Sala Operatoria di Ledah

[Negozio] Ricavata dall'ospedale.

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    [Continua da QUI]

    EHIIIII LEDAAAAAAAAHHH!! Gridò lo Yakushi già dal corridoio dell'ospedale (era l'amministratore, poteva fregarsene dei degenti), dopo aver superato l'ingresso e la sala d'aspetto dell'enorme struttura, dirigendosi a passo sicuro verso il reparto che il primario aveva preteso per sè. Non badare alle infermiere zombie, Miyori, non mordono. La rassicurò, forse in ritardo rispetto a quando avrebbe dovuto, visto che ormai erano già dentro. O almeno credo...mai provato..e in effetti ci son pochi cani e gatti in questa zona.. Sembrava dubbioso, ma come sempre il suo cervello lo difese dalle terribili verità deviando su altri pensieri.

    Piuttosto, non ti ho chiesto come mai vuoi imparare a fare tatuaggi..forse al tuo ragazzo serve un grosso dragone sulla schiena? Chiese, indicando il silenzioso accompagnatore della Kunoichi, che stava sempre alle loro calcagna ma non aveva praticamente aperto bocca fino a quel momento...

    A vedere quanto ci avrebbe messo Ledah a rispondere a quel disturbo della quiete ospedaliera...di certo non era saggio far aspettare troppo Febh. Solo una cosa è peggio di un Febh distratto: un Febh irritato!!
     
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    L'arte dei tattoo



    Narrato
    «Parlato di Miyori Uchiha»
    Pensato di Miyori Uchiha
    "Parlato di Hajime Saito"



    Mentre ci dirigevamo verso l'ospedale, mi venne in mente che non avevo la più pallida idea se il Ledh san si sarebbe fatto pagare in ryo per insegnarmi l'arte dei tatuaggi. In quel caso, se fosse risultato troppo esoso, avrei avuto un piccolo problema.
    Come risolverlo?
    Forse avevo trovato la soluzione adatta.


    «Febh?» Gli tirai una manica per attirare la sua attenzione. «Mi sono dimenticata di chiederti se avete delle tariffe standard che gli allievi devono pagare ai loro sensei per l'addestramento impartito.» Chiesi pensierosa.

    Indipendentemente dalla sua risposta avrei proposto la mia idea.

    «Senti, stavo pensando che forse potrei aiutarti con il crollo dell'edificio amministrativo. Purtroppo dubito che in casi del genere l'assicurazione rimborsi...» sempre che l'edificio fosse stato assicurato contro gli “infortuni” provocati dallo shinobi «...per cui ti ho trovato un'ottima soluzione al problema.» Commentai, assumendo un'aria cospirativa. «Mi offro come pittrice, sono molto brava sai? Posso anche affrescarti le mura del tuo ufficio con soggetti a tua scelta. Non sono molto esperta nelle costruzioni, ma imparo facilmente. Per i manovali aggiuntivi potresti assoldare le nuove leve otesi spacciando la cosa come una missione d'importanza fondamentale per il villaggio. Vedi l'aspetto pratico: gli shinobi si allenano e tu risparmi tanti ma tanti ryo. In cambio...» la mia espressione si fece nuovamente angelica «...potresti aiutarmi ad ottenere uno sconto con Ledah san. Che ne dici? Per favore...»

    Ignorai l'occhiata minacciosa che percepivo alle mie spalle.
    Nii san temo non avesse molto gradito la mia offerta.
    In teoria per le hime sarebbe sconveniente offrirsi per quel tipo di lavori, ma finché non mi trovavo un impiego stabile a Konoha, non è che avessi molte alternative al riguardo.
    Non potevamo più permetterci di vivere di rendita.

    Il mio primo impatto con le strutture ospedaliere di Oto mi lasciò alquanto dubbiosa sulle effettive capacità dei medici del suddetto villaggio.
    Le urla di Febh probabilmente ebbero l'effetto di risvegliare anche i morti, visto che ne incrociai qualcuno che vagava per i corridoi.

    Non badare alle infermiere zombie, Miyori, non mordono.

    Fissai lo shinobi basita.

    «Febh, non starai mica cercando di dirmi che è tutto vero? Non sono vittima di un genjutsu che mi fa vedere i morti rianimati in giro per l'ospedale? Quei co... quelle... in...infermiere... sono sul serio infermiere?»

    O almeno credo...mai provato..e in effetti ci son pochi cani e gatti in questa zona..

    E questa sua ultima considerazione doveva rassicurarmi?

    Sospirai, con espressione rassegnata.


    Piuttosto, non ti ho chiesto come mai vuoi imparare a fare tatuaggi..forse al tuo ragazzo serve un grosso dragone sulla schiena?

    Ragazzo? Quale ragazzo?

    «Oh... ma nii...» non riuscii a terminare la frase che ebbi appena il tempo di frappormi tra Hajime, la sua lama e Febh.
    Con la mano gli bloccai la sua, evitando a Hajime di fargliela sguainare completamente.


    «Febh, no, non hai frainteso. Nii san... Hajime... è mio fratello... Io non ho il ragazzo...» Per essere corretti Hajime sarebbe dovuto essere mio zio adottivo, ma visto che avevamo appena una decina di anni di differenza, anno più anno meno, l'avevo sempre considerato come un fratello maggiore. «Riguardo ai tatuaggi, come stavo cercando di spiegarti prima, mi serve un lavoro a tempo pieno, e siccome mi piace disegnare, pensavo di unire l'utile al dilettevole imparando a fare i tatuaggi...» e aiutando in questo modo Konoha, ma quest'ultima considerazione ebbi il buon senso di tenerla solo per me.
     
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    Tariffe? Chiese lui, senza capire bene. Anche Ledah gliene aveva parlato in effetti, ma non c'erano prezzi fissi nè altro. Sinceramente non ne ho idea..decide tutto Ledah..se vuole farsi pagare o meno non mi cambia granchè. Fece spallucce, ma ascoltò con attenzione la proposta di lei..ed ebbe una chiara idea di come impiegarla per quel lavoro, anche se avrebbe significato una sua permanenza a Oto, per qualche tempo.

    Ora, va detto che il concetto di "pittrice" e "affrescare" che passava per la testa di Febh verosimilmente non coincideva con quello di lei. Nello specifico il Jonin pensava a un rullo con vernice bianca e a un cappello di carta, ma certo com'era delle sue interpretazioni, valutò superfluo parlarne, limitandosi ad annuire. Beh, penso sia fattibile..anche se non posso garantire che Ledah sia daccordo. Magari potresti offrirgli un fegato o roba simile..come ho detto è un tipo strano. Come amministratore era tra i suoi compiti curare la reputazione che Oto e gli Otesi avevano nei confronti degli stranieri. Ma nessuno gli aveva spiegato che avrebbe dovuto curare la reputazione in senso positivo...e non la reputazione "in generale".

    Certo che sono infermiere! Non hai visto la divisa? Rispose alla domanda, come se stesse parlando con un bambino piccolo. Probabilmente il fatto che non fossero poi pienamente umane non lo toccava più di tanto. Ti assicuro che sono espertissime nel trovare le vene e prendre sangue. Aggiunse poi, come se la situazione non fosse già vicina all'affossamento.

    Sfiorò l'incidente diplomatico con il fratello di lei, ma in quel momento dava loro le spalle e non ci badò particolarmente. Oh, chiedo scusa, avevo frainteso. Non mi capita spesso fortunatamente. Annuì con convinzione..anche se più di un'anima avrebbe potuto schiaffarsi il palmo della mano in faccia per quell'affermazione. Ma...beh..tu sai vero che per Tatuaggi non si intendono esattamente dei normali disegni sulla pelle, vero? Si intende roba tipo questi! Tirò indietro la manica destra, mostrando il palmo della mano su cui era stato recentemente apposto un tatuaggio di richiamo, nella forma di una lucertola stilizzata (sembrava che il suo corpo fosse composto da fiamme) Ci impasti chakra..e puoi farci parecchie cose, ecco. Spiegazione un pò semplicistiva, dato che era un Jonin che parlava a un Chunin, ma dettagli.

    Poi un'illuminazione. A proposito..chi ti ha parlato dell'arte dei Tatuaggi Otesi? Non era proprio una conoscenza segreta, anzi, ma al contempo non era nemmeno una cosa pubblicata su cartelloni pubblicitari. Di solito quelle notizie si diffondevano con il passaparola.

    Comunque, dovevano aspettare il responsabile della struttura.
     
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    L'arte dei tattoo, parte 2



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    «Parlato di Miyori Uchiha»
    Pensato di Miyori Uchiha
    "Parlato di Hajime Saito"


    Fantastico! Da come mi fissò Febh ebbi la netta sensazione che il piano mi si fosse ritorto contro.

    «Dici che dovrei offrirgli un fegato? Mh, vorrei tenerlo...il mio... sai ne ho uno solo, ci sono molto attaccata. Preferisco lavorare per te, è meno distruttivo per il mio fisico.» Considerai, pentendomi subito dopo di aver usato un termine così infelice. Distruttivo... dubitavo che ne sarei uscita fuori indenne, aiutando l'amministratore a ristrutturare l'edificio crollato.

    Quando lo shinobi rimarcò il fatto che quelle erano infermiere con tanto di divisa, assunsi un'espressione ancora più scettica, come a voler dire “Se ne sei convinto tu”, e di certo non avevo alcun dubbio che quelle “infermiere” fossero brave a suc... prendere il sangue ai poveri sfigati... pazienti.


    La crisi “Febh si fai film tutti suoi” sembrò rientrata.
    Il jonin si scusò.
    Nii san accettò le scuse.
    Io accettai le scuse.
    Tutti vissero felici e contenti.
    Questo in un'utopica favola.
    Purtroppo Hajime prendeva molto sul serio il ruolo di mio tutore, di mio fratello maggiore.
    Era all'antica e non accettava insinuazioni del genere che macchiassero la mia reputazione.
    D'altra parte era abbastanza saggio da conoscere i propri limiti e per quanto sapevo che la cosa non gli piacesse affatto, mi restò accanto assumendo un'espressione indecifrabile.

    Nel frattempo Febh era passato rapidamente dalle scuse ai tatuaggi, mostrandoci il suo, una lucertole stilizzata.

    «Davvero interessante, decisamente in tema.» Commentai, osservando il disegno. Il tratto mi pareva pulito e lo stile di disegno era su ottimi standard. «Suppongo che sia stato Ledah san a fartelo, vero?» E in risposta al suo commento «Si, sono venuta qui apposta per apprendere questa particolare variante dei tatuaggi.» Spiegai, sottolineando la parola “particolare”.

    A proposito..chi ti ha parlato dell'arte dei Tatuaggi Otesi?

    Gotcha!

    Alla fine me lo dovevo aspettare che si ricordasse di quel piccolo e trascurabile dettaglio.

    Assunsi un'espressione volutamente delusa.


    «Ma come Febh? Non ricordi? Me ne hai parlato tu!» Bugia! «Si ok, fu solo un accenno, confuso in una serie di altri discorsi, ma mi ricordo perfettamente che sia stato tu. Poi sai da cosa nasce cosa, da informazione si passa ad un'altra...» socchiusi gli occhi annuendo con fare eloquente «...e poi le voci di corridoio più rapide delle tue lucertole... Ma lasciando da parte queste piccolezze di poco conto, stavo pensando che visto trascorrerò un po' di tempo qui tra tatuaggi e pitture murali, credi che Sunako chan sarebbe disposta ad ospitarci durante la nostra permanenza ad Oto? Sunako chan è una ragazza e nii san si sentirebbe più tranquillo... Sarebbe sconveniente dormire da te... naturalmente la aiuterei con le spese, farei la mia parte per tenere pulita l'abitazione, e anche Saito san...» osservai, ignorando lo sguardo gelido di Hajime.
    Mi stavo auto invitando?
    Ovviamente si, ma preferivo abitare da qualcuno che conoscessi, vista la particolare nomea di cui godeva Oto.
     
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    Ledah e Jyazu Yama infine si accordarono sui prezzi e le modalità dell'operazione, lasciando eventuali questioni in sospeso al giorno dell'operazione che venne eseguita pochi giorni dopo nella parte principale dell'ospedale di Oto.

    CITAZIONE
    La giocata proseguirà all'Ospedale di Oto ed è totalmente scollegata dall'arrivo di Febh e Miyori.

    [...]


    Ledah quel giorno era stato impegnato in numerose operazioni di innesto e tatuaggio, il lavoro lo occupava quasi interamente lasciandogli solo le ore notturne per rifarsi del tempo di sperimentazione perduto a scapito di quelle di sonno, tanto che l'idea di clonarsi per affidare a delle copie quel tipo d'incombenze gli apparve sempre più accattivante.
    In passato aveva provato a moltiplicarsi tramite Kage Bushin, ma le energie richieste dalla creazione delle copie e le loro limitazioni rendevano il processo utile solo per delle operazioni di routine, anche perchè maggiore era il numero delle copie e minore era la loro riserva di chakra, cosa che portava il primario ad essere troppo affaticato in caso d'emergenza.
    Purtroppo non riusciva a trovare degli allievi cui scaricare il lavoro o in generale, dei buoni aiuti per l'ospedale, la sua mente già tendeva al futuro con l'aumentare delle infermiere "ritoccate", ovvero di quelle che pur con un volto ricucito, non avessero bisogno delle attenzioni delle ragazze del neko e mostravano maggior competenza e personalità delle semplici bamboline senz'anima lasciate loro da Sayaka.
    Ad avere sufficiente denaro, l'otese avrebbe potuto anche clonarsi in maniera consistente per migliorare la qualità e la competenza dello staff medico, certo, avrebbe dovuto operare qualche modifica per rendersi distinguibile dal resto dei cloni, forse giocare coi propri cromosomi?

    Mentre si arrovellava il cervello su come gestire al meglio l'ospedale, incappò in Febh ed in una sconosciuta dall'aria vagamente famigliare che in effetti aveva visto solo brevemente prima di partire alla ricerca di Shinodari, all'epoca non gli era parso un viso che valesse la pena d'essere ricordato ma le richieste della ragazza l'avrebbero sicuramente resa più memorabile questa seconda volta.
    L'otese infatti ebbe modo di sentire i loro discorsi riguardanti i tatuaggi ed ignorando il bodyguard della fogliosa, il primario disse con tono piatto non appena la ragazza ebbe terminato di parlare:

    "Non sarebbe strano considerando la parlantina del nostro amministratore."

    Voltandosi, la ragazza avrebbe visto un ragazzo alto coi capelli d'un nero corvino, lunghi e scarmigliati che incorniciavano un viso pallido che la fissava tramite uno sguardo vitreo e glaciale, come se nessuna emozione vi regnasse.
    Ledah si tolse gli occhiali dalla montatura tonda ed una mascherina dal volto per poter parlare meglio col trio, sotto l'occhio destro spiccava un tatuaggio nuovo, un sigillo che occultava al resto del mondo il raggiungimento di un importante obiettivo.
    Solo Shaina Otori era a consocenza del fatto che la sua maschera si fosse infranta, ma non era ancora tempo di lasciare che i sentimenti lo dominassero, il sigillo si sarebbe indebolito col tempo per consentirgli di abituarsi gradualmente alla novità.

    ledah_primario_cambio_abito_1



    Sul dorso delle mani spiccavano dei piccoli tatuaggi che in parte ricordavano quello dello Yakushi, sia nella maestria dell'esecuzione che nelle potenzialità nascoste.
    Quella con Febh era stata una strana amicizia che si era sviluppata in maniera bizzarra nel tempo e d'altronde, i due illustri membri del villaggio in un certo senso stavano solo facendo le veci di Shinodari sia nel suo rulo d'amministratrice che in quello di primario...per uns econdo, Eldah non si chiese se non fosse il caso di sfruttare i geni della ragazza per creare un clone da lasciare in carica all'ospedale, ma sicuramente lei non sarebbe stata d'accordo, aveva lasciato i suoi geni in consegna solo per una regola di Sayaka.
    Rivolgendosi comunque allo Yakushi il medico disse distaccato:

    "Ma non è detto che la pubblicità non sia un bene, dei clienti possono sempre far comodo."

    E fissando lo sguardo su Miyori chiese a lei ed al "fretello":

    "Allora ditemi, cosa vi porta nel mio ospedale?
    Non sono abituato a vedere degli stranieri entrare qui sulle loro gambe e tutti d'un pezzo e voi non sembrate affatto di queste parti."


    La solita ironia fuori-luogo del primario, il senso dell'umorismo non è cosa che si possa imparare tanto facilmente e se vi era una cosa più gelida del suo sguardo, queste erano senz'altro le sue freddure.
     
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    Da Sunako? Ma sei impazzita di colp...? Lo interruppe una voce alle loro spalle. A quanto pare il primario aveva deciso di farsi vivo finalmente. E c'era da dire che tra camice e occhiali sembrava quasi una persona normale. No, meglio riformulare: sembrava quasi un normale psicopatico di quartiere, piuttosto che uno psicopatico otese. Sai che ti dona il camice? Gli disse annuendo, senza proseguire il discorso su chi avesse parlato dei tatuaggi a chi..nè su cosa comportasse vivere assieme a Sunako e agli altri Casi Disperati nella loro casa.

    Probabilmente Miyori non sarebbe durata più di dodici ore là dentro.

    Comunque, sono un semplice accompagnatore. Indicò la ragazza vicino a lui E' Miyori che deve avere a che fare con te. Nello specifico, riguardo quella questione di cui abbiamo parlato qualche tempo fa a casa tua, ricordi?
     
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    L'arte dei tattoo, parte 3



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    «Parlato di Miyori Uchiha»
    Pensato di Miyori Uchiha
    "Parlato di Hajime Saito"


    Scoccai un'occhiata interrogativa al Jonin.
    Per quale motivo, chiedere ospitalità a Sunako chan avrebbe significato la perdita della propria sanità mentale? D'accordo, aveva dei modi alquanti eccentrici, masochistici oserei dire, ma era pur sempre una persona che godeva del mio rispetto e della mia amicizia.
    Non ebbi l'occasione di andare oltre, che qualcuno sopraggiunse ad interrompere i nostri discorsi.


    "Non sarebbe strano considerando la parlantina del nostro amministratore."

    Sorrisi tra me, a quanto sembrava il nostro caro amministratore otese aveva la cosiddetta “lingua sciolta”.
    Buon per me, avrei evitato altre imbarazzanti domande.
    Attesi lo scambio di convenevoli tra i due otesi, mentre cercavo di rammentare dove avessi già visto quel tizio.
    Aveva un volto familiare.


    Mh... Capelli in disordine, di un nero corvino, camice, occhiali, volto inespressivo, carnagione cadaverica... Non mi dicono nulla... Eppure sono sicura di conoscerlo... Ledah san... Ledah san... forse... possibile che sia lui?

    Le immagini di un tizio con un capello a tesa larga, con il corpo celato da un ampio mantello si sovrapposero a quelle del giovane medico, più e più volte, fino a trovare una corrispondenza.

    ledahviola
    ledah_primario_cambio_abito_1




    ledahsovrpposizione

    Gotcha!

    «Una missione nei territori extra accademici... Grimdad... Siete voi, giusto Ledah san? Probabilmente non vi ricordate di me. Sono Miyori.» esordii, per poi scoccare un'occhiata in tralice a Febh. «Invece di cospirare, potevi dirmelo che lo conoscevo già, Ledah san. Sai, il tenebroso pallido, con l'ampio capello. Rammenti la ricerca di...» mi interruppi. No, non era stata affatto una missione facile ed era meglio non rivangare certi ricordi. «Ledah san, sorvolerò sui metodi di accoglienza degli stranieri qui al villaggio. Sapete, i vostri commenti incentivano di certo il turismo.» Considerai, annuendo con una certa enfasi. «Mio fratello Hajime san mi ha accompagnato ad Oto per una questione delicata. Ne ho già parlato con il qui presente amministratore. Devo dire che l'idea l'ha così favorevolmente impressionato, che è letteralmente esploso in un tripudio di fuochi d'artifico. E la solerzia con cui mi ha accompagnato da voi, è stata davvero toccante. Voleva essere certo non mi avreste negato l'opportunità di apprendere da voi, il sensei l'arte dei tatuaggi, di “quei” tatuaggi”.» Conclusi il mio discorso sottolineando la parola “quei”.

    Le carte erano state messe in tavola.
    Ora non restava che attendere l'evolversi degli eventi, sperando che non crollasse qualche altro palazzo nel mentre.


    OT
    I disegni che ho utilizzato nel post, sono di proprietà di Ledah
     
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    Ledah inizialmente non diede molto retta a Miyori che nel frattempo stava scavando nella propria memoria al fine di riesumare il ricordo legato a quel medico tanto strambo che rivolgendosi a Febh gli chiese:

    "Questione della quale abbiamo parlato a casa mia qualche tempo fà?
    ...Non mi dire che stai ancora cercando la lucertola che Ayla ha scaricato nel water assieme ad Haru, quest'ultima è tornata da me già da un pò anche se l'ho spedita a farsi una lunga vacanza in un centro termale, ce ne vuole per toglirsi di dosso l'odore delle fognature di Oto..."


    Poi, quasi ricordandosi che vi fossero anche Miyori e l'altro ragazzo, concluse sempre diretto a Febh:

    "Oh...forse ti riferisci al servizio che ti ho reso mentre quei due finivano nel water...d'altronde, a patto che non le abbiano otturato il bagno, non credo che la ragazza avrebbe molto interesse nelle avventure delle nostre evocazioni..."

    Ricordando improvvisamente dove avesse già visto il medico, Miyori pose fine a quello strano discorso incentrato sui servizi igienici e fece fare un passo alla discussione verso ciò che le interessava, ovvero i tatuaggi.
    Ma non era da Ledah capire tutto alla prima botta quando si trattava di faccende aventi origine nel sociale e così rispose a Miyori:

    "In effetti non mi ricordavo di te, ma se ho capito bene, non abbiamoa vuto modo d'incontrarci che per pochi minuti e non a quattr'occhi, ad ogni modo, Oto non è una brutta località turistica, solo che è più adatta a chi cerca emozioni forti."

    Ironico se detto da qualcuno che non ne provava o quasi, tanto da parlare con lo stesso tono piatto e monotono di fronte a qualunque situazione, chissà come sarebbe potuto suonare in villaggi ben più monotoni del tono della sua voce...villaggi come Konoha ad esempio.
    Ma cogliendo finalmente l'indizio, proseguì:

    "Ma i turisti normalmente vengono solo a farsi tatuare per ricordo una volta sopravvissuti a tutto il resto, mi è capitato un tipo un pò strano che volle tatuarsi una lucertola di tuono dopo essere stato fulminato da una di esse, ma venire qui ad apprendere una delle arti più caratteristiche del villaggio, non è cosa da turisti che guardano solo in modo superficiale a ciò che avviene qui."

    E finalmente, arrivarono al punto quando concluse:

    "Ma col permesso di Febh non è cosa impossibile che io ti prenda come allieva, ovviamente se sarai disposta a pagare il giusto prezzo e ti dimostrerai degna di portare quest'arte al di fuori di Oto."

    Si trattava fondamentalmente di crersi una rivale fuori dal proprio villaggio ed un'arte come quella non andava di certo svenduta al primo che passava.
    L'opera di un maestro si perpetuava anche attraverso l'opera degli allievi e chissà che un giorno ella non smettesse d'essere chiamata "l'allieva di Ledah" relegando invece l'otese al ruolo di "Sensei di Miyori"?
     
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    L'arte dei tattoo, parte 4



    Narrato
    «Parlato di Miyori Uchiha»
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    In un primo momento io e nii san ci ritrovammo esclusi da quella che sembrava più che una conversazione, un'esperienza di vita vissuta, esperienza che per qualcuno era equivalso ad essere scaricato via nel water.
    Considerando quanto appena accaduto ad un muro portante dell'amministrazione, non dubitavo fosse realmente accaduto; altro che colorare i ricordi con qualche esagerazione tra amici... colleghi... conoscenti occasionali...
    Che si conoscessero era indubbio, ma chissà che rapporto intercorreva tra i due shinobi.

    Nel frattempo il medico otese sembrava aver riacquistato il ricordo del nostro precedente incontro.
    Ora la frase successiva avrebbe avuto una connotazione ironica se fosse stata detta da qualsiasi altra persona provvista di una qualche traccia emotiva.
    Sentire parole come località turistica, cercare emozioni forti da chi aveva la stessa espressione di un sasso, ammetto mi inquietò non poco.
    Ma cercai di non darlo a vedere, mentre mi concentravo su un argomento più attinente alla natura della mia venuta nei territori otesi: l'arte dei tatuaggi.

    Una volta che Ledah san ebbe terminato le sue argomentazioni, presi la parola.


    «In effetti in quella missione non abbiamo avuto modo di conoscerci che non di vista. Se parliamo di comuni turisti, dubito di rientrare in quella categoria, essendo uno shinobi, anche se non ho intenti ostili.» Esordii con voce pacata, mantenendo un'espressione rilassata. «E ammetto di non essere interessata a farmi tatuare simboli che esorcizzino paure ataviche, creature pericolose o qualche evento importante della mia vita. Mi trovo qui per apprendere da voi con l'umiltà di un allievo. Per il pagamento mi sono accordata con Febh, penserà lui a risarcirvi per il vostro disturbo. E' la ricompensa per un lavoro che farò a breve per suo conto. Riguardo il dimostrarvi l'essere degna o meno dei vostri insegnamenti, posso solo dirvi che sono pronta ad essere messa alla prova a vostra discrezione, Ledah san.»
     
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    Ledah attese qualche secondo prima di rispondere alla giovane, soppesando i vari pro e contro della situazione e decidendo dentro di sé se fosse veramente il caso d'insegnare alla ragazza, se ella fosse stata veramente coperta da Febh per il lato economico, non avrebbe potuto spaventarla con un prezzo elevato.
    Il punto era, come mai a Febh importava tanto che la ragazza imparasse un'arte esclusiva di Oto?

    Ancora dubbioso, si rivolse a Miyori con il solito tono assente:

    "Un lavoro per Febh dici?
    Spero non siano proprio dei tatuaggi, tu capisci cosa significhi per i miei affari crearmi una concorrente non è vero?"


    Rivolse un'occhiata veso Febh per comprendere se l'amminsitratore avesse qualcosa da aggiungere in merito e dargli così modo d'esporla, ovviamente il vero problema non era la semplice perdita d'un cliente, ma il rischio che una fonte esclusiva di guadagno venisse svenduta come se nulla fosse.
    Quel dubbio non era rivolto tanto a Miyori quanto all'uomo che oltre a darle il permesso le avrebbe anche fornito un sostegno economico, esposto il problema in maniera indiretta, sarebbe stato infatti l'amminsitratore a decidere se Miyori potesse o meno apprendere l'arte dei tatuaggi, le modalità sarebbero invece state a discrezione di Ledah.

    [...]



    Sia che Febh si fosse dichiarato favorevole all'insegnamento nonostante tutto, sia che si fosse limitato a tacere, Ledah avrebbe compreso che non vi fossero più motivi d'esitare e così avrebbe detto alla ragazza:

    "Direi che possiamo cominciare allora, seguimi nel mio ufficio mentre Febh ed il tuo accompagnatore possono rimanere qui se lo desiderano, fintanto che ti eserciterai con me, dovrai fare riferimento unicamente alla mia persona."

    Vinte eventuali proteste dai due baldi giovani, Ledah avrebbe condotto Miyori in una delle numerose porte vietate al pubblico, si trattava di una grossa porta di ferro che si apriva su di una scala metallica e non illuminata; solo Ledah riuscì a trovare un interruttore nascosto per far scattare una luce fredda che diede a tutto l'ambiente un'aria fredda.

    Il medico richiuse la porta dietro di sé ed uno scatto metallico rese chiaro come entrambi adesso fossero chiusi lì sotto.
    L'otese si voltò verso Miyori per dirle secco:

    "Non ho mai avuto allievi per le mie arti e di conseguenza dovremo adattarci, qui dovremo avere tutto il necessario per la tua formazione."

    Scendendo al piano inferiore, l'umidità parve aumentare e la presenza di una muffa verde e coriacea sembrava confutare quell'impressione, in realtà la muffa si sviluava sempre sopra macchie di natura non ben identificata, non era strano che il medico non volesse altra gente attorno.

    Si fermarono improvvisamente di fronte ad un'altra porta metallica che cigolò sonoramente quando Ledah l'aprì ed accese un nuovo interruttore rivelando di fronte alla giovane uno spettacolo sorprendente.

    Difatti, l'ampia stanza priva di finestre era dotata di numerosi tavoli e ripiani, su alcuni si trovavano fogli ricchi di schizzi e su altri vi erano tutti gli strumenti del mestiere, comprese grosse bocce d'inchiostro e degli spilloni per niente rassicuranti.
    Vi erano anche numerosi lettini e quando il medico si voltò verso di lei, Miyori lo vide compiere un sigillo.

    In un attimo i Ledah furono due ed il nuovo arrivato si diresse subito verso l'uscita per poi risalire le scale, il Ledah rimasto le spiegò:

    "Tra i costi che Febh coprirà, ci sarà anche quello legato alla mia assenza dall'ospedale, non ho intenzione di utilizzare molto chakra drante le lezioni e così mi sono duplicato.
    Adesso però veniamo al dunque..."


    Il medico si avvicinò ad uno dei tavoli e da lì prese con cura un foglio bianco che porse alla ragazza della foglia assieme ad una matita concludendo:

    "Questa è la prova che dovrai affrontare, prima di poter fare qualsiasi tatuaggio, dovrai dimostrarmi di saperne ideare uno, alle volte arrivano persone con richieste molto elaborate e se ti manca la capacità nel creare qualcosa capace di soddisfarli, non sarai in grado di fare nessun tatuaggio."

    Indicandole un altro tavolino sgombro da impicci e dotato di sedia, il chunin disse alla ragazza prima d'andare a sdraiarsi su di uno dei lettini:

    "Questo è lo studio dove pratico l'arte del tatuaggio, ottimo anche per schiacciare un pisolino, su questo piano ho anche un bagno se dovesse servirti."

    Su una delle pareti era inoltre presente un citofono, utile per farsi inviare del cibo, il punto era molto semplice, Miyori sarebbe rimasta lì sino a fine corso, prima avesse imparato e prima sarebbe tornata alla sua vita di tutti i giorni.
    Questo dava a quel semplice corso l'aria di qualcosa di più importante e da non prendere alla leggera, a partire dal test:

    "Il mio test è molto semplice, disegna dei tatuaggi da posizionare su almeno cinque parti del corpo a tua scelta, nel concepirli immagina che siano per te e dopo averli fatti, spiegami cosa significhi ognuno di essi.
    I tatuaggi non devono per forza essere complicati, posso capire in pochi segni chi ha la mano giusta per questo mestiere, io riposerò un poco."


    Detto fatto ed il sensei si sdraiò sul lettino, prendendo rapidamente sonno, una leggerezza solo apparente in quanto il vero Ledah era al piano superiore a guarire le persone e dare eventuali spiegazioni a Febh o all'accompagnatore di Miyori.
    Una sola mossa falsa e lui avrebbe saputo della sorte della copia al piano di sotto.

    CITAZIONE
    Disegn solo se vuoi Shinny, non sei obbligata e basta in caso una descrizione. X3

     
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