Un kiriano tra incudine e martello

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  1. Sir Wexington
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    ♣ Raizen: secondo atto ♣




    Eccola li, "La forgia infuocata". Ancora una volta ci si trovava a che fare con uno di quei nomi particolarmente assurdi che qualche tizio, probabilmente ubriaco, aveva affibbiato alla locanda. Si trattava di una bettola della peggior specie, situata nella zona portuale. Quello era uno di quei borghi cittadini tipici dal doppio volto: il giorno un luogo di intenso scambio e commercio, la notte luogo malfamato di affari clandestini e di scontri tra bande. Come ogni località di incontro risultava un melting pot di culture e persone e quindi sempre fonte di intense e vivaci vicende. Le due "facce della medaglia" avevano però imparato a convivere e a rispettare le esigenze l'una dall'altra: di giorno quello era un luogo relativamente tranquillo in cui la malavita manteneva i suoi traffici nascosti; la notte invece il commercio di pesce e di spezie lasciavano spazio al degrado più dilagante. Per l'appunto quelli non sono posti per persone dabbene che tengono a mantenere ad un certo livello i luoghi e le persone frequentate; se non era posto per loro lo era sicuramente per i randagi: in effetti era stato proprio un randagio a fissare quel posto come luogo di ritrovo.

    Era accaduto due giorni prima: nel tardo pomeriggio Masayuki Hasegawa era arrivato alle mura di Konoha dove trovò ad attenderlo Raizen Ikigami, chunin del Villaggio della Foglia, il quale non si sprecò in maniera eccessiva nel dare il benvenuto al genin straniero. Dopo un breve contatto il kiriano scoprì che quel bestione non era altro che il sensei di Shizuka Kobayashi, la quale a sua volta era stata sua sensei non molto tempo prima. Si separarono con una promessa da una parte e una velata minaccia dall'altra: il giorno dopo il Tanabata si sarebbero incontrati per discutere di vari affari. Nel caso in cui il giovane genin non si fosse presentato..beh Raizen aveva messo un'ipoteca su di lui e non sembrava certo il tipo da non mantenere quel genere di promesse: "Al momento io ho qualcosa di tuo che mi appartiene, gli occhi". Da quel poco che aveva potuto imparare su di lui Masayuki ritenne che era meglio non farlo arrabbiare e presentarsi all'appuntamento, per non parlare del fatto che era in debito con lui! Oltretutto chissà, magari avrebbe potuto aiutarlo in quello che cercava in quel Villaggio.

    La forgia incandescente eh...nomen omen - sorrise a vedere quella scritta. Quello era l'altro motivo per cui era giunto a Konoha, oltre che per fare una visita alla sua sensei. Sopra l'ingresso pendeva una lastra di legno con inciso sopra l'immagine di un fabbro e un'incudine. La fissò per un attimo, incuriosito, per poi entrare. La sala comune era una stanza piuttosto grande, vi erano una trentina di tavoli metà dei quali erano occupati. Una luce soffusa permetteva di svolgere i propri affari, puliti o loschi che fossero, con discrezione senza che occhi molesti o troppo curiosi potessero disturbare gli interessati. Un'aria malsana permeava quel luogo, intrisa di fumo e di vino scadente.
    E poi eccolo li: Raizen. Inconfondibile nella sua stazza, si imponeva su chiunque. I capelli argentati rilucevano quando la luce li colpiva direttamente. Era impossibile non notare la somiglianza tra i due ninja: lo stesso colore di capelli, gli stessi occhi gelidi. C'era solo qualche centimetro di differenza per quanto riguardava l'altezza. Ciò rendeva in quell'occasione il chunin di Konoha piuttosto ridicolo, troppo stretto sia per la sedia che per il tavolo. Aveva scelto un posto angusto per aspettarlo. Masayuki prese posto di fronte all'energumeno; questi accompagnava la serata con una bottiglia di cognac: sembrava una bottiglia di livello, al contrario del luogo - Eccoci qua dunque. Di nuovo. Ti dispiace se prendo un goccio? - disse indicando la bottiglia. Erano stati portati al tavolo due bicchieri, nel caso non avesse avuto obiezioni si sarebbe servito altrimenti avrebbe lasciato perdere. Non era il caso di mettersi a discutere. L' innata capacità di questi di rompere le palle gli era tristemente nota ma non vedeva perché avrebbe dovuto negargli quel piccolo piacere - Saltiamo i convenevoli e giungiamo al punto. L'altro ieri ti dicevo che a Konoha avevo altre mire oltre l'andare a trovare Shizuka. Che mi sai dire sui leggendari fabbri di Konoha? Voglio imparare la loro arte.



    Cognac 11 anni dalla fondazione sir :bigb:
    Perché il rum è da poveri :bigb:
     
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    Scritte col fuoco






    Stava in quella bettola da qualche ora, seduto su una fastidiosa sedia decisamente troppo piccola per lui, che tendeva ad inasprire ulteriormente il suo carattere già acido per natura. Mentre si muoveva a destra e a manca per trovare una posizione più comoda sorseggiava un liquore particolare che il barista gli aveva fornito definendolo l’orgoglio del piccolo bar, cantandone le lodi mentre asseriva che fosse l’unica risposta alla richiesta “specialità della casa”, disse che veniva dalla fermentazione delle migliori canne tagliate nelle impervie alture del cristallino fiume di…

    Si si! Insomma! Va bene, ho capito che è buono, poggia qui sto benedetto rum e torna pure al tuo bancone.

    Il locandiere gli voltò le spalle lievemente scocciato di non aver concluso la sua arringa e probabilmente pentendosi di non aver sputato dentro la bottiglia, si limitò solamente a spiegare che nonostante la bottiglia fosse di cognac all’interno v’era rum, aveva fatto lo scambio per dare maggior pregio a quel distillato così pregiato. Il Colosso ne versò una generosa quantità nel bicchiere fornitogli dall’uomo grassoccio, che invero aveva dimenticato una cosa ben importante: quel rum bruciava tanto quanto era buono! E le lodi fatte dal locandiere erano veritiere, per cui sentirlo scorrere giù per la gola era come ficcarsi una fiamma ossidrica su per il naso. Guardò stupito il bicchiere domandandosi come i fornitori del piccolo uomo fossero riusciti ad ottenere un gusto simile tenendo la gradazione alcolica così alta. Il Colosso seppe apprezzare quel bruciore, non aveva mai assaggiato qualcosa di simile, ma riuscì a trattenere il dissenso della sua gola frenando la tosse.
    Quando Masayuki gli si sedette affianco si alzò lievemente torvo e interloquì abbastanza placidamente.


    Vieni, ci spostiamo in quella panca laggiù, la sedia mi sta torturando le chiappe.

    Nuovamente accomodati Raizen rispose alla domanda del ragazzo con un sorriso.

    Sicuro di essere abbastanza grande?

    Disse mentre gli versava da bere, verosimilmente avevano probabilmente la stessa età, ma probabilmente a causa della sua barba incolta e dei capelli pettinati alla bene meglio Raizen appariva più adulto, un uomo ormai fatto, e i suoi modi rozzi spesso lasciavano trasparire una vita ben più movimentata e travagliata della media. Ed anche il corpo aiutava non poco; le grandi mani spigolose avevano qualche accenno di callo nel palmo, e la loro robustezza era ben visibile nei nervi che gli si tendevano sul dorso mentre afferrava la bottiglia. Allungandosi sul bicchiere di Masayuki le maniche lasciarono scoperto parte dell’avambraccio mostrandone le cicatrici ivi presenti, non erano troppo grandi e parevano più piccole ustioni.

    Sui fabbri eh?

    Disse il colosso inarcando il sopracciglio.

    Dovresti almeno chiedere per favore quando richiedi informazioni su simili segreti della foglia lo sai?

    Tuttavia non badò tanto alla cosa, e non gli donò più peso di quanto non ne desse la frase appena pronunciata.

    Vediamo un po’, sai dire a chi appartengono queste braccia?

    Allungò gli arti sul tavolo e denudò gli avambracci accorciando le maniche per mostrarli nella loro interezza, una cosa era singolare, nel dorso delle mani quelle piccole ustioni non erano presenti.
     
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  3. Sir Wexington
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    ♣ Le braccia di un fabbro ♣




    Si spostarono dunque su una panca poco distante dal tavolino sul quale si erano trovati dato che risultava troppo stretto per le misure del foglioso. Del resto pareva comprensibile vista la mole considerevole: alto due metri e poco più si poteva ipotizzare che il suo peso si aggirasse sul quintale molto abbondante. Non si trattava di grasso, quello era tutto muscolo. Non che Masayuki fosse propriamente un fuscello ma al confronto della stazza del colosso risultava poco più di un ragazzino contro un adulto. - Abbastanza grande dici? Senti non è che qualche centimetro in più e una barba incolta ti aggiungano anni all'anagrafe. - disse squadrandolo per cercare di definire quanti anni avesse effettivamente quel ragazzone troppo cresciuto. Era sempre stato piuttosto bravo ad inquadrare le persone col suo fare analitico che si portava dietro da sempre. Il dover sempre stare a contatto con la gente per ragioni di commercio al porto di Kiri l'aveva svezzato presto, permettendogli di capire già con uno sguardo molte cose del suo interlocutore: età, status sociale, modo di fare e simili. Il tempo aveva affinato il resto. Per cui il responso era venti anni - I tuoi vent'anni valgono quanto i miei. Dai facciamoci sta bevuta che mandare giù qualcosa fa sempre bene, sia al corpo che allo spirito. Cos'e cognac? - Raizen gli versò qualche dita di liquore nell'altro bicchiere di vetro grezzo che il locandiere gli aveva portato. Colore ambrato, profumo intenso: sembrava di qualità come la fattura della bottiglia lasciava per altro intendere. Fece una vistosa smorfia dopo aver mandato giù il primo sorso di quel liquido. Aveva abbondato ritenendo che la gradazione fosse nettamente minore ma si era sbagliato alla grande e il bruciore glielo confermava chiaramente - Cognac un cazzo. - disse prendendo la bottiglia ed esaminandola con attenzione - Cognac proprio un bel cazzo di niente. Però non c'è che dire. È proprio buono, mantiene un gusto intenso e piacevole nonostante il contenuto notevole di alcol. Questa bomba dal retrogusto fruttato azzarderei sia rum particolarmente invecchiato: veramente notevole. Alla salute. - disse rivolgendosi al chunin. Fece anche un gesto di apprezzamento all'uomo che stava pulendo il bancone, il quale parve felice del fatto che i suoi clienti fossero soddisfatti del suo miglior liquore, mostrando la sua approvazione con un lento annuire del capo.

    Raizen nel versare da bere aveva lasciato che le maniche tirate su mostrassero i suoi avambracci: oltre alla muscolatura ovviamente presente si poteva notare come vi fossero presenti delle piccole cicatrici che davano l'impressione di essere squame: più probabilmente si trattava di piccole ustioni. Ma come poteva essersele procurate? Che si trattasse di una qualche abilità speciale che era riuscito a sviluppare? Forse un incidente? Cosa? Comunque questi glissò rapidamente sul fatto che il kiriano gli avesse richiesto informazioni "segrete" in quanto l'arte dei fabbri era una conoscenza esclusiva del villaggio che veniva tramandata di generazione in generazione da parte dei maestri agli allievi; non sembrava essere uno particolarmente attaccato a certe tradizioni e sembrava piuttosto molto aperto a tutte le possibili situazioni che gli potessero fornire un guadagno o un vantaggio. Del resto la richiesta di Masayuki era a scopo "di scienza", non pensava effettivamente di imparare anche se la cosa lo stuzzicava non poco. - Quelle braccia oltre a poter dire con una certa sicurezza che appartengono a te, - disse grattandosi la barba non rasata, cercando di prendere tempo - potrei azzardare a dire che siano quelle di un fabbro. - forse aveva fatto bingo. Del resto era la conclusione più sensata a cui potesse arrivare: perché mai Raizen gli avrebbe fatto una domanda del genere dopo quella che a sua volta aveva ricevuto, mostrandogli inoltre le braccia? Sembrava quasi volesse dire "guarda qua che belle braccia possenti, la tipica forza e robustezza del fabbro". Almeno così sperava Masayuki. Una cosa però saltava subito all'occhio osservando i suoi arti: le cicatrici che lo segnavano ovunque non erano presenti sulle sue mani. Che poteva significare questo?




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    Piccole fiamme






    Sorrise mentre a Masayuki andava in fiamme la gola.

    Eh si, non è proprio per quello che sono più grande di te sbarbatello.

    E probabilmente sapendo la storia di Raizen, il kiriano stesso aveva ammesso che poteva fregiarsi del titolo di più vecchio tra i due.

    Mh, hai tirato ad indovinare e hai indovinato, e bravo il nostro kiriano.
    Ma c’è da aggiungere qualcosa: probabilmente queste mani e queste braccia valgono ben più di questa betola e di metà del quartiere.


    Guardò serio il kiriano, non mentiva e non si vantava, diceva la più semplice e limpida delle verità.

    Sono le mani del fabbro migliore di Konoha. Bella fortuna inciamparci sopra eh?

    Tuttavia una domanda gli premeva porre al neogenin.

    E dimmi, perché vorresti apprendere quest’arte? Ti sei svegliato una mattina e ti è sembrato che il tuo rasoio non fosse abbastanza affilato?

    Nonostante mettesse dentro ad ogni sua frase qualche piccola battuta manteneva quell’estrema serietà che Masayuki non aveva mai notato nel suo volto, nemmeno quando era impegnato a togliersi dai piedi il genin che li aveva attaccati nella dimora di Shizuka. Era attaccato a quell’arte in quanto facente parte della sua identità e cederla voleva dire perdere quell’originalità che lo contraddistingueva.

    Non puoi sperare di arrivare in un villaggio e apprenderne con uno schiocco le arti nascoste che sono per esso motivo di vanto e introito economico.

    Aggiunse, motivando quel suo rifiuto interiore con qualcosa di più comprensibile da qualsiasi individuo che non provasse attaccamento verso quell’arte così segreta.

    E poi, sinceramente, non hai neanche la faccia da fabbro.

    Con un po’ di conoscenza nel gergo di strada Masayuki avrebbe compreso che Raizen si riferiva al fatto che non lo trovava per nulla adatto a quella professione, visto che secondo lui doveva essere una passione innata a cui dedicare anima e corpo e spesso inventiva per riuscire a primeggiarvi. Non si poteva accendere alcuna fucina senza una buona fiamma ad ardere nel petto.
     
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  5. Sir Wexington
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    ♣ Sofferenza e sacrificio ♣




    Le mani del fabbro migliore eh… - disse rivolto a Raizen. - Ma quanto se la tira questo qua? - pensò - Comunque sono stato un'idiota prima, dovrò stare più attento e prestare maggiore attenzione. Le sue mani prive di cicatrici indicano proprio il suo mestiere: è raro trovare un fabbro che lavora senza guanti. - eppure la sua faccia raccontava un'altra storia: le sue erano tutt'altro che vanterie, credeva seriamente in quel che diceva e forse era anche vero. Il fisico certamente era dalla sua sebbene il suo fare rude strideva in parte con la sottile arte del fabbro che così spesso richiede minuta attenzione e una pazienza immane. Al di là di tutto, ammesso che quella fosse la verità, Masayuki era stato sfacciatamente fortunato ad incappare proprio nella persona che cercava; beh forse non proprio quella ma il genere era quello - Bella fortuna si, chi l'avrebbe mai detto? - bevve un altro sorso di quel liquore devastante senza però più compiere smorfie di alcun genere: si era abituato alla grandazione del liquido, imparandone ad assaporarne gli aromi e a sentirne il profumo senza compiere gesti avventati come poco prima - Cazzo, è proprio buono questo rum… - ne bevve un altro sorso, finendo il suo bicchiere. Raizen l'aveva svuotato per i due terzi lasciandosene dietro un dito scarso, la bottiglia al contrario era ancora piena per una buona metà abbondante per cui il kiriano fu assai tentato di versarsene un altro po' - Non ti dispiace vero se prendo un altro sorso? - disse indicando la bottiglia.

    Quindi tu mi chiedi perché vorrei diventare fabbro? Beh mi sembra una domanda legittima - si stiracchiò un attimo, sbadigliando. Era molto stanco, quelle giornate l'avevano sfinito; però quel momento di pausa a sorseggiare del buon rum in qualche modo lo rilassavano. La compagnia non era il massimo ma non si può sempre avere tutto dalla vita no? - Sai fin da quando io ho ricordi ho sempre amato leggere. Ho letto di tutto: dalla storia alla filologia, dalle lettere alla sociologia, dalla filosofia alla fisica. Non mi sono mai fatto mancare niente, apprezzando tanto un buon romanzo quanto un libro teorico…tranquillo arrivo subito al punto. - gli parve di vedere sul volto del fabbro una smorfia di disappunto identica a quella che ebbe due sere prima quando gli chiese le ultime informazioni su Kiri: quell'uomo gli aveva dato l'impressione di essere un tipo profondamente pragmatico, poco avvezzo ai giri di parole e ai ghiri gori. Voleva i fatti e li voleva in fretta. Ma del resto Masayuki aveva la sua storia e i suoi modi: se era possibile adeguarsi in qualche modo al suo fare l'avrebbe fatto ma non avrebbe per questo cambiato il suo modus operandi. - Vedi un giorno mi imbattei in un libro particolare, particolarmente difficile da reperire ma probabilmente ne avrai sentito parlare anche tu. Racconta una storia di tanto tempo fa, di quando un leggendario fabbro di Kiri forgiò sette spade dai poteri straordinari destinate a sette spadaccini degni di tale nome. E' rimasto poco di quell'epoca e i racconti sono divenuti leggenda. Ho cercato di rintracciare possibili seguaci o discendenti di quella scuola segreta che trasmetteva i segreti del ferro ma niente: sembra si sia estinta tempo fa. Tutto ciò che mi è rimasto è stato leggere, cercare di documentarmi il più possibile a riguardo ma il materiale che ho trovato è sempre risultato scarso e nella maggior parte dei casi inadeguato. - si grattò la barba ispida che gli era cresciuta sotto il mento, non l'aveva rasata quella mattina - Quello che sono riuscito ad apprendere riguardo alla tua arte è in sostanza zero ma ciò non mi ha impedito di continuare a cercare. Nel frattempo ho imparato a conoscere cos'è una lama, ad amarla, a sentirla come parte di me. Il tempo e l'esercizio hanno affinato la mia capacità con la spada, permettendomi di capire come questa fosse un'estensione del mio braccio, capendo quanto questa fosse un tutt'uno col mio braccio. Ma vedi questo non mi basta, non mi è mai bastato. Io voglio sapere, io voglio la conoscenza. Capisco bene come imparare una cosa del genere non sia una piacevole passeggiata nel bosco e di quanto questo richieda impegno e sacrificio. Vedi, io sono disposto a tutto questo, più di quanto tu magari possa immaginare ad una prima occhiata. So cosa voglia dire mettere tutto l'animo in un'impresa. Per questo ho così tanto cercato un maestro disposto ad insegnarmi: una guida, qualcuno che fosse veramente in grado di mostrarmi in concreto i segreti di quest'arte, le vie che portano a dar luce alla propria creazione. Per questo voglio apprendere la conoscenza di cui sei maestro, Raizen. - disse tutto questo con sguardo fermo negli occhi di lui, non poteva essere più serio. Stringeva con la mano destra il bicchiere poggiato sul tavolo - E se ad una prima occhiata hai pensato che non fossi adatto, mettimi alla prova: ti dimostrerò che ti sbagliavi.



     
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    Conti salati







    Sorrise sprezzante al primo commento di Masayuki per poi ritirarsi dal tavolo e mettersi a braccia conserte.

    Beh se non ci credi non è affar mio, sei libero di non farlo, ma sei anche del tutto libero di prendere i piedi e portare il tuo culo umidiccio lontano dalla mia vista, sono decisamente stufo di cercare di convincere delle mezzeseghe sulle abilità in mio possesso, ormai è chiaro che le nuove leve abbiano in comune solo l’arroganza e l’ignoranza, e fino ad ora è l’unica cosa che avete dimostrato al contrario del sottoscritto.

    Sorrise nuovamente, nella maniera più finta che se potesse immaginare, per poi continuare ad ascoltare ciò che diceva il kiriano, facendogli cenno con una mano di saltare la parte noiosa in cui si vantava di essere un topo di biblioteca in quanto convinto che dai libri derivasse una parte decisamente munita del sapere che interessava agli shinobi. Per essere più precisi oltre i pochi tomi torici riguardanti il corpo umano, il chakra e le sue applicazioni il konohaniano avrebbe salvato ben poco dalle fiamme.
    Trattenne a stento una valanga di risate prima di intervenire sul discorso di Masayuki, senza riuscire a perdere qualche spruzzo di liquore dalle labbra, sfortunatamente per l’oste che avrebbe dovuto ripulire il tavolo.


    Aspetta aspetta! I sette spadoni una leggenda?
    Ahahah!
    Ma da dove diavolo piovi?!? Per un uscita simile ti farei mettere in gattabuia accusandoti di essere una spia che cerca di intrufolarsi a Konoha per chissà quale motivo visto che alla luce di ciò che dici sembri essere tutto fuorchè kiriano.
    Sono antiche, certo, ma non sono solo leggende, sono storia.
    Il precedente Hokage deteneva la migliore, per essere precisi, ma poi andò persa, non ricordo in quale situazione, era la Samehada per la cronaca.
    Scarsini i tuoi libri e?


    Concluse ironico scusandosi per la breve parentesi e invitando il kiriano a continuare, pur continuando a riflettere quanto lacunosa fosse la cultura di quel topastro che cercava di dimostrargli passione per un arte che aveva solamente annusato.

    Nonostante le mirabolanti letture sei ancora parecchio confuso lo sai?

    Interagì appena Masayuki concluse.

    Nel senso, per tua stessa ammissione non conosci minimamente ciò che ti appresti ad apprendere eppure ne sei innamorato, non lo trovi quantomeno strano?
    Hai un cuore molle, e sinceramente non è solo la prima occhiata a mettermi dei dubbi, sei intrinsecamente inadatto a quest’arte.


    Guardò l’ orologio che la piccola bettola aveva appeso al muro riflettendo su ciò che il ragazzo gli aveva detto, sarebbe stato il caso di usare lo stesso metodo di Meku? Gli sembrava eccessivo e fuori luogo in quel caso, anche se il ragazzo non fosse stato appassionato in quel modo sarebbe stato costretto ad apprendere.
    Magari l’avrebbe fatto più tardi.


    Voglio darti una possibilità, ma si gioca secondo le mie regole, non accetto proteste o lagne.
    Se riuscirai ad apprendere qualcosa di ciò che cercherò di insegnarti, prima di forgiare anche una forcina dovrai informarmi, sia del progetto che del cliente.
    Non ti sarà assolutamente possibile tramandare l’arte a qualcuno, men che meno fare il mio nome quando ti chiederanno del tuo maestro.
    Infine, dovrai rendermi il favore, ma di questo parleremo quando avremmo più tempo.
    Accettate queste tre piccole regole con tutto ciò che ne consegue potremmo iniziare, al momento sto decisamente sprecando il tuo di tempo.


    Si interruppe qualche secondo, dopotutto non stava tradendo Meku, pensò tra se e se, e tantomeno quella sua identità che aveva faticato così tanto a guadagnare. Avrebbe insegnato al ragazzo delle solide basi, ciò che poteva apprendere da un qualsiasi fabbro, rispettando la sua richiesta e avendo modo a sua volta di cavare qualcosa da quella situazione.

    Ci incontreremo domani mattina alle dieci, hai detto di aver letto tanti libri, immagino saprai quali sono le materie prime essenziali a compiere il tuo lavoro, se la risposta è no: affari tuoi, imparerai a non vantarti, se la risposta è si, portameli all’incontro e vediamo di farti imparare qualcosina. In questo mercato puoi trovare di tutto, quindi non devi allontanarti troppo, però visto il genere di persone che ci girano ti consiglio di prestare attenzione all'orario in cui svolgi la tua commissione, purtroppo non sei una spada e non saprei rappezzarti uno squarcio nelle tasche, o peggio, nello stomaco.

    Chiuse il discorso serio, gli stava dando veramente il suo primo incarico, anche se poco interessato nella riuscita dello stesso. Dopo aver ascoltato eventuali domande si sarebbe alzato per poi uscire dal bar, lasciando al kiriano da pagare una stecca non indifferente, da ciò che diceva lo scontrino infatti il colosso aveva già svuotato una bottiglia nell’attesa.
    Uscì dal locale per primo, sorridente e soddisfatto.

     
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