Bad Boys

[Free GDR][Ryuutarou e Itai]

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  1. EdwardVlad
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    Bad Boys

    Camminavo per i corridoio dell'accademia. Ero andato lì per cercare qualcosa sulla mia identità. In realtà nessuno aveva saputo dirmi niente. Ryuutarou risultava come Genin, ma si erano perse le pratiche sulla provenienza e sui miei dati anagrafici.
    Non avevo idea di cosa fare a quel punto. Ero abbastanza irritato e di nuovo quel senso di vuoto mi opprimeva.

    Ad un certo punto, mentre mi ero fermato per cercare l'uscita, udì alcuni ragazzotti parlare.

    "Si si chiama Itai Nara..."


    Itai Nara? E chi era costui? Decisi di approfondire quindi di soppiatto mi avvicinai a quegli aspiranti Genin.

    "Sì proprio così. E' quello che ha sedato quella megarissa tra genin e chunin dei villaggi. E' incredibilmente forte, magari capitassi come suo allievo"


    Così era un ninja molto forte. Finalmente qualcuno che poteva fare al caso mio. Dovevo solo convincerlo ad allenarmi. L'unico problema era. Come trovarlo?
    Iniziai a camminare per il corridoio andando a cercare qualcuno che ne sapesse qualcosa. Mi diressi in mensa, forse lì, con tante persone avrei trovato quella giusta.

     
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    Nonnismo


    Stupidi mocciosi. Quando ero così di cattivo umore sbarrarmi la strada non era mai una buona idea, quando poi a farlo era una banda di stupidi ninja senza valore la cosa si faceva stressante e frustrante. Stavo camminando nell’ampio cortile dell’Accademia quando – ed ero parecchio distratto – un uomo mi volò addosso. Non un arma, non una qualsiasi cosa. Un uomo. Anzi, un ragazzino di quattordici anni che parai con il mio stomaco. Fui buttato a terra e da quel momento mi ritrovai al confine di una rissa storica che coinvolgeva circa quindici persone.

    Non avevo idea dei motivi e non mi interessavano ma se da semplici calci e pugni passavano a Ninjutsu, avrebbero distrutto l’Accademia. Di nuovo. E l’essere stato buttato per terra da uno di quei mocciosi aveva solamente aumentato la mia irritazione. Uno dei ninja che era con me mi chiese di lasciarli perdere, che la cosa si sarebbe risolta da se. Lo ignorai bellamente e pigramente mi inoltrai nel campo di battaglia.

    Circa cinque minuti dopo avevo elargito abbastanza cazzotti in testa da aver creato un tappeto umano. Quando i primi avevano visto che mi ero intrufolato avevano cercato di colpirmi, ma avevano subito parecchie batoste, come il dare pugni a muri di pietra o alla mia stessa faccia tramutata in pietra. Effettuare una presa per poi trovarsi una copia al mio posto, venire scagliati testa contro testa da me che comparivo come un’ombra alle loro spalle. Insomma, la solita routine.

    « Branco di mocciosi »


    Fu quella la mia esclamazione alla fine di tutto ciò. Non sapevo che quell’intervento sedativo avrebbe fatto ben presto il giro dei corridoi dell’Accademia, suscitando ilarità in molti Jonin e Chunin e magari ammirazione in qualche Genin o studente.



    Scolai anche quel bicchiere di birra in due sorsi, arrivando a tre. Avevo le guance arrossate per il bere, ma dovevo festeggiare il completamento della missione dalla quale ero tornato! Che male c’era allora nel spendere parte dei Ryo conquistati col sudore per svagarsi qualche ora prima di tornare all’amata famiglia? Un ninja di Kiri che ricordavo a malapena mi diede una pacca sulla spalla per aver calmato la mega rissa, scambiando poi qualche parola. Non mi ricordavo il suo nome.

    « Ahah, Itai-san e così hai sistemato qualche ragazzino che dava sfoggio ai suoi poteri dove non dovrebbe? »
    « Bah erano degli incapaci, ultimamente sembra che diventano Chunin anche gente meritevole di non essere Genin »


    Dimenticavo che io, qualche anno prima, ero esattamente come loro. A ben pensarci, non avevo mai avuto nulla di particolare infondo, mi ero solo allenato tanto. Ma le generazioni passate devono denigrare quelle future. Spinta al miglioramento? Ne dubito, semplice nonnismo.

    L’uomo di cui non ricordavo il nome andò via ed io mi alzai, andando a prendere un’altra birra, sganciando qualche Ryo per averla. Tornai al posto e iniziai a berla. Quella era l’ultima, poi un riposino e infine il viaggio a Kiri. Mi mancava Ayame, mi mancavano quelle due adorabili pesti.
     
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  3. EdwardVlad
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    Nessuno mi aveva saputo dire dove trovare Itai Nara. Sembrava fosse davvero riservato, o forse semplicemente dato che poco prima aveva fatto una strage, nessuno ne parlava felicemente. Ero incazzato come una bestia. Possibile che non si poteva trovare un tizio così forte. Per quel che ne sapevo poteva essere un kage. Ciò comunque non mi fermava. Sì perchè in quanto a sfrontatezza e rudezza, non credo ci siano molti con cui potevo concorrere.

    Ripassando nel corridoio vidi di nuovo il ragazzo che aveva parlato così dettagliatamente della mega rissa e di come essa era stata sedata, così decisi di "intimarlo" a rivelarmi dove si trovava quell'uomo. Giuro che ci provai gentilmente all'inizio...

    « Ehi tu! Sì...tu pischello...prima dicevi di un tizio...un certo Itai Nara. Sai dov'è? »


    Okay! Forse non ero stato Mister Buone Maniere, però non mi meritavo di certo una risposta come quella che il giovine aspirante genin mi diede. Con una faccia minacciosa si avvicino a me insieme ad un piccolo gruppo di ragazzotti

    " E tu chi saresti? "


    Sbuffai in maniera abbastanza teatrale mettendomi le mani sulle tempie massaggiandole.

    « Senti, schizzetto di sperma, sono stato gentile... Non costringermi a farti male »


    "Ahahah...ma sentitelo. Vattene prima che fin..."


    Scossi la testa, socchiudendo gli occhi e sospirando

    « No...no non lo dire.. »


    "...isci male.."


    Ok. Ero davvero incazzato. Il mio volto si trasfigurò completamente per la rabbia. Velocemente gli mollai un pugno sulla faccia, dall'alto verso il basso, lasciandolo completamente a terra tramortito. Gli altri mi guardarono solo stupefatti e spaventati. Dedussi che quello che era a terra sanguinante doveva essere il capo.

    « Allora...lo ripeto con calma...DOVE DIAVOLO SI TROVA ITAI NARA?? »


    jpg


    Finalmente arrivai di fronte ad Itai Nara, che ormai era diventato una celebrità tra quei corridoi. Avevo corso quindi ero ansimante. Il mio sguardo, si posò subito su un ragazzo dai capelli biondi. Emanava un'unica sensazione: Questo è forte.
    Mi avvicinai quindi

    « Sei tu Itai Nara? »


    Avrei quindi continuato a parlare ormai ripresomi dalla corsetta.

    « Allenami »


    Non era una richiesta nè una supplica. Sembrava più che altro un ordine. Dopotutto ero forte. Il mio ricordo non andava molto lontano, ma non ero ancora stato battuto. Cosa o chi avrei dovuto temere?

     
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    Nuove Generazione del Cazzo

    Il mio nome fu urlato con una maleducazione tale da farmi accapponare la pelle. Voltai il capo verso colui che mi cercava con così tanto insistenza e in tutta risposta, anziché alzarmi e andare da lui bevvi un altro sorso di birra. Qualcuno dovette indicargli che ero io – visto che a quanto pareva aveva steso un ragazzo, insomma, era giornata di risse quella – e si avvicinò a me. E con aria tracotante mi diede un ordine.

    yukilaugh
    Bevevo alla mia birra e continuai a farlo. Non sentii alcuna rabbia montare dentro perché la rabbia era inutile in quel frangente: era una piccola testa vuota che si credeva chissà chi perché aveva avuto la fortuna di stendere qualcuno a terra con un pugno. Quando posai il bicchiere ormai vuoto sul legno del tavolo della mensa guardai quel ragazzino insolente e gli risposi con un sorriso sincero e le guance arrossate dall’alcol.

    « Scordatelo »


    Non avrei mai allenato uno che usava quel tono per chiederlo. Sembrava un ordine che avrei dovuto eseguire subito per evitare conseguenze e il fatto che l’allenato si rivolgesse così all’allenatore aveva un non-so-che di distorto. Dov’era finito il caro e vecchio rispetto per il Sensei? Che razza di generazioni stavano crescendo?
     
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  5. EdwardVlad
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    avatar208961_1


    Beh il discorso non faceva una piega. Dopotutto perchè doveva allenare un impudente tizio poco cresciuto? Avevo sbagliato del tutto approccio, ma ormai era troppo tardi per rimediare. O meglio, dovevo agire in altro modo. Chinai il busto scusandomi

    « Perdonami mi rendo conto di essere stato troppo irrispettoso..." »


    Mil sgranchì i muscoli del collo e delle spalle avanzando verso di lui.

    « Voglio dimostrarti il mio valore ed il mio rispetto ma posso comunicare con te solo con il suono dei miei pugni »


    Non ero affatto ironico. Anzi, apparivo molto serio e determinato. Tanto che sembravo quasi espandere un'aurea di serietà e concentrazione, verso i presenti tutti, che mi guardavano mostrando diverse emozioni. Sbigottimento e stupore, per l'affrontare un Jonin di tale portata. Paura, per chi non voleva vedere un genin morto spiaccicato. Sdegno, per chi pensava che in fondo ero solo un presuntuoso genin.

    jpg


    insomma dopo qualche minuto di pausa decisi di avvicinarmi a pochi metri da Itai. Rimasi a fissarlo respirando lentamente. Infine concentrando una quantità di chakra pari a Basso nelle gambe potenziai la forza in quella destra, mollando un calcio circolare rivolto verso il suo collo. Sapevo benissimo che di lì a poco l'avrebbe schivato e mi avrebbe infine distrutto, ma mi sarei rialzato. Speravo almeno di riuscire ad avere il suo rispetto.


     
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    Bastava un Per Favore

    Voleva fare a botte? Mi stupii per il coraggio, ma aveva sinceramente sbagliato tipo d’approccio. Non ci sarebbero voluti improbabili pugni, più che altro, sarebbe bastato un semplice “per favore” invece di una manfrina che gli avrebbe portato solo tanto dolore. Non volevo sicuramente scompormi tanto per un avversario di quella portata contro il quale non volevo sicuramente combattere, ma valeva la pena fargli passare la voglia di alzare le mani per comunicare. Le parole servivano a tale scopo, le mani erano una differente forma di comunicazione che esprimevano un semplice concetto “tu sei morto”.

    Il calcio non rappresentava sicuramente un problema per me. Alzai semplicemente un braccio e parai l’infimo colpo che rimase bloccato contro il mio polso, ben distante dal farmi del male. [Difesa]. Spinsi via la mano e sempre rimanendo seduto afferrai con l’altra un Kunai, facendolo roteare pericolosamente sul dito indice.

    « Sei divertente ragazzo, davvero divertente » ed ero sinceramente divertito « Ti sarebbe bastato chiedermelo gentilmente invece di cercare di farmi male per ottenere ciò che vuoi. Ma immagino che i decerebrati come te non sappiano cosa sia la cortesia e il rispetto »


    Nel mentre qualcosa nel Kunai era cambiato. Un’enorme quantità di chakra vi era stata infusa, più simile a uno strato di terra che ad altro. Lo scagliai senza pensarci due volte [Tecnica] e il Kunai impattò ai piedi del ragazzo. A parte il cratere che scavò, nel raggio di tre metri nacque una scossa considerevole che ruppe qualche sedia. Senza scompormi, con la stessa mano che prima aveva parato il colpo, feci un sigillo, creando una copia di me che comparve proprio mentre il terremoto era in atto. Comparve alle spalle del ragazzo impudente. Una manata l’avrebbe colpito senza troppa forza al livello della schiena, cercando di spingerlo in basso. La copia scomparve e tutto finì. Non avevo fatto altro che giocare a dire il vero.

    « Davvero vuoi fare a botte? »


    Chiedi con tono molto ironico. Non avevo voglia di picchiare uno che non era capace di difendersi. Sembrava vigliacco (discorso senza senso visto che poco prima ne avevo atterrati quindici).
     
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  7. EdwardVlad
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    Ok. Forse avevo frainteso la situazione. A partire dalla mossa stessa che fece il mio futuro sensei per difendersi.
    Parò il colpo. Senza farsi neanche un graffio. Cavolo se era forte, era incredibilmente forte.
    Il mio calcio venne tirato quindi giù. Ma non ebbi il tempo di ragionare. Mi vidi arrivare un kunai ai piedi, ma d'istinto feci un salto indietro di svariati metri. Non sapevo cosa avrebbe potuto fare il kunai, ma fu solo un movimento di paura, scatenato dalla volontà di non farmi colpire il piede con quel kunai.

    Il mio inconscio aveva avuto ragione. Non ebbi neanche il tempo di allontanarmi che un'esplosione scavò il terreno e investì le mie gambe danneggiandole [Ferita Media]. Dopodichè, qualcosa alle mie spalle mi colpì facendomi cadere a terra.
    Rimasi là per svariati istanti, ascoltando le parole di Itai. Mi chiedeva se volevo fare a botte.
    Iniziai a ridere, spontaneamente, nonostante ero già quasi del tutto fuori uso.

    « Ahahah! »


    Facendo forza sulle braccia, cercai di rialzarmi, quindi barcollante mi misi in piedi. Le gambe mi dolevano in una maniera inimmaginabile. Avevo lo sguardo verso l'alto, perchè non ero molto cosciente.

    « Mi dispiace... come ti ho detto forse non sono stato troppo gentile e rispettoso, ma come ti ho detto dubito che ti saresti convinto con un semplice per favore...»


    Dissi ora inspirando e portando lo sguardo verso Itai, calmo.

    « Ormai ho iniziato...sarei un codardo a smettere...ora »


    Barcollante mi avvicinai a lui di un singolo metro, camminando quindi decidi di compiere alcuni sigilli. Lo feci automaticamente senza ragionarci su [Tecnica] facendo sì che due braccia spuntassero dal terreno cercando di intrappolare il mio avversario.

    A quel punto avrei fatto un solo singolo scatto, per cui avevo conservato le energia, andando a buttarmi su Itai, tentando di dargli una spallata, concentrando tutta il chakra possibile nel colpo [Basso]. Spear time.

     
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    Quattro parole pugni

    Codardo? Quel ragazzo se avesse smesso sarebbe stato considerato intelligente. Ma chi ha il cervello bacato da stupide idee caratteristiche di chi cerca il confronto sfrenato nella gara “io-ce-l’ho-più-lungo-del-tuo” non sentiva parole, ma solo pugni. Poco prima non avevo fatto altro che scherzare un poco, ma iniziava ad irritarmi. E la notevole quantità di alcol che avevo nel sangue a causa delle sei birre che avevo bevuto di fila non mi rendeva incline a perdonare chi mi attaccava, anche se magari era solo un piccolo stupido che credeva che facendosi pestare avrebbe risolto qualcosa. Inclinai il labbro superiore in un mesto sorriso di divertimento e ignorai le due mani che mi afferrarono le caviglie. Ero ancora seduto al mio posto.

    Con incredibile velocità si buttò su di me e io mi limitai a fare ciò che qualsiasi altro jonin avrebbe fatto in tale situazione. Piegai il busto estremamente a sinistra (arrivando lui sulla mia spalla destra) e lo feci schiantare contro un mio pugno, che nel frattempo sarebbe partito secco e deciso, pronto a farlo volare abbastanza lontano per togliermelo dalle scatole [Azione].

    « Direi di si, hai bisogno che qualcuno ti addestri. Ma non il fisico, più che altro, hai bisogno di allenare il cervello » dissi in tono glaciale « Se speri di comunicare con me facendoti prendere a botte, sbagli di grosso moccioso. In genere picchio se non voglio dare spiegazioni. Ehi, chi mi porta una birra? »


    La birra arrivò ben presto e ben presto sarebbero dovute arrivare anche parole da quel ragazzo, più che altre inutili botte. Non mi ero dato pena di liberarmi da quell’inutile tecnica nella quale mi aveva intrappolato: avevo subito costrizioni ben peggiori di quelle piccole idiozie da Genin di scarso valore.
     
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  9. EdwardVlad
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    Niente da fare. Come avevano detto quell'Itai era davvero un mostro. La mia tecnica sì lo confinò, nonostante fosse comunque seduto, ma soltanto perchè in realtà a lui non cambiava nulla. Si sarebbe potuto liberare di quelle mani di terra in pochissimo tempo, ma decise lo stesso di rimanere intrappolato, per mostrami che gli bastava un piccolo movimento per annullare i miei tentativi.

    Ero già stanco morto e mezzo distrutto, ma avevo conservato le energie per quell'ultimo attacco, che doveva essere almeno un attacco confinante. Volevo solo buttarlo a terra, dato che non potevo far altro. Ad ogni modo il mio avversario ebbe la prontezza, la velocità e la forza di rispondermi in modo estremamente semplice.

    Schivò spostanto il busto. A quel punto immaginavo che sarebbe arrivato un suo attacco, quindi, forse anche per paura, impastai il massimo quantitativo di chakra in resistenza [basso].
    Il pugno arrivò, l'unica cosa che riuscì a fare, oltre ad incrementare la resistenza, fu quella di abbassare il capo per farmi colpire sulla fronte [Slot Difesa]

    [...]



    Mi risvegliai non so quanto tempo dopo. Disteso lì per terra alzai la testa di scatto, cacciando un urlo.

    « AHEM! BUONGIORNO! »


    La testa e le gambe ancora mi sanguinavano. Il respiro affannoso per il risveglio improvviso. Il dolore era tremendo. Mi guardai attorno per vedere se Itai era ancora lì.
    Se sì, avrei tentato per almeno tre volte di alzarmi invano. Alla quarta mi sarei alzato barcollante e sofferente. Mi sarei messo a ridere quindi

    « Almeno sono vivo... »


    Avrei quindi ancora tremante chinato il capo verso Itai.

    « Grazie... »

     
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    Le lezioni future


    Mi alzai qualche minuto dopo aver atterrato quell’impertinente mocciosetto e lo scavalcai, leggermente ebbro di ottima birra. Feci qualche passo verso l’uscita e un urlò mi feve venire i brividi: il bullo si era rialzato! Qualche ammirevole forza di volontà. Lo guardai per qualche secondo e lui con ammiervole faccia tosta mi ringraziò di averlo lasciato in vita. Alzai un sopracciglio sospettoso: quel ragazzo era sicuramente pazzo, non c’era nulla di normale in chi ringraziava per quel motivo. O meglio, era del tutto normale farlo, ma non in Accademia, dove nemmeno per sbaglio avrei potuto fargli seriamente del male.

    Mi avvicinai a lui e lo squadrai. Quel ragazzo doveva essere rimesso in riga e a quanto pareva, lui stesso sapeva di dover ricevere dell’addestramento serio. Strinsi le braccia al petto, indeciso sul dafarsi ma alla fine, dopo un sospiro, mi resi conto che non avrei potuto rifiutare una sfida così allettante: trasformare un’emerita testa di cazzo in un ninja quantomeno passabile per le missioni di grado F.

    « In che cos’è che vorresti essere addestrato? »


    Domandai al giovane ninja di Konoha. Chissà quante cose ancora doveva imparare, ma doveva essere lui a dirmelo. Almeno quel piccolo particolare!
     
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  11. EdwardVlad
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    Ero vivo? Sì. Ero sano? In parte. Ero cosciente? Probabilmente no.
    Dopo essermi rialzato velocemente, la mia vista era ancora annebbiata. La testa mi duoleva, come se me l'avessero spaccata a metà e le gambe mi tremavano, semi distrutte dall'esplosione che Itai aveva provocato.
    C'era ancora quella specie di enorme fosse creata da lui. La parete ero stato lanciato, a causa del pugno, era mezza distrutta, ma incredibilmente ero ancora vivo

    Ecco perchè alle parole di Itai rimasi almeno qualche secondo a fissarlo. Lo guardavo con curiosità, anche perchè volevo capire cosa gli passasse per la mente.

    « Eh? Ma poco fa hai detto... »


    Decisi di non peggiorare la mia situazione e dopotutto se lui stava accettando di allenarmi, chi se ne fregava quali erano le sue motivazioni. L'unica cosa che volevo era diventare più forte. Tossì riprendendomi

    « Ahem...mi hanno detto che con il controllo del chakra si possono migliorare le proprie abilità in combattimento... »


    Dissi, ma il breve discorso mi costrinse a sputare un pò di sangue dalla bocca

    « E poi voglio seguirti per un pò...magari riuscirò a batterti se mi alleno »


    Nessuna presunzione in quelle parole. Semplice curiosità di sapere quali erano i miei limiti e a cosa stavo andando incontro. Tremavo. Ma non per paura. Davanti a me si era aperto un mondo. Un mondo in cui esistevano persone molto più forti di me. Non vedevo l'ora di conoscerle tutte.

     
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