Danni Collaterali

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  1. Kalastor
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    Danni Collaterali
    Prefazione



    All'inizio erano state delle semplici scaramucce fra alcuni gruppi di briganti ed i Ninja Accademici di stanza al confine fra il Paese della Terra ed il Paese dell'Erba. I criminali attaccavano le truppe dell'Accademia mentre si spostavano, le impegnavano in scontri di breve durata e poi si ritiravano senza subire grosse perdite. Nel giro di qualche settimana però la strategia cambiò e quelli che inizialmente sembravano bande disorganizzate divennero un vero e proprio esercito, in grado di affrontare direttamente i reparti Accademici infliggendo loro gravi danni e soprattutto catturando molti prigionieri. Nello stesso periodo iniziarono gli assalti ai villaggi civili della regione, costringendo così gli accademici a spezzare in due un fronte già in crisi. Dopo appena un mese dall'inizio delle ostilità, l'intero confine divenne teatro di scontri sempre più sanguinosi che richiesero l'invio di un massiccio contingente a supporto dei Ninja costretti alla ritirata. Al secondo mese lo schieramento nemico cominciò finalmente a cedere terreno, per poi essere ricacciato dentro il territorio dell'Erba e finalmente essere messo in rotta. Nonostante il loro coinvolgimento fosse palese, i Daymio dell'Erba negarono tassativamente di aver armato o favorito in qualunque modo i gruppi mercenari responsabili di quella serie di attacchi ed il il tutto si risolse in un nulla di fatto. Pur avendo riportato una vittoria, l'esercito accademico non riuscì ad impedire che la coda dell'esercito nemico si frantumasse in una miriade di piccole divisioni che si dispersero rapidamente nel territorio. Feriti, affamati ed impossibilitati a ritirarsi in quanto tagliati fuori dal resto dell'esercito, i soldati allo sbando cominciarono così ad attaccare i villaggi, depredandoli di cibo e denaro e commettendo ogni sorta di atrocità sui cittadini indifesi.

    [...]


    « Ben arrivate, reclute! Ditemi nome, grado e provenienza! »



    A parlare era un Jonin di Konoha. Aveva corti capelli corvini stretti in una bandana sulla quale spiccava il simbolo della foglia e vestiva la classica divisa Ninja del suo Grado. Aveva gli occhi castani ed una cicatrice che andava dal labbro inferiore destro sino al mento, dando un'aspetto un pò sghembo al sorriso spavaldo che aveva assunto all'arrivo dei ragazzi. Il viaggio per loro era stato abbastanza lungo e dopo essere stati riuniti in Accademia erano saliti assieme a molti altri giovani Ninja su alcune carovane appartenenti ad un convoglio non molto grande. Erano arrivati che ormai era notte inoltrata. La loro destinazione era nella parte nord ovest del Paese del Fuoco ed il campo base era stato allestito in un'ampia radura al limitare di una foresta di querce e consisteva in una mezza dozzina di tende più altre tre per la logistica. Non c'erano feriti ed i Ninja che si trovavano al suo interno erano chiaramente dei reparti di supporto, in quanto gestivano le comunicazioni, il trasporto dei rifornimenti e non sembravano affatto il tipo di persone adatte al combattimento in prima linea. Ad eccezione ovviamente dell'uomo che li aveva accolti.

    « Vi spiego la situazione in breve. Come saprete stiamo cercando da giorni di bonificare questa regione, perchè alcuni di quei ratti bastardi hanno sfondato il nostro sbarramento ed ora stanno seminando il caos. Saccheggiano o bruciano tutto quello su cui riescono a mettere le mani e se non li fermiamo subito ammazzeranno un sacco di persone innocenti prima di spostarsi a Nord verso il Paese delle Cascate, e noi non vogliamo che questo accada. Abbiamo individuato un piccolo gruppo in un villaggio a sud ovest di qui. A quanto riportano gli esploratori si tratta di una dozzina di mercenari ed un massimo di tre Ninja. Prima di arrivare lì hanno attaccato una carovana mercantile ma la scorta armata si è rivelata più agguerrita di quanto credessero ed hanno subito alcune perdite. Per vendicarsi hanno ucciso tutti tranne due donne ed un uomo anziano, ed ora stanno recuperando le forze, gozzovigliando ed uccidendo gli abitanti del villaggio. Il vostro obbiettivo primario è eliminare il nemico e garantire la salvaguardia dei civili. Dei tre ostaggi non sappiamo ancora nulla, ma sarebbe bene che li recuperaste, anche se non è una priorità. Se qualcuno dei mercenari si arrende arrestatelo, altrimenti uccideteli tutti, senza lasciarne scappare nemmeno uno. Kuroi Gumo di Oto sarà il vostro Caposquadra, se non avete domande da farmi andate a dormire, avete quattro ore prima della partenza. »

     
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  2. ¬Wex
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    Capitolo I: orizzonti di guerra


    Avevano ordine di attaccare, era loro dovere obbedire a quell'ordine (...) se era impossibile, l'unica prova sarebbe stata data dai loro corpi ammucchiati nelle trincee. Sono feccia! Tutto il reggimento è un branca di cani bastardi piagnucolosi con la coda tra le gambe.
    -Orizzonti di gloria (1957)



    "Che seccatura…"

    Effettivamente ciò che si limitò a pensare corrispondeva alla situazione: i mercenari avevano sfondato le difese, trovandosi liberi di saccheggiare e di muoversi a piacimento dentro il territorio. Ultimamente il Paese delle Cascate aveva creato problemi non da poco all'Accademia, tramutando una situazione di poco conto e apparentemente contenuta in un calderone traboccante di guai. Non era ben chiaro come avessero potuto organizzarsi così bene in così poco tempo: dai primi rapporti si era venuti a conoscenza di questi piccoli gruppi disorganizzati che in passato si erano limitati a qualche screzio ma la cosa ora era completamente diversa in quanto non si parlava più di bande mandate allo sbaraglio bensì di un esercito.

    Il fronte era debole e spezzato, i morti abbondavano e le cose non andavano certo bene.

    Col tempo gli accademici furono in grado di riprendere terreno, facendo arretrare l'avversario: ma i problemi non erano certo finiti. Piccoli contingenti si mercenari si erano distaccati dal corpo principale per dedicarsi al saccheggio. A quanto pare spettava a loro occuparsene.
    Il momento di crisi e il livello di difficoltà erano tangibili: le cattive condizioni dei veterani, l'inaspettata difficoltà che si era trovata ad affrontare l'accademia, questi briganti che bruciavano e derubavano…tutti elementi che indebolivano l'esercito e che andavano eliminati.
    Già…eliminati. Evidentemente però quella era una situazione più grave di quanto si potesse immaginare: per le missioni di risanamento erano infatti stati inviati molti contingenti ninja, la maggior parte dei quali era però formato da combattenti alle prime armi, proprio come lui…

    <<masayuki Hasegawa, signore. Sono uno studente di Kiri; a breve mi accingerò a sostenere l'esame genin se la guerra me lo permetterà.>>

    Non era certo un ragazzo timido e imbranato ma si sentiva un po' impacciato e non sapeva se la sua presentazione era consona all'occasione ma quella era la sua prima vera esperienza militare e ritenteva che essere formali e sintetici potesse andar bene: queste cose non le insegnavano sui banchi di scuola. Si era appena presentato ad un jonin del Paese della Foglia, un militare di grado elevatissimo il quale aveva l'impressione che avrebbe coordinato tutta la loro operazione. La sua divisa dimostrava il suo grado; capelli corvini, sorriso spavaldo e una vistosa cicatrice sotto il mento. Sicuramente un veterano, un ninja d'esperienza che la sapeva lunga su quel campo di battaglia.
    Il compito loro assegnato era chiaro: avrebbero dovuto affrontare un gruppo di mercenari composto da combattenti semplici e da un esiguo numero di ninja i quali avevano preso 3 prigionieri. Il numero preciso non era dato loro saperlo poichè gli stessi ribelli avevano avuto delle perdite strada facendo; una cosa però era sicura: bisognava stanarli al limite arrestarli se si fossero arresi, cosa di cui dubitava. Per quanto riguardava gli ostaggi le indicazioni erano state piuttosto vaghe: sostanzialmente se fossero riusciti a recuperarli nessuno sarebbe stato dispiaciuto ma anche se non ci fossero riusciti a nessuno avrebbe potuto importare molto...anche se effettivamente non si era ancora a conoscenza di chi fossero gli ostaggi. Il che faceva una netta differenza.

    La sua squadra era composta quattro elementi: lui, altri due studenti e da un genin che sarebbe stato il loro caposquadra. Masayuki non aveva idea di chi fossero gli altri due suoi parigrado ma avrebbe avuto sicuramente modo di conoscerli; per quando riguardava il suo superiore invece a quanto pare era un certo Kuroi Gumo, genin di Oto: ad una prima analisi sembrava un tipo bizzarro...quelle braccia poi...

    "Speriamo finiscano in fretta questi qua ho proprio bisogno di dormire qualche ora, sono distrutto"









    Edited by ¬Wex - 19/5/2012, 20:05
     
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  3. ¬Cruxolo
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    Presentazioni




    « Ben arrivate, reclute! Ditemi nome, grado e provenienza! »


    A parlare era stato un ninja di Konoha. Kuroi Gumo lo squadrò attentamente, tentando di osservare ogni minimo dettaglio per riuscire a capire con che cosa avevano a che fare, se una cosa seria oppure una sciocchezza da aspiranti ninja. Una veloce analisi del volto dello shinobi lasciava intendere ai presenti che in quel luogo non si stava certo scherzando: occhi castani nascosti da un'espressione seria, quasi cruciata, una vistosa ferita tra il mento e il labbro inferiore; i capelli erano semicoperti da un luccicante coprifronte del Villaggio della Foglia, l'abbigliamento era quello che solitamente veniva affidato ai ninja di Konoha più esperti, anche se il Ragno non riusciva a ricordare se ai Chunin o ai Jonin. Ma dalla gestualità e dalle espressioni del ninja, Kuroi Gumo era più propenso a definirlo come un veterano. Li aveva accolti in un campo formato da alcune tende al limitare di una grossa foresta di querce: per tutto il viaggio il Ragno non aveva fatto altro che osservare fuori dalla carovane dove, assieme a lui, erano presenti anche altri shinobi, invisibili tuttavia per il giovane portatore dei Geni del Ragno. Stentava nel parlare quando era forzato, figuriamoci quando era libero di scegliere. Il silenzio del Ragno aveva accompagnato il calare soave della maestra notte: quando lo shinobi della Foglia li aveva accolti il sole aveva già lasciato spazio da parecchio tempo alla sua luminosa ed elegante sorella, accompagnata, come le era usuale, dai piccoli lumi stellari che ricoprivano tutta la volta celeste. Non era mai stato in missione prima di allora il Genin del Villaggio del Suono: le aveva sempre evitate, consapevole di non essere assolutamente in grado di lavorare con altri shinobi; ma Febh lo aveva spronato a riambientarsi, e una buona soluzione sarebbe stata quella di sviluppare le sue nuove capacità sul campo di battaglia. Di certo qualche mercenario del Paese dell'Erba - sapeva gran poco su quello che avrebbero dovuto fare in quel luogo - sarebbe stato il bersaglio ideale per il suo nuovo arco.

    «Masayuki Hasegawa, signore. Sono uno studente di Kiri; a breve mi accingerò a sostenere l'esame genin se la guerra me lo permetterà. »

    Ad interrompere i suoi pensieri era stato un ragazzo più o meno alto come lui, ma sicuramente più "pesante"; capelli argentei, occhi come il ghiaccio: non ci sarebbero voluti due secondi per capire che Masayuki fosse originario di Kiri, il Villaggio della Nebbia. Sembravano coetanei, ma nel mondo degli shinobi l'età è qualcosa non riconducibile ai caratteri fisici. Non si trattenne molto sul ninja che per primo aveva deciso di intervenire nella discussione: non lo riteneva necessario, se il ragazzo avesse voluto interessare il Genin del Suono, beh, l'avrebbe dovuto fare in battaglia.

    «Kuroi Gumo, Genin, Oto»

    Kuroi Gumo fece un passo avanti, rispondendo come era solito fare, ovvero in modo breve e preciso. Sarebbe sembrato un ragazzo normale, il giovane: capelli castano scuro raccolti in una coda di cavallo, un'altezza "giusta" per la sua età, forse un po' troppo magro a giudicare dai lineamenti marcati e dagli occhi scuri infossati. Ma alla presentazione aggiunse un altro gesto, giusto per far capire al ninja che gli aveva chiesto di presentarsi che poteva stare tranquillo sull'esito della missione: il lungo mantello che copriva l'intero corpo del Ragno venne levato leggiadramente dalla sua mano destra, una delle sue mani destre, mentre la sinistra levata l'arco e lo appoggiava per terra; quello che avrebbero visto sarebbe stato un corpo, come avevano potuto intuire, molto magro, accompagnato da sei braccia uguali, tranne una, la prima delle mancine, di carnagione più scura fino ad un'enorme cicatrice appena sotto la spalla. Kuroi Gumo raccolse poi l'arco dal terreno e se lo rimise dietro la schiena.

    « Vi spiego la situazione in breve. Come saprete stiamo cercando da giorni di bonificare questa regione, perchè alcuni di quei ratti bastardi hanno sfondato il nostro sbarramento ed ora stanno seminando il caos. Saccheggiano o bruciano tutto quello su cui riescono a mettere le mani e se non li fermiamo subito ammazzeranno un sacco di persone innocenti prima di spostarsi a Nord verso il Paese delle Cascate, e noi non vogliamo che questo accada. Abbiamo individuato un piccolo gruppo in un villaggio a sud ovest di qui. A quanto riportano gli esploratori si tratta di una dozzina di mercenari ed un massimo di tre Ninja. Prima di arrivare lì hanno attaccato una carovana mercantile ma la scorta armata si è rivelata più agguerrita di quanto credessero ed hanno subito alcune perdite. Per vendicarsi hanno ucciso tutti tranne due donne ed un uomo anziano, ed ora stanno recuperando le forze, gozzovigliando ed uccidendo gli abitanti del villaggio. Il vostro obbiettivo primario è eliminare il nemico e garantire la salvaguardia dei civili. Dei tre ostaggi non sappiamo ancora nulla, ma sarebbe bene che li recuperaste, anche se non è una priorità. Se qualcuno dei mercenari si arrende arrestatelo, altrimenti uccideteli tutti, senza lasciarne scappare nemmeno uno. Kuroi Gumo di Oto sarà il vostro Caposquadra, se non avete domande da farmi andate a dormire, avete quattro ore prima della partenza. »

    A quel punto qualsiasi Caposquadra normale avrebbe cominciato a riempire il mandante di domande assurde, per conoscere ogni piccolo particolare della missione. Ma per Kuroi Gumo non era così che funzionava: era interessato solo a mietere qualche vittima - nemico o amico - con le sue frecce, non aveva bisogno di sapere altro. Non sapeva nemmeno con quale criterio avessero designato lui come Caposquadra del team; forse erano state le sue braccia, quattro in più in effetti danno un senso di sicurezza. Ma se avessero conosciuto meglio la personalità del giovane, sicuramente quel ruolo così essenziale lo avrebbero affidato a qualcun'altro, anche ad uno studente.

    «Se vogliono far domande..»

    Il tono della voce lasciava intendere che per il Ragno la discussione era finita in quel momento. Indicò con l'indice i tre ragazzi che lo avrebbero accompagnato a spargere un po' di sangue, poi si voltò, lasciando cadere la mano destra sulla spalla affinchè il mantello scivolasse lungo il dorso: uscì dalla tenda lentamente, poi si sedette a gambe incrociate alla destra della porta d'entrata. I suoni della notte accolsero il nuovo arrivato, facendolo divenire parte di sinfonia di malinconica bellezza. Si immerse in quelle note, lasciando uno spiraglio di attenzione rivolto verso l'interno della tenda, casomai qualcuno avesse chiesto qualcosa di sensato. Quella notte non avrebbe dormito.


     
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    Chapter I: guerra e problemi





    Era passato poco da quando ero diventato genin, ed eccomi qui, pronto per la mia prima missione ufficiale. pronto per la battaglia, mi diressi al luogo dell'incontro.
    giunto a destinazione, mi si parò davanti un jonin di konoha, pronto a presentarmi la situazione attuale e la missione. partì chiedendo a tutto il team, nome, grado e provenienza. attesi il mi turno per esordire dicendo:
    "mi chiamo Ichiro HideAki Uchiha. genin della foglia"
    segui una descrizione della situazione...
    "che noia, ho capito che dobbiamo potare scalpi e rompere ossa. ora lasciaci andare a riposare!"
    ... dopo poco smise di parlare congedandoci.
    decisi di riposare, seppur per poche ore; in fondo mi aspettava una grande sfida.



    ho deciso di fare un post striminzito; non che sia pigro o altro, volevo semplicemente rendere un po leggero il discorso. se avessi scritto un introduzione sarebbe stata molto ridondante e simile a quelle dei compagni. mi rifaccio il prossimo post
     
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  5. Kei Hajime
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    Parole. Braccia.




    Era notte inoltrata. Un turbante copriva il mio volto lasciando scoperti solamente gli occhi. Era da poco tempo che mi trovavo a Suna ma avevo già cominciato ad assorbirne le usanze. Cominciavo a comprendere le emozioni umane. O meglio, ad imitarle. Ancora non riuscivo a sentire niente. Il vuoto dentro di me era incolmabile e quello che ne risultava era una maschera amorfa. I miei occhi non trasmettevano nulla, ma mi sforzavo di assomigliare agli altri che erano lì con me. Eravamo in viaggio da non so quanto tempo. L'Accademia aveva affidato ad un drappello di studenti una missione relativamente semplice. Non capivo ancora i meccanismi che regolavano questa istituzione ma non me ne preoccupavo affatto. Eseguivo gli ordini senza pormi quesiti di alcun genere. Non mi interessava né dell'Accademia né delle sorti del villaggio. Non mi interessava di nulla.

    [...]



    C'erano cinque persone in quella stanza, compreso me. Non me ne accorsi subito.
    Ero disinteressato al motivo per cui ero stato convocato. Sapevo che l'Accademia si serviva dei suoi shinobi, o di quelli che stavano per diventarlo nel mio caso, per svolgere dei compiti più o meno difficili. Era la prima volta che mi muovevo in quel senso. Da quando avevo incontrato il danzatore nel deserto però, qualcosa mi circolava incessante nella testa. Potere. L'avrei ottenuto solo attraverso l'esperienza sul campo, diventando un ninja.
    Di fronte a noi, quello che sembrava un ninja esperto, cominciò a parlare chiedendoci il villaggio di origine e il nostro grado. Relazionarmi con gli altri non era di certo il mio forte. La completa incapacità di provare ed esprimere la gamma delle emozioni umane mi impediva una corretta relazione con le altre persone. Lo avevo capito subito, dal primo momento in cui avevo riaperto gli occhi, moribondo, nel deserto. Non ero normale, no di certo.
    Ascoltai gli altri che erano vicino a me cercando di capire il tono, il modo, e le parole che usarono per presentarsi. Il mio volto esprimeva il vuoto. Statico, nel momento in cui capii che avrei dovuto dire la mia, parlai sperando di risultare il più naturale possibile. Non ci riuscii.


    Kei Hajime. Studente. Suna.

    Ero meccanico, piatto. Avevo ancora tanta strada da fare. Non importava comunque, non mi trovavo in quel posto per parlare. Ero stato l'ultimo a parlare e il tipo di fronte a noi riprese il discorso cominciando a spiegare quello che avremmo dovuto fare durante la missione. Ascoltai vagamente quello che diceva. Non ero ancora capace di prestare attenzione. Non che avessi problemi di ricezione, anzi. Ero solo indifferente a quello che le persone dicevano. Nulla mi toccava. Questo atteggiamento non mi avrebbe portato a nulla di buono. Ma allora non potevo saperlo e tutt'ora faccio fatica a ricordarlo. Nonostante ciò riuscii a capire a grandi linee che avremmo dovuto eliminare dei mercenari e salvare degli ostaggi. O qualcosa del genere. Il capogruppo sarebbe stato un genin di Oto, Kuroi Gumo. Era alto, dal volto scheletrico. Qualcosa in lui però non andava. Era strano. Quando si tolse il mantello infatti, mostrò qualcosa che a chiunque sarebbe risultato per lo meno stravagante. Sei braccia. Il caposquadra aveva sei arti superiori piuttosto che due. La vista di quelle braccia non provocò in me alcuna reazione. Il callo emotivo che accompagnava la mia persona era impressionante. Nulla riusciva a scalfire quello scudo duro che opprimeva il mio essere.
    Osservai il caposquadra uscire dalla stanza. Nessuno aveva domande. Di lì a poco saremmo partiti. Anche io uscii andandomi a sistemare in un angolo poco distante da Kuroi, che se ne stava seduto con l'aria di uno che non avrebbe di certo dormito. Mi sdraiai chiudendo gli occhi. Non mi addormentai però. Non potevo. Non potevo lasciarmi cadere tra le braccia di Morfeo in balia di persone che in qualche modo mi erano estranee. Avrei vegliato in silenzio. Dopotutto non ero lì per dormire.
     
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  6. Kalastor
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    Primo Contatto



    « Bene, siete tutti. Prima che andiate a riposare, vi mostro la vostra destinazione. »



    Si voltò ed in pochi passi fu all'interno di una tenda. Come il resto del campo era ingombro di logistica, fra cui diverse casse scoperchiate al cui interno erano visibili un mucchio di kit individuali di primo soccorso ed alcune barelle pieghevoli. Fortunatamente erano riusciti a ritagliare lo spazio necessario per piazzare una tavola di compensato sopra un paio cavalletti, così da formare un tavolo improvvisato sul quale erano stesi alcuni rotoli e due mappe dettagliate della regione. Com'era prevedibile il territorio era punteggiato macchie di foresta ed erano visibili almeno due rilievi non più alti di una collina. Vi erano molte annotazioni, fra cui i nomi di un paio di unità ed una mezza dozzina di rotte evidenziate in rosso. Proprio una di queste conduceva ad un insediamento di piccole dimensioni, sul quale il Jonin puntò il dito.

    « Camminate in direzione ovest nord-ovest per una decina di chilometri. Ad un certo punto troverete una collina coperta di querce sul cui fianco si estende una vallata. Il villaggio si trova a ridosso del bosco, anche se non è molto grande dovreste riuscire a vederlo. Purtroppo non abbiamo avuto modo di fare una ricognizione approfondita e le poche informazioni in nostro possesso sono date da una pattuglia che stava tornando a fare rapporto e si è imbattuta per sbaglio nell'insediamento, tanto che non sappiamo neppure il suo nome, che fra tutto non è riportato sulla mappa. Se vi mettete in marcia fra quattro ore esatte dovreste arrivare a destinazione entro le tre del mattino. Ricordatevi che il sole sorge alle cinque e fareste bene ad approfittare del buio quantomeno per infiltrarvi. Da qui in poi prendete ordini dal vostro Caposquadra, ora andate a riposare. »

    [...]


    Vennero svegliati da un non operativo di passaggio e la loro marcia iniziò dopo un pasto molto approssimativo. Dal campo sino al punto di attacco il territorio era prevalentemente pianeggiante e per loro fortuna il tempo non riservò sorprese, lasciando il cielo scoperto anche se all'orizzonte andava ad ammassarsi un fronte nuvoloso che via via inghiottiva sempre più stelle. La luna era di tre quarti ed illuminò il loro percorso. Giunsero in vista del villaggio attorno all'ora stimata dal Jonin di Konoha. Benché si trovasse adagiato all'ombra della collina, l'insieme di case era una macchia scura nella notte ancora più scura, troppo netta per essere confusa con un prolungamento della foresta. Poche torce creavano un mucchio sparso di fiammelle, come piccoli occhi di una creatura addormentata, mentre la presenza di un grande fuoco al centro dell'insediamento era intuibile dai giochi di luce proiettati sulle pareti delle case. Guardando con attenzione, però, quelle non erano le uniche fonti di luce presenti nella vallata. Laddove il terreno cominciava a scendere, e poi di nuovo qualche centinaio di metri più avanti, spiccavano i fuochi di due alte fiaccole. Si era alzato un vento leggero che rendeva la loro illuminazione un pò tremolante, ma non abbastanza per nascondere due figure sedute per terra, armate di lancia. Avvicinandosi un poco era possibile identificare anche delle armature metalliche tanto sporche da non produrre nessun riflesso e probabilmente anche una sorta di casacca lurida che copriva i punti non raggiunti dalla corazza. Due postazioni di guardia. La scelta era fra eliminarle oppure procedere oltre senza farsi notare.





    Le fiaccole illuminano un'area circolare di raggio 6 metri (quindi un totale di 12 da un'estremità all'altra). Il primo punto di guardia è a 30 metri da voi, il secondo fra i 100 ed i 200 metri. Sono posizionati un pò sfalsati sulla linea ipotetica che porta da voi all'ingresso principale del villaggio. Scelta libera, ovviamente influenzerà il resto della Missione.
     
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  7. ¬Cruxolo
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    Conoscersi




    « Bene, siete tutti. Prima che andiate a riposare, vi mostro la vostra destinazione. »


    Kuroi Gumo riuscì solo a sedersi per pochì che la voce del ninja di Konoha echeggiò nell'accampamento semi-muto. Al suo fianco si era seduto lo studente di Suna, un personaggio che per strani motivi gli ricordava la sua persona. Non appariva febbricitante per la missione imminente, sembrava distaccato, freddo, indifferente. Era la sua controparte Sunese - pensò il Ragno. Il suo nome era Kei, se lo sarebbe ricordato.
    Il ninja della Foglia li accompagnò in una base bellica improvvisata, una tenda medica nella quale era stato alloggiato una tavola di compensato con sopra alcune mappe e alcuni cartigli riguardante gli avvenimenti di quel luogo. Il Genin Otese andò subito ad osservare con disinvoltura la mappa della zona, tappezzata di scritte e annotazioni; qualche linea rossa tratteggiava sulla riproduzione del paesaggio alcune rotte, e qualche piccola foresta color verde era indicata vicina a due colline che spadroneggiavano sulla mappa. Vicino ad una delle colline - e alla foresta che la caratterizzava - c'era segnalato un piccolo borgo, subito indicato dall'uomo che li aveva accompagnati alla tenda con l'indice della mano.

    « Camminate in direzione ovest nord-ovest per una decina di chilometri. Ad un certo punto troverete una collina coperta di querce sul cui fianco si estende una vallata. Il villaggio si trova a ridosso del bosco, anche se non è molto grande dovreste riuscire a vederlo. Purtroppo non abbiamo avuto modo di fare una ricognizione approfondita e le poche informazioni in nostro possesso sono date da una pattuglia che stava tornando a fare rapporto e si è imbattuta per sbaglio nell'insediamento, tanto che non sappiamo neppure il suo nome, che fra tutto non è riportato sulla mappa. Se vi mettete in marcia fra quattro ore esatte dovreste arrivare a destinazione entro le tre del mattino. Ricordatevi che il sole sorge alle cinque e fareste bene ad approfittare del buio quantomeno per infiltrarvi. Da qui in poi prendete ordini dal vostro Caposquadra, ora andate a riposare. »

    Ottimo, quindi sapevano gran poco e le redini ora passavano in mano del Ragno di Oto. Pensò velocemente a tutti i fattori che potevano favorire la buona riuscita quantomeno della prima parte della missione: il buio, suo fedele compagno da molto tempo, la conoscenza, seppur parziale, di cosa avrebbero trovato, la foresta che troneggiava sull'insediamento nel quale sarebbero dovuti penetrare. Se i dati non erano molti, almeno il luogo erano dalla loro parte: per un Ragno come lui, sfruttare gli alberi e l'oscurità sarebbe stato un vantaggio enorme sugli ignari abitanti di quel posto. Fece un cenno col capo, e abbandonò, come aveva fatto in precedenza, anche quell'ultima tenda: fece pochi passi fuori dalla base improvvisata e si allontanò di pochi metri, trovando riparo per i suoi pensieri sotto un albero poco distanze. Decise di appoggiarsi al fusto nodoso, accoccolandosi sotto i numerosi rami che coprivano quasi completamente il cielo stellato. Sapeva ben poco sui suoi compagni: per quanto la zona dove sarebbero dovuti irrompere fosse favorevole alle sue capacità balistiche, non era a conoscenza se questo vantaggio fosse altrettanto netto anche per gli shinobi che lo avrebbero "accompagnato". Prima di abbandonarsi alla cura del proprio armamentario - una lustrata al duro legno del suo arco andava sempre bene - decise che avrebbe chiesto, durante il lungo viaggio, ai suoi compagni quali fossero le loro principali abilità. Questo sicuramente li avrebbe aiutati a conoscersi a vicenda.
    La notte più fonda scese inesorabilmente sull'accampamento di fortuna. Kuroi Gumo non riuscì a toccare cibo, non tanto per l'agitazione, ma per la qualità con cui questo si era presentato ai quattro ragazzi. Il viaggio iniziò con una brezza leggera, che portò in pochi attimi - o molte ore, Kuroi Gumo non fece più caso al cielo - alcune nubi tra le stelle scintillanti.

    « Compagni, vorrei conoscere le vostre abilità. Combattenti da Corpo a Corpo, maestri di Ninjutsu.. Ditemi tutto. Ci aiuterà. Per quanto mi riguarda, io prediligo la lunga distanza. Ma penso si possa notare dal mio arco.. »

    Mise in bella mostra l'arco illuminato dai raggi lunari. Il mantello gli scendeva soavemente sul corpo magro, il cappuccio era ben saldo sopra il capo.



     
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  8. ¬Wex
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    Capitolo II: la marcia



    Viaggiando ci s'accorge che le differenze si perdono:
    ogni città va somigliando a tutte le città,
    i luoghi si scambiano forma ordine distanze,
    un pulviscolo informe invade i continenti.

    -Calvino



    Saranno state le 23...si era svegliati all'alba della notte dopo 3-4 ore di riposo; quanto meno era riuscito a dormire un po' recuperando parte delle proprie forze. E' strano come a volte dormendo così poco al risveglio ci si sentisse più attivi che dopo un lungo riposo; meglio così anche se la sua esperienza d'insonne lo metteva in guardia contro quell'illusione: ora si sentiva reattivo e in forze ma quel suo stato di salute non sarebbe durato a lungo, il corpo non aveva avuto il riposo materiale di cui realmente necessitava.

    "Meglio sbrigarsi..."


    Masayuki si alzò alla ricerca di uno specchio d'acqua che fortunatamente trovò a pochi metri dal suo giaciglio improvvisato, si sciacquò la faccia un paio di volte per cancellare i segni concreti di quella pessima dormita e per svegliare la mente ancora assopita: doveva essere lucido. Asciugatosi con un angolo della sua tunica, non pontendosi permettere lussi particolari era utilizzata all'occorrenza come straccio di fortuna, la indossò sopra i suoi vestiti leggeri e si diresse verso i suoi compagni.

    Al primo colpo d'occhio gli parve che sia lo studente di Suna sia il Genin di Oto avessero passato le preziose quattro ore di riposo svegli a vegliare.

    "Peggio per loro, avranno bisogno di forze e di membra riposate speriamo riescano a fare ciò che devono senza intralci." si limitò a pensare.

    «Buongiorno...» esordì.

    Un esordio piuttosto infelice a dirla tutta in quanto era sera inoltrata ma si sa che le abitudini giocano brutti scherzi, anche se in effetti la loro "giornata" iniziava ora: un errore tutto sommato scusabile.
    Dunque si accinse ad approcciare un pasto a dir poco frugale anche se non riuscì a mandare giù quasi niente; in parte contribuì la qualità del cibo ma il problema principale era che aveva lo stomaco chiuso e sebbene esternamente fosse calmo, la tensione si faceva sentire.

    In breve tempo furono tutti pronti a partire e si incamminarono per la strada prestabilita. Procedevano compatti vero la loro meta.
    Il jonin della foglia aveva spiegato al gruppo la sera prima cosa avrebbero dovuto fare: la direzione era ovest-nord-ovest, avrebbero dovuto procedere per una decina di chilometri per raggiungere il villaggio il quale era situato ai piedi di una collina coperta da una fitta foresta. Non avevano altre informazioni ma ne potevano trarre altre per agevolare la loro missione: la collina, la foresta e la notte sarebbero stati tutti elementi molto vantaggioso strategicamente che se avessero sfruttato a dovere ne avrebbero tratto vantaggi notevoli. Noi saremmo stati quelli che avrebbero attaccato, noi li avremmo colti di sorpresa, noi saremmo state le lame nel buio, gli incubi della loro notte.

    « Compagni, vorrei conoscere le vostre abilità. Combattenti da Corpo a Corpo, maestri di Ninjutsu. Ditemi tutto. Ci aiuterà. Per quanto mi riguarda, io prediligo la lunga distanza. Ma penso si possa notare dal mio arco.. »

    Così aveva parlato il loro caposquadra, mettendo in mostra il suo arco.
    Finalmente qualcuno aveva rotto il silenzio in quel gruppo taciturno. Masayuki prese subito parola senza aspettare che altri rispondessero prima di lui.

    «Io posso contribuire con i Ninjutsu tipici del mio Villaggio: posso far calare e controllare una fitta nebbia per poter disorientare l'avversario, all'interno della quale mi posso muovere a piacere con grande rapidità, o creare un elevato numero di cloni scuri come la pece per portare a termine utili diversivi. Conosco inoltre un paio di Genjutsu adatti a distrarre chi mi trovo ad affrontare. In sostanza non sono un combattente da duri e ravvicinati scontri fisici, nè tantomeno un grande esperto di jutsu offensivi: preferisco disorientare i miei nemici, sfruttando gli elementi a me affini, celandomi alla sua vista per poi colpire. Prediligo la strategia alla forza bruta: penso che un singolo colpo ben piazzato ma meditato dia più risultati di spettacolari Ninjutsu elementali usati senza raziocinio. Parlo nel limite delle mie ancora scarse conoscenze ovviamente...»


    Quel che aveva da dire era finito: aveva esposto in breve le sue capacità; ora era curioso di sentire gli altri suoi compagni cosa avrebbero svelato riguardo le proprie potenzialità...
    Se si era immaginato con sufficiente chiarezza la situazione al Villaggio stava incominciando ad elaborare qualche strategia efficace..





     
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    parlato Ichiro
    parlato Kuroi
    parlato Masayuki



    Sulla via per il villaggio





    la mattina della partenza, verso il villaggio, mi sveglia presto e, dopo qualche minuto speso a prepararmi, uscii dalla mia tenda pronto per partire.
    dalla sua tenda nel frattempo era uscito anche Masayuki, il quale si limitò a un buongiorno a voce bassa.
    *feci un semplice cenno col capo*
    gli altri due nostri compagni sembrava, invece, avessero passato le poche ore di riposo, in bianco; svegli, troppo tesi per dormire.
    decisi di non parlare, ma limitarmi ad essere efficiente e pronto per la partenza, che fu da li a poco.
    [...]
    il primo a parlare, durante il viaggio, fu il caposquadra
    « Compagni, vorrei conoscere le vostre abilità. Combattenti da Corpo a Corpo, maestri di Ninjutsu. Ditemi tutto. Ci aiuterà. Per quanto mi riguarda, io prediligo la lunga distanza. Ma penso si possa notare dal mio arco.. »
    il primo a rispondere fu Masayuki
    «Io posso contribuire con i Ninjutsu tipici del mio Villaggio: posso far calare e controllare una fitta nebbia per poter disorientare l'avversario, all'interno della quale mi posso muovere a piacere con grande rapidità, o creare un elevato numero di cloni scuri come la pece per portare a termine utili diversivi. Conosco inoltre un paio di Genjutsu adatti a distrarre chi mi trovo ad affrontare. In sostanza non sono un combattente da duri e ravvicinati scontri fisici, nè tantomeno un grande esperto di jutsu offensivi: preferisco disorientare i miei nemici, sfruttando gli elementi a me affini, celandomi alla sua vista per poi colpire. Prediligo la strategia alla forza bruta: penso che un singolo colpo ben piazzato ma meditato dia più risultati di spettacolari Ninjutsu elementali usati senza raziocinio. Parlo nel limite delle mie ancora scarse conoscenze ovviamente...»
    poi presi parola io
    « belle abilità Masayuki; io a differenza sua sono più specializzato in ninjutsu e combattimento corpo a corpo con la mia fedele Hi no kaminari, la mia wakizashi»
    detto questo portai la mia mano destra sull'elsa dell'arma, come per indicarla ai compagni
    « oltre ai ninjutsu, conosco anche alcuni taijutsu, che mi tornano utili nel combattimento ... oltre a queste tecniche, conosco le basi per seguire le tracce, per medicare e per costruire trappole»
    proseguii poi; per concludere con
    « in poche parole: posso fungere da incursore e anche come esca/diversivo, fermo restando che il mio raggio d'azione, è scarso quindi sono adatto al corpo a corpo e medie distanze.
    detto ciò, vorrei anche chiedervi di affidarmi il compito di cartografo, per creare una mappa della zona d'azione... non che sia un esperto ma credo potrei cavarmela bene.»


    conclusi di parlare e di esporre le mie abilità. avevo detto abbastanza, conoscevano bene o male le mie abilità; non volevo espormi andando troppo nel dettaglio, infondo, si sa, ogni buon ninja deve avere sempre qualche asso nella manica!

     
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  10. Kei Hajime
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    Danni Collaterali

    Pensieri. Sorrisi.




    Quant'era passato? Una, due, tre ore? Il tempo per me era qualcosa di indefinito, così come indefinita era la stranezza di quel che io sentivo alla vista del cielo notturno sopra di me. Quelle miriadi di punti luminosi erano talmente diversi dall'accecante luce del sole che offuscò i miei sensi quando rinvenni in mezzo al nulla, poco tempo prima. Non che la notte mi emozionasse in qualche modo, ma, essendo per me tutto così nuovo ed ogni percezione sensibile assolutamente diversa da un'altra, mi venne naturale paragonare i due tipi di esperienza. Se una cosa era certa, era che la barriera attorno alla mia umanità era spessa, spessa, spessa, spessa, spessa...
    Mi bloccai su quel pensiero e quella parola non volle andar via dalla mia mente. Non riuscivo a pensare ad altro. I miei pensieri erano divenuti un nastro rotto, che ripeteva sempre e solamente la stessa sinfonia.
    Un brivido mi fece sbloccare. Un uomo stava svegliando tutti i membri del gruppo. Mi misi in piedi. Prima di alzarmi sfiorai un'ultima volta l'erba fresca ed umida sotto di me: qualcosa di completamente diverso dal ruvido tocco dei granelli di sabbia che ricordavo così bene. Il mio corpo necessitava di sentire, percepire, di mettere in funzione ogni senso, forse, proprio perché il mio cervello, invece, non riusciva a sentire nulla.


    [...]



    Non avevo rivolto la minima preoccupazione alla missione incombente. Ero molto più interessato a scoprire il mondo attorno a me. Dopo essermi destato mi ero sciacquato il volto e avevo mangiato qualcosa senza la minima attenzione. Ed ora eravamo in viaggio. Mi sforzai di ricordare quello che il tizio nella tenda ci aveva comunicato poche ore prima: dovevamo dirigerci in direzione ovest nord-ovest. Kuroi Gumo, il caposquadra, guidava il gruppo. Sarei riuscito di sicuro a vivere senza nessuna conversazione, ma, a quanto pareva, egli volle rompere il silenzio per avere una maggiore conoscenza dei membri del suo team. Non che gli dessi torto, ma condividere le mie personali informazioni con altri non faceva proprio per me. Si limitò a farci sapere di prediligere la lunga distanza. Poi fu il turno del ragazzo col nome di Masayuki. L'avevo già notato all'accampamento. Aveva salutato tutti noi appena uscito dalla tenda ed io avevo ricambiato il suo saluto fissandolo con occhi sgranati per parecchi secondi in modo del tutto inespressivo. Adesso però Masayuki stava parlando mentre camminava. Fu particolareggiato nel descriverci come fosse abile in Ninjutsu e Genjutsu atti a disorientare l'avversario piuttosto che ad un'offensiva diretta. Ascoltai attentamente e registrai. A seguire prese parola Ichiro. Penso fosse questo il suo nome. Lui invece disse di essere portato per i ninjutsu ed il combattimento ravvicinato con la sua wakizashi. Aggiunse di saper fare altre svariate cose e chiese infine che gli fosse assegnato il compito di cartografo. In effetti eravamo sprovvisti di qualsiasi tipo di mappa. Misi in memoria anche tutte queste informazioni. Arrivò infine il mio turno. Non ero capace a parlare come avevano fatto i miei compagni. Sarebbe stato contro la mia natura. Inoltre non avevo nessuna intenzione di condividere le mie capacità con degli estranei.

    Taijutsu. Corpo a corpo. E qualche illusione per… disorientare.

    Punto. Bastava. Se lo sarebbero fatto bastare. Specie se avessero guardato il mio volto. Volevo apparire simpatico in modo da evitare che mi creassero problemi. Avevo visto già altre volte distendere i muscoli facciali in un modo abbastanza caratteristico: veniva chiamato sorriso. E così feci. Sorrisi… sempre se i miei compagni avessero riconosciuto che quella smorfia raccapricciante, con una guancia mezza distesa e l'altra cadente verso il basso, fosse un "sorriso".
     
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  11. ¬Wex
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    Capitolo III: strategia



    La guerra non è una mera questione di emergenza,
    bensì conoscenza e strategia lungimirante.

    -Lagadec / Michel-Kerjan


    Bene sembrava che le cose stessero così: l'altro studente e il genin di Konoha avevano capacità corpo a corpo mentre il loro caposquadra agiva dalla distanza, sebbene le sue numerose braccia era sicuro sarebbero state molto utili pure in un combattimento ravvicinato: i muscoli erano ben definiti, stretti sotto la cute, doveva essere molto forte. In più il primo era anche in grado di utilizzare genjutsu mentre il secondo aveva rudimentali conoscenze per quanto riguardava tracce, trappole e cure mediche oltre ad avere a disposizione vari ninjutsu; se il suo cognome non era casuale molto probabilmente erano jutsu di fuoco: era conosciuta l'affinità che correva tra l'elemento e gli Uchiha. Ottimo avevano tutti abilità interessanti, era curioso di vedere come si sarebbero sviluppate le cose.

    Camminarono a lungo nella direzione che gli era stata indicata qualche ora prima dal jonin della foglia; erano quasi le 3 del mattino e il buio avvolgeva ancora il paesaggio. Il riflesso della luna illuminava loro il sentiero permettendogli di procedere senza troppi problemi. Gli elementi per ora erano dalla loro parte: le ombre avrebbero regnato per almeno un altro paio d'ore e l'atmosfera pareva avesse deciso di graziarli concedendo un clima mite sebbene all'orizzonte avessero cominciato ad ammassarsi minacciose un gran quantitativo di nuvole.
    Arrivarono dunque alla collina che gli era stata descritta: ricoperta da enormi querce datate chissà quante centinaia d'anni, al di là della quale era situata la loro meta.
    Procedettero cauti in mezzo alla selva, attenti a non fare passi falsi cadendo in trappole o facendo troppo: il nemico poteva essere ovunque.

    Infine arrivarono presso il margine della foresta; poco distante da loro stava il Villaggio. La loro posizione sopraelevata gli permise di avere una visuale generale (sebbene disturbata) sul paesaggio sottostante, permettendo loro di cogliere dettagli importanti dell'organizzazione del nemico.
    Al centro doveva essere situato un grande fuoco che illuminava l'area circostante creando particolari giochi d'ombra; mano a mano che l'occhio correva verso la periferia dell'insediamento le luci diminuivano sia in quantità che d'intensità: era illuminato ma non sarebbe stato troppo difficile intrufolarsi furtivamente. Finchè le tenebre duravano quello avrebbe dovuto essere il loro modus operandi.

    A poco più di una trentina di metri da loro brillavano due torce che mettevano in luce due figure sedute di guardia, quello doveva essere un posto di blocco. Guardando con più attenzione però si poteva notare che ad una distanza approssimativa di 150 metri era presente un secondo posto di blocco presidiato presumibilmente da altrettante guardie. I due presidi non erano perfettamente allineati, storcendo un po' l'asse che li collegava.
    Era ora di incominciare a pensare ad una strategia; Masayuki si avvicinò ai compagni mantenendosi il più basso possibile e sussurrò loro quel che aveva in mente:

    «Dobbiamo pensare al da farsi: necessitiamo ormai di un piano d'azione. Ritengo che la cosa migliore sia colpire, eliminando quelle sentinelle. Eliminandole avremmo 4 nemici in meno i quali potrebbero chiuderci in una morsa nel caso riuscissimo ad aggirarli per poi ingaggiare uno scontro all'interno del villaggio. Inoltre se vogliamo entrare dobbiamo anche assicurarci di avere una via di fuga il meno intralciata possibile, non si sa mai. Sentite un po' cos'avrei pensato: vedete le sentinelle messe in luce dalle torce? Bene l'armamentario ci può dare informazioni su di loro: per prima cosa sono equipaggiate con delle armature di ferro le quali non ci permetterebbero di attaccare dalla lunga distanza; sebbene Kuroi sia esperto con l'arco il buio e la marcia potrebbero giocare brutti scherzi e i dardi non possono permettersi di mancare i bersagli in questa occasione: e le parti vitali scoperte sono poche. La notte è nostra alleata dobbiamo agire con furtività. Credo che l'opzione migliore sia ingaggiare un corpo a corpo, uccidendole silenziosamente. Il loro equipaggiamento inoltre mi fa pensare che siano semplici mercenari -se non addirittura dei semplici fantocci-, annebbiati dal sonno, messi li di guardia contro eventuali attacchi e probabilmente stremati da combattimenti e da turni forzati; i ninja probabilmente sono dentro al villaggio a pattugliare, non ha senso che si scoprano così tanto. Se ci dividessimo in due squadre potremmo coglierli di sorpresa dal bosco, uccidendoli senza che abbiano il tempo di dare l'allarme o senza che il tutto risulti sospetto. Riflettendo sulle abilità del gruppo potremmo dividerci così: io e Ichiro (squadra A) da una parte e Kuroi con Kei (squadra B) dall'altra; in questo modo caratteristiche, jutsu ed esperienza sarebbero bilanciate.
    Per quanto riguarda l'attacco la squadra A potrebbe approcciare il posto di blocco più lontano dalla nostra attuale posizione mentre la squadra B quello più vicino. Kuroi e Kei sicuramente non avranno problemi a coglierli di sorpresa sopraffacendo quei due con facilità. Quanto a me e Ichiro saremmo invece gravati da una maggiore responsabilità: quelle sono le guardie più vicine al villaggio, un minimo sbaglio ci costerebbe caro: ci potremmo dunque avvicinare sempre nascosti dalla vegetazione per arrivare vicino al limite illuminato delle torce, alle loro spalle. A questo punto potrei creare un clone d'ombra in fronte alle sentinelle, ad una distanza di 13-14 metri con l'intento di creare un diversivo. Distratto in questo modo il corpo di guardia dovremmo riuscire ad eliminarne i componenti senza eccessivi problemi: una mano sulla bocca e un taglio netto della carotide basteranno. Poi per come entrare penseremo dopo, una volta superato il primo ostacolo e da una posizione più utile per scoprire numero, disposizione e movimenti del nemico.
    Che ne dite?»











     
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    Danni Collaterali
    Chapter II: strategie al chiaro di luna





    Finalmente eccoci arrivati in cima alla collina. Da li, potevo scorgere bene tutta la vallata, aiutato dalla luna che, illuminando l’intera area, con una luce candida, colorava il paesaggio di un tono lattiginoso.
    Durante il viaggio avevamo preso del tempo, per scambiarci informazioni utili sulle abilità di ogni membro del gruppo; questo per sapere con chi avremmo lavorato e dove potevamo essere più utili. Durante la chiacchierata mi proposi, anche, come cartografo;: confidavo molto nelle mie abilità investigative e di osservazione per sviluppare qualcosa, che ci sarebbe tornato molto utile ai fini strategici.

    Detto fatto, arrivato in cima alla collina presi a osservare bene l’intera vallata. C’erano svariati punti di luce in mezzo al buio, questo mi avrebbe aiutato molto nell’identificare meglio l’ambiente. Riuscii a scorgere il villaggio grazie al grande fuoco al centro di esso, e per svariate altre fiaccole accese qua e la tra le case; c’erano però anche altre luci nella vallata, situate vicino , molto probabilmente, a posti di guardia, usati per controllare meglio il territorio. Mi affrettai ad acquisire più informazioni possibili, per poter farmi meglio un idea della zona. Decisi ad avanzare, molto in silenzio, ci muovemmo,aiutati dalle tenebre, in direzione delle luci più vicine a noi.

    <<come pensavo, un posto di guardia!>>

    In effetti, sotto le due fiaccole tremolanti, c’erano due armigeri dotati di armatura e lancia, intenti a sonnecchiare. Ci fermammo a circa una trentina di metri da loro, rimanendo nascosti tra la vegetazione, per decidere una strategia d’azione.

    Il primo ad esporre la sua idea fu Masayuki, il quale formulò un piano d’attacco secondo il quale ci saremmo dovuti dividere in due gruppi, per eliminare entrambi i posti di guardia, in contemporanea e in silenzio; così da liberarci di 4 nemici che avrebbero potuto tagliarci la strada della fuga.

    Stetti ad ascoltare in silenzio, mentre mi prodigavo per finire uno schizzo della mappa promessa. Finito di parlare il mio compagno, ero pronto, mappa alla mano, a spiegare ed illustrare la mia strategia, con l'aiuto della mappa appena creata.



    png



    << Come potete vedere, qui ho fatto una mappa della zona circostante. I punti A e B rappresentano le due coppie proposte da Masayuki, mentre le lettere (a.) e (b.) stanno ad indicare i posti di guardia. In alto, stilizzato, ho raffigurato il villaggio, mentre la linea color sabbia verticale, che porta al villaggio è la strada principale.
    Come potete vedere, le lettere che differenziano le squadre, sono disposte in modo esattamente opposto a come ha spiegato Masayuki, questo perche ritengo sia meglio condurre l’attacco più efficace sul posto di guardia (b.), cioè quello più vicino al villaggio, in quanto il rischio di fare passi falsi è più alto e un ninja più esperto , come Kuroi, sarebbe sicuramente più efficiente.>>

    <<continuando il nostro discorso, ho segnato sulla mappa anche i nostri possibili movimenti come potete vedere, tuttavia anche io sarei dell’idea di attaccare le guardie. Il mio piano però differisce da quello di Masayuki. La mia idea, infatti, era quella di eliminare i nemici del punto (b.) come gia detto, ma riserbare un trattamento diverso per il punto (a.); mi riferisco a creare un diversivo, magari con un esplosione. Si so di sembrare pazzo. Farsi individuare e sprecare così l’effetto sorpresa sarebbe da stupidi. Se non fosse tutto calcolato però. Pensavo infatti, che sicuramente dal villaggio faranno uscire una pattuglia, per controllare la zona interessata. Questo ci da un notevole vantaggio; ossia divideremmo un piccolo gruppo dal principale, questo ci tornerebbe utile per eliminare i nemici più facilmente. In più ci sarebbero un altro paio di fattori dalla nostra parte se agissimo così.>>


    feci un respiro profondo, come se dovessi riordinare i pensieri nella mente e proseguii.

    << Iniziamo dicendo che, essendo (a.) più lontano di (b.) rispetto al villaggio, il gruppo di ricognizione passerebbe per forza vicino al la squadra B, questo può essere utile nel caso i nemici siano troppi per me e Masayuki; a quel punto la squadra B li seguirebbe fino ad incontrarsi con noi per dar manforte. Una volta eliminata la truppa di ricognizione, ci potremmo travestire da loro, per poter avere una scusa valida ed infiltrarci facilmente tra le loro fila. Aggiungo che potremmo riportare uno di noi come finto prigioniero per aumentare la credibilità, tutto però sta alla dimensione del gruppo esplorativo nemico. Se fosse un gruppo di due, ci potremmo permettere il lusso di avere pure copertura a distanza, nella fase infiltrativa. Questo perche abbiamo Kuroi che è un esperto con l’arco. Così avremmo sfoltito ulteriormente le fila nemiche, se siamo fortunati, uno dei ninja nemici potrebbe addirittura far parte del contingente esplorativo, cosa molto ghiotta in quanto saremmo in maggioranza, ed elimineremmo un pezzo abbastanza importante, con relativa facilità. Dico ciò anche perche, se i posti di guardia avessero un codice, per comunicare che tutto va bene, del quale siamo allo scuro. Eliminando i posti di guardia potremmo farci scoprire, non ricevendo, al villaggio, più notizie da essi.>>


     
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  13. Kei Hajime
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    Parole. Parole.




    Davanti a noi si estendeva il villaggio dentro cui avremmo dovuto penetrare. Ora sapevamo più o meno le capacità di ogni membro del gruppo e non sarebbe stato troppo difficile elaborare una strategia, soprattutto considerando il fatto che dall'alto della nostra posizione potevamo facilmente scorgere la disposizione e la struttura del caseggiato. C'erano due posti di guardia: uno ad una trentina di metri e l'altro all'incirca a duecento. Alla luce di quelle nuove informazioni e all'ombra dai possibili occhi indiscreti del nemico, il piccolo gruppo che avevamo formato cominciò a ragionare sul da farsi, suggerendo tempistiche, divisioni, modalità di penetrazione. Il primo a parlare stavolta fu Masayuki. Il suo piano era quello di dividerci in due squadre formate da me e Kuroi Gumo, il caposquadra con sei braccia, e da lui e Ichiro. A quel punto ognuna delle due squadre avrebbe messo fuori combattimento silenziosamente le guardie ai due posti di blocco. Pensai alla sua proposta, ma le mie riflessioni vennero spezzate dalla voce di Ichiro, il quale stava già esponendo un'alternativa ed aveva nel frattempo disegnato una mappa della zona. Convenne con la divisione della squadra nei due gruppi più piccoli, ma invertì i rispettivi target. Aggiunse di utilizzare un'esplosione come diversivo, in modo da attirare un'ipotetico manipolo di uomini di ricognizione dall'interno del villaggio. A quel punto, secondo lui, avremmo potuto eliminare quest'ultimo gruppo, dopo aver neutralizzato le due postazioni di guardia, e, interpretando i loro ruoli, usarlo per introdurci nel villaggio. Immaginai la situazione. Se i miei compagni avessero notato la mia espressione, avrebbero visto una faccia paralizzata, occhi aperti, nessun battito di ciglia, fissare un punto imprecisato oltre tutti loro. Poi parlai, improvvisamente.

    Esplosione? Non esiste. Eliminiamoli. Sfruttiamo il buio.

    Non ero un gran chiacchierone ma purtroppo dovevo in qualche modo comunicare con i miei compagni. Se intendevo fare qualcosa dovevo renderli partecipi o quanto meno avvertirli. Non mi ero mai trovato in una situazione del genere e notai subito come il mio cervello riuscisse ad intervenire andando a schematizzare varie opzioni utili. Dopotutto la mia lacuna emotiva aveva prodotto qualche minimo vantaggio. O almeno così credevo.

    Possiamo utilizzare le loro vesti e memorizzare i loro volti. Se qualcuno ci osserva da lontano penserà che siamo alcuni di loro. Se invece vediamo qualcuno e dobbiamo avvicinarci possiamo usare la tecnica della trasformazione. Eviteremo di sprecare chakra inutilmente.

    Era tutto qui quello che avevo da dire. Non c'era altro, non ora. L'ultima parola sarebbe spettata a Kuroi Gumo.
     
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  14. ¬Cruxolo
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    La quiete PRIMA della tempesta





    Davanti al Ragno si presentava un gruppo più adatto ad un assalto che ad una vera e propria eliminazione. Il Genin di Konoha andava fiero di una wakizashi che aveva battezzato egli stesso, il che lasciava intendere che forse era più forte nel corpo a corpo di quanto egli aveva voluto lasciar intendere; i due studenti, rispettivamente quello coi capelli argentati da Kiri e il silenzioso di Suna, lavoravano proprio come il ragazzo foglioso sulla breve distanza. Masayuki possedeva i caratteri non solo fisici tipici del Villaggio della Nebbia, tecniche richiamanti l'arte del Foguton: ma sarebbe stata dura, soprattutto in quella zona, lasciar intendere al nemico che un'improvvisa foschia si trattasse di un semplice elemento naturale. Almeno Kuroi Gumo poteva contare su un serrato gruppo offensivo che lo avrebbe coperto nel caso fossero risultati necessari i servigi del suo arco: ancora una volta, un vantaggio per lui. L'Uchiha - ora che ci rifletteva aveva già sentito parlare di quel Clan, dovevano possedere una tecnica oculare molto forte - propose al gruppo di fare da cartografo, e il Ragno gli rispose con un sorriso, come per far capire che a lui la cosa andava più che bene; ora che ci pensava, il ragazzo aveva anche menzionato capacità curative e di inseguimento, insomma, era abbastanza polivalente.
    Con buoni tempi il gruppo raggiunse la collina indicata dalla mappa al campo base, coperta da una macchia incontaminata di foresta, proprio come aveva detto il veterano di Konoha. Kuroi Gumo si fermò non appena riuscì a intravedere nell'oscurità della notte quello che poteva essere il campo base nemico, una sorta di tetra presenza illuminata a tratti da deboli scintillii di luce artificiale. Era abituato a vagare di notte, ma per le strade - o per meglio dire, i tetti - di Oto: il buio in quell'angolo sperduto tra le colline era qualcosa di nuovo anche per il Ragno, che si ritrovò quasi spaesato alla vista di quell'impenetrabile oscurità. L'unica cosa che si poteva notare oltre l'accampamento nel quale avrebbero dovuto fare irruzione erano due fasci di luce che nascevano nel mezzo del percorso che avrebbero dovuto seguire per continuare la missione. All'apparenza sembravano due avamposti, e Kuroi Gumo ci poteva giocare l'arco: non era difficile da immaginare, infatti, che i mercenari che cercavano fossero molto all'erta a causa della guerriglia che si era instaurata in quella zona, e che avessero deciso come controrisposta ad un possibile attacco di creare piccole postazioni di controllo fuori dall'accampamento.


    «Dobbiamo pensare al da farsi: necessitiamo ormai di un piano d'azione. Ritengo che la cosa migliore sia colpire, eliminando quelle sentinelle. Eliminandole avremmo 4 nemici in meno i quali potrebbero chiuderci in una morsa nel caso riuscissimo ad aggirarli per poi ingaggiare uno scontro all'interno del villaggio. Inoltre se vogliamo entrare dobbiamo anche assicurarci di avere una via di fuga il meno intralciata possibile, non si sa mai. Sentite un po' cos'avrei pensato: vedete le sentinelle messe in luce dalle torce? Bene l'armamentario ci può dare informazioni su di loro: per prima cosa sono equipaggiate con delle armature di ferro le quali non ci permetterebbero di attaccare dalla lunga distanza; sebbene Kuroi sia esperto con l'arco il buio e la marcia potrebbero giocare brutti scherzi e i dardi non possono permettersi di mancare i bersagli in questa occasione: e le parti vitali scoperte sono poche. La notte è nostra alleata dobbiamo agire con furtività. Credo che l'opzione migliore sia ingaggiare un corpo a corpo, uccidendole silenziosamente. Il loro equipaggiamento inoltre mi fa pensare che siano semplici mercenari -se non addirittura dei semplici fantocci-, annebbiati dal sonno, messi li di guardia contro eventuali attacchi e probabilmente stremati da combattimenti e da turni forzati; i ninja probabilmente sono dentro al villaggio a pattugliare, non ha senso che si scoprano così tanto. Se ci dividessimo in due squadre potremmo coglierli di sorpresa dal bosco, uccidendoli senza che abbiano il tempo di dare l'allarme o senza che il tutto risulti sospetto. Riflettendo sulle abilità del gruppo potremmo dividerci così: io e Ichiro (squadra A) da una parte e Kuroi con Kei (squadra B) dall'altra; in questo modo caratteristiche, jutsu ed esperienza sarebbero bilanciate.
    Per quanto riguarda l'attacco la squadra A potrebbe approcciare il posto di blocco più lontano dalla nostra attuale posizione mentre la squadra B quello più vicino. Kuroi e Kei sicuramente non avranno problemi a coglierli di sorpresa sopraffacendo quei due con facilità. Quanto a me e Ichiro saremmo invece gravati da una maggiore responsabilità: quelle sono le guardie più vicine al villaggio, un minimo sbaglio ci costerebbe caro: ci potremmo dunque avvicinare sempre nascosti dalla vegetazione per arrivare vicino al limite illuminato delle torce, alle loro spalle. A questo punto potrei creare un clone d'ombra in fronte alle sentinelle, ad una distanza di 13-14 metri con l'intento di creare un diversivo. Distratto in questo modo il corpo di guardia dovremmo riuscire ad eliminarne i componenti senza eccessivi problemi: una mano sulla bocca e un taglio netto della carotide basteranno. Poi per come entrare penseremo dopo, una volta superato il primo ostacolo e da una posizione più utile per scoprire numero, disposizione e movimenti del nemico.
    Che ne dite?»

    Una volta partito, non ci fu modo al Ragno di fermare il suo compagno studente. Masayuki, dalla chiaccherata durante il viaggio e dalle sue ultime parole, dava l'idea di un ragazzo analitico, strategico, che conosceva bene le proprie abilità e che provava a dedurre quelle degli avversari. La strategia che aveva proposto era accettabile, le tenebre erano dalla loro parte (senza contare l'effetto sorpresa), e il punto dove metteva in dubbio le capacità dalla lunga distanza del Genin di Oto lo fecero sorridere. Pensava che il suo Caposquadra non potesse uccidere in un colpo le guardie, il ragazzo dai capelli argentati: probabilmente si sarebbe dovuto ricredere.
    Poi l'Uchiha prese parola, mostrando una mappa della zona che aveva preparato come precedentemente promesso. Sembrava fatta molto bene, il ragazzo aveva provveduto a disegnare collina, foresta e accampamento. I due avamposti erano segnalati alla giusta distanza, e lo shinobi della Foglia aveva pensato anche a segnare il gruppo di ninja diviso in due. Poi iniziò ad elencare alcuni cambiamenti che avrebbe voluto mettere in atto al posto della strategia del ragazzo di Kiri, punti, come egli ammise, un po' troppo spinti: parlava di attaccare il gruppo più vicino all'accampamento con un esplosione o una cosa del genere, mettendo in allarme tutti i nemici e bruciando la copertura che la notte aveva lasciato sul gruppo di shinobi. Il suo piano aveva dei punti interessanti, ma i rischi da correre erano fin troppi per due Genin e due studenti. Kei infatti replicò mentre la testa del Ragno analizzava tutte le possibili varianti della strategia, affermando che non avrebbe mai seguito un piano così rischioso. Aggiunse che il gruppo avrebbe potuto rubare le armature dei mercenari nemici, per calarsi nei loro panni e avventurarsi nell'accampamento come fossero dei loro.

    « Visto che siete due contro uno, farò da ago della bilancia. Non mi piace l'idea di Ichiro per più motivi, nonostante abbia alcuni aspetti positivi: punto primo, non è detto che dentro avremo a che fare con tutti i mercenari contemporaneamente, magari riusciremo a prenderli da soli o a gruppi limitati e con la tua strategia questa opportunità svanirà; punto due, probabilmente non tutti i nemici saranno di guardia stanotte, quindi con un'infiltrazione silenziosa avremo il vantaggio di trovarne pochi svegli e di cogliere gli altri nel sonno, cosa che sicuramente non avverrebbe se li svegliassimo tutti con un assalto. Ho deciso che agiremo a gruppi di due, come proposto da Masayuki, io e Kei il gruppo più vicino e voi altri quello più distante. Non preoccupatevi, con le frecce non avrò problemi. Ora andiamo, non perdiamo altro tempo: il sole sorgerà fra qualche ora. »

    Kuroi Gumo lanciò un'occhiata di sfida al ragazzo di Kiri, come per fargli capire che mettere in dubbio la sua abilità di arciere non era stata una buona idea. Fece un cenno a Kei con la mano, e si lanciò tra le fronde degli alberi, lasciandosi accarezzare sul volto dal venticello creato dal brusco movimento in avanti. Non aveva mai avuto l'occasione di uccidere una persona così, senza future ripercussioni: aveva avuto Taka tra le mani qualche tempo prima, ma sul più bello si era tirato indietro, bloccando l'istinto omicida di quel folle momento con un'attenta analisi della situazione. Allora non poteva rischiare di essere sbattuto in prigione per la sete di vendetta che ribolliva nelle sue vene: ora trafiggere il collo a qualche estraneo non avrebbe avuto ripercussioni sulla sua persona. Sarebbe stato capace di porre fine alle vite di due completi sconosciuti? La domanda lo avvolse per un singolo istante, abbandonandolo non appena il Ragno si convinse che ogni uccisione lo avrebbe avvicinato sempre di più al suo obbiettivo finale. Ogni goccia che cadeva sotto i suoi piedi lo rinforzava, ogni anima strappata dal corpo mutilato di un nemico lo rallegrava. Un giorno sotto le sue armi ci sarebbero state le teste della sua vecchia famiglia...
    Raggiunsero il primo appostamento nemico in pochi istanti; d'altronde distava solo qualche decina di metri, distanza percorribile quasi istantaneamente da qualsiasi shinobi. Nascosto nell'ombra, Kuroi Gumo iniziò a osservare con cura l'abbigliamento e i volti dei mercenari che quasi assopiti vegliavano la notte tranquilla. Si, tranquilla.. Come aveva descritto minuziosamente Masayuki, i personaggi che si trovavano davanti alla coppia - Oto e Suna, pensò il Ragno, che gruppetto bizzarro - possedevano una pesante armatura che copriva quasi tutto il corpo, eccetto la testa, e sembravano sul punto di addormentarsi da un momento all'altro. Solo le lance donavano a quel gruppo un aspetto pericoloso. Non avrebbero avuto modo nemmeno di alzarle - pensò il Ragno - la sua freccia sarebbe giunta sul debole collo prima che quelli riuscissero a capire cosa stesse succedendo. Kuroi Gumo indicò a Kei di avanzare nel punto più vicino ai due, sempre nascosto nelle tenebre della maestra notte: sarebbe risultato fatale sbagliare uno dei due colpi, e il ninja di Suna sarebbe proprio servito per correggere quell'errore, colpendo nel momento in cui un dardo del Ragno avesse mancato il bersaglio.
    Poi, cone seguendo l'armonia della natura, con un gesto lo shinobi del Suono estrasse da dietro la schiena la sua arma più letale, assaporandone i suoi micidiali tratti. Estrasse poi una singola freccia, godendo nel farlo, aspettando il momento in cui questa avrebbe penetrato le carni soffici del nemico più vicino. Il falò da loro stessi creato era un notevole malus per un avamposto di controllo: avete mai provato a guardare nella tenebra dentro ad un circolo di luce? Non si vede nulla. Ma qualsiasi bestia al di fuori del raggio di luce, per esempio un Ragno, può vedere benissimo voi, in ogni vostro tratto, in ogni vostro muscolo. Caricò l'arco, mirando al mercenario più vicino, dritto al collo scoperto: si trovava all'incirca a dieci metri, il vento passeggiava debolmente tra le foglie della foresta. Poi lasciò andare il dardo [Slot Azione], abbandonandosi per un attimo a quel diabolico desiderio di sangue; i sensi erano in fiamme. Non avrebbe nemmeno guardato il risultato della sua azione: che avesse colpito o meno il collo del nemico, Kuroi Gumo avrebbe repentinamente estratto una seconda freccia, letale quanto la prima, e l'avrebbe caricata sull'arma per poi lanciarla in un istante. [Slot Gratuito Istantaneo][Slot Azione]. Sarebbe successo tutto così velocemente... Non c'era neppure il tempo di gustarsi il volto esterrefatto dei nemici...



     
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  15. Kei Hajime
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    Danni Collaterali

    Azione.




    La strategia, se così si poteva chiamare, era semplice. Il caposquadra aveva optato per una divisione del team in due gruppi. Io sarei stato con lui, supportando la sua offensiva. Non fiatai quando esplicò il da farsi. Ascoltavo riluttante poiché, della faccenda intera, mi importava poco. Dovevamo far fuori le guardie prima del sorgere del sole. Il sei-braccia a quanto avevo capito era esperto in combattimenti sulla media-lunga distanza. Non sarebbe quindi stato un problema per lui togliere di mezzo le sentinelle. Di sicuro non erano ninja scelti e addestrati bensì mercenari. Sarebbero morti in poco tempo. Ero giovane, inesperto. Ma avevo già visto la morte. Non era un problema per me vederla o, in questo caso, procurarla. In me non provocava alcun effetto. Come tutto quanto tra l'altro. Avevo una percezione del reale così viva e profonda che la mia frigidità emotiva era quanto meno spiazzante. Tutto ciò che era per sua natura immateriale, come appunto le emozioni, mi era così distante. All'epoca ancora non mi interrogavo sul perché di quella condizione. Era così e basta.
    Arrivammo in prossimità delle guardie in poco tempo. Ero pronto. I muscoli del mio corpo erano rilassati, ma non troppo. Pronti a scattare in ogni momento. Sentivo sul mio volto dei fili d'aria che accarezzavano la mia epidermide correndo su tutto il viso, sciando fin dietro ai capelli. Kuroi non parlò. Mi indicò semplicemente, con un gesto della mano, di raggiungere il punto più vicino alle guardie. Ovviamente rimanendo nell'ombra, era chiaro. Non mossi questioni e mi avvicinai all'obiettivo. Era facile immaginare come il sei-braccia avrebbe provato ad eliminare le guardie con un colpo dalla distanza. Aveva mostrato un arco che si presumeva sapesse usare con gran maestria. Nonostante ciò non potevamo rischiare provocando magari un possibile fallimento della missione che era a malapena al suo inizio.
    Qualora qualcosa fosse andato storto io ero lì, nascosto nella notte, a pochi metri di distanza dai due mercenari. Se i tiri del caposquadra avessero fallito avrei dovuto recuperare la situazione agendo da vicino. Avevo cercato di eliminare ogni possibile suono dai miei movimenti. Era di vitale importanza rimanere nascosti.
    Il tempo sembrava essersi fermato. Vedevo solamente lo scintillare del fuoco davanti ai miei occhi. La visuale era ottima. Ero pronto. In un attimo iniziò tutto. Sentii sibilare quelle che erano due frecce. Una dopo l'altra, quasi contemporaneamente. Osservai i bersagli. Se le frecce non avessero ucciso le sentinelle o ne avessero uccisa soltanto una, avrei utilizzato uno dei miei genjutsu, la Distrazione Illusoria. Dopo aver composto i sigilli necessari [Slot Tecnica], avrei estratto un kunai. Il tocco della mia mano sull'arma avrebbe attivato la tecnica. A quel punto avrei lanciato [Slot Azione] quel kunai in direzione degli occhi della guardia rimasta evitando di occultare i suoni prodotti dai miei movimenti, provocando rumore appositamente in modo da far individuare la mia posizione. Avevo bisogno che la guardia vedesse il mio lancio. O meglio, avevo bisogno che vedesse il kunai arrivare. Di fatti chiunque avesse osservato quel kunai avrebbe subito l'effetto del genjutsu. Una distrazione ed una conseguente riduzione dei riflessi che mi avrebbe avvantaggiato non poco. In quel modo sarebbe stato di sicuro difficile evitare il kunai. Se entrambe le sentinelle fossero sopravvissute all'attacco di Kuroi invece, subito dopo aver lanciato il kunai, ne avrei estratto un altro e l'avrei scagliato con un movimento rapido e preciso [Slot Azione] verso la parte scoperta del collo della seconda sentinella. Era una strategia piuttosto banale ma poteva funzionare. In fondo, a rigor di logica, entrambi avrebbero dovuto guardare il kunai e cadere nell'illusione. Sarei dovuto rimanere nell'ombra comunque per mantenere quel vantaggio. Non potevo rischiare uno scontro diretto. Non ancora.



    StatisticheStatusNessun Danno
    Forza: 200
    Velocità: 200
    Riflessi: 200
    Resistenza: 200

    Agilità: 200
    Precisione: 200
    Senjutsu: 200
    Concentrazione: 200

    Vitalità


    Chakra
    Slot Difesa | Slot Azione | Slot Tecnica | Slot Gratuiti


    Non utilizzato


    Lancio Kunai verso la prima guardia. (Ipotetica)
    Lancio Kunai verso la seconda guardia. (Ipotetica)


    Distrazione Illusoria
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tigre, Cavallo, Pecora, Scimmia, Sepente (Lento)
    L'illusione si attiva toccando un'arma, oggetto o parte del corpo desiderata: se la vittima osserva l'obiettivo scelto, attiverà l'illusione, subendo una forte distrazione, come se angosciato da una sensazione di pericolo imminente. La vittima sarà distratta e avrà un malus di 2 tacche ai riflessi; tramite l'utilizzo di uno slot azione è possibile annullare la distrazione, ma non la riduzione dei riflessi. L'illusione dura 1 slot azione.
    L'efficacia è pari a 10.
    Tipo: Genjutsu - Tameshi/Bakkin
    (Livello: 5 / Consumo: Mediobasso )


    Non Utilizzato.


     
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30 replies since 19/5/2012, 01:14   571 views
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