L'Uomo che Uccise il Sole

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    Ho inviato al giovane Soken un messaggio attraverso il vento, dovrebbe averlo ricevuto ormai. Credo che organizzerà una festa senza precedenti. Durante il viaggio l'umore del re era molto migliorato, come se cavalcare i venti lo distraesse dalla pesantezza di quegli ultimi avvenimenti. Quasi mi dispiace non restare, ma dovrò tornare subito nel mio regno...ci sono molte cose da rimettere in ordine nell'isola nel cielo... Le sue potenti ali attraversavano il cielo ad altissima velocità, tanto che bastarono poche ore per arrivare a destinazione.

    Curioso commentò il Re mentre si librava sul cortile interno del palazzo. Mi aspettavo un'accoglienza più calorosa...il giorno in cui firmasti il contratto eri assente da poche ore ed erano tutti qui. In effetti era strano, ma nessuno si era avvicinato ad accogliere il redivivo erede della casata. Eppure le persone c'erano, affacciate timidamente dalle porte che davano sul cortile, senza mostrarsi del tutto, e senza mostrare il volto. Probabilmente le parole del Re, giunte tramite il Vento, non erano state abbastanza per placare i dubbi della servitù e dei parenti..

    Penso siano semplicemente preoccupati. Fu il commento del possente grifone, dopo aver fatto scendere a terra il suo passeggero. Quindi fece un inchino. Mi tratterrei, ma certo saprai che ho impegni assai urgenti. Spero che il nostro prossimo incontro sia meno burrascoso, Vergil del clan Hyuga. Non ci volle molto, e il Re prese il volo, lasciando il giovane Hyuga solo nel cortile, con quella timida e ritrosa accoglienza, sotto il caldo sole del pomeriggio.

    Vergil-sama...siete voi? Una delle servitrici avanzava a passo lento, assai impacciata e timida, come se stesse per inciampare ogni istante. Altri servitori sono affacciati sulla scena. La ragazza tiene il capo chino e le mani giunte, in preda ai tremori, come se fosse terrorizzata. Siete...proprio voi? Il suo viso è nascosto dalla lunga frangia, e ancora barcolla, come se non fosse pienamente in possesso delle sue normali facoltà. E continuava a chiedere l'identità del visitatore, come se non lo riconoscesse affatto.

    Possibile che Soken avesse parlato alla servitù della possessione di suo figlio? Sembrava improbabile, però quella ragazza esternava un'assoluto e completo terrore, e per quale altro motivo avrebbe dovuto averne? Se vergil si fosse identificato, al sentire la sua voce la servitrice avrebbe tratto un sospiro di sollievo, sempre tenendo in ombra il viso. Meno male...temevo fosse qualcun altro...sono felice che siate tornato...vostro padre vi aspetta nelle sue stanze...

    Ecco, qualcosa non quadrava. Perchè la paura e poi il sollievo? E perchè non c'erano cori festanti per il ritorno di un figlio creduto morto? E perchè il padre tanto amato attendeva il figlio nelle sue stanze invece di accoglierlo immediatamente? E cos'era quell'orrenda atmosfera che pervadeva l'intero palazzo? Se Vergil avesse provato ad avvicinarsi alla ragazza, lei sarebbe scattata indietro, terrorizzata, arrivando persino a inciampare come. NO VI PREGO!! Avrebbe urlato con tono acuto. NON DOVETE TOCCARMI! NON DOVETE TOCCARMI PER NESSUN MOTIVO, VI PREGO!!!

    Ma perchè? Per quale motivo tutte quelle stranezze? Fu solo un istante, ma Vergil potè infine comprendere...o meglio, potè aprire la sua mente all'orrore: cadendo la fanciulla aveva messo finalmente in mostra il viso, sul quale due spelonche oscure si spalancavano là dove avrebbero dovuto troneggiare i bianchi occhi degli Hyuga. Qualcuno o qualcosa le aveva strappato gli occhi, e ora solo due pozze vuote che piangevano sangue denso restavano a fissarlo senza vederlo. Era stata accecata.

    Nel nero di quelle orbite svuotate, delle strane linee bianche simili a cicatrici da ustione rappresentavano l'unico colore, ma per il resto, quel volto era stato NON TOCCATEMI! NON TOCCATEMI! Avrebbe continuato a gridare cercando di allontanarsi goffamente dalla fonte del rumore, casomai il giovane Hyuga avesse tentato il contatto. Anche altri servitori si sarebbero avvicinati, e a ben guardare tutti si muovevano stentatamente...tutti tenevano nascosto il viso.

    Tutti loro. A tutti erano stati strappati gli occhi, e rifiutavano di farsi toccare. Che fosse questo il motivo per cui Soken stava nelle sue stanze? Possibile che qualcosa di tanto orribile fosse accaduta?

    Una volta spalancate le porte delle camere private, Vergil avrebbe trovato suo padre seduto sul tatami, con le braccia poggiate sulle ginocchia. vestiva i suoi abiti migliori, come si confaceva a un evento festoso, ma c'erano palesi imperfezioni nei drappeggi e negli aggiustamenti. Erano stati indossati da mani che, pur avendolo fatto milioni di volte, erano sempre state guidate dalla vista. I lunghi capelli erano acconciati un pò diversamente dal solito, come se fossero stati sistemati alla meglio, senza precisione, visto che diverse ciocche saettavano via senza controllo. Davanti a lui stava un cuscino su cui si sarebbe potuto accomodare Vergil, e poco distante stavano gli utensili e i materiali per la cerimonia del the. Tuttavia erano disordinati, disposti in modo leggermente impreciso

    E quel volto fiero appariva orrendamente mutilato da due pozze di profonda oscurità.

    soken2




    Sono..felice che tu sia tornato, figlio mio. La voce dell'uomo è rotta dall'emozione, ma non è facile capire che cosa stia provando con esattezza. Il suo volto, pur orridamente mutilato, è rigato da lacrime di sangue, con le labbra livide per lo sforzo. Le mani tremano appena, ma non è chiaro se sia per gioia, vergogna o rabbia. Vorresti...vorresti preparare del the? Credo tu abbia molte...domande...ma trovo che la cosa più corretta sia festeggiare il tuo ritorno come prima cosa. E' fin troppo evidente quanto gli costino queste parole, mentre stringe spasmodicamente le mani. Lo servirei io stesso ma...non...non penso di esserne in grado....

    Non era mai sembrato così fragile...

    CITAZIONE
    Presentazione. Soffri :guru:

    Se utilizzi il Byakugan, non noti alcun inganno nè illusione nè robe strane, quegli occhi sono proprio stati strappati via, e sembra che l'orbita sia stata bruciata, lasciando strane cicatrici bianche lineari.
    Tuttavia, se per caso osservi, con molta attenzione, tramite il byakugan, dopo alcuni minuti di osservazione, per un attimo ti pare di cogliere un debole sfarfalliò in quelle orbite vuote. Uno sfarfallìo bianco.
    Non lo ho scritto nel testo per lasciare più impatto :guru:

     
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    Volare nuovamente sul dorso del Re era meraviglioso: l'aria gli scorreva tra i capelli e quando attraversavano una nuvola il suo corpo era lambito da piccoli e soffici frammenti di nembo. Una sensazione magnifica. E che velocità! Aveva dimenticato quanto il Re fosse rapido: grazie alle sue possenti ali la nobile sagoma del grifone fendeva i cieli senza alcuno sforzo apparente, ed il suolo era solo una macchia indistinta. Dalle parole che fluivano nella coscienza dello Hyuga questi potè intuire che l'umore del sovrano era notevolmente migliorato e senza dubbio più disteso. La fine di Hanketsu doveva avergli davvero sollevato un peso da quel cuore millenario.

    Capiva la sua necessità di dover fare immediato ritorno nel suo reame, e anzi gli era grato per averlo voluto accompagnare da suo padre di persona. In poche ore furono a destinazione: mancava l'atmosfera di festa che entrambi si erano aspettati, ma entrambi convennero che non fosse nulla di cui preoccuparsi. Il Re salutò Vergil e dopo un lieve inchino fu nuovamente in volo. Il giovane Hyuga ricambiò inclinando il capo in avanti.

    " Lo spero anche io, Sire. A presto. "

    Quando la figura del Re scomparve all'orizzonte lo Hyuga si voltò, desideroso di rivedere il padre e di spiegargli l'accaduto. Neanche il tempo di fare un passo ed una voce lo chiamò. Conosceva quella voce: si trattava di Rin, una delle servitrici della tenuta. Voltandosi, Vergil la scorse avanzare in modo incerto, il volto chino verso terra. Altri servitori erano apparsi dai tatami che davano sul giardino e tutti guardavano verso terra. Strano. Se il Re aveva mandato un messaggio la casata principale sarebbe stata senza dubbio informata del ritorno del primogenito di Soken Hyuga. Eppure nessuno dei suoi conoscenti di pari rango era lì presente, ad accoglierlo. Accigliato, si rivolse alla donna che continuava a chiamare il suo nome.

    " Sono io, Rin. Mio padre è nelle sue stanze? "

    La donna sembrò sollevata e rispose, ma non osò alzare lo sguardo. Lo Hyuga le appoggiò una mano sul braccio, con l'intenzione di rincuorarla.

    " Va tutto bene. "

    Di certo la reazione della donna fu qualcosa di inatteso. Al tocco gentile dello Hyuga sobbalzò, come bruciata, e lo supplicò di non toccarla né di avvicinarsi. Cosa diavolo stava succedendo? Poi, indietreggiando, Rin inciampò e cadde all'indietro, e Vergil capì. Con il sangue che gli si gelava nelle vene alzò lo sguardo verso gli altri presenti e vide lo stesso identico orrore. Ecco spiegato quel clima tetro, la paura nella voce della donna e l'insicurezza nel suo incedere: era stata privata degli occhi. E così tutti gli altri servitori.

    Ma perché? Cosa diavolo era successo in sua assenza? E, soprattutto, come aveva potuto suo padre lasciare che questo accadesse? Da Rin non avrebbe saputo molto, dato lo stato in cui era. Senza aggiungere altro scattò alla volta delle camere del padre. In meno di un minuto arrivò davanti al tatami di ingresso alla sala della cerimonia del the, dietro il quale scorgeva la sagoma del padre. Indugiò un attimo, combattendo l'orrenda sensazione che gli cresceva nel petto, dopodiché varcò la soglia.



    Nel momento stesso in cui tornò in sé, Vergil realizzò che mai si sarebbe liberato di ciò che vide. Suo padre, Soken Hyuga, l'uomo che ammirava e aveva ammirato tutta la vita, era di fronte a lui, genuflesso nella classica posizione per la cerimonia del the. Ma la luce era stata derubata dal suo mondo. Quando il jonin parlò la sua voce era differente dal solito, incrinata, debole, e le sue gote erano rigate da lacrime di sangue.

    " Padre... "

    Sgomento oltre ogni limite, Vergil coprì la distanza che li separava, si inginocchiò ed abbracciò l'uomo dai capelli di luna.

    " Padre, chi vi ha fatto questo? "

    La sua voce era piegata dal dolore, ma ferma e decisa. Doveva essere forte per l'uomo cui doveva tutto. Allentando lievemente l'abbraccio Vergil effettuò l'unico sigillo per il Byakugan e posizionò il proprio volto a pochi centimetri da quello dal padre. Doveva verificare. Sapere che era successo. I minuti passarono, gli occhi di Vergil percorsi da un tumultuoso torrente di energia mentre cercavano di cogliere ogni dettaglio di quanto era accaduto. Le orbite sembravano come essere state bruciate e delle delicate cicatrici bianche rimanevano a coronare l'atrocità consumatasi.

    Disperato, Vergil passò ad analizzare il chakra, ma non appena lo fece - essendo il suo sguardo ben piantato negli occhi cavi del jonin - un improvviso sfarfallio venne rilevato dai suoi occhi per un istante. Similmente alle sue fiamme pentagonali, un attimo c'era e l'attimo dopo era scomparso, lasciandogli sotto lo sguardo il maestoso chakra del padre. Si sforzò di soffocare il dolore.

    " Sono tornato per voi, padre. Ditemi cos'è accaduto e lo affronteremo insieme. "

    OFF GAME

    :argh:

     
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    NON MI DEVI TOCCARE! Fu L'ordine imperativo di Soken Hyuga quando suo figlio gli si fece vicino per abbracciarlo. Lo vorrei, ti assicuro che lo vorrei, figlio...ma la maledizione si trasmette col contatto. Tese quindi la mano, indicando più o meno il cuscino predisposto per gli ospiti. E ora prendi posto e prepara del the. Voglio..voglio sapere cosa è successo...come sei riuscito a liberarti da quel demone?

    Alla domanda di Vergil, avrebbe semplicemente detto: Dopo. Come ho detto, la precedenza va al tuo ritorno. Tutto il resto verrà dopo. Sono passati cinque giorni da quando è avvenuto il fatto, attendere ancora qualche minuto, da dedicare ai festeggiamenti, non farà del male a nessuno.

    Se Vergil si fosse dimostrato preoccupato per il contatto con rin, Soken si sarebbe accigliato. Se aveva gli abiti addosso, un contatto di breve durata non dovrebbe creare problemi..ma per ogni evenienza, se dovessi notare una qualunque diminuzione delle tue capacità visive avvertimi immediatamente. Per ora non c'era stato nulla del genere.

    In ogni caso, Soken non avrebbe voluto parlare della cosa finchè non fosse stato servito il The, e Vergil non avesse raccontato in che modo si era conquistato la libertà dopo quel lungo periodo di assenza. Il jonin si sarebbe detto sollevato per la felice risoluzione della faccenda. Sei vivo, e se potessi, ti abbraccerei con forza, figlio mio, ma in questo preciso momento, non penso di poterti manifestare la gioia che sento dentro...non ora che la nostra casata versa in queste condizioni...

    Era arrivato il momento di parlare del problema attuale. Soken poggiò la tazza a terra, ma un movimento maldestro al rovesciò, causandogli un sussulto. Serrò la mano per l'irritazione, ma ebbe abbastanza controllo da lasciare immutata la sua espressione. Sospirò, prima di iniziare la narrazione. Tutto è cominciato sette giorni fa. Il giovane Momota...il fratello di Rin, della casata cadetta, era stato inviato poco lontano per una missione di basso rango. Se non erro si trattava solo di recuperare alcuni animali dispersi mentre erano al pascolo, in un terreno poco distante da Konoha. Una missione senza pericoli di sorta...tuttavia lui sparì.

    Anche se molto giovane, Momota aveva già iniziato a sviluppare i poteri del suo retaggio, ed era principalmente per questo motivo che era stato scelto per la missione...ma comunque non potevamo permettere che un portatore del Byakugan fosse dato per disperso in missione, quindi organizzammo una squadra di ricerca.
    Soken congiunse le mani. Il giorno dopo il ragazzo fu trovato in una grotta in mezzo alla foresta. Piangeva...e i suoi occhi erano diventati due pozzi di oscurità grondanti sangue.

    Ci raccontò di essere stato avvicinato da un uomo..uno Hyuga, durante la missione. Doveva essere un ninja molto abile dato che non era riuscito a notarlo avvicinarsi nonostante il Byakugan...tuttavia non lo aveva mai visto prima di allora. Si presentò a Momota come Kyoichiro Hyuga...un nome che non risulta nei registri del clan...e dopo un breve scambio di battute attaccò il ragazzo con una strana arte marziale, simile al Juuken, ma sostanzialmente diversa...perchè non c'era alcuna emissione di chakra. Momota ha detto di essere stato colpito agli occhi..e quella strana maledizione è il risultato.

    Il problema però..è che dopo poche ore anche chi aveva trovato e toccato il ragazzo cominciò ad accusare disturbi visivi...fino a ritrovarsi nelle sue stesse identiche condizioni. Mentre ci occupavamo del ragazzo, io stesso, assieme ai membri più abili del clan andammo a cercare questo Kyoichiro. La ricerca fu del tutto infruttuosa...almeno finchè non tornammo al palazzo, dove quell'uomo ci aspettava, proprio al centro del giardino interno. Accanto a lui stava un grifone simile al Re, ma completamente trasfigurato...come se fosse putrefatto, o corrotto..e sulla groppa del grifone sedeva un altro ninja dagli occhi bianchi...poco più che un ragazzo. Avevano accecato tutti gli Hyuga del palazzo...

    soken1



    Non appena si presentò gli intimammo di arrendersi e spezzare la maledizione, ma rifiutò..quindi attivammo il Byakugan, correndo all'attacco..tuttavia, in quel preciso istante sparirono. Era come se fossero invisibili e impossibili da percepire...quel Kyoichiro riuscì ad avere la meglio su tutti noi in pochi istanti, togliendoci la vista..

    Le sue ultime parole furono: "La tua famiglia è solo l'inizio, Soken Hyuga...presto tutti i ninja del tuo clan, e poi tutti quelli di Konoha perderanno la luce". Da allora sono passati cinque giorni...


    Soken tacque, lasciando che Vergil assimilasse le informazioni. Avrebbero potuto ucciderci facilmente, ma non lo hanno fatto. E non capisco perchè. Al momento solo la nostra famiglia è stata colpita, e ci siamo rinchiusi nel palazzo dopo aver informato l'amministrazione del villaggio. Ma crediamo che quell'uomo colpirà ancora...e se gli arriverà voce del tuo ritorno...verosimilmente vorrà completare la sua opera venendoti a cercare.

    Non ti chiederei mai di nasconderti in attesa di tempi migliori, figlio. Puntò quel vuoto sanguinante dritto verso la faccia di Vergil. Ma ti chiedo, in quanto unico ad avere ancora il dono della vista, vorresti affrontare questo nemico, per salvare tutti noi? Certo, era una domanda retorica, ma l'etichetta imponeva che venisse richiesto. Vergil era appena scampato a un pericolo mortale, e ora gli chiedevano di gettarsi a capofitto in un'altro, contro un nemico che nemmeno un team di Hyuga esperti era riuscito a sottomettere.

    Se avesse accettato, suo padre avrebbe chinato appena il capo. Ne sono lieto. Adesso riposa... poi, fra due ore raggiungimi nel cortile. Se vuoi avere una possibilità, sarà bene perfezionare le tue conoscenze.

    [Due ore dopo]

    Soken Hyuga non indossava abiti elaborati nè aveva i capelli acconciati in modo particolare. Portava una normalissima tenuta da addestramento, senza decorazioni nè fregi, e i lunghi capelli erano raccolti un una treccia dietro la schiena. Anche se privo della vista, attendeva in piedi, senza alcun supporto, al centro esatto del giardino..e la sua presenza era imponente. Unica particolarità erano dei lunghi guanti, che coprivano la mano e gran parte dell'arto superiore. Davanti a sè un altro paio di guanti identici erano poggiati su un piccolo sgabello.

    Indossa quei guanti, dovrebbero ridurre al minimo il rischio di contagio durante l'addestramento. Attese che Vergil fosse pronto, quindi fece un inchino. Non pensare che la mancanza della vista possa in qualche modo limitarmi. Ti ho osservato molte volte, e conosco la posizione dei tuoi punti di fuga a memoria...ma ancor più che questo, so quali sono i tuoi punti deboli...e sono quelli che cercheremo di correggere.

    Innanzitutto la tua postura.
    Ma come poteva valutare la posa di Vergil senza vederlo? Intanto lui stesso assunse una posizione di attacco (leggermente diversa da quella classica), con una fluidità quasi sovrannaturale, come se fosse nato e vissuto sempre in quella posa. Non appena sarai in posizione, io attaccherò. E così fu, con due rapidi colpi che, indipendentemente dal volere di Vergil avrebbero raggiunto, come frustate, il torace e la spalla destra. La tua guardia è imprecisa, o non ti avrei colpito. Disse poi. Questa mia posizione è chiamata anche "principio del maestro". Non è utile in combattimento, ma si focalizza nel mirare e raggiungere quelle zone che un un ninja ancora inesperto nel Juuken tipicamente non riesce a coprire, e aiuta a perfezionare l'allievo.

    Cerca di intercettare i miei attacchi con le tue mani o con gli avambracci. Dopotutto questa è la base del Juuken
    E avrebbe attaccato nuovamente, abbastanza lento da essere intercettabile (seppur a fatica) tuttavia, con le doti di Vergil, almeno un colpo del padre andava sempre a segno, e sempre in zone pericolose, come i muscoli che garantivano la mobilità degli arti, o che riconducevano al cuore o ai polmoni.

    Un colpo non veniva mai fermato...poco importava che Vergil impastasse chakra o provasse a compiere schivate più ampie, semplicemente quando quell'attacco arrivava, le sue mani erano in posizioni troppo distanti per essere efficaci, oppure il suo torso era orientato in modo tale da non poter essere retratto efficacemente, o le sue gambe non garantivano la mobilità adeguata. Il problema stava tutto nella posizione...verosimilmente c'erano dei difetti nella guardia...difetti infimi che magari un altro non avrebbe notato..ma contro uno stile pensato appositamente contro di loro, l'acerbo Juuken dell'erede non aveva speranze..

    CITAZIONE
    Devi imparare a ottenere almeno tre slot azione da uno slot tecnica, da usare per intercettare i colpi in arrivo. Finchè la tua postura non sarà corretta, non riuscirai ad ottimizzare i tuoi tempi e spostamenti per riuscirci

    [Altrove]

    Il Figlio sedeva davanti al Padre, mentre questi si esercitava nell'arte della calligrafia.

    Padre, per quale motivo non li hai uccisi?

    L'uomo distolse appena la sua attenzione dai rotoli bianchi che stava riempiendo lentamente di splendidi simboli.

    Hai atteso cinque giorni per chiedermelo, Figlio?

    Si. Ho ritenuto appropriato meditare sulla questione per qualche tempo, ma non trovando risposta, mi rivolgo a te.

    L'uomo sorrise.

    Il nostro scopo è la vendetta, Figlio. Ma uccidere non è sufficiente per ripagare quello che ci hanno fatto. Al contrario, seminare la disperazione rientra perfettamente nei canoni. Privare uno Hyuga della vista significa privarlo della sua anima.

    Il ragazzo annuì. Comprendo. Siete saggio padre...anche il Re mi ripete spesso nozioni simili, ma ammetto di trovare complesso l'abituarmi a questa linea di pensiero raffinata..

    Imparerai Figlio. Hai talento...quello che manca è solo l'esperienza.

    E completò il Kanji con pochi decisi movimenti del pennello.

    Aveva scritto "vendetta".
     
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  4. Kalastor
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    Richiesta di Intervento

    Mi è stato fatto notare che Boreanz è sprovvisto dello Stemma Personale d'Onore richiesto per sbloccare il Livello III della sua TS.

    Mi è stato fatto notare che Boreanz è sprovvisto dell'Energia Blu richiesta per sbloccare il Livello III della sua TS.

    Mi è stato fatto notare che questo Addestramento non è stato autorizzato nel topic apposito.

    Mi è stato fatto notare che è meglio se chiudo fino ad eventuali chiarimenti in sede privata :ahsi:
     
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    L'urlo del padre di non toccarlo, se possibile, accigliò Vergil ancor di più. Che diavolo era mai successo? Obbedì prontamente alla richiesta del genitore, ristabilendo le distanze. Quando Soken parlò di nuovo il giovane chunin impiegò qualche attimo a recuperare la compostezza necessaria. Una maledizione? Per quanto pressanti ed innumerevoli fossero i suoi interrogativi Vergil si affrettò a rispondere al genitore. Ora più che mai, quando era debole, era suo dovere fargli sentire quando grande ed invariato fosse il suo rispetto per lui. Richiamando alla memoria l'orribile esperienza appena vissuta si apprestò dunque a narrarla.

    Iniziò dalla spinta che aveva messo in moto ogni cosa, il suo desiderio di maggiore forza. Si era addentrato nel reame dei grifoni per chiedere di venire addestrato dal Re in persona e mentre attendeva che gli venisse concessa udienza ogni cosa aveva avuto inizio. Sorvolò sulla battaglia tra il suo corpo posseduto ed il Re: era chiaro che il sovrano aveva informato il padre su tutto quando questi aveva porto quello che credeva l'ultimo saluto al figlio.

    " In prima persona ho fatto ben poco, padre. Per sfuggire al sigillo quella creatura aveva separato il suo io in due parti, relegando la parte oscura talmente in profondità da non risultare percepibile e lasciando il controllo all'altra parte, creata sulla base dei ricordi, delle emozioni e delle esperienze a cui aveva accesso tramite la possessione del mio corpo. "

    Guardò il padre. Mentre narrava la sua esperienza, rapido e sicuro diede inizio alla Cha no Yu, la cerimonia del the.

    " Impotente ho osservato lo stratagemma di quel demone funzionare ed il mio corpo, guidato da un altro me stesso, liberarsi. I miei ricordi fluivano in lui e per quanto la somiglianza fosse perfetta nell'avatar potevo sentire la presenza di quell'essere, il cui nome era Hanketsu. Ho osservato me stesso combattere contro il Re e ferire altri grifoni con le mie arti. La rabbia che provavo pareva incendiare la mia anima stessa, padre. Ho creduto di perdermi. "

    Conclusi i preparativi rituali Vergil svuotò per tre volte l'acqua del bollitore nella tazza del padre, facendo poi lo stesso con la propria. Il lieve aroma di the verde iniziò a pervadere piacevolmente la stanza. Il chunin dagli occhi di luna sperò che questo piccolo piacere potesse dare conforto all'animo del padre.

    " Durante il combattimento, però, il demone ha peccato di superbia: credeva che dopo quel lungo sonno forzato il mio spirito fosse stato fiaccato. Quando il sigillo si è finalmente rotto, Hanketsu ha recuperato le sue forze ed ha tentato di schiacciare la sua controparte simile a me che aveva creato. Senza il sigillo a vincolarlo alla paralisi del demone, però, il mio chakra era finalmente libero di scorrere. "

    La sua voce si velò di tristezza.

    " Vi ho visto darmi l'ultimo addio, padre. Non credo di aver mai provato nulla di simile. Ho lasciato che la mia anima stessa scorresse all'interno dell'avatar, un simulacro perfetto, e questi ha distrutto sè stesso. "

    Nel tentativo di far sorridere il padre, poi, aggiunse un dettaglio che normalmente avrebbe omesso.

    " In un modo piuttosto cruento, devo dire. "

    Serrò il pugno.

    " Il mio corpo è più forte, ora, ed una nuova energia mi scorre dentro. "

    Terminato il racconto, il the ormai aveva esaurito il periodo di infusione.

    " Il the è pronto, padre. "

    Attese che Soken lo assaporasse. Ripensando a quanto appena accaduto, disse al padre di aver appoggiato una mano sulla spalla di Rin, della casata cadetta, quando questa continuava ad evitare il suo sguardo. Questi gli rispose prontamente, rassicurandolo. In effetti il contatto era stato di un attimo, dato il grido immediato della donna(di cui solo ora capiva la ragione). Senza aggiungere altro Vergil terminò lentamente il suo the, in attese che il padre facesse lo stesso e procedesse finalmente a spiegare cosa fosse successo.

    Non gli sfuggì quando lo Hyuga dai lunghi capelli immacolati urtò la tazza, facendola cadere. Vergil serrò le mascelle. Non poteva nemmeno immaginarsi che inferno potesse essere perdere i propri occhi, e non solo per la perdita intrinsica del senso della vista: per il suo clan erano il luogo in cui risiedeva la loro fonte di maggior potere e motivo di gloria in tutte le terre ninja. Perdere un occhio era considerata una disgrazia, onorevole solo se avvenuta in battaglia contro un nemico degno.

    Quando il padre terminò il racconto Vergil non poteva credere alle proprie orecchie. Suo padre, battuto? Non esattamente, visto che il tizio se l'era data a gambe senza continuare il combattimento, ma comunque il fatto di riuscire a privare della vista uno shinobi della levatura di Soken Hyuga era incredibile. Grazie alla sua maestria nell'arte della deambulazione lo Hyuga era riuscito in paio di volte a sfuggire ai colpi del padre o a coglierlo alle spalle, ma mai a colpirlo e tanto meno in quel modo. Chi diavolo era quel tizio?

    C'era poi la questione della creatura che stava cavalcando. Il Re Corrotto era reale? E costui lo cavalcava? Il padre concluse, dicendo che l'uomo aveva sottratto la luce a chiunque all'interno della tenuta e che con tutta probabilità sarebbe tornato in cerca dello Hyuga, ora che questi era di nuovo a casa. Vergil serrò ancor di più le mascelle. Desiderava con tutto sè stesso che quel tizio tornasse, in modo da potergli scagliare addosso ogni oncia del suo talento e della sua furia. Ma sapeva quanto sciocco fosse anche il solo pensiero. Cosa poteva lui, anche con l'aiuto di Vilya, il più potente dei Tre, contro l'uomo che aveva privato della vista suo padre? Quando arrivò la domanda, però, la risposta che il suo cuore gli suggerì fu una sola.

    " Se con il mio talento o la mia morte potrò servire il clan, io lo farò, padre. "

    [...]

    Come era possibile?

    Questo l'unico pensiero di Vergil mentre indietreggiava rapidamente tentando di opporre le braccia ai continui assalti del padre. Soken Hyuga, tenuta da combattimento e guanti protettivi alla mano, nell'ultimo quarto d'ora gli aveva appena dimostrato quanto insignificanti fossero ancora le sue capacità. Persino privo della vista, il grande dono del clan, suo padre riusciva a coglierlo di sopresa ed a sfruttare la minime falle nella sua guardia. Com'era possibile?

    Tutto stava nella posizione, quel cosiddetto "principio del maestro" di cui il genitore gli aveva parlato. Lo Hyuga continuava ad osservare lo strepitoso ninja che aveva davanti agli occhi per capire, cogliere quello in cui era manchevole. Ed eccolo ripartire all'attacco. Bruciò la distanza in un attimo e con movimenti armoniosi le braccia partirono in modo rapido verso le sue zone vitali. Avambraccio contro braccio, mano a sviare il polso, indietreggiare per non offrire il profilo, eppure, inesorabilmente, una media di uno o due colpi atterravano sempre sul corpo dello shinobi che da parecchio si riteneva intoccabile.

    E faceva piuttosto male. Il padre non stava utilizzando il chakra mortifero del juken contro il corpo ancora inesperto dell'erede ma nemmeno si tratteneva, e le sue mani erano come fruste ad ogni impatto. Ciliegina sulla torta, Vergil era certo che quella velocità non fosse nemmeno vicina ai massimi livelli del padre. Difendendosi dalla nuova offensiva sorrise tra sè, pensando quandto spazio di crescita ancora gli rimanesse. Una frustata alla bocca dello stomaco gli spezzò improvvisamente il fiato, riportando la sua attenzione all'uomo che gli stava scatenando davanti. Specialmente contro suo padre, non era il caso di abbassare la guardia.

    Saltò indietro di qualche metro, recuperando la sua posizione. Richiamò nella sua mente i caldi pomeriggi estivi in cui lo stesso uomo che lo stava attaccando gli aveva impartito le prime nozioni dell'arte marziale di clan. Abituato a combattere con nemici sempre molto diversi da sé forse Vergil aveva deviato dalla purezza originale dello stile, adattandolo di volta in volta alle esigenze del momento. Di certo si era trattato di una buona palestra, ma era giunto il momento di compiere un passo in più. Guadagnare una padronanza "pura" della massima espressione offensiva degli Hyuga.

    Prese un respiro profondo. Ogni volta che Soken Hyuga tornava in guardia dopo un attacco, aveva notato nei minuti precedenti, la sua guardia era leggermente differente da quella del figlio. Gambe più piegate di qualche centimetro, braccia meno distanti tra loro, avambracci non rigidi. Vergil prese dunque posizione e parlò.

    " Ancora. "

    Lo scattò del padre superò qualsiasi sua aspettativa ed in un istante gli fu addosso. Il palmo destro mirava alla fronte e la mano sinistra minacciava qualsiasi arto si fosse interposto. Contrattaccando Vergil alzò immediatamente l'avambraccio sinistro a difesa, deviando il colpo sui capelli, e tentando al contempo di colpire il polso sinistro del padre con la destra per impedire un suo intervento. Non fu così sciocco da gioire quando la manovra riuscì e rimanendo concentrato riuscì, grazie al suo ampio campo visivo, a percepire il ginocchio del genitore che mirava alla sua rotula.

    Un passo indietro fu la reazione istintiva, accompagnata da un doppio affondo mirato a pancreas e braccio destro per tenere impegnato il padre. Questi però si limitò ad abbassare il busto con naturalezza estrema rientrando nell'area d'attacco e minacciando gli organi vitali del figlio. Ormai abituato a questo tipo di offensiva Vergil fu lesto nel porre braccio sinistro a difesa dello stomaco ed al contempo, mentre deviava un sottile attacco del padre con il gomito, tentare di colpirlo al mento con il palmo. Ancora una volta però Soken Hyuga si dimostrò superiore: la mano del braccio deviato si aggrappò al kimono dello Hyuga strattonandolo verso destra ed impedendo al suo attacco di andare a segno. Prima che potesse pensare ad un'altra offensiva, poi, il palmo sinistro del padre atterrò inesorabilmente sui suoi addominali alti.

    Arretrò istantaneamente con un salto, ma sapeva che se avessero fatto sul serio a quell'ora il suo stomaco sarebbe stato in pezzi. Non andava ancora. Qualcosa era cambiato, tant'è che aveva resistito a ben due assalti, ma il padre era sempre superiore. Lo osservò raddrizzare la sua guardia con aria concentrata e, vedendolo, faticò ad impedire che l'ammirazione che provava lo deconcentrasse.

    C'era qualcosa di profondamente diverso che li separava e che li poneva su piani neanche lontanamente comparabili, avessero fatto sul serio. Fu solo grazie al suo innato occhio ai dettagli delle persone che Vergil realizzò di colpo. Era l'aria intorno a ciascun combattente ad essere diversa; probabilmente se avesse osservato gli scambi avvenuti lo avrebbe realizzato anche prima. Nei movimenti agili ed eleganti del jonin dai capelli di luna non c'era alcuna incertezza, nè imprecisione. Sapeva esattamente cosa colpire, dove colpire, quando colpire, ed in che modo reagire ad ogni possibile attacco. In quel momento realizzò davvero almeno una parte dell'enorme distanza con la schiena di suo padre. Doveva aver memorizzato migliaia e migliaia di posizioni di combattimento in schemi ordinati nella sua mente, e ad ognuno di questi corrispondeva un'adeguata reazione.

    Qualcosa che di certo non poteva essere appreso in poco tempo e senza una notevole capacità cerebrale e pura esperienza sul campo. Fortunatamente, a Vergil non mancava nessuna di queste. Ora che aveva compreso, la pratica avrebbe fatto il resto. Nella prossima ora, decise, avrebbe combattuto in modo puramente provocatorio, in modo da completare la scheda mentale che aveva si suo padre per quanto riguardava il combattimento. E così fece.

    Dopo oltre due ore da quando avevano iniziato l'allenamento con il "principio del maestro", finalmente, Vergil era riuscito nell'obbiettivo prefissatosi. Eliminati i difetti tecnici, aveva compiuto anche l'ulteriore passo necessario per superare una prova di quel livello. E contro Soken Hyuga i suoi movimenti persero ogni incertezza. Non poteva prevedere cosa avrebbe fatto suo padre, certo, ma non appena vedeva una mossa prendere vita il suo corpo agiva quasi autonomamente per il meglio, evitando ulteriori frustate.

    Questo piccolo risultato raggiunto, però, non cambiava la realtà dei fatti. Che speranze poteva avere Vergil contro un mostro come quello descritto dal suo genitore? Quando la settima serie consecutiva di attacchi del padre terminò senza che un singolo colpo atterrasse sul suo corpo, Vergil indietreggiò ancora ma si permise di interrompere l'allenamento per qualche attimo.

    " Padre, non sono abbastanza veloce per eliminare quell'uomo. Ho bisogno di occhi più potenti per avere una possibilità. "
     
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    Occhi più potenti? Mormorò con calma il nobile Soken, ancora in posizione di guardia davanti al figlio. Velocità? Rapido come un serpente, troppo perchè Vergil potesse anche solo cominciare a pensare di agire, il nobile Hyuga colpì con un movimento a frusta degli arti, raggiungendo senza sforzi la gola e il torace del figlio. Il primo colpo intorpidì la lingua, bloccandola come se fosse anestetizzata, mentre dal secondo si sparse una sensazione quasi di scarica elettrica a tutto il corpo, costringendolo a cadere sulle ginocchia.

    Ti sto insegnando il Juuken. Ti sto insegnando a raffinare i tuoi movimenti. Non pretendere di sapere ciò di cui hai bisogno per vincere. Finchè sarò il tuo maestro, sarò IO a dire ciò che ti serve e ciò che non ti serve. Una durezza inaspettata da parte del padre, ancora in guardia mentre gli effetti del suo attacco passavano, con l'esclusione del gonfiore alla lingua, che impediva di parlare. Ora taci figlio, e impara ciò che devi.

    jinsuke



    Una nuova serie di attacchi, ma ormai Vergil era in grado di starle dietro e bloccare ogni assalto efficacemente. Hai migliorato la tua posizione per difenderti, ma non è sufficiente. Le modifiche che hai apportato ti rendono più difficoltoso attaccare. Anche prima sono scivolato facilmente sotto ai tuoi attacchi, senza che mi impensierissero minimamente.

    Dici di volere occhi più forti e un corpo più veloce...ma a cosa ti servono se poi non sai come utilizzarli in maniera appropriata? Impara di essere ancora uno studente, prima di arrogarti la capacità di decidere in che ordine imparare.
    Che fosse la serietà della situazione a fargli scegliere parole tanto dure? O forse in quel momento stava mettendo da parte il suo orgoglio di padre, per evitare di essere accecato (pessima scelta di termini vista la situazione) e fallire nel trasmettere i giusti insegnamenti?

    Ora basta difenderti. Pensa ad attaccare. Il "principio del maestro" cura ogni aspetto dell'insegnamento..e con il tuo stile non potrai nemmeno sfiorarmi. Ed infatti gli attacchi successivi sarebbero stati sventati senza il minimo problema. Ora sei focalizzato sulla difesa, ma il Juuken non modifica la sua posa tra le fasi della battaglia. Con una sola guardia devi essere nella posizione ideale per difenderti e attaccare nel minimo tempo possibile.

    Sarebbe stato un addestramento duro, poichè le modifiche alla posizione di guardia giudicate inadeguate alla difesa sarebbero state castigate da attacchi come quelli delle ultime ore, con sferzate che arrivavano in ogni più infinitesimale punto cieco. Al contempo, finchè non ci fosse stato almeno un attacco che costringesse Soken a impegnarsi almeno un poco, la sessione non sarebbe terminata.

    Raggiunta infine una situazione adeguata, il padre avrebbe proposto una piccola pausa per rifocillarsi e rimettersi in forze. La lingua funzionava nuovamente, e forse i due avrebbero potuto parlare...

    [Altrove]

    Il figlio si stava allenando contro diversi cloni del padre, evitando gli attacchi che giungevano da più fronti. Tralasciava ogni movimento inutile, concentrandosi solo su quei brevissimi scatti che gli consentivano di difendersi efficacemente.

    Toccò con una mano la gamba tesa che stava per colpirlo al naso, paralizzandola a mezz'aria, mentre scivolava silenziosamente sotto un pugno. Fece in tempo a raggiungere il torace di una copia, bloccandola del tutto, prima che un colpo di taglio si abbattesse impietoso sulla nuca, facendolo stramazzare al suolo.

    Sei stato troppo fiducioso, figlio. Non devi fidarti di nessuno, mai, perchè nessuno vuole il tuo bene.

    Pa..padre...

    Ti avevo detto che avresti sfidato le mie copie, più deboli rispetto a me, e ti sei fidato senza fare domande. Non hai pensato nemmeno per un istante che io potessi nascondermi tra loro, e colpirti usando la mia superiorità fisica.

    Io..vi..rispetto...

    Il padre chinò il capo, come per un saluto a un avversario. Una risposta consona. Voltò le spalle al suo erede. Il tuo rispetto è adeguato, ma io ora sono il tuo sensei, non tuo padre. E come tale, devi vivere come se fossi la tua preda, da cui estrapolare ogni informazione utile, e devi essere pronto a aggredirla e sopraffarla non appena si presenterà l'occasione.

    Sarò...più scrupoloso...

    Si. Lo sarai.


    [La fase successiva dell'allenamento]

    Durante l'allenamento ho notato un grosso difetto nei tuoi attacchi Un'impurità notevole, forse fatale...prova ad attaccarmi, cerca di sfruttare il Juuken per incalzarmi..concatena i tuoi attacchi in modo fluido. Avrebbe ovviamente parato l'intera sequenza di attacchi senza sforzo, indipendentemente dalla lunghezza o dalla complessità, ed anzi, un attimo prima del colpo finale, avrebbe agito in controtempo, cogliendo il figlio alla bocca dello stomaco.

    Sarebbe stato un semplice tocco, ma quello era un vero attacco del Juuken, carico di chakra dalla potenza terribile, che avrebbe scosso il corpo del Chunin sin nel profondo, come se gli fosse esplosa una cartabomba dentro. Probabilmente sarebbe caduto a terra, vista la potenza. Come immaginavo. Prima cercavamo di curare la tua postura per attaccare in modo efficace, e tutto sommato hai raggiunto una condizione adeguata, anche se migliorabile..

    Ma il tuo stile è assolutamente pessimo...direi quasi moribondo.
    Parole taglienti come una lama d'acciaio. Hai combattuto con spade, coltelli e molte altre armi..o sbaglio? E hai cercato di mescolare l'uso di queste armi col Juuken, alternandoli in combinazioni di vario tipo...o sbaglio?

    E hai fatto tutto questo senza prima cercare consiglio da chi è più esperto di te...ottenendo solo di corrompere il tuo Juuken fin quasi al punto di non ritorno!! Non puoi modificare uno stile di cui conosci solo le basi, sarebbe come dare una spada a un bambino che ancora gattona...
    Come prima..parlare del Juuken rendeva Soken Hyuga molto più intransigente e severo, e la cosa sembrava andare oltre il semplice rispetto di un praticante di arti marziali nei confronti della sua disciplina. Non puoi utilizzare il Juuken e le armi in contemporanea..o almeno non nel modo che hai scelto! Serve un addestramento rigoroso e adeguato per affinare i due stili senza che entrino in contrasto.

    Quel tuo ultimo attacco sembrava un affondo di spada, e anche il terzo e quarto passaggio erano macchinosi, lenti e mal coniugati col resto della sequenza. Per non parlare del penultimo attacco, assolutamente fuori fase rispetto all'esecuzione degli altri.
    Assunse con fermezza il "principio del maestro". Dimentica la spada e le altre armi. ora hai solo il to corpo. Hai solo il Juuken. Trova nuovamente la fluidità della nostra arte, e sfruttala a tuo vantaggio per imporre un tuo ritmo alla battaglia, per incalzare il nemico con colpi via via più rapidi, come se ogni attacco rendesse più forte e pericoloso il successivo.

    [Altrove]

    Pensate che la maledizione si sia già diffusa, padre? L'acqua del fiume scorreva placida accanto a loro.

    Il padre aveva in mano un coltello da cucina affilato, e lentamente stava sezionando l'addome del pesce apparentemente inoffensivo che giaceva su un grosso sasso piatto, bianco di sale. Piccoli movimenti della coda mostravano che l'animale era ancora inv ita durante quella dolorosa procedura. No. Sicuramente si sono isolati per evitare di contagiare le persone esterne al clan

    Il figlio stava sull'acqua, sorreggendosi col chakra su un solo dito della mano mentre, come prescriveva il suo addestramento, manipolava il suo chakra per non lasciare alcun genere di disturbo nell'acqua che scorreva. Non temete che in questo tempo possano elaborare una controffensiva?

    Ne dubito. Non ci sono esperti del sistema circolatorio a parte gli Hyuga. E so di aver sigillato gli occhi degli unici capaci di contrastare il mio chakra. La lama pose fine alla vita del pesce, mentre tra i visceri ora esposti stava una sottile, lunga ghiandola verdastra.

    Allora intendete aspettare fino a che tutta Konoha non verrà raggiunta?

    No, affatto. Penso invece che attenderò ancora uno o due giorni Poi farò nuovamente visita al Clan, e tu verrai con me. Devi assaporare la loro disperazione. Con cautela sezionò la ghiandola. Sarebbe bastato un solo errore, e il contenuto venefico avrebbe ucciso il cuoco e chiunque nel raggio di diversi metri, ma non vi erano rischi nè esitazione nella mano ferma del padre

    Ne sono onorato..dunque stavolta li ucciderete?

    Non è detto, figlio. Non è detto.

    E gettò via la sacca velenosa. All'impatto con l'erba, il veleno uccise una farfalla.


    CITAZIONE
    Impara a usare gli slot azione extra anche per attaccare, ottenendo una posizione di guardia che sia ideale per entrambe le situazioni e quindi migliora "Serie Interminabile" fino a portarla al livello III.. Soken aprofitterà di ogni attacco non sufficientemente concatenato e fluido (leggasi,attacchi che non abbiano il massimo delle tacche ottenibili dopo il tempo di caricamento) per contrattaccare, mandandoti a terra con un semplice tocco che, grazie al chakra, sarà come una cannonata nelle budella (che immagine poetica *_* )



    Edited by Febh - 17/10/2011, 18:41
     
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    E per la prima volta dopo lungo tempo, le ginocchia di Vergil Hyuga toccarono nuovamente il suolo.



    Il giovane chunin degli Hyuga boccheggiò dalla sorpresa, privato della libertà di muoversi da un attacco che neanche aveva visto arrivare. Lo sguardo cadde sulla sua veste candida, sporcata dal contatto con l'erba fresca del giardino. Le sue mani, però, non tremavano. Non c'era alcuna umiliazione in quello che stava accadendo in quel momento. Il discorso tagliente, la dura realtà di essere ancora tutto sommato un neonato nel mondo degli shinobi sbattutagli in faccia, la privazione dell'uso della parola.

    In un mondo sommerso dall'acqua, suo padre gli stava semplicemente insegnando a nuotare. Senza una parola - volente o nolente - si rialzò e guadagnò ancora una volta la sua posizione. Soken Hyuga parlò di nuovo e Vergil realizzò la sua duplice pecca, pratica e morale. Annuendo brevemente, quindi, più che a sè stesso che al genitore, il giovane Hyuga si rimise in posa.

    La faticosa danza di corpi che si allungavano per evitare e colpire ricominciò, con Vergil che tentava di comprendere dove sbagliasse ancora e come mettere in pratica quando suo padre aveva appena detto. Indubbiamente, nelle ultime tre ore si era concentrato sulla difesa, ignorando l'attacco, ma concesse a sé stesso che tale comportamento non era stato una pecca, quanto piuttosto una necessità: se avesse fatto altrimenti il suo fisico in quel momento avrebbe avuto problemi ben peggiori della semplice fatica.

    Il suo braccio destro si alzò fulmineo per deviare alla sinistra del suo viso un colpo di palmo, mentre il suo corpo si lanciava in avanti con tutto il proprio peso, scambiando così posizione con il suo avversario. A rigor di logica era chiaro: trovare l'equilibrio tra difesa e attacco integrandolo poi in una serie di schemi mentali declinati nello stile juken gli avrebbe permesso un'efficienza ed un'accuratezza invidiabili, e nessun punto debole. Il problema era come riuscire a sintetizzare un così perfetto composto di arte marziale e logica pura.



    Questa volta il taglio della mano del genitore intercettò il suo movimento evasivo, rallentato dal troppo ragionare, assestandogli una frustata in piena regola sul tricipite sinistro. Trattenendo un grido di dolore Vergil indietreggiò più del normale, tentando di guadagnare tempo. Diavolo, faceva un male cane! E se lo Hyuga era uso a fatiche improbe, la gestione del dolore non era il suo forte. Un effetto collaterale del suo stile di combattimento caratterizzato da una forte propensione alla difesa.

    Una voce piccola e tenue si fece largo tra il dolore ed il cumulo dei suoi pensieri, suggerendogli che forse era proprio questo il problema di base. Non l'impronta alla difesa che il suo stile aveva, ma questa sua abitudine di analizzare ogni cosa che i suoi occhi erano in grado di captare. Aveva sempre avuto l'impressione che se non avesse fatto così avrebbe in qualche modo sprecato il grandioso dono di cui era portatore, e di sicuro c'era della verità in questo, ma forse aveva esagerato. Forse, disse a sè stesso, era il momento far pendere la bilancia dall'altra parte. Sbilanciare sè stesso, per bilanciare l'equazione.

    Fu così che riguadagnando la distanza si lanciò in una serratissima serie di attacchi, sfruttando impasti per migliorare la propria velocità anche durante delle finte, o comunque in momenti nei quali prima non l'avrebbe mai fatto. In buona sostanza, cessò di pensare troppo. Annullò il flusso di pensieri, lasciando che l'unica cosa percepita dal suo cervello fosse il rumore dei passi sull'erba, le vesti che frusciavano ed i corpi che si colpivano. Si affidò all'istinto, ma ciò che ne risultò non fu una carica senza capo nè coda. Il suo corpo era troppo ben allenato, le vecchie abitudini dure a morire, e l'esperienza delle numerose battaglie in cui aveva combattuto continuava a fare la sua parte.

    Una soluzione per certi versi semplice, che però Vergil fu in grado di adottare solo grazie al fatto che i numerosi e complicati ingredienti per la stessa erano già stati meticolosamente, quanto inconsapevolmente, messi da parte nel passato. Fu così che quando la quarta ora consecutiva di attacchi e contrattacchi senza quartiere, il flusso di Soken Hyuga venne disturbato, anche se non interrotto, dalle offensive del figlio. Riprendendo per la prima volta dall'inizio di quel faticoso giorno le distanze lui stesso, dunque, il genitore concesse al figlio una breve pausa, della quale Vergil fu grato.

    Il giovane Hyuga, che ancora non poteva parlare a causa del colpo alla gola, approfittò del tempo concessogli per entrare lentamente, camminando, nel lago privato della tenuta. Arrivò fino al punto di bagnarsi gli addominali alti, immergendosi poi qualche secondo in modo da rinfrescare il proprio corpo ed al contempo detergerlo dal sudore accumulato. Uscì subito dopo, dirigendosi verso le sue stanze. Lì si cambio d'abito, indossando un'altra tenuta da combattimento, e sistemò i capelli ancora gocciolanti in una lunga coda, in modo che non dessero fastidio durante spostamenti particolarmente rapidi. Mentre tornava all'esterno provò a schiarirsi la voce, e con sollievo scoprì di poter nuovamente proferire verbo.

    " Vi chiedo perdono, padre. Sono pronto a ricominciare. "

    Ad un cenno positivo da parte del genitore Vergil riprese la sua offensiva, determinato a migliorare i risultati ottenuti finora. Soken Hyuga respinse con facilità le prime due ondate, ogni movenza del suo corpo espressione di armonia, potenza e fluidità. Quando il figlio tornò ad attaccarlo con un allungamento del braccio sinistro verso il suo polmone, questi colpì con un fendente dall'alto il polso il ragazzo dai capelli corvini, distruggendo la sua coordinazione. Vergil non ebbe nemmeno il tempo di indietreggiare o alzare una guardia di chakra: avvertì un colpo secco agli addominali, e senza che se ne rendesse conto le sue ginocchia cedettero. Un secondo dopo si ritrovò a terra, sputando sangue.

    Il suo sgomento fu notevole: non aveva mai sputato sangue prima d'ora, ma soprattutto non aveva mai subito un reale colpo dell'arte juken. O almeno, non agli organi interni. Una volta, quando aveva sedici anni, aveva sperimentato la chiusura dei punti di fuga su di sè per averne una migliore comprensione, ma il dolore che provava in quel momento era tutta altra cosa. Le parole taglienti del padre si fusero con la sensazione pulsante allo stomaco, dando vita ad un crogiolo di piacevolezze che Vergil accolse con un amaro sorriso dipinto sul volto.

    " No, avete ragione. "

    Era stato davvero così cieco da non accorgersi di aver corrotto l'arte marziale che la sua gente aveva speso decenni e decenni a perfezionare? L'utilizzo di lame quali katana, wakizashi o lama celata gli era stato necessario e lo rimaneva tuttora; probabilmente ciò che andava modificato, ancora una volta, era lo schema mentale delle proprie posizioni d'attacco e difesa. Scindere l'arte della spada dall'arte del pugno per poi riunirle, ma solo dopo aver guadagnato totale padronanza su entrambe. Per quanto riguardava l'arte della spada era confidente di sapere ciò che faceva, ma per l'arte juken il discorso era diverso. Fino a poche ore prima avrebbe detto il contrario, ma i continui scambi con suo padre continuavano a provargli quanto acerba fosse ancora la sua arte marziale.

    Mentre si rialzava, però, sul volto di Vergil era dipinta un'espressione sicura e confidente. La sua mente analitica in quel frangente avrebbe aiutato non poco. Senza indugiare si lanciò nuovamente all'attacco, bruciante dal desiderio di verificare la validità del percorso da lui individuato. Provò un approccio laterale con il braccio destro, seguito da una rotazione del busto ed un tentativo di taglio con la mano sinistra. Soken Hyuga parò l'attacco con frapponendo il gomito, piegato orizzontalmente, al secondo colpo, evitando il primo con una semplice inclinazione del busto.

    Vergil però non aveva finito: in un combattimento puramente in corpo a corpo incalzare l'avversario era la chiave per vincere, un principio che ogni praticante dell'arte juken sapeva ma che lui in prima persona non aveva messo in pratica da un messo. Tutta "colpa" della sua scelta di affinare le arti assassine secondo il principio dell'Igeki Hissatsu. Ma questa volta fu diverso. Lo Hyuga mantenne ben separati gli schemi di azioni tipici di ciascuna disciplina, e invece di scartare a destra e riguadagnare la distanza come normalmente avrebbe fatto afferrò il gomito del padre con la mancina, strattonandolo, e mandando un colpo di palmo direttamente al collo del genitore.

    Questa volta la reazione di Soken Hyuga fu leggermente ritardata - tutto probabilmente perchè era privo della vista - e quando gettò il busto in avanti assecondando lo strattonamento la mano di Vergil riuscì a sfiorare leggermente il collo, anche se il chakra dell'arte juken che il colpo avrebbe contenuto se fosse stato reale sarebbe risultato inutile, avendo il palmo colpito null'altro che i capelli. Senza dare tregua al genitore Vergil tentò un calcio alla gamba destra per minare il suo equilibrio, ma senza alcun preavviso il gomito sinistro del padre lo colpì alla spalla, minando invece il suo flusso. Ancora non abituato a questo tipo di movimento, Vergil fu qualche attimo in ritardo nell'alzare la sua guardia e un nuovo, doloroso colpo, questa volta alla milza, lo frustrò.

    Con un espressione di dolore cadde a terra, nuovamente in ginocchio. Sentì il sangue risalire dalle sue interiora, che si premurò di sputare fino all'ultima goccia. Era incredibile quanto potesse essere potente un tocco per così dire non violento come quello del genitore. Doveva aver affinato le sue capacità di controllo del chakra a dei livelli inimmaginabili, che lui, pur con i suoi occhi, riusciva a malapena a scorgere.

    " I vostri colpi sono pesanti, padre. "

    Gli fece presente. Era un complimento, ma anche un modo di comunicare quanto ardentemente lo Hyuga stesse provando a migliorare, lottando contro quel dolore. Stringendo i denti dunque Vergil si rialzò, osservando il flusso placido del chakra del padre. Era andato meglio. Stava andando meglio, quello era certo. Mancava solo la pratica. Doveva portare il suo corpo a sentire la sensazione della danza pur con quei nuovi schemi motori. Il tutto richiedeva, oltre ad un talento innato, un'estrema maestria che poteva essere solo il risultato di lunghi ed estenuanti allenamenti. Ed in effetti, pensò, se ora era in grado di seguire quel percorso lo doveva solo al genitore, che così magnificamente aveva provveduto alla sua educazione.

    Con un urlo marziale, Vergil si lanciò nuovamente in combattimento. Alternò attacco e difesa, spinse le sue articolazioni ai loro limiti e più di una volta venne nuovamente messo a tappeto, tingendo il manto del giardino di rosso vermiglio. Ma ogni volta si rialzava, tentando di leggere nei movimenti del padre una falla che potesse permettergli di far atterrare i suoi colpi. Il suo corpo, nuovamente terso da innumerevoli sfere di sudore perlato, acquistava sempre maggiore velocità e scioglievolezza, raggiungendo vette che raramente aveva mai sfiorato senza massicce quantità di chakra[Serie Interminabile: 9 slot azione consecutivi -> 18 tacche bonus ipotetiche].


    Fu così che finalmente, dopo un numero di tentativi di cui perse il conto, il suo palmo destro riuscì ad evadere la guardia del genitore, atterrando sul suo pettorale sinistro e idealmente danneggiando cuore e polmone. Non si fece distrarre dal successo ottenuto, però, e indietreggiando rilasciò una notevole quantità di chaka per proteggere tutto il suo corpo da eventuali contrattacchi[Arte Juken: Difesa di Chakra]. Una volta riguadagnata la distanza di sicurezza Vergil rimase immobile, in guardia, attendendo una reazione da parte del padre. Nel silenzioso giardino della tenuta, il veloce ritmo di respirazione di Vergil pareva fare più rumore di un tamburo, soprattutto se comparato alla quieta calma che la figura del genitore emanava nonostante tutto.


    OFF GAME

    Tacche ovviamente ipotetiche, per via del CAP. Ho messo per rendere l'idea del miglioramento, soprattutto con 9 slot consecutivi(Slot TB -> 3 Slot Azione + Agilità e Acrobata -> 2 slot Azione).


     
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    La mano gli aveva sfiorato il petto, complice certo la mancanza della vista e, doveva ammetterlo, la rapidità di Vergil nell'apprendere. Forse ho commesso un errore di valutazione. Il tuo stile non era poi così contaminato. Ma esiste ancora un ampio margine di miglioramento.

    Nelle due ore successive continuarono a combattere, cercando di cristallizzare le conoscenze accumulate e affinare i movimenti, nonostante la stanchezza. Vergil era abbastanza rapido nell'apprendere almeno quanto era solerte nell'impartire insegnamenti il padre, e fino al calare del sole, il giardino macchiato di sangue in quel palazzo vide lo scontro tra due artisti della lotta.

    E' sufficiente. Ora dormi, all'alba riprenderemo il nostro allenamento.

    [Altrove]
    Dormi figlio. Domani andremo a verificare il frutto della nostra opera. Il padre sedeva di fronte a una splendida spada, nel centro del Dojo. Nei suoi occhi era dipinta la tristezza

    Padre, pensavo voleste attendere ancora. Il figlio stava disponendo i futon sul pavimento in legno, ma si fermò nel cogliere quella sua strana espressione. Siete forse turbato dal mio comportamento?

    No. Disse lui, di rimando. Non è nulla di importante. Chiuse gli occhi. Mi è giunta voce che ci sono delle novità nel palazzo Hyuga, e preferisco verificarle il prima possibile.

    Novità? Chiese il figlio. Verrai informato a tempo debito. Ora dormi. Quella l'unica risposta. Il padre poi prese la spada, riponendola su una mensola poco lontano, incastrata nell'espositore. Era di squisita fattura, ma alcuni segni rovinavano il manico decorato. Più che segni erano incisioni...e un occhio attento vi avrebbe letto due parole:

    Soken e Suiho


    Il sole sorgeva, e Soken attendeva Vergil nel giardino, con le mani dietro la schiena. Intanto nel palazzo la vita continuava, e poco distante i servitori avevano steso i panni (non certo abbastanza vicino da disturbare i due) e aperto all'aria la sala dell'argenteria, visibile attraverso il porticato ed esposta in bella mostra sugli scaffali dopo la lucidatura. Alcuni servitori stavano passando dei panni sui pavimenti in legno, mentre dalle cucine arrivava il debole odore dei pasti sul fuoco...vista la quantità di gente da sfamare, non era strano che cominciassero sin dalla mattina presto.

    Oggi concluderemo la sessione di addestramento col Juuken..andando a studiare una delle tecniche ad esso collegato. Una delle migliori e più esemplificative...che forse hai già avuto la fortuna di vedere all'opera. Conosci la natura dei punti di fuga, giusto? E sai che sigillarne un certo numero impedisce lo scorrere del chakra. Assunse una posizione molto caratteristica...e poi portò gli occhi su Vergil...per il chunin fu come sentire addosso la terribile pressione di un nemico imbattibile..e stava solo guardando un avversario in posa

    Tuttavia, se colpiti in un certo ordine, e in numero crescente in tempi brevi, con la giusta cadenza, si può imprigionare tutto il chakra di un essere umano nel suo tan'tien, in modo da impedirne lo scorrere e, di fatto, sigillare ogni sua capacità. Osserva bene, e cerca di replicare al meglio la mia posizione.. Ci volle qualche minuto..e per verificare che Vergil non stesse sbagliando, Soken di tanto in tanto ricorreva ad alcuni Kata del Principio del Maestro, pensati appunto per valutare le capacità dell'allievo di assumere la posa d'inizio di quella terribile tecnica.

    Una volta assicuratosi che tutto andasse bene, Soken scattò in avanti, andando a colpire il figlio in sessantaquattro punti diversi, a velocità incredibilmente alta..troppa perchè il giovane potesse anche solo pensare di reagire! Quelli sono i punti da colpire. Disse Soken. Non era la vera tecnica, ovviamente, ma aveva lasciato dei piccoli punti luminosi sugli abiti di Vergil. Ora attiva il Byakugan, e cerca i punti corrispondenti nel mio sistema circolatorio del chakra. Devi colpirli in rapida sequenza, a coppie, raddoppiando il numero ogni istante...serviranno grandi impasti di energie per tener dietro alla velocità necessaria...colpire i punti troppo lentamente non avrà alcun effetto.

    In questa evenienza, ti permetterò di colpire senza problemi finchè non avrai imparato la giusta sequenza..ma in seguito ci concentreremo su come applicare questa tecnica in un vero combattimento.
    Soken assunse nuovamente la postura che aveva prima dell'attacco, invitando ancora il figlio ad imitarla, e successivamente attivare il potere che dormiva nei suoi occhi.

    Ma stavolta qualcosa andò storto...all'attivazione del Byakugan, Soken letteralmente sparì alla vista..e così tutti i servitori intorno. Scomparsi, come se non ci fossero mai stati! Cosa succede? Sembri turbato! La voce veniva dal punto in cui, fino a pochi secondi prima, stava suo padre. Era diventato invisibile al Byakugan...oppure era la maledizione che cominciava a estendersi al giovane Vergil?

    Se informato, Soken avrebbe subito deciso di interrompere l'addestramento. Dobbiamo verificare che non sia la maledizione..convocheremo il miglior medico della casata..ora devi assolutamente riposare! Il senso di urgenza nella sua voce avrebbe certo tradito la sua preoccupazione...fosse stato visibile gli si sarebbe letto chiaramente il volto il sospetto di aver contagiato lui stesso il figlio nel corso dell'addestramento.

    Ma era davvero il caso di fermare tutto? Oppure avrebbero dovuto continuare? Eppure, come apprendere la posizione dei punti di fuga..quando non era possibile vederli? Vergil sapeva dove si trovavano i suoi, ma non poteva vederli direttamente, o comunque non tutti...e il sistema circolatorio di suo padre era inesistente, così come la sua persona...

    E se il nemico avesse attaccato?

    [Altrove]

    Volavano sulle ali oscure del Re Corrotto, mentre un vento nero li sorreggeva, celandoli alla vista di più, man mano che si avvicinavano al loro obbiettivo. Suppongo che stia per iniziare la seconda fase della maledizione. Disse il padre, con le braccia conserte.

    Prima il mondo sparirà ai loro occhi. Poi loro spariranno agli occhi del mondo...e infine spariranno del tutto. Aggiunse il figlio, con deliberata lentezza. Si. Ma sono riusciti a isolarsi meglio del previsto, e la maledizione non si è ancora estesa a Konoha...

    Capisco, dunque andiamo a colpire in maniera più indiscriminata?

    No. E' stato visto il Re in prossimità del palazzo.

    Il Re? Ma allora...

    Si.

    Entrambi non dissero una parola da quel momento in avanti.

    Ma dal becco del Re Corrotto colava un filo di saliva..e il suo occhio cieco risplendeva famelico...



    CITAZIONE
    Benvenuto al climax dell'addestramento con Soken: finalmente ti insegna la tecnica delle 64 chiusure :riot:


    Non vedi Soken, e pur avendo i tuoi ppunti di fuga evidenziati, non hai una chiara concezione di dove siano i suoi (anche col Byakko non puoi vedere te stesso)..sai però che lui è nella tua stessa posizione e che è davanti a te...come pensi di sviluppare il Jutsu? hai vari suggerimenti :zxc:

    Ovviamente anche disattivando il Byakko restano tutti invisibili ai tuoi occhi.

    Imparala o muori :guru:
    E superato questo si conclude la parte iniziale dell'addestramento. Altresì indicata come "quella facile", perchè dal prossimo post si cambia registro, e soffrirai alquanto :guru:

    Della serie che se nei prossimi fai errori, rischi di perdere parecchio :zxc:



    Edited by Febh - 3/2/2012, 22:47
     
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    Quando l'ultima ora del giorno cadde sul giardino della tenuta il corpo dello Hyuga era ormai allo stremo. Vergil ancora stentava a credere la resistenza fisica che il padre dimostrava. Li separavano quasi trent'anni, eppure anche in quel momento, nel fiore delle sue forze, il figlio a malapena riusciva a stare dietro al padre. D'altronde il contratto che tempo prima aveva firmato con il sangue gli aveva mostrato immagini del padre nella sua giovinezza, quando ancora le sue abilità erano da affinare. Sua nonna Kaede, considerò un Vergil prossimo alla sfinimento, aveva davvero compiuto un lavoro eccellente. E sapere che il padre stesse facendo lo stesso con lui gli dava forza e speranza.

    Le parole di congedo da parte del genitore furono accolte con gratitudine dal giovane chunin, che piegò il capo - un gesto istintivo, anche se l'altro non poteva vederlo - e ringraziò.

    " A domani allora, padre. "

    [...]

    La notte trascorreva lesta ma nonostante la stanchezza il sonno era restìo a presentarsi alla soglia di Vergil Hyuga. Quanto era accaduto aveva dello sconcertante, ed il ragazzo dagli occhi di luna ancora non se ne capacitava. Come poteva una maledizione avere effetto sugli occhi più potenti del continente? Come poteva uno shinobi aver sopraffatto il padre al pieno delle sue capacità? Ma, soprattutto, il Re Corrotto era reale? Anche prima della possessione da parte del demone Hanketsu Vergil aveva sempre avuto difficoltà a ricordare con precisione l'incubo di quella notte. Nei momenti più bui della sua esistenza però ancora scorgeva dei cambiamenti nel suo chakra biancoazzuro, una tonalità di un profondo viola che - per quanto raramente - continuava a presentarsi.

    Era seduto sulla superficie di legno a fianco dell'enorme vetrata della camera in cui dormiva, nell'ala della tenuta a lui riservata. I muscoli gli dolevano dappertutto, ma la sensazione non era sgradevole. Sapeva di speranza. Di rivalsa. Tuttavia, il ricordo dell'unico occhio del grifone putrefatto era nitido come un'immagine di sé allo specchio. Quella luce selvaggia e violenta, quel bagliore di ferinità e puro istinto, non lo avrebbero mai abbandonato. Né lui voleva che lo facesse. Quella notte di oltre due anni prima aveva giurato a sé stesso che se mai avesse rivisto la creatura, avrebbe fatto in modo che fosse quella a temere il suo sguardo. Tale traguardo era però ancora lontano e Vergil sapeva di doversi concentrare solo su quanto era in vista. Aveva dato al padre la sua parola, e l'avrebbe mantenuta.

    [...]

    All'alba del giorno successivo, quando il sole spuntò all'orizzonte, i due Hyuga erano già in piedi nel giardino, pronti a riceverlo e ad essere abbracciati dal suo calore. Soken Hyuga iniziò a parlare, introducendo il figlio al programma di allenamento del giorno. Vergil ascoltò con attenzione le parole di quello che oltre a suo padre era suo maestro, delle arti ninja e di vita. Rimase in silenzio per tutta la spiegazione, subendo l'aura del padre e ricevendo il suo attacco dimostrativo. Nei suoi occhi di luna la determinazione bruciava. La tecnica illustrata gli parve oltremodo complessa: mettere a segno una tale moltitudine di colpi in poco tempo e ad alta precisione non sarebbe stato facile. Di fatto gli era richiesto di compiere in pochi secondi ciò che normalmente veniva effettuato in almeno tre minuti durante vari scambi corpo a corpo. Si domandò se colpire i vari tenketsu uno per uno fosse il giusto percorso da seguire, ma l'attitudine dimostrata dal padre perchè iniziassero lo distolse dal pensiero - che peraltro, si ricordò, aveva già formulato tempo prima, anche se in forma diversa.

    Pressato dal desiderio di rassicurare il padre con i suoi progressi, per il momento Vergil mise i propri dubbi da parte ed assunse il kata indicato dal padre. Concentrò poi una discreta quantità di chakra negli occhi e congiungendo le mani nel sigillo della tigre liberò il potere del Byakugan. Per la prima volta in vita sua, però, qualcosa andò storto. O, almeno, quello fu il pensiero dello Hyuga. Al momento dell'attivazione il padre scomparve completamente dalla sua vista, come se non fosse mai esistito.



    Spaesato, Vergil si guardò attorno per controllare cosa fosse accaduto ai suoi preziosi occhi. Quello che vide - o, meglio, che non vide - non lo rallegrò: anche i numerosi servitori della tenuta erano completamente spariti come neve al sole. La sua preoccupazione aumentò quando sentì la voce del padre che gli chiedeva cosa stesse accadendo. Se sentiva la sua voce, significava che il genitore era lì. Pertanto il problema atteneva ai suoi occhi. Spiegò in breve al genitore la situazione facendo del suo meglio per non suonare preoccupato, ma la voce di Soken Hyuga suonò alle sue orecchie come nuovamente incrinata dal dolore e dalla perdita di quella fievole speranza che il ritorno del figlio aveva rappresentato. Il sangue gli ribollì nelle vene. Aveva fatto una promessa, un giuramento, e se ben ricordava aveva posto la sua stessa vita sulla linea. Ebbene, non si sarebbe tirato indietro.

    " Riprendete la vostra posizione, padre. Non è fermandomi che proteggerò il clan. "

    Mai prima d'ora aveva parlato così al genitore, ma se la situazione richiedeva che prendesse lui le redini avrebbe compiuto anche quel passo. A prova delle sue intenzioni riprese il kata a lui illustrato poco prima, liberando una pressione omicida tutt'altro che trascurabile.
    Il chakra crepitava nelle sue mani. Era arrabbiato. E la sua furia aumentava per il fatto stesso di essere in quello stato, che sapeva essere controproducente. Qualcuno con abilità simili alle sue avrebbe potuto scorgere torrenti di energia crepitare attorno alle sua persona e concentrarsi nei suoi palmi. In quelle condizioni colpire anche un solo punto di fuga sarebbe stata un'impresa improba, figurarsi chiudere tutti quelli principali ed imporre una Chiusura del Cancello in pochi istanti. Di nuovo il suo pensiero navigò nei lidi di poco prima, considerando il giusto percorso da prendere. Poi, ripensando sia al Jukenpu sia al principio di base che lo avevano portato a creare le fiamme pentagonali - che dall'incidente ad Omune aveva giurato di non utilizzare mai più -, Vergil intravide il percorso da seguire.

    Il chakra crepitò ancora tra le sue mani, risplendendo potente. In quel momento persino un occhio normale avrebbe potuto scorgere quanto succedeva. Modellando il chakra grazie al suo supremo controllo sullo stesso e soprattutto sui punti di fuga, Vergil ricoprì i propri palmi di un involucruo di chakra, similmente a quando utilizzava lo Scudo di Chakra dell'arte juken. Questa volta, però, il chakra era mortifero, non difensivo. Nel mentre del difficoltoso processo lo Hyuga ripensò nuovamente ad Omune, e decise di modellare la sua invenzione sulle fattezze del grifone. Un piccolo omaggio ad uno spirito amico per redimere, in parte, la sua coscienza. Fu così che attorno al braccio sinistro del giovane chunin prese lentamente forma una testa di grifone formata da un purissimo chakra bianco. Lo sguardo dello Hyuga era feroce. Se non poteva compiere un lavoro di precisione, avrebbe fatto un salto di qualità. Aumentando l'area dell'attacco poteva colpire tutti i bersagli, anche senza vederli, finchè sapeva che erano lì.

    Piegò le ginocchia, pronto a scattare in avanti. Un dolore improvviso al braccio sinistro però lo interruppe. Non aveva bisogno di abbassare lo sguardo per sapere che un impasto di chakra così elevato - per di più manipolato in una forma specifica - si stava dimostrando deleterio per il suo corpo. Una manipolazione così avanzata della forma avrebbe normalmente richiesto giorni per adattare il corpo, ma in quel frangente Vergil, e soprattutto il clan, non avevano nemmeno ore. E se la sua vita era in gioco, il suo braccio sinistro contava poco. Mantenne dunque il flusso di chakra, lanciandosi all'attacco. In fondo nessuno meglio di lui sapeva che contro il genitore non c'era motivo di trattenersi. Il suo movimento fu fulmineo e, forse per la mossa inaspettata, forse per altro, atterrò senza troppi problemi sul corpo di Soken Hyuga - anche se Vergil non avrebbe saputo dire la zona precisa. Un attacco simile, sapeva lo Hyuga, avrebbe ottenuto gli stessi risultati della tecnica illustrata dal padre. Il processo era differente, e forse anche più complesso, ma senza dubbio più adatto al suo personale stile di combattimento con l'arte juken. Una mossa così, si disse mentre il dolore esplodeva nelle sue carni, sarebbe potuta essere una carta vincente in molte occasioni.



    Provato per lo sforzo, Vergil indietreggiò di qualche passo e osservò il suo braccio. Un sorriso amaro gli si dipinse in volto. Persino la sua veste rinforzata ed il soprabito erano stati ridotti a brandelli dalla potenza rilasciata. Il processo funzionava, ma sarebbe stata necessario un serio allenamento per controllarlo a dovere. Senza alzare gli occhi dal liquido scarlatto che sgorgava da alcune lacerazioni sull'avambraccio, lo Hyuga si rivolse al padre.

    " Perdonate questo figlio testardo, padre. "

    Riusciva ancora a muovere il braccio, ma il dolore non era indifferente. Se però era quello il prezzo per avere almeno una speranza contro colui che aveva causato tutto questo allora Vergil era ben pronto a pagarlo. Tenne lo sguardo alto perchè anche se non poteva vedere il padre evidentemente non era altrettanto valido il contrario. E voleva che il genitore leggesse nei suoi occhi di luna il fuoco che gli ardeva nell'animo.

    " Non vi lascerò nell'oscurità. "


    OFF GAME

    Spinto dalle motivazioni scritte nel post che non sto a ripetere, Vergil in pratica realizza la sua versione personale del Palmo Gentile dei "Grifoni" Gemelli. Riportando però una ferita Media al braccio sinistro per l'assenza di preparativi e la difficoltà intrinseca del processo :trew:

     
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    È colpa tua. Ratty

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    La mano carica di chakra andò a segno, anche se in qualche modo il suo effetto non era completo..segno che ancora ci sarebbero voluti giorni, se non mesi, per perfezionare la tecnica..e anche la voce di Soken, preoccupato fino a poco prima per le capacità visive in declino del figlio, reagì con un cenno di indignazione. Una tecnica tanto brutale non dovrebbe far parte del Juuken... manca di fluidità e controllo, e sei palesemente troppo immaturo per elaborarla. Ogni parola era come una sferzata severa che arrivava addosso al gioven Hyuga. Come ho detto, sono IO il maestro adesso. Prima di sviluppare qualcosa di tuo, prima di forgiare un tuo stile, devi apprendere e comprendere a fondo le basi! Ora prendi un tonico, cerca qualcuno dei guaritori...anche se non riesci a vederli, e poi fatti curare quel bracc... Ma non finì mai la frase, perchè un'ombra passò sulle loro teste.

    Un'ombra che saettò nuovamente, facendosi più vicina ad ogni passaggio, per poi ingrandirsi lentamente mentre il suo proprietario discendeva, carico di malvagità e potere. Un enorme grifone dal piumaggio corrotto atterrò rapidamente nell'ampio giardino della tenuta. A giudicare dai rumori in lontananza, le guardie di Konoha se ne erano accorte e stavano accorrendo, ma avrebbero impiegato comunque qualche minuto...sempre che riuscissero a entrare, visti gli accordi presi tra il clan e il villaggio per far fronte a quell'emergenza!

    E' lui! E' Kyoichiro!! La voce disincarnata di Soken reagì rapidamente, ma una folata di vento carico di odore marcio allontanò il corpo invisibile del padre e impedì a Vergil di avanzare. Se un solo battito d'ali del Re Corrotto era sufficiente a tenerli a bada, cosa avrebbero fatto con coloro che controllavano quella creatura? Non riesco a vederli...bene. Sussurrò la voce malvagia della creatura, carica di quella stessa malizia con cui aveva minacciato il giovane Hyuga durante il terribile sogno. E c'è anche il giovane amico di mio fratello...molto, molto bene.

    Desideravo proprio cibarmi di un cuore del genere, con tanta tenebra all'interno.
    Protese il collo, mentre dal becco grondava una saliva dall'aspetto purulento. Sulla sua groppa non aveva nessuno, anche se fino a un istante prima sia Vergil che Soken avrebbero potuto giurare di aver visto (il primo) o percepito (il secondo) delle presenze. Non è necessario che ti impegni in prima persona, o Re. Ritirati pure. Non sei tu a darmi ordini, Suiho, solo Shotaro si è legato a me. Replicò piccato il terribile animale a quella voce dall'aria pacata e teatrale che sembrava uscita alle sue spalle. Andate, Re. Vi chiamerò nuovamente quando non sarà in grado di combattere. Una seconda voce alle spalle del re corrotto, ma nemmeno col Byakugan Vergil sarebbe riuscito ad osservare oltre le tumultuose correnti di chakra corrotto che animavano la creatura. Dal canto suo, il grifone attese qualche istante, prima di acconsentire. Daccordo...daccordo.

    E in una nube di fumo svanì, lasciando che Vergil potesse vederli.

    suikoseduto



    Un uomo dai lunghi capelli bianchi sedeva su un cuscino dall'aria pregiata proprio in mezzo al giardino, ed aveva accanto una fiasca ricolma di quello che doveva essere un qualche alcolico. Al suo fianco stava un giovane dai capelli neri tenuti di media lunghezza, non molto ordinati, e con un abito dall'aria rozza, che sembrava essere una tuta di allenamento, ma intessuta con materiali di scarsa qualità. Era magro ma aveva un'aria determinata. E gli occhi di entrambi sembravano essere occhi Hyuga, anche se con qualche piccola differenza..come se avessero delle "impurità di colore"

    Buona giornata Soken...anche se dubito tu possa apprezzarla. Disse l'uomo seduto, mentre Soken, sebbene invisibile, partiva alla carica lasciando che lo spostameno d'aria quasi facesse cadere il figlio, tanta era la velocità. Ma quel nemico, Kyoichiro (sempre che fosse lui) non si preoccupò nemmeno di evitare il colpo, limitandosi a sorseggiare con tranquillità dalla sua fiasca, anche se il ragazzo al suo fianco per un istante sembrò sul punto di scattare per frapporsi a difesa dell'uomo che aveva accanto.. Vergil udì Soken ringhiare, un verso che mai si sarebbe aspettato da suo padre..eppure quello che sentiva sembrava proprio un ruggito soffocato dall'impotenza, come se fosse in gabbia. Non capisco..deve essere un'illusione!!

    Non perdere tempo a colpirmi, Soken. Ogni volta che pronunciava quel nome era come se sputasse. Ormai non sei più visibile...e hai perso anche la tua tangibilità. Tu e tutto il tuo clan siete solo una voce nel vento, ormai. E ben presto, anche la voce andrà a scomparire...questo è l'effetto dell'Apertura dei 64 Cancelli Proibiti.

    Cancella il mondo ai tuoi occhi, poi cancella il tuo chakra al mondo..poi il tuo corpo..ed infine la tua voce. Solo il ricordo resta..per qualche istante ancora...ed infine dai cancelli aperti sul mondo, ogni traccia di ciò che sei stato scompare definitivamente.
    Piangeva lacrime di coccodrillo quell'essere che, seduto, sembrava essere sul punto di godersi il suo trionfo. Sarà un piacere dimenticarti...fratello.

    suikofaccia



    Maledetto Kyoichiro...come osi mostrarti ancora a no...? ma Soken si interruppe. Il Re Corrotto aveva usato un'altro nome per riferirsi all'uomo seduto, e lui aveva chiamato Soken "fratello" ..Suiho. E la voce del capofamiglia fu percorsa da un fremito. Ma...ma non è possibile...tu sei morto! Sei morto più di trent'anni fa...tu..perchè? Perchè ci hai...? Ma l'uomo seduto sollevò una mano. Silenzio Soken. Non è tempo di rivangare il passato. Sono qui per cancellarvi tutti. Fino all'ultimo.

    E questo include anche lui. E puntò un dito verso Vergil. Bastava guardare Suiho per capire che era ben fuori dalla portata del Chunin. Parecchie spanne al di fuori, a dirla tutta. Ma in quello stesso momento il ragazzo che aveva accanto fece qualche passo avanti, portandosi a una decina di metri dallo Hyuga. Mi sembra un'ottima occasione per mettere in atto ciò che hai imparato, Shotaro. Sconfiggi tuo "cugino"..con quel braccio dubito abbia possibilità...e poi concludiamo questa faccenda. Il ragazzo fissò a lungo Vergil, senza che fosse possibile leggere una qualche emozione dal suo volto. Si, Padre.

    shotarop



    Lascia stare mio figlio! Ruggì Soken, ma come aveva preannunciato Suiho, non gli era possibile interferire in nessun modo...e anche la sua voce si stava facendo più flebile. Lui non ha nulla a che fare con te..con noi! Lui è esattamente il motivo per cui sono venuto. Mi avete strappato il futuro. Io quindi mi prenderò il vostro. Anzi. Il tuo.

    Forse solo ora, in mezzo a quelle urla e discussioni, Vergil avrebbe potuto osservare con più calma gli occhi dei suoi avversari. Occhi Bianchi, come il Byakugan, ma puntellati di nero..imperfetti e bizzarri secondo gli standard del clan. Qualunque cosa fosse accaduta a lui o a suo padre, certamente non erano nati con il Dono. Ma se davvero erano privi del Byakugan, quale aberrazione aveva mai permesso loro di avere la meglio tanto facilmente sui loro avversari? Non intendo risparmiarmi, nonostante la ferita sul tuo braccio. La vendetta di mio padre è troppo importante per cedere a sciocchezze come l'onore o uno scontro corretto. Queste le prime parole di quel ragazzo che, quasi speculare a Vergil, si ergeva a difesa degli ideali paterni, pronto alla lotta. Chiuse gli occhi appena un istante, e nel riaprirli di scatto, fu evidente che aveva infuso in essi una grande quantità di chakra. BYAKUGAN!

    shotaroocchi



    Ma non vi era l'imponenza degli occhi bianchi a dominare quello sguardo, nè il senso di superiorità che di solito traspariva dall'atteggiamento degli Hyuga quando facevano uso del loro incredibile dono. Al contrario, quell'occhio si era ammantato di un nero profondo, al centro del quale, quasi fuoriposto, navigava il bianco sporco dell'iride. Non vi era supremazia in quella figura, ma piuttosto iniquitezza. Solo osservarlo sembrava inutile, sciocco. A che prò concentrarsi su qualcosa di tanto irrilevante? Persino i condotti del chakra di quel ragazzo erano qualcosa di superfluo da guardare..sembrava quasi che si stessero seccando e chiudendo, ritraendosi all'interno, verso un tantien tanto evanescente da essere..beh, poco importante.

    Ma cosa stava accadendo nella mente di Vergil? Perchè improvvisamente i suoi istinti gli imponevano di ignorare quell'avversario? Il suo sguardo poi gli scivolava letteralmente addosso, nonostante il Byakugan fosse attivo..e cominciava ad avere dubbi sulla sua natura di essere vivente, visto che i punti di fuga si spegnevano uno a uno, come fossero stelle di un cielo morente, lasciando che il sistema circolatorio del chakra si rattrippisse, fin quasi a svanire. Pian piano Shotaro prese ad avanzare, in guardia, ma in nessun modo Vergil avrebbe percepito una minaccia, nè i suoi istinti avrebbero realizzato che un nemico si stava avvicinando..

    Anzi, più passava il tempo e più la carne e le ossa stesse di quel ragazzo si facevano evanescenti..talmente irrilevanti da essere come invisibili. In meno di un minuto, Shotaro sarebbe scomparso agli occhi di Vergil, a meno che non facesse qualcosa!


    CITAZIONE
    Ed ecco i mitici Hyuga Anticlan. Shotaro e Suiko sono pronti a darti battaglia. O meglio, solo Shotaro..che per ora non attacca ma si avvicina soltanto, fino a portarsi a circa quattro metri. A che pro attaccarti, se tanto tu tendi a ignorarlo sempre di più, come se non avessi nulla davanti? Nel giro di quindici-venti secondi circa, lui sarà completamente svanito alla tua visione..e non certo perchè invisibile, ma solo perchè la tua mente Rifiuta di vederlo!

    Forse affinando il tuo sguardo, e arrivando a imporre la tua volontà e attenzione su quello che finora era per te un dono "regalato" dai tuoi occhi, otterrai qualcosa, ma non è detto che la soluzione duri a lungo.

    Puoi usare tuo Padre per fornirti consigli, se lo desideri. Ma ricorda che più parla e più rapidamente sparirà :zxc:

    E' una corsa contro il tempo!

    [Molto tempo fa]

    Un'altro fuori gioco. Passiamo oltre. Il giovane Shinobi gettò l'arma ai piedi dell'avversario appena sconfitto. Con un sapiente incastro di assalti era riuscito a mettere fuori combattimento quell'altro guerriero, nonostante avessero quasi cinque anni di differenza di età. Lui sapeva di essere più forte. Sapeva di avere il talento necessario a sconfiggere chiunque, e il duro lavoro di ogni giorno gli assicurava sempre di più di poter un giorno arrivare a sconfiggere Lei. Allora? Non si fa avanti nessuno? Già tre consaguinei quel giorno avevano inutilmente tentato di sconfiggerlo, ma lui ne aveva avuto ragione con estrema facilità, senza nemmeno versare una goccia di sudore. (immagine di riferimento)

    Di questo passo li spaventerai tutti e ti ritroverai senza avversari per allenarti. Disse una voce allegra, poco distante. Una donna sulla quarantina, con una lunga treccia nera si stava avvicinando lentamente. Accanto a lei stava un ragazzo dagli occhi bianchi, vestito poveramente, la cui spada probabilmente valeva più di tutto quello che indossava. Il ragazzo sembrava molto intimorito da quell'ampio giardino e da tutto l'ambiente. (immagine di riferimento) Chi è quel tipo? Che sia uno Hyuga è sicuro, ma non lo ho mai visto a palazzo. Il giovane shinobi guardò con aria critica la spada del coetaneo. Almeno la sai usare quella?

    Non essere scortese, Soken. La donna era sempre conciliante. E questo irritava il giovane Shinobi. Quanto ci sarebbe voluto prima che lei si decidesse a prenderlo come sparring partner? Possibile che le sue doti fossero ancora così immature? Lui è Suiho. E' il figlio di mio fratello, della casata cadetta. Lui e la sua famiglia erano stati dati per dispersi diversi anni fa...ma ora lo abbiamo trovato, e verrà a stare da noi. Lei sorrise, poggiando la mano sulla testa del nuovo venuto, che però si ritrasse, a disagio. Troveremo tuo padre, non temere. Soken, dovremmo organizzare una festa per stasera, per festeggiare l'arrivo di Suiho. Anche se tecnicamente siete cugini, voglio che tu lo tratti come se fosse un fratello. E gli scoccò uno dei suoi sguardi da "sono stata chiara, o devo ripetermi?" che riuscivano a mettere in soggezione chiunque, persino il Kage.

    Mi sembra un'ottima idea madre. Soken annuì, inchinandosi a lei e al nuovo venuto. non gli era sfuggito che sulla fronte di Suiho non ci fosse il simbolo costrittivo della casata cadetta. Ma perchè non cominciamo a conoscerci meglio? Vieni avanti, facciamo uno scontro di allenamento. Sai usare il juuken, si? Azzardò poi, con un sorrisetto beffardo. Avrebbe fatto capire al nuovo arrivato qual'era la gerarchia in tempi brevi. E lei avrebbe visto che era già a un livello tale da poter fungere da esempio per i praticanti meno esperti. Il juuken? Ma..io.. Finalmente Suiho parlò, e sembrava decisamente in imbarazzo, vista tutta la situazione. Lei si irrigidì un poco, ma poi annuì, acconsentendo a quel piccolo scontro.

    I due erano uno di fronte all'altro. Puoi usare la spada se vuoi. A ma non importa. Suiho guardò l'arma, sguainandola e assumendo una strana posa a metà tra il Juuken e il Kenjutsu. Ci andrò piano, non temere. E poi, troppo piano perchè lei lo stentisse, aggiunge. Avanti, pivello, voglio farti capire chi comanda. Suiho sentì perfettamente, e aggrottò lo sguardo. Io non vorrei... Non avere paura, sono tenero coi pivellini. Suiho sembrava decisamente irritato a quel punto. Va bene. Combattiamo.

    Da quel momento, Soken perse ogni singolo scontro per un intero mese, ogni giorno.


    Edited by Febh - 2/3/2012, 19:08
     
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    Le parole di suo padre furono dure nonostante il parziale successo. Il fatto di non poterlo vedere passava quasi in secondo piano rispetto a quella reazione, che Vergil in tutta onestà non si aspettava. Il genitore era diverso fin dal momento in cui lo Hyuga era tornato dall'Isola del Cielo e se tutto quello che era accaduto poteva essere un motivo più che valido, il chunin dagli occhi di luna non riusciva a quietare un sentimento di ansia crescente. Stava per andare a farsi curare il braccio, quando un'ombra oscurò il sole. Alzò immediatamente lo sguardo e vide quello che aveva sperato di non rivedere mai più.



    Il Re Corrotto. Il cuore perse un colpo mentre il sangue rapidamente gelava nelle sue vene. Come dimenticare il fetore della creatura o la sua immensa mole putrefatta. Ma ciò che rimaneva più terrificante era l'unico occhio sano dell'essere, che osservava il mondo gettando lampi di furia sanguinaria e pura malvagità. Il primo pensiero dello Hyuga fu per il genitore.

    " Padre, scapp- "

    Si interruppe immediatamente allo strano grido di riconoscimento del padre. Concentrandosi meglio sull'empia figura alata che si avvicinava, in effetti, a Vergil parve di scorgere due figure sul dorso dell'essere. Le sue gote sbiancarono. Era vero? Qualcuno cavalcava il Re Corrotto? Strinse il pugno insanguinato, maledicendo la propria debolezza. Suo padre aveva la forza per richiamare il Re, non potevano esserci dubbi in proposito. Tale risorsa gli era però negata per motivi generazionali, e nel momento del bisogno lui si dimostrava ancora una volta incapace di fare ciò che era nato per svolgere.

    Poi, quella voce. Di nuovo quella voce. Quel suono infernale che lo aveva condotto alla perdizione e lo aveva spinto sul baratro dell'oscurità latente nel suo cuore. Quella voce. Le spalle dello Hyuga si irrigidirono ed un formicolio si impadronì di lui. Come un felino selvatico costretto in un angolo, il suo intero corpo si preparava a lottare all'ultimo sangue. Al commento dell'essere digrignò i denti in modo feroce, giurando a sé stesso che prima o poi lo avrebbe ucciso l'essere con le sue mani. La rabbia tornò ad essere sostituita dallo stupore quando il Re Corrotto sparì, assecondando le richieste delle figure che Vergil aveva creduto di scorgere.

    Ciò che vide gli seccò la lingua. Un uomo dai lunghi capelli bianchi sedeva su un pregiato cuscino, proprio in mezzo al giardino della tenuta, e l'energia che la sua persona emanava era qualcosa di sconcertante. Non fece nemmeno in tempo a pensare ad una strategia per fronteggiare l'uomo che un movimento di una rapidità sconvolgente da parte del padre lo buttò quasi a terra. Vergil non poteva vedere il genitore, ma era in grado di avvertirlo ancora tramite gli altri sensi. E sapeva che si era appena gettato alla carica. Le sue speranze si spensero ancora prima di nascere: l'immagine dell'uomo che rimaneva perfettamente tranquillo venne coronata dalla sonora frustrazione del genitore, che per qualche motivo aveva visto i propri attacchi andare a vuoto.

    Quello che seguì, le parole dell'uomo, fu puro delirio. Vergil non poteva credere a quanto appena udito. Cancelli Proibiti? Fratello? Chi diavolo era l'individuo che sorseggiava tranquillo una bevanda davanti ai suoi occhi? Spinto dalla volontà di proteggere il genitore lo Hyuga fece un passo avanti, disperato di agire. Ancora una volta venne fermato dalla voce del padre, che con voce incredula pronunciò parole che mai Vergil avrebbe creduto di sentire da lui. Quando poi l'uomo, Suiho, parlò di sterminare gli Hyuga fino all'ultimo e lo indicò come ultimo da togliere di mezzo, il groviglio di emozioni del giovane chunin minacciò di esplodere. " Fatti avanti, bastardo. ", pensò. " Venderò cara la pelle. " Se avesse potuto guardare sè stesso in un altro momento, Vergil si sarebbe riconosciuto a stento. Non c'era traccia di calma o raziocinio nel suo volto. Nessuna nobiltà. Solo un animalesco furore, cieco e senza perdono.

    Al posto dell'uomo, però, si fece avanti un ragazzo dall'aspetto sciatto e con occhi meticci, più o meno contemporaneo dell'erede. I due si fissarono per qualche istante, e Vergil potè scorgere poco o nulla delle emozioni dell'altro. Quello formulò le sue intenzioni in una breve frase, attivando poi il Byakugan. Normalmente questo avrebbe sorpreso lo Hyuga come poche altre cose, ma in quel momento, con le parole di impotenza del genitore che gli risuonavano nelle orecchie, tutto era secondario. " Non so chi sei o se abbiamo sangue in comune, e non mi importa. " Lasciò che tutto il peso della sua determinazione fluisse nel suo sguardo e nella sua dichiarazione di intenti.



    " Ti ucciderò. "

    Non appena le parole lasciarono le sue labbra, però, sembrarono perdere di significato. Almeno per lo Hyuga. Gli occhi del tizio erano vacui, il suo chakra insignificante, le sue dichiarazioni.. prive di importanza. Il braccio destro dello Hyuga si abbassò. Perchè darsi pena per qualcosa di così triviale? Perchè arrivare anche solo ad osservarlo? Lo sguardo di Vergil pareva suggerirgli che in realtà non esisteva alcun tizio. " No! ", urò a sè stesso chiudendo per un attimo gli occhi. Il groviglio di emozioni che prima erano sul punto di esplodere si stava affievolendo, come lenito da una sensazione di pace e tranquillità, ma la contraddizione bruciava troppo. Digrignò nuovamente i denti, facendo un passo avanti verso.. chi? Perchè stava andando in quella direzione? Allentò la posizione di guardia, chiedendosi cosa stesse facendo là da solo in mezzo al giardino.

    " Concentrati su ciò che è reale, figlio mio! Non cadere preda delle loro arti! "

    Sgomento, Vergil si riebbe. Sentì un vuoto improvviso scavargli lo stomaco. Quei tizi erano pericolosi. " Grazie, padre. ", lo rassicurò. Cos'era reale? " Il dolore. ", si rispose immediatamente. Era abituato alla fatica, ma non al dolore. Ed il suo braccio sinistro urlava proteste furiose ogni dannato secondo che passava. Strinse allora il pugno mancino con sadico piacere, concentrandosi sul dolore. I suoi istinti tornarono a funzionare, imbevendolo di istinto omicida. Vedeva il tizio davanti a sè, ora, e lo vedeva come un bersaglio da eliminare senza riguardo per la propria incolumità. Scattò in avanti e.. si fermò dopo un paio di metri. Cosa stava facendo?

    Sfruttando l'inerzia della fermata improvvisa, Vergil si colpì il bicipite sinistro con il piatto della destra, schizzando sangue cremisi sul bianco haori da combattimento. Soppresse un lamento di dolore in gola, tornando nuovamente in sé. C'era mancato poco. Arrivare a mente "sguarnita" contro il tizio avrebbe significato una brutta fine. Ma se non poteva affidarsi né alla sua mente fredda né al dolore, che strade gli rimanevano? Gli occhi cominciavano a bruciargli per lo sforzo al quale li stava sottoponendo per non perdere di vista il tizio, che continuava a scivolare involontariamente ai limiti del suo campo visivo. La riposta a quell'interrogativo gli arrivò diritta dal petto. Doveva danzare. Escludere il mondo, concentrarsi su nulla. In quel modo avrebbe visto tutto. Ma come fare? Come rimanere concentrati su qualcosa di sfuggente? La chiave della risposta, scoprì, gli bruciava nel cuore stesso.

    Si lanciò in avanti quasi ad occhi chiusi - un gesto più che altro simbolico, poichè comunque continuava a vedere -, catapultato dal chakra negli arti inferiori. Vedeva. Vedeva e nessuno avrebbe potuto togliergli quella certezza. Era il potere dei suoi occhi? Sì. Era solo quello? Certamente no. Concentrato su nulla, concentrato su tutto. Come un monaco in meditazione. Come una divintà. La calma interiore. Quella era la chiave. Certo era stato uno sciocco, la sola vista del Re Corrotto aveva distrutto la serenità che aveva ricostruito in tanti mesi. Ed era proprio quella che la creatura voleva. Ma non gli avrebbe più dato soddisfazione. Non si sarebbe fatto più turbare dalla paura e dall'odio. E questa calma, questa serenità, queste basi solide come mattoni gli consentirono di accedere alla "reale" visione del mondo. Nel mezzo di un combattimento alla morte.
    Questo, anche, era Vergil Hyuga.



    Si lanciò contro il tizio, il chakra che si infuocava nel tantien. Si mosse senza apparente riguardo per la sua salvezza, effettuando un salto in avanti con il busto negli ultimi tre metri di rincorsa e sfruttando un poderoso colpo di reni per iniziare a girare su sé stesso[I&II Slot Azione][VEL:700]. Il chakra repulsivo impastato all'ultimo secondo rese il salto improvvisamente rapido, portando Vergil a circa un metro dal tizio in una frazione di secondo[VEL:700->775][Controllo del Chakra III]. In quel momento stesso, pochi istanti prima di un terribile colpo alla fronte, Vergil sorrise vorticando, quasi sereno, e dalla bocca scatenò un inferno ardente dalle sembianze inumane.

    La deflagrazione fu immediata, a prescindere dal contatto del grifone infuocato con il tizio[Slot Tecnica Avanzata][POT:75][Impronta Devastante]. La Rotazione Suprema aerea dello Hyuga causò l'attivazione della tecnica, proteggendo, nel suo sviluppo, il proprio creatore e creando ulteriore danno a chiunque ancora nelle vicinanze[Slot Tecnica Base][Tecniche Rapide][POT:30]. Nonostante la propria difesa Vergil venne spinto indietro dalla potenza dell'esplosione, atterrando pesantemente sulle gambe. Una modesta ustione si mostrava sulla spalla destra, punto che lo Hyuga aveva esposto girandosi e che la veste difensiva aveva fallito di proteggere completamente dall'esplosione. Un'offensiva improvvisa, rapida come il pensiero e letale come poche altre. Ma al contrario di come sarebbe stato consuetudine, Vergil era calmo. Nessuna euforia era padrona del suo corpo, e la sete di sangue era solo un ricordo.

    Il mondo bruciava nei suoi nuovi occhi, rinati insieme a lui dalla consapevolezza di sé e della realtà che aveva da poco acquisito. Le preoccupazioni dei minuti appena trascorsi erano solo un'ombra nel percorso radioso che i suoi occhi perlacei ora gli mostravano. Mentre si metteva nella guardia classica degli Hyuga, porgendo il fianco destro ed allungando il braccio sano verso il nemico, Vergil non aveva altro nella propria mente che quella consapevolezza.
    Per la prima volta, vedeva.
    Vedeva.


    OFF GAME

    Non inserisco consumi di chakra o riepilogo visto che ausipico non si trasformi in un combat di 6 round vero e proprio. La ferita alla spalla è un'ustione ½ Leggera(75-60-10 della protezione).

    L'estrema coordinazione tra le tecniche ed il sapiente uso del chakra è frutto della bonus innata alla Concentrazione, coadiuvato dallo stato quasi di "trance" del PG.

     
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    Riesce a mantenere lo sguardo. Notevole...deve esserti quasi pari quanto a capacità. Commentava Suiho in lontananza, osservando lo scontro con distacco, come se fosse certo di avere la situazione in pugno. Dal canto suo Shotaro non sembrava affatto turbato dall'azione improvvisa e rapida di Vergil, nè fece una piega quando la vampa di fuoco eruttò dalle labbra del ninja di Konoha, seguita dalle violente rotazioni del chakra che lo avvolgevano. Vergil non poteva certo saperlo, ma la variante della Kekkei Genkai che aveva sviluppato il suo avversario, pur non essendo in grado di osservare attraverso i muri o nel sistema circolatorio del chakra, era in grado di percepire le emissioni di chakra con una precisione quasi al limite della prescienza. In nessun modo Shotaro poteva esere colto di sorpresa da un Ninjutsu, a meno che non arrivasse da ninja con capacità nettamente superiori.

    Restò immobile, mantenendo lo sguardo fisso sul suo avversario mentre le fiamme lo colpivano in pieno, passandogli praticamente attraverso, e allo stesso modo l'energia cinetica della Rotazione Suprema lo sfiorò appena, senza causare alcun effetto, come dopotutto era prevedibile, avendo lo Shinobi utilizzato la sua perfetta antitesi, sviluppata da Suiho in lunghi anni di addestramento. L'Immobilità Suprema era un'arte che consentiva, a patto di restare fermi, di modulare il proprio chakra in sincrono con quello che arrivava a contatto col corpo, ottenendo di fatto che esso scivolasse addosso al corpo senza lasciare traccia. Nessun Ninjutsu poteva superare quella difesa, anche se per ovvi motivi, mentre si stava immobili si era esposti a gravi danni da parte degli attacchi fisici.

    Quando anche Vergil si mise in guardia, Shotaro avanzò appena col piede destro. Non vincerai coi Ninjutsu. E' più utile combattere in corpo a corpo. La voce del giovane giungeva come remota, poco importante, segno che nonostante la concentrazione quello strano effetto di "scarsa rilevanza" fosse ancora attivo, e col passare del tempo avrebbe avuto la meglio sulla volontà dello Hyuga. Shotaro avrebbe anche potuto decidere di prendere tempo fino a divenire del tutto "impercebile" ma questo avrebbe cozzato con i desideri del padre. Uno scontro era ciò che gli aveva promesso, e uno scontro gli avrebbe donato, servito assieme alla più dolce delle vendette.

    Con un solo scatto si portò a distanza da mischia, cercando un fendente orizzontale [Viola+2 tacche] volto a decapitare il suo consaguineo, immediatamente seguito da un avanzamento del busto, unito al lasciare la spada con la mano sinistra, per cercare, tramite essa, un colpo di palmo alla spalla destra di Vergil [Viola+2 tacche]. A questo sarebbe seguito un calcione ascendente (privo di stile, ma molto rapido) portato con la gamba sinistra dopo un rapido spostamento in avanti del baricentro. Un colpo che mirava a colpire qualunque cosa capitasse a tiro [Viola+3 tacche]. Una cosa era certa: quello non era Juuken. Troppo rozzo e brutale, anche se dannatamente efficace in una rissa da strada, soprattutto se si considera che la mente di vergil cercava disperatamente di distogliere lo sguardo [-4 tacche a precisione, occultamento visivo di 2 gradi]. Inoltre, comunque andasse quella sequenza di attacchi, il colpo successivo di Shotaro sarebbe andato a segno.

    Mentre ricomponeva la sua guardia infatti, improvvisamente svanì. Il colpo successivo sarebbe stato un colpo di palmo che arrivava da dietro, raggiungendo senza problemi la spalla ferita di Vergil, spingendolo lontano [Forza Blu+1 tacca]. Se fosse stato Juuken, quel colpo avrebbe scardinato l'articolazione della spalla, ferendo forse il polmone....ma quello era qualcosa di diverso: Shotaro aveva sigillato quasi tutto il suo chakra all'interno del corpo, negandone il circolo e creando quindi una sorta di "vuoto di chakra" nel suo sistema circolatorio. A contatto con un sistema circolatorio funzionante, la differenza di energia era tale che il chakra della vittima veniva forzatamente estratto, come se si formasse una "emorragia di chakra". per Vergil sarebbe stato come se una fiamma bruciasse la parte colpita, mentre il suo chakra cominciò a fuoriuscire senza controllo, come una semplice vampata di energia [Riduce la riserva di Basso per Slot Azione]

    Comunque andasse, se si fosse voltato per continuare a combattere avrebbe scorto Shotaro che, con una sorta di tecnica di spostamento rapido cercava ripetutamente di aggirarlo. Non era certo rapido come una sostituzione o simili, ma considerati gli effetti di quel suo Byakugan blasfemo, era assai difficile seguire i suoi spostamenti mentre cercava di accerchiare il "cugino" e portare a segno degli attacchi. Per qualche motivo non stava usando la spada (forse non era compatibile con le tecniche utilizzate?) in ogni caso, anche muovendo alla massima velocità il suo angolo di osservazione, Vergil non sarebbe riuscito a stargli dietro. In nessun modo. Doveva cercare di avere una visione completa, come quando concentrava il suo Chakra nella Vista Ravvicinata...ma non avrebbe mai avuto il tempo di comporre i sigilli necessari. Non se voleva restare vivo.

    Eppure quella sarebbe stata la sua unica possibilità di fermare quegli attacchi implacabili. [Ogni fallimento nel seguire Shotaro esita in un attacco uguale al precedente, ma che colpisce diverse parti del corpo] E nel mentre Soken avrebbe cercato di suggerire al figlio, aiutandolo per quanto possibile, ma la sua voce si faceva sempre più flebile...


    CITAZIONE
    Penultimo post. Nel post scorso hai appreso come concentrare la mente ed estendere il tuo sguardo. Adesso devi riuscire a portare la visione a 350° senza perdere tempo a fare sigilli e cercare di contenere la perdita violenta di chakra dai punti colpiti.
    Oltre a cercare di avere la meglio su Shotaro...o cercare qualche altra strada per salvare Soken e tutti gli altri Hyuga.

    [Molto tempo fa]
    Erano passati anni dall'arrivo di Suiho a palazzo. Dopo quel primo mese di sconfitte brucianti, Soken aveva iniziato a rimettere il conto in pari, e i due erano arrivati a essere amici, rivali e, proprio come voleva Lei, fratelli. Erano andati in missione assieme. Rischiato la vita. Messo a segno delle vittorie e sofferto anche qualche rara sconfitta. Ma erano vivi, ed assieme erano praticamente invincibili (assieme riuscivano persino a tenere a bada il Re e la loro madre) e così avrebbero continuato, almeno fino a quando un uomo non arrivò a palazzo

    Era stato accecato con carboni ardenti. Aveva perso una gamba e quella restante era martoriata da ferite infette. La febbre e le allucinazioni scuotevano la sua mente, impedendogli di realizzare cosa accadeva intorno a lui. Ma sulla fronte aveva il sigillo della casata cadetta. E quando Shuiho lo vide, l'unica parola che disse fu PADRE!! L'uomo morì poco dopo, lasciando nel ragazzo un vuoto inconsolabile e un forte desiderio di vendetta. Vendetta contro chi lo aveva ridotto in quello stato. Chiese di partire, e per un anno di lui non si seppe niente.

    Quando tornò, era cambiato. Aveva scoperto che il padre si era unito a un gruppo di Nukenin e per moti anni avevano compiuto atti terribili, prima di pentirsi e cercare di allontanarsi da quella vita. Non gli venne concesso. E in quell'anno di assenza, Suiho aveva rintracciato e ucciso tutti i membri di quel gruppo di fuorilegge fuorchè uno: il leader, uno Hyuga trafitore che era stato rinchiuso nelle prigioni di Konoha.

    Quell'uomo era una importante fonte di informazioni, e non poteva essere ucciso, o almeno così dissero a Soken quando gli ordinarono di fermare il suo amico prima che radesse al suolo Konoha solo per uccidere una persona.

    I due si confrontarono fuori dal villaggio. Di fronte ai cancelli. Da soli.

    Vinse Soken.

    E Suiho venne seppellito, tra le lacrime di molti, quella sera stessa.
     
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    Pervaso da quello stato quasi di trance, Vergil fu solo remotamente sorpreso dall'inefficacia della sua letale offensiva. Concentrato nel flusso di immagini che per la prima volta recepiva ad intensità immaginabile quasi non sentì le parole sussurrategli dal nemico illeso. E con la stessa aria stranita e solo vagamente interessata che guardò nuovamente e specificamente nella sua direzione.



    La controffensiva fu veloce. In tutta sincerità, Vergil non se lo aspettava. E seppure riuscisse a vederlo e seguirne i movimenti, la sagoma di colui che doveva eliminare rimaneva comunque sfuggente e difficile da focalizzare. Si limitò dunque a lasciare che fossero gli istinti e l'energia vitale stessa a proteggerlo: il chakra corse dal tantien fino allo sterno, rilasciando una massiccia quantità di chakra che rallentò il colpo e gli permise di schivare di lato, evitando anche il rapido colpo di palmo che seguì[Slot Tecnica Base & I & II Slot Difesa][Arte Juken: Difesa di Chakra][Tecniche Rapide][RIFL:650]. Di nuovo fu il chakra a salvarlo dalla successiva, violenta manovra d'attacco dell'avversario: il possente calcio venne intercettato dall'avambraccio sano, permeato di chakra difensivo. In quel momento però le abilità del ragazzo sgualcito superarono quelle dello Hyuga.


    Vergil lo perse di vista. Questa volta però la causa fu la pura e semplice differenza di velocità: in un batter d'occhio il nemico si portò alle sue spalle, assestando una bordata micidiale alla spalla ustionata dello Hyuga. Sgomento, Vergil si scartò immediatamente di lato e in pochi attimi riprese la guardia. Un dolore lancinante esplose nella zona colpita, bruciandogli i nervi in maniera insopportabile. Grazie alla visuale di cui godeva poté constatare immediatamente l'anomalia causata dall'attacco. Lottando contro l'agonia che lo consumava e lo stupore per una simile offensiva, mai vista prima, Vergil arretrò ancora di qualche passo, tenendosi la spalla e sentendosi sempre più debole.
    Nel frattempo il tizio sparì nuovamente dalla sua visuale, o quasi.

    Lo Hyuga poteva scorgerlo a tratti, un'ombra, un riflesso, corrergli attorno a velocità incredibile in attesa di sferrare il prossimo attacco. Doveva concentrarsi sul nemico. La ferita poteva attendere; il suo chakra non avrebbe ceduto per così poco. Ma a prescindere da come la osservava, la situazione non pareva poter migliorare facilmente. Probabilmente il tizio, complice quello strano effetto illusorio di "pochezza", stava sfruttando un qualche jutsu per muoversi a velocità incredibile. Scioccamente si ritrovò per un momento a pensare che in una differente situazione lo avrebbe volentieri sfidato con la propria perizia nell'arte della deambulazione. Una nuova fitta di dolore, nuovo amico scoperto, lo riportò alla realtà e drammaticità della situazione.

    Mantenere lo stato di distaccamento da preoccupazioni e sensazioni terrene era difficile con le fitte lancinanti che gli attraversavano i nervi senza tregua. Strinse i denti, stabilizzò il respiro e si concentrò solamente sui propri occhi, rinnovando il flusso di energia e tentando di catturare ancora una volta l'immagine sfuggente del nemico. Fu lento. Il tempo richiesto per eseguire il sigillo della tigre, seppur minimo, fu sufficiente ad offrire un'apertura a Suiho, che interruppe il suo moto circolare e si lanciò all'attacco. Vergil non era pronto. La sua concentrazione, rallentata e menomata dal dolore, gli permise di cogliere solamente frammenti del movimento iperveloce che l'altro eseguì. Sapendo che non sarebbe mai riuscito a spostarsi fece solo in tempo ad alzare l'avambraccio destro, frapponendolo tra il palmo dell'altro ed il suo busto[III Slot Difesa][RIFL:650]. Di nuovo le sue energie vennero prosciugate, mentre il suo corpo subiva il secondo attacco di quella strana arte. Dolore, stanchezza, confusione. Una sensazione opprimente al petto che gli rendeva faticoso respirare. Sapeva di stare perdendo. Non aveva idea di come eliminare il nemico, e anche se ci fosse riuscito suo padre e gli altri membri del clan non ne avrebbero tratto beneficio. Non sarebbero stati salvati. Vergil Hyuga aveva paura. La posta era troppo importante, eppure il fallimento lo incalzava senza tregua. Boccheggiò, piegando il capo per la stanchezza ed il dolore. Spalla e avambraccio destro gli dolevano da impazzire.

    " Vergil... Vergil. "



    Suo padre. Suo padre lo stava chiamando. Lo stava chiamando per nome.
    Di cosa aveva paura? Il nome del figlio pronunciato dal padre, che quasi mai lo faceva, era abbastanza per comunicare tutto ciò che era necessario. Quasi a rallentatore il capo del giovane chunin si sollevò, una luce quieta che gli illuminava lo sguardo. Non poteva vedere il padre, ma sapeva che era accanto a lui. L'amore che avvertiva lo proteggeva. Lo rendeva forte. Lo rendeva invincibile.
    Si voltò verso la voce, sorridendole ad occhi chiusi.

    " Non dovete preoccuparvi, padre. Presto berremo nuovamente the verde insieme. "

    Poi, senza preavviso, il braccio sinistro dello Hyuga si illuminò di energia bianca splendente, attraversata da calde venature scarlatte. Il sangue evaporò immediatamente a contatto della calda energia che ricopriva l'arto. Con un grido Vergil si colpì l'attaccatura del braccio destro, sigillando qualsiasi uscita di chakra. Questa volta la complessa arte juken da lui messa in atto non lo ferì. Al contrario, sembrò lenire il dolore, sostituendolo con un piacevole torpore dei sensi. L'energia poi venne meno ed il braccio sinistro cadde nuovamente sul fianco sinistro, difficilmente utilizzabile. Estrasse la katana con la destra, alzando lo sguardo.

    " Vieni. "

    Il suo tono era fermo, ma non c'era traccia di provocazione o senso di superiorità. Vergil Hyuga era diverso.
    Alzò dunque il capo al cielo, esponendo la gola e chiudendo gli occhi per meglio concentrarsi. Fedele alla sua parola, il tizio non si fece scappare l'occasione. Fece altri due giri attorno allo shinobi dagli occhi perlacei forse per studiare il cambio dell'atmosfera attorno a lui, ma subito dopo si lanciò all'attacco, pronto ad uccidere. Fu in quel momento che la sua sorte fu decretata. L'innato, superbo talento dello Hyuga, unito ad ogni goccia di determinazione possibile, che mai aveva avuto prima, gli permisero di scorgere nitidamente i movimento del nemico, anticipandone le intenzioni. Rilasciò il proprio respiro ed aprì gli occhi di colpo, eseguendo una delle sue tecniche predilette nella maniera più perfetta di ogni tempo[Slot Tecnica Avanzata].

    Una tecnica assassina. Una illusione. Un jutsu la cui efficacia dipendeva fortemente dallo stato mentale di chi la eseguiva. E Vergil Hyuga non era mai stato in condizioni migliori per quella tecnica. Il suo impulso omicida venne rilasciato nell'aria grazie al chakra, pervandendo il corpo del nemico e paralizzandone i movimenti. Allo stesso tempo Vergil si mosse, anticipando i movimenti del ragazzo ed arrivando, quando quello venne immobilizzato, a puntargli la katana alla gola con tempismo impeccabile. Liberarsi in quella situazione non era possibile. Usare il rilascio non era possibile. Scappare non era possibile, gli occhi dello Hyuga avrebbero visto il chakra e gli avrebbero permesso di anticipare qualsiasi mossa.
    La vita di Suiho era nelle sue mani.

    Lo aggirò, tenendo il filo della katana a pochi millimetri dalla gola. Raggiunse le sue spalle e si attaccò a lui, stringendo quanto poteva il corpo dell'altro al suo tramite il braccio sinistro in modo da ridurre ulteriormente le possibilità di fuga. Solo a quel punto si rivolse all'uomo seduto che li aveva osservati fino a quel momento.

    " La vita di tuo figlio per quella di mio padre e del clan. "

    In altre parole: rilascia la tua arte proibita. L'altro avrebbe potuto leggergli con facilità negli occhi la purezza delle sue intenzioni. Era determinato a tutto: se davvero quello desiderava la vita di Soken Hyuga avrebbe dovuto sacrificare il sangue del suo sangue. Altrimenti, Vergil non mentiva, avrebbe potuto riavere suo figlio, lasciare la Foglia e completare il suo addestramento. Non aggiunse altro. Il filo della katana toccò la pelle pallida di Suiho, aprendo un piccolo taglio sanguinante. I fatti avrebbero parlato al posto suo.


    OFF GAME

    Edito per specificare la TA utilizzata: Intento Assassino
    Villaggio: Specializzazione
    Posizioni Magiche: Nessuna (Veloce+)

    L'illusione si attiva entro un raggio di 15 metri dall'utilizzatore. La vittima vedrà la furia omicida dell'utilizzatore riversarsi sulla propria mente, paralizzandolo. La vittima non potrà utilizzare tanti slot azione e tecnica quanti slot azione e tecnica inutilizzati dall'utilizzatore; ogni grado di differenza tra utilizzatore e vittima riduce di 1 extra gli slot azione. Le azioni gratuite saranno difficili da sfruttare.
    L'efficacia è pari a 50; colpisce chiunque presente entro il raggio d'azione. Può essere mantenuta per massimo 2 round.

    Tipo: Genjutsu - Bakkin-Tameshi
    [Livello: 3 / Consumo: Alto - Mantenimento: MedioBasso]
    [Da Chunin in su]





    Edited by Boreanz - 6/3/2012, 12:03
     
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    Fu una questione di un istante. Uno stato di grazia o forse un miracolo, alimentato dal fuoco della determinazione e dell'esercizio continuo, ma per un singolo, purissimo istante, Vergil vide tutto ciò che avveniva attorno a sè senza dover inviare chakra tramite le posizioni magiche. Vide Suiho in lontananza. Vide il giardino vuoto. Vide la figura evanescente del suo nemico che gli si avvicinava alle spalle. E in quel momento, Vergil rilasciò ogni oncia di potere che aveva in corpo, arrivando a turbare quella minima quantità di chakra ancora visibile che bruciava in Shotaro, turbandola per una frazione di secondo.

    Non avrebbe bloccato del tutto il suo consanguineo, ma lo fece tentennare quel tanto che bastava per portare la spada in posizione. Un millimetro dalla gola. Un solo cenno del polso avebbe potuto concludere lo scontro. Ma Vergil decise di parlare, pronuciando terribili parole di minaccia.

    No, non credo proprio. Hai vinto lo scontro, e non ti ucciderò, ma non farò nient'altro. Disse Suiho, senza scomporsi, prima di rivolgersi al figlio. Sei caduto preda di un Genjutsu. Un genjutsu di livello moderatamente alto, lo ammetto, ma comunque ti ha coinvolto. Non sei ancora in grado di sigillare perfettamente il tuo chakra. Sigillare...una parola che certo si attribuiva poco di frequente a sè stessi. Qualunque cosa Suiho e Shotaro avessero sviluppato si trattava di un'abilità che andava contro i più basilari fondamenti delle arti ninja. Shotaro strinse le labbra, guardando con irritazione quella spada che gli era stata puntata alla gola. Non sembrava spaventato, quanto piuttosto mortificato. Si. Non sono stato all'altezza, padre. Lentamente, il nemico di Soken si sollevò dalla sua posizione seduta. Dovrai allenarti ancora, se sopravviverai. Poi si rivolse a Vergil. Leva pure quella spada e non essere ridicolo. Come speri che possa bloccare la maledizione, ragazzo?

    Non è possibile toccare la vittima. Non è possibile vederla. Non è possibile sentirla. Non potrei in nessun modo interagire con i tuoi consanguinei per salvarli. Minacciare Shotaro non mi donerà certo poteri oltre i miei limiti.
    Shotaro prese la parola. Mio padre ha aperto gli otto cancelli proibiti degli uomini che ha colpito. Sono simili ai cancelli del flusso del chakra, ma invece che preservare il corpo, preservano il chakra stesso. Una volta aperti, il chakra fuoriesce rapidamente dal corpo, fino a svanire del tutto...e disperdendosi porta con sè l'anima stessa della vittima. Per qualche motivo, anche i ricordi di essa vengono meno in chi la conosceva.

    Suiho continuò il discorso, senza avvicinarsi nè mostrarsi minimamente minaccioso. Aveva un tono colloquiale, come se non gli importasse affatto della spada puntata alla gola del suo primogenito. Mio figlio si diletta di filosofia, tra le altre cose, e ritiene che il chakra sia l'unica realtà di questo mondo, lo spazio e il tempo sono illusioni, o comunque semplici stati dell'essere messi in relazione tra loro tramite il chakra. Aprendo i cancelli, la vittima diviene un "nulla di chakra" e pertanto non esiste, non è mai esistito e non esisterà mai. Speculazioni. Ma coltivare le arti è una cosa che rispetto, io che non ho avuto modo di dedicarmici in gioventù, ho predisposto perchè mio figlio seguisse le sue inclinazioni naturali, anche se alle volte ritengo che dedichi troppo tempo ad esse e troppo poco all'allenamento. Come ha dimostrato oggi.

    Shotaro chiuse gli occhi, disattivando il suo Byakugan e ridiventando istantaneamente percepibile agli occhi di Vergil. Non c'era più alcun senso di "inutilità" o di immagine sfuggente, tutto era nella norma. Una trappola, o realmente non intendevano più combattere? Restava però il fatto che non potevano (o volevano?) annullare la maledizione inflitta a Soken e agli altri. Basta così. Hai vinto lo scontro, ma hai perso la battaglia. Non hai notato? Sono già diversi minuti che tuo padre non parla più...sta svanendo del tutto. E presto non ricorderai nemmeno il motivo della tua ira. La tua famiglia è perduta, ma nessuno piangerà per loro...e fermando Shotaro, hai fatto in modo che il resto di Konoha venisse risparmiato. A conti fatti sei un Eroe. Un eroe che ha perso qualcosa, e che nessuno gli restituirà mai più. Concluse, con una profonda amarezza nella voce.

    Mi hai sconfitto. La mia vita è tua. Puoi uccidermi se lo vuoi, è nel tuo diritto, o puoi lasciare che io ponga fine da solo alla mia vita. Il mio onore mi impone di sottomettermi ai tuoi voleri...

    Ovviamente se lo ucciderai, io ucciderò te. Questo è innegabile. Oppure, non appena avrai dimenticato tutto questo...anzi, non appena avremo dimenticato tutti quanti tutto questo, sarei felice di prenderti con me. Suiho sorrise. In un certo senso, sono l'unica famiglia che ti resta.

    Famiglia, già. Ma quale famiglia? Vergil aveva forse una famiglia? Ricordava sagome, ombre che lo accompagnarono nell'infanzia, ma erano così...così sfumate. Così lontane.


    Così irrilevanti da essere solo l'eco di un ricordo...


    CITAZIONE
    Ultimo post. Non ha molto senso combattere per uccidere, non otterresti nulla. Per superare la prova devi vincere tu per primo la maledizione. Shotaro ti aiuterà, dopotutto lo hai sconfitto e il suo onore gli impone di aiutarti, casomai volessi provarci.

    Prova un pò più contorta e fantasiosa. Pensi di poter spezzare la maledizione? O almeno di impedire a te stesso di dimenticare? Può aiutarti il Byakugan in qualche modo? Se ricordi bene l'inizio della giocata, c'è un suggerimento che forse potrebbe aiutarti, diciamo che si tratta di una questione di tempistica.
    Hai comunque varie soluzioni...vediamo cosa succderà, e quale sarà il risultato :guru:

    [Molto tempo fa]
    Il giovane shinobi piangeva, solo, in un androne al buio del grande palazzo di legno. Aveva la fronte poggiata sul legno, mentre le spalle sussultavano a più riprese e gocce di sangue cadevano a terra da diverse ferite, soprattutto sulle braccia. Non si sarebbe potuto capire da quanto tempo era là, ma dalle macchie umide di lacrime sul pavimento, si poteva ben intuire che non fosse appena arrivato.

    Soken. Una voce nel buio lo chiarmò, facendolo sobbalzare. Il giovane cercò di nascondere rapidamente le lacrime, voltando il capo e soffocando ogni singhiozzo...un'azione sciocca quando si vive in mezzo agli occhi bianchi che vedono ogni cosa, ma era umano, dopotutto. Soken...non sei riuscito a convincerlo, vero? Lui non fiatò, ma non la fermò mentre lei si avvicinava, per cingergli le spalle in un abbraccio. Hai tentato...ma non hai avuto altra scelta che combattere, ne sono sicura. Lui toccò quelle mani con le proprie, in cerca di un silenzioso conforto. Aveva il palmo sporco di sangue là dove aveva conficcato le unghie...tanto era serrata la sua stretta in quel momento di dolore.

    Io... disse con voce roca, dopo molto tempo. Io non volevo ucciderlo. Ho cercato in ogni modo di non farlo ma lui... Lo so. Lo so. Era...era mio fratello...era il mio migliore amico. Non lo era più, il dolore e la sete di vendetta lo... No! Lui si scostò, turbato. No...avrei dovuto aiutarlo. Se fosse accaduto a me avrei reagito allo stesso modo. Avrei voluto aiuto per la mia vendetta, non un ostacolo. Lei tacque.

    Non poteva lenire quella ferita, non in quel momento.

    Solo il tempo avrebbe potuto.
     
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    Rifiuto. Da un uomo che aveva fino a quel momento mostrato un certo attaccamento al concetto di famiglia, Vergil non se lo aspettava. Le parole che l'uomo, ora in piedi, scambiò con suo figlio e viceversa resero chiaro che quest'ultimo, in qualche modo, era simile allo Hyuga. Rispettava quell'uomo che rimaneva calmo ed impassibile anche con una spada puntata alla gola del figlio. Ma non era solo rispetto, Vergil poteva avvertirlo chiaramente dal timbro vocale e dalla scelta di parole. Era devozione.

    In tutta sincerità non potè rilevare alcun intento mendace nelle parole dell'uomo, o del figlio che in questo momento teneva in ostaggio[Occhi sul Mondo]. In quegli attimi il cervello dello Hyuga lavorava freneticamente. Sapeva che la vita del padre e di una consistente parte del clan dipendevano da lui. A detta del tizio, Shotaro aveva fallito per via dell'imperfezione della sua tecnica di sigillo del proprio chakra. A che scopo sigillare il proprio chakra? Secondo quanto aveva imparato e messo in pratica più volte, comunque, non erano quelli gli effetti. Sigillare il chakra di un bersaglio significava appunto renderlo temporaneamente incapace di utilizzarlo, non occultarlo agli occhi del mondo. Gli mancavano dei pezzi.

    Ascoltando le parole dell'uomo, però, le sue orecchie addestrate alla semantica ed alla dialettica rilevarono un'anomalia. Qualcosa non tornava. Le vittime non potevano essere percepite in alcun modo? Un barlume di folle speranza gli si accese nel petto, realizzando che il tizio stava commettendo l'errore da cui... chi era stato? Suo padre, certo, realizzò poco dopo quasi stupendosi. L'errore da cui suo padre lo aveva messo in guardia più volte: giudicava gli altri con il suo metro. Presumeva che le percezioni degli Hyuga, di Vergil, fossero le sue. Ma si sbagliava. La meccanica descritta dall'uomo non calzava con gli avvenimenti che il chunin aveva vissuto. Guardò l'uomo che aveva appena terminato di parlare con un'ultima, folle proposta. Avvicinò le labbra all'orecchio sinistro del coetaneo che aveva in ostaggio.

    " È come dici. La tua vita mi appartiene. "

    Ed il ragazzo dai capelli neri si vide sgozzare dalla fredda lama di Vergil, rantolando ed agitandosi mentre il sangue spillava dalla gola recisa. Poi l'immagine svanì e Shotaro si ritrovò ancora vivo, illeso e con la lama puntata alla gola. Lo Hyuga aveva ritirato la sua illusione.

    " Vivi, e non scordarlo mai. "

    Allontanò dunque la katana dalla gola ancora sana del ragazzo, spingendolo via. Guardò il genitore dell'altro con aria di sfida, gelido. Nello sguardo gli si leggeva determinazione infinita. Non avrebbe lasciato che finisse in quel modo! Chiuse dunque gli occhi e lasciò cadere la spada. Rimase silente più di quanto avesse originalmente intenzione, concentrandosi nel tenere a mente tutta la situazione che via via pareva essere avvolta da una nebbia oscura.

    " Padre! ", gridò. " Mettetevi davanti a me. So che mi sentite! "

    Non c'era modo che un uomo della tempra di Soken Hyuga non lottasse fino all'ultimo respiro. Questa, forse, era un'ulteriore prova che il giovane Hyuga si trovò ad affrontare. Dovette fidarsi di qualcun altro. Raggiungere il successo insieme. Avere coscienza dei propri limiti ed affidarsi a chi amava per valicarli con successo.

    Allargò le braccia e piegò leggermente le ginocchia, assumendo il secondo kata del Principio del Maestro. Il chakra flueva come un fiume in piena nel suo corpo. Se il problema era una perdita di chakra, Vergil era confidente di poterla sigillare ed invertire. Prima aveva sfruttato un'altra soluzione, ma in quell'occasione la tecnica del padre era perfetta. Era calzante. E il ragazzo dagli occhi di luna sapeva di poterla eseguire.



    Il chakra era la chiave. Forse non poteva esserci contatto "normale", ma finché la punta delle sue dita fosse stata profusa di chakra, che avrebbe colpito solo i punti di fuga, esisteva una speranza. Pur non vedendo nulla davanti a sé, Vergil sorrise, concentrato e fiducioso, ed iniziò a danzare. Rivedé i movimenti per come il padre glieli aveva mostrati, individuando a memoria i punti di fuga principali nel busto di un uomo. Mentre danzava e colpiva e rilasciava chakra, Vergil sapeva. Sapeva che il padre lo aveva udito e, davanti a lui, si stava muovendo concordemente ai suoi attacchi, in modo che lo colpissero nel punto esatto. Padre e figlio, lo sentiva, agivano all'unisono, danzando in modo quasi ipnotico. Ben presto, le 64 Chiusure del sistema circolatorio principale furono completate.

    E Soken Hyuga riapparve.
    O forse non era mai scomparso. Vergil non poteva esserne sicuro. Ingoiando le emozioni che gli bruciavano nel petto ed il dolore che ormai gli percorreva ogni parte del corpo, lo Hyuga si voltò verso i due ninja dagli occhi impuri.

    " Lasciate la Foglia e non fate più ritorno. "

    OFF GAME

    Super 64 Chiusure! :wosd:

    Ovviamente il risultato dell'azione è ipotetico a prescindere dal tempo utilizzato nella narrazione.

     
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