[Gioco] Slaves

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  1. Maeda "Scrocco" Keiji
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    Il manufatto e lo schiavo

    Giorno Zero - ll dio dei Kabukimono


    Maeda Keiji Takigawa Toshimasu, il magnifico Kabukimono, separato dalle terre native di Kaga, girovagava per il continente degli Shinobi, in compagnia del prode cavallo diabolico Matsukaze e della piccola scimmietta Yumekichi, nascosta quasi interamente dentro le sue vesti. Da poco si era unito a loro un'altra persona, Ofu, una piccola bambina salvata da Keiji da un bruto senza scrupoli, senza nessuna famiglia o legami, dunque salvata dal kabukimono. Loro tre si trovavano nei pressi di una locanda a rifocillarsi dal costante viaggiare.

    Era notte tarda, il giovane Keiji, sgattaiolando silenzioso, individuò la sua vittima. Lentamente, si appoggiò alla finestra, per poi saltare dentro in un balzo perfetto. Guardò dentro, aveva indovinato. A terra, sopra al tatami, dormiva una bellissima giovane donna. La veste notturna lasciava intravedere i seni, le sue cosce sinuose avevano rapito la mente del Kabukimono. Keiji iniziò a spogliarsi, togliendosi Hakama, kimono e protezioni, rimanendo solo con il classico perizoma da samurai. Appena fece un passo, la giovane donna si svegliò, ma prima che potesse fare qualsiasi azione, il Kabukimono corse a portare una mano sulla sua bocca. Shhh. Sono io, sono Keiji. Ci siamo incontrati oggi alla locanda. E io voglio stare con te, stanotte.Oh, signor Keiji. Le cose stavano andando bene per il prode Kabukimono, quando dall'ingresso principale della casa, un urlò si alzo nero nella notte. Qu-Qu-Qualcuno è in casa!! Maledizione, pensò il giovane erede del clan Maeda. Devo andare! Ci rivredemo! In un attimo, raccolse tutte le sue vesti e balzò fuori dalla finestra. Come aveva immaginato si trattava proprio di lui, il suo cavallo alto 3 metri, Matsukaze. Hey Matsukaze, ti avevo detto di aspettare alla locanda con Ofu e Yumekichi, cos'è, non dirmi che sei geloso e non posso fare nemmeno sesso in santa pace! Tuttavia, la scena fu osservata da una figura nera, occultata nell'ombra, che con fare maligno si sistemò gli occhiali da sole, in un ghigno che non lasciava predire nulla di buono.

    ***
    La notte passò tranquilla, Keiji dormì in stanza con la piccola Ofu, che già dormiva sotto la protezione del fiero Yumekichi, mentre Matsukaze li spiava da fuori. Tuttavia fu al mattino che Keiji ricevette visite inaspettate. Qualcuno, avendo sentito parlare di lui, lo aveva convocato per un favore, ovviamente remunerato. Annoiato da quel posto, dove nulla di particolarmente interessante accadeva, Keiji si preparò per l'incontro, chiedendo ai tre di non accompagnarlo. Si sarebbe vestito a modo, avrebbero pensato tutti, ma Keiji non era un tipo prevedibile. Quando si presentò da coloro che li avevano convocati, il suo abbigliamento era composto da un sovrakimono in pelle di tigre striato, hakama di pelle sgrargianti, una maschera del dio Amaterasu e una buffa acconciatura, con tre grossi codini andando uno a destra, uno in alto e uno a sinistra. Entrò in un salone di dimensioni troppo grandi, almeno per il suo senso di esteta ed equilibrio, dove era presente un vero e proprio banchetto. Un rumore di musica proveniva da sale adiaciante, mentre dal cibo Keiji non percepì alcuna minaccia. Prese uno, due, tre pezzi di Sushi e di Sashimi, una ciotola di zuppa di ravioli e un po' di riso. Non che avesse particolarmente appetito, ma sapeva che altrimenti quel cibo sarebbe stato sprecato. Intantò aspettava, provando a fare conversazione, inutilmente, con il tizio che ovviamente doveva sorvegliarlo. Tirò fuori un liuto, iniziando a suonarlo, cercando di tenere il ritmo della musica, appena udibile, che sentiva in sottofondo. Il suo corpo si muoveva da solo, al ritmo della musica, con indossata la maschera della dea Amaterasu. Passarono minuti, finché un pinguino, o così lo definiva, gli diede il benvenuto. Keiji si tolse la maschera e si sdraiò sul divano, poggiando la testa su una mano, tenendo il braccio poggiato sul gomito e con il mignolo della mano opposta pulendosi l'orecchio. Ascoltò tutte le ciance di quell'uomo, ogni tanto annuendo, ogni tanto dicendo no. Come quando offrì quell'orribile sigaro. Solo per non farlo vergognare non tirò fuori la sua pipa pregiata con dell'erba particolare delle terre di Kaga. Ascoltò tutto, per poi scattare in piedi, parlando.Io sono Maeda Keiji, dio dei Kabukimono! I miei capelli rappresentano il mio sapere. I miei tre codini la mia forza. Prima di compiere una missione, necessito di tre informazioni. Tre importanti indizi su colui o ciò che devo fare, perchè far muovere un Dio alla cieca è pari al sacrilegio. Disse tutto cantando e danzando, stringendo nel pugno la maschera di Amaterasu, sino a romperla. Bruno è il suo colore, bardature rosse e hakama di pelle con l'elmo dalla cresta di gallo. Forte come un cavallo il dio Maeda Keiji è qui!. Sto aspettando, cosa mi dici prima che me ne torni da dove vengo?

    Aspettò, morendo dal ridere dentro di sé, ma senza lasciarlo a vedere. Impugnava due ventagli in mano, che usò per accompagnare la sua breve danza, mentre quei buffi capelli sembravano additare minacciosi il suo interlocutore.

    Che vita quella da Kabukimono.


     
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60 replies since 8/9/2011, 21:31   879 views
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