Le ricerche dell'orrore a Hatsune

Quest Livello D

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    Hatsune-
    …Richieste…




    Erauna giornata di sole, e i petali di ciliegio risplendevano di una strana luce, quando alle case dei 4 ninja scelti per la missione, arrivarono degli animali. Per ognuno di loro un'animale diverso, per ognuno un segno. Alla casa dell'Akuma arrivò un corvo nero, alla casa del ninja otese un'aquila grigia, alla kunoichi otese un'aquila bianca, ed infine alla casa del shinobi di Konoha un'quila nera. Probabilmente, avrebbero notato che all'ala di ognuno degli animali vi era legata una busta bianca. Su di essa il malamente disegnato simbolo accademico. All'interno una lettera contente poche spiegazioni, e una piccola mappa sul come raggiungere il villaggio. Non avevano molte scelte, e sapevano di incorrere in una missione pericolosa, ma se era classificata come D, ci doveva pur essere un motivo.
    Arrivando al villaggio, i shinobi avrebbero notato la totale assenza di barriere o mura difensive. Non vi era nulla a proteggere quel villaggio dalle aggressioni altrui, ed un'altra cosa insolita era la totale assenza di vita. Nessuno a salutarli, nessuno a passeggiare sul viale. Nulla. Soltanto delle finestre e delle porte rotte. E dei sguardi, come se qualcuno li osservasse.Il viale, lungo e largo, era costeggiato da una moltitudine di risplendenti alberi di ciliegio. Era come se ogni petalo avesse una propria vita. Infondo al viale vi era un grande edificio, che si ergeva sopra tutti gli altri nella sua imponenza. Arrivati in vicinanza dello stesso, avrebbe senz'altro visto la figura di un uomo ad aspettarli, ma non avrebbero visto il suo volto. Era vestito in una lunga tunica viola. Avrebbe lì atteso che tutti si sarebbero raccolti. Poi...

    Benvenuti. Vi prego di seguirmi.
    Si sarebbe allontanato da quell'atrio, uscendo sul retro dell'edificio. Pochi passi, e il quartetto si sarebbe ritrovato circondato da contadini, con le armi puntate su di loro.
    Ditemi subito di che colore era l'aquila che vi ha consegnato la lettera.
    Non appena i ragazzi avrebbero risposto, che le forche e i coltelli si sarebbero abbassati, e con un sorriso, l'uomo li avrebbe invitati a sedersi. Avrebbero così potuto vedere il suo volto non coperto dall'ombra del cappuccio. Aveva dei stupendi occhi verdi, e dei lineamenti sottili. In tutto era carino, non molto alto e non eccessivamente magro. Aveva sui 30 anni circa.
    Io sono Tetsui Musashi, il capo del villaggio.Vi prego di perdonare i nostri usi, ma dovevamo assicurarci che foste voi.
    Il ragazzo poi li invitò a sedersi e a bere il thé con lui.Ed intanto, quando una tazza di thè si trovò dinnanzi ad ogni shinobi del gruppo, l'uomo parlò, invitando suo fratello.
    Vi prego di salutare mio fratello... Oguchi Musashi.
    Si avvicinò pertanto un uomo vestito con un kimono nero, e con un piccolo coltello legato all'anca. Fece un cenno col capo a mo di salutare i presenti, poi sedette e sorsecchiò del thè.
    In realtà la situazione è peggiore di quanto possiate immaginare. I banditi sfruttano la notte per saccheggiare il villaggio, e noi siamo ancora ad un punto morto. Ormai la paura regna sovrana sulle strade, e gli abitanti del villaggio hanno paura ad abbandonare le proprie dimore.
    Sbuffò. Poi il suo sguardo si posò su Tetsui. Era freddo.
    Inoltre... sospettiamo della presenza di una spia fra queste mura.
    Tetsui rise.
    Dicerie.
    Ma ora basta stancare i ragazzi. Oggi è il vostro giorno di riposto. Ho preparato delle stanze per ognuno di voi. Oggi riposate, e domani lavorate.

    Così Tetsui si congedò, portando ognuno nella propria stanza situata al 2° piano.



    Edited by Cougar™ - 15/4/2011, 14:35
     
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  2. Kikko-kun
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    [INCARICO]

    Era mattina ed il sole non era ancora sorto quando ricevetti una visita del tutto inaspettata. Qualcosa stava picchiettando contro il vetro della mia stanza. Ancora mezzo addormentato mi alzai dal letto, tentando di aggrapparmi a qualcosa che mi fosse familiare per avanzare nel buio

    -Chi diavolo sarà a quest’ora del mattino?-

    Raggiunta la finestra notai qualcosa di scuro con due strani occhi che mi scrutava da fuori. Feci un piccolo sobbalzo e caddi con il sedere per terra. Mi rialzai di scatto e mi misi in guardia. Avanzai lentamente nel buio della mia stanza ed infine vidi il piccolo essere. Non era nient’altro che un corvo che cercava di entrare. Stavo per tornare a dormire ma vidi che vi era qualcosa di strano. Recava su di un’ala una piccola lettera con inciso, anche se in modo piuttosto rude, il marchio dell’accademia. Aprì la finestra, feci entrare il piccolo corvo e gli staccai la lettera, facendo attenzione a non fargli male, per poi farlo volare fuori. Aprii avidamente la busta per vederne il contenuto. Era una missione ninja. Su di essa erano riportati data e ora del ritrovo, nonché una piccola mappa con le indicazioni necessarie per raggiungere il villaggio di “Hatsune”. Un po’ di rabbia mi salì in corpo

    -Da quando sono diventato un cane del villaggio?-

    Purtroppo però non avevo altra scelta che accettare la missione. Diventare ninja significava anche eseguire incarichi di questo tipo. Mi preparai quindi il più in fretta possibile, raccogliendo la mia roba sparsa per l’intera stanza. Indossati i miei vestiti da ordinario Shinobi di Kiri, raccolsi l’equipaggiamento e fui pronto. Presi infine il mio lungo mantello nero ed il mio cappello di paglia a cono ormai fedeli compagni di viaggio. Un ultimo respiro nell’ingresso dell’appartamento, e poi aprì la porta gettandomi in una nuova avventura.

    Seguendo la mappa e le varie indicazione non fu difficile raggiungere la destinazione. Occorse però un po’ di tempo per trovarlo, in quanto non era un villaggio particolarmente “famoso”. Nel primo pomeriggio raggiunsi il mio obiettivo. Notai fin da subito che il villaggio era particolarmente semplice nelle difese e nell’architettura. Non vi erano mura che potessero difendere da attacchi esterni, ne guardie a difesa delle porte del villaggio. Per le strade il silenzio la faceva da padrone. Lunghe file di ciliegi in fiori formavano un lungo corridoio fino al palazzo centrale, probabile sede del villaggio stesso. Il vento soffiava tra i grossi alberi facendo cadere al suolo migliaia di petali rosa. Il mantello ed il cappello ne erano pieni; me li scrollai più volte di dosso ma erano veramente tanti. Durante la camminata nel roseo paradiso, il mio sguardo cadeva più volte a destra e a sinistra in direzione di case semi distrutte. Com’era possibile che in un villaggio simile potesse sorgere una simile vegetazione. Il contrasto tra la desolazione del villaggio e i grandi ciliegi in fiore era veramente forte

    -Certo che questo posto è veramente strano-

    Strinsi con le due dita il cappello per evitare di farmelo scappare e raggiunsi il palazzo. Oltre a me altri ninja erano stati chiamati per la missione. La loro provenienza era a me sconosciuta, ma non era necessario per me saperlo. Tolsi il cappello e mi presentai con una semplice frase

    -Mi chiamo Kheichii e come voi sono stato qui chiamato per svolgere un incarico. Sono un Genin di Kiri e questo è tutto ciò che dovete sapere sul mio conto-

    Finito di parlare attesi una qualche risposta se ce ne fossero state. Appena finite le presentazioni la porta dietro di me si aprì e da dietro di essa comparve una strana persona. Una grande tunica viola lo ricopriva da capo a piedi e si riusciva a scorgere a malapena il viso

    -“Benvenuti nel villaggio dei petali di ciliegio.”-
    -“Seguitemi”-

    Queste furono le sue parole, nient’altro. Ci condusse nel retro della struttura per poi farci accerchiare. Diversi contadini armati con gli attrezzi da lavoro e con lo sguardo minaccioso, ci minacciavano in maniera piuttosto pesante. Il mio sguardo rimaneva fisso sul tipo incappucciato. Di certo i contadini non rappresentavano un problema, ma era sbagliato giudicare senza prima sapere i motivi di tale azione. Stavo per prendere la parola ma subito il tipo misterioso porse una domanda

    -“Ditemi di quale colore era l'aquila che vi ha consegnato la lettera.”-

    Da quelle parole capii il motivo di tale comportamento freddo e distaccato. Era la prova per sapere se effettivamente eravamo le persone incaricate della missione

    -L’animale che mi consegnò la lettera era un “Corvo grigio”-

    A risposte effettuate, la tensione si rallentò: i contadini riposero le loro armi e l’uomo mostrò finalmente la sua identità. Un uomo sulla trentina, dagli occhi azzurri e i lineamenti sottili ci faceva cenno di seguirlo verso la sala ricevimenti. Seduti ad un tavolo, ci offrirono un pasto caldo e Tetsui cominciò a spiegare i diversi motivi per cui ci trovavamo seduti li quel giorno. Ad aggiungersi alla nostra discussione partecipò anche il fratello del capo villaggio: Oguchi Musashi. L’aspetto fisico era simile a Tetsui ma dava l’aria di essere un tipo più combattivo. Seduto tra di noi cominciò a spiegare nel dettaglio gli attacchi che avevano subito, dei loro sospetti e di come la popolazione ne fosse terrorizzata. Come notai in precedenza, il villaggio era sprovvisto di difese proprio perché esso era un villaggio pacifico. Di conseguenza se vi erano degli attacchi da parte di briganti la cosa non poteva che essere normale.
    Per me quella discussione fu abbastanza, non ebbi motivo di sapere altro. Mi alzai in piedi e dissi

    -Dovete imparare a difendervi da soli. Se non lo farete verrete sempre attaccati e prima o poi il villaggio verrà distrutto. Ad ogni modo provvederemo al vostro problema come richiesto. Ora se non ci sono altre cose importanti mi ritiro nella mia stanza.-

    Un momento prima di uscire dissi

    -Dimenticavo…mi chiamo Kheichii e sono originario di Kiri-

    Detto ciò uscii e andai nella stanza assegnatami. Non sentivo per niente la stanchezza, e tenevo la guardia alta in attesa di un qualche attacco notturno. Dalla finestra osservavo il viale dei ciliegi che nonostante il buio, riuscivo ugualmente a scorgere.

    Con le spalle appoggiate al muro vicino alla finestra, restavo in attesa.

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  3. Tokì
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    Tossicchiai, stringendomi le gambe al petto. Dannate patate, iniziavano a darmi al cervello tutte quelle patate. Dove mi giravo vedevo delle patate, buccia di patate ed altre patate. Se avevo fame potevo mangiarmi una gustosissima PATATA!
    Sbuffai rabbiosamente, ed afferrai una delle tante patate che mi rotolavano intorno, la portai alla bocca e ne strappai via un morso, masticando l’orribile sapore della patata cruda.

    Avevo ricevuto il messaggio il giorno prima, mentre passavo il tempo nei ghetti di OTO a giocare a dadi con qualche malvivente di basso rango, avevo inizialmente vinto circa 500 Ryo, ma alla fine li avevo persi nuovamente con una mano sfortunata, e per l’ennesima volta mi ero trovato con le tasche COMPLETAMENTE vuote, questo mi aveva portato a nascondermi in un carretto di patate che percorreva in parte la strada indicata sulla lettera ricevuta. Ci avrei messo un po’ di tempo, e avrei avuto una relazione complicata con le patate: ma almeno sarei arrivato in tempo.

    Sputacchiai la patata sul sacco, e notai l’indicazione stradale segnata sulla mappa; con uno scatto veloce balzai fuori dal carretto atterrando di peso sull’erba, vicino ad un albero.

    […]

    Superai a passo svelto il boschetto che mi divideva dal sentiero principale, diretto a Hatsune. Mentre mi avvicinavo, potevo notare in lontananza la forma del villaggio, qualche albero di ciliegio faceva da contorno alle strutture ed al centro spuntava un viale che si addestrava nel villaggio apparentemente vuoto. Mi fermai a qualche metro, dal sentiero guardandomi intorno. Era deserto.
    E dove diavolo erano gli altri?
    Iniziai ad incamminarmi lungo il sentiero, guardandomi sporadicamente intorno, potevo vedere le abitazioni apparentemente abbandonate ed in condizioni pessime, qualche albero di ciliegio in parte spennato e poco più avanti, alla fine del sentiero un grosso palazzone il quale, apparentemente non aveva subito una sorte differente da quella delle altre case.
    Fermo a qualche metro, sfilai dalla tasca del Kimono la lettera che mi era stata inviata insieme all'aquila: il messaggio diceva proprio il villaggio di Tatsune.

                            "Ma dove diavolo sono tutti?"

    Mi guardai intorno, e poi di scatto il portone del palazzo si spalancò: un tizio non molto simpatico era spuntato dalla porta, lo fissai, inizialmente spiazzato, ma poi, con fare più deciso mossi qualche passo in sua direzione, prendendo un profondo respiro.
    Mi fermai a circa un metro da lui, indossavo ancora il vecchio Kimono blu legato alla vita con un cordone nero. « Mi manda l'accademia. » dissi, con tono piuttosto sbrigativo. E a giudicare dal copri fronte che portavo al collo era anche chiaro che fossi un ninja di OTO. Entrai, bloccandomi a meno di un metro della porta.
    Non feci domande, semplicemente mi appoggiai allo stipite ed incrociando le braccia. Avrei atteso l'arrivo degli altri, fissando il tizio con la tunica: quel posto non mi piaceva e quel tizio non mi dava l'idea di essere molto ospitale, insomma a dirla tutta gli avrei spezzato molto volentieri un bel pezzo di legno sulle gengive. Una volta arrivati anche gli altri, li salutai con un semplice cenno del capo: saltando eventuali presentazioni e saluti.
    Ed una volta seguito l'uomo -senza domande da parte mia- mi ritrovai in una sala nel retro dell'edificio, dove un gruppo di contadini mi tese un'imboscata. Inizialmente sorpreso lasciai andare il sacco di patate, assumendo una dinamica ed improvvisata posizione da combattimento, divaricando le gambe di qualche centimetro e sollevando le braccia. Ma ben presto, colsi le intenzioni dell'uomo, fissandolo in cagnesco.

    "Dannati contadinotti."

    « .. Era una dannatissima aquila bionda. » ringhiai forte, guardandomi intorno per non rischiare di perdere di vista il resto degli “aggressori”, a quel punto avrei lasciato parlare il resto del gruppo in modo da liquidare la questione il prima possibile.
    In seguito alla presentazione di Tetsui presi posizione al tavolo, di certo in volto non avevo un espressione molto felice, anzi era CRISTALLINO che l'uscita dell'imboscata mi aveva fatto incazzare come una faina. Senza bere il thè che mi era stato offerto, incrociai le braccia al petto ed ascoltai il discorso, spostando di tanto in tanto l'attenzione fra i due fratelli, mi limitai ad annuire: di quello che sapevano quei tizi non mi importava niente, mi sarei occupato della questione di persona, o al massimo con il resto del gruppo.

    [...]

    « .. Ci vediamo a mezzanotte nel corridoio .. »

    Mormorai a bassa voce, cercando di non farmi udire da NESSUN ALTRO al di fuori della "squadra". Non avrei passato una notte in quel luogo senza farmi personalmente un quadro completo di quanto succedeva.

    Una volta entrato nella mia stanza mi guardai intorno: sospirai pesantemente e posai il sacco sul pavimento: sfilai la sacca porta Shuriken, il filo di Nylon, le fasce e la collana a sonagli. Fortunatamente, mi ero portato dietro una maglietta nera mezza bucherellata e sfilai anche quella. Tolta la parte superiore del kimono la gettai sul letto e la sostituii con la maglietta nera a mezze maniche. Fatto questo mi legai la sacca porta kunai alla vita ed indossai un semplice paio di calze, lasciando anche i geta vicino al letto. Avevo qualche ora libera, per riposarmi e meditare prima della notte.

    [A Mezzanotte]

    Indossate le fasce da combattimento su gambe e braccia e la collana avrei aperto la porta e mi sarei addentrato nel buio del corridoio, attendendo l'arrivo degli altri ninja.

    [Continuo il post i due casi, visto che non posso prevedere le azioni degli altri giocatori e penso sarebbe inutile attendere un'altra intera turnazione per esporre la strategia]

    Caso A [Nessuno si presenta]

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    Avevo atteso qualche minuto, ma nessuno si era presentato: l'intento era quello di reperire maggiori informazioni possibili su quanto accadeva ALL'INTERNO del palazzo. Prima di tutto, avrei controllato il numero di stanze, cercando di individuare quelle occupate dagli altri "abitanti" del palazzo, e poi sarei andato al piano di sotto, per avere un quadro dell'edificio. -chiaramente, in presenza di altri eventuali piani li avrei visitati, sempre facendo molta attenzione a risultare il più anonimo e silenzioso possibile-.
    Alla fine dell'ispezione, senza eventuali impedimenti sarei poi tornato a letto, preparandomi per il giorno a venire.

    Caso B [Almeno un altro Ninja si presenta]

    Salutai il resto del gruppo con un cenno del capo, e sussurrando inizia a parlare, esponendo la mia teoria. « .. Non so voi, ma io non intendo dormire mentre qualcuno potrebbe ammazzarmi. Non so chi sia la spia, e non intendo farmi un sonno tranquillo sin quando non ne avrò almeno un idea. Dobbiamo perlustrare il villaggio e l'edificio ... » Avrei spiegato. « .. Dobbiamo dividerci in due squadre, una controlla l'edificio e la zona circostante, mentre l'altra perlustra il villaggio .. E' pericoloso, ma almeno non ci faremo cogliere impreparati .. »





    Edited by Tokì - 29/4/2011, 07:08
     
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  4. YukiYu
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    Insonnia.
    O per meglio dire... incubi.
    La notte dormivo molto difficilmente, si e no cinque ore se mi andava bene.
    Ancora una volta ero seduta sul letto, lo sguardo dorato perso nel vuoto della stanza, mentre cercavo di dare un senso alla mia vita.
    Certe notti mi sentivo davvero in vena di pensieri profondi e passavo ad analizzare me stessa e ciò che mi circondava.
    Ma quella notte fu diversa... o meglio...mattina, notai che era quasi l'alba...i miei pensieri furono interrotti da un movimento bianco nella luce appena accennata del sole.
    Voltai il viso verso la finestra, e sul davanzale vidi un'acquila.

    Un'aquila bianca.

    Non mi feci altre domande, meccanicamente mi alzai e andai alla finestra, aprendola e facendo entrare l'animale.
    Notai che sull'ala aveva legata un messaggio, proveniva dall'Accademia.
    Lo presi e lo lessi con attenzione, mentre il rapace ritornava a volare nel cielo.
    Non sapevo se sentirmi offesa o felice per quell'incarico.
    Decisi che non avrei analizzato le mie emozioni al momento, quindi presi le mie cose e mi diressi verso Hatsune.

    Appena arrivai, notai che non c'era nemmeno un cancello, o qualche muro, nulla... solo un lungo viale a cui lati si ergevano, incantevoli, degli alberi di cieliegio.
    Non ne avevo mai visti così tanti... erano davvero belli... mentre camminavo rimasi ad ammirare quei piccoli petali rosa che svolazzavano in giro.
    Lo spettacolo era affascinante, ma triste per il semplice fatto che non c'era un'anima viva in giro.
    Era triste, si, ma dopo tutto mi faceva sentire più rilassata... non amavo la confusione.
    Quando arrivai nel palazzo, vi erano già altri due ragazzi... uno lo conoscevo già, almeno di vista, dato che era del mio stesso villaggio, ma l'altro ragazzo non lo conoscevo.
    Il ragazzo si presentò, dicendo di chiamarsi Kheichii.
    Non aggiunse altro, solo la sua provenienza.
    Mi piaceva, non era uno che si perdeva in chiacchiere inutili.
    Perfetto, non avrei fatto domande, anche perchè non mi interessava, e lui non ne avrebbe fatte a me... ero a posto.
    Risposi, per educazione.

    Io mi chiamo Karai e vengo da Oto.

    Non aggiunsi altro nemmeno io, il tono della mia voce era freddo, senza un tono particolare, mentre il mio sguardo era neutro.
    Rimasi in silenzio fino a quando non fece la sua apparizione un uomo dalla tunica viola.
    Lo osservai con attenzione, senza dire nulla, cercando di memorizzare ogni suo aspetto.
    Appena fummo tutti presenti, seguimmo lo strano individuo fino al retro del palazzo, dove ci aspettò una bella sorpresa.
    Contadini armati, pronti ad attaccarci.
    Non mossi un muscolo, e la mia espressione non mutò di una virgola.
    Tranquilla, rimasi con le braccia conserte mentre osservavo uno ad uno tutte le persone presenti.

    Un'aquila bianca.

    Dissi solamente, quando venne mi venne richiesto.
    Tutto a posto, solo un contorllo, e poi andammo tutti in una sala a prendere il tè.
    Mi sedetti ad una sedia, ma non presi nulla, non per scortesia, ma semplicemente perchè non ne avevo voglia, inoltre...dopo aver sentito che probabilmente c'era una spia nel villaggio... sicuramente non avrei mangiato nulla di quel posto.
    Osservai il fratello minore del capo villaggio una volta che ci fu presentato, ma non dissi nulla.
    Rimasi nel mio personale silenzio tutto il tempo, ascoltando con finto disinteresse ogni parola.
    Kheichii parlò per primo, quasi riprendendo il capo in tunica viola.
    Non aveva tutti i torti, comunque non dissi nulla.
    Osservai il mio compaesano ed ascoltai le sue parole.
    Non sapevo che cosa avesse in mente, ma di certo non me ne sarei stata con le mani in mano ad aspettare che mi attaccassero.
    Mi alzai dal tavolo assieme a tutti gli altri, feci un cenno di saluto e poi mi avvia verso la mia stanza.

    Rimasi a fissare fuori dalla finestra, il buio che avanzava e le ombre che scomparivano.
    Non avrei comunque dormito per via degli incubi, quindi per non rimanere ferma a far nulla, sarei andata nel corridoio a mezzanotte.
    Aspettavo solo l'orario.
    Appena fu l'ora, mi avviai nel corridoio, dove incontrai il caro otiano.
    Ricambiai il saluto con un cenno del capo, quasi ci intendessimo senza avere bisogno di parole inutili.
    Ascoltai quello che disse e poi annuì.

    Mi hai tolto le parole di bocca. Io perlustrerò il palazzo e i dintorni.

    Dissi con sicurezza, con un tono che non ammetteva repliche.
    Daltronde non sopportavo che la gente decideva per me, non dopo aver passato 10 anni a vivere da sola senza renderre conto a nessuno.
     
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  5. KiHawke
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    La cenerentola assassina

    Quel giorno, stavo mettendo sottosopra casa mia. Ero praticamente alla disperata ricerca di un quaderno, di un qualcosa che m consentisse di prendere appunti. Una parte della mia memoria era inaspettatamente tornata, ma avevo il terrore folle che andasse di nuovo via...e quindi avevo deciso di annotare tutto, di scrivere il resoconto di qualsiasi cosa io avessi fatto. Alla fine trovai un grande e piuttosto polveroso registro, contenente centinaia di pagine tutte bianche. Chissà chi lo aveva usato...era davvero fuori misura, per peso e spessore. Ovviamente non avrei potuto portarmelo in giro, e per questo presi anche un blocco per gli appunti, molto più modesto, ed una penna, in modo da poter annotare le cose anche quando fossi stato lontano da casa. Ma, appena terminata la ricerca, vidi un aquila nera entrare in casa da una finestra aperta, stridendo. Notai che aveva una busta legata all'ala. La presi, senza lasciare andare il rapace. Recava il segno dell'accademia (che sembrava disegnato da un bimbo di cinque anni, ma tant'è....) ed una convocazione per una missione urgente, che si sarebbe tenuta al "famosissimo" Villaggio di Hatsune. Mai sentito....ma avevo una missione! La mia prima missione. Certo, niente di eclatante, una di rango D, ma andava bene così. Mi accinsi a riportare le informazioni in mio possesso sul registro, lasciando spazio sufficiente per contenere gli eventi passati che ricordavo, e poi mi preparai, inserendo anche il blocchetto e la pena nella mia borsa. Mi accorsi che l'aquila però non era andata via. Con un'idea fulminea, decisi di tenerla. Ciusi casa mia completamente, in modo che il rapace avesse la mia villa come spazio tutto suo per un po', senza che riuscisse a scappare. Mi incamminai.....

    [...]



    Quel posto era bello....molto bello. Certo, c'erano diverse case fatiscenti che deturpavano la bellezza della natura, ma era comunque uno spettacolo spettacolare (scusate il gioco di parole!). I petali di ciliegio che cadevano portate dal vento...mi piaceva davvero tanto stare lì. Presi un petalo con una mano, chiudendola delicatamente. Quello lo avrei conservato. Continuai ad avanzare, sorridendo come un bambino...continuai a camminare, fino a raggiungere un grande palazzo. La porta si aprì, ed un uomo sulla trentina mi diede il benvenuto. Ero l'ultimo, e mi sentii lievemente imbarazzato...ma l'imbarazzo si tramutò in irritazione, quando, appena attraversata la porta, una folla di bifolchi ci accerchio, minacciandoci di morte. Il simpaticone che ci aveva accolto ci chiese il colore dell'aquila che ci aveva recapitato il messaggio....io ero seriamente tentato di "dimenticarmi" il colore del messaggero, scatenando una rissa. Ma la mia vocina interiore, quella assennata, prevalse, costringendomi a borbottare un < «Era nera. Nera. N-E-R-A. Ok?» . Il tipo poi ci condusse ad un tavolo, dove assieme a suo fratello ci spiegò la situazione del villaggio. Io non toccai il te, ancora infastidito dalla poca fiducia dimostratami prima. Il fatto che ci potesse essere una spia all'interno del villaggio mi preoccupava un po', ma diciamo che per il mio umore non avrei avuto problemi ad ucciderla, sopratutto se fosse stata uno di quei bifolchi che prima mi avevano minacciato. Subito dopo il briefing, tutti noi venimmo condotti nelle nostre stanze, ma riuscii a udire uno dei miei compagni darci un appuntamento: a mezzanotte, in corridoio. Ci sarei stato, poco ma sicuro....intanto, annotai tutto sul bloc-notes.

    Appena arrivato in stanza, controllai tutto il mio equipaggiamento. D'un punto, mi venne una piccola idea, probabilmente inutile,ma che forse mi avrebbe tranquillizzato un po'. Appena arrivata l'ora dell'appuntamento, uscii dalla mia stanza, con passo felpato. Dopo, strappai un pezzetto di stoffa dalla mia manica e la sistemai in modo che se la porta fosse stata aperta essa sarebbe caduta. In più, presi un fukibari, e lo morsicai. L'impronta del dente era ben visibile, ed era mia, unica. A quel punto, sistemai lo stuzzicadenti in modo che se qualcuno fosse entrato si sarebbe spezzato. In pratica, era impossibile evitare di essere scoperti in caso di infiltrazione quella notte.

    Salutai i miei "commilitoni" con un cenno della mano, ed ascoltai ciò che avevano da dire. «Sono d'accordo. Anche io perlustrerò il villaggio e dintorni, credo di poter usare meglio le mie capacità in caso di combattimento,se all'aperto...comunque, io sono Morai Uchiha, studente di Konoha. »

     
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    Hatsune-
    …Tetsui…




    Il ragazzo vestito di viola, ascoltò le loro lamentele, e cercò loro di rispondere. Primo fra tutti l'insistente Akuma.
    Imparare a combattere, vuol dire per noi sconsacrare le nostre tradizioni. Noi viviamo grazie al grande albero di ciliegio, che ci dà da mangiare e da bere. Noi non necessitiamo del sangue altrui, e siamo in pace con noi stessi.
    Sorrise osservando come ognuno di loro si ribellò nel bere il thé. Infondo nessuno li avrebbe avvelenati, ma la parola "spia" li aveva alquanto allarmati. Tetsui, comunque si limitò a sorriderli. Infondo, nessuno di quei shinobi sembrava essere molto loquace. Ognuno si era richiuso nel proprio, senza fare domande. Finite le presentazione ed il thé, il tutto si svolse regolarmente.






    Hatsune-
    …Akuma…




    Come previsto dalla regolazione automatica dell'edificio, le luci si spensero alle 23 di sera. Nulla poteva ormai illuminare le stanze dei shinobi, se non loro stessi. Eppure vi fu una cosa imprevista. Passò un'ora dallo spegnimento delle luci, che un sonoro "click" nella serratura della porta indicò al giovane Genin kiriano che era abbastanza fregato. E per giunta, il click che lui sentì fu doppio. Uno proveniente dalla porta, ed uno dalla finestra. A quel punto l'Akuma rimaneva chiuso nella propria stanza. Avrebbe potuto decidere di sfondare la porta, ma Tetsui non né sarebbe stato molto contento. In ogni caso, la resistenza della porta era pari a 70. Se fosse riuscito nell'impresa di abbattere la porta, difficilmente si sarebbe riunito coi suoi compagni, ed inoltre avrebbe sprecato una moltitudine di chakra nel suo intento. Comunque, avrebbe potuto provare ad agire da solo, magari indagando in giro.
    Con un qualsiasi attrezzo presente in camera, poteva sfondare il vetro della finestra, ma l'altezza gli avrebbe comunque impedito di uscire fuori dal palazzo.
    Inoltre, avrebbe potuto cercare di sentire cosa succedeva al di fuori della sua camera, sebbene nel momento subito successivo alla chiusura della porta, non avrebbe udito né passi, né suoni, né rumori. Non vi erano persone in quel corridoio.
    Nel caso in cui il piccolo Akuma avrebbe deciso di rimanere nella stanza, avrebbe potuto osservare la situazione della finestra. Alle 2:30 avrebeb visto un numeroso gruppo di persone sbucare fuori dal palazzo, e disperdersi nel villaggio.
    Alle 4 di mattino, sentì nuovamente quel rumore strano, atto a sbloccare la porta e la finestra.



    -

    Hatsune-
    …Karai…




    La giovane ragazzina otese, si rivelò essere più astuta del Genin kiriano. Quando scoccò la mezzanotte, ella era già nel corridoio, e non si accorse nemmeno di quell'automatico "click" che chiuse anche la sua stanza. Dopo essersi riunita con gli altri 2 compagni, andò a perlustrare l'edificio. Un piccolo passo verso la vittoria. Camminando, avrebbe visto che i corridoi erano illuminati da delle piccole lanterne che emanavano una luce fiacca. Inoltre, avrebbe scoperto che il palazzo era composto da 3 piani, e su ogni piano vi erano almeno 12 stanze e 3 bagni per piano. Sul piano-terra vi era situato un soggiorno, una cucina e la porta che dava sul retro dell'edificio. Probabilmente, se avesse sentito quel "click" della porta, avrebbe capito che nell'edificio vi era una stanza segreta, da dove veniva controllato l'edificio intero. Il problema stava nel scoprirlo. Inoltre, verso le 2:30 avrebbe sentito inevitabilmente dei passi e dei suoni provenire dal retro.
    Andiamo, andiamo, andiamo, andiamo!
    Era una voce che non conosceva, ma che incitava qualcuno ad andare da qualche parte. Poi avrebbe sentito dei passi veloci, quasi come se ci fosse un gruppo numeroso di persone sul retro. Queste poi avrebbero corso verso l'atrio con le torce in mano, per poi attraverso la porta principale dell'edificio uscire nel villaggio.
    Se non si fosse nascosta, sarebbe stata inevitabilmente catturata da un paio di persone, e attraverso un passaggio sotterraneo sarebbe stata portata verso la base segreta dei banditi.
    Se si fosse nascosta, avrebbe potuto contare il numero dei banditi, e ricavare informazioni utili su di loro, ma nella luce fiacca non sarebbe riuscita a vedere il viso della persona che li incitava, se non per il suo vestito viola. poi quest'uomo vestito di viola sarebbe rientrato nel retro, sparendo nel buio, come se non fosse mai esistito.
    Se alle 02:30 si fosse trovata lontano dal piano-terra, non avrebbe sentito nulla, e non avrebbe ricavato alcuna informazione.
    Se avesse deciso di sfidare il gruppo di persone, avrebbe subito diversi colpi, per poi svenire.



    -


    Hatsune-
    …Morai e Jyazu…




    Come la loro compagna otese, i due si ritrovarono nel corridoio, senza sentire quel "click" che solo l'Akuma avrebbe potuto sentire. Poi i due andarono a perlustrare il villaggio, ma di notte si vedeva ben poco. Avrebbero potuto bussare alle case, per parlare con qualcuno, ma nessuno a quell'ora li avrebbe aperto la porta. In giro non avrebbero trovato segni strani, armi o altro. Era tutto pulito. Nemmeno un'indicazione. Non sapevano nemmeno da che parte il gruppo dei banditi si sarebbe fatto vivo. Eppure... Avrebbero girato a vuoto fino alle 2:30, finché non avrebbero udito delle voci provenire dall'edificio. Erano circa in una ventina, tutti rigorosamente vestiti di nero, coi volti coperti. A quel punto, salvo azioni suicide, i due avrebbero visto come quei banditi cominciarono a sfondare porte e finestre, addentrandosi nelle case, e cacciando via le persone dalle case stesse. Uomini, donne e bambini si sarebbero riversati sul viale principale, mentre le persone armate avrebbero cominciato a tirar fuori dalle case l'oro, i gioielli, i soldi. Inoltre, avrebbero notato un'altra cosa insolita: oltre alle richezze, quei banditi si sarrebbero allargati prendendo in ostaggio anche alcune ragazze, e a quel punto per il duo foglia-suono sarebbe arrivato il momento di agire.
    Se avessero deciso di nascondersi, avrebbero potuto godersi lo spettacolo offerto da quei banditi senza scrupoli, ma avrebbero anche potuto contare a cosa miravano, in quanti erano e com'erano armati. Facendo così, avrebbero potuto seguirli di nascosto una volta finito il saccheggio, ma ahimè, una volta arrivati sul retro avrebbero trovato il nulla, come se quei banditi si fossero smaterializzati.
    Se avessero deciso di intervenire per cercare di salvare il villaggio, avrebbero avuto all'incirca una decina di banditi a testa, pronti a ingaggiare il combattimento con dei studenti.



    -

    Hatsune-
    …Ciliegio...




    Vi erano 5 figure in quel posto. Un magnifico e gigante ciliegio si ergeva dinnanzi a loro. Vi erano 3 uomini, e una donna. Delle piccole torce illuminavano fievolmente i loro volti, ma l'albero dinnanzi a loro era maestoso. Con delle radici profonde e spesse, l'albero affondava nella terra. Le sue foglie, brillavano anche nel pieno della notte.
    Quel tipo, quell'otese... mi preoccupa.
    La ragazza sorrise.
    Non c'è di cui preoccuparsi. Ormai manca poco affinché "Il Petalo" arrivi al potere. Ci manca poco per comprare il villaggio, e con il villaggio questa immensa fonte di chakra.
    Uno dei 3 sorrise.
    "CI"?! Chi ti ha detto che voglia condividere il mio albero con te?!
    Lo sguardo di quella donna divenne freddo. Un veloce gesto con la mano, e quell'uomo trovò un kunai che gli puntava alla gola.
    Te lo dico io.
    Il sorriso scomparve dal volto di quell'uomo. Una scia di sangue volò, un fiacco grido e quindi una risata.
    La mattina dinnanzi al piccolo cartello che serviva a delimitare i confini del villaggio, i shinobi sopravissuti alla notte avrebbero trovato un altro indizio. Un corpo umano, con il volto coperto e un incisione sul palmo destro della mano. Riportava il simbolo dell'accademia.
    Chiedendo a Tetsui chi era, avrebbero ottenuto una fredda risposta:

    E' mio figlio.
    Poi solo lacrime.



    Edited by leopolis - 15/4/2011, 00:48
     
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  7. YukiYu
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    Camminai per il corridoio, senza sapere cosa aspettarmi di preciso.
    Il mio passo era tranquillo, ma non per questo ero una sprovveduta, anzi... facevo molta attenzione.
    Dopo aver dato un'occhiata veloce, mi resi conto che l'edificio era in tre piani, decisi di partire dal piano più alto fino ad arrivare al piano terra.
    Salii le scale e iniziai ad ispezionare il terzo piano... c'erano solo delle stanze e dei bagni, nulla da segnalare...
    Quando ispezionai il secondo piano, iniziai a cheidermi se avessi fatto la scleta sbagliata decidendo di rimanere li dentro.
    Non c'era nulla da segnalare solo stanze... sospirai appena, cheidendomi cosa stavano facendo gli altri due.
    Scesi al piano terra, dove c'erano il soggiorno, la cucina e la porta che dava sul retro.
    Avevo perso un sacco di tempo a girovagare per i piani superiori senza trovare nulla...
    Inizia a controllare la cucina...era una cucina normalissima, senza nulla di strano.
    Passai al soggiorno e mi lasciai cadere su una poltrona, sbuffando.
    Che schifo di scelta che avevo fatto... non era utile ne per me stessa, ne per la missione in sè.
    Dopo un po' iniziai a sentire dei passi, mi alzai, allerta...
    Provenivano dal retro...strano? come facevano ad esserci così tante persone nel retro dell'edeficio? Da dove spuntavano?
    Decisi di nascondermi nel buio, mentre sentii una voce a me sconosciuta che incitava il gruppo.
    Dal mio punto di osservazione notai il vestito viola, ma non il viso.

    Cosa faccio? Di affrontarli non se ne parla, sono in troppi per me sola. Ma chissà da dove sono sbucati...

    Osservai l'uomo vestito di viola... anche Tetsui era vestito di una tunica viola, però la voce non era la sua.
    Quindi, possibile che potesse essere qualcuno che fosse vicino a lui?

    Il fratello è anche l'unico che combatte, no? ....no, no! La voce non è la sua!

    Era appurato, quel tizio non lo conoscevo poichè la voce non l'avevo mai sentita prima.
    E io solitamente non scordavo mai nulla.
    Se fossi uscita allo scoperto avevo il 50% di possibilità di essere uccisa subito...ma avevo anche la restante possibilità che mi prnedessero viva...in tal caso, forse, avrei potuto scoprire dove si nascondevano.
    Però non avrei potuto avvisare nessuno, e non avevo modo di avvertire nessuno nel caso mi portassero nel loro nascondiglio.
    Quindi lo saltare allo scoperto era escluso anche quello.

    Il gruppo di persone uscì dalla porta principale, probabilmente riversandosi nel villaggio... in quel caso sarebbe toccato agli altri due fare qualcosa.
    L'uomo in viola era rimasto dentro e poi, velocemente uscì sul retro.
    Rimasi ancora un po' immobile, ma non troppo a lungo, giusto pochi secondi, dopo di che aprì la porta sul retro anche io, con l'intenzione di seguire l'uomo vestito di viola...
    Ma era già scomparso.
    Rimasi in mezzo al piccolo spiazzo... c'erano solo delle mura e dell'erba.
    Nessuna fonte di luce.
    Inizia a perlustrare il perimetro, chissà cosa stavo cercando, non lo sapevo con certezza nemmeno io... inoltre con quel buio mi era impossibile vedere bene.

    Non può essere sparito nel nulla...

    Guardai verso l'alto, le mura... potevano anche averle scavalcate, ma perchè passare per forza da lì quando potevano entrare direttamente dal villaggio?
    Il loro nascondiglio era dunque interno al villaggio, perchè non arrivavano dall'esterno.
    Inoltre c'era la questione della spia.
    Camminai per il terreno, forse sperando di calpestare qualcosa.

    Non riesco a trovare nulla, questo buio non mi aiuta per niente!

    Mi innervosì perchè on avevo concluso nulla, certo avevo raccolto un sacco di informazioni, ma la maggior parte di esse erano solo risultati di miei ragionamenti logici.
    Sarei rimasta nel retro cercando di ragionare su quanto accaduto, perdendo la cognizione del tempo.
    In seguito, sentendo dei passi in avvicinamento, alla iniziale situazione di panico nel constatare che non avrei fatto in tempo a rientrare e nascondermi, mi sarei nascosta in un angolo tra la congiunzione di due muri, sfruttando la totale mancanza di luce per cavarmela e vedere dove sarebbe sparito il gruppo di persone.
    Mi sciolsi i bianchi capelli, lasciando cadere il nastro dorato a terra, ma tenendone un'estremità con la mano...
     
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  8. Kikko-kun
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    [IL MATTINO SEGUENTE]


    Dopo una lunga attesa finalmente le luci si spensero. Alzai le spalle al muro e fui pronto per uscire quando sentii uno strano rumore. D’un tratto la porta e la finestra della mia stanza si sigillarono ermeticamente, trovandomi cosi intrappolato nella mia stessa stanza. Avanzai prima verso la porta e successivamente verso la finestra ma niente, non si muovevano di un millimetro. Mi avevano chiuso dentro. Il mio primo impulso fu quello di sfondare con un calcio la porta e uscire, ma decisi di attendere. Non era il momento di farsi prendere dal panico, ma quello di pensare ad una rapida soluzione. Guardai fuori dalla finestra ma non c’era ancora nessuno

    -Sono caduto nella loro trappola…. Che sciocco!-

    Non avevo la voglia di creare un enorme confusione solo per potere uscire dalla stanza, così decisi di attendere. Più tardi verso le 2:30 notai un folto gruppo di persone che uscivano dal palazzo e si dirigevano verso il villaggio. La storia delle spie allora era vera. Non avevo nessuna possibilità di vincere contro un gruppo così numeroso. Inoltre non sapevo minimamente ciò che i miei compagni stavano combinando

    -Speriamo che abbiano raccolto informazioni, e che non siano stati così sprovveduti da attaccare un cosi grosso numero di persone-

    Tutto quello che potevo fare era attendere. Uscire sarebbe stata una mossa sciocca e non avrebbe cambiato di molto la situazione. Puntavo sul fatto che almeno gli altri Shinobi avessero scoperto qualcosa.
    Decisi questa volta di sedermi sul letto, e con lo sguardo fisso nel vuoto attesi

    -D’accordo, questa battaglia l’avete vinta voi! Ma non è ancora finita…-

    Sorrisi all’idea di sapere cosa sarebbe successo il giorno successivo, e di cosa mi avrebbe atteso.
    Passò così molto tempo senza sapere cosa stesse succedendo. Fuori cominciarono a comparire le prime luci del mattino, e la stanza cominciò finalmente ad illuminarsi. Ancora una volta sentii il famoso rumore provenire dalla porta e dalla finestra. Ero di nuovo libero. Mi alzai velocemente, raccolsi il mantello e andando verso la porta vidi che essa era aperta. Nuovamente un piccolo sorriso comparve sul mio volto

    -Proprio in trappola-

    Pensai per un ultima volta.
    Proseguii lungo i corridoi e le scale del grande palazzo. Non c’era nessuno in giro, un silenzio quasi innaturale ricopriva quel luogo. Continuavo a camminare controllando al mio passaggio in tutte le direzioni, sperando di non dover fare incontri spiacevoli. Arrivato nei pressi del grande portone da cui entrammo il giorno prima, decisi di attraversarlo ed un orrendo paesaggio si parò d’innanzi a me.
    Le case ancora più distrutte di come erano il giorno prima, centinaia di persone riversate lungo le case in lacrime per aver perso tutto. Dolore e disperazione contaminavano quel luogo e pochi sarebbero rimasti impassibili davanti a tale scena. A piccoli passi attraversavo le vie del villaggio, impotente davanti a tutto quello che vedevo. Strinsi i pugni e cercai di andare avanti sapendo che però non si poteva continuare così. Arrivai in fine al grande viale dei ciliegi in fiore; quel luogo continuavo ancora a sorprendermi. In lontananza notai un grande gruppo di uomini radunati sotto un albero. Notai che tra di loro vi era Tetsui

    -Che sta succedendo?-

    Mi chiesi e quando mi avvicinai capii tutto. Il figlio di Tetsui era stato trovato morto sotto il grande albero. Mentre guardavo con quale brutalità era stato ucciso, vidi qualcosa di strano. Sul palmo destro della sua mano vi era inciso il simbolo dell’accademia

    -Il simbolo dell’accademia?!-

    Mi rivolsi verso Tetsui

    -Mi dispiace per la grave perdita Tetsui-Sama, ma deve farsi forza. Ciò che è accaduto stanotte va al di là di una semplice incursione di banditi, e se vuole veramente che la morte di suo figlio non rimanga impunita, deve ascoltare ciò che ho da dire!-

    Mi feci serio in volto e cominciai a spiegare tutto ciò che accadde

    -La scorsa notte notai che un diverso gruppo di persone ha lasciato il palazzo per riversarsi nel villaggio. Lei non ne sa niente? La porta e la finestra della mia stanza alle ore 2.30 sono state rispettivamente sigillate chiudendomi dentro, per poi riaprirsi alle 4.30-

    Feci qualche passo in avanti così che tutti i presenti potessero vedermi

    -Qualcuno stava spiando i miei movimenti. Lei dov’era la scorsa notte? Come mai suo figlio si trova qui e…-

    Alzai la mano destra del cadavere per mostrare a tutti il marchio

    -Esso porta il simbolo dell’accademia? Ci sono troppe domande che richiedono una risposta. Voglio che mi dica cosa sta realmente accadendo qui.-

    I miei toni erano duri e severi, suonavano quasi come un rimprovero ma erano necessari. Cominciavo a chiedermi dove fossero finiti gli altri Shinobi e che cosa stessero combinando. Spostai il mio sguardo in direzione del grande ciliegio

    -Infine vorrei chiederle un ultima cosa se non le dispiace. Vorrei che mi parlasse di questi ciliegi. E’ da quando sono arrivato che hanno attirato la mia attenzione. Non sembrano ordinari ciliegi, sono diversi…-

    Appoggia una mano su uno di essi, e poi il mio sguardo si rivolese nuovamente ai presenti. Analizzavo attentamente ogni singola persona. Qualcosa non andava, qualcuno mentiva. Non mi fidavo di nessuno di essi. Attendevo con ansia delle risposte ma non ero sicuro di ottenerle.

    -Questa faccenda è molto più complicata del previsto-

    Il vento riprese a soffiare e i grandi ciliegi ripresero a ricoprire le cose con i loro petali.
     
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  9. Tokì
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    SPOILER (click to view)
    Narrato - Pensato - Parlato

    Camminavo lungo il sentiero che ci conduceva fra le vie del villaggio, accompagnato da Morai, il ninja della foglia con il quale avrei dovuto fare squadra per quella notte. Inizialmente, quando si era presentato avevo storto il naso: era un Uchiha. « Jyazu. » avevo detto una volta usciti dalla casa; una presentazione sbrigativa e priva di convenevoli.

    Iniziai a vagare, sfilando fra i vicoli bui e le ombre del villaggio. Inizialmente, invano.

    [Ore 2.30: Calma Piatta?]

    Avevo da poco superato un cumulo di casse, quando in lontananza mi sembrò di scorgere qualcosa in movimento. Ombre inizialmente, ombre che velocemente lasciavano spazio a delle sagome, riuscii a valutarne approssimativamente una ventina. Mi abbassai cercando la protezione delle ombre notturne nell'angolo fornito dal muro di una casa, all'ingresso di una sorta di vicoletto che dava sul retro delle abitazioni. Accucciato in quella posizione rimasi in silenzio per qualche minuto. Appoggiato un ginocchio sul pavimento ed incassata la testa nelle spalle ero quasi sicuro di risultare completamente invisibile a quegli individui, potenziato inoltre dalla presenza di un abbigliamento totalmente nero. Un man in black, insomma.
    Inizialmente rimasi fermo: avevo bisogno di capire cosa succedeva, perche e come. Aspettai giusto qualche minuto, e quando i "banditi" iniziarono ad irrompere nelle abitazioni abbozzai un vago sorrisetto sul viso. « Sono solo dei ladri.. » bisbigliai, facendo ben attenzione a farmi sentire solamente dal mio compagno. « ..Prendiamone uno. » Conclusi, accennandogli una svelta occhiata d'intesa. Poco dopo come un predatore notturno iniziai a valutare la situazione, i miei occhi scorgevano le figure dei banditi cercandone l'anello debole che mi avrebbe consentito di prendere il controllo della situazione.

    Casualità: A e B

    • A: Preda individuata.

    Individuata la preda, avrei solamente dovuto attendere il momento buono per colpire. Di nuovo il mio sguardo si posò sull'uchiha, gli indicai una zona d'ombra poco più lontana da me. « ..Tu trova il modo di attirarlo qui dentro, io mi occupo del resto. » dissi, a voce bassa mentre arretrando cercavo di prendere riparo dietro ad una panchina di legno posizionata al lato della casa.
    Una volta attirato il bersaglio mi immobilizzai completamente e bloccai il respiro, cercando di tramutarmi in totale oscurità almeno per qualche attimo: ed una volta intercettato il fianco del bandito sarei emerso dall'ombra come un incubo.
    Al raggiungere del punto di demarcazione stabilito (Riga verde nella mappa) sarei sbucato dall'oscurità, cercando di scivolare alle spalle del bandito con un movimento fluido e veloce, potenziato dall'impasto di una quantità di chakra pari a MEZZOBASSO nelle gambe [Velocità150] [Slot Movimento Gratuito] e dal fattore sorpresa.
    Le braccia sarebbero scivolate velocemente intorno al corpo del bandito, prima il sinistro sarebbe risalito spuntando al disotto della sua ascella sinistra, mentre il destro si sarebbe congiunto con il sinistro intorno al suo collo formando un perno di immobilizzazione. Una volta "catturato" il bersaglio mi sarei tirato all'indietro ancor prima di permettergli di capire cosa stava succedendo, per trascinarlo insieme a me nell'ombra [Slot Azione UNO E DUE], dove avrei cercato di strangolarlo fino a fargli perdere completamente i sensi, e per farlo avrei potenziato ulteriormente la mia presa con l'impasto di una quantità MEZZOBASSO di chakra nelle braccia. [Forza150].
    A quel punto era tutto nelle mani del caso: se mi avessero visto avrei quasi sicuramente allarmato l'intero gruppo, ma in alternativa sarei riuscito a catturare uno di quegli individui. O perlomeno, a stordirlo.

    SPOILER (click to view)


    • B: Nessun Bersaglio "utile".

    Non trovando nessun bersaglio utile rimasi in silenzio, nell'ombra della notte. Avrei atteso fino all'ultimo momento cercando di sfruttare un momento favore (riconducibile quindi al caso A per tutta la durata del saccheggio).
    Infine, se non fossi riuscito a rapire nemmeno un bandito avrei "tentato" di seguire il gruppo verso il bosco, trovandomi davanti ad un amara verità: erano spariti.



    ___________________________________
    Tabella di Fine Post (Casualità A).


    [1] Slot Azione » A: Immobilizzazione
    [2] Slot Azione » A: Movimento

    [1] Slot Tecnica » Non utilizzato

    Vitalità: 10/10
    Chakra Residuo: 9/10
    ___________________________________

     
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  10. KiHawke
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    Sono un bimbo innocente, ma devo torturarti, spiacente.

    Jyazu. Era il nome del ninja che sarebbe stato al mio fianco, quella notte. Si era presentato così, semplicemente con un nome. Non pareva avere un bel carattere, ma non ci feci caso. Stavamo rischiando la vita, non era il momento di fare caso ai convenevoli. Uscimmo, iniziando a cercare "qualcosa" nel villaggio. Era buio, e si vedeva poco...e di quel poco, niente che ci fosse utile...fino alle....

    [ore 2.30]



    eravamo fuori da un bel po', e non avevamo ancora concluso nulla. Ero un po' deluso, ma sinceramente mi andava bene così...fino a quando non riuscii a scorgere delle ombre. Si muovevano, e da ombre quasi indistinte diventarono sagome. Mi parevano essere circa una ventina, salvo non ci fossero altri distaccamenti altrove. Ma erano comunque troppi. Mi abbassai, usando l'oscurità notturna come scudo per la mia figura. Vidi Jyazu, davanti a me. Anche lui aveva fatto la stessa identica cosa....rimanemmo così, entrambi, in ascolto. Dopo poco, le sagome iniziarono a irrompere nelle case,prendendo oggetti di valore e ragazze. Mi sentii il sangue ribollire nelle vene, ma non potevo farci nulla. Non ero stupido, e capii velocemente che se volevo davvero aiutare quelle persone dovevo stare nascosto; di sicuro sarei stato più utile occultato che morto, d'altronde. Il mio compagno sorrise, e propose di catturarne uno. Io feci un cenno d'assenso. Lui era quello più avanti, quindi io avrei fatto "da esca" nonostante probabilmente fossi molto più forte di un bandito a caso. Però avevamo bisogno di un'esca discreta, che non attirasse più di un bandito ma che ne facesse cadere in trappola almeno uno. Composi il sigillo della capra, ed una nuvoletta di fumo annunciò la mia trasformazione: assunsi la forma di Shay, la mia sensei. I miei capelli diventarono lunghi e rossi, i tratti del mio viso diventarono molto più dolci. Indossavo soltanto una piccola veste bianca, che per poco copriva fino alla metà delle mie cosce. Insomma, sembravo una donna (e che donna!), con vestiti...piccoli. Mi rannicchiai, abbracciando le gambe con le mie braccia, ed iniziai a singhiozzare, piano. Ero nella penombra, ed i miei equipaggiamenti erano dietro di me, pronti all'uso ma nascosti. Il rumore che producevo era fievole, ma forte abbastanza da essere udito da qualcuno che passasse davanti al vicolo. Speravo che solo un nemico cadesse nella trappola, e non di più, ma in ogni caso ero pronto...

    [caso 1: solo un bandito cade in trappola]



    in questo caso me ne sarei stato buono buono, in attesa che il mio compagno immobilizzasse il nemico: una volta fatto, mi sarei ritirato di nuovo nella più totale oscurità, sciogliendo la tecnica.

    [caso 2: 2-3 banditi mi vengono a prendere.]



    una situazione del genere sarebbe stata spiacevole ma facilmente gestibile. Avrei fatto finta di spaventarmi, sgranando gli occhi e girandomi di scatto, come per scappare carponi. In realtà avrei soltanto afferrato degli shuriken, due per mano, per poi rigirarmi di scatto e tirarli verso la gola dei nemici liberi, appena il mio compagno ne avesse catturato uno. In caso fossero morti o fossero stati storditi, mi sarei avvicinato gattonando ai loro cadaveri, per poi trascinarli nell'oscurità. Invece, in caso fossero sopravvissuti, probabilmente la situazione sarebbe degenerata...

    Era, comunque altamente improbabile che più di tre nemici cadessero nella trappola, in quando più banditi avrebbero significato che i ladri avevano diviso le loro forze o che erano arrivati rinforzi.

    [caso 3: nessun nemico cade in trappola].


    In tal caso avrei potuto fare poco, se non aspettare l'avverarsi di una delle altre due condizioni, per poi cercare di seguire i nemici, appena finito il saccheggio...peccato che i banditi scomparirono nel nulla, lasciandoci con un pugno di mosche.



    CITAZIONE
    Tabella riassuntiva
    Slot azione:

    1: attacco con shuriken (caso 2)
    2: attacco con shuriken (caso 2)

    Vitalità: 10/10
    Chakra:14.5/15

    Slot tecnica:
    SPOILER (click to view)
    Tecnica della Trasformazione – Henge no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Capra
    L'utilizzatore può cambiare il proprio aspetto. La dimensione può essere maggiorata o diminuita al massimo del 50% rispetto la propria dimensione reale. La trasformazione permetterà di assumere le caratteristiche tecniche dell'oggetto in cui trasformati oppure ottenere armi naturali se possedute dall'animale trasformato. Le potenzialità devono essere parigrado l'utilizzatore; non è possibile ottenere una protezione fisica; non è possibile ottenere capacità di movimento non possedute dallo shinobi.
    È possibile applicare questa tecnica anche in combinazione con un altro shinobi, unendo i due in uno stesso aspetto fittizio. Solamente uno dei due shinobi avrà il controllo delle nuove sembianze ed entrambi dovranno pagare il costo di attivazione e mantenimento.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 6 / Consumo: ½ Basso - Mantenimento: ¼ Basso)

     
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    Hatsune-
    …Akuma…



    Impossibilitato nell'agire, il ragazzo aveva trovato il corpo morto. Da lì, probabilmente non aveva fatto una scelta aguzza, quella di ricoprire un uomo apparentemente sofferente di mille domande. Purtroppo per il giovane ragazzo della Nebbia, riuscì ad ottenere solo alcune delle risposte che voleva.
    Ero... ero... in stanza.
    Alla domanda riguardante i ciliegi si asciugò le lacrime, e indicò il nord-est.
    Ognuno di questi ciliegi è alimentato dal Grande Albero di cui vi avevo parlato prima.
    Con delle ultime parole, l'uomo nella sua tunica viola si allontanò.
    E ora permettetemi di seppelire i miei morti come meglio credo. Gradirei la vostra presenza al funerale.



    -

    Hatsune-
    …Karai…




    La ragazzina era senza dubbio sveglia per le kunoichi della sua età. Si era rivelata molto furba, nel voler assecondare la propria mente, scoprendo e seguendo l'uomo vestito di viola, ma forse nemmeno capendo dov'era sparito. Forse vi era un qualcosa che non andava, o forse la ragazzina si era spinta molto avanti nelle ricerche. Probabilmente, era un buon fastidio per chiunque stesse mettendo in scena il tutto. Purtroppo, la giovane kunoichi non fece bene tutti i conti, perché quando decise di nascondersi in un angolino senza copertura alcuna, non calcolò la possibilità che vi era qualcuno ad osservarla. E pertanto, pochi secondi dopo essersi nascosta, si vide arrivare contro diversi corpi vestiti di nero, equipaggiati con delle torce. Isolata, senza vie di fuga e probabilmente indifesa, le arrivarono ben presto diversi colpi, ai quali seguì una perdita della coscienza da parte della kunoichi stessa. L'ultima immagine che avrebbe visto prima di svenire, era una siringa che le si piantava nella vena. Poi il buio.
    Sarebbero passate un paio di ore, prima che la ragazza si sarebbe ritrovata incatenata ad una tavola di legno. Impossibilitata di muoversi, con una fascia sugli occhi ed incapace di percepire il chakra. Solo poco dopo avrebbe sentito un coltello alla gola, ed una domanda parecchio strana. Il tono di voce era freddo, un tono di voce maschile e supremo. Non l'aveva mai sentito prima.
    Sarai mica vergine?



    -


    Hatsune-
    …Morai e Jyazu…




    Mossa alquanto furba quella dei 2 aspiranti shinobi. Grazie ad un formidabile lavoro di squadra, riescono ad attirare in trappola ben 2 banditi. Lì per prendere quella graziosa fanciulla, un bandito si ritrovò incredibilmente bloccato da una delle figure nascoste nell'ombra. L'altro, usato come "supporto" per il primo giacché manteneva la torcia per fare luce, accortosi della trappola usò la torcia come materiale utile per proteggersi contro le armi da lancio. Non fece il conto dei shuriken, e pertanto vide come 2 di questi impattarono contro il legno della torcia, tagliandolo e spegendo l'oggetto, mentre gli si conficcarono nella gola, proprio nel mentre il shinobi stava per lanciare il grido di allarme. Quel grido soffocato tra i fiotti di sangue, ed il suo dolore. Poco dopo il suo cuore smise di battere, e i due avrebbero avuto ciò che desideravano. Avrebbero avuto... se non vi era un'altra voce maschile lì vicino.
    Hei... Kraven, ho sentito delle voci. Tutto apposto?
    Diversi scenari, pertanto, si prospettavano dinnanzi ai due shinobi.



    -

    Hatsune-
    ...Confraternita del ciliegio...




    Erano 4 figure in una stanza circolare. Diverse figure erano posizionate al centro, e qualcuna più in la, sullo sfondo della visuale. Inoltre, mote travi piantate nel terreno, con delle figure femminili legate alle travi. Tra queste, anche la ragazzina otese, ancora svenuta.
    Il tutto procede secondo i piani, eh?
    Il volto dell'uomo era abbastanza vecchio. Gli anni passavano per tutti, era proprio vero. Senz'altro era un uomo dalle nobioi origini, visto l'anello che portava al dito. Poi gli rispose una voce femminile.
    Senz'altro la morte del mio nipote ha creato abbstanza sconforto in città.
    Un uomo rise. Si finse divertito, poi tornò serio.
    Ci mancano sole 2 vergini per poter dare via al rituale del ciliegio ed impossessarci della sua Potenza.
    La donna lo guardò.
    E gli accademici? Se scoprissero i segreti della villa, potrebbero fermarci.
    I passi dell'uomo si fecero più rindondanti. Una figura legata si mosse in lontananza.
    Gli accademici?.. Non mi sembrano questo granchè.

    Tirò fuori un coltello di piccole dimensioni, e ne puntò la punta alla gola della figura.
    Sarai mica vergine?



     
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  12. Tokì
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    [Rapitori e Rapiti]

    Contai fino a 5 dal momento in cui il bandito smise di agitarsi: giusto il tempo per assicurarmi di avergli fatto perdere davvero i sensi e portarlo a qualche passo dalla morte: il Taijutsu infondo era una delle mie specialità e non sarebbe stato poi così tanto difficile.
    Tutto fino a quel momento era andato secondo gli schemi, e Morai si era rivelato un buon compagno guadagnandosi il mio rispetto.
    Un veloce cenno del capo a congratularmi con l’Uchiha e poi mi piegai con il busto in avanti sollevando il bandito di poco per andare a caricarmelo sulla spalla sinistra: a quel puntouna voce mi fece irrigidire di colpo. Dovevamo agire il più velocemente possibile e dovevamo farlo da veri ninja, perche il rischio di essere scoperti era altissimo, con un mezzo ringhio disegnato in volto ruotai il capo ad osservare l'ingresso del vicolo..

    • A: Il bandito è in prossimità dell'ingresso del vicolo e può vedere i nostri movimenti.
    SPOILER (click to view)
    Una scossa di adrenalina mi esplose nel petto quando notai la figura del bandito fra le ombre dell'ingresso: era fermo li e si era avvicinato abbastanza da vedermi. Spalancai gli occhi mentre finivo di ruotare il busto in sua direzione ergendomi in piedi con il bandito sulla spalla: rialzando il braccio destro -cioè quello libero- sfilai dalla sacca alla cinta uno shuriken che con un movimento della spalla e del braccio avrei cercato di scagliare in direzione della sua gola, per finirlo con un solo colpo. A quel punto, senza nemmeno assicurarmi di averlo ucciso avrei impastato una quantità di chakra pari a MEZZOBASSO nelle gambe per aumentarne la velocità [Velocità 150]e aiutandomi nuovamente con un movimento rotatorio del busto avrei dato le spalle all'ingresso del vicolo e sarei scattato al massimo delle mie forze verso il retro, cercando riparo dagli altri banditi. [Movimento Gratuito].

    • B: Il bandito è ancora fuori dal mio campo visivo e dal vicolo.
    SPOILER (click to view)
    Nonostante la voce il bandito non si era ancora fatto vedere, e quindi speravo di avere abbastanza tempo da poter far sparire qualsiasi prova della nostra presenza: l'idea era far sparire tutti i banditi come se fossero stati inghiottiti da un buco nero.
    Mi sollevai su entrambe le gambe, ergendomi fra le ombre del vicolo con il corpo dell'uomo svenuto sulla spalla, indicai a Morai il tizio morto per terra e gli feci cenno con il capo di seguirmi: a quel punto impastando una quantità di chakra nelle gambe pari a MEZZOBASSO nelle gambe per aumentarne la velocità [Velocità 150] sarei scattato al massimo per andare a nascondermi dietro nel retro del vicolo, cioè dietro l'angolo [Movimento Gratuito].

    A quel punto, mi sarei messo spalle al muro -liberandomi del bandito che avrei lasciato cadere nell'ombra una volta arrivato nel retro- ed estroflettendo entrambe le Lame interne mi sarei accucciato fra le ombre: Una volta captata la posizione del nemico sarei sbucato -solo se questo si sarebbe avvicinato tanto da consentirmelo- dal basso con un montante reso incredibilmente micidiale dalla presenza della lama [Slot Azione Uno].


    SE nessun altro bandito viene allarmato:
    Senza ulteriori "impedimenti" avrei legato prima le gambe e poi le braccia del bandito (portandone le mani dietro la schiena) con 30 dei 50 metri di filo di nylon in mio possesso: non era resistente quanto una corda ma speravo che la quantità sarebbe bastata a bloccare i movimenti dell'uomo per almeno qualche ora. Infine, gli infilai uno dei miei calzini in bocca per impedirgli di parlare.
    Una volta completata l'operazione l'avrei trascinato verso un qualsiasi luogo tranquillo e al riparo da eventuali occhi indiscreti (a discrezione del master) e ci sarei rimasto per qualche ora, fino a quando il resto dei banditi non si sarebbe dileguati.

    Verso mattina sbucai fuori dal nascondiglio portando "la vittima" con me: sbadigliai rumorosamente e mi grattai il collo stancamente, non essendo tornato all'edificio non potevo sapere cosa era successo, e a dirla tuta non ci sarei tornato prima di qualche ora. « Uchiha. » richiamai il mio compagno. « ..E' meglio non portare questo tizio all'edificio, però dobbiamo informare il resto del gruppo. Uno di noi due deve andare a chiamare gli altri in modo da riunirci. » spiegai con calma, mentre incrociavo possentemente le braccia al petto. « Che ne dici se mi occupo di lui, mentre tu informi gli altri? » domandai, diplomaticamente.


    Tabella di Fine Post (Casualità A).
    SPOILER (click to view)
    [1] Slot Azione »
    [2] Slot Azione »

    [1] Slot Tecnica » Non utilizzato

    Vitalità: 10/10
    Chakra Residuo: 8,5/10
    ___________________________________
    Tabella di Fine Post (Casualità B).
    SPOILER (click to view)
    [1] Slot Azione » Attacco con Lama interna
    [2] Slot Azione »

    [1] Slot Tecnica » Non utilizzato

    Vitalità: 10/10
    Chakra Residuo: 8,5/10
     
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  13. KiHawke
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    Inversione di ruoli

    sciolgo la tecnica della trasformazione



    Come temevo, più di un ninja entrò nel vicolo, ma per fortuna riuscii a freddarlo velocemente. Il mio compagno aveva svolto egregiamente il suo compito, e così sembrava che tutto fosse andato liscio. Jyazu mi fece un cenno, a cui risposi con un sorriso, ed afferrai il cadavere del mio nemico per i piedi, iniziando a trascinarlo all'indietro facendo meno rumore possibile, quando una frase mi diede un pugno in faccia piuttosto diretto. Eravamo nei guai: se non stavamo attenti, stavolta ci sarebbe toccato uccidere tutto il contingente di nemici. Alzai lo sguardo di scatto: a questo punto, mi sarei comportato in maniera diversa in base alla posizione del nemico.

    SPOILER (click to view)

    [L'avversario riesce a vedere i nostri movimenti]

    </
    In questo caso, ci sarebbe stato poco da fare. Avrei lanciato dei fukibari verso gli occhi dell'avversario[Slot azione I], una reazione rapida e che avrebbe spianato la strada ad eventuali attacchi del mio compagno, magari più letali. A questo punto, avrei lanciato di forza il cadavere che avevo vicino a me nella zona d'ombra più vicina, estraendo l'uchiha shuriken dalla mia borsa, ed evetualmente scagliandolo verso il petto del mio avversario, se ancora vivo[slot azione II]. Mi sarei poi girato, scattando al massimo della mia velocità [energia gialla] verso il retro del vicolo.


    SPOILER (click to view)

    [L'avversario non riesce a vedere i nostri movimenti]


    Se fosse andata così, si sarebbe rivelato tutto molto più facile. Avrei issato in spalla il cadavere, smuovendo con il piede il terreno in modo da nascondere, o almeno rendere meno visibile il sangue, per poi girarmi e andare a nascondermi nel retro del vicolo, dalla parte opposta a quella in ci si sarebbe posizionato il mio compagno. Estrassi il dadao. Se il nemico si fosse avvicinato abbastanza a me, avrei eseguito un fendente verso la gola, tentando di decapitare il nemico [slot azione I].



    In caso nient'altro succeda Avrei dovuto issarmi in spalla i due cadaveri, andando eventualmente a prendere quelli più distanti, acquattandomi il più possibile e ovviamente facendo attenzione a non venire visto...al limite, ne avrei lasciato uno lì. Dopo che Jyazu ebbe finito di legare il prigioniero, cercammo un luogo sicuro e tranquillo attendere l'alba, e dove posare i cadaveri. Più di una volta mi maledii per la mia scelta di portarceli dietro, ma se malauguratamente li avessero scoperti sarebbe potuto accadere qualcosa di brutto, molto brutto alle persone rapite, e si sarebbero messi a cercarci.

    Quando i banditi se ne andarono uscii dal nascondiglio, trascinando i due cadaveri. Feci scrocchiare le ossa del collo e mi stiracchiai un po', prima di venire richiamato dal mio compagno,che mi propose di andare a chiamare il gruppo. «Andata. Io vado a chiamare gli altri, te però occupati di quelli, per favore...» dissi, indicando i banditi morti e sorridendo, scherzoso. Mi sarei diretto verso l'edificio dove avevamo dormito, in cerca dei miei compagni....



    CITAZIONE
    Chakra:14.5/15
    Vitalità:12/12
    Slot azione I:lancio Fukibari, attacco con Dadao
    slot azione II:Lancio Uchiha shuriken.

     
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    Hatsune-
    …Tempo libero…



    Ancora dei respiri al di là del muro per il duetto shinobi konoha-oto. Dei passi vicino alle case, e poi altri passi in lontananza. Alla fin fine i 2 ebbero ciò che volevano. E sebbene un corpo era prettamente morto, l'altro era svenuto. Non potevano sapere quando si sarebbe risvegliato, e forse per loro era meglio agire sin da subito, prima che il bandito si sarebbe risvegliato.
    In ogni caso, arrivata la mattina, la squadra si riunì di fronte al corpo morto. Senza un elemento femminile. Arrivato all'edificio, il foglioso l'avrebbe scoperto chiuso, e quindi costretto a cercare i propri compagni altrove, trovando l'Akuma dinnanzi al figlio di Tetsui. Probabilmente si chiedevano per cui sul corpo morto di quel ragazzo vi era il simbolo accademico. O forse era solo un segno del destino, o un segno da parte di "quelli cattivi" che in tal modo volevano prenderci gioco del sventurato quartetto. I due, l'otese e il foglioso, non avrebbero avuto l'opportunità di parlare ancora con Tetsui, presente al cimitero. Forse avrebbero potuto insospettirsi, ed andare a indagare meglio nell'edificio, sebbene una volta arrivati lì l'avrebbero trovato incredibilmente chiuso e sigillato, ma questo lo sapevano già. Dovevo solo trovare un modo di entrarci. Non vi era vita al suo interno, oppure era tutta una messa in scena sfruttata per il lutto. Eppure la verità era fra quelle mura, probabilmente nascosta. Dovevano solo indagare. E una volta indagato
    l'unica cosa a cui dovevano badare, era quella di presentarsi al cimitero locale alle ore 17 esatte. Se la squadra non si fosse presentata, le conseguenze per la missione stessa avrebbero potuto essere disastrose.
    Tic-tac... l'orologio segnava le 9 del mattino.

     
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  15. Tokì
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    [Una Mattina Piena di Sorprese]

    Annuii distrattamente alle parole di Morai, mentre posavo gli occhi sulla preda insalamata: avevo passato tutta la notte vigile come un dannato soldatino ed iniziavo ad accusare i primi segni di stanchezza, avevo la testa leggera e la luce del giorno mi dava quasi fastidio agli occhi. Masticai a vuoto e sollevando stancamente il braccio feci un cenno di saluto al mio compagno, voltandomi verso il cadavere dell'altro bandito. « Hey Uchiha .. » mormorai, flettendomi sulle gambe fino ad accucciarmi vicino al morto. « .. Fatti dare qualcosa da mangiare. » dissi, estroflettendo la lama interna del braccio destro.



    Al risveglio, il signor Kraven si sarebbe trovato davanti ad una scena ESTREMAMENTE particolare.

    [...]

    Mi piegai in avanti, ed allungai placidamente la mano destra verso il suo volto: fra le bende che mi cingevano il polso ed il palmo spuntavano le dita ricoperte di sangue di color quasi purpureo. Sospirai, e stancamente lo schiaffeggiai qualche volta in volto, incitandolo anche con la voce a rinvenire.

    Non avevo appositamente aspettato il resto del gruppo, perche ero quasi certo che i miei metodi brutali e poco ortodossi sarebbe stati motivo di discussione con il resto dei miei compagni, ma almeno ero sicuro di suscitare una certa efficacia nel rispetti del prigioniero, che una volta aperti gli occhi si sarebbe trovato davanti ME, e la TESTA del suo amico.
    O per meglio dire, io comodamente seduto sulla testa mozzata dell'altro bandito, che attualmente stavo utilizzando come una sorta di comodo sgabello.

    Insomma, come fosse stata una palla da calcio.



    "Diavolo, è dannatamente scomoda."

    A gambe leggermente divaricate ed avambracci appoggiati sulle ginocchia rimasi statuario ad osservarlo: sul volto avevo disegnato un mezzo ghigno da psicopatico. Non dissi nulla, o perlomeno non lo feci per i primi due minuti, dopo i quali mutai il mio ghigno in un espressione completamente SERIA, ed iniziai a parlare sfruttando una tonalità di voce piuttosto minacciosa e fredda.

    « Sai cosa? Mi sto domandando se ucciderti o lasciarti andare. Infondo ne ho già ammazzato uno .. » dissi, indicando con un veloce cenno della mano la testa sotto di me. « .. Devo dire che sono combattuto .. » Masticai a vuoto un paio di volte, e poi allungai il braccio destro dal quale feci scattare la lama interna, che prostrai minacciosa a pochi centimetri dal volto del prigioniero. « .. Forse dovresti dirmi cosa diavolo sta succedendo in questo posto, in modo da guadagnarti un pò del mio favore, che ne dici? .. » domandai, mentre con uno scatto poco più veloce posai la lama sotto la mascella dell'uomo.
    Mi aspettavo delle spiegazioni, e mi aspettavo che me le dasse ancora prima di veder tornare Morai con il resto del gruppo.

    Qualunque fosse stata la risposta non mi sarei mosso da li: avrei atteso con calma il ritorno del mio compagno restando comodamente seduto sulla testa mozzata del bandito, cercando di mantenere quell'alone di terrore e follia intorno al prigioniero. Per il momento avrei nascosto agli altri le eventuali informazioni ricavate, limitandomi a fare domande riguardo la mancata presenza di KARAI.

    « Dov’è la ragazza? »

    A quel punto, previo essere venuto a conoscenza della sparizione di Karai iniziai a fare il resto delle domande al prigioniero: ero incredibilmente irritato, e se inizialmente i miei modi erano piuttosto pacati ora iniziavano a risultare più brutali e sbrigativi.

    « Chi è la spia? »
    « Dov’è il vostro covo? »

    Speravo solo che quella mia "terapia" dell'orrore fosse bastata a rendere il prigioniero più trattabile e spaventato.

    Ed al resto della giornata ci avrei pensato in seguito.


     
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46 replies since 13/4/2011, 18:23   673 views
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