Disgrazie, sfortune e scherzi del fato

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  1. Manu ©
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    Lui si ergeva con lo sguardo fiero mentre sotto il suo piede sentivo qualche debole rantolio di protesta da parte del nukenin su cui aveva appena appoggiato in maniera decisamente violenta entrambi i suoi piedi. Nella sua mente cominciavano a prendere forma immagini di lui che sovrastava il mondo, armato della sua Meyio e con un esercito dietro di lui completamente sconfitto dalle sue incredibili abilità.
    Rimase così un paio di minuti, gongolando dei risultati ottenuti col suo allenamento e soddisfatto del grado di intesa raggiunto con la sua nodachi.
    Dovette però riprendersi perché c'era comunque un lavoro da finire. Loro erano lì per il ragazzino che sembrava in preda ad una crisi di panico. C'era comunque qualcosa che non quadrava in quella missione perché un simile spiegamento di forze per prendere un semplice genin di Suna era parecchio esagerato.
    Forse c'era stato uno sbaglio, un errore in amministrazione perché il ragazzo non dava l'idea di essere un traditore con dei rimorsi verso il villaggio. Forse era stato incastrato o robe del genere.
    Stava per avvicinarsi a lui intento a rassicurarlo ma improvvisamente qualcosa piombò sul poveretto.
    All'inizio Hamano temeva fosse un attacco di alcuni nukenin per mettere a tacere il ragazzo impedendogli così di rivelare qualunque cosa sul loro conto ma si accorse rapidamente che il corpo precipitato era più morto che vivo.
    Improvvisamente fece la sua comparsa la biondina del gruppo, la sempre temibile Deidara che con il suo solito modo di fare ordinò al rosso di dare una sistemata all'avversario della ragazza per non farlo morire del tutto.
    Hamano preferì stare zitto, da una parte perché riteneva incredibile che una ragazza minuta come lei fosse capace di simili ferite armata delle sue due lame, dall'altra parte sapeva che dirle qualunque cosa gli sarebbe costato un'occhiataccia con tanto di commento offensivo.
    Però la ragazza guardò l'avversario messo ko da Hamano ed ebbe da ridire sul fatto che fosse più debole del suo.
    Hamano ovviamente non ci stava a passare come quello che ha sempre la vita facile, ma rispose con la sua solita calma e pacatezza.

    Bhè Deidara, forse una qualche tecnica ce l'aveva solo che lo scontro è durato davvero poco che non ha avuto alcuna possibilità di usare le sue armi migliori.

    Diede poi un'occhiata al povero malcapitato che aveva avuto la sfortuna di incrociare la biondina.

    Sai per caso di che villaggio è? Perchè se è uno dei villaggi dell'Accademia mi sa che c'è da riportarlo indietro se non vogliamo creare un qualche incidente diplomatico.

     
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    Era incredibile come Deidi riuscisse a creare quella strana atmosfera da film horror o splatter con la sua sola minuta e dolce presenza, gli dei le avevano donato quella particolare abilità e se Hoshi doveva essere sincero, gliene avevano data anche troppa. Quando vide il corpo del povero nukenin volare addosso al ragazzo in fuga non riuscì a frenare una mano nel spiattellarsi contro il volto dalla ormai disperazione. Avvicinatosi al tizio il Chikuma notò subito che questi era ancora vivo nonostante tutto, abbassatosi avrebbe detto al fuggiasco di stare calmo e di aiutarlo a girare quel povero disgraziato con una spalla completamente perforata da parte a parte che sprizzava sangue da tutte le parti.

    -Oooh.. ma guarda te che roba!.. ehi tu dove credi di andare.. aiutami a stendere questo tizio.. non vedi che sta morendo?!..-


    Il rosso avrebbe subito attivato la tecnica delle mani curative per bloccare almeno in parte l’emorragia, Deidi questa volta aveva davvero fatto un gran bel buco. A vederla sembrava addirittura più incacchiata del solito, anche se il rosso aveva notato in lei uno strano pallore. La bionda sembrava in ottima forma anche se sulla spalla una piccola lacerazione dava bella mostra di se, era evidente che quella presuntuosa fosse stata avvelenata.

    -Ehi Deidi e quella che roba è allora?!.. hai la spalla ferita..-


    Il rosso avrebbe tirato gli occhi per vedere al meglio il particolare scoprendo un innaturale rossore attorno la ferita, sintomo con tutta probabilità di un qualche veleno che aveva infettato la ferita, molto probabilmente nulla di serio e che non avrebbe causato più di un mal di testa alla ragazzino, ma anche quello poteva rivelarsi fatale per lui ed Hamano quindi forse era il caso di avvertire la ragazza del pericolo che stava correndo.

    -Ehm.. non vorrei dirtelo.. ma quella ferita è infettata.. credo che questo tizio avesse avvelenato le sue armi!..-


    Lo aveva detto, incredibile. Chissà come avrebbe reagito la furia dai capelli color grano.


     
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    Bhè Deidara, forse una qualche tecnica ce l'aveva solo che lo scontro è durato davvero poco che non ha avuto alcuna possibilità di usare le sue armi migliori.
    Sai per caso di che villaggio è? Perchè se è uno dei villaggi dell'Accademia mi sa che c'è da riportarlo indietro se non vogliamo creare un qualche incidente diplomatico.


    « Giusto. D'altra parte qualcuno deve pur pagarmi. »
    Su scala da uno a dieci, l'interesse di Deidara circa la possibilità di causare incidenti diplomatici contava meno venti. Sì: c'era la vaga possibilità che alla sensei la cosa non facesse piacere, ma d'altra parte poteva sempre scaricare la colpa su Hoshi e Hamano, quindi chissenefrega! Anzi, "magari crepassero tutti, ci sarebbero meno rompiscatole al mondo", tale era il personalissimo parere dell'intemperante biondina!
    « Vediamo, uhm... »
    Si sfiorò il mento con un dito, pensierosa. Aveva la vaga reminescenza di essere riuscita già nel bel mezzo dello scontro a risalire al villaggio di appartenenza del nukenin. Stoppò Hoshi e iniziò a frugare impunemente fra l'equipaggiamento del traditore, in cerca di un coprifronte o di un altro simbolo identificativo. Frattempo la sua testolina viaggiava alla consueta velocità, assimilabile a quella di una donnola con tre zampe ingessate, e metteva insieme i pezzi.
    « Se non ricordo male usava tecniche acquatiche e di tipo ghiaccio... »
    Uhm. Questo forse indica qualcosa...
    « Sì, e poi ad un certo punto ha evocato una specie di nebbia... »
    Vediamo... acqua. Ghiaccio. Nebbia. Non c'era un villaggio che aveva tutte queste caratteristiche?

    In quel momento, frugando fra gli oggetti personali tirò fuori quello che senza ombra di dubbio era un coprifronte. Lo voltò, per vedere il simbolo inciso sulla piastra. Quattro linee verticali, disposte a formare un rettangolo... nebbia. Kirigakure, il villaggio nascosto della nebbia.
    Questo era un male. A Deidara i Kiriani stanno parecchio sull'anima. Chissà se Hoshi e Hamano ricordavano l'esternazione irritata della biondina il giorno in cui, durante la loro prima missione come Sand Scorpions assieme ad Hoheneim, avevano scoperto che i ninja che stavano inseguendo erano forse dei kiriani? Quel giorno, Deidara aveva esclamato con l'espressione più rabbiosa di cui era capace dipinta in volto: "Dei signor Kiriani di merda??", il che la diceva lunga su quanto la biondina detestasse quel villaggio in particolare. Hoshi, infine, provvedette a gettare benzina sul fuoco a modo suo...

    CITAZIONE

    -Ehi Deidi e quella che roba è allora?!.. hai la spalla ferita..
    Ehm.. non vorrei dirtelo.. ma quella ferita è infettata.. credo che questo tizio avesse avvelenato le sue armi!..-


    « ... »
    Mollò una manata al nukenin di suna, che si era arreso in maniera del tutto incondizionata.
    Il poveretto non si aspettava quella spinta e cadde a terra, di schiena, facendo così cadere il corpo malmesso del nukenin di Kiri. Deidara lo prese per il bavero e lo sollevò di peso, l'espressione inferocita di una belva assetata di sangue.

    Cattura-46

    « Tu... come hai osato...? »
    Naturalmente, il poveretto non poteva rispondere. Non che questo potesse fermare Deidara...
    Gli mollò uno schiaffo. Poi un secondo. Il disgraziato gemette, riprendendo vagamente i sensi solo per assistere all'espressione più inferocita della ragazza più violenta e imprevedibile di Suna. Tanto bastò alla biondina...

    Cattura2-13

    « CREPA E VAI A CHIEDERE SCUSA ALL'INFERNO, BASTARDO!!!! »
    Gli fece fare un volo di tre metri, che terminò di testa schiantandosi contro il selciato e lasciandoci un buco generato con la propria capoccia. Non paga, Deidara piroettò e gli sferrò un calcio che lo mandò a finire proprio accanto al disgraziato steso da Hamano, stampato sulla parete del night club di due centimetri più in profondità rispetto all'ex-otese. La differenza era che il kiriano era già ferito, e non poco, motivo per cui adesso che le ferite si erano riaperte rischiava seriamente di rimetterci le penne se qualcuno -Hoshi, nello specifico- non interveniva a curarlo...

    « Ci rimarrà la cicatrice...?? »
    Domandò Deidara, preoccupatissima, come al solito anteponendo il proprio aspetto esteriore a tutto il resto. Tese la camicetta facendo forza sul colletto, tentando invano di vedere lo squarcio cercando di piegare finché possibile il mento. Era in una posizione difficile, non riusciva a vedere granché a parte che gli abiti erano strappati e imbrattati di sangue. Fece l'errore di toccare istintivamente lo squarcio e la cosa non migliorò il suo umore, anche se il fatto che si era sfogata definitivamente l'aveva resa un po' più mansueta, abbastanza da provare a ragionarci.
    « Vedi di non farti strane idee... »
    Disse fissando il Rosso, l'unico medico nelle vicinanze.
    Anche se controvoglia, tolse un bottone, e tese la spalla offesa al Chikuma, un po' come offrire la gola scoperta ad un vampiro assetato di sangue, con la differenza che questo particolare vampiro rischiava di finire a far compagnia ai due nukenin spiaccicato contro il muro se faceva una mossa sbagliata...
    « Seira a quest'ora sarà impegnata a tenere in vita quelli fatti a pezzi dalla Diavolessa. Sei l'unico medico in giro, quindi... sì, insomma: vedi di curarmi, e che non ci rimanga nemmeno un segno perché sennò giuro che ti riempio di pugni, capito??? »

    Ora iniziavano le decisioni difficili...
    Salvare la vita a quel poveraccio di Kiri, oppure assecondare i capricci di Deidara...?
    To be dead, or not to be dead: that is the question


      La voragine nel petto del personaggio di Leopolis si è riaperta, gli effetti del tonico coagulante neutralizzati dalle mazzate prese. Ora Hoshi ha il brutto dilemma di assecondare Deidara oppure incorrere nelle sue ire e salvare la pelle al disgraziato... e in tutto questo, cosa farà il ferreo e sempre ligio ai propri doveri Hamano? Sì perché dopotutto il mantenere in vita i traditori è anche un po' responsabilità sua... rxhud3dxnwrmotvxwnfrzwzqn7
     
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  4. Manu ©
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    Hamano seguì i movimenti della biondina mentre cercava di capire la provenienza del poveretto che aveva affrontato. Da dietro una sua spalla, senza fare il minimo rumore per evitare di attirare l'attenzione dell'irrequieta ragazza, costatò che il malcapitato proveniva da Kiri.
    Che cosa ci facesse lì e perché aveva dovuto affrontare Deidara erano altre questioni che Hamano non ebbe il tempo di porre ai compagni perché Hoshi prese la parola.



    CITAZIONE

    -Ehi Deidi e quella che roba è allora?!.. hai la spalla ferita..
    Ehm.. non vorrei dirtelo.. ma quella ferita è infettata.. credo che questo tizio avesse avvelenato le sue armi!..-


    Ci fu un attimo di silenzio nel quale Hamano guardò con un aria incredula del tipo "nonpossocrederechetul'abbiadetto" il suo amico perché sapeva già cosa sarebbe successo.
    La belva all'interno di Deidara uscì allo scoperto.
    Senza poter fare niente Hamano assistette pietrificato al maltrattamento dell'ormai quasi cadavere del kiriano da parte della sunese impazzita. Quando lo vide, oramai morente, schiantarsi contro il muro vicino al nukenin battuto da Hamano ebbe un sussulto.
    Senza tanti pensieri andò a controllare lo stato del poveretto e non ci volle molto a capire che le sue ferite si erano riaperte.

    Ehy Hoshi, questo qui è mess...

    Quando si girò però vide che Deidara stava già cercando, col suo solito modo, di farsi curare le ferite dal rosso.
    Quell'atteggiamento, quella prepotenza, quel menefreghismo della ragazza a cui Hamano aveva fatto l'abitudine cominciarono a scalfire l'armatura di pacatezza del chunin.
    Il solito sguardo tranquillo andò corrucciandosi sempre di più mentre i respiri del kiriano andavano a farsi sempre più fievoli.
    C'era una cosa che Hamano metteva sopra a qualunque altra cosa ed era il rispetto per l'avversario battuto. Nel momento stesso in cui il nemico si arrendeva o veniva sconfitto si doveva lasciarlo al suo destino, consci del fatto di aver già dimostrato di essere il più forte. Attaccare ulteriormente è una mancanza di rispetto che Hamano trovava insopportabile, ignobile, disumana, infima ecc. ecc.
    Senza dire niente raggiunse alle spalle Deidara mettendo la sua mano sulla spalla non scoperta, guardando fisso negli occhi Hoshi.

    Hoshi, vai a curare il kiriano.

    Il tono della voce era uno di quelli che non ammetteva repliche, decisamente insolito per un pacioccone come Hamano che al dì fuori di un combattimento non minacciava nessuno.
    Poi si rivolse al nukenin che dovevano catturare, fissandolo in maniera così intensa che ci si sarebbe attesi che la sua testa esplodesse da un momento all'altro.

    Se ora provi a scappare giuro su qualunque cosa che ti taglio le gambe e poi le uso per prenderti a calci.

    Decisamente la minaccia più macabra uscita dalle labbra dell'Iga.
    Senza dire nient'altro afferrò saldamente la spalla di Deidara e se la trascinò dietro per una decina di metri. A nulla sarebbero valse le proteste o le rumorose lamentele della biondina, Hamano non avrebbe lasciato la presa per nulla al mondo.
    Dopo essersi allontanati un po' Hamano lasciò andare la ragazza e la fissò con uno sguardo che non lasciava trasparire emozioni, anche se dentro di sé sentiva ribollire il sangue.

    Allora...

    Aveva detto una parola senza esplodere. Era già qualcosa.

    Ora tu mi spieghi...

    Addirittura tre parole di fila senza dare di matto, incredibile. Però sentiva la vena sulla fronte pulsare e non era di certo un buon segno.

    Perché...

    Voleva intavolare una discussione civile ma sapeva di non farcela, le parole volevano uscire e Hamano non poteva resistere oltre.

    PERCHE' DEVI SEMPRE ESSERE COSI' MALEDETTAMENTE IMPULSIVA? CHI TI DA IL DIRITTO DI FARE SEMPRE QUELLO CHE VUOI QUANDO PIU' TI FA COMODO? PERCHE' NON RIESCI MAI A METTERE I TUOI DANNATISSIMI CAPRICCI IN SECONDO PIANO? E PERCHE' CAVOLO TI SEI MESSA TUTTO AD UN TRATTO A MARTORIARE IL KIRIANO CHE E' PIU' MORTO CHE VIVO. SEI UNA NINJA DI SUNA ED UNA SAND SCORPION, IMPARA QUALI SONO I TUOI DOVERI OPPURE PUOI BENISSIMO ANDARTENE!

    Finito di sbraitare rimase qualche momento a riprendere fiato. Mentre urlava aveva avvicinato sempre di più pericolosamente la faccia a quella di Deidara e quando se ne accorse ritirò subito la testa.
    adesso si sentiva decisamente meglio. La sua solita tranquilla espressione aveva fatto capolino sul suo volto ed era molto più rilassato. Non attese nemmeno la risposta della ragazza perché si era già diretto verso Hoshi.

    Dai su, prima finiamo il lavoro prima torniamo a casa.

    Era come se per lui non fosse successo niente. Beata ignoranza.


     
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    Deidi era piombata come un fulmine a ciel sereno e si sa, quando la bionda arriva è impossibile contrastare i suoi capricci, pena la perdita immediata di alcuni arti. Hoshi ormai ci era abituato, forse meglio dire rassegnato. Subito si alzò dal ragazzo semimorente cominciando a recuperare dalla sacca medica qualcosa da dare ad Hamano epr consentirgli di fare le prime medicazioni del caso, o meglio evitare la morte per emorragia del kiriano. Riuscì ad impostare appena due passi verso la ragazza quando la voce dell’Iga lo bloccò, non credeva alla sue orecchie, Hama Hama Chan si stava ribellando, un gelido brivido corse giù per la schiena del rosso che si voltò verso l’amico guardandolo storto come dire “Hamano che cazzo stai facendo?!”

    -Hei Hamano tranquillo ci metto un att..-


    Niente da fare Hamano aveva ingranato una terza bella piena ed ora stava dando sul gas raggiungendo a grande velocità il baratro che lo avrebbe condotto inesorabilmente alla sua morte. Era impressionante, sembrava che anni di soprusi avessero finalmente trovato la valvola di sfogo, valvola che Hamano doveva aver montato sul suo nuovo braccio o all’altezza del capezzolo, perché Hoshi non poteva e voleva pensare a nessun altro posto.

    -Oooh.. merda.. qui se mette male.. ehi amico hai visto che hai combinato?!.. brutta storia..-


    Il rosso naturalmente stava commentando la cosa al Kiriano mezzo morto a terra che intanto continuava a sanguinare come una fontana. Questa volta Hamano Iga aveva sfidato apertamente la morte, forte della sua grande spada forse o di arcane e potentissime nuove abilità, certo non aveva capito che Deidi era la reincarnazione della Morte.



     
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    Hoshi, vai a curare il kiriano.
    Allora...
    Ora tu mi spieghi...

    Perché...


    Percepì il tocco sulla propria spalla come ruvido, eccessivo. Fastidioso.
    Incrinò impercettibilmente il sopracciglio destro, un tremolio a malapena percepibile che, tuttavia, suonava come il rintocco feroce di una campana d'allarme che annunciava un cataclisma incombente, un dramma peggiore di un'epidemia mortale o di una devastante piaga su scala globale. Deidara si era irritata. Peggio ancora: Deidara si era irritata, e l'altro stava continuando ad irritarla. Buttare benzina sul fuoco, attizzare un incendio che già divampa, fare le linguacce ad una tigre divoratrice di carne umana dopo averle tirato dei sassi.
    Deidara si voltò. Appuntò su Hamano gli occhi azzurro cielo che andavano rapidamente riempiendosi di un sentimento che esulava dalla sfera delle emozioni umane. Lentamente, delicatamente, graziosamente, inarcò un sopracciglio sottilissimo, mentre l'altro sbottava:

    CITAZIONE

    PERCHE' DEVI SEMPRE ESSERE COSI' MALEDETTAMENTE IMPULSIVA? CHI TI DA IL DIRITTO DI FARE SEMPRE QUELLO CHE VUOI QUANDO PIU' TI FA COMODO? PERCHE' NON RIESCI MAI A METTERE I TUOI DANNATISSIMI CAPRICCI IN SECONDO PIANO? E PERCHE' CAVOLO TI SEI MESSA TUTTO AD UN TRATTO A MARTORIARE IL KIRIANO CHE E' PIU' MORTO CHE VIVO. SEI UNA NINJA DI SUNA ED UNA SAND SCORPION, IMPARA QUALI SONO I TUOI DOVERI OPPURE PUOI BENISSIMO ANDARTENE!!!


    Rimase immobile.
    Non mosse un muscolo, salvo che si scrollò la mano dell'altro Sand Scorpions di dosso con un movimento delle spalle. Per il resto, rimase perfettamente ferma, fissando con gli occhi sgranati e quell'indecifrabile espressione dipinta sul volto, un'imitazione ben fatta di un volto umano che non celava affatto tratti bestiali e innaturali che sono propri di belve e demoni dell'inferno più nero. Sorrideva, anche. Sorrideva come se le avessero inciso sulla pietra quella lieve curva delle labbra color pesca.
    Infine, quando aprì bocca non riuscì a mutare ugualmente espressione. Seguitò a fissare Hamano, sebbene le sue parole non si rivolgessero a lui...

    « Hoshi... »
    Disse piano, con una strana nota che poteva essere gioia o qualcosa di vagamente somigliante, ma profondamente diverso.
    « ... Non toccare lo stronzo kiriano. Altrimenti ammazzo questo qua. »

    Non era una minaccia. Nooooo, assolutamente!!! Le minacce sono altra cosa. Le minacce sono "se provi a non fare come ti dico io, allora sei morto!!!" e nel caso di Deidara Yagi potevano anche essere qualcosa detto con un'espressione imbronciata, tutto sommato tenera, più vicina alla richiesta capricciosa di una bambina viziata che a qualcosa di anche solo lontanamente malvagio. Ebbene: no! Quella non era una minaccia! Da qualunque punto di vista la si guardasse, quella piuttosto era interpretabile come una constatazione. "Se mangi troppa cioccolata, ti verrà il mal di pancia"; "se salvi la vita al Kiriano, Hamano Iga creperà al suo posto", non c'è nessuna differenza fra la prima e la seconda frase. Nessuna, nessunissima fottuta differenza, almeno dal punto di vista di Deidara...


      Ultimo turno di vita di Leopolis, se non viene curato! ♥
     
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    La freddezza e la risposta di Deidi riuscirono a raggelare l’ambiente rendendolo quasi radente allo zero assoluto. Questa volta Hamano aveva tirato troppo la corda, ma il rosso in fondo lo capiva bene, sopportare quella testa calda di Deidi non era semplice e a volte pure lui non capiva cosa passasse nella sua piccola e bionda testa. Il rosso avrebbe lanciato un lungo respiro abbassando la testa e le spalle in segno di rassegnazione, era inutile scontrarsi in quella situazione, Hamano doveva trovare un momento migliore purtroppo, dopo tutto si trovavano in missione per conto del villaggio ed erano pur sempre tutti dei Sand Scorpion.

    -Uff.. ok ok.. basta così.. non c’è bisogno di mettersi a litigare proprio adesso.. posso gestire la situazione senza problemi..-


    Il rosso senza pensarci due volte avrebbe messo le mani a croce per utilizzare la tecnica superiore della moltiplicazione del corpo [KageBushin no Jutsu]. Subito altri due Hoshi sarebbero apparsi attorno alla figura semi morta del nukenin a terra cominciando ad utilizzare l’arte medica per cercare di salvarlo, in tre non avrebbero avuto problemi a tenerlo in vita fino al ritorno a Suna, in fondo quel poveraccio si era solo trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. L’Hoshi originale quindi si sarebbe avvicinato ad Hamano mettendogli una mano sulla spalla per portarlo lontano dallo sguardo assassino di Deidi. Conosceva bene quegli occhi e sapeva che la belva era li li per scattare alla carotide dell’amico per squartarlo, no che Hamano non potesse affrontare una Deidi infuriata anzi, ma il rosso semplicemente non voleva avere altri due pazienti da dover curare.

    -Hei Hamano lascia stare dai.. posso curare tutti senza problemi!.eheheh.. anzi dammi una mano e fascia la ferita di quel tizio con queste.. potrebbe avere informazioni importanti.. farlo morire non serve a nulla..-


    Il rosso avrebbe dato delle garze all’amico per poi procedere in direzione di Deidi con sguardo piuttosto serio, la biondina questa volta aveva esagerato anche se Hamano forse doveva andarci più leggero. Il rosso l’avrebbe affiancata trascinandola qualche metro più in la in disparte, doveva vedere la ferita con calma inoltre aveva anche lui qualche cosa da dire all’amica. Messa la ragazza con le spalle al muro della bettola il rosso avrebbe indicato la ferita con il dito indice.

    -La ferita è infetta.. devo pulirla.. disinfettarla e poi richiuderla.. se facciamo in fretta non ti resteranno cicatrici.. forza togliti la camicetta.. devo vedere la ferita altrimenti non posso curarla!..-


    Il rosso avrebbe aspettato che la ragazza si togliesse di dosso la camicia o che si strappasse parte di essa se proprio aveva intenzione di recuperarla poi in qualche modo. Questa volta Hoshi non aveva fatto strane smorfie da pervertito o quasi, si sarebbe semplicemente adoperato per curare la ferita all’amica come un vero professionista.

    -Ok ora brucerà un po’.. porta pazienza..-


    Avrebbe detto il rosso mentre disinfettava la ferita con estrema perizia, possedere una precisione da falco aveva i suoi vantaggi.

    -Mmh.. il veleno ormai è in circolo.. molto probabilmente sentirai del malessere per un paio di giorni fino a quando il tuo organismo non lo metabolizza.. purtroppo non ho portato antidoti con me!..-


    Il rosso avrebbe quindi cominciato a richiudere la ferita poggiando le mani sulla spalla della ragazza, uno strano bagliore verdastro aveva preso a luccicare forse infastidendo la ragazza data la posizione vicina al volto. Il rosso sembrava concentrato e allo stesso tempo rilassato, sembrava che la ragazza non corresse alcun rischio particolare.

    -Ehi.. ti ho mai raccontato di come ho imparato ad usare questa tecnica?!.. ho fatto saltare in aria una ventina di pesci prima di riuscire a padroneggiarla..ahahah.. dovevi vedere la faccia di Reevere.. ahahaha.. sembra che il mio chakra non sia il massimo per curare gli altri!..-


    Il rosso avrebbe cercato di appianare un attimo l’animo in subbuglio della bionda prima di lanciare la sua frecciatina. Deidi era senza alcun dubbio una grande ninja, ma i suoi modi a volte erano forse un po’ troppo, estremi e forse Hamano intendeva dire quello pochi istanti prima, anche se nel peggiore dei modi. Il bagliore dalle mani del rosso ora aveva leggermente diminuito la sua intensità, sembrava che la ferita si fosse richiusa senza problemi.

    -Ricorda Deidi.. che siamo pur sempre una squadra.. sei stata mandata qui in missione perché fai parte dei Sand Scorpion anche tu.. minacciare di morte un compagno di squadra.. non dovresti nemmeno pensarlo per scherzo!.. ricordati che noi.. siamo i tuoi amici e compagni.. sempre!..-


    Il rosso avrebbe quindi terminato di curare la ferita cambiando immediatamente espressione e mostrando un gran sorriso soddisfatto, aveva fatto proprio un gran bel lavoro questa volta, la spalla di Deidi fortunatamente non era esplosa come i pesci all’ospedale.

    -YEAH!!!.. ho fatto davvero un bel lavoro qua!.. allora che si fa?!.. leghiamo questi tizi come dei salami e torniamo a casa.. tutto questo movimento mi ha messo addosso una fame allucinante!!!.. mangerei uno di quei spiedini che fanno al mercato.. mmh.. oh sono una favola.. si potrebbe andare a mangiarli assieme.. paga Hamano ovviamente..-


    Le copie aiutate da Hamano se lo avesse voluto avrebbero stabilizzato il tizio di Kiri bendandolo e curandolo a dovere, certo era che presto doveva essere ricoverato in un ospedale o sarebbe comunque morto. Hoshi sperava di essere riuscito ad appianare le cose in qualche modo, come dice il detto una “Deidi infuriata ti rovina la giornata” e un” Hamano al giorno ti toglie le rogne burocratiche ti torno”.




     
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    Nonostante la sua ritrovata tranquillità Hamano sentiva l'impulso di rispondere all'aura di morte e desolazione di Deidi, ma voleva fare le cose con calma.
    Sapeva di avere detto cose pesanti ma non aveva nessuna intenzione di tornare indietro. Aspettava che la bionda facesse la prima mossa per reagire.
    Forse la situazione sarebbe degenerata (e date le premesse era mooooolto probabile) ma Hoshi, che era stato messo in disparte dai due fece valere la sua presenza.
    Improvvisamente comparirono delle copie del rosso al fianco del kiriano oramai sempre più vicino alla luce che cominciarono subito a curarlo. L'originale si avvicinò ad Hamano che gli fece capire che era il caso di smetterla.
    Alle parole dell'amico Hamano si riprese di colpo dallo stato in cui si trovava. Fino a due secondi fa era pronto a rispondere alla furia cieca di Deidara anche con la forza, e il pensiero di dover fare a pugni con l'amica e compagna di squadra lo fece ridere e vergognare di sè nello stesso momento.
    Quando poi il rosso gli diede le garze con cui curare il kiriano gli diede un'occhiata divertita prima di prenderle in consegna.

    Si vede che sei tu il capo della squadra.

    E se ne andò in direzione del nukenin che si stava ristabilendo almeno in parte.
    L'intervento del rosso aveva salvato la situazione ma di certo Deidara non gliela avrebbe fatta passare liscia così.
    Già sapeva che da lì in poi gli sarebbe toccato un trattamento ancor più prepotente e furioso da parte della Yagi di quanto facesse normalmente, ma stavolta l'idea in sé lo rallegrava.
    Comunque ciò che le aveva detto era ciò che Hamano pensava, su questo non c'erano dubbi, ora sperava che l'amica non la prendesse troppo sul personale.

     
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    -YEAH!!!.. ho fatto davvero un bel lavoro qua!.. allora che si fa?!.. leghiamo questi tizi come dei salami e torniamo a casa.. tutto questo movimento mi ha messo addosso una fame allucinante!!!.. mangerei uno di quei spiedini che fanno al mercato.. mmh.. oh sono una favola.. si potrebbe andare a mangiarli assieme.. paga Hamano ovviamente..-


    « Tzk! »
    Schiaffeggiò la mano di Hoshizuku, scacciandola.
    A giudicare dalle sue parole aveva fatto, tanto le bastava. Nemmeno sapeva perché l'aveva lasciato fare, in realtà normalmente l'avrebbe preso a calci a partire dal preciso istante in cui si era messo in mezzo, figuriamoci dopo che aveva avuto il coraggio di chiederle di togliere la camicetta! Dannato moccioso. Incapace di stare al suo posto, non solo si era messo in mezzo ignorando la sua implicita minaccia di fare a pezzi l'Iga, ma veniva perfino a farle la predica!!! Squadra? Compagni?? Amicizia???

    « Tu sei tutto scemo, credimi! »
    Sollevò la spallina della camicia e distolse lo sguardo, rossa in viso come un pomodoro maturo.
    Prima o poi, ne era certa, avrebbe staccato un braccio o due a quel ficcanaso, per la sua abitudine di mettersi in mezzo.

    Cattura-49

    « Uhm... interrompo qualcosa...? »
    Una sempre fin troppo solare Ai Otonashi irruppe in mezzo al gruppo, materializzandosi da chissà dove. Sfruttava in maniera un po' impropria l'abilità delle Danzatrici di essere terribilmente silenziose e straordinariamente discrete nei loro movimenti, quasi si divertisse alle spalle di tutti apparendo all'improvviso quando meno te lo aspetti. Il faccino da volpe era sorridente e spensierato, sarebbe sembrata il ritratto di una ragazza solare non fosse per la macchia di sangue che faceva bella mostra di se sulla camicetta nera.
    « Sanguini? »
    Un'amica, una compagna, avrebbe avuto la decenza di mostrarsi almeno un po' preoccupata. Tuttavia la voce di Deidara, in quel frangente, sembrava più curiosa che preoccupata. Ai non sembrò farci caso, abituata com'era ai repentini sbalzi d'umore della biondina.
    « No problem: non è mio, un cretino ha cercato di passare sotto le gambe di Chiruru e ho dovuto tirarlo fuori prima che se lo mangiasse. »
    Sbatté una mano sulla fronte, scuotendo il capo.
    « Ma si può essere così idioti da provare a passare sotto una volpe tricefala?? E non era neanche uno shinobi serio, nel Bingo Book c'è scritto che è fuggito dal suo villaggio dopo essere stato respinto agli esami genin dell'Accademia! »
    Lasciò perdere Deidara e guardò il mezzo plotone di Hoshi che provvedevano a curare qua e là.
    « Bravo Rosso, vedo che ti sei già portato avanti col lavoro e ti sei già moltiplicato. Seira sta impazzendo là dentro... »
    Spalancò la porta che dava sul retro, rivelando uno scenario da incubo che prevedeva un piccolo esercito di nukenin sparsi ovunque ai quattro venti, in un coro depresso di dolore mortificato e flebili richieste di pietà. Haruka Yakumo era seduta su di una sedia, il mento adagiato con fare pensoso sull'elsa di una magnifica nodachi di oltre due metri, che a giudicare dai buchi che aveva fatto per terra ed i banconi da bar dilaniati in mille pezzi doveva pesare il doppio della Meydo di Hamano.
    Un nukenin, chissà come, era finito perfino sul lampadario. Ora volteggiava pigramente al ritmo della ventola che diffondeva aria pulita nel night club, le braccia riverse verso il suolo e la faccia di uno che aveva visto tempi migliori. Un altro si era conficcato con la testa dentro il muro, e di lui erano visibili soltanto le spalle ed il resto del corpo, dando la macabra illusione che fosse stato decapitato. In tre o quattro avevano perso una mano o tutto un braccio, un'altra mezza dozzina avevano squarci che li avrebbero spediti al creatore nel giro di poco se qualcuno non si fosse preso la briga di stabilizzarli, senza contare quei poveretti che avevano braccia o gambe piegate in angoli innaturali. Sembrava uno scenario da Grande Guerra dei Ninja, invece quella piccola apocalisse era stata provocata una sola, implacabile persona.

    Da qualcuno, dopotutto, Deidara Yagi doveva pur aver appreso le sue tecniche, no?
    Ad occhio e croce, comunque, le serviva ancora parecchio per essere sul livello della Prima Danzatrice.

    Ai tirò fuori dal nulla un blocco degli appunti, che srotolò in una specie di lista, a cui aggiunse alcune voci.

    « La Diavolessa è andata vicino al suo record! Trentasette avversari stesi, non male, non male. Il suo record è quarantotto, ma solo perché valgono unicamente gli shinobi veri. Peccato, ce n'erano troppo pochi... »
    Parlava con il tono di un commesso dei centri scommesse.
    Richiuse la porta di scatto, rivolgendo un sorriso allegro ad Hamano.
    « Senti un po', Hama-hama... prima avete nominato una persona, un certo Kengamine... ecco, mi è sorto un dubbio. »
    Si toccò il mento con un dito, pensosa.
    « Per favore, non è che potresti dirmi quanti anni gli dai...? Non riesco a ricordare chi è, tuttavia tirando a indovinare basandomi sull'umore nerissimo della Diavolessa, mi viene in mente solo una persona, e... come dire... »
    Sorrise allegra, come se quella fosse una buona notizia:
    « Stavo giusto pensando di scappare via nel caso fosse lui. Sai com'è,io e la mia testa abbiamo una storia d'amore che prosegue da ventun anni, sarebbe un peccato separarsi proprio ora che siamo una coppia così affiatata!!! »

    "Quanti anni gli daresti?"
    Strano. Era la stessa domanda che Kengamine ripeteva continuamente al buon Hamano più o meno tutte le sere, per prenderlo in giro...

     
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  10. Manu ©
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    Aveva terminato di sistemare le garze al kiriano al meglio delle sue possibilità (in fondo non era mica un medico!) mentre la furia di Deidara veniva placata dall'amico Hoshi che chissà come aveva acquisito un certo ascendente sulla bionda.
    Sembrava fosse quasi in imbarazzo vicino al rosso ma ad interrompere tutto ci pensò l'amica di Deidara, Ai Otonashi.
    Senza ben capire da dove e in che maniera la ragazza era sbucata tra di loro con un aspetto così solare ed ingenuo che faceva a pugni con la chiazza di sangue sulla sua camicia, ma a quanto pareva non era che una ferita superficiale.
    Se già la situazione tra i tre Sand Scorpions era sufficientemente surreale tra un Hamano incavolato ed una Deidara che non aveva perpetuato la sua furia omicida alla danzatrice bastò aprire la porta sul retro del locale per poter osservare una scena degna del peggior/miglior film horror splatter.
    L'ammontare di sangue in quella stanza era incredibile e veniva da domandarsi quanti arti fossero stati mozzati per averne una così grande quantità. I corpi dei disgraziati nukenin non si riuscivano a distinguere tra tutto il caos che regnava lì dentro, ma ciò di cui si era certi era che la donna seduta nel locale emanava un'aura di distruzione che in confronto quella di Deidara era equiparabile a quella di una scolaretta timida e sbadata.
    Alla vista della nodachi della donna sentì Hamano sentì Meyio vibrare, e rimase un paio di secondi immobile per poi parlare.

    Altroché se l'ho vista, però cera di rivedere il tuo vocabolario, sei peggio di un scaricatore di porto.

    Il ragazzo si riprese quando Ai chiuse la porta di scatto. La danzatrice poi gli chiese se il sensei Kengamine fosse proprio quello che pensava lei, semplicemente chiedendogli quanti anni gli dava.
    Hamano aveva già capito cosa volesse dire la ragazza. In realtà la domanda più corretta era "Ma si tratta dell'ex di Haruka?" e siccome odiava tutti quei giri di parole disse tutto.

    Guarda che so tutto mia cara, quindi ti dirò sì, quel Kengamine è proprio quel Kengamine lì.

    Si grattò dietro la testa scuotendola vigorosamente.

    Non riesco proprio a capire il motivo di tutti questi segreti. Sono persone adulte no? Se hanno avuto qualche problema possono risolverlo parlandosi, non vedo il problema.

    La sua solita beata ignoranza.

     
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    Fortunatamente Deidi era riuscita a riottenere il suo instabile self control e le parole del rosso erano riuscite a dissuaderla dal massacrare Hamano, in qualche modo era riuscito a scamparla. Il rosso aveva appena finito di curare la spalla della bionda quando una sfavillante AI si materializzò davanti a loro con il suo solito modo di fare da ficcanaso. Il rosso cacciò un urlo quando la vide, non tanto per la paura, ma per la sorpresa, non l’aveva proprio sentita arrivare.

    -Waah!!.. oh cavolo.. sei tu AI?!.. accidenti ma devi sempre comparire in questo modo?.. come è andata li dentro?..-


    La ragazza sembrava si fosse data da fare come il resto del gruppo, ma la cosa più sconcertante era quello che invece Haruka aveva fatto dentro alla bettola. Quando Hoshi sporse la testa per vedere dentro bloccò a stento un conato, tutto era imbrattato di sangue e pezzi di uomo stavano un po’ sparsi per tutto il pavimento, una scena a dir poco raccapricciante, e pensare che ora toccava a lui sistemare e ripulire tutto, ma perché diavolo si era iscritto a quel corso per ninja medici quella volta.

    -Uff.. ok..ok.. ho capito.. i due tizi la sono stabili.. ragazzi andiamo dentro a vedere cosa riusciamo a fare!.. a dopo..-


    Il rosso si sarebbe quindi diretto all’interno del locale accompagnato dalle sue copie, era strano ma tutte avevano un espressione incuriosita mista al terrore. L’ultima volta che aveva visto e parlato con Haruka era stata quella dopo lo scontro con Deidi in mezzo alla strada principale di Suna, in quella occasione l’ancora moccioso Hoshi aveva sfruttato la sua pucciosità per entrare letteralmente nelle sue grazie, tuttavia. L’ultima volta che aveva avuto a che fare con lei direttamente non era stato assolutamente piacevole, quella donna sapeva essere tremendamente ostile, e alla palestra lo aveva dimostrato a colpi di scarpe e ciabatte che fortunatamente avevano colpito solo la povera Kurioko.

    Appena entrato il rosso avrebbe dato indicazioni alle copie che già sapevano che cosa fosse necessario fare, chiudere le ferite e bloccare le emorragie aveva priorità assoluta. Ed eccola la seduta al bancone con al fianco una trave di ferro affilata capace di spaccare in due un palazzo, era lei la Diavolessa della palestra del Loto Bianco, la bellissima e spietata Haruka Yakumo. Il rosso le si sarebbe avvicinato senza mostrare paura o che altro, era sereno fin che sapeva di essere un suo alleato, trovarsela come nemica doveva essere terrificante.

    -Ehm.. ciao!.. sono Hoshikuzu Chikuma.. l’amico della nan.. ehm di Deidara.. ti ricordi?!.. devo dire che avete fatto davvero un gran bel lavoro qua.. si insomma.. eheheh.. al resto ci penso io.. a stabilizzare questi poveracci!..-


    Accidenti quella donna seduta emanava una strana aura di potere, in quel momento poteva anche sorriderle ma sempre quell’alone di predominanza non l’avrebbe abbandonata, era come stare in compagnia di una grossa tigre affamata, pazzesco. Il rosso si sarebbe quindi messo all’opera per salvare quante più vite possibile, era davvero fortunato ad essere un ninja di Suna e non uno di quei poveri Nukenin disgraziati.



     
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    Trentasette. Trentasette!!! Tre decimi e sette unità. Dodici volte tre, più uno ancora! 3-7, proprio inteso come trenta-sette, che in tutte le lingue del mondo sta ad indicare una cifra composta da trentasette elementi diversi. Ai poteva anche riderci su, scherzare in merito a quella mattanza, poteva fare tutto l'umorismo che voleva e mettersi pure a fare le statistiche, ma erano TRENTASETTE MORIBONDI, che per Seira -l'unica cosa che si avvicina anche solo vagamente ad un medico nella troupe di Danzatrici di Suna- erano trentasei di troppo!!!

    « Insomma, in quel momento io volevo rimanere sola con Otonashi-sempai, no? ♥ E a quel punto, lui mi ha detto... sensei, ma mi ascolta?? »
    Kuroko Shirai scoccò un'occhiata di rimprovero alla sua dolce, affettuosa e un po' svampita sensei, rea di non dare la dovuta e fondamentale importanza agli
    ultimi romanticissimi sviluppi della futura relazione rovente e proibita che la vedevano protagonista.
    Ma Seira, la numero tre della palestra, non la ascoltava. Tutti i suoi neuroni erano intenti a saltellarle in testa ripetendo "trentotto, trentotto, trentotto",
    come i moribondi che la scatenata Haruka aveva lasciato sul campo di battaglia del night club.

    CITAZIONE

    -Ehm.. ciao!.. sono Hoshikuzu Chikuma.. l’amico della nan.. ehm di Deidara.. ti ricordi?!.. devo dire che avete fatto davvero un gran bel lavoro qua.. si insomma.. eheheh.. al resto ci penso io.. a stabilizzare questi poveracci!..-


    « Oddio, no, ti prego... »
    Stavano per diventare trentotto. Peggio ancora, l'aspirante trentottesimo era il nipotino del Kazekage!!!

    Seira sbiancò. Abbandonò il tizio che aveva cui stava riattaccando le dita con la stessa perizia di ricomporre un puzzle, calpestandogli la faccia nella foga di salvare la vita al povero Hoshizuku Chikuma, che abituato com'era alla piccola Deidara non aveva la più pallida idea di quanto pericolosa possa essere la Prima Danzatrice del Loto Bianco. L'irascibile biondina aveva fatto passare un brutto quarto d'ora ad nukenin e minacciato di morte un compagno, e questo era indubbiamente un comportamento degno di una persona molto pericolosa, ma Haruka Yakumo aveva massacrato trentasette traditori e minacciava con la sua sola aura mortifera di fare strage anche degli alleati presenti nel locale se provocata in maniera del tutto priva di tatto. E si dava il caso, che spesso e volentieri non servisse nemmeno una vera e propria provocazione per scatenarla.
    La solitamente leggiadra Danzatrice irruppe sulla scena con la violenza di una mandria di bisonti, trascinando via il Rosso dopo aver biascicato una scusa del tutto inventata circa il dover interloquire urgentemente ed in privato con il Chikuma. Fatto ciò lo trascinò fuori e sbatté la porta, sentendo dietro di se lo sguardo di Haruka, che ai suoi sensi era fin troppo simile a delle sferzate di un gatto a nove code crudelmente uncinato

    « Salvi. »
    Disse con un sospiro di sollievo, scaricando Hoshi di fianco al gruppetto formato da Hamano, Deidara ed Ai.

    CITAZIONE

    Guarda che so tutto mia cara, quindi ti dirò sì, quel Kengamine è proprio quel Kengamine lì.
    Non riesco proprio a capire il motivo di tutti questi segreti. Sono persone adulte no? Se hanno avuto qualche problema possono risolverlo parlandosi, non vedo il problema.


    ... Sicura, Seira?

    « Ah... quindi è proprio quel Kengamine... »
    Rifletté Ai, puntando gli occhi da gatta sulla sempai appena sopraggiunta con aria pensosa.
    « Okkey, io ho da fare. Vediamo, è più lontano il paese del thè o l'estremo sud del paese del fuoco...? »
    Ancora sollevata per lo scampato pericolo, Seira non intuì immediatamente cosa stava succedendo.
    « K... Kengamine...? Non mi è nuovo. »
    Ai le sorrise, e sorrise anche agli altri, prima di riprendere il suo taccuino, scarabocchiare due parole, strappare un pezzo e darlo a Deidara.

    « Bene, voi ragazzi tornate al villaggio, preparatevi di corsa e poi ripartite per Kiri, la scusa è che riportate personalmente questo qui al nido. »
    Indicò il nukenin che se l'era vista brutta con la biondina, prima di rivolgersi a Seira con la solennità di una camerata in guerra che saluta la compagna
    di mille avventure prossima ad imbarcarsi in una missione suicida per salvare il resto del plotone.
    « Seira, davvero... è stato bello conoscerti. Nel caso, ti autorizzo ad usare Kuroko come scudo umano. Quando tornerò al villaggio verrò a trovarti... »
    Ci pensò su, poi sorrise ancora allegra e spensierata.
    « In effetti chissà se ci sarà ancora un villaggio, ahahahahahahah!!! Ok, ciao. »
    Compose un sigillo e scomparve.
    La risata aleggiò per un po' nell'aria e suonava terribilmente seria.
    Più o meno in quel momento, Deidara guardò il foglietto per gli appunti che le aveva dato Ai.

    "Scappa. Portati dietro i due. Non guardarti indietro.
    Qualsiasi cosa accada, tieniti ad almeno qualche decina di chilometri dalla Diavolessa."
    Senza chiedersi né chi né quando né perché, raccattò il suo nukenin tirandolo su per la collottora, lo sbatté in braccio ad Hoshi e si avviò alquanto di fretta.

    « Bene, noi andiamo. »
    « A... andate dove??? »
    « Kiri. »
    « E... mi lasciate qui??? »
    « Ah-ah... »
    « Da sola??? »
    « Ah-ah... »
    « Con lei??? »
    « Ah-ah... »
    « ... Portatemi con voi. »
    « Scusa Seira, siamo di fretta... »

    E se necessario avrebbe trascinato via Hamano e Hoshi urlanti e scalcianti pur di andarsene in fretta da lì.


      Bene, giocata conclusa come da accordi. Si prosegue in quel di Kiri, appena apro la giocata vi invio i link. Il filone narrativo di questa giocata sarà ripreso e concluso (o ampliato ulteriormente, a seconda di come ci gira) al termine della scena a Kiri, come da accordi fra me e Manu.
     
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26 replies since 11/7/2011, 21:28   476 views
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