Credi che sia aria quella che respiri?

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    " E questo è quanto. Che ne pensi, figlio mio? "

    Vergil, seduto nel salone d'intrattenimento della tenuta di famiglia, ascoltava con attenzione il padre. Pareva che il figlio di una coppia di Hyuga della casa principale fosse tornato dopo lungo tempo e che i genitori si fossero preoccupati della sua crescita nelle arti ninja. A quanto pare era ancora piuttosto manchevole, ma il rango della sua famiglia gli dava il diritto di ricevere un addestramento da un membro del clan.

    Il consiglio degli anziani aveva accolto la richiesta dei genitori di questo Ashitaka Hyuga, esprimendo il desiderio che un giovane della casata principale se ne occupasse. Vergil era uno dei candidati possibili - ma ovviamente non era tenuto ad accettare. Il fatto che suo padre gli avesse riferito della faccenda, però, era il motivo per cui il giovane Hyuga non aveva rifiutato sul momento. Sarebbe stato un bel messaggio per tutto il clan se un virgulto della casata principale si fosse occupato dell'educazione di un altro.

    Combattere con Shiraki in fondo era stato divertente. Forse anche insegnare ad un membro della stessa casata lo sarebbe stato. E poi, considerò, in fondo aveva appena portato a termine due missioni di estrema difficoltà una dietro l'altra. Una pausa non poteva che fargli bene. Certo, avrebbe anche potuto uscire dal villaggio ed andare ad allenarsi con Narya o Shosei. Spostò una ciocca corvina davanti all'occhio destro.

    " Me ne occuperò io, padre. "

    In un modo o nell'altro era come aiutare il clan. Gli allenamenti avrebbero aspettato qualche giorno. Soken annuì.

    " Approvo. "

    Poi, con un guizzo di divertimento negli occhi, aggiunse:



    " Il padre ha ammesso che a causa del suo errare il ragazzo non si è mai sottoposto alla prova. "

    Vergil guardò il padre con un identica espressione divertita dipinta in volto.

    " Suppongo allora che sia il caso di iniziarlo ai costumi degli Hyuga, padre. "

    [...]

    Imbarazzante. Questo il pensiero dello Hyuga nell'osservare quanto appena inscenato dal ragazzo che aveva accettato di addestrare poche ore prima. Individuarlo poco al di fuori del quartiere del clan non era stato difficile e prima di avvicinarlo aveva deciso di osservarne il comportamento per qualche tempo. Si era così trovato ad assistere ad una volgare manifestazione di presunta nobiltà. Quel tizio aveva un deficit di educazione non indifferente - anche se i valori dietro le sue azioni perlomeno erano buoni.

    Sospirò. Ormai aveva accettato, quindi tanto valeva iniziare. In quel momento fu molto contento di aver inviato quel messaggio. Un viso amico gli avrebbe reso la giornata migliore. Ad ogni modo, Byakugan ancora attivo, compose un singolo sigillo ed assunse le sembianze del ragazzino che il suo futuro allievo aveva finito di tiranneggiare pochi minuti. Quando questi giunse nei pressi del quartiere Hyuga, Vergil uscì da dietro un muro e con aria decisa bloccò il passaggio al ragazzo - che mostrava una peculiare chioma bianca.

    " Hyuga, ho cambiato idea. Ti combatterò adesso. "

    Senza poi attendere un attimo si scagliò contro il nuovo venuto con un movimento impreciso ed estremamente lento, in perfetta linea con le capacità del possessore di un chakra come quello che aveva osservato pochi minuti prima[VEL:200]. Coperti i metri che li separavano caricò il pugno destro e liberando un urlo scagliò un diretto alla guancia sinistra del tizio, seguito da una ginocchiata al bacino con la gamba sinistra[VEL:200][FOR:200].

    OFF GAME

    Benvenuto nel tuo addestramento. Prima di iniziare con le prove faremo un po' di GDR: reagisci ad una carica a testa bassa portata da uno studentello!

    Stima per chi coglie il senso del titolo(che spero sarà chiaro a giocata conclusa).
    _________

    Ti dico subito che se scrivi Byakugan con una "h" o inizi una parola con una maiuscola senza motivo mi assicurerò di far passare al tuo PG un bruttissimo quarto d'ora.

    E non scherzo :fgh:

     
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    Che buffo incontro che era capitato pochi minuti prima al giovane Ashitaka Hyuga, probabilmente tra qualche giorno si sarebbe divertito a combattere con quel ragazzino, si sarebbe messo al suo livello, e gli avrebbe insegnato come un vero ninja deve comportarsi sia fuori che dentro la battaglia.
    Non era molto che il ragazzo dalla chioma bianca era tornato dal suo lungo viaggio, ma aveva comunque una voglia irrefrenabile di tornare ad aiutare il suo villaggio, avrebbe preso parte a qualsiasi missione il suo clan gli avesse ordinato, partecipato a qualsiasi addestramento, poichè sapeva benissimo quello che ancora gli mancava per poter essere finalmente considerato un vero appartenente del potente clan Hyuga: il Byakugan, aveva in lungo ed in largo tentato in ogni modo di apprendere l'utilizzo del jutsu oculare di famiglia, ma con le sole sue forze non vi era riuscito.
    Il nobile conosceva alcuni rudimenti dell'arte Juken, aveva visto dei potenti shinobi utilizzare quel pericoloso stile di combattimento, ma lui non riusciva ancora a metterlo in pratica a causa del suo scarso controllo del chakra.
    Mentre camminava e stava per entrare nel quartiere Hyuga, il giovane stava effettivamente pensando che aveva probabilmente errato il suo modo di allenarsi, si era concentrato solamente sul fisico, aumentando esponenzialmente le sue capacità, ma tralasciando completamente quella che era una delle cose più importanti, comprendere a pieno il funzionamento e l'utilizzo del chakra, nelle sue più disparate forme.
    Era un genin di Konoha, questo era vero, ma probabilmente, anzi sicuramente non era neanche da considerarsi minimamente tra i migliori ninja con tale grado accademico.
    Questa grave onta era spesso nella sua testa, e l'unico che poteva lavarla via era lui, ma doveva trovare un degno sensei che potesse addestrarlo al meglio.
    Questi pensieri affollavano la mente dello Hyuga, mentre aveva finalmente varcato il confine che delimitava l'inizio del quartiere del clan dagli occhi bianchi, il ragazzo con una mano si sistemò la fluente chioma, passando le dita tra i capelli con leggerezza, quasi fossero un pettine, sempre camminando con un adeguato portamento, come si confaceva al suo status sociale.
    Ma a quel punto, un volto familiare gli sbarrò la strada uscendo da un angolo riparato da un muro: si trattava di Shiky Aburame, ed aveva sul voloto un'aria decisa, come se fosse effettivamente pronto a combattere.
    Ashitaka conservò il suo naturale riserbo, e si trattenne dal dire qualunque cosa, mentre il ragazzino dicendo che voleva combatterlo in quel preciso istante si avventò contro di lui con una velocità assolutamente scarsa per gli standard del nobile Ashitaka.
    Già pronto, già con in mente ciò che avrebbe dovuto fare per fermare quello stolto che a quanto pareva non aveva ancora imparato nulla, fece scivolare la gamba sinistra lievemente indietro, avrebbe fatto da appoggio, mentre tese in avanti la destra, preparandosi ad imporre una buona e completa difesa.
    Era lento, troppo lento.
    Shiky distava solamente pochi metri dallo Hyuga, che però ebbe il tempo fisico di capire dalle sue mosse che quello che aveva intenzione di fare era una semplice carica, infatti proprio come immaginato dal nobile, il ragazzino tentò di colpirlo con un violento pugno diretto, che mirava a colpire la guancia del viaggiatore.
    Ashitaka sospettò subito che quell colpo fosse un diversivo per qualche jutsu che lui ignorava, perchè altrimenti quello studente era davvero sotto la media...
    Inarcando di pochissimo il busto all'indietro, Ashitaka sollevò di scatto il braccio sinistro, tenendo ben contratti tutti i muscoli, e con un movimento circolare dell'arto, che sarebbe partito dal basso, dallinterno verso l'esterno, intercettò facilmente il pugno avversario, precisamente interponendo il suo avanbraccio a quello del ragazzino, per poi portare il colpo all'esterno di dove era direttoper poi portare il colpo all'esterno di dove era direttoSlot difesa I; Riflessi: 400.
    Ma pareva che l'offensiva avversaria nascondesse un secondo colpo, che Ashitaka riuscì a vedere, avendo speso poca della sua attenzione nel bloccare quel pugno, così essendo anche lo studente incredibilmente inferiore rispetto a velocità allo Hyuga, esso ebbe il tempo di allungare il braccio destro in avanti, con il palmo aperto e con tutta la forza della quale Ashitaka disponeva, intercettò con il palmo della mano il ginocchio dell'avversarioSlot difesa II; Riflessi: 400; Forza: 400, per fermarlo.
    Una volta bloccato l'attacco dell'avversario, Ashitaka avrebbe arretrato di circa 3 metri, e scuotendo la testa in direzione dello studente, si apprestò a parlare, abbastanza irritato e scontento di ciò che era appena successo.

    Non ci è permesso combattere all'interno del villaggio senza un valido motivo, e quando dico valido intendo qualcosa che possa mettere in pericolo la Foglia! Adesso capisci cosa volevo farti capire prima?
    Adesso va a casa giovane Aburame, non ho intenzione di scontrarmi con te, almeno non oggi...
    Ti contatterò quando il momento sarà opportuno...
    E che non si ripeta mai più un episodio del genere all'interno del villaggio...



    Dopo aver detto queste parole, che lo Hyuga riteneva quantomeno saggie, avrebbe di nuovo iniziato a camminare in direzione di casa sua, ovviamente stando attento che lo studente non avesse in mente di fare ancora qualche mossa stupida ed inopportuna.
    Non aveva reagito per ovvi motivi, era consapevole che uno shinobi come lo era Shiky, ancora inesperto sulla maggior parte delle cose prima o poi avrebbe imparato come comportarsi, non vi era bisogno che gli infliggesse una punizione, almeno questo era il pensiero di Ashitaka, che era sempre stata una persona magnanima, perdeva le staffe solamente quando veniva offeso il suo clan o la sua famiglia.
    Così sempre in allerta, non sapendo come l'Aburame avrebbe potuto reagire alle sue parole, Ashitaka tentò di passare accanto al ragazzino, senza apparentemente prestargli attenzione, per poi sorpassarlo.
    Per trovare casa sua avrebbe impiegato solamente altri 5 minuti di cammino, e lo Hyuga voleva godersi a pieno quel sole e quell'aria fresca.
    Nel frattempo un pensiero improvviso gli invase la mente:

    Ma come è potuto succedere? Se mi avesse seguito, con le sue scarse potenzialità, avrei di sicuro individuato o quantomeno compreso che ero seguito da qualcuno...
    Quì c'è qualcosa che ha dell'assurdo... uno studente che riesce a beffarmi?
    No non può essere, e neanche il suo atteggiamento sembrava essere lo stesso di quando ci ho parlato prima...
    Che sia?! [Abilità: Interpretazione]



    Ashitaka dunque si voltò di scatto, la wakizashi sguainata e puntata verso lo studente che lo aveva appena attaccato, e con aria preoccupata ma comunque mantenendo un certo contegno degno della sua nobiltà, con tono freddo disse rivolto verso quel ragazzino, che tutto poteva essere tranne la persona che Ashitaka aveva incontrato poco prima:

    Avanti parla... tu chi sei in realtà?



    Lo Hyuga era pronto a combattere, poichè il suo ragionamento non faceva una piega, che qualcuno si fosse sostituito all'Aburame tramite un jutsu era quantomeno probabile, se si fosse sbagliato, sarebbe stata veramente una grossa sorpresa per Ashitaka, che in quel frangente era così sicuro di aver compreso come stavano le cose...
    Gli occhi bianchi indagatori puntavano il suo interlocutore, come se gli stessero perforando l'anima.






     
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    Nella sua forma trasformata, Vergil non guardò nemmeno la lama che gli veniva rivolta contro tenendo invece lo sguardo ben piantato in quello dello Hyuga che aveva di fronte. Considerò un attimo quanto mostrato finora. Per quanto mancasse di classe, i principi alle base delle sue azioni non erano sbagliati. Inoltre possedeva le movenze base del corpo a corpo. Ma la strada era ancora lunga.

    " Chi sono io? "

    Gli fece eco dopo qualche attimo Vergil. La mancina si alzò e pollice e indice si strinsero sul piatto della lama.

    " La domanda, semmai, è chi credi di essere tu. "

    In quell'istante, dalla sparuta figura del giovane Aburame si liberò una spaventosa pressione omicida. Qualcosa che il giovane Hyuga mai aveva provato in vita sua, tale da paralizzare il suo intero corpo ed a riempirlo di sudore freddo. Sanguinolente immagini del suo corpo fatto a pezzi nei modi più atroci gli passarono davanti ai candidi occhi in un istante, interrotte solo dal quieto vociare del ragazzino dall'aspetto così debole[Intento Assassino].

    " Credi di esserti guadagnato la posizione per criticare altri? Credi di essere forte? "

    Il ragazzino tolse con estrema facilità la lama dalla presa dello Hyuga, prigioniero senza fuga di quella pressione omicida insormontabili. L'esile figura iniziò a camminargli intondo, wakizashi nella mano.

    " Credi che la nobiltà sia solo uno status? Credi di essere pronto a caricarti qualcun'altro sulle spalle? Di poter fare da guida? "

    Il gracile Aburame fermò la propria camminata davanti a lui, dandogli il fianco destro. Ashitaka, preso in quella morsa di terrore che lo faceva sudare a fiotti, avrebbe potuto vederlo sferrare con indifferenza due o tre fendenti ad una velocità tale da risultare difficile seguire il movimento della lama[VEL:600]. La sua espressione, da dura ed ostile, era passata a semplicemente scocciata.

    " Se non altro hai evitato di infierire su un debole. "

    A quelle parole la pressione omicida svanì come neve al sole ed Ashitaka Hyuga riguadagnò la libertà del suo corpo. Il basso Aburame sparì in una nuvola di fumo e gli occhi del ragazzo canuto si posarono per la prima volta sulla figura di Vergil Hyuga, che in quel momento gli dava le spalle. Un movimento fluido, e la wakizashi dell'altro roteò in aria fino a cadere sullo Hyuga, che se non desiderava un'acconciatura estrema avrebbe dovuto prenderla al volo. Vista l'altezza del lancio, un'impresa non semplice senza un minimo di padronanza sul chakra adesivo. Probabilmente il giovane genin sarebbe riuscito ad evitare di farla cadere a terra, ma non alla prima presa. Un sintomo della lacuna nella sua preparazione.

    " È una buona lama, usala come si deve. "

    Avvolto nell'haori bianco, Vergil osservava la via davanti ai suoi occhi di luna e ben sapeva ciò che doveva essere fatto. Si domandò se il suo messaggio fosse già arrivato. Lo avrebbe scoperto presto. Tornò a concentrarsi sul giovane Hyuga affidato alle sue cure.

    " Ora seguimi. "

    Terminate quelle due parole voltò appena il visto. Senza preavviso l'altro sarebbe stato trafitto da uno sguardo traboccante di potere e recante un'arte oculare sviluppata ai suoi massimi livelli. Il Byakugan degli Hyuga.



    Senza un'altra parola dunque l'erede degli Hyuga iniziò a correre verso il cancello Ovest della Foglia con movenze rapide ed eleganti. Non prestò attenzione alla possibile reazione o domande di Ashitaka. Se non era abbastanza svelto da capire che quella era l'unica occasione datagli dal clan non era un problema del chunin.
    Con le porte aperte come da ordine, la via per gli sterminati boschi del Paese del Fuoco non mostrava ostacoli.

    Vergil continuò a correre per oltre tre ore[VEL:400].

    [...]

    Avevano attraversato boschi su boschi per un sentiero che con tutta probabilità il ragazzo dai capelli bianchi non conosceva, visto il luogo in cui portava. Questa volta però lo Hyuga aveva scelto un percorso un po' diverso. Ultimamente, dalla tenuta di famiglia nella Foglia, aveva sempre scorto nuvole scure su quell'area e quando sbucò dalla collina accolse con un sorriso la vista che gli si presentò. Distante circa quattro chilometri, in lontananza, si stagliavano gli edifici in rovina di quella che ora era una magnifica città abbandonata. A separarla dal limitare dei boschi una piana erbosa che grazie alle piogge degli ultimi giorni si era allagata e poi asciugata, rendendo il terreno una fanghiglia molto scivolosa.

    " Là in mezzo non rallenterò. Dovrai riuscire a starmi dietro. "

    Sempre di schiena Vergil alzò il braccio destro a fianco, mostrando ad Ashitaka un coltello. Voltò la mano ed invece di cadere a terra l'arma rimase saldamente attaccata alla cute dello Hyuga.

    " Si chiama chakra adesivo. Modellalo sulle piante dei piedi in quantità minime ma costanti - ed immagina di non perdere mai il contatto con il suolo. Se sei uno Hyuga dovresti riuscire a seguirmi senza difficoltà. "

    Reiniziò dunque la corsa, senza ulteriori spiegazioni o altro. La velocità sarebbe rimasta la stessa, ma per Ashitaka non sarebbe stato facile apprendere come modellare il chakra ed allo stesso tempo continuare a muoversi a piena velocità. Qualche buca o pozza erano probabili durante il percorso, ed almeno una volta un piccolo alligatore infastidito avrebbe tentato di azzannargli una gamba con rapidità considerevole[VEL:475]. Impastare chakra per difendersi ed eventualmente farla pagare al fastidioso animale non sarebbero state impresa difficile per un genin ben addestrato, ma il discorso valeva anche nel caso in cui il genin fosse stato concentrato nell'apprendimento dei principi del chakra ed in una corsa allo stesso tempo?

    In tutto questo, in caso di particolare occhio ai dettagli, Ashitaka avrebbe potuto notare come lo Hyuga che correva davanti a lui, al contrario suo, rimanesse perfettamente pulito nonostante la fanghiglia circostante.

    OFF GAME

    Prima prova, variegata e certo non facile.

    Voglio un bel post descrittivo concentrato sulle sensazioni del PG, sia per quanto riguarda l'interazione con Vergil sia per il "sentire" e modellare il chakra. Descrivi la corsa finchè i PG non arrivano in prossimità delle rovine.

    Buon post!
    ___________________

    Intento AssassinoVillaggio: Specializzazione
    Posizioni Magiche: Nessuna (Veloce+)

    L'illusione si attiva entro un raggio di 15 metri dall'utilizzatore. La vittima vedrà la furia omicida dell'utilizzatore riversarsi sulla propria mente, paralizzandolo. La vittima non potrà utilizzare tanti slot azione e tecnica quanti slot azione e tecnica inutilizzati dall'utilizzatore; ogni grado di differenza tra utilizzatore e vittima riduce di 1 extra gli slot azione. Le azioni gratuite saranno difficili da sfruttare. L'efficacia è pari a 50; colpisce chiunque presente entro il raggio d'azione. Può essere mantenuta per massimo 2 round.

    Tipo: Genjutsu - Bakkin-Tameshi
    [Livello: 3 / Consumo: Alto - Mantenimento: MedioBasso]
    [Da Chunin in su]

    Controllo del Chakra I L'utilizzatore è in grado di controllare il proprio chakra in modo da emetterne piccole quantità in modo continuo, generando l'effetto denominato come "Chakra Adesivo", che potrà essere utilizzato solo dai piedi e dalle mani. La forza di attrazione del "Chakra Adesivo" è pari all'energia dell'utilizzatore.

    - L'utilizzatore può, tramite un consumo pari a ¼ basso, trattenere piccoli oggetti, di dimensioni pari o inferiori a minuscolo, e scagliarli con un ampio gesto e interrompendo improvvisamente l'afflusso di energia: la precisione e velocità saranno ridotte di tre tacche.

    - L'utilizzatore può, tramite un consumo pari a ¼ basso ogni round, camminare agevolmente su qualsiasi superficie verticale oppure aumentare leggermente l’aderenza in terreni scivolosi.

    [Da Genin Verde in su]


     
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    The Flower's God cries, disheveled in the wind of Flowers.
    Disheveled in the Heaven's wind, the Heaven's Demon laughs.
    Byakugan is my reason.




    Silenzio assordante, solo questo si poteva avvertire vedendo la figura di Ashitaka, più alta di quella del presunto Shiky, gli occhi dello Hyuga fissi su quelli dello studente, che ormai Ashitaka credeva fermamente essere un sostituto che avesse utilizzato un jutsu per camuffarsi.
    Il braccio armato di una delle sue fide wakizashi, era semi-teso in avanti, e la lama leggermete ricurva puntava in direzione della gola dello studente fittizio, che con innaturale coraggio sosteneva lo sguardo ed i modi inquisitori di Ashitaka, senza fare una piega. Chi diavolo era... e che cosa voleva da Ashitaka?
    Quel suo strano modo di non considerare le parole dello Hyuga come una minaccia seria, stava incredibilmente incuriosendo il nobile viaggiatore.
    Passarono alcuni momenti, nei quali le due figure si limitarono ad osservarsi, l''uno negli occhi dell'altro, poi quella più minuta, ovvero Shiky, parlò replicando alla domanda postagli in precedenza dallo Hyuga, suo tono di voce era quello di una persona che mostra tutto il suo ribrezzo, e la consapevolezza di essere incredibilmente superiore a chi si sta rivolgendo:

    " Chi sono io? "



    Ashitaka non disse niente, la sola cosa che avvertì ascoltando quelle parole, fu solamente un senso di enorme inadeguatezza, di impotenza, accompagnato da un brivido freddo che per un attimo lo fece sussultare, mai aveva avvertito su di se una tale sensazione soprattutto dovuta a delle semplici parole, ma come se non bastasse l'esile figura continuò a parlare:


    " La domanda, semmai, è chi credi di essere tu. "



    Mentre pronunciava quella frase, alla quale il nobile stava per venire investito da un'enorme rabbia, che inevitabilmente sarebbe esplosa, il ragazzino appoggiò la sua mano sulla punta della spada del genin, per niente intimorito, come se in quel corpicino si nascondesse un'uomo o un'entità completamente fuori dalla portata di chiunque, una sorta di creatura infallibile. Ed in quel preciso momento, il corpo di Ashitaka venne letteralmente schiacciato da un'orribile e pesantissima sensazione di paura, di fronte ai suoi occhi si fecero nitide immagini efferate e crude, come sogni premonitori, nei quali il genin soccombeva nei più atroci modi possibili, sempre per mano del piccolo che ora si trovava di fronte, nella sua testa si susseguivano questi flash, mentre il suo io pensava terrorizzato:

    Che cosa?! Questa è un illusione, deve essere un genjutsu, ma non riesco a liberarmi, questa pressione mi stà immobilizzando dal Terrore....
    Devo immediatamente reagire...



    Il suo volto rimase incredibilmente impassibile, mentre la sua mente affrontava quelle dura prova, il giovane abbastanza provato da ciò che era costretto a visionare, precedendo il discorso del ragazzino, disse senza lasciar trasparire altro che determinazione e forza:

    Basta... come osi....



    Poi, quell'incredibile e potente personaggio misterioso, cominciò a girare attorno al genin in balia della potente illusione, dopo avergli sfilato la spada di mano con una semplicità che ebbe dell'incredibile, non poteva essere vero, chi poteva surclassare un guerriero di élite come Ashitaka?
    Chi osava ridicolizzarlo a tal punto?

    " Credi di esserti guadagnato la posizione per criticare altri? Credi di essere forte? "



    Per la prima volta, qualcuno aveva appena distrutto qualsiasi convinzione che lo Hyuga aveva acquistato in questi 3 anni in cui era stato in viaggio, proprio per divenire forte, e guadagnarsi un posto all'interno del suo grande clan, ed ora un ragazzino senza fama ne altro, lo stava annientando senza muovere un muscolo. Le tremende scene di morte, arti macellati e sangue a fiotti continuavano sempre differenti, sempre più cruente, e lo hyuga non aveva modo per tirarsi fuori da quella che ormai sapeva essere una genjutsu di notevole potenza ed anche applicata a dovere da una sorta di maestro in quell'arte. Se quell'individuo con le sembianza dell'Aburame avesse voluto, gli sarebbe bastato muovere un singolo muscolo per decapitare senza problemi lo Hyuga.
    Il nobile in quel momento spalancò gli occhi, come se fossero persi nel vuoto, e comprese che aveva sbagliato, aveva sbagliato in tutti questi anni, credeva nel fatto che nessuno avrebbe mai potuto sconfiggerlo, e che non si sarebbe mai fatto battere da nessuno pur di preservare il suo jutsu oculare ancora sopito, e che desiderava con ogni sua fibra.
    Quel giorno, fu la prima volta in cui il genin degli Hyuga si sentì realmente sconfitto.
    La sua mente gli diceva di urlare dal terrore, ma il suo spirito non gli consentiva di dimostrarsi così debole, mentre cercava di non impazzire di fronte a tutto quell'orrore, quel sangue ma soprattutto di fronte a quelle centinaia di volte in cui vedeva se stesso cadere di fronte a quel piccolo avversario. Intanto il ragazzino continuava a camminare e a parlare:


    " Credi che la nobiltà sia solo uno status? Credi di essere pronto a caricarti qualcun'altro sulle spalle? Di poter fare da guida? "



    Chi era costui per conoscere il nobile Ashitaka così nel profondo, come faceva a sapere del suo status ed osare a metterlo in discussione? Lo Hyuga credeva di esser sempre stato uno shinobi fedele al clan e Konoha stessa, sempre pronto a salvagurdarne il bene, prodigandosi anche per indirizzare i più deboli sulla giusta via, non potevano mettere in discussione queste sue qualità, era consapevole del fatto che presto la sua vita sarebbe terminata come una vittima qualsiasi, ma non si spiegava come quell'essere poteva conoscerlo,. Ashitaka a causa di quella pressione, stava inarcando le spalle, un gesto istintivo, quasi per resistere e combattere contro l'illusione.
    Poi a bassa voce, e guardando fisso la figura minuta, disse privo di ogni ragione per continuare a resistere:

    Mi hai sconfitto... adesso risparmiami questo schifo...



    Continuavano a ripetersi, sempre più colme di sangue, urla e gemiti da parte dello Hyuga, cose da deboli che mai avrebbe fatto se quella cosa fosse stata la realtà. Ma era terribile essere costretti ad assistere alla propria caduta dall'esterno, quasi come uno spettatore super-partes.
    Poi ad un tratto il ragazzino si fermò, per lanciare tre fendenti di spada, ad una velocità incredibile, che mai avrebbe potuto essser raggiunta dallo Hyuga in quel momento, chi era costui?
    Non appena furono scagliati i tre colpi di spada Ashitaka tornò libero di muoversi, e le interminabili immagini di morte cessarono, l'illusione era terminata. Ma il ragazzino aggiunse altro:


    " Se non altro hai evitato di infierire su un debole. "



    Poi una nuvola di fumo coprì l'esile corpo dell'Aburame, ed una figura maestosa, abbigliata con delle vesti di rara fattura, capelli mediamente lunghi e neri corvino, apparve. Quell'aspetto e quelle vesti... Ashitaka aveva sentito qualcosa a proposito di un membro particolarmente dotato del clan Hyuga, il quale era in grado di compiere qualsiasi cosa, di battere qualsiasi avversario senza mai procurarsi neanche un graffio... che quella fosse una prova postagli dalle alte sfere del clan Hyuga?
    Il personaggio angelico che si stagliava davanti ad Ashitaka era sicuramente, Vergil Hyuga, il nobile lo sapeva dai racconti che aveva udito all'interno del quartiere Hyuga, ed anche una parte del suo cuore gli diceva che ciò che pensava corrispondeva alla verità.

    Mio signore, se permettete... Io mi ritengo uno shinobi che non fa altro che proteggere il suo clan e la Foglia con i mezzi che ha a disposizione.
    Io sono uno Hyuga.



    Ashitaka pronunciando quelle parole rimase in posizione eretta fiero e convinto di quello che stava dicendo, con il volto che fissava la figura, la quale aveva ipotizzato essere di uno dei membri più importanti e nobili dell'intero clan Hyuga. Forse le sue speranze e le sue preghiere si erano avverate, se il clan aveva inviato uno shinobi come dal giovane ipotizzato, significava che qualcuno aveva voluto che il ragazzo dagli occhi candidi imparasse qualcosa che prima gli era stato precluso, oppure qualcosa che aveva sempre lasciato nel dimenticatoio, non per pigrizia, ma poichè aveva preferito raggiungere livelli notevoli nell'arte fisica.
    Poi un gesto, e la wakizashi dello Hyuga venne lanciata in aria, sarebbe ricaduta proprio addosso al nobile signore, ovviamente se non l'avesse afferrata prima. La velocità dell'arma in caduta però era eccessiva per praticare una presa sicura sensa il rischio di procurarsi una ferita, così Ashitaka sferrò un calcio alla lama in caduta, in modo tale da far ruotare l'arma, e successivamente con sicurezza ne afferrò l'elsa con la mano destra, rinfoderandola immediatamente.
    Una voce solenne, proveniente da quella figura che ancora gli dava le spalle, disse che avrebbe dovuto usarla a dovere.
    Non era un ostile, si avvertiva dal suo tono di voce, che il suo scopo non era quello di distruggere il giovane Hyuga, ma al contratio di fargli apprendere un'importante lezione, e se era stato addirittura il clan ad inviare quel personaggio come maestro o mentore di Ashitaka, significava che gli Hyuga non lo avevano ancora dimenticato, proprio come lui non aveva mai dimenticato di far parte del glorioso clan.
    Non gli diede tempo di rie nulla, la figura recante un' haori bianco, disse senza emozione:

    " Ora seguimi. "



    Poi all'improvviso l'uomo che in precedenza aveva sempre dato le spalle ad Ashitaka, quasi lo considerasse una sorta di feccia senza importanza, voltò la testa, ed oltre a rivelare il suo volto praticamente perfetto, due occhi colmi di un potere incredibile e leggendario, trapassarono come un esrcito da milioni di lame l'intera figura di Ashitaka: quello era il Byakugan, l'arte oculare del clan Hyuga.
    In quel preciso istante Ashitaka acquistò una nuova ed impellente consapevolezza, avrebbe dovuto apprendere l'utilizzo di tale potere, decise che quello sarebbe stato la sua base per poter sviluppare la sua filosofia ninja, il suo modo di combattere, doveva acquisire l'innata arte perchè dopo essere stato investito così duramente da tale abilità, aveva compreso che uno Hyuga senza la sua arte oculare è come un falco senza ali.
    Finchè non avesse appreso come canalizzare il chakra negli occhi, in maniera tale da attivare il suo Byakugan, non avrebbe fatto altro.
    Ma prima doveva imparare i rudimenti dell'arte del controllare il chakra in tutte le sue forme, competenza che inevitabilmente aveva tralasciato.
    Sperava solo che la fredda figura, che in quel momento era la sua massima aspirazione, potesse aiutarlo a raggiungere i suoi scopi.
    Non aveva intenzione di ridire sul fatto dei suoi metodi, gli sarebbe bastato uscire da quella situazione più potente e degno del nome che possedeva, quando ne sarebbe stato all'altezza, avrebbe parlato con Vergil Hyuga faccia a faccia.
    Ora l'importante era seguire l'intoccabile, ovunque avesse portato Ashitaka, che solo in quel momento era riuscito a comprenderei suoi sbagli.
    Aveva tentato di superare ossessivamente i suoi limiti fisici, riuscendoci in maniera egregia, questo era innegabile, ma aveva tralasciato e trascurato uno degli aspetti più importanti, vitali per uno Hyuga che si rispetti, non aveva studiato ne si era applicato nella conoscenza stretta del chakra.
    Era questo il motivo per il quale il suo Byakugan non si era ancora risvegliato, e fu in quel preciso istante, vedendo gli occhi incredibilmenti colmi di potere di colui che aveva ipotizzato fosse Vergil Hyuga, uno dei guerrieri più potenti del clan, cambiò radicalmente il suo modo di vedere le sue scelte, sapeva di aver deluso gran parte della sua famiglia e del suo clan distanziandosi per oltre tre anni, senza esercitarsi minimamente sul chakra.
    Ma adesso il suo volere, cambiato per mezzo di quell'unico sguardo, colmo di risentimento e sfiducia, ma illuminante allo stesso tempo, era quello di seguire ciecamente ogni cosa che lo Hyuga gli avrebbe sottoposto, con la finalità ultima di risvegliare il suo Byakugan sopito.
    La sua missione d'ora fino a quel momento, sarebbe stata ottenere il doujutsu definitivo degli Hyuga e divenire finalmente un vero membro del clan.

    Vi seguirò.



    Dopo di che l'intoccabile iniziò a correre, ad una velocità che non doveva essere molto per lui, visto che anche il nobile Ashitaka riusciva a mantenerla senza alcun problema, la direzione presa dallo Hyuga era quella per il cancello ovest, senza dire altro il genin seguì quello che gli aveva cambiato modo di pensare, e che considerava un validissimo shinobi, fonte di ispirazione.
    Brevi falcate, in rapida successione gli consentivano di tenere il passo con l'agile figura ammantata di bianco, senza particolari problemi[Velocità: 400].
    Giunti al cancello, le porte aperte, forse su ordine degli anziani del clan, proprio per permettere alla coppia di uscire dal villaggio, i due proseguirono il loro viaggio all'interno dei boschi intricati del paese del fuoco.
    Il passo di corsa di Vergil rimaneva costante, e anche se Ashitaka era più veloce di così, per una naturale predisposizione alla corsa, doveva comunque impegnarsi non poco per rimanere costante nella corsa.
    Chissà dove l'avrebbe condotto, e quale sarebbe stato lo scopo ultimo di questa sorta di mentore, Ashitaka sperava che fosse stato incaricato di prenderlo sotto la sua ala, e di far maturare il genin attempato che era in realtà Ashitaka, in qualsiasi modo, con qualsiasi metodo, il nobile non si sarebbe opposto ad un ninja di grado superiore.
    Se poi parte del clan aveva deciso che il genin era un elemento da uccidere poichè un disonore, avrebbe accettato anche questa consequenza.
    Oramai aveva compreso cosa non andava in lui, e se non si poteva porre rimedio, avrebbe accettato la sua sorte.
    Mentre correvano il paesaggio boschivo attorno a loro cambiava lentamente, si susseguivano file di alberi strani e contorti, tipici degli ambienti interni del paese del Fuoco.
    La figura che precedeva Ashitaka rimase tutto il tempo in silenzio, ostentando un carattere decisamente austero e per niente comprensivo.
    Ad Ashitaka questo non creava problemi, in genere anche lui era di poche parole, solo quelle necessarie uscivano dalla sua bocca.
    Per circa tre ore buone la coppia continuò a correre, sempre nella stessa direzione, anche se sembrava che colui che guidava la marcia, sapesse benissimo la sua meta finale, mentre al contrario era sconosciuta ad Ashitaka.
    Poi ad un tratto l'intoccabile si fermò, e con lui si arrestò subito anche il Genin.
    In lontananza, a circa 4 kilometri vi erano degli edifici, sicuramente decadenti, delle rovine insomma, a quel punto Ashitaka ipotizzò che quella fosse la loro destinazione, anche se non riusciva a capire cosa una città in rovina potesse offrire a due shinobi.
    Avevano attraversato una grande porzione di bosco, ed ora a separarli da quelle rovine, vi era una piana, completamente allagata e colma di acqua ristagnante a causa delle pioggie passate.
    Dannazione, l'odore di marcio infestava l'aria pura, era un posto molto sgradevole, e l'olfatto raffinato di Ashitaka non era abituato a tali odori nefasti.
    Osservando la piana si potevano scorgere vali insetti ronzare a destra e a manca, ma dove diavolo lo aveva portato?
    Ad attraversare quel posto le vesti di Ashitaka si sarebbero completamente macchiate di verde marcio ed alghe...
    Maledetta palude.
    Ashitaka si slacciò subito la parte superiore del Kimono, allacciandosela stretta in cinta, gli avrebbe dato meno fastidio durante l'imminente traversata, adesso la sua carnagione chiara, era coperta da una maglia a rete nera che creava un notevole contrasto.
    Il suo mentore mostrò al nobile genin un coltello sul palmo della sua mano, poi senza avvertire, ruotò la mano, Ashitaka si immaginò che quell'arma cadesse a terra, ma le leggi di gravità furono beffate da quell'incredibile ninja, apparentemente senza il minimo sforzo.
    Possibile? Come ci riesce? Il presunto Vergil, spiegò in fretta e furia che quel fenomeno era chiamato dai ninja chakra adesivo, e poteva essere utilizzato per non perdere l'equilibrio su un terreno accidentato come lo era la palude di fronte alla coppia.
    La sua spiegazione era stata grossolana, e non era certo bastata al Genin a comprendere la reale applicazione del chakra adesivo...
    Lo Hyuga non gli diede tempo di rimuginare o rispondere, si limitò a ripartire di corsa, come se avesse al seguito qualcuno con una frusta.
    Ashitaka decise di concedere qualche metro al ninja che lo sottoponeva a questo strano viaggio, per provare a testare quello che Vergil aveva detto.

    Emissione costante, dalle piante dei piedi, in maniera tale da aderire a qualsiasi superfice...Proviamo.



    Il genin tentò di ricoprire le sue piante dei piedi di un uniforme velo di chakra, dalla forma regolare, e ben distribuita su tutta la pianta, si figurò in mente la forma piatta con delle scalanature, in modo che eventuali pozze d'acqua venissero drenate.
    Tentò poi di seguire lo Hyuga che si era portato in avanti, mantenendo al massimo la sua concentrazione su quei costrutti che aveva appena e con grande difficoltà formato, doveva mantenere quello stato fino alla fine della traversata.
    Tentò di mantenere la velocità di Vergil l'intoccabile, ma si accorse che pian piano i suoi costrutti adesivi sulle piante, si sfaldavano lentamente, così era costretto sempre a rallentare per ricostituirli al meglio.
    L'effetto ottenuto in questa maniera era veramente utilissimo, infatti Ashitaka, sebbene con non poche difficoltà, stava correndo su un terreno, che senza quella strana tecnica di movimento, non sarebbe mai riuscito a superare con così poco dispendio di energie.
    Man mano che il nobile compiva le sue falcate, mantenere il controllo del chakra adesivo sui piedi, per non perdere l'equilibrio o scivolare, gli stava riuscendo sempre più semplice, anche se gli richiedeva ancora una buona dose di concentrazione.
    Mentre il genin si stava portando sempre più vicino a Vergil, recuperando il terreno perso all'inizio, incontrò una strana pozza d'acqua, molto più profonda di altre parti di acquitrino che aveva attraversato sino ad ora di corsa, così passandoci sopra, Ashitaka decise di inmettere ancora più scanalature nel suo costrutto adesivo, in maniera da drenare maggiormante l'acqua in più, questo processo inevitabilmente gli fece perdere qualche metro dallo Hyuga, e di questo se ne dispiacque, poichè non voleva sembrare un inetto.
    Doveva ammetterlo, quella che all'inizio gli era sembrata una semplice corsa, lo stava impegnando notevolmente, poichè mantenere quell'andatura, ed il chakra adesivo in contemporanea, non era cosa semplice per uno che affronta per la prima volta l'argomento, ma non voleva arrendersi per nessun motivo, doveva avere il Byakugan, proprio come quello di Vergil!
    Superata la parte di acquitrino con molta più acqua del normale, Ashitaka acquistò ancora una volta la sua massima velocità, riducendo l'immissione di chakra nelle piante, e dando una forma più ergonomica ai suoi costrutti adesivi, prima molto più grossolani e mediocri.
    Sentiva di possedere una strana affinità con il chakra, e soprattutto nel modellarlo. Mentre continuamente gli si riproponeva la sfida di mantenere il controllo dei costrutti adesivi, ovvero l'unico suo metodo di poter restare in equilibrio in quel frangenete, avvertì finalmente la modalità in cui quel processo andava eseguito, prima era stato solamente una sorta di istinto e conoscenze del chakra di base a consentirgli di eseguire i costrutti adesivi.
    Lentamente il giovane, sempre correndo riuscì a capire che l'adesione, e quindi il miglioramento della stabilità, derivavano dal chakra immesso nelle piante, disposto come una serie di piccolissime lamine sovrapposte l'una all'altra, in maniera tale che le piante facessero la maggior presa possibile su qualsiasi superfice, anche sulla più scivolosa.
    I passi si susseguivano veloci, ed il fango insozzava sempre più gli abiti nobiliari dello shinobi di Konoha, falcata dopo falcata, Ashitaka prendeva sempre più maneggevolezza nel gestire il chakra adesivo, anche se forse stava sprecando un po' troppe energie.
    Il fango maleodorante si attaccava alle caviglie, appesantendo i passi rapidi dello Hyuga, che un po' a causa della fatica, un po' perchè il controllo del chakra gli riciedeva ancora un notevole sforzo di mantenimento, fu sostretto a rallentare, perdendo nuovamente metri dalla coda di Vergil.

    Ha detto che se sono uno Hyuga, devo riuscire in questo compito...devo farlo, per i miei occhi e per il mio futuro.



    Ashitaka gradualmente recuperando concentrazione e cercando di non far pesare tutto il fango che gli si era attaccato alle caviglie, continuò la sua strenua marcia, sempre emettendo piccoli quantitativi di chakra adesivo, modellati adeguatamente da fornire alle sue piante una forma stabile, correva correva al massimo delle sue forze, cercando di non pensare a nulla, se non a non cadere, oppure a mantenere saldi i costrutti di chakra.
    Ora che affrontava questa parte della sua istruzione, capiva al cento per cento quanto imparare a conoscere il chakra nelle sue più varie forme fosse determinante.
    Il nobile era la determinazione in persona, ed anzi per un breve periodo riuscì anche ad affiancarsi a Vergil, mantenendo un controllo quasi perfetto sul suo chakra adesivo, e mettendocela tutta[Velocità: 425].
    Pur cercando di concentrarsi al massimo e di dare fondo alle sue forze per dimostrare la sua assiduità al compito al suo mentore, non riusciva a tenere completamente il suo passo, poichè l'acquitrino era insidioso, ed una serie di pozze più grandi e di improvvise buche, lo rallentò incredibilmente, poichè ogni momento era costretto a cambiare la forma dei costrutti di chakra, e quest'operazione, pur essendo ormai stata appresa dallo Hyuga, non era ancora rapida come Ashitaka avrebbe voluto.
    Ma niente poteva scoraggiare il nobile Hyuga, infatti superata la parte di terreno disseminata di pozze e buche, continuò a correre, ormai stanchissimo ma con la forza di volontà a guidarlo, mentre si stava portando a contatto con Vergil di nuovo, successe qualcosa di imprevisto.
    Dalla sinistra di Ashitaka, uno dei rettili che infestavano quelle zone, un alligatore, anche abbastanza grosso, sbucò fuori da una pozza, cogliendo il genin decisamente di sorpresa.

    Dannazione è veloce, non posso venir ferito... non adesso!



    L'unico modo che Ashitaka aveva per salvarsi da quello scattante attacco diretto alle sue gambe, era quello di gettarsi in avanti, spiaccando un balzo impastando una cospiqua quantità di chakra nei muscoli degli arti inferiori, ogni muscolo si sarebbe contratto, mentre all'improvviso il chakra adesivo veniva rilasciato, ed il potenziamento muscolare dato dal chakra impastato, permise ad Ashitaka di compiere un balzo in avanti, vedendo la parte inferiore del kimono, rovinata dai denti dell'alligatore[Riflessi: 475].
    Ma adesso vi era un'altro problema da risolvere, in balzo che Ashitaka aveva spiccato in avanti per evitare di un soffio quel rapido morso alle gambe, lo aveva sbilanciato verso il suolo, ed avrebbe potuto ricadere proprio nel fango, rimanendovi impantanato, ma in pochi istanti un'idea gli giunse alla mente.Come poteva applicare il chakra adesivo alle piante dei piedi, avrebbe potuto applicarlo alo stesso modo alle mani, per non rimanere invischiato nel fango, così inarcò il corpo in avanti, come quasi per tuffarsi ditesta, e ricreò sui palmi delle proprie mani uno strato di chakra modellato a forma di lamine stabili, dunque atterrò sulle mani, senza sprofondare all'interno del fango, ma dandosi subito un'altra spinta in avanti rilasciando nuovamente il chakra adesivo.
    Un agile capriola lo riportò sulle prorpie gambe, e di nuovo fu costretto a ricreare i costrutti chakrici sotto le piante dei piedi.
    I punti più impervi della palude, erano finalmente stati superati, e con soddisfazione da parte del nobile Ashitaka, quella lunga piana acquitrinosa, stava giungendo al termine, mentre le rovine della città alle quali il presunto Vergil si stava dirigendo, erano sempre più vicine.
    Era stato inevitabile che Vergil avesse distanziato Ashitaka di circa 15 metri, ormai irrecuperabili, anche se il genin avesse corso alla sua massima velocità.
    Quello che importava, era che il genin aveva acquisito dimestichezza nel controllare il chakra adesivo, anche in intervalli di tempo relativamente brevi, e anche se aveva dovuto quasi farsi tranciare le gambe da un alligatore, ne era valsa la pena.
    Ashitaka quando aveva dovuto schivare il morso di alligatore aveva avvertito un miglioramento incredibilmente sensibile nel controllo di quell'arte, quasi come se avesse compreso in toto la natura di ciò che stava compiendo, eppure mai si era confrontato in tali esercizi, e per tutto il tempo era stato anche costretto a correre dietro a Vergil, in quell'istante, mentre tentava di non perdere ulteriore terreno, per un attimo sentì i suoi occhi bruciare, una sensazione mai avvertita prima, che fosse il primo passo della lunga strada verso l'agognato e desiderato Byakugan?
    Ashitaka non poteva saperlo, ne aveva in mente di riflettervi sopra, ancora alcuni minuti di corsa, poi la coppia finalmente si fermò, a poca distanza la città in rovina, con ancora delgi edifici abbastanza alti, anche se completamente grigi ed in disuso.
    Fermatasi la corsa furibonda, Ashitaka attuò la respirazione per recuperare dalla fatica, poi si rivolse allo Hyuga che lo aveva portato lì e chiese:

    Voi... siete Vergil Hyuga? E' un piacere fare la vostra conoscenza...




















     
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    " Conosci il mio nome? "

    I due Hyuga stavano camminando tra le prime fila di edifici in rovina. Non una creatura vivente che scorrazzasse per quelle vie dimenticate. Qualche secco alito di vento faceva cigolare ad intervalli regolari le ultime porte non scardinate. Vergil aveva ril

    " Chi ti ha parlato di me? "

    Visto che sapeva che Ashitaka era stato lontano dal villaggio gli ultimi tre anni, la cosa lo incuriosiva. Mentre camminavano e lo Hyuga rispondeva alla domanda Vergil considerava nuovamente quanto mostrato dal compagno di villaggio più giovane. Piuttosto frettoloso ed impreciso, ma intuitivo. Una cosa importante. L'esperienza avrebbe fatto il resto. Inoltre gli era piaciuto il modo in cui se l'era cavata senza chakra nel recuperare la lama in volo. Era possibile che avesse fatto la scelta giusta nel prendere quell'impegno.

    " Sono io, comunque. Tu invece sei Ashitaka Hyuga, figlio di Taisho Hyuga, e questo addestramento è la prima ed ultima possibilità che il clan ti concede per recuperare il tempo perso. "

    I due erano ormai arrivati in una grande piazza con una fontana di marmo impolverato al centro. Doveva essere stata una vera bellezza nei tempi d'oro. Vergil guardò con approvazione quel luogo. Meno di un anno prima aveva incontrato quello che adesso era il suo kohai su quel terreno. A proposito del quale si chiese a che punto del viaggio fosse ormai. Fece ancora qualche passo, avvicinandosi alla fontana. La piazza era circondata da enormi palazzi con vetrate infrante e crepe su ogni muro.

    " Ad ogni modo. "

    Vergil stava guardando in avanti, ammirando la bellezza decadente della fontana.



    " Anche se ho accettato di addestrarti per conto del clan non ho alcuna intenzione di ripetere di persona i principi base della manipolazione del chakra. Ho pensato a qualcosa di diver- "

    OFF GAME

    Ben fatto: ho apprezzato la descrizione del "chakra laminato" e la sensazione di inadeguatezza iniziale davanti al finto Aburame. Inizi a comprendere il senso del titolo?

    MA:

    CITAZIONE ([.:RoUgE:.] @ 26/9/2011, 21:21) 

    questa pressione mi stà immobilizzando dal Terrore....


    Che ti avevo detto? :guru:
    Stavolta ti salvi in corner perchè ho molto gradito la citazione iniziale su Bleach. Ma non riaccadrà, be warned.

    Cosa è accaduto? Perchè Vergil è costretto ad interrompere la sua spiegazione? Lo saprai (forse) molto presto. Stay tunned for more!

     
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  6. Roronoa™
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    Chapter 0 - 2° Atto - Agguato

    Un' esplosione distrusse il silenzio di quel luogo dimenticato da tutti, proprio nel momento in cui Vergil interruppe il suo discorso. Tutto si consumò a qualche metro dai due, precisamente dietro le loro spalle, ben lontani dal subire danni. Niente si era mosso al loro arrivo e nessuna arma era stata scagliato dal ragazzo. Un tavolo di legno marcio e consumato dal tempo e dall'umidità venne frantumato davanti la vista dei due. Il boato in quel luogo dimenticato da Dio venne amplificato almeno due volte.
    Un orecchio d'esperienza però avrebbe capito che non si trattava altro che di una Cartabomba lv.I, la prima tipologia di bomba permessa ai Genin. [Esplosione Cartabomba lv.I]
    Una figura celata nell'oscurità, precisamente dietro un palazzo poco distante dai due, iniziò a sogghignare compiaciuto dall'inizio di quell'operazione.
    Costretti i due a voltarsi verso il luogo dell'esplosione tre pugnali sarebbero sbucati da un'unica direzione. La cosa sorprendente era che essi si muovevano solo verso Vergil,precisamente miravano alla sua guancia destra, il suo fianco destro e la gamba dello stesso lato,all'altezza del quadricipite. [Forza = 375]
    Un attacco debole, innocuo e quasi da insulto se portato contro uno Hyuga. Ma cosa poteva farci? Meglio di così non era riuscito ad organizzarsi.
    Ma c'era dell'altro: dalla direzione quasi opposta una figura sbucò dal suo nascondiglio bruciando l'irrisoria distanza che lo separava da Vergil.
    E' lì che Deveraux avrebbe voluto vedere la reazione dello Hyuga,infatti, con l'innata attiva, Vergil avrebbe avuto una bella sorpresa.
    Lo Yotsuki avrebbe seguito attentamente la reazione dello stesso ai tre kunai, sperando che si fossero rivelate armi illusorie nel momento giusto, raggiungendolo con un braccio indietro rispetto all'altro. Ormai in prossimità di uno scontro corpo a corpo avrebbe fatto partire l'arto più vicino, quello destro, per un rapido diretto verso il suo collo e quasi contemporaneamente la sua mano sinistra, equipaggiata con un Tirapugni con Lama, avrebbe condotto la lama verso il collo del suo "avversario" con un movimento dal basso verso l'alto. Avrebbe potuto potenziare i suoi colpi molto più di quanto in quel momento aveva concesso il solo chakra. [Forza = 375 ][Velocità= 300 + Basso = 375 ]
    Non si sarebbe risparmiato nulla dall'altro canto, la sua mano e l'arma nel palmo sinistro erano irrorate di chakra elettrico dal potenziale "esplosivo" [ Potenza +5 Bomba]

    Inutile dire che il suo attacco fallì, ma non importava, lo stesso Deveraux desiderava che tutto fosse andato per il meglio.
    Sorrise. La sua felicità era indescrivibile, e per un attimo non si interessò della seconda presenza, ma forse avrebbe capito.
    -Sempai, da quanto tempo. Spero vada tutto bene.-
    Il suo corpo era ancora circondato da una strana aura. Elettricità, la sua fonte di potere e di potenza, che andava sicuramente migliorata. Con il Byakugan non sapeva come Vergil avrebbe notato l'elettricità che lo circondava.
    Spostò il busto di lato, cercando con lo sguardo l'altro ninja. Avrebbe potuto benissimo notare il simbolo degli Yotsuki riportato sul mantello dell'otese.

    -Deveraux Yotsuki, Genin di Oto. - Un lieve inchino seguì la sua presentazione. Sperava che quel ninja non lo avesse giudicato negativamente visto l'agguato. - Ho attaccato Vergil per un semplice motivo.- Portò il suo sguardo sul suo Sempai,confessando le sue intenzioni. - Dovevo essere sicuro che fossi tu. -

    Il suo sorriso era la prova che prima di quell'attacco aveva sperato che realmente uno dei due uomini in avvicinamento fosse Vergil in persona.
    Sempre sorridendo, avrebbe raccontato come era venuto a sapere dell'incontro.


    [Flashback]

    Un falco imponente distrusse una monotonia che stava iniziando ad odiare.
    Era diverso da quelli che solitamente Deveraux riceveva dai suoi membri anziani o dall'Accademia,infatti, il volatile era in uno stato di salute perfetto. Le sue penne erano ordinate e sembravano risplendere con la luce del sole.
    Senza perdere tempo il ragazzo si avvicinò allo stesso, con il gatto Slunky che scendendo dalla sua spalla fuggì con la coda tra le gambe.
    Stupido gatto. Era solamente un gran fifone,quei volatili erano innocui. Si avvicinò all'animale e sfilò la missiva allacciata alla sua zampa, mentre con la seconda mano accarezzò dolcemente il suo capo.
    -Ma da dove vieni eh? Ti tengono benissimo.-
    Era sicuro che quella lettera contenesse una delle tante missioni commissionate dal clan, ma quando vide che sul foglio bianco erano state scritte poche parole con eleganza quasi maniacale fu sicuro di sapere già di cosa si trattasse.
    CITAZIONE
    Kohai,

    è giunta l'ora di un nuovo incontro. A tre giorni da quando riceverai il messaggio recati dove sai.

    V.

    Kohai, la lettera V, non erano necessarie altre informazioni, si trattava del suo sempai!

    Era da tanto che non lo aveva più visto e sapere che si era ricordato di lui, piccolo grande Yotsuki, lo riempì di gioia.
    Non c'era altro tempo da perdere e visto che già indossava tutto il necessario partì, lasciando il gatto ancora nascosto sotto la poltrona della sala.


    CITAZIONE
     
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    L'esplosione colse di sorpresa lo Hyuga, che pur avendo il Byakugan attivo in quel momento era concentrato solo sulla magnifica fontana di marmo. Si girò immediatamente, attivando Kanmuru per riflesso condizionato. Attimi dopo tre kunai sbucarono dall'oscurità del buco aperto nel palazzo, diretti contro il fianco destro dello Hyuga. Vergil fece per spostarsi con grazia sulla sinistra, ma una figura ben nota gli si lanciò contro dalla parte opposta.

    La sua reazione fu rallentata di qualche attimo dalla sorpresa che gli causò ciò che vide. Il corpo snello e scattante dell'assalitore era ricoperto in maniera uniforme da chakra dell'arte del fulmine. Ormai Deveraux gli era addosso. Piegò il busto a sinistra aiutando il movimento con un mezzo passo in modo da schivare i kunai. Proprio in quel momento, approfittando dell'ulteriore sorpresa causata dalla repentina scomparsa delle lame, l'Otese scagliò il suo attacco.

    Deciso nelle sue movenze come sempre, notò lo Hyuga mentre con l'avambraccio destro colpiva rapidamente il braccio sinistro dell'altro mandando fuori asse il colpo del tirapugni[RIFL:425]. Contemporaneamente alzò il braccio sinistro e con il palmo aperto prese in pieno il pugno che l'altro gli aveva rivolto alla giugulare. Le sue capacità fisiche si dimostrarono superiori, ma non di molto. L'erede degli Yotsuki era pieno di sorprese. Fortunatamente anche Vergil lo era e nell'assorbire l'impatto aveva avvolto l'intero avambraccio con del chakra dell'arte juken sapientemente manipolato, che gli permise di uscire illeso dal curioso "effetto bomba" che seguì l'impatto del pugno[FOR:400][Arte juken: Difesa di Chakra].

    " Ohoh. "

    Vergil era visibilmente compiaciuto. Questo però non lo frenò dal cogliere l'occasione di insegnare qualcosa di nuovo al suo kohai. In una frazione di secondo recuperò la mano destra dal contatto con il braccio sinistro dell'altro e gliela appoggiò a palmo aperto sulla fronte[VEL:600].

    " Ed eccoti pronto per un viaggio nell'aldilà. "

    Guardò per un attimo lo Yotsuki, poi tolse la mano.

    " Non scordare mai di alzare le difese quando termini un'offensiva. "

    Sul suo volto si disegnò un sorriso soddisfatto.



    " Ti trovo bene, kohai, e questa manipolazione della natura è vigorosa e potente. Posso dedurre che gli Yotsuki ti abbiano addestrato come meriti? "

    Notò poi con piacere le buone maniere del kohai, che non scordò di presentarsi all'altro Hyuga. Interessante la motivazione sul perchè lo avesse attaccato. Vergil aveva pensato ad un semplice benvenuto che rimandasse al passato.

    " Immagino tu abbia fugato i tuoi dubbi, kohai. "

    Indicò poi Ashitaka con un cenno del capo.

    " Questi invece è Ashitaka Hyuga, genin della Foglia e mio allievo per oggi. "

    Senza ulteriori indugi continuò il discorso interrotto, rivelando le sue intenzioni al genin dalla lunga chioma bianca.

    " Deveraux ti insegnerà i principi base del controllo del chakra su cui io stesso l'ho edotto. Quando avrai superato l'ultima prova... "

    Lieve pausa per far capire allo Yotsuki che aveva carta bianca per ogni cosa, salva la ben nota prova finale.

    " ..passeremo a qualcosa di più interessante. Il risveglio del Byakugan, ad esempio. "

    Lo sguardo dello Hyuga ad Ashitaka era più che eloquente: apprendi le basi del chakra, supera la prova e otterrai il potere.

    " Da questo momento siete nakama, compagni d'addestramento. Fate un buon lavoro. Io vi osserverò dalla fontana. "

    A quelle parole sparì senza aggiungere altro, riapparendo seduto comodamente sul bordo della struttura in marmo. Deveraux possedeva delle doti innate di controllo del chakra e poteva aiutare molto un ragazzo che condivideva quell'affinità e che era qualche passo indietro a lui. Certo, da quanto aveva visto finora il continuo girovagare di Ashitaka gli aveva fornito una preparazione fisica superiore a quella dell'Otese, ma Vergil avrebbe posto rimedio anche a questo. Dopotutto, essere suo kohai implicava qualche vantaggio.


    OFF GAME

    L'addestramento per il chakra I passa nelle mani dell'utente Roronoa™. Potete procedere come meglio credete, salva la clausola della prova finale e tenendo comunque conto della prima prova.

    Dopodiché vi porterò nel magico mondo della sofferenza ninja :guru:
    ___________________

    Kanmuru - Reattività Divina
    [Tecnica]: L'utilizzatore ottiene un vantaggio di una tacca ai Riflessi. Il vantaggio rimane attivo per un round ogni slot competenza ottenuto o fino a che non si subiscono dei danni. Utilizzabile solo se illeso.

    [Taijutsu][Consumo: Basso]
    [Da Genin in su]

    Arte juken: Difesa di Chakra
    L'utilizzatore, rendendo compatta l'espulsione di chakra, può creare una barriera di potenza pari a 10 ogni basso utilizzato.

    [Richiede Byakugan II][Richiede 1 Slot Difesa]


     
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    I hear your voice in the wind, I am the voice of the history. I am the voice and I will remain.
    I will see, I will fight everything.
    Byakugan is my reason.





    Non appena i due giunsero nel luogo in cui Vergil li aveva portati, Ashitaka chiese se i suoi sospetti sull'identità dello Hyuga fossero fondati o meno, ovviamente con tutto il garbo e le buone maniere dovute, alla sua domanda lo Hyuga si voltò incuriosito, chiedendo al nobile genin come facesse a conoscere il suo nome, e chi gliene avesse parlato, ovvimanete Ashitaka a quel punto sorrise, chiudendo gli occhi, ed apprestandosi a spiegare come aveva fatto a conoscere quelle cose sul suo mentore:

    Vedete Vergil - sama, ho fatto rientro a Konoha solamente da pochi giorni, e principalmente ho passeggiato per il quartiere del clan...
    In molti mi hanno parlato della vostre gesta, tutti vi tengono in grande considerazione, e c'è chi dice che nessuno è mai riuscito a raggiungere il vostro corpo, ne con un'arma ne con tecniche.
    Anche mio padre per l'unica volta che ho avuto modo di vederlo, mi ha accennato al vostro rispettabile nome...
    Appena vi ho osservato ho subito ipotizzato che l'uomo che stavo seguendo foste voi.



    La persona che oramai Ashitaka considerava un maestro, assentì, dicendo al genin che quello che aveva ipotizzato era vero, ma una cosa lo fece pensare, una delle cose che Vergil disse: lui conosceva Taisho, il padre del nobile Ashitaka.
    Adesso lo Hyuga non sapeva come avesse potuto accadere, che suo padre avesse chiesto qualcosa alla nobile famiglia di Vergil?
    Suo padre probabilmente dopo che era tornato dal suo viaggio lo aveva ritenuto inadeguato, ancora troppo mediocre, ed aveva chiesto al clan di addestrare suo figlio, infatti Vergil disse che quell'addestramento era l'ultima possibilità che gli Hyuga avrebbero fornito ad Ashitaka per apprendere la fine arte del controllo e manipolazione del chakra.
    Quello che il ragazzo aveva sempre tralasciato, facendo si inconsapevolmente che il suo Byakugan tardasse a risvegliarsi.
    I due camminavano, all'interno di quella che doveva esser stata una fiorente città del passato, prima che qualcosa la facesse cadere in disgrazia, Ashitaka a quel punto, senza osare troppo, voleva porre un interrogativo al suo mentore:

    Vi prego, rispondetemi se potete...
    Il motivo di questo addestramento è che sono stato ritenuto uno shinobi senza valore, non è così, Vergil-sama?



    Era comprensibile, era risaputo che gli Hyuga avevano una particolare destrezza in tutto ciò che concerneva il chakra e le sue forme, ed un loro memebro di 19 anni, alcontrario aveva appena appreso come creare un chakra adesivo abbastanza stabile da funzionare...
    Non poteva essere altrimenti, Ashitaka doveva impegnarsi per recuperare il tempo perduto. Era disposto a tutto per farsi accettare dal clan, per poter divenire un giorno acclamato e sostenuto come lo era Vergil, per poter un giorno raggiungere anche l'abilità e quel potentissimo sguardo che l'intoccabile possedeva, mentre gli occhi del genin rimanevano vuoti, spenti senza alcun potere.
    Era sempre stato affascinato dall'abilità del clan, ed aveva sempre desiderato possedere gli occhi bianchi, il Byakugan il jutsu oculare definitivo, ma solo ora aveva appreso che senza un formidabile controllo del chakra, gli occhi degli Hyuga non potevano esser risvegliati, ecco dove aveva fallito.
    Ancora camminarono, poi Vergil si soffermò di fronte ad una fontana, vera beltà decadente, quell'opera possedeva un fascino particolare, che riuscì ad incantare anche Ashitaka, ma di lì a poco tutto sarebbe stato sconvolto da un'evento formidabile ed inaspettato.
    Vergil iniziò a spiegare al genin qualcosa in merito al proseguimento dell'addestramento in corso, disse che non aveva intenzione di spiegare allo Hyuga i rudimenti del controllo del chakra, ma qualcosa, lo interruppe a metà.
    Ashitaka trovandosi di fianco a Vergil, non appena un forte boato sconvolse la tranquillità del luogo, si appellò alla sua reattività, per balsare all'indietro istintivamente, distanziandosi di alcuni metri dallo Hyuga[ Riflessi: 400].
    Poi il genin vide tre proiettili a lama quadrangolare venir scagliati sulla figura angelica di Vergil, così gridò, forse non era necessario, ma non poteva limitarsi a verificare se le dicerie su Vergil corrispondevano al vero oppure no:

    Vergil-sama! Alla vostra destra!



    Ma non era finita, sembrava che Vergil fosse vittima di un vero e proprio agguato premeditato, infatti dalla direzione opposta ai Kunai, un individuo vestito con vesti di qualità ottima ed un mantello con un simbolo che Ashitaka sapeva appartenere ad uno dei clan di Oto.
    Tentò un assalto contro il mentore, sul suo corpo era visibile uno strano rivestimento, sembrava un Raiton, ma era ben differente da una comune manipolazione elementale.
    Attentò per ben due volte al collo di Vergil, ma esso dimostrò possedere una reattività quasi sovrannaturale, bloccando entrambi i colpi, ed evitando anche una piccola deflagrazione proveniente dalla strana armatura chakrica dell altro.
    Il tuotto avvenne in pochi istanti, ma Ashitaka era sicuro che Vergil avesse anche appoggiato una mano sulla fronte dello sconosciuto, mormorando qualcosa con un lieve sorriso.
    Che i due si conoscessero?
    Si, era proprio così, poichè lo strano individuo col coprifronte di Oto chiamò Vergil: sempai, e disse che lo aveva attaccato per esser sicuro che fosse veramente lui.
    Poi dopo aver scambiato alcune parole con quello che chiamava il suo Kohai, quello che il genin conobbe quel giorno come Deveraux Yotsuki, si presentò, con un lieve inchino in segno di rispetto nei confronti dello Hyuga.
    Ashitaka ricambiò l'inchino e disse:

    Sono lieto di fare la vostra conoscenza Deveraux-sama, complimenti per il coraggio e la destrezza.
    Il mio nome, come avete sentito da Vergil-sama, è Ashitaka Hyuga, shinobi di Konoha.



    Ashitaka ovviamente si faceva riconoscere e si dimostrava appartenere ad una famiglia di nobili origini, anche per come prestava riverenza e rispetto nei confronti delle persone che non conoscesse o che considerasse suoi superiori.
    Poi dopo aver parlato tacque, rispettando il suo mentore, ed il suo nuovo conoscente.
    Vergil lo informò che non sarebbe stato lui in persona ad insegnare al genin i rudimenti dell'arte del chakra, ma che ci avrebbe pensato lo Yotsuki, a quelle parole Ashitaka annuì, sorridendo lievemente al suo nuovo sensei, un po' rammaricato, poichè sperava di essere addestrato da grande Hyuga, ma non avrebbe fatto differenza, le sue intenzioni di migliorare e di ottenere il Byakugan non erano cambiate.
    Disse che non appena il genin avesse superato l'ultima prova, lui lo avrebbe addestrato nel risveglio del doujutsu.
    Questo riempì Ashitaka di gioia, ed anche di euforia, che però da buon ninja quale era, non dimostrò esplicitamente, rimanendo concentrato ed in ascolto.
    Uno sguardo ad entrambi, ed Ashitaka comprese il messaggio, doveva apprendere le basi, per poi passare a ciò che bramava più di ogni altra cosa, addestrarsi con l'intoccabile nell'utilizzo degli occhi bianchi.
    A quello sguardo il nobile rispose con assenso, poi dopo che Vergil ebbe finito di parlare si rivolse allo Yotsuki, avvicinandosi:

    Sensei... insegnatemi, sono disposto ad accettare qualsiasi prova, ora vi prego di farmi apprendere l'arte del controllo del chakra...



    Poi Ashitaka potette assistere ad una dimostrazione di velocità incredibile da parte di Vergil, che avrebbe osservato la coppia di nakama dalla fontana, alla quale si portò in un battito di ciglia, quasi teletrasportandosi.
    Per un attimo il genin rimase estasiato da cotanta abilità e destrezza nell'arte dello spostamento.
    Ma doveva pensare ad altro ora, al suo addestramento e all'apprendimento del chakra, così tornò a concentrarsi sul nobile Yotsuki, che gli avrebbe fatto da sensei e compagno di addestramento.
    Rimase in silenzio, pronto ad ascoltare e recepire qualsiasi spiegazione o parola da parte di Deveraux.
    Non era un tipo frettoloso, ma riusciva ad intravedere a breve distanza il suo sogno realizzarsi.
    Presto il potere sarebbe stato suo.







     
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  9. Roronoa™
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    Chapter 1 - Scudo Elettrico

    Vergil possedeva nel suo sangue l'arte dell'insegnare. Nonostante l'attacco dell'Otese e la difesa elegante e allo stesso tempo efficace dello Hyuga quest'ultimo sfruttò la sua incredibile velocità per insegnare,o meglio ricordare a Deveraux di non dare mai nulla di scontato. Aveva pensato alla sua offensiva ma non alla sua difesa. Un errore da principiante.

    Il mondo degli shinobi è cinico e spietato, una lieve disattenzione può portarti a gravi ferite, e in campi di battaglia cruenti anche alla morte. Era un rischio che il ragazzo aveva accettato senza pensarci due volte, ma era bene ricordarlo ogni qualvolta commetteva qualche sbaglio.
    Annuì in risposta alle parole del suo sempai.

    CITAZIONE
    " Immagino tu abbia fugato i tuoi dubbi, kohai. "

    jpg
    Lì era meglio rimanere in silenzio ma Vergil avrebbe notato l'espressione dubbiosa del ragazzo , che stava pensando se vuotare o no il sacco. Si fidava dello Hyuga ma erano faccende private. Forse avrebbe potuto essergli d'aiuto. Decise di rinviare la decisione.
    - Ho avuto la certezza che fossi tu solo quando hai contrattaccato - Ricordava il loro primo incontro, che coincideva al cambiamento che la sua vita aveva avuto. Ora alla ricerca della verità sulla morte di suo padre non poteva escludere di muovere acque ostili e pericolose. La prudenza era una componente importante nella vita di un ninja.

    Dopo aver scambiato le presentazioni con il ragazzo che accompagnava Vergil, anch'esso Hyuga, di qualche anno più grande dell'otese, quest'ultimo rimase di stucco quando il suo Sempai propose come sensei di Ashitaka lo Yotsuki stesso.
    Per un attimo pensò di rifiutare quell'incarico ma finì per accettare, e anche volentieri, sicuro che da quel ragazzo avrebbe potuto imparare qualcosa anche lui. Deveraux doveva molto al clan Hyuga visto che Vergil aveva mostrato a lui qualcosa che il suo clan non gli aveva nemmeno accennato.

    CITAZIONE
    Sensei... insegnatemi, sono disposto ad accettare qualsiasi prova, ora vi prego di farmi apprendere l'arte del controllo del chakra...

    Vergil sparì per poi ricomparire poco lontano dai due. Li avrebbe sorvegliati in silenzio. Essere osservato mentre "lavorava" dava un certo fastidio a Deveraux, ma in quel momento, e soprattutto visto che si trattava del suo sensei, si sforzò a non farci caso.

    -Non c'è altro tempo da perdere allora-

    Commentò con un "bene" quando probabilmente uno dei due Hyuga avrebbe fatto notare che Ashitaka sapeva già modellare parzialmente il chakra.
    -Questo è sicuramente un passo avanti, seguimi-

    Aveva già un'idea nella mente ed era parecchio originale. Avrebbe mostrato ai due un altro suo potere e in quell'occasione Ashitaka avrebbe avuto modo di imparare un'altra applicazione del controllo del chakra su un bersaglio vero.

    Dopo qualche metro Deveraux avrebbe fatto cenno al suo compagno di fermarsi dov'era. Ad ogni suo passo avrebbe coperto circa cento centimetri. Si fermò dopo sei passi, con l'innata ancora attiva e il chakra elettrico che ancora lo avvolgeva.
    Si voltò, andando a descrivere ciò che lo Hyuga avrebbe dovuto fare, ma prima, avrebbe precisato una cosa e su questo Deveraux esigeva la massima attenzione.
    -Ashitaka ti mostrerò un altra applicazione di ciò che hai già imparato. - Alzò il dito indice della mano destra. - Ciò che imparerai con me non è sicuramente tutto, il lavoro quotidiano è la ricetta per diventare forti. Allenarsi e allenarsi, sono sicuro che un giorno sarai capace di utilizzare il chakra non solo per i jutsu o per potenziare un colpo.- Era ciò che lo aveva fatto giungere fino lì' : il sudore, le ferite e gli allenamenti quotidiani. Voleva che lo tenesse in mente e quel discorso lo avrebbe fatto con qualsiasi altro ninja che un giorno avrebbe addestrato. Sperava che non si fosse offeso, di certo non lo voleva sottovalutare le sue esperienze.
    Comunque vi era sempre spazio per delle battute- Raggiunto quel livello poi ricordati di me eh ahah ..ma ora basta scherzare, iniziamo...-
    Si schiarì la voce, iniziava l'addestramento. Dalla sua manica un kunai sarebbe comparso sul palmo della sua mano destra e dopo averlo fatto notare per bene allo Hyuga con un movimento veloce e deciso ,verso destra, quest'ultimo schizzò come un missile finendo per distruggere il vetro che faceva da parete ad un edificio ormai mezzo distrutto a pochi metri dallo Yotsuki.
    -Semplice no? Modella e trova un modo per far partire il kunai, spero tu ne abbia uno.. Ah e non preoccuparti per la precisione che all'inizio non sarà il massimo.-

    Se non ne aveva un kunai glielo avrebbe prestato lui stesso. Per iniziare era l'arma giusta.

    jpg
    -A chi devi mirare?... A me e solo me..pensa che sia un nemico e tu debba sorprendermi.. e tranquillo, ho i miei mezzi per difendermi.-

    Adottò una superficiale posizione difensiva, aspettando che Ashitaka fosse riuscito a districarsi nella ragnatela del Controllo del Chakra. Perchè aveva deciso di fare da bersaglio? Uno: Un bersaglio vivo è meglio di una parete. Due: Una prova per Deveraux stesso, un occasione per mostrare a Vergil, a costo di una piccola feritina, tutti i segreti della manipolazione elettrica.



    Semplice prova,non credo ci sia altro da dire :ghei:
    Buon post :zxc: per qualsiasi cosa msn o mp... dovrei averti fra i contatti °°

     
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  10. [.:RoUgE:.]
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    For saving me from all they've taken, let my armor fall again, giving me the strenght to face them.
    Byakugan is my reason.





    Stava finalmente per iniziare il suo primo vero addestramento nell'arte di controllare il chakra. Vergil che ora aveva ceduto l'allievo al suo kohai, aveva già insegnato ad Ashitaka come aumentare in maniera esponenziale il suo equilibrio, utilizzando delle suole di chakra.
    Lo Hyuga adesso aveva cambiato sensei in favore di Deveraux Yotsuki, colui che Vergil teneva in considerazione quasi come suo pari.
    L'otese dal suo arrivo non aveva ancora disattivato quella sua specie di strana armatura di chakra, chissà cosa aveva in mente. Agli occhi di Ashitaka mantenere una tale concentrazione di chakra doveva richiedere uno sforzo notevole, per questo non capiva la necessità che lo Yotsuki avesse di tenerla attiva. Riteneva quella particolare tecnica di raiton molto interessante, essendo anche il nobile in affinità con l'elemento del fulmine, però aveva intravisto alcuni difetti: l'armatura serviva per il corpo a corpo, poi la sua versatilità era pressochè nulla, facendo un confronto con l'arte oculare degli Hyuga, che Ashitaka sapeva concedere molti e più interessanti aspetti di potere, era nettamente inferiore.
    Il Jutsu ultimo degli Hyuga: il Byakugan che Vergil gli aveva promesso di risvegliare, era una tecnica ed una fonte di potere pressochè illimitata, specialmente se combinata all'arte di taijutsu degli Hyuga che suo padre gli aveva mostrato: il Juken.
    Ashitaka voleva concludere quell'addestramento sul chakra più velocemente possibile, e si sarebbe perciò impegnato al massimo, sfruttando anche la sua naturale predisposizione all'imparare cose nuove.
    Mentre Deveraux e Vergil chiaccheravano, Ashitaka iniziava a concentrarsi per entrare nell'ottica dell'addestramento, escludendo pensieri differenti dal controllo del chakra stesso.
    Infatti la sua faccia tornò seria, il suo atteggiamento era di pura osservazione ed ascolto, sperava che bastasse per poter affrontare la prova alla quale lo Yotsuki l'avrebbe sottoposto.
    Concentrandosi, poteva comprendere, viste da poco le abilità di Vergil Hyuga, l'intoccabile del clan, il nobile letale, che ogni singolo anno della sua vita passato senza ottenere il Byakugan, era stato solamente uno spreco di tempo, un futile momento. Lui uno tra i più nobili Hyuga della Foglia aveva compreso che per proseguire la sua carriera nel mondo degli shinobi, aveva estrema necessità di apprendere tutti i segreti del suo clan di appartenenza, doveva ottenere il Byakugan assolutamente.
    Ma in quel momento incombeva su di lui l'addestramento, informò rapidamente lo Yotsuki che Vergil gli aveva insegnato a creare delle suole di chakra stabilizzanti, per migliorare l'equilibrio.
    In maniera tale che il kohai di Vergil potesse passare ad altro, qualcosa che ancora lo Hyuga canuto non conosceva.
    Il ninja di Oto iniziò dunque a parlare: una sorta di sicorso inerente al dover addestrare Ashitaka, impartirgli le conoscenze di base, che lui avrebbe poi dovuto sviluppare con il duro addestramento quotidiano.
    Al nobile Hyuga questo parve un discorso abbastanza superfluo, visto che da quando aveva imparato a reggersi sulle proprie gambe, il genin si era sempre ammazzato di fatica, sia nello studio che nella pratica delle arti ninja.
    Il genin non disse niente, si limitò ad osservare il suo sensei, con una faccia inespressiva, solamente molto concentrata sul suo compito.
    Evidentemente Deveraux pareva essersi accorto di aver fatto una piccola gaff, infatti cercò di sdrammatizzare con una battuta, alla quale Ashitaka sorrise solamente, non amava molto gli umoristi.
    Era giunto il momento di iniziare, l'otese mostrò al ninja di konoha un'altra applicazione del controllo del chakra, che oltre ad attrarre gli oggetti e migliorare l'equilibrio, si dimostrò essere utile anche per generare un'effetto contrario, un proiettile infatti venne scagliato da Deveraux senza muovere un muoscolo, ed andò ad impattare contro un vvetro di un edificio diroccato, frantumandolo.
    Ashitaka ipotizzò che per ottenere questo effetto repulsivo, si dovesse agire in sostanza sulla forma e la composizione intrinseche del costrutto di chakra.
    E se poteva scagliare oggetti con quell'effetto, avrebbe potuto anche migliorare la reattività durante un salto, oppure per generare una sorta di effetti di parttinamento sul suolo una volta imparato a gestire l'ammontare di chakra.
    Gli piaceva questa nuova conoscenza, e non voleva certo tardare ad apprenderla.Quello su cui ebbe da ridire, fu il fatto che l'otese, sempre ad armatura attiva, chiese al nobile Hyuga di mirare a lui, ovviamente sfruttando l'effetto del chakra repulsivo, Ashitaka non voleva ferire un suo possibile alleato e magari compagno del prossimo futuro, così scosse la testa e disse con il suo tono di voce particolare, caldo e solenne:


    Non voglio arrecarvi ferite inutili, nel caso riuscissi a scagliare il kunai con la dovuta destrezza, mirerò ad un edificio.



    Pochi attimi, poi il genin si rese conto che c'era un valido motivo se continuava a tenere quell'armatura elettrica attorno al suo corpo, non era possibile che non gli costasse fatica, evidentemente aveva capacità di deviare le armi a contatto, o qualcosa di simile, e lo Yostuki aveva deciso di ostentare quella sua capacità, era abbastanza vanitoso in effetti, il genin decise di lasciarlo fare, ovviamente percepenndo parte delle sue intenzioni.
    Così prima che Deveraux controbattesse, Ashitaka disse correggendo la sua precedente affermazione:

    E sia, mirerò a voi, ma vi prego di esser cauto.





    Dunque Ashitaka si fece scuro in volto, fissando il coltello a lama quadrangolare estratto pochi istanti prima, esso sitrovava nel palmo della sua mano, aperto e rivolto verso l'alto. Il nobile era totalmente immarso in ciò che stava per fare, aveva osservato attentamente quello che il sensei gli aveva mostrato, ovviamente ancora una volta nessuno gli aveva fornito neanche uno straccio di spiegazione teorica, non importava ci avrebbe pensato da solo.
    Per prima cosa lo Hyuga decise di iniziare dalle basi, creò dunque sul palmo un costrutto simile alle suola che aveva utilizzato per attraversare la palude, simile, ma il chakra del costrutto avrebbe preso una forma molto diversa dalla prima.
    Infatti adesso lo strato di chakra avrebbe dovuto ancorare il kunai alla mano stessa, così il genin chiuse gli occhi, accedendo alla sua mente, e visualizzando all'interno della stessa un pannello sottile e denso, formato dal chakra e con una superfice completamente coperta di rigidi e fissi uncini dalle dimensioni microscopiche.
    Intanto lievemente faceva affluire il chakra nel palmo, sempre tenendo gli occhi chiusi, mentre faceva in modo che ogni singolo uncino del costrutto aderisse e si ancorasse in modo omogeneo all'oggetto che doveva incollarsi alla sua mano.
    Piano piano, con calma il genin avvertiva sempre più il piccolo pugnale aderire alla sua mano, e quando ritenne di aver eseguito alla perfezione quello che veniva chiamato il principio del chakra adesivo, lentamente ruotò il palmo della mano fino a capovolgere l'oggetto che in condizioni normali sarebbe caduto a terra in balia della gravità.
    Invece l'esecuzione magistrale anche se non ancora perfetta, e molto lenta da parte di Ashitaka aveva fatto si che il kunai rimanesse ben incollato al palmo della mano, senza accennare neanche a fare un piccolo movimento verso il suolo.
    Abbastanza sodisfatto del risultato appena ottenuto lo Hyuga annuì, sempre mantenendo la sua serietà, eseguire questa sorta di passaggio gli aveva fatto capire una cosa fondamentale: il chakra era plasmabile in qualsiasi forma la mente potesse concepire, nei limiti delle abilità del plasmatore ovviamente, ed essendo Ashitaka alle prima armi, i suoi costrutti dovevano essere abbastanza semplici per risultare efficaci.

    Se in questo modo posso trattenerlo, adesso devo plasmare un costrutto semi-dinamico, che possa spingere via il kunai..



    E se ad ogni fenomeno ne corrispondeva uno uguale e contrario, il nobile avrebbe presto trovato la via per lanciare quel kunai solamente con l'ausilio del chakra ad effetto repulsivo.
    In quel momento distese leggermente il braccio in avanti, il kunai sul palmo della mano, puntato verso la figura dello Yotsuki, doveva concentrarsi e creare una sorta di rampa di lancio, una specie di scivolo composto da chakra.
    Così chiuse di nuovo gli occhi, e nella sua mente iniziò a figurarsi una sorta di scalanatura nello strato di chakra del palmo, scalanatura dove il kunai avrebbe dovuto alloggiare, quasi come il proiettile di un lanciaspiedi.
    Lentamente iniettava del chakra, ovviamente in quantità minime per non sovraccaricare il piccolo costrutto, la "rampa" di lancio dopo alcuni attimi fu pronta, lo Hyuga lo avvertiva precisamente ormai, riusciva a sentire i movimenti del suo chakra con poco sforzo, era pronto l'alloggio, ma mancava ancora il meccanismo di eiezione, che sarebbe stato una piccola e compressa espulsione di chakra puro, che sarebbe andata a riempire la rampa, scontrandosi con il kunai e probabilmente scagliandolo in avanti.
    Ashitaka così aprì gli occhi bianchi, consapevole che a breve avrebbe potuto superare anche quella sfida, e fare un altro passo verso l'agognato Byakugan, guardò negli occhi Deveraux e disse convinto delle proprie capacità:

    Tenterò di scagliarlo mirando al vostro torso, state pronto ad evitarlo...



    E così fece, un'espressione di estremna concentrazione precedette una lieve espulsione di chakra compresso, che come immaginato dallo Hyuga irrorò la rampa, dando tutta la sua forza concentrata al piccolo kunai, che venne così letteralmente scagliato in direzione del sensei del nobile.
    Il colpo era abbastanza impreciso, infatto l'obbiettivo primo di Ashitaka era mirare in mezzo ai pettorali avversari, mentre il proiettile sembrava voler collidere contro gli addominali dello Yotsuki.
    Anche la forza di eiezione pareva più debole rispetto ad un normale colpo di Ashitaka[Precisione: 325; Velocità: 325].
    Sicuramente avrebbe dovuto affinare e rapidizzare il processo di eiezione con il tempo, ma l'esserci riuscito significava già molto per Ashitaka, essendo al sua prima esperienza diretta con questi tipi di esercizi.
    Ora però il proiettile stava per impattare sul vicino Deveraux, che avrebbe avuto il suo bel da fare per rimanere illeso, ammeno che non volesse mostrare al genin e a Vergil un altro dei suoi segreti o tecniche.
    Ashitaka rimase concentrato per capire che cosa stava per fare lo Yotsuki, tanto era interessato al perchè avesse voluto fare da bersaglio.
    Chissà cosa sarebbe avvenuto, e quale sarebbe stata la prossima prova posta ad Ashitaka, esso moriva dalla voglia di procedere, imparare nuovi preziosi elementi della sua preparazione da shinobi.






     
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    Chapter II - Sei tu quello che deve varcare la soglia.

    Chiuse leggermente gli occhi, storcendo le labbra quando Ashitaka sembrò voler andare contro l'ordine dell'Otese.
    C'era un significato ben preciso in tutto ciò che Deveraux richiedeva e in quel caso era stato più che chiaro, lo Hyuga doveva solamente agire con quelle istruzioni. Punto e basta. Ne avrebbe giovato anche lui ovviamente.
    Fortunatamente Deveraux non era il classico tipo che se la prendeva,infatti,dopo un istante era ritornato quasi a sorridere,dimenticandosi delle parole del suo allievo.

    CITAZIONE
    E sia, mirerò a voi, ma vi prego di esser cauto.

    - Vai tranquillo, ma una cosa: dammi del tu.-

    Attese un po', cercando di capire dall'espressione dello Hyuga cosa stava cercando di fare. In confronto a Vergil non possedeva l'innata del Byakugan e quindi poteva solamente giudicare il risultato, ma non il mezzo con cui l'avrebbe raggiunto. Era solo questione di tempo.
    Ashitaka aprì gli occhi. Un chiaro segnale.
    CITAZIONE
    Tenterò di scagliarlo mirando al vostro torso, state pronto ad evitarlo...

    -Ma questo ragazzo si preoccupa per me più di mia madre.- Un pensiero divertente che per un attimo lo fece sorridere. Nonostante la battuta il comportamento dello Hyuga gli faceva piacere,infatti significava che si stava creando una specie di legame a cui Deveraux teneva molto.
    Il kunai partì dalla sua mano con una velocità superiore alla media. Ashitaka era sicuramente più forte di lui, ma ne avrebbe avuto la prova in un'altra occasione, quel lancio non era perfetto. Il dardo si dirigeva verso i suoi addominali ma aveva calcolato tutto e così, senza batterciglio, richiamò un Bassissimo di chakra al centro degli addominali,irrigidendo quest'ultimi. Inoltre, manipolando l'elettricità che lo avvolgeva, egli creò una sorta di protezione dorata agli occhi di Vergil.
    Risultato? Il kunai divenne innocuo ai suoi occhi e finì per "rimbalzare" dopo essersi scontrato contro la "parete" elettrica. [Resistenza = 300 + 1 Tacca (Bassissimo) = 325][Protezione Elettrica +10]

    La sua espressione, che in quel momento era seria, si fece pensierosa. La velocità del dardo lo aveva stupito ma l'otese sperava che quel kunai, quando sarebbe servito, avrebbe colpito qualcuno al collo e non agli addominali.
    Si tolse subito quella preoccupazione di dosso,infatti, il suo compito era quello di mostrare allo Hyuga la porta da oltrepassare. Stava a lui varcare la soglia.

    -Bene Ashitaka, non è il massimo perchè c'è qualcosa che devi ancora migliorare oltre alla precisione. Non far caso alla mia difesa, in caso di scontro non avrei dato all'avversario l'occasione di capire un mio punto di forza.- La sua mano destra finì dietro il suo capo,affondandola nella sua folta chioma grigia - In realtà nessun membro anziano vuole che si attivi la nostra abilità fuori da situazione di pericolo ed infatti...-
    Deveraux sciolse la tecnica e lentamente gli effetti della sua innata scomparirono. Iniziò ad allontanarsi da Ashitaka.

    A distanza di un anno le pareti dello stesso edificio, in cui lui aveva sostenuto una prova, furono scalati da un ninja. Pian pianino, in prossimità della struttura in cui stesso era stato messo alla prova, il ragazzo si posizionò in parallelo al terreno e con calma percorse circa sette metri in verticale. Come quella volta il difficile era la presenza di una superficie di vetro in cui una piccola distrazione nell'impasto del chakra sarebbe risultato fatale. Questa volta però Deveraux la percorse tranquillamente. Hyuga-Yotsuki e ora Yotsuki-Hyuga, sembrava che i ruoli si fossero capovolti.

    Ricordava ancora quei momenti e in quell'istante l'Otese pensava che Ashitaka avesse le preoccupazioni che lo avevano tormentato un anno prima. Il vetro, se distrutto, produce piccole scheggie che possono rivelarsi molto fastidiose. Beccarsele sulle gambe non era una cosa piacevole.

    Era giunta l'ora di spiegare la nuova prova, così,dopo aver cercato l'attenzione dello Hyuga prese parola:

    jpg
    -Bene Ashitaka,raggiungimi percorrendo in orizzontale prima il cemento e poi il vetro.- Il suo sguardo si posò su un edificio poco distante. -Se vuoi puoi esercitati su quella struttura prima di provare qui.- Quella struttura era composta solamente dal solito cemento. Indicò il vetro davanti ai suoi piedi. -Qui non puoi sbagliare, una leggera variazione di chakra sui tuoi piedi e la superficie si creperà. Se riesci a superare questa prova avrai raffinato il controllo del chakra e poi passeremo a qualcosa di veramente serio. -

    Si sarebbe schiarito la voce. Ormai Vergil e Ashitaka avrebbero capito che oltre alle istruzioni per affrontare una prova Deveraux doveva sempre dire qualcos'altro.
    - Durante le missioni ti ritroverai a dover percorrere con il controllo del chakra qualsiasi tipo di superficie. Se superi questa prova sei avanti un bel po' e tranquillo se non ci riuscirai le prime volte.- Sorrise. - Abbiamo tutto il vetro che ci serve-




    Terza prova! Poi udiremo un giudizio parziale di Vergil XD
    Per qualsiasi cosa mp, msn o messaggi di fumo :zxc:

     
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    Stand up, be strong.
    Know right from wrong.
    Forever hence, believe in yourself.
    Byakugan is my reason.




    La prima prova posta da Deveraux allo Hyuga era stata superata brillantemente, seppur con una tecnica ancora da affinare completamente, Ashitaka era riuscito a scagliare il kunai servendosi delle proprietà repulsive del chakra, proprio come il sensei gli aveva detto in precedenza.
    Il kunai partì, e sembrava diretto inesorabilmente verso il basso ventre dello Yotsuki, quando una sorta di barriera, probabilmente dovuta alla sua armatura elettrica, fermò l'avanzata del proiettile completamente, lasciando l'otese illeso.
    In questo modo probabilmente voleva far conoscere al suo kohai Vergil un'altra delle sue peculiarità.
    Il genin di Konoha rimase abbastanza colpito da quella difesa, poichè assicurava una buona protezione senza doversi impegnare minimamente.
    Quel genere di vantaggio poteva diventare qualcosa di determinante in un combattimento, e quella dimostrazione, evidenziava quanto Deveraux sapesse utilizzare e modellare finemente il chakra, Ashitaka iniziava a capire che non era solo una sorta di burlone, e francamente iniziava a piacergli.
    Prima del lancio del kunai aveva addirittura dato il permesso al nobile di potergli dare del tu, al posto dell'onorevole tono di reverenza tenuto sino ad ora dal genin.
    Ashitaka avrebbe annuito, ed una volta concluso il lancio, il sensei gli diede alcune dritte, per esempio la velocità di esecuzione di quel meccanismo era troppo lenta, andava incrementata, così come la sua efficacia e precisione, ma per quello ci sarebbero voluti alcuni mesi, o forse anche meno se il genin si fosse applicato in maniera costante ed incessante.

    Grazie a te sensei, ho capito in quali aspetti ancora difetto, te ne sono grato, e sono pronto per un'altro esercizio.



    Una volta disattivata la sua strana armatura di raiton, o almeno ciò era quello che sembrava ad Ashitaka, non gli era dato sapere che cosa circondasse il corpo del sensei in realtà, l'otese si allontanò dal nobile shinobi, in direzione di un edificio ben preciso.
    Era una grande struttura diroccata, in cemento e con una grande vetrata, i passi dello Yotsuki lo condussero molto vicino alla struttura, tanto che Ashitaka sospettò che vi si schiantasse contro, mentre invece passo dopo passo, Deveraux riuscì a camminare in verticale, risalendo il muro della struttura, e passando sopra alla vetrata senza neanche intaccarla.
    Com'era possibile?
    Gli era stato spiegato che gli shinobi potevano camminare, persino correre su qualsiasi tipo di superfice, che fosse quella la dimostrazione? Che il chakra adesivo avesse anche queste peculiarità intrinseche?
    Allo Hyuga era sembrato difficile trattenere un piccolo oggetto attaccato alla mano, figuriamoci far rimanere il suo corpo attaccato ad un muro da scalare.
    Ma non per questo si sarebbe tirato indietro, no, assolutamente.
    Perchè qualcosa di estremamente importante era consequenziale a queste basi sul chakra: il tanto bramato Byakugan.
    Il Byakugan era necessario, e Vergil avrebbe acconsentito a svelare i segreti per risvegliare l'arte oculare, solamente ad addestramento concluso, per questo Ashitaka doveva dimostrarsi degno della fiducia del clan, degno di quell'ultima possibilità che gli era stata fornita.
    Come previsto dal genin, il sensei che aveva risalito per verticale le mura dell'edificio, gli chiese di raggiungerlo a quell'altezza, passando sopra la lastra di vetro, proprio come aveva appena fatto Deveraux.
    Il sensei suggerì infine all'allievo di non cimentarsi subito nell'impresa, ma di esercitarsi consonamente su un'altro edificio, sul quale non vi era però la vetrata che secondo Deveraux costituiva la parte più complicata da superare, poichè il controllo del chakra adesivo doveva essere pressoche perfetto in ogni ambito.
    Ashitaka ascoltò interessato la spiegazione, e subito si concentrò ripetendo nella mente le parole dell'otese, poi annuì e disse rivolto al sensei guardandolo dal basso verso l'alto:

    Ti prego di avere qualche minuto di pazienza Deveraux-sama, cercherò di raggiungerti nel più breve tempo possibile.



    Detto questo il nobile non disse niente, ma semplicemente si voltò in direzione dell'edificio prova indicatogli dall'otese, e con passo lento e deciso, si portò proprio sotto la struttura, pronto per tentare di risalirla, proprio come aveva appena mostrato il kohai di Vergil.
    La sua mente era totalmente dedita in ciò che tra breve avrebbe provato a compiere, Ashitaka sapeva che avrebbe dovuto creare un costrutto di chakra simile alla suola impiegata per restare in equilibrio, ma stavolta, lo stesso costrutto avrebbe dovuto permettere un'adesione incredibilmente stabile e salda, tale da poter reggere il peso dello Hyuga senza neanche vacillare.
    Come primo pensiero Ashitaka pensò bene di distribuire il chakra nelle piante dei piedi, ovviamente con un'intensità dello stesso incrementata rispetto ai precedenti costrutti, e quest'azione lo impegnò non poco, poichè mantenere una forma precisa con più chakra richiedeva di aumentare la capacità di controllo sui costrutti, oppure ogni tentativo sarebbe stato vano.
    Il giovane genin chiuse gli occhi, e si figurò una suola di chakra composta da una quantità incredibile di piccoli aghi composti da chakra, con una grande capacità di penetrazione, in maniera tale da rimanere incollato a quel muro.
    Dopo qualche istante il suo costrutto fu pronto, ed il nobile shinobi decise di testare se quanto fatto sino a quel momento fosse servito a qualcosa, così appoggiò il piede destro sul muro in cemento della costruzione, ed avvertì immediatamente una profonda aderenza, chissà se sarebbe bastata.
    Per scoprirlo, fece forza sul piede ormai ancorato e poggiò anche l'altro sul muro in cemento, adesso a pochi centimetri dal suolo, Ashitaka era in posizione perpendicolare rispetto all'edificio, e parallelo al terreno.
    I costrutti così creati dall'inesperta ancora, manipolazione del genin, parevano resistere alla forza di gravità, così lo Hyuga decise di fare ancora un'altro passo, che risultò riuscire alla paerfezione, e così fece per altri 4 passi in totale, ovviamente erano come i passi incerti di un bambino che impara a camminare, ma non vi era nessun segno di cedimento, fino a quando a circa 3 metri di altezza, il cemento sotto ai suoi piedi si incrinò lievemente, facendo perdere l'aderenza necesssaria al suo piede sinistro.
    Questo inconveniente, fece si che il genin scivolasse di nuovo giù, e con un lieve balzo, si distaccasse dal muro, per atterrare comodamente in piedi.
    Ashitaka aveva compreso i principi di adesione, ma forse non era l'intensità del chakra a contribuire alla stabilità del costrutto, e quindi alla facilità di una scalata del genere, ma bensì la forma del costrutto stesso.
    L'aver immesso troppo chakra nelle suole aadesive aveva comportato il danneggiamento della superficie, e la caduta del genin.
    Migliorare il costrutto, significava due cose: uno non danneggiare al superfice sulla quale si stava camminando, due migliorare la velocità di movimento tra un passo e l'altro, sensa poi considerare il vetro, perchè per il vetro, superficie che poteva essere rotta con un costrutto simile, anzi si sarebbe rotta di sicuro.
    Per il cemento la tipologia del costrutto andava sostanzialmente bene, infatti Ashitaka riprovò un'altra volta la scalata sull'edificio grigio e diroccato, e questa volta si concentrò in modo da ridurre l'intensità e la prepotenza del chakra adesivo immesso nel costrutto chakrico, questa volta avrebbe potuto anche scalare tutto l'edificio, avesse avuto più dimestichezza nell'uso dei costrutti, ma arrivato a circa 6-7 metri, tornò indietro, fino a raggiungere di nuovo terra.
    Adesso che per il cemento il problema era risolto, Ashitaka doveva escogitare qualcosa che fosse utile ed efficace per percorrere il pericoloso vetro.
    Ovviamente rompere il vetro significava danneggiare le gambe, o i piedi, e ciò sarebbe stato sconveniente in quel frangente.
    Era vero anche che un costrutto basato sulla microperforazione della materia non avrebbe fatto altro che indebolire ad ogni passo la fragile struttura vitrea, fino a farla collassare completamente.
    Quindi come creare l'effetto adesione non utilizzando costrutti a perforazione?
    Ashitaka si mise a fissare per alcuni secondi la superficie vitrea dove avrebbe dovuto raggiungere Deveraux...


    Non posso utilizzare lo stesso costrutto, devo riuscire a cambiare in pochi istanti la forma del costrutto, rendendolo adesivo, ma non perforante.
    Per ottenere l'effetto repulsivo è bastato un piccolo movimento di chakra, per ottenere l'effetto contrario, dovrò modellare la mia energia, affinchè prenda forma di una sosstospecie di colla attacca e stacca, in definitiva si tratta di questo, di niente di più, ovviamente, sbagliare il livello di immissione di chakra equivale a rompere il vetro e ferirmi, devo evitarlo.
    Dunque partiamo dal fluidificare il chakra sotto le suole...



    E così fece, tornando a guardare l'edificio prova, fissandosi per un attimo su un punto, quasi come per coglierne l'essenza, per poi chiudere gli occhi dolcemente, ed intensificare la sua concentrazione al massimo.
    Ormai ci aveva preso la mano, così il nobile shinobi creò sotto alle proprie suole un nuovo strato di chakra, più fluido del precedente.
    Tramite la sua mente ed il rilascio graduale dell'energia, creò una sottilissima suola con all'interno dei microvortici, con lo scopo di provocare, ogni volta che si poggiava il piede su una superfice, un'effetto ventosa, creare quindi il vuoto con il movimento del chakra per assicurarsi la più totale stabilità, e gravare il meno possibile sulla superficie.
    Con questo nuovo e quasi definitivo costrutto, Ashitaka tentò ancora una volta di scalare il muro dell'edificio in cemento, sembrava che lo sforzo per camminare in verticale si fosse ridotto notevolmente, e la velocità della scalata era incrementata, a causa di quella riduzione di meccanicità e della maggiore stabilità.
    In pochi secondi il giovane era in alto a circa 7-8 metri, guardando con gli occhi bianchi verso il cielo, il limite che prima o poi sarebbe riuscito a sfiorare.
    Preso coscienza delle sue attuali capacità, decise che era sufficentemente pronto per provare a superare la prova dettatagli dal sensei Deveraux.
    Così si portò lentamente di nuovo con i piedi per terra, quella vera stavolta, ed i suoi occhi puntarono il sensei, la meta da raggiungere.
    La fine di quella prova non distava molto ormai.

    Ashitaka si portò lentamente verso l'edificio dove il sensei si trovava sospeso a 6 metri di altezza, e con lo sguardo rivolto verso l'alto, concentrandosi sul costrutto di chakra appena elaborato, lo riprodusse, già con minori difficoltà che in precedenza.
    Poi appoggiò il primo piede sul muro e consequenzialmente al primo vi portò anche il secondo.
    Il costrutto adesivo aveva una tenuta straordinaria, ed Ashitaka aveva ragione di credere che la superfice vitrea non sarebbe stata un problema. Un passo dopo l'altro il nobile percorse tutta la superficie di cemento, finalmente si sarebbe dovuto confrontare con una superficie veramente ostica e molto fragile, se riusciva ad essere cauto e concentrato, non avrebbe avuto problemi, questo lo avvertiva palesemente, aveva capito che quel costrutto di chakra era quello giusto per affrontare la prova.
    Fece un passo dunque, portando il piede destro sulla superfice di vetro, che scricchiolò lievemente, ma non cedette, così rincuorato da questo primo piccolo successo, lentamente, con calma e cercando di tenere compatta la suola di chakra adesivo, anche il piede sinistro venne portato sulla vetrata.
    Altri scricchiolii, ma sul vetro neanche una piccola crepa.
    Ashitaka aveva vinto, aveva superato anche quella prova.
    O forse aveva cantato vittoria troppo in anticipo.
    Così infatti si rivelò, poichè compiendo il terzo passo sulla vetrata il nobile probabilmente ebbe un calo di concentrazione, ed il costrutto si alterò lievemente, finendo per creapare il vetro, ed alcune piccole scheggie andarono ad infilarglisi nella caviglie, provocando qualcosa come un lieve fastidio[Ferita Lieve alla caviglia destra].
    Il lieve dolore e la distrazione, fecero si che il genin iniziasse a scivolare giù per l'edificio, ma lo Hyuga non poteva permettersi di fallire, non a quel punto.
    Non quel giorno di fronte ad uno dei membri più illustri del clan Hyuga!
    Così concentrandosi sui costrutti di chakra, riprese l'aderenza necessaria a continuare la scalata, anche se era scivolato fuori dalla superfice in vetro.
    Rimase per alcuni secondi fermo, fissandosi il piccolo taglietto sulla caviglia e scuotendo la testa.
    Poi i suoi occhi determinati ed arguti si portarono su quei pochi metri di vetro da percorrere, fieri e consapevoli di potercela fare.
    Lo Hyuga intensificò la sua concentrazione, e compì di nuovo il primo passo sul vetro, stavolta gli scricchiolii furono molto più lievi che in precedenza, e lo stesso fu quando compì il secondo passo.
    Ashitaka non voleva che nessuno lo considerasse poco dotato, o uno shinobi da poco, così cercava di mantenere la sua mente rilassata, sgombra da pensieri all'infuori del controllo del chakra adesivo e della capacità motoria di camminare.
    Compì di nuovo il terzo passo sul vetro, provocando un lieve stridio, ma anche stavolta il vetro non si crepò, ne si ruppe.
    Mancavano pochi metri a raggiungere il sensei, ma Ashitaka non avrebbe ripetuto lo sbaglio fatto in precedenza.
    Infatti potevano essere due oppure duecento metri, li avrebbe percorsi piano, conservando la massima concentrazione.
    Un quarto passo ed il nobile avanzò, senza sbagliare.
    Il vetro scricchiolava, troppo avrebbe potuto rompersi di nuovo tra breve, ma Ashitaka fu pronto a diminuire lievemente l'immissione di chakra nei costrutti adesivi, causando minor pressione sul sottile materiale, e fu così che compì un'altro passo, e poi un'altro ancora.
    Era strano come per fare appena 6 passi gli ci fosse voluto così tanto tempo, in effetti era sempre stato dotato nella velocità e percorrere un così breve tratto in così tanto tempo, gli dava quasi fastidio, ma era necessario.
    Allo Hyuga mancava solamente un metro per raggiungere il sensei, altri due passi, forse poco più, non poteva fallire.
    Ashitaka portò di nuovo a compimento un altro passo in avanti, verso la fine di quella prova, ma quando poggiò sul vetro il piede, non vi furono rumori, ma il genin sentì di non avere aderenza sufficente, così stringendo i denti donò un poco più di intensità alla suola di chakra, riparando per un soffio al quasi fatale errore.
    Sorrise, adesso poteva farlo, poichè anche l'ultimo passo arrivò a conclusione, e la figura di Ashitaka era perfettamente in linea con quella del sensei, sul vetro dell'edificio.
    Purtroppo Ashitaka era ancora occupato a mantenere la concentrazione alta sui costrutti per poter rivolgere una parola a Deveraux, così il genin aspettò, sempre mantenendo il chakra adesivo un'eventuale segno che la prova era infine realmente terminata.

    In pochi minuti se ci penso, ho imparato i rudimenti del controllo del chakra, forse noi Hyuga siamo realmente portati in quest'arte, poichè da quello che sò è anche basamento dello Juken...
    Vergil, non vedo l'ora che tu mi insegno come aprire veramente questi miei occhi, rimasti ciechi così a lungo....






     
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    Seduto sul freddo marmo della fontana, Vergil osservava l'operato dei due genin. Stavano andando bene, tutto considerato. Quel lato di Deveraux che lo portava a fare innocenti battute di tanto in tanto gli piaceva assai. Lo Yotsuki aveva un animo puro ed il suo chakra non mostrava altro che quello. I suoi occhi di luna non poterono che scintillare alla vista di quanto il genin potesse fare con l'arte del fulmine. Si sarebbe assicurato di levigarlo con cura.

    Al contempo, aveva notato, il modo di ragionare di quell'Ashitaka era particolare. Sfruttando i suoi occhi aveva seguito attentamente il processo di modellazione del chakra portato avanti dall'altro Hyuga, rilevandone l'originalità. Invece di concentrarsi sulla manipolazione delle proprietà, si era ingegnato - con una certa maestria, non si poteva negare - nel manipolare la forma del chakra. Un modo di procedere che gli sarebbe tornato utile in futuro, senza dubbio, ma che per quando Vergil aveva in mente di far fare ad entrambi i ragazzi non avrebbe aiutato molto.

    Quando vide Ashitaka raggiungere Deveraux sullo stesso muro che lo Yotsuki aveva scalato un anno prima decise che l'apprendimento delle nozioni preliminari poteva dirsi concluso. In un attimo fu vicino a loro, attaccato perpendicolarmente alla parete qualche metro sopra.

    " Fine del riscaldamento. "

    Li fissò entrambi un attimo.

    " Come ho già detto, oggi siete nakama, compagni d'addestramento. Ashitaka, quell'appellativo è fuori luogo. "

    Aveva poco senso chiamare sensei un proprio nakama. E tra gli shinobi, soprattutto uno Hyuga avrebbe dovuto comprenderlo. Il rispetto del suffisso sama era cosa appropriata, altre cose non lo erano. La voce dello Hyuga comunque non pareva irritata. Si era trattato di un semplice ragguaglio sull'etichetta. Quel giorno erano le arti ninja ad essere sotto il riflettore.

    " Avete dieci minuti per raggiungermi in cima. Ashitaka corre di più, ma è lontano dal controllare il chakra come fai tu, kohai. Dovrai dargli fino a tre consigli, non di più. "

    Una improvvisa raffica di vento scompigliò i capelli dei tre presenti, costringendoli a mantenere saldo il legame con il palazzo.

    " Per te invece, Ashitaka, la sfida sarà arrivare in cima. Dovrai resistere al vento e passare rapidamente da calpestare una superficie di mattoni a fragile vetro. "

    Per arrivare in tempo alla cima dell'imponente costruzione sarebbero stati necessari una padronanza del chakra di buon livello, che Ashitaka doveva ancora sviluppare, ed una resistenza fisica e velocità di corsa che Deveraux non aveva[VEL:250][RES:250]. Dove quindi lo Hyuga dai capelli bianchi, veloce nella corsa, avrebbe dovuto definire il controllo del chakra, lo Yotsuki, vista la sua padronanza sullo stesso, avrebbe potuto concentrarsi sulle proprie forze - fatti salvi i tre consigli. Per entrambi sarebbe stata una sfida notevole.

    " Non fatemi attendere. "

    E con quello sparì.
    Con una vista acuta i due avrebbero potuto vederlo apparire un attimo più tardi in cima al palazzo, lo sguardo volto verso di loro. Il conto alla rovescia era cominciato.

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    Prova intrecciata.

    Deveraux è ancora il maestro per quanto riguarda il chakra, ma al contempo dovrà correre come un emu :guru:

     
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    Chapter III - Vergil entra in scena.

    La prova a cui Deveraux aveva sottoposto Ashitaka non era delle più semplici. Aveva avuto molti problemi lui stesso un anno prima e in alcune occasioni anche all'infuori dell'addestramento.
    Nelle prove doveva uscire fuori dallo shinobi la capacità di imparare nozioni molto velocemente.
    Ashitaka avrebbe potuto pensare che fosse un fallimento, visto che c'aveva messo un po' per capire come utilizzare il chakra su una superficie vetrosa, ma Deveraux osservava l'operato del suo compagno con uno sguardo molto interessato.
    Nonostante lo Hyuga avesse riportato alcune ferite, viste le scheggie di vetro che si alzarono dopo l'errore di quest'ultimo, egli non si lamentò del probabile dolore e non fu preda di nessun tipo di esitazione. Era proprio ciò che l'Otese aveva deciso di mettere in chiaro fin da subito e in quel momento capii che non era stato necessario con Ashitaka.
    Era felice, soprattutto quando vide lo Hyuga fermarsi al suo fianco.
    -Stupefacente!-
    L'aria circostante venne riempita dalla felicità dello Yotsuki. Non si preoccupava di nascondere il suo stato d'animo.

    CITAZIONE
    " Fine del riscaldamento. "

    Spostò il suo sguardo verso l'esatta posizione di Vergil. I suoi movimenti erano innaturali, non producevano nessun tipo di rumore. Se era rimasto in silenzio forse Deveraux non si sarebbe reso conto della sua presenza.
    jpg

    Riprese Ashitaka per l'appellativo sama e Deveraux non intervenne, infatti, era troppo occupato a sperare di non aver sbagliato nulla con lo Hyuga e in quel momento ripensò alle prove a cui aveva sottoposto il suo nakawa.
    Forse c'era andato leggero, per questo Vergil era intervenuto.
    CITAZIONE
    " Avete dieci minuti per raggiungermi in cima. Ashitaka corre di più, ma è lontano dal controllare il chakra come fai tu, kohai. Dovrai dargli fino a tre consigli, non di più. "

    Dopo quelle parole la piazza fu investita da un vento gelido. Un brivido percorse la sua schiena. Deveraux non si scompose per nulla, ormai controllava l'adesione con il chakra quasi in automatico. Era una cosa che anche Ashitaka avrebbe imparato.

    I suoi occhi si erano già messi all'opera per individuare sulla superficie del palazzo il percorso migliore per raggiungere la cima.
    L'edificio era alto,molto alto e solo in quel momento capii le vere intenzioni del suo sempai.
    Quando vide Vergil comparire come un fantasma sulla vetta Deveraux spostò la sua attenzione verso Ashitaka.
    Sapeva già cosa il ragazzo avrebbe dovuto affrontare e non lo invidiava affatto, ma era sicuro che non si fosse ritirato in quelle circostanze. C'era un motivo per quella nuova prova e quella futura.
    Era giunta l'ora dei tre consigli. Si voltò verso di lui.


    -C'è vento.- Il primo consiglio andava al di là della semplice osservazione.
    -Qui sarà determinante la rapidità- Dovevo stuzzicare il suo intelletto, se avrebbe pensato al concetto di velocità, magari applicandolo alla corsa, non avrebbe mai raggiunto la vetta.
    -Il panico ti distruggerà, evitalo.- Ed era vero, perchè se si fosse ritrovato in bilico e se il terrore si fosse impossessato di lui sicuramente sarebbe precipitato.
    -Ci vediamo lassù!-

    Partì a tutta velocità con il percorso da fare già in mente. Doveva alternare mattoni e vetro, senza buchi ad ostacolare la sua corsa. A velocità sostenuta evitava l'evitabile, con un controllo del chakra assai perfetto. Non c'erano più esitazioni,paure, la corsa in verticale era come quella in orizzontale. Identiche.
    -Oddio, ma lui è velocissimo.- Stupore negli occhi di Deveraux quando avrebbe notato la velocità a pieno regime del suo nakawa. Doveva accelerare, e di brutto, ma da sopra e lateralmente un vento quasi solido opponeva resistenza alla sua corsa. Sembrava che si stesse scatenando una tempesta. Impastò appena possibile basse quantità di chakra per non rallentare.
    Vergil è stato un lampo, possibile che questo vento doveva attendere la nostra partenza?
    La competizione si era accesa al momento della partenza. Doveva approfittare di quei momenti di paura del ragazzo per distanziarlo, perchè ne era sicuro: quando Ashitaka si fosse lasciato alle spalle i vari timori sarebbe diventato una saetta.
    Attivare la sua innata in quelle circostanze era inutile. Il vento si sarebbe fatto sentire lo stesso,anzi,aumentando la sua superficie con la pressione la forza sarebbe stata ancora più notevole. Con Vergil davanti agli occhi quest'ultimi erano intenti a scrutare ogni ostacolo nascosto. Si muoveva elegantemente a zig zag cercando ove possibile di sfruttare il vento per una più rapida inversione del moto da destra verso sinistra e viceversa.
    Lentamente le gambe iniziarono a far male, precisamente nei quadricipiti, chiaro segnale che l'acido lattico stava entrando "in circolo". Utilizzò un po' di chakra per alleviare il dolore, consapevole che questo era solo un rimedio temporaneo.

    Aveva la tentazione durante la corsa di gettare un occhio verso Ashitaka, ma anche i ninja più esperti possono pagare a caro prezzo le distrazioni. Rigido sulle regole ninja individuò Vergil ormai "vicino". Più saliva di quota più il vento si faceva implacabile. Strinse i denti per il dolore che mano a mano aumentava sia sulle gambe che sui piedi.
    Aveva subito pene maggiori per ottenere molto meno. Abbassò il capo e obbligò le gambe a spingere oltre l'immaginabile, sperando di non deludere il sempai che lo stava giudicando dalla cima della struttura. In quell'istante se Ashitaka l'avesse superato Deveraux lo avrebbe ignorato.

    Con altri due impasti l'Otese raggiunse la cima. Fu una liberazione quando si posizionò perpendicolarmente al terreno. Non che il vento fosse scomparso o diminuito d'intensità a quella altitudine, ma ora uno dei cinque elementi naturali sfogava la sua forza senza conseguenze sui muscoli del giovane.

    Con Ashitaka o no giunto in cima Deveraux si sarebbe subito portato all'altro lato della vetta, gettando il suo sguardo all'orizzonte. Da quel palazzo sembrava possibile riuscire a scorgere Oto, ma era solo un illusione, infatti, da lì si intravedeva bene soltato l'ingresso alla città decaduta.
    -Non ha mai saltato vero Sempai?- Avrebbe domandato a Vergil, pregustando le conseguenze di una sua risposta negativa.



     
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    A causa dell'abbandono di Rouge la giocata si ferma qua, purtroppo.

    Non appena il PG Deveraux Yotsuki avrà gli stemmi per la Rossa editerò con il link del proseguimento, che per maggior ordine sarà in un altro topic.

     
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