Quel giorno indossava un abito molto attillato in foggia orientale, decorato da svariati motivi in forma di spirale. Entrate, vi prego. Alla chiusura della porta Ame sarebbe tornata immediatamente al suo aspetto originale. Oh, non preoccuparti, il Simbolo di Verità blocca ogni genere di trasformazione o illusione, almeno fintanto che resterai all'interno. Indicò con un cenno della mano un comò poco distante. Lascia pure il dragone là...ti stai facendo un certo nome nei quartieri poveri e ammetto che ci sai fare con questi Origami, sai?

    Si sarebbe voltata, prendendo una delle mani della Sunese. Una mano davvero bellissima. Ne carezzò il dorso. Ma dimmi, cosa ti porta da me? Le sorrise, arriciando appena quelle labbra dipinte di un rosso acceso, dopo aver lasciato la mano e fatto cenno di accomodarsi. Dopo le dovute spiegazioni, avrebbe accavallato le gambe con deliberata lentezza, mostrando un accenno degli indumenti intimi, per una frazione di secondo. Non ci sono problemi per i miei Fuuinjutsu...anche se il tuo, pardon, la tua amica mi sta facendo penare per alcune richieste particolari, questo non mi impedisce di produrre quelli più semplici.

    Quanto all'invito, beh, suppongo sia autentico, ma sarebbe facile da replicare. A parte un piccolo problema.
    Indicò il nome segnato sulla carta. C'è un nominativo. Posso anche creare una copia perfetta, ma ti serve il nome di qualcuno invitato...non posso certo metterci un nome a caso, non credi? A parte questo, avrebbe fornito indirizzi e indicazioni come richiesto

    [La cattura di Suguru Habane]

    Suguru Habane era un uomo abile a muoversi nel deserto, e dotato di un certo sesto senso, con qualche capacità di autodifesa...ma niente che potesse anche solo rivaleggiare con un Genin dell'accademia. Fortunatamente viveva solo, e ridurlo all'impotenza fu decisamente semplice. Ci volle un pò di tempo per completare l'interrogatorio, ma alla fine ebbero le informazioni che cercavano.

    S. H.

    Suguru Habane è un uomo di 36 anni, celibe, onesto, di temperamento mite ma non certo pavido. E' un esploratore professionista e conosce il deserto come le sue tasche, soprattutto i difficili percorsi che portano a occidente.
    Ha una cotta per Aoi Kunieda, ma non oserebbe mai dirglierlo
    La sua più grande paura sono i pagliacci.
    Tipicamente non mangia mai dolci, anzi li tollera a malapena, ma ha piuttosto una vera e propria passione per le olive, soprattutto se snocciolate.
    Adora le corse di cavalli (ne parla spesso, fino alla noia) e i modellini in scala delle navi.
    Non ha fratellie ha un'ottimo rapporto con suo padre, ancora in vita ma malato di cuore da circa due anni. La madre è morta di tumore circa sette anni prima.


    Oltre a questo, fluiscono le informazioni dei principali conoscenti di Suguru, correlate all'immagine dei loro volti e delle relazioni di amicizia/inimicizia



    [Storia di Gai]

    Buongiorno. Rispose prontamente uno dei due, sulla cinquantina. Sembrava essere un agente stagionato, e prontamente spiegò che avevano intenzione di portarlo alla stazione di polizia per una chiacchierata informale riguardo agli eventi degli ultimi giorni. Non abboccò alle parole del grosso ninja, rispondendo a modo. Se davvero non centrate nulla tanto meglio, ma certo che mettersi così sulla difensiva potrebbe sembrare sospetto, se non fossimo tra brave persone, no? Ad ogni modo, chi ha parlato di arresto? Al momento ci interessate come persona informata sui fatti...e mi sembra inutile sottolineare che andarsene non gioverebbe al mantenervi in questa categoria.

    Parole velate per dire che, se non fosse andato con loro, sarebbe divenuto senza dubbio un ricercato, ed allora le possibilità di muoversi liberamente per la capitale sarebbero crollate parecchio. Senza contare che potreste considerare la nostra presenza come una forma di protezione. Dopotutto, ci sono molte persone irritate per l'esplosione di qualche tempo fa, e potrebbero fare delle sciocchezze. Se Akima Kiku aveva parlato, ma era stato poi trovato morto, allora era probabile che anche i grandi clan criminali avessero una mano in tutta quella faccenda. E nascondersi dalla mala sarebbe stato assai più difficile che farlo dai poliziotti.

    Alla fine, se Gai fosse stato portato alla stazione, dopo un interrogatorio molto farlocco da parte di un tizio coi bafetti sarebbe stato sbattuto in cella "a titolo precauzionale" e poco importava ai presenti delle sue possibili proteste. Nessuno avrebbe mosso un dito per lui, nè si sarebbe indignato.

    Quando Toshiko tornò alla stazione, assieme alla ben nascosta sanguisuga, riuscì dopo poche chiacchiere a scoprire qualche informazione aggiuntiva. Al momento il "gigantone" era stato messo in cella, in attesa che Goro potese interrogarlo più approfonditamente. Al momento gli aveva fatto solo qualche domanda generica, ma voleva lasciare che l'altro si irritasse un pò dietro le sbarre prima di fare sul serio.



    Goro era un uomo alto, magro e con baffetti curati. (immagine di riferimento)Qualche volta Toshiko lo aveva incrociato durante quelle settimane, ma non essendo assegnata ai suoi casi non aveva avuto possibilità di parlarci direttamente. Questa volta lo avrebbe beccato alla sua scrivania, tutto gongolante per la riuscita della sua azione. Lo abbiamo beccato senza problemi, e ora lo farò crollare nel giro di poche ore. Scommetto tutto quello che volete che questo gran bastardo fa parte di qualche gruppo terroristico che voleva spezzare l'equilibrio tra i tre Clan e trasformare la capitale in un inferno!

    E non mi stupirebbe se fosse anche il tanto ricercato serial killer, tu che ne pensi, Kudo?
    Il detective della scrivania vicina sbuffò, alzando gli occhi al cielo. Non coincide con il mio profilo, Goro, e sono convinto che, anche se colpevole, non abbia nulla a che vedere con i Clan. Anzi, penso che anche l'omicidio di Akima Kiku non sia affatto opera del killer, ma piuttosto di un emulatore,o di un professionista che ha goffamente cercato di nascondere il suo omicidio. Shinichi Kudo aveva un'espressione da eterno ragazzo, ma i suoi occhi trasmettevano una grande forza (immagine di riferimento) e di certo non sembrava uno che parlava a vancera. In ogni caso nessuno avrebbe impedito alla ragazza di vedere il prigioniero, e passargli la sanguisuga assieme al pasto dell'ora di pranzo fu piuttosto semplice.

    Intanto Fujiko avrebbe messo in atto il suo piano in tempi estremamente rapidi, ottenendo direttamente da Jin Kazama le informazioni sul miglior avvocato della zona, di cui si era servito diverse volte. Non andò a chiedere a cosa servisse o perchè, sempre per evitare eccessivi coinvolgimenti in caso di fallimento della missione, anche se appariva decisamente preoccupato per le continue richieste da parte della Kiriana. Maya avrebbe a sua volta fornito i documenti falsi, accennando ancora una volta a come ogni intervento accademico facesse aumentare la sua già cospicua parcella.

    Trovare un marinaio grosso e tonto al porto non fu affatto problematico: ad Ame bastò chiedere ad alcuni dei ragazzini, che gli indicarono almeno una mezza dozzina di candidati adatti. Alla fine scelse quello la cui corporatura era più simile a Gai, e con il colore e il taglio di capelli più somigliante. Si trattava di uno di passaggio, e sembrava molto avvezzo alla bottiglia. Catturarlo e fargli il lavaggio del cervello richiese quasi due ore, mentre mettere fuori gioco l'avvocato si sarebbe rivelato molto più difficile: era sempre in mezzo alla gente, e entrava e usciva dal tribunale, probabilmente nelle diverse fasi dei processi che aveva in corso. A giudicare dalle voci stava al lavoro fino alle nove di sera, e quindi coglierla mentre tornava a casa avrebbe significato abbandonare l'idea della serata di Gala. Avvicinarla sarebbe stato impossibile, anche attirandola con biglietti di carta arrivati "magicamente" nelle sue tasche o alla sua scrivania (li avrebbe ignorati).

    L'unico modo di raggiungerla in un momento in cui era da sola, sarebbe stato avvicinarla nel bagno delle donne. Ma per entrarci Ame avrebbe dovuto rinunciare al suo travestimento..e non aveva abbastanza sigilli di Henge Perpetua per assumerlo nuovamente. Stava a lei decidere se rischiare e lasciare libero l'avvocato (di cui avrebbe comunque evidenziato l'aspetto (immagine di riferimento)) oppure rinunciare, per il resto della giornata, al suo aspetto di copertura (almeno, non senza spendere vagonate di chakra). Comunque andasse, forte del suo aspetto, Fujiko si sarebbe fatta avanti per perorare la causa del suo "cliente".

    Attorney

    L'avvocatessa si fece avanti nella stazione con la sua solita ferocia e competenza, pretendendo di parlare con il responsabile dell'arresto del suo cliente. Pochi osarono guardarla negli occhi (ma qualcuno si arrischiò a guardare certe altre parti del suo corpo) e dopo poco la portarono davanti alla scrivania di Goro.
    Documenti alla mano, andò a demolire pian piano ogni singola accusa portata dall'uomo, indicando le sue prove come assolutamente indiziarie (dopotutto erano basate su soffiate da parte di criminali della zona, senza veri testimoni) e insistendo per la scarcerazione del suo cliente.

    Durante tutta la conversazione, dalla scrivania accanto il detective Kudo guardava la scena con gli occhi socchiusi, serio ed attento, come se sentisse che quella discussione nascondeva qualcosa di sbagliato, ma non sapesse dire "cosa".

    Dopo quasi un'ora di discussione Gai venne rilasciato, ma non avrebbe dovuto allontanarsi dalla capitale nei giorni successivi. Inoltre, ormai le sue generalità e i suoi documenti erano noti alle autorità. Comunque andasse poi, non avrebbe avuto la stessa libertà di movimento.


    Poche ore dopo Toshio confermò il ritrovamento e la cattura del "vero" attentatore. Kudo sembrava dubbioso, ma non essendo il suo caso aveva poco da dire al riguardo. Goro invece avrebbe trionfalmente offerto da bere a tutti. Per lui il caso era chiuso.


    [Storia di Morea]

    A nulla servirono le proteste d Morea. L'uomo coi piercing avrebbe cercato di mollarle un ceffone colossale [Energia Blu] mentre gli altri uomini la avrebbero afferrata, per poi trascinarla forzatamente verso un vicolo, premendole qualcosa di bagnato e dall'odore pungente sulla bocca e sul naso. Molti voltarono la testa. Molti proseguirono dritti senza seguire la scena. Un solo uomo tentò di intervenire, ma due pugni bastarono a ridurlo alla ragione. Non si scherzava coi Kiku. Non in quelle strade.
    _

    Morea si sarebbe svegliata diverse ore dopo. Era nuda ed appesa per le braccia ad un muro, con delle catene. Ad occhio nessuno aveva abusato di lei, anche se aveva qualche livido qua e là, sicuramente procurato durante la colluttazione. Davanti a lei, seduto su una poltroncina, stava Masao, ed accanto aveva un vassoio con svariati oggetti metallici dall'aria appuntita, dei piercing e per finire un intero pacchetto di sigarette. Tu mi dirai tutto adesso. Chi sei? Cosa fai in questo territorio? Chi è il bestione che ha piazzato la bomba e soprattutto per chi lavori?

    Nè tu nè lui siete dei leader...è evidente. Chi muove le fila?


    Prese in mano un coltello dalla lama sottile. Io penso che il dolore sia il massimo dell'estasi, ragazzina. Procurarmelo...infliggerlo. E' sempre una forma di perfezione. Leccò lentamente il filo dell'arma, fino a procurarsi un taglietto sulla lingua. Sappi che intendo portarti nel mio mondo. Lentamente, e inesorabilmente. Ma potrei fermarmi a metà strada, se tu decidessi di collaborare.

    Si alzò lentamente. Stava per cominciare l'inferno.

    Ai fini della tortura intendo utilizzare una Houserule.
    Ogni PG o PNG ha un valore di resistenza alla tortura pari a 40 per energia. Ogni tacca in resistenza (bonus o malus) aggiunge o sottrae 10. Ogni Leggera inflitta con la tortura intacca di 10 questo valore. Fattori psicologici posso causare danni ulteriori, o ridurli. In ogni caso, maggiore è la quantità di danni subiti, e maggiore è la probabilità che la vittima parli. Portare a zero il valore di resistenza della tortura implica una probabilità del 90% :zxc:
    Sono le 12 quando Masao inizia a torturare Morea. Ogni ora causa fino a 40 danni da tortura.


    Nel mentre Ame avrebbe solo sprecato tempo a cercare Morea. Non c'era traccia di lei in giro. I suoi origami non la videro in nessuno dei posti che frequentava, mentre i suoi ragazzini avrebbero riportato sempre e solo la stessa informazione: Masao del clan Kiku la aveva presa...e potevano pure sognarsi di ritrovarla



    Viste le distanze, non era possibile andare a esplorarli contemporaneamente, e il club di giorno era chiuso. Erano le undici quando ottenne finalmente le informazioni, e dalla sua posizione ci sarebbe voluta un'ora per raggiungere una qualunque delle tre locazioni. Spostarsi poi da un'appartamento all'altro avrebbe richiesto altro tempo. Tempo che Ame non aveva, dato che doveva anche trovare e catturare il capro espiatorio per rilasciare Gai...e pure l'avvocato. Valeva la pena di cercare Morea? O la avrebbero lasciata al suo destino?


    Riepilogo della tempistica

    Ore 9: Morea viene Catturata

    Ore 10: Gai viene Arrestato, Fujiko e Ame vengono informate

    Ore 11: Gai viene arrestato, Fujiko organizza il piano, Ame trova informazioni su Morea

    Ore 12: Inizia la tortura di Morea

    Ore 14: Il marinaio viene catturato, dopo due ore il lavaggio del cervello è completato

    Ore 16: Ame deve decidere se catturare o meno l'avvocato

    Ore 16.30: Fujiko si reca in stazione per far rilasciare Gai

    Ore 18: Il marinaio viene arrestato e Toshiko lo conferma



    [Serata di Gala]

    Erano le otto di sera, e la créme della capitale stava convergendo verso il Palazzo del Daimyo LINK, il cui ampio ingresso, di recente ristrutturato, era preceduto da uno spiazzo con piastrellle e lastre di marmo. Le panchine e i cartelli rendevano conto dell'uso recente che era stato fatto del'edificio, attualmente sede di diverse mostre d'arte e di un museo. Occasionalmente, comunque, il luogo veniva sfruttato anche per eventi mondani, come quella serata in onore degli ambasciatori che venivano da Occidente.

    Non ci furono problemi a superare l'ingresso (il travestimento o i documenti falsi avrebbero funzionato perfettamente) e subito gli ospiti si sarebbero trovati di fronte al giardino interno, illuminato quasi a giorno da decine e decine di lanterne sospese nel buio. Piccoli vasi colmi di cera ed estratti di erbe erano accesi a mò di candele, spandendo un aroma delicato che aiutava a tenere lontani gli insetti. E decine e decine di persone in abiti eleganti, accalcate vicino ai suonatori (posti ai quattro angoli dell'enorme giardino) o sui tavoli centrali ricchi di prelibatezze e decorazioni floreali.

    Diverse persone si sarebbero avvicinate a saltare Suguru Habane, ma risultavano nei ricordi estratti e sarebbe stato facile rispondere in maniera appropriata. Piuttosto era difficile non notare Kazuya Mishima, vicino al tavolo del buffet, con le due guardie del corpo sempre accanto. Parlava poco, e sembrava molto calmo e distinto, forse un pò freddo, ma non inavvicinabile. Certo, era da vedere se valesse la pena di rischiare con le due guardie del corpo là presenti: visto quello che erano riusciti a fare per rendere la Mishima quasi impenetrabile, cosa avrebbero potuto mettere in atto in quel frangente?

    Edited by Febh - 18/3/2012, 12:47
     
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  21. Fujiko M.
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    Giorni prima. Da Maya


    Fottutamente molesta. E porca! Maya era una gran bella donna e sapeva come farsi desiderare. Scostò leggermente il volto non appena questa lo toccò. Non le piaceva che qualcuno la toccasse prendendosi tanta confidenza...non quando era ancora una donna a metà.
    E sicuramente per quello l'aveva scoperto. Il suo "travestimento" era saltato per quel rigonfiamento in basso al quale aveva accennato.

    Le richieste di Fujiko potevano essere soddisfatte ma con tempi lunghi. Valeva comunque la pena provare. Ed acconsentì.

    In merito alle domande che le pose Fujiko rispose ironicamente.

    « Cambiamento? E' tutto naturale mia cara. Vuoi provare? » chiese all'altra.



    Ore 10.00 / 16.30 - Gai


    Ore 10.00
    Purtroppo la cattura di Gai aveva cambiato le carte in tavola creando un grosso problema a Fujiko. Se quell'incompetente non avesse fatto di testa sua spendendo tutti i Ryo in quell'inutile esplosione ora sarebbero stati tutti più felici e contenti. E magari con più calma addosso. Se poi ci si aggiungeva che Morea era sparita la situazione era ben più grave di come non la si voleva immaginare.

    Ore 14.00
    Fujiko supportò Ame nella cattura e nel lavaggio del cervello del marinaio. Inoltre sarebbe rimasta nelle vicinanze quando la ragazza sunese avesse avvicinato l'avvocato. Poteva osservare l'aspetto e i modi di fare per imitarla al meglio.

    Ore 16.00
    Così solo tramite una Henge avrebbe poi percorso il tragitto per arrivare alla centrale di polizia e scagionare Gai, rimandarlo a casa a calci nel sedere con sua grande sorpresa non capendo chi fosse quella donna (ma avrebbe retto il gioco per il bene della sua posizione).

    « Torna a casa e rimanici finchè tutto non sarà concluso. »

    Per il momento avrebbe ubbidito lasciando la cella e la centrale ringraziando l'avvocatessa.



    Ore 11.00 / 14.00 - Cercando Morea


    Ame non sapeva come cercare Morea. Aveva ottenuto poche e blande informazioni. E quelle dovevano bastare a Fujiko per cercare di sapere dov'era stata rinchiusa.
    Aveva tre location ma perlustrarle una per una, da sola, non sarebbe bastato il tempo. Ame aveva già altri casini a cui badare. Chiedere una mano ai suoi gregari era fuori discussione perchè avrebbe destato dei sospetti, specie con Gai.

    Nel frattempo che ragionava aveva ringraziato e salutato Ame accordandosi di trovarsi nel tardo pomeriggio per fare nuovamente il punto della situazione. Il luogo di ritrovo era nei pressi della casa dell'impiegato della Mishima; dovevano stare attente a non farsi vedere insieme e trovare un posto per parlare tranquillamente.

    Ore 11.00
    Era diretta verso uno dei tre posti suggeritole: un appartamento tra la Prima e la Seconda strada del Settore Vecchio. Era risaputo che un tale Masao avesse un sottoscala.
    Giunto e individuato il locale scelse una via secondaria per nulla trafficata ed evocò le sue sanguisughe spia.

    « Nusumimimasu »

    « Fuji-fuji! » gridarono all'unisono.

    Era contente di rivederla. « Che facciamo di bello? C'è qualcosa da succhiare? » domandarono alla ragazza.

    « Niente del genere. Una di voi due dovrà andare là dentro e cercare qualcosa per me. E' una ragazza rapita. Nusu andrai tu. Il posto è un sottoscala, quindi dovrai entrare e cercare con i tuoi sensi. »

    « E io? » chiese la gemella.

    « Tu verrai con me, da un'altra parte. Abbiamo poco tempo per cui andate svelte e non fatevi scoprire. Ogni rumore può esser utile. Anche se non è la ragazza. Magari c'è il suo rapitore e potrebbe lasciarsi scappare qualche parola utile. »

    « Ma tu dove andrai? » domandarono curiose.

    « Ho dell'altro da fare ma non preoccupatevi. Vi rievocherò tra massimo due ore, tu Nusu. Tra tre, te Mimimasu. Nusu, quello è l'edificio. Ti lascio all'ingresso. C'è una ringhiera che da a qualche cantina. Prova a passare da lì. »

    Fujiko tornò sulla via e si abbassò in prossimità della ringhiera fingendo di sistemarsi l'orlo dei pantaloni. Lasciò quindi la sanguisuga al suo lavoro che subito entrò dentro sparendo alla vista di possibili passanti.
    Sperava trovasse un buco per insinuarsi altrimenti doveva entrare dalla porta ma ci avrebbe messo più tempo.

    Quindi ritornò sui suoi passi mantenendo la comunicazione grazie all'abilità delle rispettive sanguisughe di comunicare a distanza. Per tre chilometri sapeva cosa stava accadendo e nel caso poteva ritornare indietro se non fosse riuscita ad entrare.

    Sperando che quella condizione non accadesse puntò alla Sesta e Quinta strada dove si trovava l'altro appartamento. Aveva un'indicazione più precisa ma, per non rischiare nulla, utilizzò la Henge all'interno del vano scala dove non doveva esserci nessuno. E quella fisionomia l'avrebbe mantenuta a lungo anche una volta uscita.

    « Eccoci » bisbigliò alla seconda sanguisuga. « Salgo al secondo piano e trovo la porta. Ti lascio lì vicino se non c'è nessuno e tu entri. Un'ora di tempo. Se c'è qualcuno vedrò di farti entrare in qualche maniera. »

    Quindi se non vi fosse stato nessuno in vista avrebbe lasciato la creatura proprio davanti la porta fingendo di cercare qualcosa. Diversamente poteva provare a lanciarla nelle vicinanze - avendo cura di avvisarla prima - o mollarla addosso a qualcuno che verosimilmente poteva superare la soglia di casa.

    Quindi compiuta quella parte di piano ritornò in strada che era mezzogiorno passato. Doveva cercare un posto per mangiare perchè iniziava ad avere fame dopo quella lunga camminata.
    Si recò a casa dell'impiegato catturato e lì trovò Ame. Scambiarono ancora alcune parole e convennero che dovevano cercare il loro capro espiatorio per rilasciare Gai.
    Una volta trovato e ripulito Ame si dedicò all'avvocato mentre Fujiko, rievocate le sue sanguisughe iniziò ad apprendere quanto avevano scoperto in quelle ore nei due luoghi diversi.



    Ore 12.00 - Morea


    Morea, la ragazza dolce e gnocca del gruppo. In quella situazione sarebbe stata molto meglio Toshiko, indubbiamente più intelligente e scaltra.
    Si risvegliò ricordando appena la colluttazione. La guancia le faceva ancora male e la sentiva calda. Mentre il suo corpo era come freddo; stava riprendendo i sensi lentamente e già aveva capito di essere appesa, legata.
    Ciò non le piaceva ma non appena aprì gli occhi scoprendo di essere nuda s'imbarazzò tantissimo, cercando di coprirsi come poteva, con le gambe in quanto le braccia erano bloccate.

    « Dove sono i miei vestiti? Cosa mi avete fatto? Perchè sono nuda? » domandò spaventata all'uomo davanti a lui.

    Poi riconobbe di chi si trattava. Lo stesso personaggio che aveva causato la sua prigionia qualche tempo prima.

    Quello voleva farla soffrire; le faceva domande alle quali non voleva rispondere per paura di incastrare i suoi veri compagni. Poteva resistere al dolore o doveva sacrificare qualcuno per il suo bene?
    Perchè non c'era Toshiko ad aiutarla? Queste le domande che si poneva quando l'altro si alzò.

    « Non farmi del male! Non ho fatto nulla. Non c'entro con tutta la storia. Non so di chi stai parlando! »

    Ma, sicuramente dopo i primi dolori che la costrinsero ad urlare e a piangere in balia del suo aguzzino, avrebbe parlato dando qualche nome vero. Forse tutti.

    « Sono qui assieme ad un amico. Non ho idea di cos'abbia combinato perchè non eravamo quasi mai in contatto! »

    Fece il nome di Gai, gli disse quanto tempo prima l'aveva conosciuto, ancora molti anni addietro, e che facevano parte della stessa organizzazione, i C.r.u.e.n.t.i.
    E in tutto ciò che era vero disse anche l'unica verità fuorviante.

    « Il nostro capo si chiama Chono Gau... » detto in un senso di colpa.
    Chono lo era stato per un periodo durante il quale avevano condiviso le avventure insieme ma da quando era stato rapito dagli otesi non aveva più traccia di lui.



    Ore 16.30 - Stazione di Polizia


    Fujiko, sotto Henge d'avvocatessa, una volta scarcerato Gai si recò da Kudo ignorando bellamente Goro.

    « Perdonate la mia irruenza di quest'oggi. Ho diversi fascicoli tra le mani ma vorrei proporvi una collaborazione perchè sono sicura che l'arresto di oggi non c'entra nulla con i recenti problemi che abbiamo qua a Iwa. » sporgendosi di più verso il ragazzo e lasciando intravedere la sua generosa scollatura gli sussurrò alcune cose.
    « Ho per le mani il nome di Masao dei Kiku. »

    Se le precedenti perlustrazioni da parte delle sue sanguisughe avessero dati esiti negativi allora avrebbe giocato d'astuzia sebbene, forse, il tempo poteva essere agli sgoccioli. Perciò gli disse « Sappiamo che gestisce un locale in centro. Purtroppo non ho prove tangibili ma pare che in queste ore ci sia qualche attività illecita al suo interno. Se fosse possibile controllare... » suggerì prima di ritirarsi in piedi.

    Quello era un azzardo dell'ultimo minuto e sperava, che se ancora Morea non era stata trovata, il ragazzo prodigio potesse aiutarla mentre lei era impegnata altrove.

    Se invece Morea fosse stata trovata in uno degli altri due appartamenti avrebbe fatto una richiesta analoga solo cambiando la descrizione del luogo.



    Ore 19 - Stazione di Polizia


    Toshiko finge di esser colta da un malore e chiede di tornare a casa. Accusa mal di testa e nausea.



    Ore 20 - Al Gala


    Appuntamento al gala. Ame aveva detto a Fujiko di esser riuscita a recuperare un pass per per lei. Che doveva accompagnarla anzi, accompagnare il finto Suguru Habane, in veste di escort senza ulteriori trasformazioni, al diavolo ai benpensanti.
    In uno scenario dove tutti sapevano la verità, sarebbe stato alquanto assurdo osservare come i ruoli e le parti in quella scena erano stati invertiti. Lei interpreta un lui. Lui interpreta una lei.

    Il piano a parole era semplice. Suguru veniva avvicinato da persone ma nessuna domanda particolare veniva posta. Questo aiutava la copertura.
    Kazuya Mishima invece, come i primi giorni, era sorvegliato speciale. Entrambe le ragazze sapevano che non era stato fattibile entrare e spiare nella sede. Quindi, anche se Fujiko aveva con se una delle due sanguisughe (l'altra l'aveva data ad Ame: Nusu, la piccolina) temeva che le guardie c'entrassero qualcosa. Ma tanto valeva rischiare.

    Per cui, approfittando di un attimo in cui Suguru era intento a parlare con qualche conoscente, lei si scusò staccandosi dal braccio di lui e si diresse a prendere dal primo cameriere libero due bicchieri di ottimo vino.
    Con la camminata da "sono la più figa qui dentro" provò ad avvicinarsi a Kazuya, se necessario ammiccando anche alle sue due guardie. Perchè se loro erano distraibili, magari più tardi con l'aiuto di Ame potevano avvicinarlo in altra maniera.

    Se fosse riuscita a parlare con il mega direttore si sarebbe presentata per prima cosa.

    « Kazuya-dono, è un onore fare la sua conoscenza. Sono un'amica di Suguru-san ed è stato lui a dirmi di Lei. Arriverà tra poco. Arriverà tra poco. Sono Shizune Kami. »

    E sulla parola amica usò tutta la sua bravura interpretativa per far intendere ciò che era da intendere; ovvero che l'amica era una copertura e che lei era una donna d'appuntamento.

    Durante tutta la serata Fujiko prestò attenzione alle persone più vicine a lei. Se sentiva qualche parola chiave cercava allora di volgere lo sguardo in un primo momento e dopo l'orecchio verso la fonte che le interessava per carpire eventuali discorsi.
    Se le era possibile faceva le solite domande di routine: tipo di lavoro e come procedevano gli affari; quella era una bella vita, ma fuori c'era la malavita: Kazuya è una persona di carattere magari un po' schiva; la serata è stupenda.

    Tutti discorsi utili solo per cercare appiglio in altri più "interessanti".



    Fine serata


    A conclusione di serata, salvo eventi imprescindibili, Fujiko ed Ame tornarono a casa di Suguru dove l'attendeva addormentato e legato per bene.
    Se non aveva nascosto nulla la farsa poteva concludersi altrimenti gli avrebbero posto altre domande.

    In ogni caso Fujiko avrebbe proposto ad Ame di giocarsela a pari o dispari per la vita dell'Habane.

    « Dispari »

    Buttò un tre con la mano.



    « GAI »

    « TOSHIKO »

    « MOREA »
     
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  22. Weasel
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    004: Uccidere non sarà mai il mio mestiere ♪



    Da Maya, giorni prima.

    L'ingresso non fu fortunamente niente di complicato, tranne che per il piccolo dettaglio che appena oltrepassata la soglia Ame perse l'amichevole aspetto dell'anziano signor Warashi per tornare nei suoi panni. I panni di una ragazza che da settimane non si faceva una maschera di bellezza o riusciva a mettersi un filo di crema idratante... per non parlare dei capelli!

    Non appena vide il suo viso riflesso in una delle tante superfici specchiate della casa rimase abbastanza traumatizzata, tra rughette, occhiaie e pelle screpolata dimostrava almeno quarant'anni. Una vera tragedia!
    Maya fu avvenente e provocatoria come al solito, ma la cosa non sconvolse particolarmente la ragazza ancora troppo turbata dalle condizioni in cui versava per prestare troppa attenzione a quello che diceva la Orihara, anche se non le sfuggì che, parlando della sua compagna di squadra, inizialmente si riferì a lei come se fosse un uomo. Ame, ad ogni modo, liquidò la faccenda immaginando che come lei anche Fujiko, a volte, andasse in giro sotto copertura.

    Finiti i discorsi inutili e recuperato quello che le interessava (i tre sigilli per rendere permanente una henge e un'altro invito, stavolta senza nome, per la serata di gala) Ame si limitò a salutare con un sorrisino tremulo, crecando di non guardare niente di specchiato mentre usciva dalla casa e riprendeva l'aspetto del simpatico e rigoso sigonr Warashi.

    Il giorno del super-lavoro

    Al porto

    Che quella giornata sarebbe stata pesante Ame lo sapeva già dalla sera prima, ma quando la mattina all'alba venne svegliata di soprassalto dall'immagine di Suguru Habane che soffocava nel suo sgabuzzino (dove la ragazza l'aveva lasciato) perchè gli aveva messo un bavaglio troppo stretto... beh, è tutto un dire. « Non sono fatta per questa vita io, no no no... »

    La mattina la ragazza, o meglio... il signor Warashi si separò piuttosto presto da Fujiko, dopo la scoperta della cattura di Gai, per andare a parlare con i suoi ragazzi. Se da quel giorno doveva di nuovo cambiare identità, diventando Suguru Habane era necessario che giustificasse la sparizione dell'anziano origamista. Si recò quindi al porto sperando di trovare chi cercava: Hoshi, il piccolo malvivente a cui facevano riferimento tutti i ragazzini della zona. Trovatolo, si affrettò a spiegargli la situazione « Ciao Hoshi, tutto bene a casa? Kaya, tua madre? Sempre con la febbre? Beh salutamela e falle gli auguri! Comunque... volevo chiederti un paio di cose... Io domani dovrò partire, vado a trovare i miei nipoti, ricordi la foto? Ecco, quindi avrei bisogno che per il prossimo periodo mi teneste d'occhio casa. Lascerò un cartello per segnalare che non ci sono ma vorrei che controllaste che nessun idiota la scambi per casa sua. Chiaro? In cambio del lavoro prendi quà.. » disse passando al ragazzino 1000 ryo « Dividili tra te e tutti gli altri. Potrei metterci parecchio a tornare perchè il viaggio è molto lungo, quindi nel frattempo i documenti che accumulerete per me tenetemeli da parte, potrei mandare dei miei amici a prenderli un giorno o l'altro ok? Saranno probabilmente o un tizio alto e con un po' di pancetta che si chiama Suguru Habane o una ragazzina magra magra con i capelli neri e con la faccia sempre arrabbiata: lei è Ame. In gamba allora eh! Bravo ragazzo! Salutami tutti! » Il ragazzino però la fermò un attimo prima che se ne andasse « Kazuo Kazuo! Fermo la! Abbiamo saputo qualcosa del tizio che forse ha la ragazza che cercavi! Senti qua!... » Così Hoshi informò Ame dei tre posti ce he il malvivente possedeva e in cui forse, ma solo forse avrebbe potuto trovare la sottoposta di Fujiko.

    Ame sospirò profondamente mentre mandava via il suo piccolo informatore, per poi scrivere velocemente su un foglietto le poche informazioni ricevute e mandarlo a cercare Fujiko. La ragazza catturata era con Fujiko e a lei spettava la responsabilità di occuparsene, anche se questo pensiero strinse un po' il cuore di Ame. Stava diventando sempre più sensibile, e questo non poteva essere d'aiuto visto il lavoro che faceva.

    Sistemata la faccenda del porto si diresse al piccolo rifugio dove aveva abitato per tutto quel tempo. Raccolse tutto il necessario e tutta la sua roba, lasciando nell'abitazione solo il carretto e qualche risma di carta. Preso poi un foglio, con la sua grafia piccola e rigida scrisse su un bigliettino:

    CITAZIONE
    Cari tutti,
    Sono in viaggio verso il paese del Vento per andare a trovare i miei nipoti più grandi e il nuovo piccolo arrivato, spero che come me possiate passare delle splendide giornate. Non appena tornerò il commercio di origami riprenderà come sempre.
    Buona giornata
    Kazuo Warashi

    A Casa di Suguru Habane

    Inchiodato il biglietto alla porta prese le ultime cose e si diresse verso la casa di Suguru Habane, luogo che, d'accordo con Fujiko, da quel giorno sarebbe stato il loro nuovo quartier generale, specialmente visto che d'ora in poi lei si sarebbe dovuta calare nei panni dell'impiegato. Arrivò quasi all'ora di pranzo e li trovò Fujiko, con la quale si aggiornò degli ultimi risultati e si accordò per il pomeriggio e la sera in particolar modo... « ...bene ok, si. Prossima tappa il marinaio, poi vedrò di occuparmi dell'avvocatessa. Qualcosa di sicuro mi verrà in mente. Per stasera piuttosto! Ci ho pensato parecchio e l'unica idea decente perchè tu venga con me è che tu lo faccia con la tua... beh faccia e tutto il resto. Mi spiego: abbiamo solo tre sigilli per rendere permanente una henge e uno verrà sprecato da me già stasera. Inoltre ho pensato a un fatto... se le tue due piccole aiutanti viscidine sono state rimbalzate nello spazio tempo quando hanno solo tentato di avvicinarsi agli uffici della Mishma... cosa potrebbere succedere se qualcuno sotto "copertura" come me dovesse avvicinarsi troppo al presidente? Forse come sono capaci di respingere le tue evocazioni sanno anche come scoprire se qualcuno ha la sua faccia o no. Quindi tu stasera verrai con me così come sei... diciamo come accompagnatrice... non so se mi capisci, e sarai tu a cercare di avvicinarti al presidente, almeno non ci sarà il rischio che cambi faccia proprio mentre sei davanti a lui. »

    Con Fujiko dalla sua per quanto riguardava la serata era il momento di occuparsi del resto. Catturare il marinaio, stordirlo e rintronarlo completamente non fu troppo difficile, e il lavoro di squadra fece bene il suo lavoro. Un altro discorso invece fu occuparsi di quella donna affascinante e acida come un limone che Fujiko aveva segnalato come uno dei miglior avvocati in città.

    Fuori dal tribunale

    Individuata la donna e studiatala per un po' di tempo fu subito chiaro ad Ame che era proprio una gran rompiscatole, autoritaria e rigida. Gli svariati tentativi della ragazza/signore anziano (che per giustificare la sua presenta davanti alla piazza del tribunale girava con una sacchetto di mangime e dava da mangiare a piccioni e colombi) di attirare l'attenzione dell'avvocatesa tramite fogli e foglietti con richieste d'aiuto/ tentatici di seduzione/ insulti vari che Ame fece arrivare nelle sue tasche e sulla sua scrivania furono assolutamente inutili. A quel punto si stava facendo tardi e o si sbrigava a mettere fuori gioco quella donna o presto ne avremmo viste due andare in giro per la città, e sarebbe stato un bel guaio.

    Ame, consapevole di non poter cambiare di nuovo faccia a meno che non volesse rimanere "a secco" di risorse, pensò a quel punto a un piano migliore, ma per portarlo a termine aveva bisogno di una farmacia e di un bar. La prima la trovò dietro l'angolo, luogo dove comprò due scatolette, ognuna con 6 dosi di uno dei lassativi più forti in circolazione... « Sa, il mio povero intestino non è più quello di una volta... Ahh, la vecchiaia! » il secondo posto, il bar, invece era esattamente nella piazza del tribunale, e guardarlo con attenzione era frequantato da parecchi avvocati, giudici e funzionari che entravano e uscivano.

    Con aria sicura e con la scatoletta in tasca si avviò nel bar dove, preso da parte uno dei baristi, inizio la sua recita. « Guardi, scusi davvero tanto se la disturbo, potrebbe farmi sei caffè appena può? Mi hanno mandato a prenderli il mio avvocato e i suoi collaboratori dal tribunale, visto che non servivo a nulla li... Sa, stanno cercando di dimostrare come sia stato il mio vicino a rubarmi tutta la pensione ma è così difficile... quel ladro! Sembra avere una scusa per tutto! Oh guardi... stanno lavorando tanto, e spero che ce la facciano.. Ohhh, sono così sfortunato... è terribile... davvero terribile... »¹

    Confidava che il ragazzo con le buone o con le cattive le avrebbe dato in fretta quei sei caffè, o per compassione o per togliersela velocemente di li. Ottenuti in qualche modo i suoi sei bicchierini con coperchio Ame si sarebbe rifugiata un attimo in bagno per creare con la carta un grembiule da cameriere credibile e provvedere a correggere tutti e sei i caffè con il suo acquisto, tenendone però una scatola di scorta. Perchè insomma... non si sa mai.

    Con un passo abbastanza spedito si sarebbe poi avviata verso il tribunale, aggirandosi per le sale e corridoi fino a che non avesse trovato la donna in ufficio. Li avrebbe proveduto a distribuire i caffè in giro, curandosi di darlo anche all'avvocatessa... in fondo, « Questi li manda il giudice, vuole che finiate l'ultima pratica quanto prima, o almeno questo è quello che ha detto quando ha chiamato al bar per ordinarvi questi » disse con la faccia di uno che non c'entra nulla e a cui non importa nemmeno un granchè di stare li [Interpretazione]. Andasse come andasse se l'avvocatessa si fosse sorbita il caffè avrebbe dovuto rifugiarsi nei bagni del tribunale e poi correre a casa quanto prima... a meno che non intendesse rovinare il suo bel completo firmato. Allo stesso modo, se anche non l'avesse bevuto dubitava che i suoi collaboratori invece avrebbero rifiutato l'offerta e a quel punto sarebbero stati loro a doversela dare a gambe e lei sarebbe dovuta rimanere nel suo ufficio a continuare anche il loro lavoro, permettendo a Fujiko di uscire indisturbata... o almeno... così sperava la ragazza.

    Serata di gala

    Era ormai l'ora giusta, e dopo essere toranta a casa per cambiarsi, assumendo così le sembianze dell'Habane (e rubandogli un bel vestito elegante dall'armadio dopo aver controllato che il loro ospite fosse ancora vivo nello sgabuzzino). Si trovò con Fujiko fuori dall'ingresso, dove le fornì il pass con il nuovo nome sul fronte: Shizune Kami. Si comportarono esattamente come tutti si sarebbero aspettati: una donna bellissima, decisamente non sposata, al braccio di un signore non più giovanissimo e non aitante.

    Ame/Suguru prima di pensare anche solo a provare ad avvicinarsi al super direttore cercò prima di tutto di immedesimarsi nel suo personaggio: salutò qualche persona, fece un po' dei soliti discorsi e diede delle amichevoli pacche sulle spalle a quello che risultavano essere "suoi" conoscenti da più tempo. Quando poi Fujiko si allontanò per andare a parlare con il boss dei boss Ame filò invece in bagno, tirò fuori un foglio di tasca, ci scrisse sopra "Guasto" e lo appese alla porta incastrandolo nello stipite, assicurandosi che non ci fosse nessuno che la osservava. Poi, entrata, si chiuse nel cubicolo più lontano dalla porta e tirò fuori dalla tasca Nusu (dove era accanto ai lassativi che aveva deciso di portarsi). « Ciao cara, tutto bene? » le avrebbe sussurrato a voce bassa « Puoi tenermi aggiornata su cosa sta succedendo a Fuji tramite tua sorella? ». Ame avrebbe potuto scoprirlo da sola usando la carta, ma preferiva, finchè poteva, risparmiare chakra. Quella serata avrebbe potuto promettere di tutto, e la prima cosa che doveva scoprire era se il suo travestimento sarebbe stato messo in pericolo dall'avvicinarsi al presidente, cosa che sperava di scoprire attraverso le due piccole sanguisughe. Se fossero riuscite a rimanere in contatto e la conversazione del presidente con Fujiko fosse continuata con una certa tranquillità Ame avrebbe provato ad avvicinarsi a sua volta, senza però trattenersi in lunghe conversazioni per evitare di intralciare Fujiko, altrimenti sarebbe rimasta ad ascoltare per poi tornare in sala rimanendo bene a distanza.

    Se le cose fossero andate per il meglio Ame si sarebbe occupata per il resto della serata più che altro di cogliere tutte le informazioni possibili riguardo a quello che sarebbe stato il suo luogo di lavoro dal giorno seguente. Battute tra colleghi, barzellette d'ufficio, discorsi sul lavoro e eventuali pettegolezzi tra dirigenti sarebbero stati il suo interesse maggiore.

    […]



    A Casa di Suguru Habane

    Finita la serata sarebbe stato li che, tendenzialmente, Ame e FUjiko sarebbero rientrate, provvedendo così a fare il punto su tutto quello che avevano scoperto quel giorno e su come comportarsi nei giorni seguenti. A un certo punto però Fujiko avrebbe fatto ad Ame una proposta terribile: il giocarsi che avrebbe eliminato Suguru ora che non era più utile.

    «Dispari»

    «... pari?»

    Per la prima volta però la fortuna fu dalla parte di Ame: al tre di Fujiko rispose con un 5. Otto era un numero pari. Avrebbe avuto sulla coscienza Suguru, questo si, ma almeno non avrebbe dovuto ucciderlo lei: non credeva che ne sarebbe stata capace, e questo avrebbe costituito un serio problema, visto che teoricamente... uccidere doveva essere il suo mestiere.



    ¹ - Una nel posto sbagliato al momento sbagliatissimo
    Ma perché capitano tutte a me?
    Abile: L'utilizzatore ha la capacità di finire in mezzo ad ogni trambusto, preesistente o no, nel quale ha la possibilità di entrare. Questa sua dote porta però ogni persona ad inserirlo nel gruppo delle "vittime degli eventi" anche se questo potrebbe non corrispondere a verità. Questa abilità non è vincolante in alcun modo rispetto alla giocata in cui si inserisce.
    [Da Genin in su]
    [Primo Slot]
     
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    [Maya - Con Fujiko]

    E se ti dicessi che mi va di provare? Rispose a tono la donna, avvicinandosi incredibilmente al volto dell'amministratrice di Kiri, tanto vicino da sentire il rispettivo respiro sulla pelle. Non sono una donna che si spaventa di fronte alle novità. Mai.

    [La ricerca di Morea]

    Il sottoscala era deserto. La sanguisuga era riuscita a entrare senza grossi problemi da una finestrella rimasta socchiusa, proprio all'altezza della strada. Non si trattava di un ambiente piacevole, quello era sicuro, ma non c'era traccia di Morea nè del suo aguzzino...solo una stanzetta polverosa, con un lettino sfatto e delle catene che sporgevano dal muro. Sembrava che là dentro non entrasse nessuno da giorni, e le chiazze sospette sui muri erano troppo sbiadite per capire se si trattasse di semplice sudiciume o di qualcosa di peggio. Una volta evocata, la sanguisuga non avrebbe potuto riferire niente di utile alla causa.

    Al contrario, il secondo piano del condominio avrebbe fornito informazioni nettamente più rilevanti: la sanguisuga sarebbe riuscita ad entrare quasi allo scadere dell'ora concessale, sfruttando l'apertura della porta quando un uomo con gli occhiali da sole e il completo uscì di corsa per poi vomitare oltre la balaustra. Qualunque cosa stesse accadendo all'interno, non doveva essere uno spettacolo piacevole. la creatura venne quasi calpestata dall'uomo con lo stomaco fragile, ma schivò appena in tempo, e si introdusse nell'appartamento. Dopo un piccolo atrio, un corridoio proseguiva in fondo fino a una porta socchiusa: il bagno. C'erano altre due porte, entrambe scorrevoli, che davano ad altrettanti ambienti: la prima era chiusa, ma a giudicare da un piccolo lucernaio al di sopra di essa si trattava di una piccola cucina decisamente essenziale. L'altra porta era sochiusa, lasciata sicuramente così dall'uomo-vomito che era appena scappato.

    L'interno mostrava un lettino, un piccolo mobile in plastica, e una ragazza appesa al muro, con le labbra tumefatte, un occhio nero, lividi e svariate bruciature di sigaretta sul corpo, anche in zone "intime". Con lei stava un uomo dall'aria terribile, pieno di piercing e cicatrici di ogni genere, portate quasi con orgoglio, come medaglia. Chono Gau, eh? E non sai nulla del perchè sei qui. Molto, molto interessante, ma non è tutto. Nessuno dice mai tutto con così poco, ragazzina. E allungò le dita fino a sfiorare il capezzolo di lei. Io ho tre aghi che trapassano il capezzolo destro, è una sensazione deliziosa...vuoi provarla? E il disgraziato tirò con forza.

    Le domande sarebbero proseguite, ma la sanguisuga non arrivò a vedere tutto, poichè il jutsu spazio-temporale la portò al cospetto della sua evocatrice prima che potesse sapere altro...ma la certezza era che la tortura sarebbe continuata, sempre più terribile. Ma Fujiko non sarebbe corsa subito al salvataggio, lasciando la sua sottoposta in mano al suo aguzzino per diverse ore...ore in cui la forza di volontà di lei sarebbe via via crollata..quanto avrebbe rivelato Morea al suo torturatore prima che qualcuno andasse a salvarla?

    [Caccia all'avvocato]

    Il vecchietto petulante aveva ottenuto senza sforzi sia il farmaco che i caffè, e nessuno si era certo opposto alla ragazzina che con un grembiule portava i caffè in tribunale. La principessa del foro e i suoi collaboratori erano riuniti in uno stanzino a sfogliare polverosi plichi colmi di scritte, trascrivendo ogni informazione importante su innumerevoli fogli volanti che certamente andavano perduti ogni cinque minuti. Su qualcuno, nel retro, erano anche scritti i messaggi che Ame aveva cercato di far pervenire al bersaglio (il che spiegava come mai non fossero arrivati a destinazione, per quella donna la carta era solo un supporto su cui scrivere, le cose non scritte da lei o dai collaboratori erano inutili). I collaboratori si gettarono sul caffè come animali affamati, mentre la donna accettò con garbo, mostrando un self-control nettamente superiore rispetto agli altri. Non bevve subito, poggiando invece il caffè sul tavolo e risparmiandoselo per dopo (verosimilmente preferiva il caffè freddo).

    Dopo circa mezz'ora erano tutti fuori uso. Missione compiuta.

    [Alla stazione di Polizia]

    Allora, cara la mia avvocatessa, non è che vorrebbe concludere in privato questa nostra conversazione? Goro dopo aver perso la sua preda non abbandonò del tutto l'idea di portare a casa una qualche vittoria, e tentare uno squallido approccio con l'algida principessa del foro fu il massimo che gli venne in mente...restando però con un pugno di mosche quando lei lo ignorò completamente, per andare dal detective Kudo. Imporporato dal'ira, Goro si alzò, uscendo dall'ufficio e borbottando qualcosa sul genere "non finisce qui". Kudo guardò la donna con una certa indifferenza. Chiunque con un briciolo di logica lo capirebbe, avvocato ma non vedo come mai il nome di Masao dovrebbe in minima misura interessarmi. E' un pesce grosso, ma per quieto vivere non si può investigare su di lui. Kudo riordinò le carte che aveva sulla scrivania, come se non avesse interesse a continuare quella conversazione. Niente prove tangibili vogliono dire nessuna investigazione. Certo, se ci fosse qualcosa di clamoroso o una prova schiacciante sarebbe molto diverso. Puntò gli occhi sulla donna, occhi che mostravano un'intelligenza fuori dal comune.

    Ma la vera domanda è: siamo sempre certi che ciò che abbiamo davanti agli occhi sia la realtà? Aveva intuito qualcosa? O qualche informazione mancante aveva compromesso la copertura? Spesso sono i dettagli a essere pericolosi...perchè mai una persona che è abituata a trattarmi con disprezzo oggi è tanto cordiale? E perchè mai vorrebbe opporsi al clan Kiku, dopo che ha fatto rilasciare parecchi dei suoi membri? Kudo si alzò, avvicinandosi a lei e sussurrando. Spiegami davvero la situazione. L'INTERA situazione, e allora potrei decidere di aiutarti. Fidati di me. In caso contrario, levati dai piedi.

    Stava a Fujiko decidere se aveva davvero bisogno della polizia e di quel Kudo, oppure se era meglio lasciar perdere e aiutare Morea per conto proprio. Aveva ancora qualche ora, dopotutto, ma la vera domanda era solo una: fidarsi di Kudo oppure no?

    [Serata di Gala - Imprevisti]

    Inizialmente ci fu qualche problema a far entrare "Shizune Kami", principalmente perchè non risultava nelle liste per gli invitati ma dopo qualche insistenza di "Suguru" e l'intervento di alcuni suoi amici che gettarono più di uno sguardo alla coppia riuscirono a guadagnare l'accesso. Tuttavia nel farlo avevano decisamente guadagnato l'attenzione di molti, soprattutto del personale e, chissà, forse delle guardie di Kazuya Mishima. Forse sarebbe stato più appropriato seguire il consiglio di Maya Orihara e sostituirsi a qualcuna delle invitate, piuttosto che inserire un nome a caso, ma ormai erano dentro, e la recita doveva continuare.

    La serata proseguì abbastanza tranquillamente, e la sortita di Fujiko diede i suoi frutti: mentre si avvicinava con un portamento da diva al presidente della Mishima, le due guardie inizialmente si frapposero alla sua avanzata, prima che l'uomo facesse loro cenno di spostarsi. Tutti e tre erano identici alle immagini estratte dalla mente di Aoi e il vecchio sembrava nella sua fase "seria" se così la si poteva chiamare, sempre basandosi sulle informazioni della segretaria. La signorina Kami. Un vero piacere incontrarla, ho notato che ci sono stati problemi per il suo ingresso. Sper non fosse nulla di grave. Qualcosa non tornava nel suo atteggiamento: era indubitabilmente cortese, ma anche relativamente freddo, come se non fosse minimamente toccato dal fascino di lei. Non sapevo che il mio fidato dipendente avesse amicizie così ricercate. Aggiunse poi, senza un briciolo di sarcasmo. all'arrivo di Suguru avrebbe salutato anche lui con un certo distacco, ma non ci fu nessuna reazione da parte delle guardie, che restavano sempre zitte, vigili e attente a ciò che accadeva.

    Mishima non avrebbe certo cercato ulteriori contatti con i due, limitandosi a parlare con poche persone ogni tanto, quindi a meno di iniziative da parte loro non si sarebbe sviluppato niente.




    Era quasi mezzanotte, quando però accadde qualcosa di realmente imprevisto: un grido.

    Una grido di donna che proveniva da un cortiletto secondario, distante da quello principale e separato da una grossa siepe. AAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHH!!!! IL KILLER! IL KILLER!!! AAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHH!!!!! Possibile che il terribile serial killer di cui tutti parlavano fosse là? La sicurezza e anche diversi ospiti, incuriositi, raggiunsero rapidamente la fonte di quelle grida, trovando una donna anziana vestita con abiti ricercati che strillava in preda al panico, inginocchiata davanti a due cadaveri. Che fossero cadaveri era innegabile, viste le teste spaccate e il lago di sangue che inondava tutto il terreno ghiaioso intorno a quelle forme spezzate, ma uno dei presenti, il detective Kudo, si fece subito avanti per controllare le pulsazioni. Dalla sua espressione era evidente che non ce n'erano. Dove è andato? Ha visto chi è stato? aggredì subito la testimone, che però non riuscì a rispondere, sopraffatta dall'emozione. Maledizione. BLOCCATE OGNI INGRESSO! NESSUNO DEVE USCIRE O ENTRARE, E VOGLIO TUTTI NELL PIAZZA CENTRALE!

    A un occhio attento non sarebbe sfuggito il cenno che Kazuya mishima fece a una delle sue guardie (quella con la gamba di legno) che si allontanò rapidamente. Badando di non essere seguito, si sarebbe portato in un punto isolato per generare un clone corporeo, che mandò nuovamente dal suo protetto, mentre lui si allontanava salendo sul muro, mentre diveniva leggermente trasparente, come per qualche tecnica di mimetismo. Se seguito con discrezione, l'intero processo sarebbe stato facilmente individuabile, ma seguirlo poi sui muri avrebbe richiesto una notevole attenzione e una velocità certo superiore a quella delle sanguisughe.

    TUTTI NELLA PIAZZA CENTRALE. VOGLIO I NOMI DI TUTTI I PRESENTI, AVANTI!

    Come reagire a quell'emergenza?
     
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  24. Fujiko M.
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    Giorni prima. Da Maya


    Quella donna che lo stava intrigando sempre di più le aveva causato un cambio d'ormoni. Ci stava al gioco ma non capiva se l'altra aveva capito la verità o se ignorava qualche particolare.

    « Magari ti può pure piacere » sorrise Fujiko all'ennesima provocazione dell'altra. « Su » le face un gesto con la testa indicante i vestiti di lei. Lasciavano poco spazio all'immaginazione ma Fujiko l'aveva appena invitata a levarseli.



    Sottoscala - Morea


    Voleva picchiarlo. Voleva tirargli un calcio dritto nelle palle. Ma non poteva. Era legata, impotente. E lui ora allungava quelle volgari dita verso le sue parti più sensibili, più intime. Le stava facendo male, apposta. Perchè a lui piaceva veder soffrire la gente.

    Morea aveva parlato, detto quello che sapeva. Eppure non bastava. Voleva sapere dell'altro ancora.

    « No, stai fermo. Non voglio. Non so nient altro, eseguo solo gli ordini che mi vengono detti. Ti prego lasciami andare me ne andrò via da qui, lontana » ormai la ragazza esasperata dal dolore piangeva disperata.

    Cos'altro poteva volere quell'uomo? Non lo conosceva. Se ci fossero stati i suoi amici forse il dolore sarebbe stato meno pesante. Forse insieme avrebbero trovato una via di fuga. Magari Fujiko la poteva aiutare. Ma lei non c'era. Chissà se si era accorta della sua sparizione. Perchè nessuno era ancora venuto a cercarla?

    Cosa gli poteva dire senza farsi scoprire? Pareva essersi bevuto la storia di Chono Gau. Per cui valeva continuarla. Non che differisse molto dalla realtà. Poteva parlargli dei Cruenti. Tanto con loro non aveva più nulla a che fare. Ecco, se poteva gli avrebbe raccontato di quell'associazione. Ma sul motivo per cui stavano agendo ad Iwa lo ignorava. Questo gliel'avrebbe detto. Magari volevano insediare una base.
    Qualsiasi cosa disse sul conto dell'associazione pur di evitare altre sofferenze. Se ciò poteva bastare ad alleviare il dolore che già provava.



    Stazione di Polizia


    Non conoscendo Kudo Fujiko era andata a parlargli senza troppi problemi su un tema che un comune cittadino poteva condividere con il poliziotto. Ma a quanto pareva l'avvocatessa che stava impersonando non era dello stesso parere. Quindi la situazione rischiava di prendere una svolta diversa e nuovamente doveva agire prima per il proprio bene e poi per quello dei suoi alleati. E per farlo doveva stravolgere i suoi piani ed infognarsi in quel Villaggio così distante da Kiri che ad un certo punto si chiese se fosse necessario tutto ciò.

    Per quello che ne sapeva erano in bilico i rapporti con l'Accademia e quindi la risposta doveva per forza essere di sì.

    « Ha ragione. Dovrei dare delle spiegazioni ad un comportamento tanto anomalo. La verità è che siamo tutti stufi di queste bande. Se non interverremo daremo loro la possibilità di controllare l'intero villaggio più di quanto non stiano già facendo. Io faccio un lavoro di avvocato e i miei clienti richiedono che lo svolga al meglio. Pertanto se sono riuscita a rilasciare i loro membri le prove e i giudici non erano all'altezza, non trova Detective Kudo? Ma mi lasci dire un'altra cosa. Sono costretta in questa non volontà. Io come voi e come molti altri vorrei vederli tutti dietro le sbarre o sotto metri di terra. Quando però la criminalità nel nostro Villaggio dilaga, aumentando, toccando anche le fasce non protette o più deboli, come le donne...mi chiedo se sto davvero facendo il mio lavoro nella maniera più corretta. »

    Si era appena inventata un discorso soltanto con le informazioni che aveva recepito in quelle tre settimane di permanenza. Se riusciva a convincerlo a schierarsi dalla loro parte forse aveva qualche speranza di recuperare Morea senza fare danni. Ma per completare l'opera doveva allo stesso tempo convincere il vero avvocato di convertirsi alla giusta causa. Così prese un minimo di tempo per fare ciò.

    « Come voi avete le soffiate io ho i miei informatori. Se le prove non esistono vanno prodotte, ricercate; non è questo che insegnate ai vostri collaboratori? Non è stando ad una scrivania che le troverete. Posso solo dirvi che qui ad Iwa ho un informatore che ha una testimonianza forte su quanto sta avvenendo in questo momento in una palazzina non lontana da qui. C'è una donna da sola, impotente che sta subendo le peggiori atrocità per mano di quell'uomo. Cogliendolo sul fatto avrete la vostra prova e la mia parola di collaborazione futura. » Si era sporta ancora di più verso il suo interlocutore.

    « Ho delle pratiche impellenti che mi aspettano. Ci sentiremo sicuramente... » abbassando la voce gli sussurrò il suo nome « ...Kudo...abbiamo lo stesso obbiettivo. Nulla è reale, tutto è lecito. Ricordalo. »

    E se ne sarebbe andata se non fosse stata fermata o ci fosse stato altro da dire.
    Nel caso gliel'avesse chiesto lei avrebbe fornito l'ubicazione di Masao.



    Al Gala


    Avevano dovuto osare al limite per entrare al gala, Fujiko. Da un lato non rimpiangeva il non aver usato henge o strane illusioni perchè un'ispezione poteva costare la copertura.
    Ed anche l'attirare l'attenzione era qualcosa di positivo-negativo.

    « Ahahahahah » ridacchiò Fujiko alla parole del presidente. « Ha ragione. Questo è quello che dicono tutti. Ma la verità è un'altra. Suguru-san mi ha aiutato in tempi non sospetti. E ne sono riconoscente. Così, per non sentirsi da meno mi ha invitata. Ammetto di esser rimasta sorpresa ma come mancare ad un evento di questa portata? » replicò ferma attribuendo verità alle sue parole. « Non vorrei disturbarla oltre. La ringrazio per aver speso due parole con me. Ci vediamo in giro » disse congedandosi da lui e tornando assieme al finto Suguru verso un posto più riparato da occhi indiscreti.

    Durante la serata non raccolsero molte notizie importanti o quanto meno all'apparenza non lo erano. Tra queste però Fujiko trovò da ragionare. C'erano alcuni aspetti, uniti a voci sentite e riferite giorni prima che potevano combaciare tra di loro.
    Potevano essere supposizioni ma perchè non confrontarsi anche con Suguru-Ame e verificarne l'esattezza?

    « Suguru-san, ho bisogno di una boccata d'aria, mi accompagneresti in giardino? »

    I due sgattaiolarono fuori, all'aria aperta, decisamente più fresca e salutare. All'esterno c'era meno gente per lo più interessata ai propri discorsi che a quelli degli altri.

    « Ho come l'impressione che ci stia sfuggendo qualcosa che in realtà ci è sempre stato davanti. O meglio, questo è quello che tutti noi crediamo. Inoltre ho trovato un sistema per entrare nella Mishima ma di questo ne parleremo domani, prima pensiamo a portare a casa la serata » sussurrò quindi all'altra.

    « Ti ho raccontato delle voci che giravano sul conto del presidente, vero? Di gente che l'ha visto in strani atteggiamenti e girare da solo. Anche stasera pare sia accaduta la stessa cosa. Credimi, è solo un'impressione ma sono tentata di scoprire se è vero. Ammesso che le guardie ci possano impedire di fare ciò, stasera Mishima potrebbe perdere la faccia davanti a molti. Ma ho bisogno del tuo aiuto »

    Spiegò quindi ad Ame il suo semplice piano lasciando a lei l'onore di aprire le danze. Ma quando ciò sarebbe accaduto ancora non era chiaro. Fujiko supponeva che quel ricevimento aveva bisogno di un punto d'effetto come una torta, fuochi d'artificio, uno spettacolo di danza. Qualsiasi cosa era buona per mettere in atto il piano.

    Per cui, una volta individuato l'evento chiave entrambi si sarebbero mossi in sincro per la buona riuscita dello stesso.
    Rientrarono all'interno dell'edificio e ci passarono ancora altro tempo. La mezzanotte si avvicinava e non videro niente di che. Poi, un grido e l'inizio dei fatti narrati.

    In quell'occasione i due ninja doveva agire e con uno sguardo d'intesa si prepararono. Fujiko non si accorse che una guardia si era sostituita con un clone.

    « Andiamo, devo stare il più vicino possibile a Kazuya. »

    Ma Ame l'avvisò che una delle guardie era un clone. « Sei sicura? » evidentemente lo era « Ok, meglio allora. Appena attraversa agisci. »

    Fujiko aveva allungato il passo seguita dal finto Suguru e nel farlo si stava avvicinando il più possibile alle guardie e a Kazuya. Quando Ame si mosse buona parte della gente e lo stesso Mishima aveva appena solcato la zona della piazza centrale.
    Con quell'azione il presidente sarebbe inciampato su un costrutto di carta creato appositamente. Fujiko allora si sarebbe lanciata ad una velocità umana spingendo da parte la guardia clone tastandone la fisicità mentre si apprestava a soccorrere il malcapitato che molto probabilmente sarebbe finito a terra.
    Nell'avvicinarsi avrebbe allungato le mani per tirarlo in piedi ma al contempo avrebbe immesso una quantità di chakra crescente atta alla tecnica del Rilascio.
    Infatti, la supposizione era tale da pensare che non solo la guardia potesse essere finta come notato poco prima da Ame ma che lo stesso Presidente si servisse di un medesimo trucco illusorio per ingannare chi lo guardava.
    Sapeva che la tecnica del Rilascio non era percepibile facilmente da persone non ninja e quindi nel caso si fosse sbagliata non rischiava nulla. Se invece la supposizione era corretta probabilmente il trucco si sarebbe svelato.

    Ad attenderli in piazza c'era Kudo, una recente conoscenza di Fujiko.




    Fine serata


    « Merda » era appena uscito un numero pari e Fujiko non aveva vinto. Quindi toccava a lei porre fine alla vita dell'uomo. Non potendosene prendere cura e dovendo sostituirsi a lui non avevano il tempo materiale per stargli dietro. Lo avrebbe ucciso la sera stessa e trasferito in un rotolo da eliminatore pulendo poi le tracce di sangue.

    Nella casa di Suguru aveva trasferito le sue cose comprese le armi.

    La donna quindi andò da Suguru senza dirgli una parola. Probabilmente aveva sentito il loro discorso e non era necessario dire altro.
    Raccolse un canovaccio e si inginocchiò laddove Suguru era a terra bloccato. Estrasse il tanto e con un colpo netto lo piantò dritto al cuore ponendo subito dopo il panno per bloccare il sangue che ne usciva. Estrasse l'arma pulendola con un lembo dello straccio ancora pulito e iniziò a slegarlo deponendolo a terra.
    Ritornò nell'altra stanza a prendere il rotolo da eliminatore per compiere il penultimo passaggio; avvolse il corpo nel rotolo e con un sigillo lo rinchiuse. Poi si mise a pulire a mano le ultime tracce di sangue rimaste per terra.

    Tornò da Ame.
    « Fatto. Ora possiamo continuare senza preoccuparci di lui. » Fujiko si sedette su una poltrona a meditare la prossima mossa anche se negli occhi ripercorreva la tragica scena che aveva messo in mostra poco prima. Per uccidere qualcuno doveva avere un valido motivo ma per l'impiegato che motivo aveva trovato? Quei pensieri la tormentavano; uccidere per comodità non era sempre una buona motivazione.

    Se Kudo nel pomeriggio avesse deciso di aiutare l'avvocato...
    « Ame, devo fare ancora una cosa. Devo trovare l'avvocato e farle cambiare alcune idee. Con le scoperte di oggi pomeriggio giù alla centrale può essere una pedina utile. »

    Fujiko salutò Ame andando verso la zona del tribunale utilizzando una henge generica. Dubitava fortemente di trovare l'avvocato ancora in zona specie dopo quello che doveva esser successo a causa del caffè. Infatti, se non avesse trovato nessuno, si sarebbe limitata ad ispezionare la zona circostante; prima si accertò di non essere vista e che non ci fosse qualcuno nelle vicinanze poi, una volta certa, risalì un palazzo per determinare l'ambiente entro il quale l'indomani poteva muoversi.
    Poichè se quella sera non avesse trovato chi cercava ed era stanca della giornata, la mattina seguente dopo una rinfrescante dormita, avrebbe cercato d'intercettare (sempre sotto copertura) l'avvocatessa per condurla in un posto indiscreto dove ad attenderla avrebbe lasciato la sua sanguisuga più grossa, in grado di trasportare delle persone.
    Ma tutti questi erano pensieri subordinati al luogo, alla gente e alle possibilità di riuscita che dava l'ambiente. Prima necessitava trovare la donna, poi ricreare il luogo del rapimento.



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    005: Strappare una vita




    Serata di Gala - Si va in scena
    La richiesta di Fujiko di uscire colse di sorpresa Suguru/Ame solo fino a un certo punto. Anche lei aveva teso le orecchie tutta la sera e ora aveva proprio bisgno di confrontarsi con Fujiko su un paio d'idee che le erano venute. A quanto pareva però anche la sua compagna aveva riflettuto sugli stesi argomenti ed era arrivata a conclusioni simili anche se non identiche alle sue. « E se invece i suoi atteggiamenti strani fossero frutto della stessa cosa che sto facendo io? Se semplicemente... qualcuno a volte lo sostituisse? Comunque verifichiamo prima la tua ipotesi, avrai tutto l'aiuto che potrò darti. » Quello che doveva fare era semplice, aspettare il momento giusto e fare in modo di far inciampare il presidente su uno dei suoi costrutti di carta. La prima cosa da far verificare a Fujiko, infatti, era se quell'uomo era veramente lui oppure se fino a quel momento erano rimaste impigliate in un genjutsu come due sciocche e ad Ame non piaceva nemmeno un po' passare per la scema del gruppo.

    Quello che successe subito dopo, il ritrovamento dei corpi e il conseguente raduno nel cortile fu esattamente quello che Ame aspettava. Piante da manipolare e una discreta folla a coprire la cosa. Quello che non si aspettava però era che subito dopo un omicidio compiuto a due passi dal proprio datore di lavoro una delle due guardie di Kazuya, a quanto pareva su ordine dello stesso, se ne andasse lasciando li un clone. Non c'era tempo per avvertire Fujiko e comunque nessuna di loro due poteva andarsene dalla festa senza essere come minimo indagata, e per qualcuno che lavora sotto copertura una possibile incriminazione per una serie di omicidi era proprio l'ultima cosa richiesta. Senza pensarci due volte manipolando qualche ciuffo d'erba spedì uno dei suoi mini aeroplanini dietro alla guardia. Se l'uomo si fosse allontanato troppo l'avrebbe perso, ma quello era il massimo che poteva fare per il momento. La cosa però lasciò Ame particolarmente stupita... perchè privarsi di una guardia subito dopo un evento come quello? Forse perchè Mishima sapeva che anche senza tutta la sua solita protezione li sarebbe stato al sicuro? Forse perchè... sapeva chi era l'autore dei delitti? E subito un altro flash, macchie sul pavimento dello studio del capo della Mishima, erano state scambiate per vino, ma magari... e se aveva ragione lei? Se davvero qualcuno ogni tanto lo sotituiva perchè lui era impegnato a fare altro e soprattutto...cos'altro? La mente di Ame si era messa a correre così veloce che quasi rischiò di mancare il momento giusto per portare a termine quanto accordato con Fujiko. Per fortuna o per caso però distolse l'attenzione da quei pensieri appena in tempo per manipolare quel tanto di erba che bastava per creare una radice di carta da far spuntare ai piedi di Kazuya, così da dare modo a Fujiko sdi proseguire nel suo teatrino.

    Ame agì e così Fujiko. In cuor suo non sapeva se davvero sarebbe servito, ma sperava di scoprire finalmente qualcosa. Era stufa di settimane di supposizioni, voci e quasi niente di certo. Se fossero tornate a casa senza incappare in nessun problema Ame aveva intenzione di condividere con Fujiko la serie di pensieri di poco prima. Certo, più ci pensava più le sembrava improbabile che l'uomo fosse davvero a conoscenza di chi era l'assassino, ma allo stesso tempo il movimento della guardia la impensieriva troppo per lasciar correre. In quel momento però, l'unica cosa su cui doveva concentrarsi era una storia credibile da usare se per caso fosse stata smascherata. Perchè il punto principale in realtà era quello; se fosse stata costretta a tornare Ame... beh sarebbe stato un problema non da poco spiegare perchè era li.


    Fine serata - Si chiude il sipario
    Pari. Un numero pari. Dio grazie, meno male un numero pari. « Mi dispiace Fujiko, sul serio ». Ad Ame dispiaceva davvero; certo era felice del fatto che non avrebbe dovuto uccidere nessuno ed era altrettanto consapevole che però in quel caso era una necessità. Non potevano lasciare Suguru libero e allo stesso tempo non potevano tenerlo li. Avrebbe scoperto troppe cose (aveva già visto il viso di Fujiko e sentito le loro voci e alcuni loro discorsi) e quindi le alternative erano veramente poche. Ame però continuava a non riuscire a mettersi in pace con la sua coscienza. Uccidere un uomo perchè capitato in mezzo a degli eventi di cui non aveva nessuna colpa per lei era troppo. Probabilmente se lo sarebbe sognato da li all'eternità se non avesse fatto nulla. Era un ninja, bene, ma non era disposta a far morire la gente solo perchè scomoda. Forse in futuro sarebbe riuscita a diventare una killer senza emozioni, ma in quel momento ancora non ne era capace. Sperava solo che quei momenti di esitazione non fossero stati troppi, con uno scatto si alzò da dove era seduta per spalancare la porta dello sgabuzzino in cui avevano rinchiuso Suguru urlando « Aspetta, ferma!! »

    Troppo tardi. Il sangue di Suguru si stava già allargando sulla sua camicia e il coltello che gli spuntava dal petto sembrava una lapide. Quell'uomo era morto e lei l'aveva lasciato morire mentre si chiedeva se era giusto o meno. Ame non aveva materialmente ucciso nessuno, ma quello era di fatto il suo primo omicidio. La ragazza lanciò a Fujiko uno sguardo addolorato e opaco per poi farfugliare delle scuse e ritirarsi subito dopo nella stanza che aveva eletto a sua camera per dormire. Però non avrebbe dormito, neanche un minuto. Quella sera aveva contribuito a strappare una vita per la prima volta.




     
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20 replies since 7/5/2011, 01:28   559 views
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