Casa di Shay Hyuga

Quartiere Hyuga

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  1. S h a y
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    Home, Sweet Home.



    Casa mia? Casa mia era grande, molto grande, troppo per una persona sola. Da quando mia madre era andata a vivere con il suo nuovo uomo la casa di famiglia era passata in mano a me. Certo, non che io fossi una maga degli affari o del business edilizio, semplicemente tiravo avanti, pagando il pagabile con la miseria retribuita da Konoha e da qualche occasionale missione minor che ero riuscita a portare a termine. I Soldi di mio padre continuavano ad arrivare, saltuariamente, il che mi consentiva di vivere dignitosamente e continuare a sfamare quei dodici mostri che si aggiravano quieti nelle sale.

    La casa era costituita da tre camere da letto, due bagni, un enorme soggiorno ed una cucina posta ad angolo nella zona più vicina all’ingresso dell’abitazione, seppur non raggiungibile immediatamente.
    All’esterno invece l’ingresso dava sulla strada principale del quartiere Hyuga, c’erano solo pochi metri di sassolini bianchi a separare la porta dal cancello di cinta, ma l’erba ed il fogliame curato a dovere dalla sottoscritta continuava a tenere lontani sguardi indiscreti.. almeno sino al metro e ottanta di altezza, s’intende. Mia madre aveva fatto costruire una piccola fontana nel retro della casa, con una specie di ruscello in miniatura che percorreva il giardino dando vita ad una serie di rapide in miniatura, circondate da fiori di colori assai vari, seppur lontani dalla gloria dei tempi in cui avevo un giardiniere pagato per tenerne cura. All’esterno c’era anche un piccolo gazebo, il minimo indispensabile per prendere il Tè all’aperto nelle giornate in cui il clima favoloso di Konoha permetteva tale attività. Le piante, i tre alberi di pesco ed l’Arancio che persistevano storici, forse più vecchi della casa, mi garantivano sempre quell’ombra giusta per i miei allenamenti, una frescura per gli animali dal sole cocente, un valido metodo per sentire il rumore del vento.

    Il salotto era enorme, quasi il doppio delle tre camere da Letto. Da quando mamma aveva traslocato mi sembrava incredibilmente vuoto. Si era portata via unicamente le sue proprietà, null’altro, ma tanto era bastato perché quel meraviglioso soggiorno diventasse spoglio, con spazi talmente grandi da inquietare l’occhio più impressionabile. A volte passavo ore a sognare cosa avrei potuto mettere al posto di quell’oceano di nulla. Forse un mobile? Una pista per biglie in sabbia? O forse avrei potuto costruire altre cucce per i miei gattini. C’era solo un enorme divano un po’ cascante ma che un tempo era valso una fortuna in Ryo, una poltrona rivestita accuratamente con stoffa poco costosa dove andavano ad ammucchiarsi i gatti, e ovviamente il mio impianto stereo. C’era una sola cosa a cui non potevo rinunciare, il calore del fuoco nel camino e la musica assordante di un grosso impianto stereo quando tornavo a casa dopo qualche compito particolarmente snervante. Il pavimento era ricoperto di legno robusto e levigato ad arte, oramai danneggiato e scheggiato dalla furia artigliata dei gatti e delle volpi. Ma poco m’importava, io vivevo li e di cosa pensassero i visitatori non mi riguardava più di tanto.

    Attaccata al soggiorno, seppure in una parte separata da un divisorio in tela e legno, c’era la cucina. Solo pochi mesi addietro c’erano sempre tre cuochi pagati da mamma che preparavano i più squisiti piatti provenienti da ogni dove. Ora c’era solo un po’ di polvere qua e la, dove io non mettevo mano per preparare quelle semplici cose, quelle fettine di carne bianca, quel piatto di riso in bianco condito si e no con un bel niente. Mi piaceva così, povero ed allo stesso tempo familiare, quasi come se quell’essere spogliata del suo antico splendore ne avesse acuito la bontà delle pietanze preparate. La cosa più strana era che nessuno degli animali osava addentrarsi in cucina, quasi tutti temevano ritorsioni violentissime, quindi stavano sinceramente alla larga da ogni mia possibile pietanza.

    Ovviamente poco mi importava di avere tre camere da letto una di esse infatti, la più grande, l’avevo adibita a dormitorio per gli animali. C’erano cucce sparse ovunque, anche se ognuno aveva la sua preferita e non litigavano mai per la stessa, un piccolo recinto con della sabbia e qualche giochino gommoso a sonagli, il tutto condito con un bel finestrone a vetri che dava direttamente sul giardino ed impediva che quei demoni finissero per sfogarsi in casa. La seconda camera da letto, quella più piccina, era diventata il mio studio. Dentro avevo conservato tutti i miei appunti, tutti le cose disegnate, scritte, suonate. C’erano anche i miei strumenti musicali, il flauto d’argento quando non era nel mio zaino da viaggio, il pianoforte e un microfono collegato a delle casse di entità media, quanto bastava per divertirmi a cantare quello che scrivevo senza turbare la quiete di quel borghese e bigotto quartiere.

    Infine c’era la mia camera da letto, l’avevo conservata esattamente nella stessa maniera per quasi diciassette lunghi anni, avevo solo cambiato il letto dai tempi in cui ero una bimba, null’altro. I mobili di legno bianco, con le rifiniture dorate e gli angoli smussati perché non mi facessi male, la lucina perenne che restava accesa per scacciare gli incubi e farmi sentire sempre sorvegliata. Sulle mensole, attaccate ai muri in varie posizioni, una collezione infinita di Peluche d’ogni sorta.
    Dentro gli armadi c’erano solo vestiti sobri, niente minigonne, niente camicette scollate, niente capi con piu di due colori. Mi avevano abituata così, i gatti non distinguono i colori, non avevo motivo di vestirmi come il pagliaccio Suna per farli contenti, mi bastava sentire ogni cosa al posto giusto, con ogni vestito. La cameretta si trovava nella zona più lontana dall’ingresso ed aveva, come le altre camere, due finestre, una per lato libero ( Quella dove c’erano gli strumenti musicali ne aveva soltanto una essendo tra camera da letto e quella degli animaletti. ).La casa era ad un solo piano, come molte in quel quartiere, compensava con l’estensione la mancanza di un secondo piano.

    C’era anche uno scantinato da cui si accedeva sia dall’esterno che dall’interno, mediante una scala a chiocciola seminascosta nella cucina e molto stretta. Avevo sigillato l’ingresso esterno per evitare sorprese indesiderate, essendo una ragazza adolescente perennemente sola, e avevo portato ciò che non usavo laggiù perché non mi desse fastidio. Mi ero accorta di quanta poca roba avessi quando completai l’operazione di accantonamento in trentadue secondi. Il tempo di scendere, posare un sacchettino nel centro esatto dello scantinato, risalire e chiudere la porta delle scale.

    Era passato quasi un anno da quando mia madre mi aveva iniziato a cedere la proprietà dell’immobile, non avevo ricevuto visite, ne avevo trovato il tempo di invitare alcun individuo. Tranne Ippei, questo è certo, ma lui abitava nella nebbiosa Kiri, non sapevo quando sarebbe venuto a trovarmi, ne se sarebbe mai venuto. Tornata dalla Nebbia non avevo fatto altro che esercitarmi, passare tutti i miei giorni liberi in ospedale a fare iniezioni come apprendista, scegliendo volutamente di seguire un Dottore che fosse tale, non un Ninja, ed aspettavo qualcuno che bussasse all’uscio finemente decorato della mia grande e vuota casa.


    ~ Nella Casa Sono Presenti i Seguenti Animali, In Apposite cucce di legno nel giardino:
    • Sita, Ghepardo Femmina ( Cucciolo )
    • Jiyū, L'Aquila Reale Femmina ( Cucciolo )
    • Raya, Gattopardo Femmina ( Cucciolo )
    • Chūsei, Orso Bruno Maschio ( Giovane )


    Edited by S h a y - 31/8/2011, 20:48
     
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  2. ~Shiro
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    Continua da qua.


    Finalmente ero là. Avevo fatto avvertire del mio arrivo dalle mura e speravo che il tempo che ci avevo messo per giungere fino a quella casa sarebbe stato abbastanza per non far trovare troppo impreparata Shay. Osservai con curiosità e sincera ammirazione la casa della mia amica. Era veramente grande, una villa molto bella con un giardino molto curato, il che era un grande merito visto la presenza di almeno due volpini, che per quanto potevo immaginare non erano esattamente un contributo all'ordine e la pulizia. Mi ricordava la mia casa, anche quella una villa piuttosto grande, anche se lì ci abitavamo in quattro persone.

    Era passato un pò di tempo dall'ultima volta che avevo visto Shay ed ero veramente contento di esser riuscito a mantenere la promessa che le avevo fatto. Mi chiedevo quanti cambiamenti avrebbe notato in me, oltre ovviamente alle ferite piuttosto recenti che mi aveva causato questo viaggio. Sentivo di essere cresciuto abbastanza dal nostro ultimo incontro e immaginavo che anche lei avesse fatto altrettanto. Cercai un campanello per segnalare la mia presenza e lo utilizzai con una certa emozione, quindi rimasi in attesa. Mi avrebbe trovato fuori dal suo giardino, col volto ricoperto da un grosso livido ma sorridente, felice per rivedere dopo molto, troppo tempo la sua migliore amica.
     
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  3. S h a y
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    Il piccolo Rospo arrivò qualche ora prima di Ippei. Stavo sistemando casa quando lo vidi intrufolarsi impunemente da una finestra, spingendola verso l'interno e sgusciandovi nel mezzo. Mi avvertì dell'arrivo del mio amico Kiriano, una notizia inaspettata dato che era passato così tanto tempo che, per quanto mi riguardava, avevo creduto di dover tornare io a Kiri per poterlo rivedere. Finì di sistemare casa ed iniziai a preparare qualcosa da mangiare, nel caso volesse restare a pranzo a casa mia. Non avevo grandi scorte alimentari, ma un succulento pollo stava cuocendo lentamente nel forno e questo attirava una quantità spropositata di felini attorno alla cucina. Li rinchiusi adeguatamente nella loro camera per poco dare un'ultima occhiata in giro alla ricerca di qualcosa fuori posto. Non mi pareva nulla di aberrante o disordinato la casa, quindi decisi di aspettare, spiando il vialetto dalla finestra.

    Quando arrivò sembrava emozionato, molto più di quanto non lo fossi io, quindi andai ad aprirgli la porta tutta contenta per salutarlo. - Ippei! - Lo salutai cordialmente, avvicinandomi per abbracciarlo. - Ippei, come stai? Sono secoli che non ti vedo.. per fortuna sei riuscito a passare a casa mia.. dai vieni dentro, ti offro qualcosa da bere? - Detto fatto lo presi per mano iniziando a tirarlo letteralmente verso l'ingresso. - Devi raccontarmi un sacco di cose.. è da tanto che non esco dalla foglia!. -

     
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  4. ~Shiro
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    - Ciao Shay! - Esclamai allegro, non appena mi riconobbe. La abbracciai felice, quindi mi distaccai ancora sorridente. - Io sto piuttosto bene, se si escludono un pò di dolori qua e là... - Indicai con la mano il volto ricoperto di lividi. - Comunque alla fine sono riuscito a mantenere la mia promessa di venirti a trovare! Te come stai? - Mi lasciai quindi trascinare dentro il giardino verso l'ingresso, mentre continuavamo a chiacchierare. - In verità non ho poi molto da raccontare, anche io sono stato quasi sempre a Kiri se non si esclude qualche viaggio all'Accademia per fare delle consegne per conto di mio nonno... Posso dire che la cosa più strana che mi è successa dall'ultima volta che ci siamo visti è stato il viaggio per venire qui a Konoha! - Mi misi quindi a ridere. Effettivamente il viaggio fino al Villaggio della Foglia era stato molto particolare e pieno di sorprese.

    Mentre camminavamo per il giardino mi guardai intorno in ricerca dei due cuccioli di volpe che avevo conosciuto tempo addietro all'accademia.
    - Ma dove sono Shiny e Kyn? Vivono ancora con te? - Ero sinceramente curioso di vedere come stavano. Era passato un bel pò di tempo da quando li avevo visti, mi chiedevo quanto fossero cresciuti.
     
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  5. S h a y
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    Notai solo in quel momento una certa quantità di lievi ematomi sul viso del mio giovane amico. - Accidenti.. entra in casa che vedo di far sparire queste robe e.. bhe quei due sono chiusi a chiave in camera assieme alle altre gatte, sto cucinando un pollo.. per te, cioè per offrirti pranzo o cena.. o tutti e due, quindi le ho dovute allontanare dal cibo. - Sorrisi, trascinando Ippei dentro casa e facendo segno di accomodarsi nel divano del soggiorno. - Ah.. non toglierti le scarpe, io tengo sempre le ciabatte in casa, ma non c'è problema.. vivo con dodici animali che non sanno pulirsi le zampe.. - Sospirai.

    - Quindi.. resti a pranzo da me vero? - Mi sedetti sul divano, ascoltando curiosamente quello che Ippei aveva da raccontarmi. - E dimmi anche come ti sei sfasciato la faccia.. - Nel mentre cercai di appoggiargli la mano destra sulla guancia per cercare di risanare ancora più rapidamente gli ematomi. - Tranquillo, lo faccio tutti i giorni trenta volte al giorno.. -


     
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  6. ~Shiro
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    - Ma non ti preoccupare, ora non fa nemmeno male, è solo brutto a vedersi... - Dissi con aria noncurante, mentre mi dirigevo verso la porta di casa. - Wow, quant'è grande questo salotto! - Commentai stupito una volta entrato. Forse era un pò vuoto come ambiente, ma se fossi vissuto da solo probabilmente anche io l'avrei tenuto così, probabilmente l'unica differenza sarebbe stata che il mio salotto non avrebbe avuto tutti quei segni di artigliate sul pavimento, poichè non avevo alcun animale domestico. - Dopo però voglio andare a salutare i tuoi amici eh! - Seguii quindi il consiglio di Shay e mi sedetti sul divano, quindi la lasciai fare mentre cercava di sistemarmi meglio i lividi sul viso. - Rimarrei volentieri, ma non sono venuto da solo a Konoha... Sono qui con il mio Sensei, ora lui è in amministrazione a fare non so che cosa... Non vorrei crearti disturbo portandoti in casa uno che nemmeno conosci... - Feci una piccola pausa. - Comunque il viso me l'hanno rovinato dei tizi che ci hanno assaltato mentre eravamo in nave diretti a Konoha... Degli strani ragazzi ci hanno attaccato e noi abbiamo dovuto proteggere l'equipaggio, alla fine non c'è stato nessun grave danno e siamo riusciti a scacciare quei tipi... Fortuna che c'era il Sensei, perchè sennò da solo non ce l'avrei fatta... -
     
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  7. S h a y
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    Sistemai al meglio che potevo i restanti di lividi di Ippei. Le mani curative agirono piuttosto bene trattandosi di semplici ematomi, nel giro di qualche ora sarebbero spariti. - Vi hanno abbordato?. ..Credevo che la rotta tra la Costa e Kiri fosse sicura.. e comunque non mi arrechi nessuno disturbo, mi fa piacere conoscere tuoi amici, tanto più se vengono da Kiri. - Kiri era la mia città preferita. Nel mondo Ninja si fa sempre a gara a dire quanto è bello il proprio villaggio, ma la verità è che ci sono anche altri posti che possiedono bellezze ben migliori.. o semplicemente diverse.. che vale la pena di esplorare e, in qualche caso, amare.

    - Suppongo allora che dovrò ringraziate questo tizio per averti fatto arrivare qua tutto.. intero, più o meno. Ho visitato Kiri e conosco molti dei suoi abitanti.. almeno quelli che frequentano l'accademia, però mi sfugge chi potrebbe essere il tuo sensei.. il mio lo avrai sicuramente conosciuto, è il guardiano delle Mura, Drake. - Sorrisi. Ero curiosa di sapere chi stava seguendo gli allenamenti del giovane Kiriano, mio grande amico, dopo tanto tempo che non ci vedevamo. - Se è in amministrazione non preoccuparti, gli hai lasciato detto dove andavi? Oppure dobbiamo andare a riprenderlo? -

    - E poi fammi vedere cosa ti ha insegnato di nuovo il tuo maestro! Sono curiosa! - Avevo piacere a mostrare ad Ippei quello che sapevo fare ed avrei gradito che lui mi mostrasse le sue nuove capacità. Odiavo quella segretezza Ninja.. insulsa e scialba, specie tra le mura sorde della mia casa.


     
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  8. ~Shiro
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    Quando Shay ebbe finito di curarmi al viso, mi sentii molto meglio. - Wow, sei davvero brava! - Dissi con tono leggermente stupito. Shay, forse per il suo animo così gentile e premuroso, mi sembrava davvero perfetta per la carriera medica, sembrava aver trovato anche lei la propria strada. - Si, in effetti credevo anche io che quella rotta fosse sicura, evidentemente ci sbagliavamo... - Sorrisi poi alla notizia che la mia amica volesse conoscere il mio Sensei. - Credo di aver conosciuto il tuo Sensei alle Mura, ci ha aperto proprio lui... Un tipo piuttosto strano oserei dire... Comunque il mio sa che andavo a trovare una mia amica, ma non gli ho detto dove... Però non è un problema, lo posso andare a chiamare io... Così se tu vuoi terminare le tue faccende hai un altro pò di tempo! -

    Mi fermai un pò a pensare quando sentii la sua ultima richiesta. In questo viaggio mi aveva insegnato molte cose, mi ero rafforzato, ma non sapevo come fare a dimostrarglielo. Non potevo mica rompere qualcosa! Dopo qualche attimo però il mio viso tornò sorridente, sapevo perfettamente cosa mostrarle. - Beh, se c'è una cosa che Yoku-Sensei mi ha insegnato è che non importa se in quanto Shinobi veniamo spesso reputati delle armi al servizio del Villaggio o dell'Accademia. La cosa che conta di più è che siamo esseri umani. Per questo penso che ora sia il momento migliore per farti vedere il regalo che ti ho portato! - Feci una piccola pausa, in cui estrassi dal mio zaino uno strano contenitore, quando lo aprii si potevano vedere delle bottigliette di plastica piene di liquidi colorati e un sacchetto di plastica contenente delle stecche di legno lunghe pochi centimetri. - Per favore Shay, potresti portarmi un bicchiere d'acqua? Ma non completamente pieno per favore. - Mi rendevo conto che quella richiesta poteva sembrare strana agli occhi della mia amica e la cosa mi divertiva un pò. Una volta ricevuto il necessario, aprii una fialetta contenente un liquido rosso e ne versai un pò nel bicchiere. Si mescolò subito con l'acqua ed aiutai il procedimento con una delle piccole stecche di legno che avevo portato con me. Alzai poi lo sguardo verso Shay e sorrisi. - Ora osserva attentamente. - Come aveva già visto un'altra volta, l'acqua prese vita e si sollevò in aria, anche se stavolta era colorata di un rosso piuttosto tenue. Dopo pochi secondi si avvolse attorno alla stecca di legno ed assunse una forma di un piccolo cilindro piuttosto abbozzato, quindi si congelò in un perfetto ghiacciolo. Era da un pò di giorni che avevo trovato il modo per sfruttare le mie capacità in maniera utile anche fuori dai conflitti del mondo degli Shinobi, ma era la prima volta che rendevo partecipe qualcuno di quella mia idea, alla fine l'idea era piuttosto semplice, bastava aggiungere dello sciroppo all'acqua e stare attento quando si congelava il tutto. Ovviamente se l'avesse scoperto mio nonno sarebbe andato su tutte le furie, mentre mia madre avrebbe probabilmente pensato che era solo una stupidaggine, mentre speravo che Shay potesse apprezzare. - Tieni, assaggialo. - Dissi sorridente. - Spero che ti piaccia la fragola! -
     
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  9. S h a y
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    Ero particolarmente curiosa di sapere cosa aveva appreso Ippei in tutto quel tempo, dicevo sul serio, mi parlò del suo sensei, un tale di nome Yoku, che non avevo mai sentito nominare. - Yoku.. non l'ho mai sentito, ma credo che ti abbia insegnato una lezione molto importante.. sull'essere umani, essere persone. Sei stato molto fortuna, la mia prima Sensei non sapeva un beneamato niente di umanità.. non per niente era Inuzuka.. - Ridacchiai, divertita. - .. Mi hai portato un regalo? Bello! Vediamolo! -.

    Certo, richiedere un bicchiere d'acqua per fare un regalo non è esattamente quello che ci sia aspetta da tutti i propri ospiti, però Ippei era un Kiriano e avevo già visto le sue opere di ghiaccio, restandone assai colpita. Speravo che avesse trovato il modo di farci qualcosa da tenere in frigorifero.. o in un posto dove non si sciogliesse con la temperatura mite della foglia. Tuttavia non sembrava intenzionato a scolpire un bel niente, anzi, pareva aggiungere strani coloranti al bicchiere passatogli, manipolandone il contenuto. - Che strano vedere l'acqua fluttuare.. non credo mi abituerò mai.. - Gli sorrisi, nel mentre che il liquido rossastro andava a gelarsi attorno ad un piccolo stecco di legno. Mi aveva fatto un gelato! Un gelato vero! - Un gelato! Mi hai fatto un ghiacciolo! Ahahha - Lo presi tutta contenta, iniziando a mangiucchiarlo, nonostante fosse davvero gelido. - Ah! Adoro la fragola.. grazie, Ippei, è un pensiero molto gentile.. questo significa sfruttare le proprie capacità per fare del bene.. decisamente si. -

    Adesso toccava a me mostrargli qualcosa di mio, come era giusto che facessi, quindi mi avvicinai ad un muro di casa, iniziando a salirci mentre gustavo quel dolce ghiacciolo. - Io ho imparato.. a camminare sui muri.. - continuai a salire fino a raggiungere il tetto, quindi mi diressi verso la posizione di Ippei, fermandomici sopra e toccandogli la testa con un dito. -.. E a camminare sui tetti a testa all'ingiù. Dovresti imparare, è forte quando devi pulire sopra le mensole più alte, specie se sei nana come me.. - Scoppiai a ridere. Non ricordavo l'ultima volta che avevo condiviso in modo naturale e tranquillo le arti ninja con qualcuno. Non lo ricordavo affatto.


     
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  10. ~Shiro
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    Sorrisi soddisfatto quando vidi l'espressione felice della mia amica mentre assaporava il ghiacciolo che le avevo preparato. Era proprio come diceva lei, avevo trovato un'utilità alle mie abilità anche in un mondo senza guerra. Yoku mi aveva detto che, se non ci fossero state guerre e lui non fosse stato un Ninja, probabilmente avrebbe lavorato come costruttore di attrezzi in ferro. Beh, se fossi vissuto abbastanza a lungo per vedere un mondo senza guerra, probabilmente io sarei diventato un gelataio o un artigiano del ghiaccio... O anche tutte e due le cose, chi poteva saperlo?

    Osservai impressionato Shay mentre si arrampicava lungo il muro e poi il soffitto fino a trovarsi sopra di me a testa in giù. Evidentemente anche lei aveva appreso quel modo di utilizzare il Chakra.
    - Wow, complimenti! Sei riuscita anche te ad impararlo! - Mi tolsi quindi le scarpe, che appoggiai da una parte, per non sporcarle le pareti e poi mi misi anche io a camminare in verticale e poi a testa in giù fino a raggiungerla. - Certo non è il modo più comodo per tenere una conversazione, non credi? - Sorrisi divertito, quindi mi lasciai andare dal soffitto, eseguii una capriola in aria ed atterrai senza problemi in piedi. Mi rimisi subito le scarpe e, una volta che fu scesa anche la mia amica, ripresi a parlare. - Bene, a questo punto io vado a chiamare il mio Sensei e lo porto qui, se te sei d'accordo... Così te puoi finire le tue faccende se vuoi! Sei d'accordo? - Una volta ricevuta una sua risposta, avrei proseguito con una semplice richiesta. - Ah, va bene se ti lascio qui il mio zaino con l'occorrente per fare i ghiaccioli? Mi sembra inutile continuare a portarli per Konoha... -
     
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  11. S h a y
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    - Scherzi? Questa si chiama comodità estrema.. Ah si! Io devo pulire in casa, lavare le cose, sistemare le bestiacce.. e quando devo pulire il pavimento è una manna dal cielo poter camminare sul soffitto per muoversi mentre si asciuga.. - Nel mentre a forza di morsi avevo quasi finito di ghiacciolo donatomi. - E.. comunque si, il pollo che sta in forno è sufficiente per almeno sei persone a giudicare dalle sue dimensioni.. quindi mi farebbe piacere ospitare qualcuno di Kiri a casa mia! - Saltai anche io giù dal soffitto.

    Completai la degustazione del gelato, mordicchiando lo stecco di legno, per poi indicare a Ippei un ripiano dove avrebbero potuto comodamente essere stipati gli ingredienti. Per comodità lo sistemai al meglio io, così che nessuna delle diecimila porcellane abbandonate da mia madre cadesse, frantumandosi. - Allora va bene.. io apparecchio la tavola per tre e sistemo un po' l'amico Pollo.. spero che al tuo Sensei piaccia la carne bianca.. ! - Detto questo avrei cominciato a cercare piatti particolarmente ricercati e bicchieri di cristallo della più pregiata fattura.

    A volte serviva aver campato diciassette anni in mezzo agli Snob. Almeno lo stoviglie le avevano lasciate.


     
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  12. Kalastor
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    Un Nuovo Inizio.
    Primo giorno del resto della nostra vita.


    A volte la cosa più difficile è ammettere di aver perduto, senza aver dimenticato. Perchè ciò che costituisce le nostre radici inevitabilmente finisce per trasformarsi in un ricordo, vuoi per lo scorrere del tempo o semplicemente per la somma delle esperienze che si succedono nel corso della vita, ma senza perdere l'importanza che ha sempre portato con sé. Per una parte di lui, quelle radici affonderanno sempre all'ombra dei grandi alberi, per un'altra quelle stesse radici saranno sempre nutrite dall'acqua cristallina di Kiri. Ora che aveva compreso ed accettato quella dualità, Yoku poteva dire per la prima volta di sentirsi veramente in pace. E di essere felice. Certo non si faceva illusione, il suo viaggio era appena all'inizio e sicuramente gli avrebbe riservato una miriade d'insidie, ma se non altro ora poteva affrontarlo con una determinazione del tutto nuova, nutrita dal fuoco ardente della foglia.

    Fu con questa disposizione d'animo che si presentò a casa di Shay. Indossava sempre il suo semplice kimono nero sopra la casacca senza maniche con i bottoni laterali e gli hakama un pò troppo stretti, mentre ai piedi calzava ora dei sandali di legno che erano andati a sostituire gli stivali da viaggio. Dagli strappi nella stoffa si poteva intravedere la fasciatura improvvisata sul braccio destro e per questo motivo portava l'ombrello nero appoggiato alla spalla sinistra e la borsa a tracolla. Come sempre gli occhiali erano scivolati un poco sul naso così da scoprire gli occhi viola la cui luce si sposava perfettamente con il suo sorriso raggiante. Aveva slegato i capelli che ora gli ricadevano dolcemente sulla nuca.

    Far parte di un clan ha i suoi vantaggi! - Non potè fare a meno di mostrarsi sorpreso. - È semplicemente ENORME! - Alzò lo sguardo per contemplare l'edificio nella sua interezza. - Come hai detto che si chiama la tua amica?

     
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  13. ~Shiro
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    Non appena Shay diede il suo consenso, uscii di casa, diretto alla ricerca del Sensei. Durante il tragitto non potei fare a meno di osservare con interesse il Villaggio della Foglia. A differenza di Otafuku, che l'avevo trovato troppo caotico e sciatto, Konoha era un posto pieno di vita e allegria, ma senza lo squallore tipico dei posti privi di moralità e ordine.
    Trovai Yoku dopo poco tempo e notai qualcosa di diverso in lui, anche se non sapevo proprio intuire cosa. Comunque non mi sembrò nulla di male, quindi senza indugi gli parlai della mia amica e del suo invito a pranzare da lei, quindi gli feci strada verso la sua dimora.

    Arrivammo in pochi minuti ed anche il mio Sensei fu piuttosto sorpreso delle dimensioni della casa della mia amica.
    - Si chiama Shay Hyuuga! - Ero piuttosto contento di far incontrare la mia amica al Sensei, ero sicuro che avrebbe apprezzato il suo modo di vedere la vita. - Anche se è molto grande, vive in questa casa da sola con i suoi animali e comunque riesce a tenerla piuttosto ordinata... Almeno più ordinata di quanto io riesca a tenere la mia camera! - Sorrisi divertito al pensiero della mia camera perennemente in disordine, quindi suonai con decisione il campanello che si trovava all'ingresso, in modo da dare modo a Shay di venirci ad aprire.
     
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  14. S h a y
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    Il campanello suonò, rimbombando come una sentenza di morte lungo tutta la casa. Ne io ne i miei gatti riuscivamo a trovare il coraggio di aprire la porta. Il Miagolio soffuso di Takeda mi intimava di andare avanti e girare il pomello.

    ~ Venti Minuti Prima

    ..Avevo disposto sulla tovaglia rosa a fiori rossi e arancioni una serie di piatti della migliore qualità. Non sapendo chi fosse di preciso l'ospite e maestro di Ippei mi ero premurata di comperare rapidamente qualsiasi genere di orpello decorativo potesse entrare all'interno del tavolo.. tuttavia, avendo avuto si e no quindici minuti per fare il tutto, l'accozzaglia di oggettistica sul tavolo sembrava uscita da uno dei mercatini del paese del Vento. Toccai uno degli oggetti, che pareva una specie di candelabro rovesciato, iniziai a scrutare e disporre nel modo più logico possibile ciò che avevo davanti.

    I gatti, nel mentre, stavano sonnacchiosamente accatastandosi dietro la porta dove erano stati preventivamente chiusi per evitare agguati al Pollo. Sistemai con cura piatti, bicchieri e posate assieme a tutti i gingilli, in modo che ci fossero tre posti comodi e larghi sui lati del tavolo. A quel punto mi resi tristemente conto di non avere alcun tipo di alcolico in casa. L'astemia, unita alla scomparsa di quell'ubriacona di mia Madre, aveva fatto in modo che in casa restassero solo succhi di frutta e poco altro. Scappai rapidamente a casa di Hyn, rubando letteralmente un paio di bottiglie di Vino e una si Sakè dalla dispensa, ancora prima che il vecchio si rendesse conto di chi fossi e alzasse una mano per salutarmi. In seguito avrei pagato il danno alla porta sfondata e il furto delle bevande.

    Adesso avevo tutto. Non mancava nulla al tavolo ed il pollo dava i primi cenni di essere pronto, ancora alcuni minuti e poi avrei poggiato quel ben di Dio con patate in mezzo alla tavola, possibilmente non da sola. Decisi, a malincuore, che forse anche i mici e gli altri dovevano partecipare.. sempre se fossero riusciti a comportarsi bene. Aprì la porta delle camere timidamente, mentre una zampa si affannava a spingere, seguita da altre. Molte altre. - Fermi, FERMI! State Fermi, Cribbio! - Da dietro la porta alcuni miagolii di frustrazione mi riempirono il cuore di una vaga tristezza. Aprì la porta osservando l'armata gatto e i due artiglieri volpe che mi fissavano.

    - Allora.. andiamo davanti alla porta in fila, ordinati e senza voltarci verso il pollo. TAKEDA NON VERSO IL POLLO. NON VERSO IL POLLO. - Indicando istericamente la porta, la gatta comprese il significato delle mie parole. Non stentavo a credere che lo avesse capito alla prima, ma serviva il "Grido", altrimenti non connetteva molto bene con quella testa arrogante che aveva. Detto fatto, il resto dei Gatti assieme a Kyn e Shiny si mobilitarono davanti alla porta. Li ordinai, mettendo i più bassi davanti e i più alti dietro, finendo con le volpi, alle spalle di tutti, alte e longilinee. Tutti quei gattini seduti davanti alla porta erano uno spettacolo alquanto bizzarro, aiutai qualcuno ad assumere la posizione corretta, giacché elementi come Shida e Imoko stentavano a capire che "Trasversale" non è "Allineato alla Porta", e poi mi sistemai al meglio una camicetta ed un paio di morbidi pantaloncini di seta Bianca. Sistemai un i capelli e poi spensi il forno. Poi, come d'improvviso, il campanello tuonò come un ruggito di tempesta.

    spacebar



    ~ Presente

    Allungai una mano per prendere il pomello della porta, mi stava letteralmente tremando. Era la prima volta che invitato un esponente del villaggio Kiriano a mangiare a casa mia, da quello che mi aveva detto Drake era una specie di diplomatico, qualcuno che valeva una cifra con tanti zeri quanti capelli avevo in testa.. ed era davanti alla porta di casa mia. Per Pranzare nella mia Casa. Con Me! Aprì lentamente la porta, osservando dall'alto in basso Ippei ed il Suo Accompagnatore.

    Era un ragazzo giovane, ma decisamente più maturo di Ippei e di me, indossava un abito formale, dai risvolti creati ad Hoc e tendenti all'elegante. Non vedevo armi, segno che alle mura erano state fatte depositare dalle guardie, ma quello che mi incuriosiva di più erano gli occhi, dal singolare porpora, che spuntavano da un paio di occhialetti sulla testa del fantomatico Yoku. Mi resi conto di essere imbambolata sulla soglia di casa, fissando con aria a dir poco comatosa il nuovo giunto, distolsi lo sguardo cercando di formulare la più corretta frase di benvenuto che mi sovveniva in testa. - Benvenuto Houyoku-San, Ben trovato Ippei, prego, accomodatevi pure, non è necessario che vi togliate la scarpe. - Mi scostai facendo cenno di entrare, per poi presentarmi formalmente sull'atrio, assieme alla schiera di gatti seduti che fissavano intensamente i due sconosciuti. - Io sono Shay Hyuga, Genin di Konoha e Infermiera dell'ospedale, oltre che Aiuto Guardiana delle Mura. Questi sono Kyn, Shiny.. - Indicando le volpi sedute dietro i gatti. - .. Quella più grossa è Takeda, Seguita da Imoko, Shida, Mayoru, Ikagi, Suky, Iniba, Wakabe e Timura. - Nel presentarli, come abitudine, i gatti muovevano la zampa destra in Alto, facendosi riconoscere. Avevo insegnato loro quel trucchetto poiché quando cenavo li chiamavo uno ad uno e solo se alzavano la zampa gli davo qualcosa di mio. Funzionava in modo eccellente. Ikagi, alzando la zampa, perse l'equilibrio e fu prontamente sorretto dalla "mano" di Takeda che, appoggiatagli al zampa sulla testa, lo rimise dritto. - Benvenuti Entrambi in casa mia, accomodatevi pure, il Pollo è solo da servire. - Detto fatto indicai loro il tavolo, nella speranza che fossero stati adeguatamente rispettati i criteri di Educazione Hyuga.
     
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  15. Kalastor
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    Un Nuovo Inizio.
    Hyuga e non Hyuga.


    E di quanto io non riesca a fare con la mia, scommetto. - Completò Yoku rivolgendosi al suo allievo. - Dev'essere un personaggio interessante se riesce a gestire una casa così grande da sola. - Accennò distrattamente un sorriso. - Vediamo di fare buona impressione, allora.


    Essere invitato in casa da qualcuno del suo vecchio Clan gli provocava una strana sensazione. Una sorta di velata nostalgia, il ricordo di qualcosa d'importante a cui il tempo ha conferito un nuovo significato. Poteva ancora considerarsi uno Hyuga? Non si era mai davvero posto il problema, semplicemente perchè non dava molta importanza a queste cose. Per lui un uomo non poteva essere valutato dal nome che porta, men che meno da quello del suo Clan. Ma certe volte gli mancava un poco quel senso di appartenenza che si prova ad avere una grande famiglia alle spalle. In fin dei conti, quelle erano le sue origini, e per quanto lontano si fosse spinto nel viaggiare niente sarebbe stato in grado di cambiarle. Forse quella era l'occasione giusta per riprendere in qualche modo in contatti, fosse mai che giungesse il giorno in cui avrebbe potuto riprendere la sua vecchia identità.

    La visione dei gatti in fila davanti alla porta lo strappò brutalmente dai suoi pensieri. Mai in tutta la sua vita aveva visto qualcosa di altrettanto stucchevole. Mai. Non c'era animale al Mondo che amasse più dei gatti, ma quella visione era semplicemente troppo. Tutti fermi in posa, neanche volesse fare bella figura a loro volta. Erano.. tanti! Ed erano così.. così.. così carini! Dal profondo del suo animo si risvegliarono alcuni dei suoi istinti più demenziali e provò il delirante bisogno di abbracciarli ad uno ad uno. Non fu in grado di spiccicare parola, limitandosi a rivolgere alla ragazza un'espressione fra le più attonite, con tanto di labbra socchiuse ed occhi vitrei. Fortunatamente fu rapido nel riprendersi e quando Shay parlò lui era tornato ad essere il solito guascone dallo sguardo accattivante.

    Yo! - Sollevò la mano destra. - Molte grazie per l'ospitalità! - Fece il primo passo all'interno della casa, con lo sguardo ora rivolto ai gattini. - Chiamami pure Yoku, il San è per i vecchi ed io sono solo nella seconda metà della mia vita. - Bruciante menzogna per uno che credeva di essere con un piede nella fossa. - E grazie anche a voi per il benvenuto! - Rivolse lo stesso gesto ed un sorriso anche alla moltitudine di animali. - Lasciatelo dire, hai degli animaletti davvero eccezionali! - Tornò su di lei. - Sono sicuro che..


    Non riuscì a terminare la frase. Per qualche ragione il fermo si sbloccò e l'ombrello si aprì di colpo, incastrandosi nel porta e bloccando bruscamente la sua avanzata. Preso alla sprovvista mise un piede in avanti, ma trovandosi pesantemente sbilanciato non riuscì a mollare il manico in tempo e perse l'equilibrio. La sua caduta fu quantomai rovinosa e picchiò a terra il braccio ferito, ottenendo come premio una scarica fulminante di dolore, equamente diffuso in tutto il corpo. A modo suo, ogni singolo osso scricchiolò, facendogli emettere una sorta di gorgoglio inarticolato di sofferenza allo stato puro. Per qualche secondo rimase immobile, disteso come un ubriaco con la mano sinistra ancora stretta sull'impugnatura dell'ombrello. Il quale, ovviamente, si chiuse sulla sua testa. Altri suoni incomprensibili, ora più tendenti verso la rabbia.

    'Rca boia.. - Furono le prime parole vagamente comprensibili mentre cercava di liberarsi. - Ma guarda te che figura di m..! - Represse l'imprecazione stringendo i denti. - Stupido oggetto maledetto! - Alla fine ebbe la meno e riuscì a sottrarsi alla morsa dell'ombrello. - Neanche sapevo l'avessi, un meccanismo di apertura.


    A quel punto realizzò di non essere solo. E di avere del sangue che andava rapidamente ad inzuppargli la precaria fasciatura. Rimase immobile, alternando lo sguardo fra l'uno e l'altra, senza mostrarsi particolarmente sconvolto. Lentamente si tirò in piedi, e con decisi gesti delle mani si ripulì i pantaloni e diede una sistemata al vestito. Altro momento di silenzio, che cercò di riempire schiarendosi la voce e sistemando cautamente l'ombrello a lato della porta.

    Allora.. - Piccola esitazione. - si parlava di.. - Sorriso eccessivamente raggiante, soprattutto perchè partito dal nulla senza nessun motivo. - pollo, per caso?

     
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31 replies since 14/3/2011, 16:13   399 views
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