Il turista e i suoi seguaci

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  1. Kikko-kun
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    GIROVAGANDO



    Ormai era l'ora di punta nel villaggio di Konoha e la confusione aveva raggiunto il suo apice. Camminavamo per le diverse vie del paese in cerca di una qualche meta che potesse soddisfare la mia curiosità. I miei due compagni mi seguivano camminando alle mie spalle. Li avevo lasciati in fondo perchè non era stati in grado di dirmi un luogo preciso da visitare, e dovevo quindi arrangiarmi affidando il giro turistico a me stesso. La cosa era alquanto strana perchè io che ero originario di Kiri dovevo fare da guida a due ninja di Konoha nel loro stesso villaggio. Suonava buffo ma era così. Durante la nostra piacevole passeggiata qualcuno si fermava a guardarmi incuriosito dal mio coprifronte e storcendo il naso mi superavano. Altri invece non mi notavano nemmeno e il più delle volte mi finivano addosso imprecando e dicendo di fare maggiore attenzione quando camminavo. Non avevo intenzione di rivolgere la parola ai miei due accompagnatori fino a quando non mi avrebbero dato una valido posto da visitare. Passò un'altra mezz'ora prima di accorgermi che il caldo era diventato veramente insopportabile e che continuare a camminare era solamente uno spreco di forze. Cercai quindi un luogo che potesse offrire un riparo, e dopo pochi minuti trovai un piccolo parco con grandi alberi. Il posto ideale per una pausa dal sole e dalla confusione.

    Mi voltai verso i due ninja alle mie spalle -Non so voi ma questo caldo mi sta uccidendo, facciamo una piccola pausa? Tanto per il momento non abbiamo programmi- e mi diressi sul prato verde sedendomi ai piedi di un albero. Non avevo argomenti a mia disposizione, perciò pensai unicamente a rilassarmi. Chiusi gli occhi e per un breve istante vagai altrove con la mente, staccando ogni pensiero dal mondo terreno.
     
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  2. Asgharel
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    ~Giro turistico - Al parco?~


    Come previsto Shay non disse nulla di particolare ad Atasuke. In effetti ella aveva anche ragione a sostenere che erano questioni riservate e personali, tuttavia gli disse quanto bastava per fargli comprendere più a fondo il problema.

    °Evidentemente ha o ha avuto qualche problema grosso con la sua famiglia, probabilmente è per quello che per un po anche lui ha abitato fuori dal suo villaggio. Forse anche lui ha visto la morte come l'ho vista io... Sarà bene indagare con discrezione allora°


    Era la curiosità a muoverlo, tuttavia essa non era il centro dei suoi pensieri, anzi, era più che altro un contorno su cui si basava un sentimento più vero: La voglia di aiutare. Non sapeva se era la presenza di Shay ad infondergli quel desiderio di aiuto, se erano le circostanze o se perchè vedeva nel kiriano se stesso, o almeno una parte di se.
    Kheichii non gli rispose e partì lasciando dietro di se Atasuke e Shay, non atnto come forma di disprezzo quanto piuttosto come se lui fosse la guida a cui noi locali affidavamo il giro turistico. La scena in effetti non poteva essere più strana: Un kiriano che guida due di Konoha in giro per Konoha... Semplicemente Assurdo.

    °Beh, non si può dire che non sia volenteroso ed attivo, questo è interessante, se solo riuscissi a guadagnarmi la sua fiducia... magari potrei... anzi... Potremmo diventare buoni amici e chissà, magari potrei pure dargli una mano... Si... Farò così!°


    Il viaggio proseguì tra la folla che ormai stava intasando alla grande le vie di Konoha. Orami si era fatta l'ora di punta e i lavoratori tornavano a casa per il pranzo mentre i ragazzini correvano agitati per le strade giocando fino all'ultimo momento prima di rincasare per il pasto. Non pochi guardarono male Kheichii ed Atasuke non ne comprese pienamente il motivo. Probabilmente quella reazione poco cortese da parte dei passanti era dovuta a qualche vecchio e triste ricordo della loro gioventù quando magari ebbero a che ridire con kiri.
    Giunsero infine ad una fresca zona alberata e li Kheichii chiese se si poteva fare una pausa per riprendersi un op dal caldo del sole che costantemente batteva su di loro senza dare tregua.

    «Per quanto mi riguarda, non ho nulla in contrario ad una pausa!»


    Disse sorridente sdraiandosi nelle vicinanze di Kheychii all'ombra di un maestoso albero godendosi la legegra brezza che di tanto in tanto soffiava portando un pò di fresco.

    «Comunque prima non mi hai risposto Khei... Posso chiamarti Khey vero? Comunque... Non mi hai detto se ti fermi per un po qui a Konoha e se hai un posto in cui fermarti a dormire... Come dicevo pocanzi... Ho giusto una stanza per gli ospiti che credo faccia proprio al caso tuo»


    Gi disse osservando allegramente il cielo che si intravedeva ogni tanto tra le fronde e buttando appena un occhio al kiriano per vedere eventuali segni o risposte dallo stesso.
    Poco dopo si rivolse a Shay:

    «Che tu sappia... Da qui si arriva al bosco secolare? Nel caso potremmo spostarci li tra un attimo... Ho sentito dire che è una splendida visione in questo periodo»


    Sorrise. Attese una risposta da Shay prima di ripuntare la sua attenzione sul Kiriano.

    «Posso chiederti una cosa? Ma è vero che a kiri fa quasi sempre maltempo con pioggia e nebbia? O è solo una balla per limitare il turismo?»


    Non potè non ridere a quella specie di conclusione-battuta alla sua domanda, tuttavia non aveva ancora finito la sua serie di domande, quindi ripresosì terminò con un altra domanda per poi attendere delle risposte.

    «Noto che ti trovi bene così al fresco sotto agli alberi... Nel periodo in cui hai vissuto fuori kiri abitavi in una foresta forse? Ed eri da solo? Io dal canto mio abitavo in un piccolo villaggio immerso nel verde, sai di li passavano pochi kiriani, tuttavia i pochi che passavano odiavano non poco la foresta o perlomeno non ci si trovavano così bene, mentre invece tu mi sembri pensieroso, come se ti fossero tornati alla mente tanti ricordi...»


     
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  3. S h a y
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    Kehichii sembrava scontento della presenza di Atasuke, il che non mi stupiva affatto dato l'astio del Kiriano per qualsiasi cosa che non fossi io. Sorrisi appena all'aria pensierosa dell'Uchiha che si era venuta a formare dopo le mie risposte: Sembrava quasi che stesse elaborando tutta una sua teoria, ignorando il fatto che gli avessi palesemente consigliato di non battere quel chiodo per i primi momenti. Ma la curiosità è una virtù più unica che rara, quella priva di fini loschi, ovviamente. - Si, facciamo pure una pausa.. mi piace passare il tempo distesa sull'erba. - Additai una posizione ottimale per fermarci a prendere un po' di ristoro, dove il Kiriano andò subito ad accomodarsi.

    Mi distesi a terra, osservando il Monte degli Hokage e pensando a quando avrei visto io stessa un Kage alla verde Foglia. - Da qui?.. Si, credo si possa arrivare al boschetto secolare, ma adesso è utilizzato per gli allenamenti, disturberemo solamente intromettendoci.. - Sospirai, ascoltando divertita le domande del giovane foglioso. Era davvero pieno di curiosità oltre ogni modo, voleva conoscere di tutto e di più, ma non sentivo niente di negativo in quella sua "attenzione" per Kheichii.. molto Shinobi condividevano un passato traumatico, io potevo ritenermi fortunata ad avere solo i genitori divorziati. In un certo qual senso.. era addirittura peggio, dato che ogni tanto ero costretta a rivederli.

    Indicai il monte dei Kage che oscurava gran parte del cielo. - Dietro a quella grossa roccia, ci sono delle meravigliose montagne ricche di vita e di paesaggi incredibili. Riuscite a vederle? - Ovviamente non era fisicamente possibile vederle, dato che erano dietro la roccia, ma la domanda aveva un suo senso. - Vedete.. io parto dal presupposto che il passato sia passato.. e che non dovrebbe tornare a disturbarci nel presente. So che molte cose lasciano un segno indelebile, è capitato anche me, ma si deve riuscire a guardare al futuro.. altrimenti si finisce a cercare di vedere le montagne oltre quella roccia. - Tornai ad indicare la cresta scolpita. - .. Le montagne sono il vostro obiettivo, il vostro paesaggio meraviglioso, la vostra eredità. E quel monte, di roccia, artificiale e snaturata, non è altro che ciò che del passato vi tormenta.. per entrambi. - Rimasi in silenzio qualche secondo, con lo sguardo fisso al cielo. - Io vedo le montagne, oltre quella roccia, e voi? -

     
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  4. Kikko-kun
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    ALL'OMBRA DELLA FOGLIA



    «Puoi chiamarmi come vuoi...» dissi al giovane Uchiha «Grazie dell'offerta ma non ne ho bisogno. Partirò presto per Kiri e se dovrò fermarmi a Konoha un giorno in più utilizzerò una di quelle piccole pensioni a basso prezzo» continuavo a tenere gli occhi chiusi rimanendò concentrato solo sui suoni del piccolo parco. Shay e Atasuke iniziarono una piccola discussione riguardante un bosco secolare o qualcosa di simile, probabilmente era un posto che il ragazzo voleva farmi visitare ma la risposta della mia amica fece cadere ogni possibilità di passare per quel luogo. Di nuovo il giovane ninja ritornò a farmi altre domande su Kiri «Di turismo a Kiri non ne ho mai sentito parlare. E' vero che la maggior parte del tempo vi è la pioggia oppure dei fitti banchi di nebbia da non permettere di vedere a più di tre metri...ma anche noi abbiamo il sole e le belle giornate» dissi accennando un piccolo sorriso. «Il mio paese non è adatto alle belle passeggiate almeno per come la vedo io. Non mi piace stare al villaggio, quando esco da casa mia voglio sempre andare in un altro posto.» mi soffermai su queste ultime parole attirando l'attenzione del ragazzo «Se fosse per me abbandonerei subito Kiri e mi rifugerei in un altro posto, più tranquillo e sereno dove passare il resto della mia vita. Ma sai perchè non lo faccio? Per la popolazione. Ci sono troppe persone in difficoltà in questo momento che hanno bisogno di essere aiutare. Vittime di sopprusi o della guerra, delle bande criminali e delle organizzazioni pronte a tutto pur di ottenere il potere e il controllo. Non voglio che altre persone patiscano le sofferenze che ho dovuto sopportare io. Per questo rimango, per loro. Voglio aiutarle». Senza rendermene conto stavo dicendo ad Atasuke la verità su questo mondo. Sul come stavano veramente le cose. Scrollai la testa e tornai a sdraiarmi sul soffice prato.

    «Si, per un certo periodo ho vissuto in una foresta». Quello che l'Uchiha stava chiedendo erano informazioni personali e riservate e non sarei andato oltre. Il mio passato era qualcosa che non volevo rivelare. Succesivamente fu Shay a prendere la parola e non appena ebbe finito gli risposi «Vedo entrambe» gli risposi «Il passato non devi tormentarti su questo sono d'accordo. Ma non lo puoi dimenticare né puoi fare finta che non sia mai esistito. Esso deve insegnarti cosicchè in futuro tu non commetta gli stessi errori. Lo so Shay cosa vuoi dirmi, ma sai già qual'è la mia risposta.» lasciai la questione in sospeso per vedere se la ragazza avesse avuto da ridire sulle mie affermazioni. Mi rivolsi poi al ragazzo «Ti voglio dare un consiglio: non guardare con superficialità alle cose. Non lasciarti ingannare o rischi un giorno di dover affrontare un dolore troppo grande per te. Potresti rimanere accecato dalle tue emozioni» quelle parole sapevano di ipocrisia in maniera terribile. Persino io rimasi un po' stupito da quello che avevo appena detto. Avevo espresso qualcosa in cui nemmeno io riuscivo a credere oppure non volevo. Perchè avevo detto ciò?
     
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  5. Asgharel
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    ~Giro turistico - Pausa nel verde prato~


    Poco alla volta il kiriano sembrava sbloccarsi verso Atasuke, o perlomeno poco alla volta andava diradandosi quella gelida distanza che prima li separava. Evidentemente stava iniziando a fidarsi di lui, oppure cercava solo di non essere scontroso, ed iniziava a riuscirci sempre meglio.
    Tuttavia ciò non fù sufficente per ottenere maggiori informazioni sul suo passato, ma in fondo lo capiva bene, nessuno avrebbe mai parlato del proprio passato e di questioni private così liberamente con qualcuno che conosceva da appena un paio d'ore, salvo, ovviamente, malattie mentali.
    Shay dal canto suo aveva, come al solito, risposto gentilmente alla domanda di Atasuke confermando la sua ipotesi, tuttvia, gli rese noto che sarebbe stato sconveniente andare, poichè tendenzialmente il bosco secolare era usato per allenamenti in quell'ora.

    «Beh, allora lo terrò presente per eventuali gite o passeggiate future»


    Giusto un attimo dopo giunse la risposta del kiriano con una malinconica descrizione di Kiri. Tuttavia, le sue parole non erano malinconiche, come se gli mancasse acsa sua... Anzi, era ben diverso il tono, tuttavia malinconiche erano le sue parole poichè probabilmente è malinconica kiri in se per il suo meteo e le sue caratteristiche.
    Ben poco ci volle per passare dalla malinconica Kiri alla malinconia della vita, della sofferenza che molti provano, della sofferenza che Kheichi forse aveva patito o che forse stava ancora continuando a patire. E fù con quelle parole che Atasuke comprese meglio la sua nuova conoscenza, fù li che capì che in un certo senso loro due erano uguali. Certo, la loro storia probabilmente era differente e probabilmente anche i loro obbiettivi, tuttavia avevano una sorta di ideale simile, una simile visione derivante da una simile condizione avversa.
    A quel punto shay indicò le montagne davanti a se e raccontò brevemente ciò che lei vedeva di quelle montagne e oltre, ponendo una importante riflessione a cui tutti dovettero rispondere, non tanto per discussione, quanto piuttosto per confrontarsi e capire anche meglio se stessi e gli altri.
    Per primo rispose Kheichii il quale dopo si lasciò sfuggire un rapido consiglio verso Atasuke. In fondo quello poteva essere un consiglio prezioso preso nel giusto modo e con la giusta dose, tuttavia Atasuke stesso potè percepire una sorta di ipocrisia in quelle parole, come se in effetti nemmeno il so interlocutore ci credesse realmente.

    «Beh, che dire... in effetti terrò a mente questo tuo consiglio Khei... In fondo hai ragione, bisogna sempre riflettere bene su qualunque cosa e non credere all'apparenza delle cose. Spesso dietro si nasconde un tranello o semplicemente un volto che non ci si aspetterebbe, ed in un certo senso io ho avuto a che fare con ciò a causa di mio padre... Tuttavia, non siamo qui a parlare di me»


    Si tirò su come per sedersi puntando lo sguardo sulle montagne e sui volti dei passati Hokage di Konoha.

    «Beh... La tua domanda in effetti non è di così immediata risposta, soprattutto perchè cela in effetti un significato più profondo. Non sarebbero poche le persone che si soffermerebbero dicendo: "Io vedo solo una montagna con dei volti scolpiti", ignorando molto probabilmente cosa stavi cercando di chiederci. Tuttavia, non posso non dare ragione a Khei, poichè anche io credo di vederle entrambe, poichè ognuno di noi ha un suo obbiettivo e sceglierà o verrà portato su una sua strada da percorrere, se però arriviamo alla meta senza ricordarci come ci siamo arrivati e cosa abbiamo passato, io credo che ci rimarrebbe solo un amaro ricordo della vittoria. Per questo motivo, non possiamo dimenticare chi siamo, e da dove veniamo, in modo da scegliere sempre la strada migliore e da non lasciarci guidare da false illusioni»


    Poi si diede una pausa per enfatizzare meglio il discorso e per lasciare meglio impressa la sua frase successiva.

    «Dal canto mio infatti sono stato tormentato non poco dal passato e da una serie di domande senza fine, tutte vertenti su mio padre e su di me, tuttavia negli ultimi tempi ho potuto scoprire cose che non mi sarei mai aspettato e soprattutto ho dato una risposta a molte di quelle domande placando finalmente il mio cuore. Tuttavia ho ancora molte domande a cui devo rispondere e molte di queste sono dei perchè, ed è anche grazie a questi perchè che ora sono spinto verso la meta. In un certo senso sto ancora scalando il monte, ma allo stesso tempo sono anche dall'altra parte ed inizio ad intravedere le montagne»


    Sorrise lasciandosi nuovamente cadere giù sul fresco prato verde. Quella frase era contorta e se ne era reso conto pure lui, ma in fondo non era mai stato troppo bravo a filosofeggiare e a farsi capire su discorsi di quella portata dove lui stesso spesso non sapeva neppure bene cosa stesse cercando di spiegare.
    Si godè appena il lieve venticello che ancora continuava a spazzare il prato prima di riprendere rivolgendosi a Kheichii.

    «Senti Khei... So che probabilmente non vuoi parlarne, anche perchè probabilmente la cosa ti scatenerà brutti ricordi... Tuttavia volevo sapere un po più su di te, sul tuo passato e sulla tua permanenza in un bosco di cui hai accennato prima. Non voglio sembrarti invadente, è solo che in un certo senso noi due ci assomigliamo. In un certo senso vedo che abbiamo lo stesso sguardo, lo sguardo di due che hanno perso tutto a causa della brutalità e della violenza gratuita di quelcun'altro, lo sguardo di due che hanno ancora qualcuno di caro da cercare e da trovare...»


    Ancora una volta Atasuke tentò di portare a segno una domanda sul passato del kiriano. Sapeva che probabilmente lo avrebbe trovato scortese di li a poco, tuttavia sentiva dentro di se di essere come lui, di aver vissuto situazioni spiacevolmente simili, ma soprattutto sentiva di potergli essere d'aiuto, ma per poter portare il suo aiuto prima doveva sapere...
     
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  6. S h a y
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    Mi piaceva il modo in cui quei due ragazzi o, meglio, quei due Shinobi vedevano la vita. Era una specie di campo di prova per tutti l'inizio della carriera, lo era stato per me così duramente da spingermi più volte verso la strada sbagliata e potevo capire le loro remore nel dare la risposta giusta ed onesta alla mia domanda. - Avete espresso delle considerazioni molto interessanti, che tradiscono però la vera natura delle vostre emozioni. - Sospirai. - Alla domanda: Vedete le Montagne? L'unica risposta che mi sarebbe potuta andare bene per credere davvero alle vostre parole sarebbe stata: Limpide come il Sole d'estate. Ma la verità è che troppo spesso pensiamo a giustificare le nostre scelte a trovare uno scopo logico a quello che stiamo facendo.. Nel momento stesso in cui voi riuscite a dire "Questo mi servirà in futuro perché fa parte di me.. perché è del mio passato.." Avete già commesso il primo grosso errore della vostra vita. - Indicai il Monte con le figure scolpite, con aria serena. - Come pensate che siano morti quelli li? E come pensate che siano morti i tre quarti dei ninja di queste terre?.. Per mano di nemici in guerra? Assassinati? .. Oh, Nossignore.. hanno scelto di morire dopo aver visto cosa c'è oltre la roccia.. - Tornai a sedermi sull'erba, sistemandomi i capelli. - Non fate credere di essere qualcosa di diverso da quello che siete.. tutti serbiamo rancore, persino io.. io non vedo la fine del mio percorso, ma solo quello che il giorno mi offre e spero sempre che le cose possano migliorare.. migliorare dal passato. Ricordarsi di quello che è stato è diverso dall'esserne schiavi.. - Era tanto vero quanto brutale quel discorso. Non credevo affatto che Kheichii riuscisse a vedere lo scopo della sua vita, meno che meno Atasuke ed i suoi desideri di vendetta per il passato.. mentire a se stessi è il primo passo per peggiorare drasticamente.

    - Siate sempre sinceri con voi stessi, se non volete esserlo con me e con gli altri. Ho visto le migliori persone mentire a se stesse pensando seriamente di vivere in un mondo onesto e piacevole. Voi siete stati entrambi aiutati dalla mia, per quanto poca ed insignificante, esperienza.. e vorrei che la vostre vita fosse differente, migliore, di quanto non si possa avere in un paese in Guerra. -
    Atasuke voleva sapere, voleva parlare di quegli eventi e questo mi spingeva solo a credere che il suo desiderio, se desiderio era, ardeva ferocemente per certi eventi, indelebili, del suo recente passato.


     
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  7. Kikko-kun
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    DISCUSSIONE



    «Quindi cosa dovrei fare Shay? Essere realmente me stesso e mostrare ciò che veramente sono, non tradire le mie emozioni ma aprirmi agli altri? Non so se saresti realmente felice di scoprire veramente come la penso e cosa provo. A volte mascherare i propri sentimenti non è qualcosa di negativo, semplicemente lo facciamo per proteggere gli altri da noi stessi. A volte tenersi qualcosa per se è solo meglio». Le ultime parole di Shay mi colpirono particolarmente e forse per quello che gli avevo risposto duramente. Non volevo essere cattivo ma, che ne poteva sapere lei di cosa provavo? Avevo parlato in passato e mi ero aperto con lei, fidandomi e accettandola come amica. Anche in quel momento ero convinto di aver fatto la scelta giusta eppure per un istante qualcosa sembrò vacillare. Per un breve momento un'altra persona comparve davanti ai miei occhi, diversa, non più la ragazza dolce e carina che incontrai in accademia e con cui lottai all'Otafuku ma più fredda e distante. Fu un breve attimo, poi rividi nuovamente la mia amica come se un illusione mi colpì per poi sparire subito dopo. Feci un piccolo sorriso ed evitai di pensarci.

    Atasuke cominciava a diventare invadente. Avevo sempre cercato di arginare le domande riguardanti il mio passato e di rispondere in modo freddo sperando che evitasse di tornare sull'argomento ma a quanto pare mi sbagliavo. Le sue intenzioni erano buone ma non poteva continuare oltre «Ascoltami bene Atasuke.. so che stai cercando di aiutarmi e che vuoi che io mi apra con te e di questo ne sono felice, ma ciò non avverrà. Potremmo anche aver vissuto lo stesso passato seppur io ne dubito fortemente e ad ogni modo esso è qualcosa che mi appartiene e non sono disposto a condividerlo con il primo che passa. Se non te ne sei accorto non mi vanno molto a genio i membri dei Clan di villaggio. Persino con Shay ho avuto diversi problemi prima di poterla accettare come amica. Se vuoi veramente che io ti tenda la mano, tu mi devi provare di essere come me e ciò non significa solo raccontarmi il tuo passato. Dimmi cosa ne pensi del mondo degli Shinobi, dei vari Clan che lo compongo? Cosa ne pensi degli Uchiha? Dalle tue risposte valuterò la mia fiducia verso di te». Ora il mio sguardo era fisso su di lui. Mi aveva, seppur involontariamente, stuzzicato e ora doveva pagarne le conseguenze. Lo avevo messo alla prova, volevo capire che tipo di ragazzo era se un ingenuo come tanti oppure uno con la testa sulle spalle. La tensione ormai si poteva tagliare con un coltello..
     
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  8. Asgharel
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    ~Giro turistico - Fiducia?~


    Per la prima volta Atasuke potè o dovette vedere shay su u'altra luce. dopo la loro risposta ella infatti divenne molto meno cordiale del solito, o almeno mostrò un aria più fredda e distaccata, come se per certi versi se ne fosse andata molto lontano restando comunque li accanto a loro. Non fù proprio una bella sensazione, anche perchè in un certo senso Atasuke si sentiva colpito nel profondo, come se fosse stato colpevole di qualcosa, un qualcosa che non aveva fatto.

    °Ma che stai dicendo? Ci tratti come se ti avessimo raccontato una balla o come se stessimo sbagliando tutto! Va bene muovere un rimprovero, ma così mi sa che esageri!°


    Anche Kheichii non era d'accordo con le opinioni di Shay e lo dimostrò rispondendole in maniera alquanto dura e forse anche "giusta", tuttavia Atasuke dal canto suo preferiva una linea più gentile, forse per bon ton o forse solo perchè gli riusciva bene "mascherare" i suoi sentimenti.

    «Mi spiace shay, ma questa volta non sento di poterti dare ragione. Magari mi sto sbagliando e magari un giorno me ne dovrò pentire, tuttavia credo in quello che ho detto prima. Chiaramente posso solo darti ragione sul mascherare i propri sentimenti alla lunga può portare solo all'auto distruzione, tuttavia è anche vero che nel modo spesso bisogna non mostrare ciò che in realtà si prova. Certo, bisogna essere sinceri con se stessi e per quanto possibile con gli altri, però ribadisco che non si può guardare avanti senza ogni tanto buttare un'occhio indietro per ricordarci chi siamo stati, per ricordare chi siamo in modo di guadare meglio davanti a noi per guardare dove stiamo andando, perchè a mio avviso, se ci concentrassimo solo sul nostro obbiettivo, guardando avanti, non ci accorgeremmo di ciò che abbiamo fatto e spesso ciò ci porterebbe a fare anche le peggio cose, con l'unico scopo di vedere compiuto il nostro obbiettivo, ignorando, per certi, versi l'ostacolo»


    Si diede appena una breve pausa per riprendere il fiato, poi riprese il suo breve, seppur intenso discorso.

    «Quindi infine vorrei raccontarvi un breve aneddoto che un giorno mi raccontò mio nonno: "Un tempo, non molto lontano, ci fù un samurai, estremamente abile con la spada. Si allenava ogni giorno in ogni sua arte. Si concentrava e metteva tutto se stesso per trovare la perfezione in ogni ambito della sua vita, finchè un giorno riuscì a raggiungere un tale livello di perfezione che tutti dicevano che si librasse in cielo per quanto aveva puntato in alto. Un giorno però giunse un ragazzo, sporco e maleodorante. Il giovane di certo era tutto meno che fine, nonostante ciò era molto audace e persistente. Il ragazzo decise di sfidare a duello il samurai, il quale accettò la sfida sicuro di se e della sua vittoria. Certo il giovane era di molto svantaggiato, tuttavia il samurai era divenuto superbo nella sua arte e dopo ore di combattimento i due si accasciarono a terra sfiniti. Nessuno dei due era riuscito a sconfiggere l'altro." Questa storiella mi venne raccontata per insegnarmi una cosa, ovvero che l'equilibrio è la cosa fondamentale, infatti il samurai aveva tenuto sempre lo sguardo al cielo cercando di elevarsi fino a toccarlo, mentre lo straccione si era sempre e solo basato su se stesso e sulla terra puntando sempre lo sguardo in basso ed ignorando una possibilità di elevazione e quindi la morale: "Se guardi troppo in alto potrai mirare la perfezione del cielo, ma di sicuro perderai la vista degli splendidi fiori che crescono sulla terra". Lascio a voi dedurre cosa accade se si guarda la terra...»


    Concluse con una certa qual soddisfazione per il suo racconto. Magari non avrebbero apprezzato, magari non en avrebbero capito il senso o ne avrebbero tradotto uno differente, ma in fondo era quello il bello della filosofia. gniuno poteva e doveva decidere ciò che a sua immagine era la visione più corretta del mondo.
    Come prevedibile Kheichi dopo l'interrogatorio di Atasuke si innervosì o perlomeno gli pose una sorta di ultimatum. più che giusto, in effetti Atasuke era stato non poco invadente nei suoi confronti e quindi in un certo senso si stava aspettando una reazione simile, stette quindi ad ascoltare ciò che Kheichii gli stava dicendo.
    Attese poi ancora un attimo, prima di esporre una sua risposta alle domande dirette di Kheichii, soprattutto dato che dalle sue risposte molto sarebbe dipeso, o comunque molto poteva dipendere.

    «Hai ragione Khei, in effetti mi rendo conto di non essere stato molto cortese con te, anzi, soprattutto negli ultimi momenti sono stato a dir poco impiccione... ed in effetti non mi aspettavo di certo che ti saresti aperto solo raccontandoti parte della mia storia. Quindi ecco cosa penso dei clan.
    In primo luogo sono sempre più convinto che gli shinobi per principio siano delle macchine da guerra. In fondo è per uccidere che veniamo addestrati al combattimento, ed è per seguire gli ordini che veniamo addestrati in maniera militare. So poi che molti clan al loro interno hanno anche una organizzazione gerarchica, spesso militarizzata e so che in alcuni casi il clan stesso sia come un'organizzazione a parte. Ad esempio se non erro gli hyuga hanno persino due casate dove la cadetta è sottoposta in tutto e per tutto alla prima, come se fossero quasi due famiglie separate, quando invece dovrebbero trattarsi come fratelli quali in teoria sono.»


    Il suo sguardo si posò un attimo su Shay come un gesto di compassione o di richiesta di perdono per ciò che aveva detto sulla sua famiglia.

    «Poi per quanto riguarda gli Uchiha so ben poco, anche perchè per ora ho avuto poco a che fare con i loro insegnamenti e il loro punto di vista, tuttavia ho notato che anche loro hanno una forte impostazione gerarchica e un'organizzazione interna che fa a capo ad un capoclan, tuttavia a me ben poco importa. Non tanto perchè mi vada bene così, quanto piuttosto perchè come ti ho già detto, io sono un Uchiha solo per il mio cognome e per un 50% del mio sangue, e questo non posso negarlo. Però io non sono una macchina omicida in mano ad un villaggio o ad un clan, non voglio in alcun modo agire per un vantaggio del mio o di un altro clan. So che in molti clan, se non forse in tutti, c'è del marcio e la cosa non si può negare, però non è il clan a decidere cosa dovrebbe fare uno shinobi, o almeno non dovrebbe. Certo, può provarci con la forza, può riuscirci indottrinandolo fin dalla nascita, tuttavia non sempre ci riesce e non sempre basta la forza per imporre un proprio pensiero. Ad esempio io agisco per me stesso, o meglio, agisco per quello che credo. Per quanto mi riguarda il clan Uchiha potrebbe anche non esistere, in fondo ho vissuto 18 anni senza di esso, non credo possa fare una grande differenza. In fondo l'appartenere ad un clan spesso viene confuso con l'avere il cognome del clan. Essere un Uchiha, quindi, credo che non significhi avere il cognome Uchiha, ma credere negli ideali del clan, essere parte integrante del clan. Io dal canto mio non credo di essere un Uchiha, o almeno non appieno. Certo... è il mio cognome, metà del mio sangue è Uchiha, ma io sono e sarò sempre Atasuke e se per una qualche motivo devo far parte del clan Uchiha... beh, o il clan rispecchia il mio modo di essere o cercherò di trasformarlo in un qualche modo, altrimenti io sono un Uchiha solo di cognome e per metà del mio sangue o magari solo per lo sharingan.
    Spero che ciò possa convincerti su di me, altrimenti... Pace, giuro che non ti chiederò più nulla sul tuo passato, te lo prometto. Al più mi guadagnerò poco alla volta la tua fiducia, chissà»


    Concluse sorridendo e porgendo la mano al kiriano in segno di amicizia. Sperava di aver fatto breccia nel giovane ed aver così stretto una nuova sorta di amicizia, ma se anche non ci fosse riuscito poco importava. Magari quello semplicemente non era un momento favorevole.

    «Comunque spero di non averti rovinato la visita a Konoha e nel caso ti porgo le mie scuse. Se vuoi posso offrirti qualcosa più tardi...»


     
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  9. S h a y
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    Guardai entrambi con aria piuttosto perplessa. - Accidenti se siete permalosi tra tutti e due.. Il segreto per la serenità è L'autoironia! Non dovete prendervela come caimani solo perché vi ho detto di guardare al futuro con occhi sinceri e cercare di essere voi stessi il più possibile.. Diavolo, parlo io che ho mandato al diavolo la mia prima Sensei perché era una mentecatta! Ed è pure la mia attuale datrice di lavoro ora che ci penso.. - Mi passai le mani tra le ciocche di capelli. In tutta onestà era chiaro che ancora nessuno dei due aveva raggiunto una consapevolezza tale, di se stesso, per poter ironizzare sui propri problemi. E quando questo non si riesce a fare esistono solo due soluzioni.. o si combatte per riuscirci o ci si arrende all'eventualità dei fatti. Io potevo solo aiutarli a capire meglio la loro strada per la pace, ma ancora ne erano entrambi molto lontani, specialmente Atasuke.

    - Sapete quale è il grosso male di questo mondo?.. Prendere sul serio le cose che ci tormentano, trasformale in Titani invincibili e farsi schiacciare da esse come dei moscerini. - Colpì i palmi delle mani assieme, simulando il gesto con cui si schiacciano gli insetti fastidiosi. Se proprio dovevo interpretare la parte, ingiustamente affibbiatami, dell'antipatica.. che almeno fosse per il loro bene, visto quanto mi costava parlare a quella maniera. - Diciamo che avete espresso entrambi ottime argomentazioni riguardo a quello che ho cercato di dirvi e mi fa piacere vedere che.. beh come dire, siete sostanzialmente sicuri di vuoi stessi in quei termini.. - Volevo andarmene via. Non che stessi male con loro, che fossi arrabbiata per il fraintendimento.. o il fatto che non volevano capire cose è che li frenava dall'essere davvero felici.. era piuttosto il fatto di non Riuscire mai a parlare con nessuno senza sentirmi dire qualcosa sulla falsariga del "Tu Non Puoi Sapere".. o Altri aneddoti detti da vecchi inutili più stupidi del fango e meno intelligenti dei fili d'erba canina. A volte, anche una persona buona e dolce come me avrebbe tanto voluto riuscire a parlare di certi pensieri che la tormentavano, avrebbe voluto sfogarsi dei suoi demoni, perché anche io ne avevo, come tutti. La mia abilità stava nel tenerli sotto controllo e del gioire delle cose più piccole che ci fossero sulla terra.. cosa che non tutti, avevo verificato, riuscivano a fare.

    Mi Alzai, lentamente da terra, prima ancora che Atasuke avesse terminato di parlare A Kehichii, spolverandomi i pantaloncini e la casacca con la mano per pulirla dalle pagliuzze dell'erba del prato. - Scusatemi se vi lascio così presto ma ho qualcosa da fare, a casa. - Mi passai un dito sulla fronte, riflettendo sul modo giusto di congedarmi. - Se avete bisogno di qualcosa Atasuke sa dove abito. Bene... ahmm Ciao. - Alzai una mano per salutare, declinando ogni invito a restare con il più sincero dei sorrisi che riuscivo a fare in quel momento. Avevo bisogno di stare un po' con chi, alla fine, mi capiva veramente. Tornare a casa dai miei animali.

     
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  10. Kikko-kun
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    VERSO CASA



    Per Shay era giunto il momento di andare e credo anche per me. Con un cenno della mano salutai la mia amica «Arrivederci Shay al nostro prossimo incontro!» forse volevo dire di più ma in quel momento quelle furono le uniche parole che riuscii a dire. Mi alzai stiracchiando i muscoli del corpo e facendo un leggero sbadiglio «D'accordo Atasuke, dopo quel che mi hai racconto ripongo molta più fiducia in te. Non è facile ammettere certe verità e nemmeno conviverci. Mi sembri un valido Shinobi e chissà se un giorno ci rincontreremo come compagni di missione. Ricorda sempre di credere in te stesso e nelle tue forze, di non smettere mai di seguire le tue ambizioni. Come ha detto prima Shay non bisogna farsi prendere troppo dai propri demoni ma ricorda: essi non vanno dimenticati.» deliberatamente avevo omesso credo la parte che sicuramente il giovane Uchiha era interessato a sapere. «Per quanto riguarda il mio passato...non posso ancora svelartelo e ne dirti chiaramente chi sono...ma non ti preoccupare un giorno scoprirai la verità su di me te lo prometto» il mio sguardo deciso si era posato su di lui, speravo nella sua comprensione e che non avrebbe continuato con le sue investigazioni. Feci due piegamenti finali sulle ginocchia e poi dissi «Ora devo andare! Devo tornare anche io alla mia, seppur squallida...casa! Ti va di accompagnarmi sino al porto di Otafuku? Devo prendere la prima nave mercantile e imbarcarmi per Kiri. Sarà un viaggio lento e noioso e spero solo di non annoiarmi. Allora che dici ci stai?». Presi quindi a camminare in direzione del porto. Prima ovviamente sarei dovuto passare per le mura a ritirare il mio equipaggiamento, dato che gli estranei al villaggio non possono entrare armati.

    Arrivati alle mura le due guardie che mi avevano fermato la mattina mi riconobbero immediatamente e facendo un piccolo cenno alla guardiola sopra di loro fecero aprire il cancello. Ripresi tutti i miei oggetti e facendo un piccolo cenno ad Atasuke proseguimmo in direzione del mare.

    Mentre camminavamo mi rivolsi al ragazzo «Hai qualche ultima cosa da dirmi prima che mi metta in viaggio? Consigli? Perle di saggezza? O semplicemente insulti?» dissi ridacchiando. Sapevo di non essermi comportato bene con lui, ma non potevo farci niente. Purtroppo era normale per uno come me essere diffidenti con gli estranei, sopratutto sei essi provengo da un qualche Clan.
     
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  11. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Giro turistico - Ritorno a casa?~


    Shay lasciò il gruppo prematuramente, dichiarando che doveva andare via per impegni a casa, tuttavia quella scusa ad Atasuke pareva sospetta. In effetti aveva notato che c'era un certo dissenso tra il suo modo di pensare e quello di shay. Quindi poteva anche essersi offesa o sentita comunque incompresa nel suo punto di vista, tuttavia avrebbe risolto quell'aspetto in un'altro momento. Quindi la salutò con un ampio gesto della mano.

    «Ciao Shay, allora ci sentiamo poi, io cerco di fare ancora amicizia con Kheichii »


    Khei si alzò da terra stiracchiandosi prima di emettere il suo "verdetto" di fiducia nei confronti di Atasuke. Per sua fortuna, Kheichii aveva deciso di fidarsi si lui e finalmente parve cadere quella coltre di gelo che si era formata. Evidentemente Atasuke ci aveva visto giusto e loro due erano più simili di quanto potesse sembrare a prima vista. Tuttavia, ciò non bastò per far rivelare a Khei il suo passato, tuttavia Atasuke in fondo aveva promesso che non lo avrebbe più assillato con domande investigatorie sul suo passato, quindi non si fece alcun problema ad accettare ancora una "breve" attesa.

    «Stai tranquillo... Ti ho promesso che non mi sarei impicciato oltre, quindi non lo farò. In fondo sono già abbastanza contento di poter dire di averti conosciuto, in un certo senso da nemico, ed ora posso parlarti da amico»


    Ancora due stiramenti e Kheichii chiese ad Atasuke di accompagnarlo al porto per prendere una nave per kiri. La cosa stranì Atasuke, dato che opco prima il giovane kiriano aveva sostenuto che si sarebbe fermato ancora per qualche giorno, e non per qualche ora, ma probabilmente sentiva il bisogno anche lui di tornare a casa.

    «Certamente, in fondo per oggi non ho ancora nulla in programma e un giretto fino al porto, non credo possa darmi grossi problemi»


    Con un rapido scatto si mise in piedi, pronto ad accompagnare la sua nuova amicizia fin dove poteva, sulla strada di casa. Prima fecero una rapida tappa alle mura, dove Kheichii ritirò le armi che aveva depositato, mentre invece Atasuke allertò la guardia dicendo semplicemente che lo stava accompagnando sino ad Otafuku. Durante al camminata, Kheichii chiese scherzosamente ad Atasuke se avesse ancora una qualche sorta di consiglio domanda o insulto da riferirgli. Dal canto suo Atasuke non potè trattenere una lieve risata prima di rispondere.

    «Beh, in verità non ho grandi domande da porti e per ora neppure un qualche insulto... Poi non sono di certo io a poter donare a chicchessia una qualsivoglia perla di saggezza... In fondo ne ho a malapena per me»


    Sogghignò alla sua velata ed in un certo senso banale battuta, poi riprese il discorso con un tono più serio.

    «Parlando però di discorsi più seri... Volevo offrirti il mio aiuto, nel caso ti dovesse servire per qualunque cosa tu stia cercando o inseguendo. Effettivamente siamo più simili di quanto io stesso potessi ammettere e dato che io sono alla ricerca di mio padre, forse tu sei alla ricerca di qualcosa... Ma... Non mi interessa cosa, in fondo ti avevo promesso di non assillarti più con domande sul tuo passato, quindi nulla... se vuoi sono a tua disposizione»


    Non sapeva bene neppure lui perchè si fosse offerto in quel modo di aiutarlo, soprattutto perchè non aveva neppure idea di che possibile aiuto avrebbe mai potuto dare. Certo, era consapevole che come studente di Konoha non avrebbe potuto in alcun modo essere d'aiuto, tuttavia voleva poter essere d'aiuto in futuro, quando le sue capacità glie lo avrebbero permesso.

    OT- se non ti da problemi, io tirerei ancora fuori due post prima di chiudere la giocata, così arriviamo a 10 tondi tondi e poso ancora richiedere un paio di stemmini adHoc che mi sono venuti solo ultimamente in mente e che pensavo di proporre per questa giocata :zxc: -/OT
     
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  12. Kikko-kun
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    PARTENZA



    Arrivammo infine al porto di Otafuku. La situazione rispetto a quando ero arrivato era cambiata, oggi non era giorno di mercato e si poteva camminare più liberamente. Scesi il piccolo sentiero che portava lungo il porto e cercai di aguzzare la vista. Dopo alcuni minuti riuscii a notare la banchina su cui era approdata la mia nave giorni addietro. Arrivato in prossimità del mare mi accorsi che il mio mezzo di trasporto non era ancora arrivato e di conseguenza, mi toccava attendere. Mi sedetti a gambe all'aria e feci cenno ad Atasuke di fare lo stesso «Ti ringrazio della tua compagnia Atasuke e sopratutto della tua pazienza. Non è facile andare d'accordo con uno come me ed il più delle volte la gente mi rivolge uno sguardo misto di disprezzo e disgusto. Tu invece non ti sei dato per vinto e hai comunque cercato di darmi una mano». Misi le braccia dietro la schiena e cominciai a dondolare freneticamente le gambe «Al momento però nemmeno io so cosa voglio.. continuo a fare discorsi sul “Devo trovare questo” o “devo diventare quello” ma non so se è veramente quello che desidero. Non mi sono mai fermato un attimo a pensare a cosa fare realmente della mia vita. Prima di chiedere aiuto devo capire per cosa lo voglio. E al momento...non lo so». Un squallido sorriso si dipinse sul mio volto, avevo appena scoperto la verità sulla mia triste esistenza. Doveva essere piena di obiettivi e desideri da poter realizzare, ma alla fine si era rivelato essere solo inutile e priva di esistere. Solo ora capivo le parole di Shay, del come non bisognava lasciarsi sopraffare dai propri demoni oppure essi ti avrebbero divorato la vita stessa. Mi rivolsi per un ultima volta al giovane Uchiha «Facciamo così: quando finalmente avrò scoperto che farne della mia vita, ti verrò a cercare e mi aiuterai come desideri. Fino a quel momento però dovrai concentrarti solo su te stesso e nessun altro. Non voglio che una persona debba costantemente farsi carico di più fardelli. Ognuno deve portare il proprio e non può lasciare che altri lo facciano per lui! Spero tu abbia capito cosa intendo? ». Mi alzai in piedi e dopo essermi stiracchiato allungai la mano verso di lui «Prendilo come un “Arrivederci e.. a presto!”».

    La nave in direzione per Kiri si stagliava all'orizzonte pronta per approdare e ripartire.
     
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  13. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
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    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Giro turistico - Ultimi saluti~


    Atasuke e Kheichii viaggiarono tranquillamente sino al porto di Otafuku. Il viaggio fù tranquillo, senza alcun problema, ed il porto, a differenza di come gli era stato descritto, era abbastanza tranquillo e civile. Probabilmente era solo di notte che si mostrava per la sua vera natura violenta e malfamata. Atasuke seguì Kheichii sino ad un molo, dove ancora non vi erano ormeggiate navi, e li si sedette in compagnia di Khei.

    "Ti ringrazio della tua compagnia Atasuke e sopratutto della tua pazienza. Non è facile andare d'accordo con uno come me ed il più delle volte la gente mi rivolge uno sguardo misto di disprezzo e disgusto. Tu invece non ti sei dato per vinto e hai comunque cercato di darmi una mano... Al momento però nemmeno io so cosa voglio.. continuo a fare discorsi sul “Devo trovare questo” o “devo diventare quello” ma non so se è veramente quello che desidero. Non mi sono mai fermato un attimo a pensare a cosa fare realmente della mia vita. Prima di chiedere aiuto devo capire per cosa lo voglio. E al momento...non lo so"

    «Di nulla Khei, in fondo se non ci capiamo e non ci aiutiamo tra noi... Non andremmo da nessuna parte, ed in fondo, chi meglio di noi... che abbiamo visto, anche troppo presto, le peggio cose può capire ed aiutare gli altri. Ammetto che all'inizio avrei voluto mandarti all'inferno, tuttavia per gentilezza verso shay, decisi di resistere alla tentazione, ed ora posso ammettere che ne è valsa la pena»


    Sorse così un sorriso sul volto di Atasuke, in risposta a quello di Kheichii. Aveva trovato un nuovo amico, e lo aveva fatto in un modo che mai si sarebe aspettato.

    «Poi va tranquillo... In fondo la vita è lunga e non tutti hanno la fortuna di trovare subito la loro via, ma soprattutto non bisogna scegliere la propria strada con fretta, ma anzi, è meglio metterci anche degli anni in più, ma sapere che quella è la via giusta. Personalmente preferisco prendermi il mio tempo ed essere sicuro di arrivare alla fine dei miei giorni senza rimorsi, piuttosto che vivere intensamente e capire di non aver risolto nulla»


    Ancora una breve pausa, in cui Atasuke si mise a rimirare il mare e lo splendido panorama marino che gli si era aperto davanti agli occhi.

    "Facciamo così: quando finalmente avrò scoperto che farne della mia vita, ti verrò a cercare e mi aiuterai come desideri. Fino a quel momento però dovrai concentrarti solo su te stesso e nessun altro. Non voglio che una persona debba costantemente farsi carico di più fardelli. Ognuno deve portare il proprio e non può lasciare che altri lo facciano per lui! Spero tu abbia capito cosa intendo?... Prendilo come un “Arrivederci e.. a presto!” "

    «Certamente, in attesa di quel giorno mi concentrerò su me stesso, e chissà che magari non mi capiti di reincontrarci prima o poi anche per vie traverse. Comunque se mai passerò da Kiri, magari cercherò di fare un salto per passare a trovarti... In effetti sono curioso di visitare il grigio paese della nebbia»


    Con un rapido scatto si alzò stringendo al mano che Kheichii gli aveva porto. Atasuke lo guardò con un amichevole sorrisetto, quasi come se stesse salutando un vecchio amico, mentre il suo calmo sguardo era concentrato e serio, atto a lasciar intendere che credeva in ciò che aveva detto e che quella era una promessa. Nel frattempo la nave era ormai comparsa all'orizzonte. Di li a poco sarebbe attraccata per poi ripartire verso Kiri.
     
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12 replies since 29/8/2011, 15:24   113 views
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