La Banda Dei Pomodori

Team 9 - Sensei: Hito

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  1. S h a y
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    La Banda Dei Pomodori - Preludio

    Adu e Miko, annoiati come al solito fino alla sfinimento, poltrivano beatamente sulle sedie davanti agli sportelli degli uffici accademici. All'improvvisò un messo arrivò tutto di corsa spalancando le porte e iniziando ad urlare come un pazzo uscito dal Manicomio. - AHHHHHHHHHHHHHHHH! - Miko Cadde dalla sedia sfracellandosi al suolo e Adu saltò sulla scrivania brandendo una penna ed urlando a sua volta. - AAAAAAAAHHHHH! -. La scena più idiota della nuova accademia. Decisamente.

    Il Messo vestiva le insegne del Vento e portava una lettera all'indirizzo dell'accademia, in particolare era una candidatura rinvenuta a Suna che doveva essere recapitata qualche tempo addietro ma che, per una serie di dinamitardi eventi, non era stata possibile. - Questa è una lettera prioritaria dalla Sabbia, per voialtri.. io fossi in voi non la leggerei.. Anzi no, no no, leggetela tanto dovete farlo, è il vostro lavoro! - Detto fatto scappò via senza dare replica, lanciando la lettera sul tavolo di Miko che, con fatica, stava tornando in posizione eretta dopo lo spavento. - Ma chi era quel deficiente?.. - - Ah non ne ho idea.. fammi dare uno sguardo a questa candidatura.. ultimamente c'è Penuria devo ammettere.. - Aprì la busta, leggendo il contenuto. Mano a mano che la lettura proseguiva l'espressione del giovane addetto diveniva sempre più simile a quella di un cadavere. - ..Miko, si è candidato quello che qualche tempo fa girava con un pentolone pieno di.. uccelli morti. Cioè uccelli, uccelli morti. Uccelli! - - HO CAPITO! Erano uccelli, e allora? - L'uomo si zittì, passando la missiva alla collega. - Beh dobbiamo comunque mandarci qualcuno, chi c'è in Lista?.. Ah.. Konoha, Konoha e Suna, ottimo, scrivi tu la lettera mentre io avviso il Sensei? - I due si accordarono su cosa scrivere nelle rispettive missive.. sembrava una normalissima routine, ma poi ad Adu venne una brillante idea.. - Quel tizio mi sembrava un Po picchiatello.. e poi sono annoiato, rendiamogli le cose un Po più complesse.. agli studenti intendo. -

    La crudeltà infinita di quei due era quasi palpabile.. e quando ebbero finito di bisticciare sul come e sul quando le lettere vennero fuori in modo estremamente ordinato e composto.

    Alla Cortese Attenzione di Hito, Genin del Vento
    Abbiamo ricevuto la sua richiesta di prendere parte ai nuovi corsi Genin in qualità di Sensei, le abbiamo quindi assegnato due allievi della Foglia poiché non vi erano Sunesi come da lei richiesto. Oltre questo fatto, noi dell'accademia, abbiamo deciso di aumentare il gradiente di complessità dei corsi.. abbiamo quindi dato informazioni sbagliate ai suoi Allievi perché si sforzino di avere spirito di Iniziativa. A Lei è dato conoscere i nomi degli allievi e anche le loro foto, così da poterli riconoscere. Atasuke Uciha, Hakurei Tenshi, Saru e Kuwa Shiwan. In Allegato Le foto. Si prenda cura di loro e valuti attentamente la loro abilità nell'autogestire le situazioni. Gli studenti giungeranno tra quattro giorni al Cancello principale di Suna.


    - Fatto, cosa scrivo ai ragazzi?.. cioè come nome del Sensei, chi metto? - Miko rifletté. - Spara a casaccio.. tipo Kushimazuma.. - - Si, certo, adesso qua ci scrivo in corsivo e magari ripassato "Siete stupidi e non ci leggete che è una cavolata".. No! ho trovato.. come è che si chiama il Kage di Suna? - Momenti di Silenzio in cui il coprifronte di Adu, con il Simbolo della Sabbia, scomparve nell'oscurità per la vergogna provocatagli dal suo possessore. - .. Metti Nig Amukihc Ikamutsat che fa molto Deserto.. - - Si ma è il nome del Kazekage al contrario! - - Ma chissenefrega! Questi sono di Konoha!. - Miko Sbuffò, lasciandosi andare sulla sedia.

    Alla Cortese Attenzione dei Candidati Al corso Genin
    La vostra richiesta di essere sottoposti a prova per l'esame pratico di ammissioni al grado di Genin è stata Archiviata e siete stati assegnati ad un Sensei che vi guiderà in modo sicuro ed ottimale verso una crescita psicologica e combattiva. il Suo nome è Nig Amukihc Ikamutsat e dovrete incontrarlo a Suna, il paese del Vento, entro quattro Giorni. L'appuntamento è davanti alle porte del villaggio dove egli vi attenderà. La cortese Accademia vi augura un buon esito del corso ed una lunga e operosa cooperazione interculturale.


    Detto fatto, fecero spedire le lettere con dei corrieri espressi ed entro poche ore tutti avrebbero ricevuto quella lettera. Cosa fosse successo dopo, solo il tempo poteva scoprirlo.. visto che Miko e Adu si erano già addormentati. Di Nuovo.


    Edited by S h a y - 11/7/2011, 18:13
     
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  2. Hakurei
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    Hakurei stava tranquillamente seduto sulla veranda della palestra dei suoi genitori, gambe incrociate e sguardo perso nel vuoto, come spesso accade quando è immerso nelle silenziose conversazioni col fratello che condivide il suo corpo. Così lo trovò il padre Sensui quando lo raggiunse tenendo in mano una missiva appena giunta dall'accademia ninja -oh, eccovi qua- esclamò riscuotendo il ragazzo dal torpore -è appena giunta una lettera per voi, finalmente l'attesa è finita- effettivamente ad un'estraneo sarebbe parso quantomai assurdo sentire l'uomo parlare al figlio usando il plurale ma ormai per la famiglia era normale. Hakurei prese trepidante il foglio di carta e lesse ad alta voce la missiva -wow, addirittura fino a Suna, non vediamo l'ora. Però il sensei ha un nome complicatissimo, speriamo che a Suna non siano tutti così i nomi altrimenti non riusciremo a pronunciarne nemmeno uno. Comunque sarebbe meglio muoversi, è un viaggio bello lungo e cominciamo tra quattro giorni- detto questo raggiunse la propria stanza e cominciò a sistemare le cose per il viaggio e tutti i propri attrezzi ninja. Entro due ora il giovane era già pronto a lasciare la propria casa insieme al padre, che l'avrebbe accompagnato quasi fino a destinazione. La madre si dilungò in un lacrimoso commiato fermando il ragazzo ogni tre o quattro passi circa per un ulteriore saluto. Infine padre e figlio montarono sul carro che avrebbe condotto il giovane studente verso il paese del vento, il villaggio di Suna e il proprio apprendistato.

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    Il viaggio procedette tranquillo e senza incidenti portando Hakurei a circa un'ora dalle porte del villaggio, dove Sensui salutò il figlio -Vi lascio qui, così non vi sentirete in imbarazzo per essere arrivati in compagnia del vostro vecchio- scherzò, sebbene avesse gli occhi lucidi, e detto ciò voltò il carro e spronò il cavallo che lo tirava.
    Hakurei invece si incamminò verso le porte del villaggio dove avrebbe finelmente incontrato il proprio maestro e i compagni di corso _spero ardentemente di non essere il primo_ pensò _con la fortuna che abbiamo, probabilmente è proprio così invece_ rispose nella sua mente il gemello con tono divertito. Ecco finalmente i portoni del villaggio, Hakurei si avvicinò ad essi e si pose leggermente discostato dal passaggio principale osservando i passanti e cercando di individuare qualcuno che sembrasse in attesa e sperando che la gende del posto non si desse spesso appuntamento all'ingresso del villaggio

    --------------



    Dopo una lunga attesa finalmente arriva qualcuno. Non è il sensei ma è meglio che stare solo come un cretino ad aspettare un ninja dal nome assurdo.
    Il secondo allievo si presenta come Atasuke Uchiha -piacere, io sono Hakurei Tenshi e sono anche io da Konoha-
    e detto questo i due intrattennero un piacevole scambio di convenevoli e facezie in attesa dell'istruttore. Si presenta finelmente con ampio ritardo e cominciando a parlare un sacco, senza peraltro dire niente che avesse un senso per il povero Hakurei. A rendere ancora più assurda la situazione, il terzo studente del corso sbuca fuori quasi dal nulla per parlare in modo insensato quanto quello di Hito.
    Se non altro, nella mitragliata di parole del sensei, Hakurei riesce ad afferrare la richiesta sulla presentazione, e dopo aver lasciato agli altri due l'incombenza di rispondere per primi proferì
    -Io mi chiamo Hakurei Tenshi, vengo da konoha, il mio colore preferito è il grigio e...temo di non aver mai visto una gara di lumache ma temo che ci vorrebbe troppo tempo a vederne una per intero, quindi per amor di brevità decido seduta stante che non mi entusiasmano per niente. Infine, io voglio diventare uno shinobi perchè sono un fermo estimatore delle arti marziali e mi è stato detto che il meglio in quel campo si ottiene con l'arte ninja, quindi imparerò tutto ciò che posso e diventerò un grande maestro-
    non fece nemmeno in tempo a finire la propria presentazione che il sensei scoprì un pomodoro marcio fra quelli che aveva offerto ai tre ragazzi e cominciò a farneticare a proposito di un sabotaggio e della "banda dell'arancia".
    -Sono sempre più convinto che ogni briciolo di ragionevolezza stia svanendo dalla conversazione...non trovi?-
    pensò il giovane rivolto al gemello, il quale rispose -io trovo che quel sensei sia fantastico...partire alla carica è la mia soluzione preferita per qualsiasi problema. Se preferisci posso occuparmi io di questo corso, credo che mi divertirei parecchio-
    Hakurei decise che in fondo Kazuya era più adatto di lui a quel gruppo "eterogeneo" e quindi gli lasciò pieno controllo del corpo.
    Un osservatore attento avrebbe potuto cogliere l'improvviso cambio nel colore dell'iride del ragazzo, la quale passò da un castano chiaro ad un verde smeraldo (unico segno fisico della presenza di Kazuya), mentre anche la più distratta delle persone potrebbe notare il cambio di espressione e di parlata dato che cominciò a partecipare alla follia dilagante dicendo -Siiiii, andiamo subito a menare questi arancini, da che parte?- e nel frattempo aveva estratto dalla propria sacca un paio di bende rinforzate e cominciando ad avvolgerle attorno ai propri polsi e alle mani.

    Edited by Hakurei - 12/7/2011, 21:06
     
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  3. Cougar™
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    ~ Partiamo
    Pomodori e Arance


    E così mi era arrivata una lettera. Strano, di solito le lettere mi arrivano tramite i più insospettabili messaggeri che si rivelano anche piuttosto ritrosi a consegnarmele. Di solito bastano un paio di colpi in testa con un buon sasso per farli ricredere. O svenire. Una delle due. O anche entrambe. Non mi sono mai fermato ad aspettare che qualcuno rinvenisse per chiedergli se si era ricreduto. In fondo era la mia posta. Avevo tutto il diritto di leggerla. Questa invece era strana, era proprio indirizzata a me. Probabilmente si erano stufati di farmi fare la caccia al tesoro, anche perché vincevo sempre. Anche se alla fine era più caccia che tesoro, dato che di Ryo se ne vedevan ben pochi. Ma questo è un'altro discorso e rientra nel capitolo sulle "spese quotidiane di Hito". Qui invece si parlava di corsi, di studenti, di classi. Non ricordavo di aver mai chiesto di fare il sensei, ma doveva essere una di quelle cose che tendo a dimenticarmi. Come il soprannome che il Tanuki non vuole che usi, o come il riportare la roba rubata all'archivio dell'amministrazione. Ma questo non è importante. Dei giovani studenti erano stati assegnati a me perché l'accademia voleva li addestrassi. Evidentemente avevano finito i sensei normali. Che poi anche io sono normale, non ho mai capito perché la gente si ostini a dire che sono pazzo. Tutto quello che faccio ha una ferrea logica e segue dei dettami morali molto rigidi. Oh guarda! Una lumaca che cerca di raggiungere una foglia d'insalata!

    [...]


    È decisamente tardi. Di sicuro qualcuno aveva messo quella lumaca di proposito, per farmi arrivare in ritardo. E io c'ero cascato come un novellino. Dovevo aspettarmelo che avrebbero sabotato il mio corso. In fondo ho molti nemici anche all'interno delle mura del villaggio. Ad iniziare dal noioso. Finendo con l'Amministratrice a cui non so bene perché risulto così antipatico. Eppure sono molto educato. E simpatico. Edumpatico in una parola. Comunque di sicuro era stato un mio nemico a piazzare lì quel tranello. Avrei dovuto prestare più attenzione. Beh, è inutile piangere sul latte versato. Che poi non ho mai capito perché si dovrebbe piangere sul latte versato. E versato su cosa poi? Perché se è versato dentro una tazza non fa venire da piangere. E se uno è allergico ai latticini? Cosa fa? Esulta? Non ho mai capito questi detti popolari. Chissà chi li ha inventati. Di sicuro non uno troppo a posto con la testa. Ma questo è un altro discorso. Ed ora è meglio focalizzarsi sull'obiettivo principale: arrivare in classe senza tardare oltre. Chissà poi chi avrò come studenti. Due sono da fuori, dal villaggio con l'occhio. Speriamo non siano ciechi come gli altri. Chissà, magari dovrei presentarmi con qualcosa, un regalo. Giusto per essere edumpatico anche con loro. Sì, credo sia il caso. Ma cosa comprargli? Chissà cosa mangiano gli studenti. Che poi... studenti... non è che centra qualcosa con la bocca? Non saprei, io non sono mai stato studente. Magari da studenti si ha qualche deformazione alla bocca che poi scompare da Genin. Allora dovrei comprargli qualcosa di morbido, tipo... un dolce! O un pomodoro. Ecco sì, un pomodoro. Anzi, una cassa di pomodori! Decisamente. Facciamo giusto una sosta dal mio amico Sunshui il fruttivendolo. Molto simpatico quell'uomo. Mi regala sempre una cassa di pomodori e poi mi insegue lungo la strada agitando un mattarello per ringraziarmi di essere passato. Chissà perché insiste sempre nel non voler essere pagato. Finirà per farmi sentire un ladro. E non va bene, no.

    [...]


    Bene, finalmente sono arrivato. Con qualche ora di ritardo, ma sono arrivato. Chissà perché l'amministrazione ha deciso di farmi tenere il corso in un'edificio abbandonato vicino alle mura. Sembra quasi temano faccia esplodere qualcosa. Questi diffidenti. Non sanno con chi hanno a che fare. So essere un ottimo sensei, giusto e equilibrato. E sopratutto fantasioso. Scommetto che i miei allievi si divertiranno un sacco. Sempre che non tentino di nuovo di sabotare il mio corso con altre gare di lumache. O con cose ugualmente interessanti. Beh, in ogni caso, credo sia il momento giusto per entrare.

    -Salve miei giovani allievi, io sono Hito il vostro sensei. E vi ho portato dei pomodori come regalo. Mangiateli pure. Li offre il mio amico Shunshui. Sò che vi aspettavate un altro insegnate, ma era solo uno scherzo di quelli dell'accademia. Simpatici vero? Bene, quando avete finito di mangiare presentatevi, voglio sapere come vi chiamate, il vostro colore preferito, il vostro credo ninja e se vi piacciono le gare di lumache.- iniziai quindi a distribuire pomodori ai tre dalla mia cassetta, finché non notati che uno di essi era palesemente marcio - Sabotaggio! Ci stanno boicottando! Miei allievi siamo sotto attacco! Di sicuro sono quelli dell Banda dell'Arancia. radunate le vostre cose, partiamo! -

     
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  4. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    -Citazione-



    La Banda del pomodoro
    ~una partenza difficile~



    ~Ore 5:00 - risveglio~


    °Ma che diavolo... Sono già le cinque? Che cavolo, non ho nessuna voglia di svegliarmi, ma se voglio mettere a posto questa casa mi tocca farlo, quindi IN PIEDI!°


    Le alzatacce generalmente non piacciono a nessuno, soprattutto non erano mai piaciute ad Atasuke, ma non poteva farci niente, doveva farlo e basta. Dopo qualche minuto barcollante in preda al sonno, Atasuke si diresse al piano di sotto nella cucina, dove aveva già iniziato a pulire e si mise a cucinarsi la colazione. I viveri erano scarsi, anche perchè era giusto arrivato al pomeriggio precedente e dopo 18 anni anche i cibi migliori vanno a male, quindi gli restavano a malapena gli avanzi del giorno prima.

    °Ok, oggi vado a fare la spesa e mi faccio un po di scorta°


    Dopo una frugale colazione si diresse quindi all'esterno della casa verso una piccola struttura all'interno della foresta pluviale che era il suo giardino nella speranza che questa fosse un capanno degli attrezzi dove trovare almeno il minimo indispensabile per iniziare le riparazioni.
    Dal giorno precedente aveva solo ripulito la stanza da letto principale, la piccola stanza dei giochi, una parte della cucina ed aveva aperto un varco che faceva da "vialetto" dalla porta principale al cancelletto d'ingresso della casa.

    °Ma chi diavolo me lo ha fatto fare di diventare un ninja e venire a Konoha? Non potevo starmene a casa dannazione?°


    Raggiunto il capanno su un sollievo scoprire che era gremito di attrezzi di ogni genere. Prese quindi il cinturone da lavoro e lo riempi con chiodi, viti, martello cacciaviti e forbici per potare e si voltò. Prese un respiro profondo osservando la giungla che aveva davanti ed esclamò con tono di sfida:

    «Ok, si comincia!»



    ~Ore 14:00 - Una strana Lettera~


    I Lavori stavano procedendo bene e ormai tutto il giardino pietroso sul retro era stato completamente ripulito, come anche il laghetto ed il pontile in legno. Ormai erstava solo più da tracciare nuovamente i solchi nella sabbia del giardino ed una gran parte del lavoro sarebbe terminata, quand'ecco che una voce giunse dal giardino anteriore.

    °Chi diavolo sarà mai venuto a rompere? Ho laciato apposta per ultimo il giardino di fronte per evitare seccature finchè non avessi finito!°


    Si diresse quindi alla porta principale dove trovò un uomo ad attenderlo con una lettera in mano.

    -Il signor Atasuke Uciha? Ho una lettera per lei dall'accademia, credo sia importante-

    «Ah, ok, la ringrazio, ora mi scusi ma devo tornare ai miei lavori di ristrutturazione»

    -Ah, quindi lei è il nuovo proprietario di questo luogo? Ne sono lieto, sono ormai più di 15 anni che nessuno viene più qui, temevo che fosse stata abbandonata, di questo passo a breve sarebbe crollata so sarebbe stata demolita-

    «Interessante, comunque si, sono il proprietario e la ringrazio per il suo interessamento»


    Atasuke quindi si voltò e dirigendosi verso il capanno per prendere il rastrello aprì la busta ed iniziò a leggere.

    °Humm... interessante a quanto pare mi tocca iniziare prima ancora di essere arrivato. Per fortuna non ho ancora fatto scorte di cibo, finito il giardino posteriore preparerò l'equipaggiamento e mi dirigerò a suna facendo tappa al mercato°



    ~Le porte di Suna - Arrivo~


    Il viaggio era stato tranquillo e sereno, nonostante la durata e la noiosissima solitudine ad accompagnarla, ma in fondo forse era meglio così. Durante il viaggio aveva avuto il tempo di pensare alla chiamata, a ciò che sarebbe capitato e a ciò che sarebbe dovuto capitare.

    °Humm, comunque mi sembra strano il nome di questo sensei, anche se in effetti... ripensandoci... Ma se lo leggo al contrario risulta Chikuma Tastumaki e se non erro è il nome del kazekage, o perlomeno qualcosa del genere... Ricordo che sentii un ninja parlarne quella volta...°


    I suoi pensieri vagavano mentre poco alla volta spuntavano dalle dune le mura della città. Avvicinandosi poteva intravedere solo un ragazzo di cui non sapeva nulla e che apparentemente stava aspettando qualcuno.
    Giunto sul posto si presentò gentilmente al giovane:

    «Scusa, stai aspettando anche tu il sensei per l'esame Genin? Piacere di conoscerti, io sono Atasuke Uciha e arrivo da Konoha, tu?»


    Fatte le presentazioni, Atasuke iniziò ad interloquire con il ragazzo finchè non spuntò un tizio che si presentò loro come il sensei offrendo dei pomodori e borbottando frasi di scarno senso.

    °Bene, se questo è il sensei siamo messi proprio bene, si presenta in ritardo, ci offre dei pomodori, ed esclama al sabotaggio per un pomodoro marcio... Dove diavolo sono finito? Sarei dovuto rimanere a casa a rimetterla in sesto invece di venire qui°


    Terminato di mangiare il saporito pomodoro Atasuke prese l'iniziativa e si presentò:

    «Buongiorno, La ringrazio per il pomodoro, era veramente squisito, faccia i complimenti al suo amico. Comunque io sono Atasuke Uciha, da poco trasferito a Konoha dal mio villaggio. Il mio colore preferito è il rosso, personalmente... non trovo affatto entusiasmanti le gare di lumache, anche se in realtà non trovo proprio entusiasmanti le lumache, mentre per quanto riguarda il mio credo ninja... beh... come spiegare... Io voglio diventare un ninja per vendicare la mia famiglia sterminata e per scoprire chi era il mio vero padre, oltre che per proteggere gli altri ed evitare altre tragedie come quella che ho vissuto io»


    In quel momento i ricordi lo assalirono, ma riuscì a non cedere allo sconforto della solitudine, quindi attese di buon grado le risposte degli altri ed eventuali informazioni su ciò che avrebbero dovuto fare di li in avanti...
     
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  5. Pesciaccio!
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    Siamo sotto attacco!
    Attenti agli uomini sessuali.




    Mi piace decisamente stare appollaiato. I corvi stanno appollaiati, e loro ne capiscono più di tutti. Anche i ratti si sanno appollaiare. Non so se si dica così anche per i ratti. Forse si arrattaiolano.
    Se lo fanno i ratti (che per inciso sono le creature più supermitiche del mondo) devo farlo anche io. È per questo che sono appollaiato.
    E aspetto.

    [...]


    Stamani, manco a dirlo, mio pa' è tornato a casa ubriaco come una scimmia. Sì, come una scimmia, la mamma dice sempre così. Personalmente non ho mai visto una scimmia ubriaca, se escludo me stesso. Mi sono ubriacato una volta sola, poi ho messo fuori tutto quello che avevo mangiato e ho deciso che non riuscirò mai a capire pa'.
    Ad ogni modo, è tornato ubriaco, mi ha mollato il consueto sganassone che per lui significa "buon giorno" ed è crollato sul divano, iniziando a ronfare come un orso in letargo.
    Niente di strano fin qui. Niente che spieghi appollaiamento e attesa.

    Dalla camera della mamma è uscito un signore, uno diverso da quello di ieri, e da quello di ierlaltro e così via. Mia mamma non ho ben capito che lavoro faccia, ma è molto popolare, quasi famosa, e guadagna bene. Poi arriva pa' che spende tutto in saké.
    Dicevo, il tizio è uscito dalla stanza in punta di piedi. Come tutti, ha guardato me con occhi da gufo, poi ha posato lo sguardo su pa' e se l'è data a gambe con un'espressione di puro terrore. Come se a mio padre non piacesse la compagnia! Lo vedo sempre insieme a un mucchio di gente, tutti grossi come lui e che salutano nello stesso modo.
    Anche l'uomo che è uscito dalla camera non aveva niente di strano.

    La cosa strana di stamattina, che è poi anche il motivo per cui mi sto appollaiando, è una lettera. In casa mia fogli scritti non se ne vedono quasi mai. E di sicuro non indosso a pa'.
    Stamani invece dalla tasca posteriore (quella enorme sulla chiappa sinistra) spuntava proprio una lettera, e che lettera! Tutta rifinita, di carta liscia e bianchissima, con un sigiglio (credo si chiamino così) di cera d'ape e un nome scritto. Il mio nome. Non Saru. Niente Scimmietta. No, il mio nome vero.
    Incuriosito, l'ho estratta facendo particolare attenzione a non svegliare il mio vecchio. Era ancora più bella di quello che mi era sembrato. La carta era liscissima, e la cera mandava un profumino di miele che...mmh!...se ci ripenso mi viene l'acquolina in bocca!
    L'ho aperta, e dentro c'era un foglio tutto scritto fitto fitto con inchiostro nero. E in cima c'era di nuovo il mio nome. Tutti quei simboli però non sono riuscito a capirli, ed è per questo che un secondo dopo stavo bussando alla porta della camera di mamma.

    Sono entrato e l'ho trovata ancora sotto le coperte, la pigrona, mentre fumava una sigaretta e contava alcune banconote.

    - Ehi ma'! - le ho detto - Mi leggi che c'è scritto qui? Ce l'aveva il babbo in una tasca, e sopra c'è scritto il mio nome.
    Lei mi ha preso la lettera dalle mani, e ha cominciato a leggere, lentamente e con fatica. Anche lei ha dei problemini con i simboli. Però credo che un po' abbia studiato, al contrario di me.
    Mentre leggeva i mie occhi e la mia bocca si aprivano sempre di più. Quello che le mie povere orecchie erano costrette a sentire mi stava dando la nausea.
    Ecco qua il riassunto rapido rapido di quello che c'era scritto nella lettera: mio padre, senza neppure chiedere a me, mi aveva iscritto alla Cademia Ninja, o come diavolo si chiama quel posto in cui vanno tutti quei tipi vestiti strani e con le passatine colorate. Io avevo sempre pensato che la Cademia fosse una specie di luogo di incontro di uomini sessuali. Pa' mi ha spiegato che un uomo sessuale è un uomo a cui piacciono gli altri uomini, non come a me a pa' che ci piace guardare le ragazze che fanno il bagno senza i vestiti. Mi ha anche detto che gli uomini sessuali si vestono come le donne, e le passate colorate sono roba da donne.
    Quando ho sentito che pa' mi aveva iscritto alla Cademia, ho avuto paura. Ho pensato che se dovevo diventare un ninja, allora mi sarebbero dovuti piacere i ragazzi e sarei dovuto essere un uomo sessuale! E a me piacciono troppo le ragazze senza vestiti! Quindi, quando mamma abbassò la lettera e mi guardò con il suo sguardo da "che cacchio vuoi ancora?", a me venne quasi da piangere.
    - Mamma - le ho detto - io non voglio andare alla Cademia! Lì sono tutti uomini sessuali, e io non voglio diventare come loro!
    Lei si è messa a ridere, e mi ha spiegato che forse qualcuno è anche un uomo sessuale, ma non tutti, e che in generale alla Cademia ti insegnano a combattere. Combattere mi piace, lo faccio sempre con i gatti e i cani del villaggio, o con gli altri bambini. Però la storia degli uomini sessuali non mi convinceva, e non mi convince ancora.

    Visto che mamma se la rideva, ho deciso di chiedere a pa' perché lo avesse fatto.
    Già svegliarlo è stata un'impresa. Quando dorme non lo svegliano nemmeno le cannonate, e figuriamoci cosa può fargli una scimmietta come me. Alla fine, quando gli ho quasi infilato un dito nell'occhio si è deciso ad alzarsi, rifilandomi l'ennesimo schiaffo e brontolando come un cervo in amore.
    - Pa', scusa se ti sveglio, ma perché vuoi mandarmi alla Cademia, io non voglio andarci!
    - Tu ci andrai, invece - mi ha risposto - perché io voglio così, ed è il momento che tu vada a fare qualcosa nella vita!
    - Ma pa' - gli ho risposto, con i lucciconi agli occhi - ho solo dieci anni! io non voglio fare qualcosa nella vita!
    - Tu invece ci vai, e vedi di diventare un ninja e portare tanti soldi a casa al tuo vecchio!
    - Ma pa'...Alla Cademia ci sono gli uomini sessuali!
    - Basta, muoviti ad andare o ti ci faccio diventare pure a te uomo sessuale (anche se mi è sembrato che non dicesse proprio cos'). Ti taglio quello che hai tra le gambe!
    Quando pa' vuole finire una discussione, dice sempre questa cosa, e so che è in grado di farlo davvero. Quindi, anche se controvoglia, ho dovuto raccogliere la mia fedele fionda e uscire di casa. Mamma mi aveva detto che il sensei mi avrebbe aspettato al cancello di Suna. Il nome me lo dimenticai subito.

    [...]


    Ecco spiegato perché sto qui appollaiato, tra le travi di questo vecchio edificio. Sotto di me ci sono due ragazzi che parlano. Sembrano più grandi di me, e forse anche loro aspettano il sensei. Pa' una volta mi ha detto che ai sensei bisogna portare rispetto. Io, non sapendo bene che rispetto portargli, ho fatto fuori un merlo bello grosso e col becco giallo giallo. Spero che come rispetto vada bene.
    I due tizi sotto di me, dicevo, sembrano un po' uomini sessuali. Devo stare sempre in guardia.

    È un bel po' che aspetto, quando finalmente il sensei arriva. È più giovane di quel che mi ero aspettato, e non sembra male. Dice ai due tipi che si chiama Hito. La cosa mi puzza: il nome che era scritto sulla busta non lo ricordo, ma di sicuro non era Hito. Dice che sia stato uno scherzo, ma non mi fido. Magari dietro le apparenze è un uomo sessuale pure lui!
    Però si è portato dietro un cesto di pomodori. Mi piacciono i pomodori, perché mi piacciono le cose rosse. Anche quelle verdi e gialle. Invece, odio il blu, l'arancione (che è una specie di uomo sessuale tra giallo e rosso) e il rosa. Hito offre i pomodori ai due tizi e fa loro delle domande. È a quel punto che decido di scendere da loro. Svelto svelto mi calo dalla corda dalla quale sono salito e corro loro incontro.
    - Sensei, anche io voglio un pomodoro! Sono buoni i pomodori!
    Infilo una mano nella cesta e ne tiro fuori uno bello grosso. Ci attacco un morso, e il succo mi cola sul mento.
    - Buoni, capo! - mi complimento - Comunque, mi faccio chiamare Saru, i miei colori preferiti sono il rosso e il verde e non so cosa sia un credo ninja, anche se credo che tanti ninja siano uomini sessuali, ma non te, capo! Tu mi sembri un tipo apposto, e poi hai portato i pomodori! Io invece ti ho portato questo merlo, l'ho preso io! È per il rispetto, sai? Ah, e non ho mai visto una gara di lumache, anche se mi piace seguire le scie di bavetta che si lasciano dietro! Andiamo a una gara di lumache forse?

    Non fa in tempo a rispondermi. Frugando anche lui nel cesto, ha tirato fuori un pomodoro marcio. Impallidisce, poi grida: - Sabotaggio! Ci stanno boicottando! Miei allievi siamo sotto attacco! Di sicuro sono quelli dell Banda dell'Arancia. radunate le vostre cose, partiamo!
    Io non ho mai sentito parlare della Banda dell'Arancia, ma devono essere tipi pericolosi. Le arance non mi piacciono, perché sono insieme aspre e amare e perché sono arancioni. Una Banda che si chiama "Arancia" non può essere composta da gente per bene. Come minimo sono tutti uomini sessuali o strozzini (gente che, dice pa', prima ti regala i soldi, e poi ne vuole indietro il doppio!).
    - Certo capo, partiamo subito! - urlo - Io e la mia fionda combatteremo fino alla morte contro i nemici arancioni! Un attimo che riprendo la corda!
    Veloce come un razzo raggiungo la corda dalla quale sono sceso e con uno strattone sciolgo il nodo. Ci vuole classe per fare i nodi. E io i nodi li so fare benissimo. Fate voi.
    Quando ritorno dagli altri, i due tizi, che suppongo di dover chiamare compagni, non sembrano comprendere i pericoli dei cultori dell'Arancia, e non si danno particolarmente da fare.
    - Forza pigroni di compagni! - gli urlo, per incitarli - Dobbiamo andare a combattere! Dico bene, capo?

    No, le arance proprio non le sopporto.





     
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  6. Creel93
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    CITAZIONE
    Parlato
    Narrato

    Dlin Dlin
    Un campanello.
    Alzati, dormiglione
    La voce della zia.
    Dolore alla gamba destra; indubbiamente il piede della zia.
    Apro lentamente un occhio, i contorni sfocati intorno a me prendono velocemente forma, una cassa chiusa, una cassa da cui spunta qualcosa di rosso, una cassa da cui spunta qualcosa di verde, tutte impilate: un magazzino. Alzo lentamente la testa e mi guardo intorno mentre strofino gli occhi con la mano destra. E' il magazzino di mia zia, ieri sera ero decisamente troppo stanco per andare a dormire a casa.
    Muoviti fannullone e vai a vedere chi ha suonato che io ho da fare
    Mia zia grida già di prima mattina, non ha proprio un minimo di sensibilità nei miei confronti, ma è decisamente meglio non disobbedirle.
    Con uno scatto sono in piedi, e mi avvio barcollando leggermente verso il bancone, la testa mi gira leggermente, mi sono alzato troppo velocemente.
    Arrivato al bancone trovo la stanza vuota, a quanto pare si sono stufati di aspettare, in compenso una lettera bianca con un sigillo dell'accademia mi attende desiderosa sul legno grezzo. Lo sapevo di non dovermi iscrivere all'esame, era ovvio che mi avrebbero chiamato prima o poi, o magari ero stato espulso, forse avevano scoperto che ero assente alla maggior parte delle lezioni.
    Prendo la lettera in mano e ne strappo la parte superiore, quindi, dopo averla dispiegata ne leggo la prima frase: <<la vostra richiesta di essere sottoposti a prova per l'esame pratico di ammissioni al grado di Genin è stata Archiviata e siete stati assegnati ad un Sensei che vi guiderà in modo sicuro ed ottimale verso una crescita psicologica e combattiva>>
    I miei peggiori sospetti sono fondati, ma forse non è il caso di disperare, magari sarà una cosa veloce e indolore...
    Torno nel magazzino dove si trovano le mie scarpe e l'equipaggiamento, evidentemente ero andato a dormire vestito. Mia zia mi guarda per un attimo quindi mi chiede:
    Allora? Chi era?
    Eh. Ah. Niente devo fare l'esame per diventare genin
    Lo sguardo della donna diventa improvvisamente più duro
    So benissimo che non hai alcuna voglia di farlo, ma per una volta prova a comportarti da adulto
    Sempre la stessa storia, solo perchè non ho dei genitori o uno zio sono io l'uomo di casa. Molto equo... Con voce accondiscendente rispondo
    Lo so... Lo so... Cercherò di non farmi bocciare...
    Eh sarà meglio
    Mi metto le scarpe e con quattro salti sono fuori dal negozio. La lettera dice di trovarci a Suna. Bene. La cosa importante per raggiungere l'obiettivo è fare tutto con piccoli passi... Dove sono le porte della città?



    Quattro estenuanti, lunghissimi, disastrosi e faticosi giorni dopo
    Da qualche parte nel deserto




    Sabbia: a destra, a sinistra, davanti, dietro, sopra, sotto, nelle scarpe, nei vestiti, ovunque. Di Suna? Neanche l'ombra. Il mio senso dell'orientamento? Sarà rimasto a Konoha, ben nascosto, neanche io sono mai riuscito a trovarlo. L'acqua è finita da 8 ore e non ho la più pallida idea di dove mi trovi anche se secondo la mappa Suna dovrebbe essere dopo quella duna in lontananza, l'unico problema è che questo lo sto ripetendo da un giorno. Ho deciso, se non è oltre quella duna mi lascio cadere e aspetto di morire.



    20 minuti dopo



    Ok, fortunatamente il villaggio era davvero dietro quella duna, non pensavo di poter avere davvero un colpo di fortuna del genere, forse dopotutto non è ancora giunta la mia ora.
    Arrivato alle porte del villaggio mi guardo intorno, non mi sembra di vedere nessuno che mi aspetti e gli unici ninja che vedo stanno uscendo dal villaggio, sono quattro ragazzi, anzi, tre e un bambino che sta gridando qualcosa.
    Il mio sesto senso mi dice che sono loro i miei compagni, e mi dice anche di fuggire, non sono fatto per fare il ninja. Mi volto, dietro di me c'è soltanto il deserto. L'idea di andare con loro non è poi tanto male. Li inseguo di corsa gridando:
    Aspettatemi, ci sono anche io
    Li raggiungo in pochi secondi sfinito, il viaggio nel deserto mi ha davvero distrutto; appoggio le mani alle ginocchia quindi ancora ansimando dico:
    Scusatemi per il ritardo ma ho un pessimo senso dell'orientamento...
    Alzo lo sguardo, sperando che qualcuno si sia accorto di me, e magari non abbia invece fatto caso al tatuaggio o ai capelli bianchi... Rosso e bianco... Come possono non averli notati?
     
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  7. Cougar™
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    ~ Un mago ai fornelli
    Finestre e Cucine


    Sembravano simpatici. E rispettosi. Soprattutto quello del corvo, evidentemente sapeva dell'ottima zuppa che si faceva con qui volatili e se ne era preparato uno da regalarmi. Un'ottima idea. Lo ringraziai con un sorriso e poi ascoltai le loro presentazioni. Sembrava che a nessuno interessassero le gare di lumache. Questa era un'ottima cosa. In caso la Banda dell'Arancia avesse provato a depistarmi di nuovo almeno loro avrebbero potuto richiamarmi all'ordine. Sì, era decisamente un'ottima cosa. Ma ora che la squadra era formata ci serviva un nome e dei ruoli. Ovviamente io sarei il capo. E non perché sono il sensei eh. No, niente di così banale. Piuttosto perché il capo ha bisogno di una parlantina fluida, di una bella presenza e di un'ottima capacità di analisi e concentrazione. Tutte cose su cui io sono ferratissimo. Ad esempio sono sempre super concentratissimo quando cucino la zuppa di corvo. Eh si, lì decisamente do il meglio di me. Bene, allora era deciso. Avrei deciso il nome del gruppo mentre cucinavo la zuppa di corvo. Ma avevo bisogno delle spezie, degli ingredienti! E, nondimeno, di una cucina. Tutte cose che mi accorgevo mancare in una... classe. Sì, siamo in un edificio abbandonato, vero, non in una classe tipica, ma non bisogna sempre guardare le sottigliezze. Guardai quindi il mio gruppetto di alunni. Era decisamente il caso di trovare una cucina. Una di quelle belle prò, non come quella di casa mia. Una nuova magari. Tossii per attirare l'attenzione del gruppo, quindi, con voce decisa e guardandoli negli occhi diedi le prossime direttive.

    - Bene miei giovani ninja. È arrivato il vostro giorno. La Banda dell'Arancia merita una lezione per averci sabotato e noi agiremo rapidi e letali!- bene, un buon inizio, degno di un vero sensei - Preparate il vostro equipaggiamento e seguitemi, prima di affrontare i nostri nemici abbiamo bisogno di temprare lo spirito di gruppo - si dice così no? - e dobbiamo anche formare una squadra unita - non troppo che se no poi sbattiamo tra noi - Quindi, per prima cosa dobbiamo trovare una cucina. Anzi, dovete trovarla. Io nel mentre reperirò alcuni materiali - spezie, pentola e verdure - di importanza centrale e metterò a rischio la mia vita nel loro recupero. - Sì, che se poi li mangio mentre torno sai che pancia che mi viene.. - E, dato che dovrete lavorare insieme, direi che il caso che facciate quattro chiacchere, sì sapete come si fa tra studenti - si fa davvero? - con tutte quelle mosse strane e parole giovanili - che poi non so mica se è vero, ma a me lo dicevano sempre e sono venuto su così bene... a loro non può certo far male.

    Annuii ai miei pensieri come sempre facevo quando mi perdevo in essi. Che poi a cos'è che stavo pensando? Ah si, alle cucine della zona. Beh, visto la posizione del villaggio in cui eravamo non sarebbe stato difficile trovare un obiettivo. Eravamo giusto a pochi passi dal quartiere dei ristoranti. C'era di tutto in quel posto: cucine attrezzate e più spartane, stava solo a loro decidere quale sfruttare. Volendo potevano anche cercare di sfruttare la cucina di una casa privata, non si sà mai cosa si può trovare in casa degli estranei. Sì insomma c'era solo l'imbarazzo della scelta. Avrebbero dovuto prestare attenzione però, la gente di Suna sà essere anche troppo ospitale e in molti hanno quella mania di inseguirti con i coltelli da cucina anche quando non ti servono. Capisco che ci sia un'ottima tradizione nella fabbricazione di tali lame, ma prima di rincorrerti per dartela da usare dovrebbero immaginare che magari non ti serve. Beh, in fondo sarebbe stato un loro problema. Io avevo le mie belle grane da pelare. Dovevo trovare parecchi ingredienti e non sapevo a chi rivolgermi. Spesso le cucine del deserto sono sfornite di spezie e le massaie non sono troppo abili nel conservarle: quelle poche che ci sono infatti non so bene come finiscono sempre nelle mie borse. Mah, stranezze della vita di città. Beh, inutile pensarci ora no? C'è del lavoro da fare! Sorrisi ai miei studenti e andai verso la porta. Non so cosa successe, non so come successe, ma successe. Appena tirai la porta la stessa si scardinò e crollò su se stessa con metà della parete. Di sicuro un nuovo attentato. Non c'erano dubbi. La Banda dell'Arancia era passata di nuovo all'attacco e questa volta erano molto vicini. Di sicuro non centrava il fatto che quando ero entrato che avevo tirato invece di spingere. No, era solo una coincidenza, anzi! Magari fuori dalla porta c'era dell'esplosivo, o c'è ancora! E se spingo esplode tutto! Maledetta Banda dell'Arancia!

    - Squadra! Sentite, probabilmente l'edificio è minato e fuori dalla porta c'è dell'esplosivo... - oh no! sono solo studenti! Devo dire qualcosa per tranquillizzarli - ...all'arancia. Esplosivo all'arancia altamente instabile. Se uscissimo di là verremmo aranciati tutti. E il nostro lavoro sarebbe inutile. Dobbiamo trovare una via d'uscita alternativa. - presi quindi la via della finestra che, simile a quella di un'aula, si apriva lateralmente - Bene, esco per primo, seguitemi!- uscii e senza volere, giuro, chiusi la finestra dietro di me. Finestra che si bloccò. - Ehm...- guardai gli studenti, forse non avevano capito, potevo ancora far finta di nulla. - Io vado! Ci vediamo alla cucina! - e fischiettando mi allontanai. Ora stava loro trovare un posto dove esprimere la mia arte, sì perché dovete sapere che sono un mago ai fornelli!


     
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  8. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Ore ??? - Destinazione "aula?"~


    Alla fine parevano essere arrivati tutti a quella sorta di delirio comune, persono l'altro ragazzo di konoha di punto in bianco pareva essere cambiato di personalità conformandosi al sensei ed al marmocchietto di suna sbucato da non si sa bene dove. Fichè d'un tratto non sopraggiunse un altro ragazzo di konoha, vistosamente affannato e dispiaciuto per il suo ritardo. Aveva dei curiosi capelli bianchi ed una ancor più curioso tatuaggio rosso sulla faccia.

    °Bene, un altro schizzato? se è così giuro che aggredisco qualcuno speriamo solo che alemno su di lui si possa fare un po di affidamento°


    Giunti tutti quindi il team, sempre se così si poteva chiamare, si mosse alla volta di una pseudo aula, anche se chiaramente era solo un edificio sfatto e cadente, il classico posto dove se fai un passo di troppo potrebbe crollare tutto. Giunti all'interno il "sensei" iniziò un breve e dissennato discorso sulla banda dell'arancia...

    °Oh si, sta sicuro che sarete belli uniti in manicomio dove credo cercherò di spedirvi alla svelta! E poi che diavolo centra trovare una cucina??? Possiamo mica metterci li ad entrare nelle case altrui e rubare un intera cucina!°


    Irritato sempre più da quei discorsi insensati Atasuke fece quasi per alzare la mano, poi la ragione lo riportò ad ignorare la cosa e a non porre domande da cui sapeva che non avrebbe ottenuto nulla.
    Come da aspettative poco dopo il sensei fece un altra delle sue abnormi boiate, infatti impugnando la maniglia della porta dell'unica stanza e tirandola anzichè spingendola il sensei riuscì a scardinare la porta malandata urlando, come era ormai suo solito al sabotaggio da parte del fantomatico team dell'arancia.

    "Squadra! Sentite, probabilmente l'edificio è minato e fuori dalla porta c'è dell'esplosivo... -all'arancia. Esplosivo all'arancia altamente instabile. Se uscissimo di là verremmo aranciati tutti. E il nostro lavoro sarebbe inutile. Dobbiamo trovare una via d'uscita alternativa"

    °Ma razza di deficente non ti sei accorto che hai sfondato la porta cercando di aprirla nel senso sbagliato??? E poi come fa ad essere minata questa baracca? fatica a stare in piedi da sola, figurarsi se l'hanno veramente minata, ma soprattutto... che razza di esplosivo è un esplosivo all'arancia??? Per cercare di non spaventarci potevi inventarne una migliore...°


    La fiducia di Atasuke in quell'uomo stava diventando sempre più flebile e il desiderio di tornarsene a casa sempre più forte, ma la sfortuna non aveva ancora finito di operare e poco dopo uscendo dalla finestra ed incitandoci a seguirlo il sensei fu in grado di chiudersela dietro bloccandola. Certo il bloccaggio di sicuro era dovuto alla vecchiaia della struttura, ma ciò non toglie che è da deficenti chiudersi la porta dietro mentre si dice a qualcuno di seguirlo...

    °Ok, io lo ammazzo°


    ~Chiusi dentro - socializzazione breve~


    Oramai Atasuke era chiuso in quella sorta di rudere che in effetti poteva anche crollare da un momento all'altro. Non era proprio ina delle migliori condizioni per fare amicizia con gli altri giovani studenti. In effetti avrebbe anche potuto socializzare con gli altri due di konoha in un secondo tempo, ma con il ragazzino di suna, probabilmente non ci sarebbero state altre possibilità, o perlomeno non finchè il marmocchio non fosse venuto a konoha.

    °Bene, siamo riamsti chiusi dentro e dobbiamo trovare una cucina dopo aver socializzato, è meglio se mi studio qualcosa mentre parlo con gli altri, ma soprattutto per socializzare bene temo sia meglio uscire di qua alla svelta°


    Si riovolse quindi all'ultimo arrivato ed iniziò a parlare con lui.

    «Ciao, non ci siamo ancora presentati dato il tuo arrivo all'ultimo, io sono Atasuke Uciha... Non ho potuto non notare il tuo strano tatuaggio rosso... Ha qualche significato o è così per caso? Per il resto spero che potremo lavorare bene assieme in questa condizione anormale»


    Atasuke in realtà non era molto interessato al natura vera e propria del tatuaggio quanto piuttosto alla psicologia del giovane tatuato e dalla sua risposta avrebbe cercato di dedurre cosa avrebbe potuto fare al meglio il giovane dai bianchi capelli.
    Ottenuta una risposta lo avrebbe quindi ringraziato delle gentili informazioni (anche se non avesse avuto risposta alcuna) e si sarebbe quindi rivolto all'altro giovane di konoha con cui aveva già avuto il piacere di socializzare.

    «Bene Hakurei, pare che siamo finiti in un bel casino eh? Non so se hai qualche idea per uscire da qui ma io ho qualche ideuzza che mi ronza per la testa e tra un po pensavo di proporla... Intanto che ne pensi di questo sensei? Io ho sempre più la sensazione che abbia qualche rotella che non gli gira...»


    Terminata la disquisizione con il giovane Hakurei Atasuke si sarebbe quindi rivolto con un sorriso al giovane ragazzino di suna mantenendo però una certa distanza di sicurezza, in fondo pareva che anche lui soffrisse di qualche turbe psicologica come il sensei

    «Ciao, Saru, scusa se ti chiedo una cosa... Ma chi sono questi Uomini Sessuali di cui parlavi prima? Comunque sia non credo di essere neppure io uno di loro, soprattutto dato che ne ignoravo persino l'esistenza fino a pochi minuti fa...»


    Il tono di Atasuke era pressochè quello di un fratello maggiore che cerca di ottenere la fiducia da un fratellino un po scalmanato dopo un breve litigio. In fondo non sapeva altro modo per essere amichevole con quel ragazzino e non aveva idea di come ottenere la sua fiducia, se non con un gioco.

    °Cavolo, ho sempre più la sensazione che questo ragazzino sia convinto che siamo gay e che tutti i gay vogliano cercare di stuprarlo... Ma che diavolo hanno qui a suna? E come cavolo educano i bambini da queste parti???°


    ~Chiusi dentro - Caccia alla cucina!~


    Il tempo era tiranno ed Atasuke fu sbrigativo nel concludere i tre brevi discorsi con i suoi tre compagni. Sapeva che dovevano uscire da li, sapeva che era meglio farlo in fretta, edificio minato o meno, dato che con fin troppa facilità il sensei aveva danneggiato la porta e data la struttura visibilmente danneggiata.
    Si diresse un attimo verso la finestra che il sensei aveva bloccato e picchiettò sopra la stessa con le nocche per valutarne velocemente la resistenza, dopo di che con un imponente spirito d'iniziativa e con un aria che pareva quella di un leader fermo e deciso espose la propria strategia:

    «Bene, anche se non ci conosciamo bene tra di noi, io temo che non avremo molto tempo da passare qui dentro per fare maggiore conoscenza, ciononostante sarei molto lieto di conoscervi tutti meglio non appena saremo fuori da questa baracca fatiscente, ma prima di uscire vorrei proporvi la mia idea per uscire di qui...»

    °Se non ho sbagliato i mei conti, con un paio di colpi potrei anche tirarla giù e aprire un varco°

    «...Bene, a occhio e croce dovrei riuscire ad aprire questa finestra con due colpi secchi del mio tanto, se nessuno è contrario alla cosa, io procederei e lascerei le discussioni sulla cucina a dopo che saremo usciti»


    Attese per eventuali dissensi e poi notando che nessuno pareva contrario procedette. Atasuke estrasse quindi il tanto che teneva sulla cintola e prese bene la mira sulla finestra, sarebbero serviti due colpi netti e precisi per aprirla e voleva prendere la cosa con tutta la calma necessaria. Impastò quindi del chakra nel braccio per potenziare la forza del colpo [1/2 basso,+2Fo] e sferrò un colpo diagonale ascendente nel centro della finestra, recuperato il colpo si ricaricò e lanciò un affondo verso il sento della finestra ormai indebolito impastando un ulteriore quantitativo di chakra per rendere il colpo sufficentemente forte.[1/2 basso,+2Fo] Il vetro andò quindi in frantumi e le schegge di vetro si diressero verso l'esterno della stana seguendo la forza e la direzione dell'impatto. Restavano ancora diversi frammenti sui bordi della finestra e Atasuke li frantumò con un movimento circolare del tanto lungo i bordi legnosi della ormai "ex finestra".

    «Signori, se vogliamo andare...»


    Disse con aria sorridente mentre stava già apprestandosi ad uscire osservando i suoi tre compagni di corso. Appena usciti Atasuke si sarebbe messo a parlare con i suoi tre compagni, come da lui promesso precedentemente per sapere qualcosa in più su di loro e anche per far sapere qualcosa in più su di se. In quel momento era l'unico modo che aveva per stringere conoscenze mantenendo la concentrazione per studiarsi un piano.

    °Bene, ora che siamo fuori mi tocca pensare qualcosa anche per trovare una stramaledetta cucina per quel folle... Non sarà facile, soprattutto se sanno per chi dobbiamo trovarla, quindi direi di omettere quest'informazione, altrimenti ho il sospetto che ci correranno dietro con qualche arma... ma se invece ci dirigessimo alla cucina di un locale? Magari un locale povero sull'orlo del fallimento, con qualche trucchetto potremmo anche riuscire a farci prestare l'uso della cucina... Tanto se stanno per fallire cosa vuoi che gli costi affittarci per un po una parte della cucina?°


    L'idea gli pareva buona, quindi decise di esporla al gruppo rapidamente, ma sapeva che c'era un ostacolo al suo piano, il diffidente ed iperattivo ragazzino di suna, più che gli altri avrebbe dovuto convincere lui a collaborare e a fare la parte che aveva in previsione.

    «Bene, ora che siamo usciti non ci resta che trovare la cucina per il nostro sensei...»


    Il suo tono di incitamento non era dei migliori, ma apparentemente faceva il suo lavoro a causa della sfiducia che provava nei confronti del sensei, ciononostante con tutta la sua abilità carismatica continuò nel discorso

    «...Non ho bene idea del perchè voglia farci trovare una cucina, dato che a parer mio basterebbe che ci portasse tutti a casa sua e cucinasse li, comunque questo non è importante, ora l'importante è trovarne una ed a questo scopo ho un idea. Secondo me l'obbiettivo migliore è la cucina di un hotel, di un ristorante o di un bar vicino ad una crisi finanziaria o che comunque non viaggia in buone acque, detto ciò direi che sarebbe l'opzione più facile per far partire delle trattative e ottenere l'usufrutto momentaneo della loro cucina, o almeno di una parte della cucina, oltre al fatto che i locali generalmente possiedono cucine attrezzate molto meglio, rispetto alla cucina di un privato medio. Se siete d'accordo dividerei il team in due gruppi, da due elementi, il primo con lo scopo di rintracciare un locale valido per il nostro scopo, l'altro con lo scopo di trovare dei buoni mezzi di persuasione»


    Un leggero sorriso comparve sul volto di Atasuke, un sorriso che aveva un se di sadico per certi versi. Sussurrando appena si rivolse al ragazzino di suna proponendogli un simpatico gioco con cui si sarebbe potuto divertire finchè non si fosse trovata la cucina, in pratica il ragazzino avrebbe dovuto catturare almeno un paio di topi o ratti vivi i quali sarebbero poi stati liberati nella cucina versaglio per fare un divertentissimo scherzo agli uomini sessuali che ci lavoravano dentro, poi noi saremmo quindi rimasti fuori a divertirci osservando la scena.
    Il piano di Atasuke era semplice scegliere il bersaglio più debole, minarlo dall'interno con i topi ed ottenere l'accesso minacciando una denuncia all'igiene o promettendo di liberare la cucina dai topi in cambio del momentaneo usufrutto di una parte della cucina. Secondo i suoi piani i suoi due compagni di konoha sarebbero stati perfetti per rintracciare la cucina, dato che uno dei due minacciava un pessimo senso dell'orientamento e lasciarlo solo poteva significare perderlo da qualche parte in giro per suna, mentre il ragazzino essendo del posto e apparentemente un abile cacciatore era perfetto per racimolare i topi che servivano per il suo piano.
    Se il piano fosse stato messo in atto i quattro si sarebbero quindi divisi quindi in due gruppi uno composto da Atasuke e dal giovanissimo Saru, l'altro composto da Hakurei e dall'altro giovane di Konoha ed alla fine si sarebbero ritrovati tutti nelle vicinanze dell'edificio che li aveva intrappolati per riunirsi e dirigersi alla conquista della cucina.
    Dopo essersi quindi ragguagliati sullo stato della "missione" i quattro si diressero verso il bersaglio per attuare il piano. Liberati i topi all'interno del locale i quattro avrebbero fatto irruzione in cucina per vedere cosa era capitato. Come prevedibile i vari addetti alla cucina erano in preda al panico e tutti indaffarati a cacciare le povere pantegane fuori dalla loro cucina.

    °Bene, pare andare come nei piani, ma quasi quasi provo a improvvisare un po...°

    «Bene, Bene, BENE! Che cosa vedo qui? un infestazione di topi, questo significa che la baracca non rispetta le norme igieniche, chissà cosa potrebbe caiptare se l'ufficio dell'ingene dovesse venirlo a sapere, sicuramente farebbe chiudere il locale e di certo nulla vi toglierebbe una bella multa!»


    Esclamò Atasuke per attirare l'attenzione, finchè un tizio, probabilmente il proprietario non corse da lui implorandolo di non far chiudere il locale che già era in una situazione di crisi e avevano bisogno del locale per continuare a tirare avanti.

    «Beh, se la mettete così dovreste darci qualcosa in cambio... chessò in effetti noi abbiamo bisogno di una cucina, se magari lorsignori ci lasciassero usare una parte della loro, magari noi potremmo chiudere un occhio sulla questione e magari aiutarvi a liberarvi dei topi... Affare fatto?»


    Una rapida stretta di mano sancì la chiusura del "contratto" e la definitiva acquisizione della cucina per il suo usufrutto, ora bastava solo eliminare i topi ed il gioco era fatto, mancava solo più l'arrivo del sensei per terminare quell'assurda situazione.
    Nell'attesa a fare compagnia ai 4 strudenti rimasero quattro addetti ed il proprietario. Il proprietario era facilmente riconoscibile dato che era l'unico ad indossare un completo nero, cosa che a suna pareva alquanto azzardata valutando la potenza del sole ed il caldo tipico del deserto, tuttavia quegli abiti gli davano un aria elegante e seriosa, adatta al proprietario di un locale. Gli altri quatto invece indossavano la lassica divisa bianca da cuoco, di questi due indossavano anche un grembiule bianco leggermente bagnato, dato che al momento dell'interruzzione stavano probabilmente lavando della verdura o semplicemente le posate...



    Tabella Riassuntiva
    Atasuke Uciha


    Forza: 100
    Velocità: 100
    Riflessi: 100
    Resistenza: 100

    Agilità: 100
    Precisione: 100
    Senjutsu: 100
    Concentrazione: 100

    Status Vitale


    Hp: 10/10

    Chakra: 9/10

    Riepilogo Azioni


    Difesa | Azione | Tecnica | Azioni Gratis

    Difesa 1:
    Difesa 2:

    Azione 1: Primo colpo alla finestra
    Azione 2: Secondo colpo alla finestra

    Tecnica:

    m Gratuiti tot:
    Azioni Gratuite:

    Riepilogo Equipaggiamento


    Kunai: 5/5
    Shuriken: 5/5
    Campanellini: 5/5
    Filo Nylon: 20m/20m
    Filo Ny. (R): 20m/20m
    Specch. Metallo: 1/1
    Tanto: 1/1
    Accendino: 1/1
    Bott. Alcool: 1/1
    Tonico R Inf: 1/1
    Gin./Gomit.: Equip.
    2 Fasce comb.: Equip.


     
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  9. Hakurei
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    Narrato


    Parlato


    Pensato



    Hakurei ascoltò le farneticazioni del sensei su bombe all'arancia e cucine da trovare e rimase completamente atonito

    -come...non si combatte più?-


    chiese mentre il sensei sfondava la porta, dava nuovamente la colpa alla fantomatica "banda dall'arancia", usciva dalla finestra e chiudeva gli allievi all'interno della stanza. Il giovane sembrò fissare il vuoto per qualche altro secondo e fu quasi sul punto di inciampare mentre Kazuya si ritirava nuovamente per l'evidente mancanza di avversari con cui battersi come invece sperava.

    -una cucina? come accidenti si fa a "trovare" una cucina? non è mica un pacchetto di patatine-


    esclamò poi con tono sbalordito rivolto ai compagni di corso.
    Hakurei estrasse dalla tasca un pacchetto di sigarette e un accendino, ne prese una e la accese traendo una boccata soddisfatta sbuffando poi una nuvoletta di fumo.

    -qualcuno di voi ha idea di come si possa eseguire questo compito assurdo? e per favore alzi la mano chi crede davvero che esistano bombe all'arancia-


    aggiunse con una risatina nervosa. Per quanto ne sapeva lui potevano anche esistere, ma non riusciva a trovare uno scopo per esse.
    Dopo aver ascoltato le parole di Atasuke rimase qualche istante in silenzio prima di rispondere

    -per uscire penso che sia facile, possiamo uscire dalla porta sfondata decidendo di non considerare reale il riferimento alle bombe oppure sfondare a nostra volta uno di questi muri. Dopotutto sembrano fatte di carta, però faremo meglio ad uscire alla svelta altrimenti potrebbe crollarci tutta la baracca addosso. per quanto riguarda la cucina invece forse si potrebbe cercare di entrare in un ristorante chiuso, così non si rischia di trovare gente...oppure potremmo azzardarci a chiedere in qualche abitazione privata se ci laciano utilizzare la loro, anche se la seconda ipotesi mi sembra meno efficace-


    Purtroppo per Hakurei il suo risultò quais essere un monologo, dato che Atasuke aveva già provveduto a sfondare la finestra con il proprio tanto. I quattro si divisero quindi in due squadre secondo il piano di Atasuke e si adoperarono per trovare una cucina,(quella di una bettola) provocarvi una "infestazione" di topi e infine per ottenere in prestito parte del locale dal
     
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  10. Cougar™
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    ~ Problemi in cuicina
    Prove e provatori


    Con mia grande sorpresa avevano trovato una cucina attrezzata e funzionale. Cioè, non che dubitassi che l'avrebbero trovata, in fondo erano miei allievi, quindi di sicuro sopra la media, ma quella cucina era davvero un risultato di cui andare fieri. Quando tornai con il mio carico di cibarie non potei quindi che congratularmi con i membri che avevano attivamente contribuito alla ricerca. Di sicuro la situazione presentava un margine di miglioramento ancora più ampio di quanto mi ero aspettato in principio. Ma questo è un bene, sì, un bene. Credo. Certo, rimane un vantaggio finché non diventano troppo bravi. A quel punto non avrebbero più bisogno di me, magari potrebbero addirittura superarmi. E che sensei sarei allora? Eh sì, questo è proprio un problema. Ma non credo che ci penserò ora. Ora sono decisamente più occupato. Sì, proprio decisamente. In fondo a che sarebbe servito trovare la cucina se non cucinassi niente? E che sensei sarei se abbandonassi i miei allievi perché sono troppo bravi? Nono, non si può proprio fare. Perso nei miei pensieri iniziai a girare distrattamente per la cucina, tagliando verdure e spiumando quel bel corvo. Probabilmente nel mentre avrei intercettato qualche sguardo curioso dei miei allievi, ma poco importava, finché non si intromettevano. Era una ricetta un po' complicata. Bisogna stare attenti infatti a dosare bene il trito di erba e a non mettere troppa sabbia sulle patate, diventerebbe tutto un vero disastro. Ma di questo non avrebbero avuto da preoccuparsi: era noto infatti che ero uno dei migliori chef di Suna. Lo sapevo io, il Tanuki e quelli del corso a Taki, che non ricordo come si chiamano. Anche l'Amministratrice credo lo sappia. Anche se non ci siamo mai veramente parlati. Anzi direi che non ci conosciamo quasi. Anche senza il quasi. Ma! Di sicuro è anche a lei a conoscenza delle mie doti. Mentre giravo chiesi al più sveglio del gruppo, quel tale Atatsuke con il coprifronte con l'occhio, di darmi una mano tagliando bene il corvo: non viene una buona zuppa se i pezzi sono troppo grossi. Nel mentre io mi presi qualche minuto per spiegare alla mia platea i nostri prossimi passi e obiettivi.

    - Bene, ora che siamo tutti riuniti qui, che poi, si dice riuniti o uniti? non l'ho mai ben capito... in ogni caso! Quella che sto preparando per voi con l'aiuto del vostro compagno è una speciale zuppa a base di corvo - Spostai quindi lo sguardo su Saru - Quello che ha portato lui dico, il corvo - Annuii e poi continuai - È un'antichissima ricetta che mi ha insegnato mia nonna, o era mia mamma? O qualcun'altro? Sinceramente non ricordo, ma qualcuno di importante. Comunque, come dicevo, è una mordernissima ricetta dell'alta cucina sunese.- Aspetta un attimo... - Sì dicevo... un'antica ricetta rivista in chiave morderna... già... Comunque. Una volta gustata questa prelibatezza saremo tutti pronti per procedere contro la banda delle Arance-


    Mi concentrai quindi sulla parte centrale della preparazione del piatto, dedicandomi anima e corpo al controllo della cottura, al dosaggio di verdure spezie e altri ingredienti ed infine alla canzone propiziatoria. Sì perché, come ogni piatto principe di un menù, anche questo aveva la sua canzone preferita e conciliante. Una specie di formula cantata per la riuscita perfetta del cibo. Normale ruotine di una cucina di un certo livello. Chi non ha mai sentito i cuochi cantare mentre cucinano? Lo fanno sempre! Li ho visti anche io, mentre canticchiavano spadellando. Certo, non erano canzoni maestose come la mia, ma d'altronde non erano cuochi al mio livello. Comunque, procedetti seguendo passo passo la ricetta, e le strofe, per una buona mezz'ora. Quando fui sicuro che il risultato era apprezzabile decisi di togliere il tutto dal fuoco e preparare il secondo passo. Eh si, perché dovete sapere che la famosa Corvozuppa di Hito non è mica finita quando è... finita. È no, troppo semplice. Per mangiarla ci vuole la giusta preparazione.Così sistemai le ciotole piene di zuppa su un piatto tondo e chiamai a raccolta i miei studenti. Quando ognuno si fu seduto tolsi il coprifronte dalla cintura e lo posi di fronte alla zuppa, chiedendo agli altri di fare la stessa cosa. Una volta fatto avrei detto loro.

    - E ora, ripetete con me...- Presi un respiro profondo - Io, Hitohuki, al cospetto di questa Corvozzuppa e del mio coprifronte prometto di essere fedele al corpo dei Pomodori, di proteggere la mia ciotola e servire zuppa agli altri, di aiutare i pomodori in difficoltà e di contrastare le infide arance! Inoltre - Presi un altro respiro - promettodirimettereognidecisionealmiocapogruppoedinonsuperareilmiosensei - dissi il più velocemente possibile quest'ultima frase.


    Una volta ripetuto il giuramento dei Pomodori, con la mia furbesca aggiunta, avrei fatto loro compiere le ultime mosse di rito: tre giri attorno a sè stessi, una capriola e infine gli avrei fatto ruotare di 45° gradi il piatto verso destra, altra tipicità del gruppo dei Pomodori. Quindi, una volta compiuto tutto questo, avremmo potuto iniziare il pranzo, anche perché effettivamente avevo un po' di fame. La zuppa era, come sempre, davvero ottima. Si sentiva perfino il sapore dell'erba dietro casa mia, e quell'inconfondibile retrogusto di suola che si sposa tanto bene con il gusto pungente del corvo. Una vera prelibatezza. Le patate inoltre, insabbiate al punto giusto, aggiungevano quella nota speziata che mancava, mentre le carote tagliate fine completavano un piatto davvero unico, in tutti i sensi. Quando tutti ebbero finito, o almeno mangiato, la mia gustosissima pietanza mi diressi verso l'uscita di servizio, invitando gli altri a seguirmi. Non sapevo come avevano ottenuto la cucina, ed effettivamente non mi interessava, ma non avrebbero potuto tenere fuori i legittimi proprietari ancora per molto. Ma non era questo il nostro problema ora. Mi diressi a passo spedito, seguito, spero, da i miei studenti, verso la zona del mercato. Non tenni un passo troppo elevato per permettere loro di mantenersi vicini e per, lo ammetto, godermi i commenti al mio piatto. Ne ero davvero orgoglioso, una delle mie migliori performance. Se avessero fatto commenti tra loro sarei intervenuto ogni tanto con qualche accenno a come si sentiva bene la scarpa, a quanto freschi erano i ravanelli, a quanto croccanti erano le patate. Cose così. Ma dovetti fermarmi quando vidi cosa ci attendeva al mercato. Una figura longilinea, sicuramente femminile e con qualcosa di familiare stava di fronte al banco della frutta. E fino a qui niente di particolare. Se non fosse che era vestita con un completo interamente arancione e che stava comprando delle arance fresche. Era sicuramente una di loro.

    - Ragazzi, ecco il vostro obiettivo. La vedete? Retta lì nella sua boria da membro delle Arance. Guardatela come si compiace e si crogiola nella certezza della sua vittoria - Una frase di sicuro effetto, anche se effettivamente non stava facendo niente. Ma non era quello il punto! Poiché essendo una delle Arance sicuramente avrebbe fatto qualcosa, e non sarebbe stato qualcosa di buono. - Su! non c'è tempo da perdere. Dobbiamo, anzi dovete, bloccarla e farvi dire cosa vuole. Usate questi come arma.- Dissi consegnandoli una cassa di pomodori da una bancarella vicina -Io sarà a fianco a voi e....opporca!- Lo ammetto, non è stato una comportamento da sensei esemplare, ma non ricordavo che il venditore della bancarella da cui avevo... preso in prestito... la cassa di pomodori fosse così... massiccio? In ogni caso fui costretto ad una fuga riparatrice, lasciando ancora una volta i miei giovani allievi soli di fronte al pericolo.

     
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  11. Weasel
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    La biancheria perduta



    Quando una giornata è di quelle storte è di quelle storte. Non ci sono tante possibilità. Se poi la lavatrice decide di far diventare tutto il tuo bucato bianco di uno sfavillante color arancione (per colpa di un calzino che ti sei dimenticata al suo interno) è proprio una giornata no. Ma proprio no. No no no no no.

    Bisognava dunque porre rimedio, o quantomeno comprare la candeggina e ricandeggiare tutto, e magari ricomprare un paio di casacche irrimediabilmente rovinate. Ecco perchè quel giorno, subito dopo pranzo, con uno dei suoi completi arancioni brillanti, ma senza coprifronte (già era vergognoso l'abbigliamento...non voleva certo farsi riconoscere come ninja del villaggio) si era recata al mercato, e con in mano un grosso fusto di candeggina stava ferma davanti ad una bancarella di intimo, contando quanti soldi le erano rimasti, per provare a ricostruire almeno una piccola parte della sua bellissima biancheria perduta.

     
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  12. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~E quello sarebbe un pasto?~


    Ci furono appena pochi attimi durante i quali il sensei si congratulò con la squadra per l'ottima cucina recuperata, poi si diresse ai fornelli dove iniziò a preparare una improbabile ricetta con un improbabile "corvo", o almeno così aveva chiamato e si ostinava a chiamare il merlo portato dal piccolo saru, o almeno così gli era capitato di cogliere.

    °Che diavolo stai facendo? ma che cazz... la sabbia nelle patate? Ma sei completamente fuori? ma che... [...]°


    Il disgusto andava a mescolarsi con la rabbia ogni secondo che passava. Quell'uomo era completamente pazzo ed Atasuke stava veramente iniziando a non sopportare più tutta quella folle situazione. Probabilmente di li a poco avrebbe sbottato contro il sensei frapponendosi ad una sua eventuale altra decisione assurda, intanto, notando lo sgomento da parte dello staff ancora presente in cucina si diresse da loro cercando di calmare le acque.

    «Vi prego di perdonarmi... ahm... ecco... io non pensavo che volesse sfruttare così la cucina, sono desolato per i problemi che vi stiamo dando, ma vi prego di non far troppo caso a lui, non sapevo fosse così fuori di testa...»


    Irritato, deluso, confuso e soprattutto imbarazzato dalla situazione Atasuke non sapeva più neppure bene cosa dire per cercare di evitare una qualche ulteriore figuraccia, tuttavia sapeva che doveva finire alla svelta con quella assurdità in modo da potersene tornare a casa.
    Continuava a girovagare per al cucina mettendo assieme "pezzi" di roba cucinata e da cucinare che probabilmente avrebbe usato in quella specie di ricetta che stava portando avanti quando chiamò a se Atasuke per aiutarlo a cucinare quell'obrobrio per poi spiegare l'origine di quella ricetta.

    °Beh, se lo aiuto magari c'è speranza che qualcosa qua e la sia mangiabile e non resterò completamente a digiuno... L'importante è agire senza che se ne accorga... vediamo cosa riesco a fare°


    La fiducia di Atasuke in quell'uomo era ormai terminata e sentiva come se l'unica via di fuga si trovasse in lui e nelle sue capacità. Doveva uscirne e sentiva di doverlo fare da solo. Il suo compito era semplicemente quello di tagliare il merlo facendo pezzi sufficentemente piccoli, quindi con sicurezza e rapidità acquisita da anni ai fornelli ad aiutare "sua madre" Atasuke si diede all'opera.

    «Non si preoccupi, non me la cavo male ai fornelli e non credo che avrò problemi ad affettare questo merlo, o se preferisce... Corvo»


    Ma la sfortuna continuava a perseguitarlo, dacchè il sensei prese in mano le redini della cucina e continuò solitario nella preparazione, aggiungendo oltre alle spezie ed alla "roba" probabilmente trovata per strada una sorta di canzone propiziatoria, come se cantare fosse una parte principale della preparazione di un piatto.
    Gli ci volle circa una mezz'ora buona prima di dare la fine di quello strazio chiamando tutti a raccolta. Atasuke senza troppi complimenti si sedette al tavolo stando il più spostato possibile, quasi come per staccarsi dal gruppo ma stando bene attento a non dare nell'occhio e a non passare come quello che voleva svignarsela o allontanarsi dalla squadra. Il motivo di quella distanza era semplice: Essere il più lontano possibile da occhi indiscreti per cercare di mangiare più cibo mangiabile possibile, ovviamente non proveniente da quel miscuglio di roba casuale.
    Il sensei posò il suo coprifronte davanti alla ciotola ed invitò tutti a fare lo stesso prima di recitare un assurdo giuramento, in cui Atasuke non credeva minimamente, tuttavia a quel punto mentire non sarebbe stato poi così assurdo.

    «Io, Atasuke al cospetto di questa corvozzuppa e del mio coprifronte prometto...»

    °Eh si, contaci proprio che prometto°

    «di essere fedele al corpo dei pomodori, di proteggere la mia ciotola e servire zuppa agli altri, di aiutare i pomodori in difficoltà e di contrastare le infide arance... Inoltre...»

    °Cosa? te lo scordi che ripeto questa frase assurda, certo che ti supererò, ma soprattutto se continui con questa condotta a breve me ne infischierò del tuo grado superiore!°


    Ovviamente non terminò l'ultima parte del giuramento ma fece ben finta di pronunciare le parole muovendo semplicemente le labbra e la bocca ma senza far uscire fiato e suono.
    Come se non bastasse dovette poi alzarsi ed eseguire una serie di "movimenti rituali" atti, per un qualche arcano ed oscuro motivo, a propiziare il pasto. Assurdo, era semplicemente assurdo dover fare una cosa del genere...

    ~Inizio missione - Come aggiungere un'altra vittima~


    Atasuke si era dato ben da fare per mangiare quanto più fosse mangiabile, cercando di mangiare meno schifezze possibili da quel piatto. In fondo le patate erano ben cotte se solo non ci fosse stata tutta quella sabbia da togliere, ma la brodaglia era almeno utile a lavarle dalla sabbia, oltre che a far prendere come minimo la salmonella.

    °Appena torno a konoha un salto in ospedale per verifiche non me lo toglie nessuno, questo è certo!°


    Finalmente terminato il "pasto" la squadra si mosse a passo spedito verso l'esterno lasciando finalmente libera la cucina rendendola ai poveri proprietari. Per tutto il viaggio Atasuke stette ben zitto cercando di evitare ogni forma di commento a quel disgusto, più che altro per evitare un estremo sbotto d'ira in una situazione inadatta, oltre che per evitare di "offendere" l'autostima del sensei. Non voleva offenderlo non tanto per compassione o gentilezza quanto piuttosto per una sadica speranza di vederlo crepare a causa di uno dei suoi "maestosi" piatti.
    Arrivarono quindi al mercato quando il sensei si fermò allertando tutti con una sorta di "bersaglio" che aveva localizzato. Indicò quindi una normalissima ragazza che indossava degli appariscenti abiti arancioni e che apparentemente stava acquistando delle arance. Come ormai ovvio ordinò alla squadra di attaccare in massa per bloccarla e chiedere che cosa volesse usando dei pomodori come arma.

    «Ora basta sensei!»


    Sbottò urlando Atasuke in faccia alla follia del maestro certo di non afre una pessima figura data la foga con cui i commercianti cercavano di attirare acquirenti urlando ai quattro venti i loro prodotti.

    «Non ne posso più della sua follia verso questa fantomatica banda delle arance! Quella è una normalissima ragazza vestita di arancione che compra delle normali arance ad un normale banco della frutta in un normale mercato in un normale villaggio! E soprattutto da dove diavolo ha preso questi pomodori?»


    Ovviamente non ottenne risposta dato che il sensei scappò come un fulmine notata la stazza fisica del venditore a cui aveva ancora rubato dei pomodori.
    Rimase imbambolato per qualche attimo con una chiara espressione stupefatta e rabbiosa nel vedere quell'idiota scappare a gambe levate davanti ad un comune venditore, seppure di così abnorme stazza fisica. Tuttavia non fù problema loro, dato che l'abnorme gorilla correva dietro al sensei, probabilmente per punirlo con una giusta dose di legnate per tutte le rapine subite.

    «Perfavore! Se raggiunge quell'idiota, gli dia almeno due belle mazzate da parte mia!»


    Urlò Atasuke al nerboruto venditore mentre cercava di rimettere a posto la cassetta di pomodori appena rubata intimando il resto della squadra a non utilizzare quei pomodori.

    «Ragazzi, è meglio posare questi pomodori, in primo luogo non sono nostri, secondo non ci serviranno a nulla... quella laggiù a mio avviso è una semplice ragazza, ma se proprio dobbiamo sapere che cosa vuole io prima tenterei un normale approccio diplomatico lasciando le armi per dopo, se proprio necessario»


    Con quelle parole si allontanò dal gruppo andando direttamente a parlare con la giovane senza curarsi del fatto che il resto della squadra potesse seguirlo o meno. Giunto a pochi passi potè notare come quell'arancione non fosse affatto uniforme, quanto piuttosto sparso a macchie irregolari sul vestito, chiaro segno di un errato lavaggio di un capo bianco con dei colorati arancioni.

    «Signorina? Mi scusi l'interruzione, mi chiamo Atasuke e... come spiegarle... il "mio" sensei del corso genin è fissato con una banda dell'arancia ed ecco... come dire... si è convinto che lei faccia parte di questa banda perchè è vestita di arancione e stava acquistando delle arancie... ed ecco... volevamo quindi sapere che cosa stesse facendo qui e cosa volesse fare come "membro della banda dell'arancia"...»


    Si diede appena un attimo di pausa prima di continuare con quell'assurdo discorso in quell'assurda situazione.

    «Ma cambiando discorso... noto che i suoi vestiti non sono arancioni, ma anzi... si sono macchiati di arancione, quindi deduco che sia qui per acuistare degli indumenti di ricambio, oltre che quel fusto di candeggina... posso forse aiutarla in qualche modo?»


    Cercò di essere il più cortese possibile nelle sue parole e nei gesti, cercando di non generare ulteriori situazioni assurde, ma soprattutto cercando di non alterare troppo la giovane la quale stava, nel frattempo, acquistando abiti intimi femminili, o perlomeno sostava davanti ad una bancarella di intimo osservando gli indumenti esposti.
    Attese quindi una risposta dalla giovane alle sue domande sperando di non doversi pentire delle sue azioni, o anche solo di un eventuale intervento da parte di qualche altro pazzo della squadra partito in quarta, attaccando la povera innocente ragazza...

     
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  13. Pesciaccio!
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    Al mio segnale
    scatenate l'Inferno!




    Se non avessi mai incontrato il sensei Hito probabilmente non avrei mai saputo i rischi che stavo correndo a Suna. La Banda dell'Arancia si è rivelata per quello che è: un gruppo di folli terroristi, che mirano ad aranciarci tutti! L'arancione è un colore odioso, fa venire male agli occhi ed è troppo da uomini sessuali!
    Adesso hanno messo pure le bombe, ma il sensei Hito non si fa certo problemi, no davvero! Lui va, corre, salta e...zac!...in un balzo e fuori. E noi siamo dentro.
    - Sabotaggio, squadra!!! La Banda dell'Arancia ci ha chiusi dentro, e forse il sensei si sta battendo eroicamente per evitare che diventiamo del colore del sole al tramonto! -
    Non so bene cosa fare adesso. Il sensei potrebbe essere in difficoltà, e magari quelli della Banda dell'Arancia sono tutti uomini sessuali e gli stanno facendo quelle cose là che a pensarci mi viene tutta la pelle di cappone e mi si strizzano le chiappe. Però lui ci ha detto semplicemente di fare conversazione e trovare una cucina, dove ci cucinerà una buonissima zuppa di corvo. Non l'ho mai mangiata, ma non deve essere male. Il corvo è un animale bello e mobile...o nobile, non ricordo come si dice. Quindi dev'essere buono per forza. Dopo essermi strizzato il cervello per un po', girottolando intorno ai compagni, sempre mostrandogli il viso per evitare incursioni da dietro, decido che dobbiamo seguire gli ordini del sensei.
    Non faccio in tempo a dirlo agli altri che uno (mi pare si chiami Atasuke, non è che abbia ascoltato molto le presentazioni), mi chiede, come se mi considerasse un deficiente, che cosa siano gli uomini sessuali. La cosa è strana. Se lui fosse, come credo, un uomo sessuale, saprebbe bene di esserlo, perché tutte le cose sanno di essere ciò che sono. Perché me lo chiede? Che soffra di amnesia. Boh. Chi li capisce questi qua è bravo un botto. Però gli devo rispondere, perché mi sembra ci tenga molto a saperlo. Mi avvicino a lui, e con fare losco gli parlo all'orecchio. La cosa mi fa sentire veramente figo, perché ora io e Atasuke, che mi sembra meno uomo sessuale degli altri due, lo Sfregiato e Capelli-di-Panna, è come se condividessimo un segreto. Ah, per inciso, i soprannomi li ho appena inventati, ma calzano a pennello.
    - Vedi, Ata-kun, un uomo sessuale è un uomo a cui piacciono altri uomini, e mio pa' mi ha detto che fanno un po' come i cani con le cagne, si montano in groppa e si mettono quello che gli pende tra le gambe nel buco da dove esce quella grossa. Io una volta ho preso un clistere per il mal di pancia, e ti assicuro che non ci tengo a ripetere l'esperienza. Per questo mi fido poco degli uomini sessuali. E ho sentito dire che alla Cademia sono quasi tutti uomini sessuali, perché si vestono come donne. Ad esempio, quei due laggiù, Sfregiato e Capelli-di-Panna, mi sembrano proprio uomini sessuali. Tu invece un po' meno, è per questo che mi sono fidato ad avvicinarmi. -

    [...]


    Mi sono allontanato da Ata-kun e dagli altri due, e li vedo che confabulano. A quanto pare dobbiamo uscire di qui. Niente di più facile. Il sensei è uscito dalla finestra, e fino a prova contraria le finestre sono fatte di vetro. Si rompono facilmente se ci tiri contro un sasso. Quindi, deciso a mettere in mostra le mie doti di cecchino, mi metto a cercare una pietra bella grossa. Il pavimento è bello pieno di macerie, ma ci metto comunque un po' a trovare un sasso delle dimensioni giuste, abbastanza grande da rompere la finestra, ma anche abbastanza leggero da poter essere lanciato con la fionda.
    - Trovato! - esclamo alla fine, reggendo il sasso giusto. La mia esultanza viene coperta dal suono di vetro che si infrange.
    Ci ha già pensato Atasuke. Non è che ci rimango proprio bene, quel vetro volevo romperlo io per fa vedere a tutti quanto sono bravo con la fionda.
    - Ora ve la cavate da soli - mormorai.

    [...]


    Dopo aver vagato per un bel po' in giro senza fare niente di utile, ecco che ti rivedo Ata-kun con una bella gabbietta di topi che fa la sua scenetta nel ristorante. Decido di riunirmi a lui, soprattutto perché al sensei non piacerebbe sapere che non ho collaborato.
    Il suo piano, mi rammarica dirlo, funziona alla grande. Ci lasciano la cucina, e pochi secondi dopo ecco che ricompare Hito-san con il mio corvo (io pensavo che si trattasse di un merlo, ma se lo dice il sensei che è un corvo mi fido) e un tot di ingredienti di cucina tipica sunese, anche se io, che sono sunese, non ne ho usato mai nemmeno uno. Si vede subito che il sensei è uno che ne capisce di cucina: ad un cuoco mediocre non sarebbe mai venuto in mente di esaltare il sapore delle patate con la sabbia per renderlo tipicamente sunese. Chi avrebbe potuto pensare che l'erba, rarissima a Suna, fosse il miglior condimento per un corvo-merlo, animale altrettanto raro.
    Osservandolo mentre spignatta, con gli occhi che brillano (vedo il riflesso nelle padelle), decido che voglio essere esattamente come lui. E mi viene in mente una certa ideuzza...devo solo trovare il momento giusto per metterla in pratica.

    Finita la preparazione, dalle pentole viene un odorino squisito. Sono sicuro che se è così appetitoso è tutto merito della canzone che Hito-san ha cantato per tutto il tempo. Ad una mente priva di spirito di osservazione sarebbero pure potute sembrare farneticazioni senza senso, ma so bene che non è così. Formule, formule magiche per ingraziarsi gli dei della cucina. Chi conosce le parole segrete acquisisce il controllo sui sapori! Hito ci serve le sue deliziose pietanze, ma prima di mangiare ci fa giurare.
    Adoro i giuramenti, e tutte quelle cose che ti fanno entrare in un gruppo (anche se sono convinto che, tolti io e il sensei, qui siano tutti uomini sessuali). Giuro subito, ripetendo le parole del sensei quasi all'istante, anche quella frase velocissima che riesco a capire solo a metà. Faccio anche le capriole, le piroette e ruoto di un quarto di giro il piatto. Gli altri non sembrano molto entusiasti, ma forse è perché agli uomini sessuali non piace fare parte dei gruppi segreti.
    Mentre assaporo la perfetta croccantezza delle patate insabbiate e il lieve sapore dell'erba, mi torna in mente l'ideuzza di prima.
    - Hito-san, posso farti una domanda? Ovviamente sì, perché te ne ho appena fatta una e non mi hai ucciso utilizzando le arti magiche...Dicevo, insomma, non è che...non è che potresti adottarmi e prendermi come tuo figlioccio? -

    [...]


    Non ho capito bene perché il sensei abbia tutta questa fretta di andarsene dalla cucina. Senza dire una parola, ci ha trascinati fuori, dirigendosi a passo spedito verso la zona del mercato. Che voglia comprare altra roba per cucinare? A fatica riesco a stargli dietro, ma mi costringo a farlo. Dopotutto è così che si comportano i bravi figli, ho sentito dire. Se voglio davvero che mi prenda come figlio adottivo devo comportarmi come tale. Nessun errore verrà tollerato.
    Mi piace sempre di più questa cosa, anche se i compagnucci si stanno rivelando sempre più uomini sessuali. Non sembrano capire affatto il sensei, e la cosa mi fa pensare che oltre ad avere strani gusti siano anche un po' tocchi nella testa.
    Hito si ferma, e per un secondo non riesco a capirne il motivo. Ma poi la vedo. Una ragazza, davanti a noi, magra e piuttosto bassa. E vestita completamente di arancione. Io e Hito-san sembriamo viaggiare sulla stessa lunghezza d'ombra (non sono sicuro che si dica così, ma suona bene). Mentre io grido: - Altolà al nemico! - lui afferra una cassa di pomodori da una bancarella vicina (una cassa molto simile a quella di stamani) e ci intima di attaccarla. Non faccio in tempo a prendere la cassa che il sensei si lascia sfuggire un "opporca" e se la batte. Dietro di lui si lancia anche un omone, un omone veramente one, ma tanto tanto one, quasi one come mio Pa'. Il sensei potrebbe essere in pericolo! Ma...no..niente di cui preoccuparsi. Sembra correre abbastanza velocemente, credo...forse. Spero. Ad ogni modo ho altri problemi a cui pensare. Primo fra tutti la ragazza delle Arance! Afferro un pomodoro e faccio per allungarlo a Hata-kun.
    - Hatasuke, tieni, e mi raccomando mira bene! -
    Ma Hata-kun non sembra particolarmente attratto dalla mia offerta. Anzi. Mi guarda male, grida all'omone di prendere Hito-san, e si dirige verso la ragazza. Adesso la colpisce da vicino. Dai che la colpisce!
    No, non la colpisce. Ci si mette a parlare insieme!!! Non sento cosa le sta dicendo, ma sembra abbastanza amichevole con lei.
    All'improvviso capisco tutto.
    Capisco chi è stato a mettere l'esplosivo all'arancia, chi è stato il mandante di tutti i nostri guai.
    Hatasuke!
    - Spia!!! - grido con quanto fiato ho in gola, sperando che il sensei mi senta - Hatasuke è una sporca spia, traditore e spergiuro! -
    Afferro un pomodoro, lo carico nella fionda, tendo l'elastico e miro alla testa di Hatasuke, l'uomo più sessuale che conosco!
    - Morte al traditore e alla sua complice! Moooorte! Mooooorte! Moooooooooorte! -
    Il pomodoro vola nell'aria, splendido simbolo della nostra potenza, della nostra gloria, e della nostra polposità.





     
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  14. Cougar™
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    ~ La battaglia del mercato
    Draghi e arance


    L'omone non sembrava stancarsi di inseguirmi. E solo per una cassa di pomodori. Gli avessi che ne so... distrutto la bancarella. Ecco, per quello magari capirei. Ah, forse era la sua bancarella quella che avevo fatto saltare l'ultima volta. Mmh. Probabile. Ma non era colpa mia! Stavo inseguendo, o ero inseguito non ricordo, ma mi ricordo che era esattamente in mezzo alla strada. O meglio, non era proprio una strada, era una piazza. E non era neanche tanto in mezzo. Ma io volevo passare di là e la maledetta bancarella era nel mezzo. E poi non è colpa mia se una volta tramutato il legno in carta non torna più come prima. Non è colpa mia. È colpa della carta. Almeno credo. Ma su, via, non potrei mai prendermela con la carta. È in grado di creare degli animali stupendi, e soprattutto molto molto utili. Come in quel caso. Eh si, sarebbe stato proprio il momento giusto per una ritirata in grande stile, una alla Hito. Una di quelle che la gente si ricorda. Come quella volta il cui il Tanuki fece scoppiare il pavimento di una piazza. Anche quella era una degna ritirata. Ma questa sarebbe stata meglio. Attesi l'omone e quando mi fu abbastanza vicino lo colpii con un pugno sul naso. Non troppo forte eh, non volevo fargli davvero male, ma così non avrebbe rotto. Avevo bisogno di tempo per fare i giusti movimenti. Lentamente iniziai la mia famosa danza della carta. Almeno, credo fosse famosa. Finora in pochi l'avevano vista. Ma mi piaceva ballare, era una distrazione interessante. Anche perché mi frullava ancora in testa la proposta del ragazzetto sunese. Voleva farmi da figlio adottivo. Non avevo niente contro di lui, ma ero troppo giovane per far da padre. Da collaboratore e compagno di giochi volentieri. E questo era quello che gli avrei proposto. Poteva venire a stare a casa mia, se non aveva un posto dove andare. Gli avrei insegnato un sacco di trucchetti e di scorciatoie per la città. Ma! Ora sto divagando. E questo è un male quando si svolazza sopra un drago di carta. Come? Vi manca qualche passaggio? Beh, diciamo che mentre ballavo ho creato un bel dragone con la carta e che ora ci sto scorrazzando in mezzo al mercato. O meglio. È lui che scorrazza me. E guarda come se la ride. Scommetto che non sa nemmeno dove stiamo andando.

    [...]


    Non credo di aver mai visto il mercato tranquillo. Credo che lo sia. Forse quando non ci sono. Si agita sempre quando ci sono. Anche perché metà della gente mi corre dietro e l'altra metà mi lancia ortaggi vari. Sono molto benvoluto vero? Una vera e propria celebrità. Non che me ne vanti eh. Sono un tipo modesto. Però devo dire che mi gonfio sempre un po' d'orgoglio quando sento nominare mr Pomodoro. O Hito. O La Calamità. O Il Guastafeste. Devo dire che a soprannomi non sono molto bravi. Quelli del mercato dico. Sono loro che mi chiamano così. Chissà perché poi. Ma su! Sto divagando di nuovo. E il drago sta andando a caso, di nuovo. Ma attenzione! Quella non è il nostro bersaglio? Certo è un po' lontana, ma forse da qui i miei allievi mi sentiranno. Vedere il loro sensei in groppa a un drago sono sicuro li galvanizzerà un sacco. Con me funzionerebbe. Chissà che è successo mentre svolazzavo. Beh, credo che quando arriverò lo saprò. Sempre che ci arrivi. Il drago non sembra molto d'accordo. Continua a curvare a destra e a sinistra. Chissà dove vuole andare. Forse aspetta che gli dia qualche indicazione. No, non credo. È un drago, sà quel che fa. Non mi resta che aspettare e lasciarli fare. Ma forse sarà meglio dirgli che li vedo. E fargli gli auguri.

    - Buona fortuna con la donna delle Arance, è cattivissima! Stateci attenti! Oh, sì, buongiorno. Sì beh, dicevo di lei. Sì sono Mr Pomodoro e loro sono i miei aiutanti, i Pomodorini. Non li tratti male eh? Ora arrivo. Credo...- Evidentemente però il drago non era ancora convinto.


    Cosacosacosa?
    No ma davvero ha detto quella cosa? Ma è davvero sicuro di volerlo fare?
    Abile: L'utilizzatore è in grado di introdursi ,ad una persona che non conosce o in una conversazione nel quale non è contemplato come interlocutore, sempre con la frase sbagliata. Tale frase può contenere riferimenti a fatti avvenuti in sua presenza, ma non può contemplare fatti di cui il personaggio non può essere a conoscenza. Tale presentazione conta come "post di fastidio" ai fini del calcolo dell'abilità "Sei così fastidioso che pagherei per cacciarti!".
    [Richiede Interpretazione]
    [Da genin in su]
    [Primo Slot]
     
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  15. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Peggio non poteva andare~


    Mentre tentava un rapporto pacifico con la giovane ragazza dagli abiti arancioni, cercando di evitare un'inutile scontro contro una ragazza probabilmente innocente, Atasuke vide tutto cadere a rotoli. Mentre parlava con la giovane udì Saru urlargli dietro come un forsennato, dandogli del traditore. In effetti c'era da aspettarselo da un marmocchio di dieci anni che fino a quel momento non aveva dimostrato lucidità di pensiero oltre che nella caccia ai topi. Ma arrivare fino ad attaccare Atasuke urlandogli dietro, era fin troppo. Attirato dagli urli infatti, Atasuke si voltò verso il suo compagno" giusto per evdere un pomodoro scagliato verso la sua testa. Con uno scatto repentino, Atasuke scostò la testa, lasciando passare oltre il pomodoro, fortunatamante non in linea con la etsta della povera giovane, o almeno non rispetto a dove l'aveva vista pochi istanti prima di girarsi. C'era solo da sperare che quel colpo non andasse a segno sulla ragazza, altrimenti si sarebbe trovato sotto un fuoco incrociato. Un pazzo demente da una parte ed una povera ragazza infuriata dall'altra.
    Ci fù poi un intervento di Hito a "rallegrare" ulteriormente la cosa, allertando Atasuke e saru sulla pericolosità della ragazza "delle arance". Come se non bastasse, si presentò come Mr. Pomodoro, presentando Atasuke e saru come i suoi pomodorini.
    Era furente a causa di quel sensei, appena tornato all'accadema avrebbe fatto proprio un bel rapporto sulla totale incapacità di quell'uomo, ma prima doveva esere certo di riuscire a sopravvivere ad un simile attacco incrociato. Sperando in un ultimo appiglio, Atasuke tentò nuovamente di parlare con la giovane, cercando di discolparsi da qualunque cosa legata a quell'uomo o ad un fantomatico mr. pomodoro e misconoscendo quell'uomo.

    «La prego, non lo stia a sentire, quell'idiota è... o meglio... dovrebbe essere il sensei del mio corso genin, mentre quell'imbecille di un nanetto è un ragazzino che gli da troppa corda ed in teoria dovrebbe essere un mio compagno di squadra... Come posso dire, a parte l'iscrizione formale nella medesima classe, io non ho nulla a che fare con quei due»


    Irritato e impaurito nel profondo da quella situazione difficile, Atasuke cercò in tutti i modi di pensare ad un qualche modo per uscirne senza troppi lividi, o comunque senza rischiarci le penne. In quel momento, più che mai si sentì solo contro tutti, da una parte poteva sperare nel supporto della giovane vestita d'arancione, dall'altra doveva temere sia lei che il suo compagno di corso e fare affidamento sul sensei, ma questa opzione, tra tutte, era la meno valida.

    °Speriamo solo che almeno questa ragazza mi comprenda e mi dia una mano contro questi due, o almeno non se la prenda con me per qualcosa causato da quel demente su quella specie di drago!°


    Lo sguardo di Atasuke si fece frenetico, ogni istante scattava in una direzione differente per riuscire a tenere d'occhio il suo compagno di squadra, la ragazza dalle vesti arancioni e il sensei sopra a quell'enorme drago di carta, o qualunque altra cosa fosse.
     
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14 replies since 1/7/2011, 15:50   399 views
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