In cerca di amici

Agguato-Regione F14

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    In cerca di un Amico
    ...cercando di spiegare...



    × Off-Game ×


    × Legenda
    Narrazione
    °Pensieri°
    «Dialoghi»


    Non andava. In nessun modo. Da quando avevo abbandonato Kiri partendo alla ricerca di nuovi stimoli, non avevo ricevuto nulla oltre alle disgrazie. Il Destino non mi aveva degnato della propria attenzione, e una tale cose mi faceva irritare alquanto. Sapevo di non poter durare molto. L'unione faceva la forza, e io non potevo agire nascondendomi tra le foglie e i rami delle foreste più svariate. Avevo un maledetto bisogno di una boccata d'ossigeno. Un piano, del denaro, e un nascondiglio erano le cose che più mi servivano. Non volevo deludere le mie aspettative, e le aspettative del frutto della mia solitudine.

    °Ho fame.°


    Aveva sempre fame. Quell'essere poco nobile aveva sempre una maledetta fame. Il Mondo Ninja era più crudele di quel che sembrava che fosse. E poi quella pioggia, l'incessante cadere delle gocce sul mio capo. Sembrava quasi che mi seguisse da Ame. Infondo, era mia amica. L'acqua rappresentava la vita. Quella scintilla umana, forza creante. Nascosto dalle foglie di quei cespugli, aspettavo che qualcuno passasse. Aspettavo una vittima. Un foglioso, o anche un kiriano. Poco m'importava. L'importante era la solitudine. Quella che mi avrebbe permesso di sopraffare. Eppure... non avevo molta voglia di combattere. Avevo un'innata difficoltà nel capire le motivazione su cui fondava il mondo ipocrita.
    Avevo freddo, ma non mi dispiaceva. Ogni cosa richiedeva sacrifici, e se ero nascosto li in attesa della mia preda, era per un motivo... gli ideali. Combattevo per ciò che credevo giusto, ed ero disposto a morire per quello. Eppure non riuscivo ad ammettere i miei errori, complice della mia solitudine.

    °Anche io°


    La pancia brontolava in un modo impossibilmente assurdo. Il viaggio da Ame verso quella zona, si era rivelato anch'esso particolarmente duro, e non me ne sarei andato senza ciò di cui avevo assolutissimamente bisogno: un amico. Sapevo che sarebbe stata dura. Sapevo che nessun accademico si sarebbe fatto corrompere facilmente, ma dovevo provarci. Se non sarei riuscito a farmi un amico, perlomeno avrei avuto un corpo, e grazie al corpo dei soldi. Infondo, erano loro che governavano il Mondo, e scatenavano Guerre. E loro mi servivano... in un modo assurdo.

    °E allora trova qualcosa°


    Fosse così facile trovare da mangiare qualcosa, in quel posto, con quel copri-fronte, e quella riga su di esso. Specie se qualcosa mi divorava dall'interno. Se i miei ideali si cibavano delle mie energie, e del mio corpo, lasciandomi senza forze. Il mondo è malvagio, eppure ero sicuro di essere l'unica stella brillante in un oceano di oscurità. Non poteva essere diversamente. Ero l'unico in grado di ricostruire. L'unico in grado di dare, o di togliere.

    °Resisti Asmodeus.°


    Una goccia cadde sul mio mantello. Poi una seconda, e una terza. Il diluvio cominciò pian-piano a farsi sentire. Gli dei della Pioggia aumentavano il ritmo incessante con cui l'acqua s'infranfeva sui rami degli alberi.

    °Dei passi!°


    Un sorriso comparve sul mio volto. Era il mio amico. O lo sarebbe diventato. Non v'era molta differenza sull'uso del suo corpo, affinché quest'ultimo mi avrebbe portato vantaggio. Era definitivamente tempo di testare le solide basi su cui fondava l'Accademia. Tempo di testare cosa un Accademico avrebbero dato per proteggere il proprio villaggio. Quando la figura passeggiante per quella strada mi fu vicina 12 metri, saltai giù dal mio albero. Atterrai con ambi i piedi in una pozzanghera. Quella dinnanzi a me era una strada qualunque. Una strada in terra battuta, che diventava una strada di fango nei giorni come quelli.

    «Ciao!»


    Mi tolsi il cappuccio, osservando la figura unicamente coi miei occhi color rubino. Mi sembrava di averla già vista da qualche parte, ma non riuscivo a ricordare quando, e in quali circostanze. Sotto il cielo grigio, rimasi ad osservarlo per un po', lasciando che anch'egli osservasse me. Sopratutto il mio copri-fronte, in quell'evenienza accuratamente legato intorno al collo. Forse avrebbe riso riguardo a quel che gli stavo per dire, ma non importava. Smorzai la tensione, cercando di mostrarmi amichevole nei suoi confronti.

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    «Vuoi essere mio amico?»



    Inclinai il capo a lato osservando il ragazzo. Non sembrava forte, e non aveva molte possibilità di scelta. Eravamo soli in quel luogo, e io volevo soltanto attirarlo dalla mia parte. Volevo che diventasse come me, che capisse le mie ragioni. Non era mai tardi espiare i propri peccati, e passare dalla parte di coloro che avevano ragione combattendo contro il falso buonismo, delle false persone, in un falso mondo.

    «Io mi chiamo Seinji Akuma, e tu?..»



    Sorrisi in attesa di risposta. Quel viso mi sembrava così familiare. Ero sicuro di averlo già visto da qualche parte, ma non ricordavo dove.
    No, non poteva essere lui. Mi preoccupavo troppo. Decisamente. Dovevo attirarlo dalla mia parte, e portarlo ad Ame. Il resto l'avrei fatto dopo.


     
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