Acqua e Fuoco

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  1. Grey Knight
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    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]

    ~Acqua e Fuoco: Una giornata iniziata male~



    Era buio, camminavo con passo sicuro in quell'oscurità, svoltai a destra verso il lungo corridoio che portava alla sala grande, finalmente la luce si fece spazio, emanata da delle lanterne attaccate alle pareti. Sulla sinistra una delle guardie mi guardò con sospetto, era armata di yari, probabilmente avrei potuto eliminarla velocemente, senza problemi ma le urla avrebbero allertato tutti li attorno e questo non doveva succedere, la guardia sospettosa si avvicinò a me e allungando un braccio verso di me aprendo la mano in segno di stop mi disse
    «chi è lei? Dove è diretto? Cosa ci fa qui?»
    ovviamente non potevo rispondergli che ero li ad ammazzare la persona più importante del paese, perciò usai il mio potere per “dissuaderlo”
    «Penso che sia una perdita di tempo controllarmi, io sono pulito»
    i miei occhi, rossi solcati da tre tomoe nere fissavano negli occhi la sventurata guardia
    «ora è meglio che mi lasci andare»
    «lei è pulito, proceda pure e mi scusi per la mia scortesia»
    Mi girai e continuai a percorrere il corridoio che portava alla sala grande, feci scorrere una delle due porte che permettevano l'accesso ad essa, all'interno l'arredamento era molto ricco, c'erano quattro grossi bonsai ai lati della stanza, ciliegi direi, alle pareti erano appoggiate sfarzose librerie stracolme di libri rari e antichi, al centro della stanza un trono di legno laminato in oro con intarsi che richiamavano delle fiamme, dietro due ante aperte davano sul giardino retrostante la cui bellezza non era minimamente intaccata dall'oscurità della notte , la luna che splendeva fioca nel cielo
    «Trattiene la notte, con la sua crescente luce, la luna d'estate»
    dissi a bassa voce, estrassi una carta-bomba dalla sacca degli strumenti e la posizionai sulla seduta del trono e impastando un po di chackra le feci prendere il colore della foglia dorata, una volta piazzata mi lanciai dalla finestra atterrando in cortile, ormai il daimyo era un cadavere vivente...



    ~





    Mi svegliai di colpo sudato fradicio, un bozzolo di coperte
    -ma cosa diavolo era quel sogno?-
    mi accorsi di avere calde lacrime che fluivano dagli occhi fino al collo, mi liberai dalle coperte e mi alzai, ancora alienato dall'incubo appena avuto.
    Dopo aver svolto la solita routine mattutina mi avviai all'accademia per ritirare l'equipaggiamento che avevo prenotato qualche giorno prima dopo la promozione a genin, di solito lo avrei ritirato il giorno stesso della promozione ma per via di qualche modifica allo stesso avevo dovuto attendere qualche giorno.
    Arrivato nel cortile elegantemente decorato da aiuole il sole mi aggredì come uno squalo aggredisce un pinguino, il caldo e la luce mi stavano facendo patire le pene degli inferi, perciò mi feci una corsetta ed entrai rapidamente nel fresco ingresso dell'accademia.
    -aaaaaaah, finalmente un po di fresco-
    era finalmente scoppiata l'estate, con tutto quello che ne comportava per uno che aveva sempre vissuto a Kiri, il totale sconsiglio di uscire dal villaggio.
    Mi avviai a passo sicuro verso l'armeria, destreggiandomi tra gli intricati corridoi, suonò una campanella e di colpo il corridoio deserto si riempì come un fiume in piena di studenti che uscivano dalle classi
    -dannazione, la pausa pranzo-
    la marea umana iniziò a riversarsi verso di me, impedendomi di raggiungere il fondo del corridoio, per non essere travolto dovetti spalmarmi sulla parete destra ma anche così urtai una ragazza che si stava affrettando a raggiungere la mensa, che ruzzolò per terra facendo cadere la pila di libri che portava tra le mani.
    La ragazza girò il viso verso di me, era poco più piccola di me forse due anni in meno, bionda, occhi azzurri, viso delicato, probabilmente una Yamanaka
    -che carina-
    le mie speranze si infransero quando, con gentilezza cercai di aiutarla a raccogliere i libri
    «Levati di mezzo sfigato!»
    una parte di me si incrinò in quel momento, facendo un leggero rumore di vetro incrinato.
    Dopo la cocente delusione il corridoi si era svuotato e riuscii a raggiungere senza problemi l'armeria, trovandomi davanti alla imponente porta di legno che annunciava l'anticamera, il limite che i non addetti ai lavori non potevano oltrepassare, bussai.
    «Avanti»
    Assecondai l'invito ed entrai, di fronte a me c'era un bancone sovrastato da delle sbarre, da li in avanti potevano entrare solo i dipendenti dell'armeria.
    Mi avvicinai al bancone, un uomo sulla quarantina era seduto al di la delle sbarre ed aspettava che gli dicessi cosa mi serviva.
    «Buongiorno, avevo ordinato dell'equipaggiamento da genin modificato, qui c'è il documento di prenotazione»
    l'addetto prese il documento gli diede un occhiata e mi chiese
    «è lei Suigetsu Kakita?»
    «no, guardi meglio io sono Daisetsu Kakita»
    «allora mi spiace ma mi posso solo attenere al foglio, se leinon è suigetsu kakita non posso darle l'equipaggiamento»
    «cosa?!? sta scherzando spero, le ho consegnato io il foglio»
    «mi dispiace le regole sono regole»
    «Senta, non ho tempo per discutere, mi dia l'equipaggiamento e finiamola»
    «va bene, se è così mi dica, quali erano le modifiche che aveva chiesto al suo equipaggiamento? Sul foglio non c'è scritto, almeno se è lei ad averle prenotate dovrebbe saperlo»
    «Ovvio che le ho prenotate io, allora, incisione dello stemma del mio villaggio sulle placche d'acciaio dei guanti, ricamo della stemma della mia casata sul corpetto e incisione di una frase sulla wakizashi»
    «qual'è la frase?»
    «il motto dei Kakita: la verità è una menzogna»
    «Molto bene, tra pochi minuti avrà il suo equipaggiamento»
    mentre aspettavo che mi venissero a portare il tutto la porta si aprì ed entrò un ragazzo biondo, occhi azzurri, vestito con una camicia bianca con fiamme rosse
    -un foglioso-
    pensai, mi girai verso di lui e gli dissi
    «anche tu a prendere dell'equipaggiamento?»
    vidi che non portava il coprifronte
    «anche tu novello genin? Anch'io sto ritirando il coprifronte ora, mi chiamo Daisetsu del clan Kakita di Kiri, è un piacere collega»
    dissi allungandogli la mano.
     
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  2. Ichigo ~
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    Parlato Karen
    Pensato Karen
    Parlato Altrui


    Il sole era quasi alto nel cielo, in territorio accademico vi era già una gran folla, ma tra le sole persone, non che fosse l'unico, che stava ancora nel letto c'era anche lui: Karen. Sonnecchiava beato nel suo sonno, tra le braccia di Morfeo. Ma all'improvviso si svegliò per colpa di una maledetta sveglia che scaraventò contro il muro, facendola rompere in mille pezzi. Era la terza in quella settimana. Ma dovette ringraziare la sveglia se quel giorno andò in armeria a ritirare il suo coprifronte che avrebbe dovuto ricevere dopo la sua promozione a genin. Ma andiamo per gradi.
    Karen si sveglio, usualmente, con un gran mal di testa e una mano destra quasi dolorante. Il suo primo pensiero fu, come sempre..

    Aaaaaaah..Che fame!

    Alzatosi dal letto, andò in cucina a bersi un pò di latte accompagnato da qualche biscotto integrale, per poi andare a farsi una doccia rinfrescante. Fattosi la doccia, entrò in camera da letto e si vestì con il suo solito vestiario: una maglietta bianca con il motivo degli abitanti di Konoha, un fuoco rosso, un pantaloncino blu con diverse tasche, qualcuna propria dei pantaloni mentre altre, aggiuntive, da porsi posteriormente e in cui metteva kunai, shuriken e altro armamento, poi sandali. Ora era davvero pronto per uscire in strada a fare le diverse commissioni. Diverse, semmai una. Dovette andare solo all'armeria per ritirare il suo coprifronte nuovo di zecca. Nel momento in cui entrò vide un fatto usuale. L'armeria era una bolgia, un aggregato immane di studentelli e neo-genin che dovevano ricevere i loro equipaggiamenti.

    Oh cazzo..ma proprio a quest'ora dovevo venire qua in armeria!? Per tutti i Kami..

    Seccandosi di dover aspettare, cosa che doveva fare comunque si accostò alla parete destra del negozio, passandosi una mano tra i capelli come se se li dovesse portare all'indietro e aspettò il suo turno. Un quindici-venti minuti dopo toccò a lui, c'era solo un altro ragazzo. Questo ragazzo girandosi rivolse la parola a Karen per poi presentarsi.

    Anche tu a prendere dell'equipaggiamento? Anche tu novello genin? Anch'io sto ritirando il coprifronte ora, mi chiamo Daisetsu del clan Kakita di Kiri, è un piacere collega.

    Oh un Kiriano. Ed anche un neo-genin che, proprio come Karen, doveva ritirare il suo coprifronte.
    Era un giovane ragazzo, alto un poco più del biondo foglioso, con degli inusuali capelli bianchi, inusuali perchè Karen non aveva ancora visto persone della sua età con quel colore di capelli. Si chiedeva proprio se fossero naturali o tinti. Ma vabbè iniziò a interloquire con lui per far passare il tempo in quell'armeria.

    Piacere mio, mi chiamo Karen Namikaze e sono di Konoha. Ebbene sì, anche sono un nuovo genin.Come hai visto sono anche io uno di quelle tante nuove reclute che deve ricevere il proprio coprifronte.

    Vedendo che vi era un commesso libero nel locale, si scusò con Daisetsu, e si precipitò verso quel lavoratore per richiedere il coprifronte.

    Salve sono Karen Namikaze, sono un neo-genin e dovrei ricevere il mio coprifronte. E' già pronto?

    Immediatamente gli resero il suo coprifronte in una stoffa di lana. Tale coprifronte era caratterizzato da una fascia blu con sopra una lastra metallica con inciso sopra lo stemmo di Konoha. Dopo essersi messo il coprifronte rivolse subito la parola a Daisetsu.

    Ehi Daisetsu io ho fatto, tu?

     
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  3. Grey Knight
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    Narrato

    -Pensato-
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    <<parlato>> (altri)


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    ~Acqua e Fuoco: una nuova conoscenza~




    Il foglioso aveva ritirato il suo coprifronte, io ero ancora in attesa che il mio equipaggiamento fosse recuperato
    «se il commesso si sbriga dovrei aver fatto»
    purtroppo ancora non si vedeva nessuno sbucare dal retro del bancone
    «e così sei di Konoha, mi hanno detto che è un luogo bellissimo, nonostante sia stato distrutto in passato lo hanno sempre ricostruito più bello»
    attesi la risposta del ragazzo e, nel caso mi avesse chiesto di kiri avrei risposto
    «è un luogo incantevole, a parte la nebbia, io abito vicino al porto, da li si gode di una vista fantastica»
    Karen aveva già indossato il coprifronte, la foglia sulla placca metallica risplendeva alla luce delle lampadine
    -acciaio appena lucidato, nulla risplende meglio-
    il mio occhio era allenato a notare certe cose, avendo vissuto otto anni con un fabbro.
    «a quanto pare il fabbro dell'accademia non è un principiante»
    dissi indicando il coprifronte
    «sai il mio clan è famoso per i suoi fabbri e il mio vecchio è uno dei migliori della famiglia, i tupi genitori cosa fanno?»
    attesi la sua risposta per poi aggiungere
    «hai detto di essere un Namikaze, non ho mai sentito questo nome, ma non so molto dei clan stranieri a parte quelli più famosi, siete un clan potente? Il mio lo è, ma la mia famiglia è decaduta»
    ovviamente non volevo scendere nei dettagli, quelle erano informazioni che dovevano restare entro le mura del villaggio.
    Dopo aver sentito cosa aveva da dire Karen aggiunsi
    «Il mio obbiettivo è riscattare la mia famiglia, riportarlo ai fasti del passato, in modo che venga di nuovo rispettato come un clan principale»
    dissi con tono ispirato
    «e tu? Hai un obbiettivo da raggiungere o qualcosa di simile?»
    non appena rispose alla domanda il commesso riemerse dal retro dell'armeria con il mio equipaggiamento in mano
    «ecco a lei, mi scusi ancora per il disagio ma sa, non vorrei che qualcuno rubasse dell'attrezzatura cercando di fregarci»
    disse costernato
    «nessun problema»
    risposi sorridendo
    «non si è mai troppo cauti di questi tempi»
    mi girai verso Karen
    «detto fatto! »
    Karen sembrava un ragazzo interessante, la mia curiosità mi impose di approfondire la conoscenza, chissà che non avrebbe potuto fare al caso mio, sicuramente sembrava più socievole di Atasuke
    -forse a Konoha non sono tutti scontrosi allora-
    «che caldo»
    mi asciugai il sudore dalla fronte, ritirai la mia roba e gli dissi
    «noi di Kiri non siamo abituati a queste temperature, ti va qualcosa di fresco? Offro io»



    Edited by Grey Knight - 25/4/2012, 16:10
     
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  4. Ichigo ~
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    Il coprifronte indossato da Karen oramai splendeva di luce propria. Merito del fabbro e del suo esemplare lavoro. Nello stesso momento in cui il foglioso indosso quell'oggetto pieno di decoro militare, il ninja di Kiri, Daisetsu Kakita, questo il suo nome, rispose all'interrogativo posto da Karen.

    Se il commesso si sbriga dovrei aver fatto.
    E così sei di Konoha, mi hanno detto che è un luogo bellissimo, nonostante sia stato distrutto in passato lo hanno sempre ricostruito più bello.


    Daisetsu a quanto pare stava ancora aspettando il suo equipaggiamento nuovo di zecca, coprifronte compreso. La sua pelle rispecchiava benissimo il suo logo di provenienza, aveva una pelle, anche se vissuta, candida come la neve. Quindi le sue supposizioni, le sue congetture, erano assolutamente giuste. Era di Kiri. All'interrogativo del kiriano, Karen subito rispose con assoluta facilità.

    Non ti preoccupare, non ho nessuna fretta.
    Già sono di Konoha, un villaggio frenetico circondato da un ambiente rigoglioso di verde.
    A quanto pare la sua evoluzione si basa anche dal numero delle sue disfatte. A quanto pare. Ma come mai qui? Che hai chiesto al fabbro?


    E al suo interrogativo, qualunque fosse stata la risposta di Daisetsu, il biondo foglioso avrebbe risposto:“Ah, capisco..

    Come hai detto tu stesso sei di Kiri, giusto? Come è il tuo villaggio? Non ci sono mai stato, ma vorrei saperne di più. Se a te non dispiace.

    Subito ebbe la sua risposta.

    È un luogo incantevole, a parte la nebbia, io abito vicino al porto, da li si gode di una vista fantastica.

    Con un sorriso gli fece capire di avere afferrato la risposta del kiriano. Con un dito Daisetsu indicò il coprifronte, collegato il tutto a ciò che aveva da dire.

    A quanto pare il fabbro dell'accademia non è un principiante.
    Sai il mio clan è famoso per i suoi fabbri e il mio vecchio è uno dei migliori della famiglia, i tuoi genitori cosa fanno? Hai detto di essere un Namikaze, non ho mai sentito questo nome, ma non so molto dei clan stranieri a parte quelli più famosi, siete un clan potente? Il mio purtroppo lo era, ora è in rovina


    Aveva toccato un tasto abbastanza dolente, a livello di inconscio di Karen. Non sapeva niente dei suoi genitori perciò viveva a volte da solo o altre in presenza di parenti, o semmai di persone che lo avevano trattato loro stessi come un figlio. Ma vabbè sarebbe toccato prima riscoprire quella cicatrice.

    Mi spiace deluderti, ma non so che fine abbiano fatto i miei genitori. Vivo per conto mio e per alcuni giorni mi accudiscono degli amici dei miei genitori-, cosi mi hanno detto- e considero loro e non quelli biologici, miei genitori. Se ce ne sarà occasione, ma penso proprio di si, durante la mia carriera di ninja vorrei partire per vedere realmente chi siano i miei veri genitori. L'unica cosa che so e che ho ereditato è il cognome, il nome di famiglia. Namikaze. Null'altro.

    Pensava di averlo deluso con quel suo piccolo monologo. Ma poteva essere pure il contrario. Fatto sta che quella conversazione sembrava più che un colloquio, più un terzo grado o interrogatorio, per estorcere più informazioni possibili al foglioso. Fatto sta, con tali congetture non poteva arrivare ad una conclusione, continuò come se nulla fosse.

    Il mio obbiettivo è riscattare il mio clan, riportarlo ai fasti del passato, in modo che venga di nuovo rispettato come un clan principale.
    E tu? Hai un obbiettivo da raggiungere o qualcosa di simile?


    Era proprio un obiettivo nobile quello di Daisetsu. Ma anche quello di Karen era nobile. O credeva che fosse così.

    Beh come ti ho detto prima, uno tra i tanti obiettivi che ho è quello di trovare i miei veri genitori. Il secondo potrebbe essere salire la gerarchia ninja raggiungendo l'apice, ma anche una carriera da criminale non sarebbe male. Il criminale ha il suo fascino. Non credi?

    Successivamente a Daisetsu venne data la propria attrezzatura. Li ringraziò e poi li congedò.

    Ecco a lei, mi scusi ancora per il disagio ma sa, non vorrei che qualcuno rubasse dell'attrezzatura cercando di fregarci..

    Nessun problema, non si è mai troppo cauti di questi tempi.
    Detto fatto!
    Che caldo! Noi di Kiri non siamo abituati a queste temperature, ti va qualcosa di fresco? Offro io


    Girandosi verso di Karen gli chiese se aveva da fare, magari un qualcosa da bere. Offriva il kiriano. Scroccare qualche cosa non era affatto male, dopo tutto.

    Affatto! Accetto volentieri, un pò di sakè andrebbe bene. Che ne dici?

    E con un sorriso beffardo sulla sua faccia aspettò una sua risposta.

     
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  5. Grey Knight
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    Narrato

    -Pensato-
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    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]

    ~Acqua e Fuoco: La proposta~



    Come al mio solito avevo fatto una gaffe terribile, Karen non aveva mai conosciuto i suoi genitori e viveva da solo
    «Mi dispiace ho fatto una figura orribile, non pensavo che...»
    rimasi un istante in silenzio continuando con tono leggermente vergognato
    «...vivessi da solo»
    Alla domanda sui suoi obbiettivi rispose
    «Beh come ti ho detto prima, uno tra i tanti obiettivi che ho è quello di trovare i miei veri genitori. Il secondo potrebbe essere salire la gerarchia ninja raggiungendo l'apice, ma anche una carriera da criminale non sarebbe male. Il criminale ha il suo fascino. Non credi?»
    l'ultima parte della frase mi infastidì non poco
    «la criminalità non è un gioco, e neanche una via da seguire, non si fa altro che ferire le persone che ti stanno attorno, meglio essere degli shinobi, ti sporchi le mani comunque di sangue ma lo fai per proteggere la tua gente»
    mi tornò in mente il volto del ragazzo che avevo decapitato al corso genin, un brivido freddo mi attraversò la schiena.
    Infine lui accettò il mio invito a prendere qualcosa di fresco dicendo che avrebbe preso un sakè
    -non è proprio quello che intendo io per fresco ma non posso biasimarlo-
    Camminando verso il cortile, dove avremmo trovato i locali di ristoro gli dissi
    «io di solito il sakè non lo bevo, preferisco la birra ma sono lieto di offrirti un bicchierino, mi sei simpatico, sai»
    attesi qualche istante per aggiungere
    «e ad occhio mi sembri anche abbastanza forte, ho una proposta da farti ma di questo preferisco parlarne davanti ad un boccale»
    dissi in tono gioviale.
    Nel frattempo eravamo arrivati nel grande cortile dell'accademia e ci infilammo dentro un locale di ristoro, una volta seduti una cameriera venne a prendere le nostre ordinazioni
    «Per me della birra, direi un litro e per il mio amico una bottiglia di buon sakè e che sia bello caldo»
    la cameriera prese appunti su un taccuino e si diresse verso il bancone.
    Dopo pochi minuti ritornò la cameriera con la birra e il sakè, dopo aver portato il boccale alla bocca e averne gustato il nettare mi rivolsi a Karen
    «aaaah, ora ragioniamo!»
    riferendomi alla birra
    «Immagino che tu sia curioso di sapere quale sia la proposta che io ho da farti, ebbene eccola qui: da tempo sto cercando di formare un team fisso con persone serie ed affidabili e tu mi sembri una di esse»
    gli lasciai qualche momento per metabolizzare la cosa
    «che ne pensi? Potremo andare a svolgere pericolose missioni per l'accademia con il vantaggio di non trovarci sempre con persone diverse, potremo dare la caccia ai banditi e ai malviventi, sempre che tu non decida di diventare uno di loro»
    dissi con un sorriso benevolo, forse questa volta avrei potuto fare il primo vero passo verso il mio obbiettivo, o almeno uno di essi.

     
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  6. Ichigo ~
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    Karen l'aveva sorpreso con quel suo discorso riguardo la sua famiglia, che non aveva mai conosciuto e per il fatto di avere una microscopica voglia di diventare criminale. Ma lo aveva frainteso criminale non nel senso di voler nuocere alle persone in una maniera molto cruenta, ma bensì ladro per solo arricchimento personale senza far del male alla gente. Tutto quì.

    Mi dispiace ho fatto una figura orribile, non pensavo che...vivessi da solo.

    Al sentire invece quel suo monologo di dimensioni microscopiche, riguardo agli obiettivi che voleva adempiere vide lo sguardo di Daisetsu un pò "incrinarsi" come se non fosse d'accordo con quel suo particolare sogno, che probabilmente non avrebbe nemmeno seguito.

    La criminalità non è un gioco, e neanche una via da seguire, non si fa altro che ferire le persone che ti stanno attorno, meglio essere degli shinobi, ti sporchi le mani comunque di sangue ma lo fai per proteggere la tua gente

    Karen quindi gli dovette spiegare non nel senso malevolo della parola criminale, ovvero maltrattare gente et similia, bensì come arricchimento personale senza nuocere a terzi.

    Forse mi hai frainteso, Daisetsu. Io non intendevo essere un criminale come quelli che maltrattano le persone. Volevo intendere criminale solo per l'accezione di ladro senza il dover nuocere alle altre persone. Rubare ad altri essendo veloce come il vento, senza che se ne accorgano in tempo. Tutto qui!

    Infine si incamminarono per andare a bere qualcosa. Successivamente, durante questa camminata per arrivare ad uno dei locali per cui i due si potevano, per così dire, dissetarsi, Daisetsu continuò a parlare .

    Io di solito il sakè non lo bevo, preferisco la birra ma sono lieto di offrirti un bicchierino, mi sei simpatico, sai..e ad occhio mi sembri anche abbastanza forte, ho una proposta da farti ma di questo preferisco parlarne davanti ad un boccale»

    Al sentire le parole che fuoriuscirono dalla bocca del kiriano, "e ad occhio mi sembri anche abbastanza forte",
    lo ringraziò dandogli una pacca sulla spalla a Daisetsu. Dopo qualche minuto la passeggiata finì ed entrarono nel primo locale aperto. Mentre si sedettero, subito arrivò la cameriera per prendere le ordinazioni. Daisetsu prese un boccale di birra, da un litro, così disse alla cameriera, mentre Karen optò per una bottiglia di Sakè.
    Dopo qualche minuto la cameriera arrivò con le loro ordinazioni.

    Aaaah, ora ragioniamo!

    Riferendosi alla birra, e lo stesso fece Karen, riferendosi alla sua bevanda versandola in un piccolo bicchiere. Con un sorso finì il primo di bicchiere. Meno male che il suo fegato era resistente, bersi quella roba in poco più di mezzora o un'ora non era un toccasana.

    Immagino che tu sia curioso di sapere quale sia la proposta che io ho da farti, ebbene eccola qui: da tempo sto cercando di formare un team fisso con persone serie ed affidabili e tu mi sembri una di esse..Che ne pensi? Potremo andare a svolgere pericolose missioni per l'accademia con il vantaggio di non trovarci sempre con persone diverse, potremo dare la caccia ai banditi e ai malviventi, sempre che tu non decida di diventare uno di loro

    Ohoh, quindi Daisetsu era in cerca di qualche compagno per le missioni. Ammirevole! Tra una parola e l'altra Karen versò altro sake nel suo bicchiere. Era abbastanza buona quella roba, non l'aveva assaggiata e immediatamente gli piacque.

    Bella idea, questa che hai avuto. Mi piace! Però per vedere le tue potenzialità, tanto per capire come ti muovi in missioni o scontri 1 contro 1 mi piacerebbe combattere contro di te. Lo stesso vale per il tuo punto di vista per farti capire come combatto.
    E poi come chiameremo questo nostro team? Io in quanto a nomi ho poca inventiva, ma se vuoi ci posso lavorare su, se mi dai qualche idea..


    E lasciò Daisetsu in mezzo ai suoi pensieri, nel mentre in cui Karen si versò il terzo bicchiere scolandoselo in un unico sorso

     
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  7. Grey Knight
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    asp

    Narrato

    -Pensato-
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    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]

    ~Acqua e Fuoco: La nascita di un team?~



    Karen aveva proposto uno scontro, la cosa poteva essere interessante, sarebbe stato utile sopratutto per capire se avevo visto giusto sulla forza di quel ragazzo.
    -bell'idea, vedo che non ci hai girato attorno eh? Almeno lui non mi ha trattato come ha fatto Atasuke-
    «pensavo di doverlo proporre io, ottimo, vedo che abbiamo le stesse idee»
    dissi al foglioso sorridendo
    «pensavo di chiamare il team Jōki, vapore, ovvero ciò che si forma unendo acqua e fuoco, ti piace?»
    gli chiesi sperando che la mia idea potesse veramente piacere al foglioso, non volevo che fosse un nome buttato a caso, volevo che avesse un significato profondo, che facesse capire subito cosa fosse il team
    «per quanto riguarda lo scontro, visto che hai proposto tu l'idea decidi anche il dove e quando, ti chiedo solo la cortesia di scegliere un luogo con dell'acqua oppure lo scontro potrebbe essere leggermente impari, dal canto mio farò di tutto perché lo scontro non avvantaggi nessuno, ne andrebbe del mio onore»
    l'ultima parte della frase la dissi con tono fiero e pieno d'orgoglio, per me l'onore era un punto fermo, e non volevo venirci meno, per me sarebbe stato un disonore sia avvantaggiare l'avversario sia avvantaggiare me stesso, lo scontro doveva essere pari.
    «Allora?»
    dissi a Karen
    «Hai già in mente un luogo e una data per il nostro scontro di prova?»
    dopo aver sentito la sua risposta gli dissi
    «bene, allora ci vediamo la!»
    finii la birra e mi congedai dal foglioso, il sole batteva forte , tanto da farmi male agli occhi, mentre tornavo verso Kiri, feci un piccolo resoconto delle ultime ore
    -forse questa giornata non è stata poi così male-
     
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  8. Ichigo ~
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    Era il quinto bicchiere. O forse il sesto. Fatto sta che solo ora riusciva a sentire l'effetto di quella bevanda alcolica. Si sarebbe sentito male di lì a poco, ma non gliene importava. La bottiglia era quasi finita, mancavano qualche sorso ed sarebbe stata vuota. Ma comunque Karen riusciva a capire ciò che gli diceva il suo interlocutore, Daisetsu, anche se poco dopo la sua coordinazione occhio-mano sarebbe andata a farsi friggere.
    All'interrogativo di Karen, riguardo alla misura delle capacità combattive, sia del foglioso che del kiriano, quest'ultimo rispose sorpreso e anche un pò contento.

    Pensavo di doverlo proporre io, ottimo, vedo che abbiamo le stesse idee. Pensavo di chiamare il team Jōki, vapore, ovvero ciò che si forma unendo acqua e fuoco, ti piace?

    Già aveva in mente il nome Daisetsu, ammirevole! Non c'è che dire.

    Carino il nome. Mi piace. C'è anche un bel collegamento tra i nostri due villaggi, non credi?

    In quell'istante si versò l'ultimo bicchiere di sake. Se avrebbe fatto altri sorsi probabilmente non sarebbe tornato a casa. Era allettante l'idea di creare un team tra ninja di villaggi diversi. E anche bella. Ma ancora più allettante era l'idea di scontrarsi per vedere le proprie capacità in combattimento, come avrebbero reagito loro in un vero scontro.

    Per quanto riguarda lo scontro, visto che hai proposto tu l'idea decidi anche il dove e quando, ti chiedo solo la cortesia di scegliere un luogo con dell'acqua oppure lo scontro potrebbe essere leggermente impari, dal canto mio farò di tutto perché lo scontro non avvantaggi nessuno, ne andrebbe del mio onore.

    Scontro accettato bene. La situazione stava prendendo un bella piega, disse dentro di lui, facendo al contempo un sorrisetto beffardo.

    Per lo scontro andrebbe bene il bosco che si trova qua vicino? E' a pochi passi da qua. E' pieno di albero e accanto ci pass un ruscello, profondo al massimo 2 metro. A quanto dicono. Ti va?
    Direi la settimana prossima, allo scoccare del mezzogiorno, mercoledì.


    E immediatamente si ebbe la risposta.

    Bene, allora ci vediamo la!

    Mentre Daisetsu finì la sua birra, si alzò e se ne andò salutando il foglioso, dal canto suo Karen bevve l'ultimo sorso di quella bevanda alcolica, per poi alzarsi, pur con qualche difficoltà, ed andare nella sua umile dimora.
     
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