Il Muto e La Civetta

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    Il Muto e La Civetta.
    La Lunga Strada.


    Quanto era successo a Taki, in termini di combattimento e di risultato effettivo, poteva definirsi un completo fallimento. Alla fine ogni team era stato smembrato o aveva subito delle perdite e chi era sopravvissuto tornava a casa con l'amaro in bocca e, per quanto possibile, veloce come il vento. Tra questi anche il piccolo Ryuwhan cercava di tornare nelle gelide e fredde lande di Kiri, ma lungo la strada qualcosa di imprevisto lo attendeva silenziosa.

    [ ... ]



    Non c'era nient'altro che la terra battuta, solo e unicamente quella, lungo la lunga strada che portava da Taki verso la costa. Il pericolo era oramai alle spalle, i Nukenin avevano smesso di inseguire gli accademici ed il de briefing aveva permesso ad ogni membro dei vari team di riprendere la strada di casa nella più assoluta segretezza. Ryuwhan, però, era come spiato da qualcuno durante tutta la prima parte del suo percorso. C'erano degli occhi, forse più di due paia, che lo scrutavano e lo fissavano incuriositi e bramosi di carpire il segreto di quel giovanotto così piccolo eppure così deciso. Non lo avevano sentito parlare, ma potevano percepire chiaramente che era in grado di comunicare in modi.. diversi.

    Qualsiasi cosa fossero le creature che lo stavano osservando si muovevano tra gli alberi e tra le fronde secche di quei tronchi meno fortunati che erano periti per il gelo. - Uhh Uhh - Un suono, simile ad un gorgoglio, attirò l'attenzione del neochunin vero uno dei rami più bassi, dove sostava un pennuto dall'aria assonnata. Lo fissava con gli occhi gialli e l'espressione intelligente di quelle tipiche dell'animale che sta per fare qualcosa, ma restava immobile a fissare il giovane kiriano quasi fosse un qualcosa di rara bellezza. - Uhh Uhh - Lo richiamò nuovamente, inclinando la testa di lato e cercando in qualche modo di togliersi qualcosa tra le piume. Guardandolo meglio si poteva vedere chiaramente che nel candore del piumaggio c'era una brutta ferita che si era aperta tra l'ala ed il corpo, da cui usciva lentamente del sangue rendendo sempre più debole il piccolo volatile. - Uhh Uhh - Continuava chiamare, adesso con un tono disperato, all'indirizzo di quel tizio senza piume che pareva poterlo aiutare in qualche modo.

    Poi, tutto ad un tratto, una voce risuonò nella testa di Whan, una voce morbida e delicata, quasi un canto leggero e femminile. - Ciao Ryuwhan, io sono Anakatelia, la signora di questo piccolo pezzo di bosco e la Regina di quella meravigliosa creatura che vedi davanti ai tuoi occhi.. so che non ti è permesso parlare, ma puoi fare del bene aiutando quel piccolo a guarire, togliendogli la spina che continua tormentarlo.. fa questo ed egli saprà esserti molto riconoscente. - Poi la voce scomparve, lasciando solo il pennuto a dimenarsi e frignare debolmente, sempre più debolmente.

     
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  2. Ryuwhan
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    La guardia cade sotto il peso della sublime forza del senzatetto; le sue gambe cedono ora che la zona dal perineo al plesso solare è stata squarciata, ora che l'ultimo colpo di kunai ha perforato la vescica e l'odore di urina ha cominciato a riempire l'aria di questa notte maledetta.
    Mentre gli ultimi istanti di quella patetica comparsa e delle altre due guardie si consumano in un unico lago di sangue e feci, Ryuwhan è già schizzato via, fino alla base della torre: seguendone le forme arriva nel punto dove Akimaru avrebbe dovuto atterrare la sua (unica) guardia. La comparsa è lì, priva di coscienza, ma del Ciclope nessuna traccia.
    Subito il senzatetto sonda la mente della comparsa, ma anche i suoi ricordi non presentano il viso del Ciclope.
    E gli altri due? B&N e L'anonimo? Dovevano essere lì con lui, a ciascuno spettava una di quelle patetiche guardie, eppure ora solo i fendenti di Ryuwhan tappezzano i loro corpi.

    All'interno dell'oscurità e dell'erba fin troppo alta il bambino cerca di scorgere le figure dei "compagni". Niente.

    Cosa fare, dunque? Continuare la missione? E come?
    La risposta nostro malgrado arriva subito: Cloni D'acqua, e su ciascuno di essi una trasformazione, così da renderli uguali alle patetiche guardie. Un grande dispendio di chakra, certo, un infinito pericolo, ovvio; eppure ecco che il bambino comincia a nascondere i corpi delle guardie dentro l'erba, pulisce il sangue grazie alle sue tecniche acquatiche e si dirige verso il fiume che divide le due torri dal villaggio.

    Deve fare attenzione a non avvicinarsi troppo al ponte, quello che poi avrebbe dovuto far saltare, o sarebbe stato scoperto. Tre cloni d'acqua, copie perfette del senzatetto, un gruppo buffo e letale al tempo stesso.
    Il gruppo di bambini si dirige silenziosissimo ancora una volta alla base della torre. Prendere le loro sembianze è un gioco da ragazzi, ma il chakra esiguo che era riuscito a donare alle copie era sufficiente solo per pochi minuti di trasformazione. Una tecnica alquanto scomoda, quella. Siamo sicuri che Ryuwhan abbia già preso la decisione di rimpiazzarla al più presto con una meno "problematica". Di recente abbiamo l'impressione che le tecniche del Letamaio gli stiano sempre più strette...


    [...]



    Non sappiamo il motivo per il quale il senzatetto abbia deciso di prendere questa strada. Normalmente la via più veloce sarebbe stata quella già battuta; eppure chi è stato più volte catturato e rapito come Ryuwhan sà che non c'è luogo più ghiotto per i bracconieri che una piatta e visibile strada di pietra. Certo, non che il bambino non sappia decapitare o dilaniare il corpo di qualche bracconiere, ma sembra ormai più un'abitudine che altro, un riflesso condizionato.

    Ma spesso le abitudini portano sciagure, specialmente quelle più radicate. Ed ora che dei rumori nefasti riempiono la foresta nella quale in bambino si è venuto a trovare, sappiamo che il dogma è stato rispettato appieno.
    Ryuwhan si blocca di colpo, estrae ben tre kunai, mentre il suo sguardo è fisso su qualcosa. Ne seguiamo la linea visiva fino a che non vediamo l'orrore ad una manciata di metri da noi: un ripugnante volatile, appollaiato su di un albero fin troppo basso per i nostri gusti ci scruta, o meglio, scruta Ryuwhan, poiché noi siamo invisibili e intangibili.
    Spostiamo nuovamente il nostro sguardo su Ryuwhan, e quella che prima sembrava lieve sopresa sul suo viso si è tramutata in terrore misto a profondo disgusto e odio. In realtà il cambiamento è impercettibile sul volto apparentemente impassibile del bambino, ma noi lo vediamo (e lo sentiamo) con molta facilità.

    Ora il bambino comincia a guardarsi intorno in maniera agitata, come se mille ombre lo stessero circondando, ma nulla coglie i nostri occhi.
    Si tappa le orecchie, per qualche motivo. Forse qualcuno che conosce la sua debolezza gli sta tendendo un agguato? Ryuwhan sembra sentire cose a noi aliene, e non possiamo fare nulla per aiutarlo. Che sia la sua fine?
    Ora si calma, forse ha compreso la situazione, il suo volto è di nuovo impassibile. Getta un'altra occhiata al mostro sul ramo, lo facciamo anche noi.
    Vediamo che in realtà l'immonda creatura è impossibilitata a muoversi a causa di una ferita piuttosto grave all'ala. Ce ne rallegriamo, e così fa anche il bambino.
    Normalmente avrebbe già scagliato i Kunai sul volatile; decine di uccelli sono periti in quella maniera senza neppure aver compreso il perché. Ryuwhan però non ha bisogno di sprecare dardi per quella rivoltante creatura, dato che presto esalerà l'ultimo respiro da sola.
    Il bambino è più crudele di qualsiasi entità malvagia in questo momento, e si rallegra del fatto che il volatile morirà dissanguato fra atroci sofferenze; non c'è motivo di salvarla dal dolore regalandole una morte repentina.

    Il senzatetto riprende il viaggio scattando via lontano da quell'area, e non si guarderà mai più indietro.
     
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  3. S h a y
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    Il Muto e la Civetta.
    Una scelta Difficile.

    Whan non era certo uno di quei bambini affascinati dagli animali, tutt'altro, odiava visceralmente gli uccelli, di qualsiasi natura e genere fossero, ma Anakatelia aveva percepito in quel pargolo qualcosa di interessante, abbastanza interessante da spingerla a compiere un gesto così poco etico come ferire una creatura del suo bosco per mettere alla prova quel giovanotto. Eppure non era andata secondo i suoi piani, Whan non si era nemmeno lontanamente avvicinato alla Civetta ferita, l'aveva abbandonata al freddo e ad una morta lenta e dolorosa. Non aveva nemmeno voluto porre fine alla sua vita in modo rapido.. era quasi frustrante osservare dagli alberi quell'esserino senza piume che correva lontano, cercando di uscire dal bosco il prima possibile.

    [ ... ]



    Dal bosco non usciva nessun rumore e gli sguardi sembravano essere finalmente cessati sulle spalle del Muto. Poi, come un fulmine al ciel sereno, qualcosa si mossa sulla destra, tra gli alberi, piombando in mezzo strada con violenza inaudita. Un gigantesco orso era letteralmente piombato in mezzo al cammino di Whan ruggendo furioso. Era alto almeno due metri e dal folto manto bruno, poteva essere li in cerca di cibo ma qualcosa sull'addome della bestia indicava che la sua presenza in quel luogo era di tutt'altra natura. Un Simbolo abbastanza evidente era stato come marchiato a fuoco sul torace della bestia che, levandosi sulle zampe posteriori, lo mostrò nella sua interezza. Anche il più inesperto Ninja l'avrebbe riconosciuto come un Sigillo di qualche natura: Evidentemente qualcuno non voleva che Lui lasciasse il bosco.. o voleva punirlo per non aver fatto qualcosa di importante. - Questo è quello che ti aspetta per aver abbandonato un'anima in difficoltà. - Ancora quella voce che gli risuonava nella testa. - Devi fare una scelta adesso piccolo Ryuwhan, affrontare l'orso oppure fidarti della mia voce.. a te la scelta. - Certo, era difficile fidarsi di qualcosa che poteva tranquillamente essere una Genjutsu di qualche Nukenin, ma era ancora meno felice doversi misurare con una bestia assetata di sangue con il cervello completamente fuso da un sigillo.

    hissybear



    L'Orso rimaneva immobile, ringhiando e sbavando schiuma dalla bocca, aspettava la risposta del giovane, aveva l'ordine di restare li impalato a consumare di rabbia la propria essenza fino al momento in cui il piccolo Kiriano non avesse deciso cosa fare.. Doveva affrontare le sue paure e fidarsi di quelle creature volanti e piumate oppure lottare alla morte con una bestia sei volte più grossa di lui. Dal bosco, qualche metro più indietro, una Civetta svolazzò sul ramo di un albero al bordo della strada, osservando la scena.

     
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  4. Ryuwhan
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    Ah ma, ora ci torna alla mente quella credenza spicciola che molte comparse si dilettano nel seguire: "Karma".
    Ryuwhan non crede in nulla, se non in ciò che può essere dimostrato, e così facciamo anche noi; quindi non c'è da meravigliarsi se la sorpresa nei suoi occhi è ora palese (per noi), ora che una nuova ruggente e grassa bestia dirige il proprio odio verso il bambino, come questi aveva fatto con l'uccello, sebbene passivamente.

    No, no, non può essere quello il motivo, questo deve pensare il senzatetto, anche ora che il simbolo sul ventre del mostro è chiaramente visibile, e Ryuwhan ha solo pochi attimi per analizzarlo, prima di dover riportare le mani a copertura dell'apparato uditivo, ancora una volta senza apparente motivo. Che stia perdendo il senno?
    Il dolore alla testa sembra scadere subito, indubbiamente, poiché le sue mani tornano lungo le cosce, per raggiungere le sporche lame ivi alloggiate.
    Nel frattempo, il suo sguardo non si sposta dalla creatura. La sua bassa statura gli permette di visionare lo stomaco della bestia per certi versi, eppure il senzatetto non pare venire a capo della natura di quel simbolo. Le linee a spirale sembrano suggerire un collegamento fra il corpo della creatura e un chakra (esterno o interno). Ma per il resto le scritte e i segni sono alieni, a noi così come al bambino.

    La bestia non lascia alcun suo muscolo muoversi, a parte quelli delle fauci, il cui scatto occasionale tiene a bada ogni reazione altrui.
    Anche il senzatetto stesso non rivela alcuna intenzione offensiva o difensiva. Capiamo il motivo della cautela adottata: se la bestia ottiene li potere di un chakra esterno, c'è la possibilità che questo terzo incomodo influisca sull'andamento di un eventuale eutanasia apportata dal bambino nei confronti di quell'abominio. Ma dunque perché non fuggire? Di certo quella creatura non sarà più veloce di un genio come Ryuwhan. Che sia tale la fiducia del bambino nei confronti della potenza terrificante dei simboli? Probabile.
    Oppure crede che anche sfuggendo ad una bestia ce ne saranno altre a dargli la caccia? Che abbia cominciato a credere nel "Karma"?

    Ma quando il suo dito si alza, allontanandosi dalla coscia e creando una stringa di chakra grigio tendente al celeste, capiamo di non essere al passo con gli avvenimenti.

    CITAZIONE
    La seconda.

    Sta forse tentando di comunicare con la bestia? Oppure ha addirittura scoperto la Nostra presenza? No, impossibili entrambe le teorie.
    Ora però notiamo qualcosa che prima non avevamo colto: ancora un altro volatile, probabilmente della stessa sporca razza di quello precedente, scruta la situazione con freddezza dall'alto. E' con lui che il senzatetto sta comunicando? Questa è la risposta più certa.
    Ma a cosa si riferisce? E quali alternative gli sono state date da quei vendicativi animali?

    Presto lo scopriremo.
     
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3 replies since 7/2/2012, 17:58   56 views
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