Incontri che non ti aspettavi[Corso Genin]

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  1. Akashi
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    Chiamata Alle Armi




    Sul campo di battaglia scese Atasuke, il Sensei. Inutile dirlo, in quattro e quattr'otto sistemò il bandito che Daisetsu stava per decapitare, inducendo poi i miei avversari alla resa. Lo scontro era finito, potevamo respirare un pochetto.

    [...]

    Atasuke ebbe qualcosa da dirci, spiegandoci di quanto lavorare ognuno per i fatti suoi era stato controproducente: colpa nostra era lo svenimento di Laiton, membro del gruppo che se avessimo aiutato sarebbe ancora sveglio. Tentai di giustificarmi spiegando le mie ragioni:

    Posso ovviamente parlare solo per me, ma per quanto mi riguarda non ho avuto il tempo materiale di pensare a Laiton. I tre che mi hanno attaccato mi hanno stretto in un una morsa tale che io stesso ero in difficoltà data la loro superiorità numerica: anche se erano abbastanza scarsi fisicamente dover scansare sei braccia piuttosto che due da inevitabilmente qualche problema insomma. Vengo poi da un infortunio grave: non voglio che sia una scusa ma suppongo quantomeno che possa essere un deterrente. Dal canto mio, ammetto di non aver neanche lontanamente pensato a Laiton perché...bhe perché noi non siamo una squadra, o meglio non lo siamo ancora. Credo che in un gruppo debbano necessariamente crearsi delle sinergie prima che i singoli membri possano pensare al gruppo come ad una entità unica, e per noi che ci conosciamo da poche ore è impossibile instaurare queste sinergie. E' davvero brutto da dire, ma siamo 3 sconosciuti e credo che sia stato normale pensare alla pellaccia propria prima. O no? Questo è il mio punto di vista, ancora non ho imparato ad accettare passivamente l'idea di essere "compagno" di uno di cui so solo il nome...

    Seguirono poi elogi al mio operato ed una domanda: perché i tre che avevo affrontato erano considerati i più forti? La domanda suonò quasi retorica dopo il discorso sul lavoro di squadra che l'Uchiha aveva fatto poco prima, quindi riprendendo la parola dissi:

    Li ho affrontati, io so il perché. Quei tre collaboravano in ogni campo: uno tirava pugni, l'altro fendenti e se serviva si coprivano anche i lanci. Si vedeva che si muovevano secondo schemi studiati a tavolino, era chiaro come il sole. Per di più comunicavano: stavo per mettere al tappeto uno di loro pugnalandolo alle spalle prima che un suo compagno lo avvisasse della minaccia. Lo scontro è andato male perché non abbiamo parlato, non ci siamo aiutati e non abbiamo avuto interazioni per la questione delle sinergie di cui ho già parlato. Per quanto mi riguarda non ho notato carenze nei ruoli: erano avversari al nostro livello, una suddivisione del gruppo sarebbe stata sovrabbondante a mio parere.

    Conclusi attendendo quel che Atasuke avesse da ridire.
     
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  2. Grey Knight
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    ~La fine dello scontro~



    Di nuovo tutti i miei colpi andarono a segno, ero a terra, il dadao veloce schizzò verso il collo del pivello quando con un suono metallico andò a cozzare contro altro metallo.
    Atasuke, ormai libero dal suo avversario, frappose la sua lama tra il mio dadao e il collo del ragazzo con un tempismo impressionante, vidi sul suo volto un' espressione furiosa accompagnata da qualcosa che non avrei mai pensato di rivedere,o almeno non in un ragazzo della mia età.
    I suoi occhi erano diventati rossi, come il sangue, all'interno dell'iride una inquietante virgola nera, il ricordo di quegli occhi rossi di otto anni prima,differenti solo per la presenza di due virgole in più, mi fece rabbrividire le ossa.
    In forte stato di shock mi rialzai rapidamente e iniziai a blaterare quello che riuscivo a raccogliere dalla mia mente
    «Impossibile, altri li hanno, Uchiha, dev'essere... Sharingan, che sia lui? Impossibile, troppo giovane, potrebbe sapere però, questo è probabile, è necessario chiedere, sapere»
    la mia mente era letteralmente nel caos, non riuscivo a snocciolare neanche una frase di senso compiuto, neanche un ragionamento completo, rimanevo solo li, con gli occhi sbarrati dal terrore, l'aria ebete e le gambe che tremavano.
    Mentre Atasuke stendeva e legava i malviventi rimasti io ebbi il tempo di riprendermi dallo shock
    -non è questo ne il momento ne il luogo per queste cose, avrò tempo più avanti per parlarne con lui-
    Atasuke non sembrava affatto contento di come fossero andate le cose, innanzitutto chiese come mai Laiton fosse a terra, asserendo che fosse frutto di una nostra mancanza
    «Balle»
    risposi
    «Takuma ne aveva tre addosso e anche forti, io ne avevo due, lui solo uno ed era il pivellino che avrei seccato se non ti fossi intromesso ma di questo ne parleremo dopo, penso che se Laiton sia a terra è solo perchè non era in grado neanche di mettere KO un ragazzino impaurito che non è neanche in grado di tenere saldamente un temperino, figuriamoci un tanto»
    Takuma si difese dicendo che il gioco di squadra era ovviamente scarso per via della nostra reciproca estraneità
    «Concordo con Takuma, le missioni sono difficili per un team affiatato, figuriamoci per un'accozzaglia di persone tra loro estranee»
    dissi dandogli manforte aggiungendo
    «E per tornare sul ragazzino che non ho potuto seccare, di solito per entrare in queste bande bisogna passare un rito di iniziazione, di solito consiste in un omicidio o simili, quindi tanto innocente presumo non lo fosse, lui non avrebbe avuto la cortesia di pensare se fossi un povero innocente, così io non l'ho avuta per lui»
    Dopo aver sentito le nostre risposte Atasuke curò immediatamente la mia ferita alla spalla, poi quelle di Takuma, mentre riposavamo ci fece una domanda interessante, perché il trio contro cui Takuma si era scontrato era così forte? E cosa pensavamo fosse andato male nello scontro
    «Ovviamente il trio era forte per il gioco di squadra, cosa di cui noi mancavamo per i motivi di cui abbiamo parlato poco fa, sicuramente di conseguenza sono mancati tutti i ruoli, nessuno escluso, abbiamo sbagliato a non confrontare le nostre capacità quando ne avevamo la possibilità, un errore quasi fatale»
    dopo aver ribattuto mi misi in attesa della risposta dell'Uchiha

     
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  3. Asgharel
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    ~Debriefing - I di III~


    I suoi due allievi risposero cercando di difendere come potevano le loro azioni portando delle giustificazioni più o meno giuste. Takuma per primo espresse delle opinioni limitandole al suo caso facendo comunque uan profonda analisi del problema che si era generato sottolineando che loro non erano ancora una squadra e spiegando che cosa effettivamente mancava per poter formare una squadra.

    «La tua analisi è corretta Takuma. Voi tre non eravate ancora una squadra... E sul fattore della pellaccia... ne riparleremo dopo»


    Terminata la sua versione iniziò a parlare Daisetsu che con un maggior senso di superiorità si espresse sottolineando l'inadeguatezza di Laiton piuttosto che ammettere un suo errore, o meglio un LORO errore.

    «Tu parli di pivellini? Tu che sei riuscito a farti bocciare ad un esame genin? è da quando avevi cercato di reclutarmi per il team dei "Genin più promettenti" che non mi hai fatto buona impressione. Già da allora avevi la sfrontatezza di ritenerti superiore agli altri. Beh, non è così, altrimenti non saresti ancora uno studente sotto le mie mani. per quanto riguarda il "rito di iniziazione"... Da quand'è che sei anche diventato un esperto di bande criminali? Perdonami ma ai miei occhi sfugge la vista di un distintivo della polizia e dagli archivi accademici sfugge un master in bande criminali...»


    Uno sguardo nervoso venen rivolto al giovane Daisetsu che come Laiton prima dell'assalto stava accampando motivazioni di scarna natura sottolieando un senso di superiorità che non possedeva e che non poteva neppure sperare di avere.

    [...]


    Poi venen il tempo delle spiegazioni strategiche e di nuovo Takuma prese la parola dimostrando un'attenta analisi, probabilmente dovuta al suo diretto interessamento nello scontro contro il trio Kiriano, mentre Daisetsu gli diede man forte sottolineando che i motivi del loro fallimento come team erano già stati ampiamente dichiarati in precedenza.

    «Ottima analisi Takuma, davvero un'ottima analisi... Credo a questo punto, che abbiate compreso che cosa avete sbagliato e spero non lo rifacciate di nuovo. Ricordate però sempre che ben rare saranno le volte che partirete in missione con qualcuno che già conoscete o che conoscete bene. Molto spesso, soprattutto adesso che siete all'inizio del vostro cammino vi ritroverete in squadra con degli sconosciuti, spesso diametralmente opposti a voi, al vostro modo di pensare e di fare. Ed ancor più spesso vi ritroverete a dover cooperare con queste persone poco dopo esservi incontrati. Quindi da subito dovete sapere che cosa i vostri compagni sanno fare ed altrettanto devono sapere loro.»


    Con tono serio, tuttavia lieve riprese poi a parlare dopo una breve pausa atta a prendere fiato.

    «Ma soprattutto... ed in particolar moto Tu, Daisetsu... Dovete comprendere il valore del rispetto dei vostri compagni, oltre che imparare ad essere umili. Non serve a nessuno che voi sgozziate gente a ciclo continuo solo perchè "potrebbero aver già fatto" e sputare sentenza sull'abilità di questo o di quell'altro. Per quello che ne potevate sapere, Laiton poteva riuscire a salvarvi tutti e due per una qualche strana ragione. Allo stesso modo Takuma che pareva essere il più abile fisicamente poteva restare sopraffatto e forse non ci sarebbe voluto molto ancora dato lo stato medico in cui è. Mentre tu, probabilmente saresti caduto a breve a causa di quella ferita al braccio che ad occhio e croce per la sua conformazione pare ti sia fatto da solo per un qualche motivo sconosciuto.»


    Strinse le braccia incrociandole per acquisire un tono più professionale e scolastico prima di proseguire con le sue ultime domande prima di lasciar andare i suoi apprendisti.

    «Comunque sia... Ora pare abbiate compreso che cosa sia il lavoro di squadra... So che sapete combattere... Tuttavia, manca ancora un perchè. Perchè combattete? Per chi lo fate? Per cosa lo fate? Qual'è il vostro scopo? Volete essere banalmente delle macchine da guerra o aspirate a qualcosa di più? Ad un obbiettivo più importante del mero guadagnare denaro uccidendo la gente?
    Non ve lo sto chiedendo per curiosità mia. Me ne importa ben poco... Voglio vedere se voi stessi sapete perchè state facendo questo, per quale motivo vi siete spinti fino a questo punto...»


    La domanda in se era semplice e complessa allo stesso tempo dato che nella sua semplicità di formulazione nascondeva importanti informazioni non solo sui suoi studenti, ma anche su che tipo di persone sarebbero diventate di li a breve se avessero continuato con il loro percorso da shinobi...
     
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  4. Akashi
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    Chiamata Alle Armi




    Ricevetti i complimenti dal Sensei Atasuke: le mie analisi erano corrette, mentre su quelle di Daisetsu ebbe da ridire. Non lo confessai perché sapevo che farlo avrebbe portato solo critiche a mio indirizzo, ma in cuor mio non davo del tutto torto al mio compaesano: su molte cose mi trovavo d'accordo con lui, solo che forse la sua abilità nel relazionarsi con i Superiori non era pari alla mia. Alle volte bisogna anche capire cosa chi ci sta di fronte vuole sentirsi dire: dopotutto ciò non cambia come siamo realmente, ma solo come appariamo. Solitamente ero uno che diceva le cose come stavano, ma sapevo benissimo come fare a farle apparire più appetibili a chi si circonda di quello che a me piace chiamare "Falso senso del Patetico". "Patetico" inteso nella connotazione più ancestrale del termine, ossia nel senso di empatia. Su una cosa, ed una sola, ero in totale disaccordo con il Kiriano: ammazzare senza senso, non ha per l'appunto senso. Un conto è essere in pericolo di vita, un conto è a avere a che fare con dei principianti: nessuno potrà mai conoscere le motivazioni che hanno portato qualcun'altroo sulla via sbagliata. Avrei voluto dire a Daisetsu "Se erano pivelli perché ne hai ucciso uno?" ma temendo di peccare di presunzione nei confronti di Atasuke, mi tenni tutto dentro.

    Fu il momento di aprir bocca ancora una volta: Atasuke ci chiese una serie di perché. Banalmente era un modo differente di esporre la classica domanda che tutti i sensei pongono ai loro studenti: "Qual'è il tuo credo Ninja?" Per quanto avessi sempre saputo in cuor mio che prima o poi mi avrebbero fatto quella domanda, non avevo mai pensato a prepararmi una risposta. Impreparato risposi con un certo imbarazzo:

    Perchè, eh? bè in effetti...non ho un particolare motivo. Sono figlio di una persona che ha intenzione di portare in auge il nome di un Clan a tutti sconosciuto, ma non ho maturato ancora nessuna esperienza per poter arrivare a definire un perché al mio essere un Ninja, al mio combattere. Potrei dire "vendetta", ma per mia fortuna nessun pazzo ha ucciso i miei genitori in una missione ninja. Potrei dire "per soldi", ma ancora non vivo a mie spese, quindi non conosco a pieno il valore degli stessi. Potrei dire più che altro...si, questo potrebbe andare! Potrei dire che combatto per un sempre più crescente senso di responsabilità nei confronti della chiamata che il Mondo mi ha fatto, combatto per dimostrare a chi mi circonda di essere all'altezza della situazione indipendentemente da quale la situazione in questione sia. Sono un diciottenne che si muove nel marasma dello Shinobido, cercando di emergere dalla massa per servire il mio Clan ed il mio Villaggio. La vita da ninja non è la mia ragione di vita, e scusatemi il gioco di parole. Quantomento, non lo è ancora.

    Attesi la risposta del sensei.
     
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  5. Grey Knight
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    ~una domanda insidiosa~



    Atasuke non gradì affatto la mia analisi, esternando addirittura il suo dubbio su come fossi a conoscenza dei rituali di iniziazione della malavita
    «Se vuoi insinuare che faccia parte pure io di una di quelle bande di cazzoni ti sbagli, semplicemente vivo nelle vicinanze del porto, li tutti sanno cosa fanno le bande ma nessuno osa opporsi, nessuno tranne me, anche per questo mi sono messo qualche volta nei guai, immagino che nella civilizzata konoha la malavita sia stata sgominata da tempo vero?»
    Il sensei fece un discorso sull'umiltà, per quanto detestassi ammetterlo aveva ragione
    «per quanto io possa coltivare dei dubbi sulle tue parole, non posso che darti ragione, Atasuke-san ti chiedo umilmente scusa»
    non volevo far incazzare troppo il sensei ma un appunto volevo farlo, era più forte di me
    «volevo solo puntualizzare una cosa Atasuke-san, io non sono stato bocciato a nessun esame genin, non ho potuto affrontarlo perchè il mio precedente sensei è stato richiamato in patria durante la missione, determinando la cancellazione di essa»
    Dopo averne preso atto l'Uchiha ci domandò il motivo per cui avevamo deciso di intraprendere questo cammino
    «Principalmente voglio diventare uno shinobi per gratitudine, ilo clan Kakita mi ha accolto come un membro effettivo della famiglia anche se ero solo un orfanello adottato, io come ringraziamento voglio riportare il clan ai fasti dell'antichità diventando un grande ninja, magari pure kage, inoltre devo scoprire la verità dietro un episodio del mio passato, di cui mi perdonerai se non te ne parlo e solo uno shinobi può raggiungere la verità, accedendo a documenti altrimenti inaccessibili per un comune cittadino»
    spostai una ciocca candida di capelli da davanti agli occhi
    «infine voglio sgominare la criminalità dai territori della mia patria e devo essere più forte per poterlo fare, molto più forte»
    Non volevo solo sgominare le bande del porto ma anche ripulire quel buco di sozzume di Genosha, questo era il meno ambizioso dei miei obbiettivi, il più difficile sarebbe stato scoprire la verità su quella notte e finalmente portare la giustizia sulle persone che avevano architettato tutto quello.



     
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  6. Asgharel
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    ~Debriefing II di III~


    I suoi due allievi assorbirono quello che aveva da insegnare loro reagendo tuttavia in due modi ben distinti. Takuma, elogiato per le sue teorie o alemno per quello che aveva espresso sino a quel momento tacque senza commentare in maniera alcuna ne le parole rivolte a lui, ne quelle rivolte verso Daisetsu, assai meno elogianti. Daisetsu, invece, con torto o meno, si espresse ancora una volta in sua difesa cercando di proteggere la sua posizione sospettando che Atasuke stesso avesse in un qualche modo insinuato qualcosa sulle sue abitudini o sul suo passato.

    «Mai detto nulla del genere Daisetsu... Avessi sospettato o avessi anche solo voluto insinuare questo, prima ti avrei ammanettato con ben poca gentilezza e poi ti avrei portato dalle autorità per un controllo... Ma... Non siamo qui a discutere di questo.»


    Quando poi Atasuke impartì un'ulteriore "lezione", seppur teorica, ma sempre utile ed efficace nella vita, Daisetsu cambiò apparentemente tono ammettendo per una volta una sua "debolezza". Tuttavia ancora una volta non riuscì a non puntualizzare aggiungendo una breve postilla a "sua difesa", anche se questa volta, aveva ragione a dover puntualizzare.

    «Bene... Allora accetto le tue scuse... e sono certo del fatto che non commetterai più di questi errori, o almeno lo spero... D'altra parte... mi scuso a mia volta per aver insinuato che tu fossi stato bocciato al tuo corso. Ammetto che in effetti non ero stato informato dell'annullamento della vostra missione...»


    Un breve sorriso atto a sottolineare la sua buona fede e la totale mancanza di voglia nel mancare di rispetto ad un altra persona, seppure un suo diretto sottoposto. Seppure fosse un suo studente.

    [...]


    ~Debriefing III di III~


    Giunse infine il tempo delle spiegazioni. In evrità aveva già posto quella domanda all'inizio del corso, tuttavia questa volta si aspettava una sorta di elaborazione maggiore ed un approfondimento superiore da parte dei suoi studenti, ed in effetti fu così. Takuma da parte sua si espresse seprimendo dapprima un interessante carnet di possibilità da scartare per poi esprimere un nobile interesse legato ad una sorta di chiamata o di vocazione all'arte dello shinobido. A quelle parole Atasuke non fece altro che un cenno di approvazione con la testa per poi concentrarsi su Daisetsu e sulla sua opinione, o meglio, sulla sua "via" e sul suo essere ninja.
    Daisetsu fù meno ispirato di Takuma, tuttavia anche lui domostrava di avere un nobile intento legato in primo luogo ad un senso di gratitudine verso al clan che lo ha cresciuto ed allevato e poi verso lo stesso villaggio che lo ha, per così dire, "accolto" come un suo membro per poi concludere con un obbiettivo di protezione da malviventi per cui era alla ricerca di una maggior forza.
    Anche a quelle parole Atasuke si prese qualche attimo per meditare la sua risposta "gustandosi" quello che i suoi allievi avevano detto e continuando con i suoi cenni di approvazione. Quando poi raggiunse una decisione, si voltò di scatto dando le spalle ai suoi allievi.

    «Le vostre sono nobili parole per descrivere dei nobili obbiettivi. Se questi sono realmente i vostri scopi e le vostre motivazioni, non posso essere che fiero di voi... Quando vi ho incontrati all'inizio di questo corso, eravate solo degli studentelli, un'accozzaglia di ragazzi incapaci di badare a loro stessi in questo mondo ricco di violenza. Eravate pieni di voi stessi ed eravate convinti di poter battere il mondo da soli. Ora invece, pare abbiate compreso l'importanza del lavoro di squadra, avete esposto dei nobili scopi ed avete dimostrato di saperci fare... Per quanto mi riguarda, siete pronti per diventare dei Genin»


    Voltò nuovamente il capo verso i suoi allievi dando sempre loro le spalle, ma mostrando un ampio sorriso ed uno sguardo altamente compiaciuto. Per quanto lo riguardava i due ragazzi erano pronti. Laiton invece non era ancora adatto per sobbarcarsi di un atle gravoso grado di shinobi.
    Entrambi avevano ancora molto da imparare dal mondo che li corcondava, come anche Atasuke stesso non era che all'inizio del suo lungo percorso, tuttavia, entrambi parevano aver raggiunto la maturità sufficente per proseguire nel loro cammino.

    «Ora che ne direste di seguirmi a Konoha per una bevuta? Offro io...»


    Con quelle parole si caricò bene in spalla il povero Laiton pronto a portarlo al più vicino pronto soccorso dove avrebbero fatto tutte le analisi del caso e lo avrebbero rimesso in sesto.


    OT - Bene, dato che non mi pare il caso di tenervi bloccati ancora a lungo con altri post dall'utilità effimera, questo è il vostro ultimo post. Una volta che avrete postato potrete richiedere gli agognati stemmi per questa giocata unitamente allo stemma onore "Genin". Al post conclusivo di entrambi posterò la chiusura definitiva del corso, quindi quando avete postato, potete considerarvi liberi :zxc: - /OT
     
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  7. Akashi
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    Chiamata Alle Armi



    Non gradii particolarmente le parole che il sensei spese a conclusione della missione, o almeno non del tutto: parlò di nobili motivazioni per nobili gesti, parlò di una ritrovata fierezza scaturita da una nostra maturazione, parlò del fatto che avevamo compreso l'importanza del lavoro di squadra. Non gradii le sue parole per il semplice fatto che sembravano parole pronunciate da un cieco, uno che non aveva visto nulla di quel che era successo: un compagno finito KO, uno con delle belle ferite, io che ero sull'orlo dello svenimento, e lui parlava di gioco di squadra? Ma quale gioco di squadra! Se in battaglia ci eravamo comportati così era perché ognuno di noi, sotto pressione in seguito all'essere stati colti di sorpresa, ha pensato solo a salvare la propria pellaccia!


    Avevamo agito per inerzia spinti dal puro istinto di sopravvivenza, e se lui pensava che le nostre ammissioni di colpa circa la mancata collaborazione tra noi fossero sufficienti ad imporre il cambiamento di un istinto che sopravvive nel genere umano da circa...non so quanti milioni di anni, era cieco per davvero. Oppure, in alternativa, un fesso.


    Non gradii le sue parole perché avvertii che non era come lui diceva, avvertii che quelle parole erano false, eccetto quelle relative alla nobiltà delle nostre azioni: su quelle credo che fosse sincero. Aveva parlato di come eravamo "ad inizio corso" quasi dimenticando che la missione era iniziata qualche ora prima e che per di più non l'avevamo nemmeno portata a termine. Parlare di maturazione è molto pesante, dire "sei maturo" ad una persona ha un significato pesante.


    Per questo mi limitai a sorridere con finto compiacimento nei confronti delle parole che Atasuke spese per noi, aprendo bocca solo quando ci chiese se ci andava una bevuta pagata da lui a Konoha. Io non amavo particolarmente l'alcool, rendeva indigesto tutto ciò che mangiavo nell'immediatezza, ma non avevo mai visto Konoha: perché rifiutare? D'altronde, chi non beve in compagnia o è un ladro o una spia, quindi sincero risposi: Certo Atasuke, perché no! Sorrisi per poi riprendere: Facci strada, sei tu che vivi qui vicino! Infine conclusi dicendo: Ma che ne è dei banditi giù al porto?


    Per quando quelle parole non mi suonarono giuste in quel frangente, per quanto non fosse vero che fossimo maturati solo dopo uno scontro dal quale eravamo usciti malconci, una cosa era vera: quello fu il primo passo verso una maturazione che pian piano avrei conseguito nei giorni successivi, missione dopo missione, sino ad arrivare al momento in cui il Sanbi fu rinchiuso in me. Devo molto al Sensei Atasuke, per quanto breve la sua esperienza al suo fianco è stata costruttiva, o quantomeno ha dato il via ad una serie di avvenimenti risultati costruttivi.

     
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  8. Grey Knight
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    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]

    ~la fine del corso~



    Atasuke sembrava soddisfatto di come avevamo concluso la missione
    -peccato che la missione non sia finita-
    «Atasuke-san, ti ringrazio per le tue parole ma voglio portare alla mente di tutti che la missione non sarebbe ancora finita, è vero che abbiamo sgominando la loro avanguardia ma il resto è ancora al porto»
    dissi con tono duro
    «Visto che siamo messi male è meglio tornare a Konoha e riposare, però non dobbiamo considerare di aver vinto oggi, la nostra è stata una vittoria di Pirro»
    sapevo che erano parole dure ma andavano dette, non dovevamo prendere quella vittoria come un trionfo, eravamo usciti solo più in due da quel combattimento e pure malconci.
    Secondo me non eravamo ancora pronti a passare di grado ma se Atasuke era sicuro del contrario io non mi sarei permesso di contraddirlo ma volevo ricordare di dare il giusto peso alla giornata.
    Atasuke ci invitò a prendere qualcosa a Konoha
    «accetto volentieri, una birra mi ci vuole proprio dopo una giornata del genere»

    […]



    Ero seduto con Atasuke e Takuma nella taverna di Konoha, il Konoha's Drink, nel mio boccale la schiuma traboccava dall'orlo, ricca e spumosa, portai il vetro alla bocca, il fresco nettare sapeva pienamente di malto
    -meno male, temevo avessero solo birraccia di riso-
    il nettare scorse giù per la mia gola rinfrescandomi e togliendomi la stanchezza dal corpo e dall'anima
    «aaah la birra, quando perdo ne ho bisogno, quando vinco me la merito!»
     
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  9. Asgharel
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    ~Dubbi~


    I due rimasti erano giunti al termine del loro compito, o almeno così doveva essere per ciò che ne sapevano. Tuttavia, entrambi parvero non gradire completamente le parole del loro sensei. In particolare entrambi esposero dei dubbi sul successo della loro missione. Takuma chiedendo che fine avessero fatto i banditi del porto che dovevano sgominare, Daisetsu esponendo direttamente la sua perplessità come una sorta di accento sulla questione incompleta. Entrambi avevano ragione, tuttavia non era il tempo per sviscerare ulteriormente la questione.

    «Mi chiedete dei banditi del porto... Beh... Erano loro i banditi del porto»


    Sorrise, cercando di non sottolineare troppo la "fortuna" che avevano avuto nel non dover cercare palmo a palmo il loro obbiettivo.

    «Alla fine pare che per nostra fortuna il cavallo con cui il nostro giovane Daisetsu è arrivato fosse loro o un loro bottino... E quindi ha fatto che portarceli direttamente evitandoci la fatica di una lunga ricerca al porto.»


    Un ultima pausa per lasciare che anche Daisetsu finisse di dire la sua e poi i tre si sarebbero messi in marcia senza altre spiegazioni sull'argomento. Atasuke sapeva che in fondo c'era ancora altro da fare, tuttavia i suoi due apprendisti non erano ancora pronti per affrontare quella missione e probabilmente sarebbe servito altro supporto per concludere definitivamente la missione a cui loro avevano dato ufficialmente il via.

    [...]


    ~Una Bevuta al Konoha's Drink~


    Depositato il giovane Laiton all'ospedale del villaggio e le armi dei due kiriani alle mura nelle mani della sua amica Shay, Atasuke guidò i suoi due studenti fino al Konoha's Drink dove con tutta calma si sarebbero seduti per rilassarsi e godersi qualche ora di calma. Daisetsu non perse tempo ed ordinò al volo una birra, mentre Atasuke si concesse il solito bicchiere di Scotch.

    «Allora ragazzi... Alla fin fine voi due siete riusciti ad assolvere al vostro compito. Spero che vi siate "divertiti" o che comunque questa esperienza sia stata costruttiva per voi due, anche se in effetti lo è stato. Certo... Non siete ancora dei ninja provetti, ma almeno avete imparato dai vostri errori... come d'altronde ho detto prima... Comunque ricordate che dalla teoria alla pratica ci passa un oceano... Ma iniziare a capire gli errori e riuscire a sapere cosa fare almeno in teoria è un primo passo che all'inizio di questa giornata non avevate saputo fare...»


    Alzò quindi il suo bicchiere in alto proponendo un brindisi.

    «A voi ed al vostro esame Genin!»


    Un sincero sorriso e poi giù a bere in allegria. Come diceva sempre suo padre: Non c'era niente di meglio di una bevuta al bar per concludere un lavoro difficile.


    OT - E con questo post dichiaro la chiusura definitiva della giocata. So che per voi probabilmente è strano che solo quel gruppetto di noob fossero al banda, ma in effetti loro erano una banda al completo... Tuttavia vi spoilero che appena avrò un po di tempo proporrò una piccola quest che partirà da questa giocate ed alla quale voi due avrete priorità di iscrizione :zxc:
    Per il resto mi congratlo con voi per la vostra ottima giocata, bravi
    - /OT
     
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38 replies since 10/1/2012, 17:57   578 views
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