Il "Parco Centrale" di Konoha

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    Un picnic a "Central Park"


    Narrato
    Pensato
    «Parlato di Miyori Uchiha»


    Una volta che Shay ebbe sbrigato tutte le formalità legate al cambio del turno di guardia, eravamo finalmente libere di goderci il nostro picnic come semplici ragazze, niente kunoichi niente samurai.
    Al progetto originale si era aggiunto un terzo ospite, Deveraux, ma non per quello il piano avrebbe subito cambiamenti; tutt'altro, era mia intenzione coinvolgere anche il nuovo arrivato in quella giornata priva di sfide, semplicemente dedicata al puro relax.
    Ero cambiata in quegli ultimi mesi e tutto per merito della vicinanza di Shay.
    La sua solarità mi aveva contagiato, facendo breccia nel mio animo schivo, sebbene andassi ancora incontro a delle ricadute.
    Non era facile fare finta di nulla, cambiare drasticamente abitudini dall'oggi al domani.
    Dare il giusto posto al quel passato che per tutta la vita aveva condizionato le mie scelte.
    Mentre li guidavo verso la nostra meta, liberai la mente da quelle riflessioni negative.


    Solo pensieri positivi quest'oggi!

    Sarebbe stata la mia personale sfida.

    La destinazione era un piccola sorpresa che mi ero riservata di fare a Shay.
    Vi ero capitata per pura casualità durante i miei allenamenti per memorizzare ogni angolo del villaggio, alla ricerca delle vie più rapide per raggiungere ogni luogo in caso di emergenza.

    Non si trovava alcun accenno sui dépliant turistici, eppure era un posto che aveva un suo fascino.
    Si trattava di un parco recintato situato nel cuore di Konoha.
    Gli abitanti del quartiere lo avevano soprannominato “Il Parco Centrale”.
    Era un piccolo gioiello in miniatura in cui tradizione e modernità si fondevano con sublime grazia.
    Entrammo dal cancello situato a settentrione, l'accesso più vicino alla nostra destinazione.


    «Ci siamo quasi!» Esordii, attraversando un ponte di legno che collegava la collinetta, su cui ergeva un'immensa quercia secolare, al resto del parco.
    Avevo scelto quel posto perché dalla sommità si poteva godere di una stupenda vista panoramica.

    Dopo aver poggiato il cestino sotto la quercia mi voltai verso i miei due compagni.


    «Spero vi piaccia questo posto...» mormorai, rivolgendo loro un sorriso cordiale, ed arrossendo lievemente allo stesso tempo. «E scusate se durante il tragitto sono stata di poche parole, ma ancora non sono molto abituata ai dialoghi.» ammisi.

    Eh sì, esistevano ancora dei lati del mio carattere che andavano smussati.
     
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    Un PicNic a Central Park

    Mi sentivo rilassata, pensavo positivo ed ero tranquilla nel vedere Miyori comportarsi in modo tanto naturale anche in presenza di sconosciuti. La rigidezza regale che aveva durante i nostri primi incontri si era affievolita mano a mano che la nostra amicizia andava rafforzandosi e nulla ci avrebbe impedito di portarla avanti. Certo, i problemi ci sarebbero sempre stati, come il povero Deve, ma più che un problema la sua presenza risultava una bellissima opportunità per fare amicizia. E quando ci capitava di fare un picnic al parco, nonostante la temperatura non proprio bellissima, con uno straniero pieno di storie da raccontarci?

    - Questo è uno dei luoghi più tranquilli della città. Anche se è nel centro del Paese è sempre stato trattato con riguardo e rispetto.. avere un angolo di verde nel pieno della città è qualcosa che non tutti possono permettersi. - Poi mi sedetti a fianco del cestino appoggiando la schiena alla quercia. - Lascia stare Miyo, anche io sono stanca morta.. è dalle cinque del mattino che sto la al gelo cavoli.. ma il nostro ospite magari ha qualche storia da raccontarci!. - Sorrisi divertita. - Non sono mai stata ad Oto per motivi di lavoro e personali.. ma molti ne parlano come di un posto brutto e piano di minacce.. anche se tu sembri una persona decisamente tranquilla e dignitosa.. vorrei sfatare il mito secondo cui a Oto sono tutti serial Killer e assassini! .. - Non che fosse facile vista la gentaccia che avevo conosciuto, ma tant'era che Deve non sembrava affatto il tipico omicida degno di lovecraftiana memoria.. però non si poteva mai essere sicuri.


     
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  3. Roronoa™
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    Pic Nic
    Differenze tra villaggi


    Concluse le presentazioni raggiungemmo un parco semplicemente fantastico. Quando entrammo al suo interno, da un cancello grigio in ferro, i miei occhi spaziarono in ogni dove. Era ben tenuto, silenzioso e non era un piccolo dettaglio visto che era situato all'interno di Konoha.
    Non era trascorso un giorno e già amavo quel villaggio, così solare e pieno di vita. I vari ninja erano aperti e non avevano pregiudizi riguardo gli stranieri. Ad Oto tutto questo era ancora un utopia.
    Durante il tragitto non avevamo incontrato nessun balordo, nessun bar a luci rosse tempestato di ubriaconi, nessuna rissa per una ragazza...niente di niente, solo gente educata e civile.
    Stupendo.

    Superato un ponte in legno salimmo su una collinetta. Il mio sguardo fu catturato da un'enorme quercia e guarda caso, coincidenza forse, Miyori appoggiò la cesta ai piedi dell'albero e si mise comoda.
    Stessa cosa feci io, posizionandomi , dopo aver controllato se fosse pulito, di fronte a Shay e al fianco dell'Uchiha.
    Quando Miyori prese parola, scusandosi per il suo carattere , introverso forse, la mia attenzione era rivolta al panorama.
    << Tranquilla ahahahah ti preoccupi troppo. >> Sorrisi. Effettivamente si preoccupava un po' troppo di come egli compariva all'esterno.
    Quando Shay mi chiese di raccontare qualcosa di Oto risi leggermente, sicuro del fatto che dopo aver ascoltato i miei racconti si sarebbe rifiutata di metterci piede in futuro. Iniziai, sperando di non annoiare nessuna delle due.

    << La prima differenza si nota già nell'ospitalità..i guardiani di Oto sono molto più...pazzi? Si... pazzi. >> Annuii.
    << Anche se ho saputo che solo in un gate è meglio non presentarsi, ma non saprei dirti quale >> Ripresi a parlare.
    << Comunque la maggior parte degli otesi non sono killer, non ucciderebbero, ma sono un po' strani, leggermente meno dei rispettivi guardiani. Alla fine io trascorro la maggior parte del mio tempo all'interno del quartiere del clan e nell'oasi che sorveglio... a lavorare come un ossesso. Tutto ciò che accade in periferia mi viene raccontato dai ninja del clan e da mia madre che lavora in ospedale. >> Ed era vero. All'interno del quartiere lavoravo per i saggi anziani, gli stessi che mi avevano definito stella nascente degli Yotsuki. Rischiavano di uccidermi con quelle consegne.

    Ricordando dell'esperienza a Kiri aggiunsi: << Anche i Kiriani sono strani, hanno una periferia malfamata come quella otese...misi piede lì dentro e per poco non ne esco più. Gente che fanno gare di braccio di ferro per strada,bimbi criminali...mah ..qui è il paradiso.>>

    Ricordare ciò che era avvenuto a Kiri mi fece venire in mente il motivo per cui ero a Konoha. Dopo il pic nic mi sarei messo subito al lavoro.










     
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    Un picnic a "Central Park, parte 2"


    Narrato
    Pensato
    «Parlato di Miyori Uchiha»


    Era un freddo pomeriggio d'inverno, ma sotto la quercia secolare l'atmosfera che si respirava la rendeva una splendida giornata di tarda primavera.
    Se durante il viaggio era regnato il silenzio, il ghiaccio fu rotto dalla richiesta di Shay di ascoltare qualche narrazione su Oto da parte del nostro ospite.
    Annuii sorridendo.
    Mi voltai verso Deveraux, seduto al mio fianco, in attesa che iniziasse con il racconto.
    Le informazioni che ci stava rivelando sul suo villaggio non erano esattamente invitanti per chi volesse soggiornarci qualche giorno, ma alla fine ne avevo incontrate di situazioni strane, per cui guardiani pazzi li elencai nel conto delle possibili bizzarrie dei paesi accademici.
    D'altra parte visti i miei progetti non troppo futuri, avere qualche delucidazione in più al riguardo non mi avrebbe fatto male.
    Peccato che non sapesse nulla al sul gate pericoloso; non era proprio nella mia natura tirare a sorte e sperare di non finire in quello incriminato.


    «Scusa se interrompo il filo del tuo discorso, ma cosa intendi che i guardiani sono pazzi?» Chiesi con una sfumatura di curiosità nel tono della voce.

    Per fortuna la follia omicida non albergava in tutti gli abitanti di Oto. Un particolare che aveva in precedenza sottolineato la mia amica, indicando Deveraux come una persona diversa dalla sinistra nomea di cui godeva Oto.


    «Dalle tue parole sembra che tu sia tenuto un po' al di fuori della quotidianità del tuo villaggio, come se più che con i tuoi occhi gli avvenimenti li vivessi solo per sentito dire. Posso chiederti come mai? Se pensi sia una domanda troppo personale, non preoccuparti, non mi offenderò di certo se preferisci non rispondere.»

    Il discorso poi proseguì, ma con un radicale cambio di villaggio.
    Kiri...
    Per quanto avessi messo piede all'interno delle sue mura, il mio girovagare si era fermato in due sole destinazioni: la guardiola con Itai e il palazzo del Mizukage, entrambi luoghi lontani dai bassifondi.


    «Non immaginavo...» mormorai pensierosa. «Ho visitato il villaggio, ma non così approfonditamente. Riguardo le stranezze dei suoi abitanti, non saprei. Mio cugino e Shiltar sama sono due ottime persone.» Osservai, per poi riprendere il discorso con un'ultima domanda. «Deveraux san ritornando ad Oto, mi potresti dare qualche consiglio su come muovermi all'interno? Entro breve dovrei fare una vista al tuo villaggio per... motivi di studio... possiamo dire. Pensavo una volta lì di far riferimento all'amministratore Febh san che ho avuto modo...» la sventura... «di conoscere in più di un'occasione.»
     
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  5. S h a y
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    Otesi.

    - Oh si, anche io ho avuto la disavventura di incontrare Febh eheh.. più che altro diciamo che non è moltissimo incline a rispettare le regole, non è una persona cattiva e non credo ucciderebbe nessuno per il solo gusto di farlo.. nel senso.. non è cattivo ecco. -
    Anche se mi aveva fatto uscire il diavolo a quattro Febh non si era mai mostrato realmente cattivo.. tranne per qualche particolarità come avere i pugni nelle mani e poter distruggere le case a testate, ma quella era tutt'altra storia e si riferiva ad un solo elemento non necessariamente indicativo della vita e della quotidianità di Oto. - E.. davvero non sapevo che a Kiri ci fossero periferie malfamate.. ci sono stata ma ho visitato solamente il centro cittadino ed una bellissima scogliera, oltre che la casa di alcuni miei amici di corso.. - Sospirai. - Sarebbe bello fare un viaggetto ad Oto, ma ammetto di avere una paura non indifferente di quello che succede dentro le mura.. ho conosciuto anche un tale Ledah, un dottore presumo, che metteva i brividi. Dico sul serio non so se lo hai mai incontrato ma io, ricordandolo, ancora ho qualche brividino di disgusto.. divergenze mediche diciamo. - Anche quello era un argomento estremamente delicato a dire il vero, ogni villaggio gestiva le cure ospedaliere come riteneva più opportuno, Oto le usava per potenziare i propri Ninja, Konoha per garantire loro una vita normale e Sana.

    - Sapete invece dove mi piacerebbe andare? a Kumo. So che è pericolosissimo per via delle questioni politiche anti accademiche e tutto il resto.. ma ci sono stata una volta, al confine, e ci sono dei paesaggi mozzafiato in quel posto.. dovete credermi! -

     
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  6. Roronoa™
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    Pic Nic
    Traumi. Vendetta.




    La descrizione di Oto pizzicò la curiosità dei presenti e di questo fui felice.

    << Sono molto meno tolleranti , se sei un tipo sospetto non scendono per vedere se hanno avuto magari un pregiudizio ...no...le guardie sono già pronte a lanciarvi un'infinita di kunai e jutsu. >> Annuii. Shay aveva consentito al sottoscritto l'entrata a Konoha anche senza permesso. A Oto tutto ciò era impensabile, e questo era solo un esempio .
    << Comunque l'entrata è libera a Oto, se fosse fanno solamente più storie di qui ...ahah tranquilla >> Sdrammatizzai, gesticolando non poco.
    Alla seconda domanda di Miyori risposi tranquillamente, di certo non erano questioni personali, anzi, facevano onore al sottoscritto.
    << Lavoro al clan... si cerca di guadagnare qualche posto alto nella gerarchia del villaggio e dicono che io sia lo shinobi perfetto per ottenere tale potere ... per questo mi caricano di doveri e mi hanno delegato il compito di sorvegliare l'Oasi di Oto >>
    Ricordai l'alleanza tra il clan Yotsuki e il clan Hyuga che io e Vergil avevamo stipulato in quella città abbandonata, ma preferii non raccontare quell'episodio.
    Terminato il discorso, Miyori mi chiese alcune informazioni riguardo il mio villaggio, visto che tra i suoi progetti vi era quello di un viaggio a Oto.
    << Si Febh sarà un ottimo punto di riferimento >> Annuii. << Per una pacifica vacanza invece basterà semplicemente evitare la periferia, nelle strade principali non dovresti incontrare nessun ostacolo >> O almeno non dei banditi ninja ma semplici furfanti. Due colpi di spada e sarebbero caduti al suolo .

    Il discorso si spostò poi fu Febh, con Shay che rimarcò il suo carattere, e poi su un certo Ledah che non conoscevo. Forse mia madre sì, avrei domandato di lui.

    CITAZIONE
    - Sapete invece dove mi piacerebbe andare? a Kumo. So che è pericolosissimo per via delle questioni politiche anti accademiche e tutto il resto.. ma ci sono stata una volta, al confine, e ci sono dei paesaggi mozzafiato in quel posto.. dovete credermi! -

    Qualcosa scattò in me quando udii la parola "anti accademia".
    Quell'insieme di lettere non aveva nessun significato, ma affiancato al ricordo di mio padre e al suo assassinio diventavano quasi una certezza.
    Kumo... Nukenin...le due parole si stamparono nella mia mente. Solo Shay probabilmente avrebbe notato che dalle dita delle mie mani, appoggiate al suolo, delle scariche elettriche quasi invisibili penetravano in modo continuo nel terreno. Avevo attivato l'innata inconsapevolmente. L'aria si sarebbe caricata di elettricità se la mia mente non fosse ritornata subito al parco.
    Fu questione fortunatamente di un istante, infatti, svegliato da quel "sogno" disattivai subito il mio potere, scusandomi con chiunque avesse notato ciò che avevo fatto.
    Solo mio padre sapeva quanto dolore avevo patito, quanti chilometri avevo percorso per cercare un solo indizio. Nel mio inconscio vi era solo quell'obiettivo. Mi svegliavo con quel tormento e andavo a dormire ricordandomi cosa avrei dovuto fare.
    Il suo viso distrutto dal dolore, il suo corpo aperto, quelle immagini mi torturavano quasi ogni notte. La mia espressione era totalmente cambiata. Un mix di tristezza e rabbia si dipinse nel mio volto, nonostante avessi superato il trauma da qualche tempo. Evidentemente non del tutto visto ciò che era accaduto.
    Decisi di svuotare il sacco a quel punto, magari avrei avuto delle risposte da Shay e Miyori. Sospirai e mi feci avanti, approfittando di un qualsiasi momento di silenzio mentre loro probabilmente mi guardavano perplesse. Speravo non si fossero sentite minacciate dal mio comportamento.

    << Scusate ragazze, non volevo...ferite rimaste aperte anche dopo anni ... Abbassai lo sguardo. << Approfitto per farvi una domanda ...è il motivo per cui oggi sono a Konoha. >> Feci una pausa, pregando di trovare quelle risposte tanto desiderate.
    << Avete informazioni su chi ha messo a ferro e a fuoco molto tempo fa l'East Gate di Oto ? Qualsiasi cosa... voglio scoprire chi ha ucciso mio padre e per quale motivo ha strappato ad un bambino il suo amato genitore. >> Immensa rabbia sarebbe fuoriuscita dal mio sguardo se non fossi stato in compagnia di Shay e Miyori.
    << E scusate se ho rovinato un po' l' atmosfera ..è già tutto passato >> Ridacchiai, leggermente in imbarazzo ripensando al mio comportamento. Ora stavo bene.

    Per alcuni indizi, che avevo deciso di cercare fuori da Oto, avevo visitato Kiri scontrandomi contro un abile ninja e poi mi ero diretto a Konoha. Avrei dato tutto per avere qualcosa sotto mano.








     
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    Un picnic a "Central Park, parte 3"


    Narrato
    Pensato
    «Parlato di Miyori Uchiha»


    Guardie pronte ad attaccare al minimo segno sospetto, eppure l'entrata era libera. Un controsenso; per non parlare quanto in un clima di tensioni l'oggettività lasciasse il posto alla soggettività.

    Al commento di Deveraux che considerava Febh san un punto di riferimento, sospirai con aria rassegnata.
    Se lui era un capo saldo, non osavo immaginarmi chi avrei potuto incontrare ad Oto, eppure...

    ...eppure il ragazzo che stava accanto a noi non sembrava una minaccia o qualcuno pronto a lanciare armi contro le nostre persone o a creare cataclismi con la sola presenza.


    «Devi essere una persona molto stimata nel tuo clan, se hanno un'alta considerazione di te, Deveraux san. E' una buona cosa.» Considerai in tono gentile. «L'Oasi di Oto... il nome è molto particolare... ricorda quei luoghi di riposo nel cuore del deserto. Ti andrebbe di raccontarci qualcosa al riguardo?» Chiesi, mentre porgevo ai miei compagni alcune delle vivande che avevo preparato.

    Kumo... non avevo mai visitato quei luoghi. Mi fidavo del giudizio di Shay. Peccato non fosse sotto la protezione accademica, per quanto avendo avuto modo di fare qualche giro da quando avevo lasciato Tetsu, si percepiva una notevole tensione tra alcuni villaggi.
    Come potevo dimenticare quello che avevo visto alle mura di Kiri?

    Non saprei spiegare bene cosa mi distolse all'improvviso dai miei pensieri.
    Per un istante ebbi come l'impressione che l'atmosfera si fosse fatta elettrica.
    Ionizzazione dell'aria?
    Eppure il cielo era limpido, non erano previsti temporali.
    Ma non si era trattato di un fenomeno atmosferico, come cominciai a sospettare dagli sguardi che si lanciarono Deveraux san e Shay.
    Che stava succedendo?

    Poi compresi nel momento stesso in cui il nostro compagno cominciò a parlare.
    Le sue emozioni, il suo dolore, la rabbia repressa dovevano aver dato vita a qualcosa, di cui si stava scusando.

    Aveva perso suo padre durante un attacco ad uno dei gate otesi. Ma la sua morte non aveva avuto una spiegazione. Nessuna notizia era stata fornita alla famiglia. Nessuna giustificazione che potesse offrire un minimo di conforto. Era un'anima persa senza aver avuto alcuna giustizia.


    Comprendevo molto bene cosa significasse perdere un genitore, soprattutto in quel modo.

    Rivolsi un'occhiata alla mia amica per cercare di capire se lei fosse al corrente di qualcosa, ma non prese la parola; forse neanche lei sapeva nulla al riguardo.
    Per quanto tali gesti mi provocassero un certo imbarazzo, poggiai delicatamente la mia mano su quella dello shinobi, stringendola in segno di conforto, per poi ritirarla poco dopo.


    «Vorrei tanto poterti essere d'aiuto, ma sono a Konoha da poco tempo e non ricopro ruoli tali da essere messa al corrente su possibili sospetti.» Ammisi dispiaciuta. «Suppongo che gli alti gradi del villaggio possano saperne qualcosa, ma non so se al momento siano disposti a concedere udienze. Però... forse... possiamo provare ad andare a trovare due persone... Non garantisco che siano informate, ma di certo hanno una loro influenza negli affari del villaggio. Ti andrebbe di fare questo tentativo? Non posso assicurarti che avrà un esito positivo, però.» Aggiunsi, con la massima sincerità.
    Il pic nic potevamo continuarlo in un altro momento; non me la sentivo di lasciare in quello stato Deveraux ed ero sicura che anche Shay la pensasse allo stesso modo.
    Drake l'avremmo trovato in armeria, mentre per la seconda persona... mh... sarebbe stato un po' più problematico richiedere la sua attenzione... Vergil sama era una personalità complicata da gestire.
     
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  8. Roronoa™
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    Pic Nic





    L'Oasi dove lavoravo era un vero e proprio paradiso. Sembrava, una volta giunti in quell'Eden, che Oto fosse distante da quel luogo un infinità di anni luce, invece, la realtà era ben diversa.
    Pochi chilometri separavano quella bellezza naturale dalla gabbia di matti del villaggio del Suono.

    -Certo che te ne parlo, è un luogo quasi incontaminato ai confini del villaggio. Ci sono le acque termali, molta fauna non aggressiva-
    Lì avevo trovato Slunky, il mio gattone supercicciottoso. - e un servizio sempre attivo a vostra disposizione. Lì c'è pace e serenità. - dissi sorridendo.

    -Ve l'ho detto ma lo ripeto - Decisi di rinnovare l'invito. - Quando volete potete venire senza la minima preoccupazione -

    [...]

    La mia reazione, seppur breve e non aggressiva, distrusse l'atmosfera amichevole del pic nic, o almeno così temevo.
    Uno dei miei difetti è il seguente: sono capace di cambiare umore molto facilmente, soprattutto quando di mezzo c'è mio padre.
    Le parole di Miyori , che seguirono la mia reazione istintiva, furono dolci e gentili. Percepii per qualche istante la sua mano stringere la mia.
    -Grazie ...Miyori- Mormorai.
    Mi domandai se anche lei avesse perso un genitore.

    Nonostante la gentilezza dell'Uchiha continuavo a sentirmi in colpa per aver rovinato quel pomeriggio.
    Sapevo che ero odioso quando mi comportavo in quel modo. Dovevo alzarmi e approfittare dell'aiuto di Miyori. Se quelle due persone conoscevano dettagli importanti sulla morte di mio padre? Si, ma avevo rovinato quell'atmosfera, no, ci sarei andato o ci saremmo andati dopo.
    Sperai che la ragazza non mi avesse colpito per via delle mie prossime parole, sembravo il solito bambino che chiede un giocattolo ai suoi genitori e poi non lo vuole più .

    - Sì, mi farebbe piacere fare una visitina a queste due persone. - Sorrisi, afferrando la prima pietanza che la giovane aveva preparato per quell'occasione. - Ma prima meglio concludere qui no?! Non sarebbe rispettoso ... tanto non scapperanno di certo. -

    Prima di iniziare a consumare ciò che avevo preso con la mano sinistra , come se non fosse accaduto niente prima, chiesi:

    - Potresti parlarmi di questi due tipi? -

    Ero proprio curioso di sapere chi fossero.



    CITAZIONE
    Chiedo perdono per il cambio di grafica del post ^^""

     
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