Il Mio Piccolo fiore di Fuoco.

[Energia]

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    Il Mio Piccolo fiore di Fuoco.
    Yoni-Sama.


    La casa, nel suo complesso, era relativamente ricca e sfarzosa. Entrando dalla finestra nessuno aspettava il giovane Uchiha dato che, con tutta probabilità, nessuno si aspettava minimamente di avere intrusioni dentro la villa di un possidente terriero della zona. Ma non era questo a dover preoccupare maggiormente Atasuke quanto la presenza di un baldacchino davanti alla finestra chiuso su tutti i lati da tendaggi di lino leggero tinti in amaranto. Un letto su cui giaceva qualcuno, palese credere che fosse una persona a riposo o addormentata, apparentemente abbandonata a se stessa e lasciata in pace durante le ore serali. La figura oltre il baldacchino si mosse debolmente, aprendo un lato della tenda con la mano (quello che non dava verso il giovane) per riprendere aria fresca dall'esterno. - Sei giunto.. finalmente.. - La voce era bassa, dolorante, palesemente di una persona molto anziana. - ..So cosa hai fatto ai miei poveri ragazzi.. ugh.. cofh.. ti aspettavo.. avvicinati sono un povero vecchio non posso farti più male di quanto non ti sia fatto scalando quella parete.. - Aprì del tutto la tenda, rivelandosi nelle sue pietose condizioni: Un uovo sulla settantina, con i capelli bianchi e lunghi, la barba curata ma rada e gli occhi infossati tra le rughe, stanchi e malridotti, fissava il giovane Uchiha come se rivedesse qualcuno dal passato lontano. Era attaccato ad un respiratore automatico, non avrebbe potuto nemmeno respirare da solo senza quello strumento medico a sostenergli le funzioni vitali, era una scena pietosa che molti, forse, non avrebbero mai voluto sperimentare in prima persona.

    - Immagino che tu sia il figlio.. si quel tale Uchiha.. e l'altra donna Yamanaka.. non so il tuo nome, ma credo sia Atasuke.. se le.. cough..aaargh.. forti.. non mi ingannano. - Stentava a tenere gli occhi aperti. - .. Mi dispiace molto per quello che è successo ai tuoi genitori e speravo che non lo scoprisse mai nessuno, sai, per motivi di sicurezza per la mia famiglia.. sono errori del passato a cui nessuno dovrebbe mai fare appello, getterebbero discredito sui miei figli ed i miei nipoti.. forse Konoha mi priverebbe anche della concessione territoriale di questa roccia di minerale.. ma per giustizia voglio dirti cosa è successo.. - Prese una lunga pausa cercando di recuperare le forze per i lunghi dialoghi a venire. - I tuoi.. avevano un debito con me, cosi come tutti gli altri residenti di quel paesotto di merda.. si trattava di pochi spiccioli ma al tempo ero una persona diversa.. molto peggiore.. in cambio del mio silenzio mandai la maggior parte di loro a lavorare in miniera.. solo che non sapevamo ancora della pericolosità dell'estrazione mineraria in zone altamente contaminate da agenti.. cough.. radioattivi.. non è stata una scelta forzata.. ma obbligata diciamo da volontà superiori.. tua madre.. era una donna bellissima.. si ammalò dopo due mesi di un carcinoma alle vie respiratorie e morì poco dopo..cosi come molti altri minatori. - Sembrò addormentarsi o svenire ma riuscì a riprendersi appena in tempo. - .. Ne ho uccisi a decine in quel modo.. senza volere, ma tuo padre è fuggito prima di ammalarsi.. la perdita di tua madre doveva averlo sconvolto ed io non potevo fare nulla contro un Ninja del genere che non aveva più nulla da perdere.. - Ansimò violentemente, tossendo sangue dentro la mascherina ad ossigeno. Lentamente la pulì con un fazzoletto. - .. Come puoi vedere.. i Kami mi hanno punito con la mia stessa moneta, mi sono ammalato di cancro ai polmoni e la mia metastasi non mi lascia molti giorni ancora da vivere.. ma i miei figli e i miei nipoti non hanno colpe e devono poter contare sulla miniera per andare avanti e non cadere in disgrazia.. quindi.. - Pigiò delicatamente un pulsantino sopra le coperte, collegato ad un campanello di allarme come quelli usati in ospedale. Era chiaro che di li a poco sarebbe arrivato qualcuno ad occuparsi dell'impiccio. - .. Non posso lasciarti andare rovineresti tutto quanto per una donna morta quasi vent'anni fà.. - Piegò la testa e svenne per lo sforzo, mentre una delle porte della stanza si apriva lentamente lasciando entrare alla luce un figuro armato di tutto punto con tanto di elmo integrale. A guardare meglio le fattezze dell'armatura sembrava proprio una donna in realtà, ma l'elmo impediva di vedere il volto e quindi le fattezze di chi fosse il suo nuovo avversario al giovane Uchiha. Entrò lentamente dentro la stanza, brandendo una spada grottesca piena di intagli e rune disegnate con una tinta rossa fluorescente che risaltava in modo violentissimo negli occhi di chi aveva la sfortuna di osservarla, cosi anche l'armatura sembrava quasi emettere luce propria. Quella che Atasuke si accingeva ad affrontare non era un'avversaria come tante altre, c'era qualcosa di losco sotto che rendeva il tutto inquietante e macabro.. ma era difficile capire di cosa si trattasse in quel momento, anche perché la minaccia concreta dell'avversario pendeva sulla sua testa e doveva a gire più velocemente possibile.

    Non attaccò per prima, ma la cosa non sembrava promettere niente di buono, si mise in difesa con l'enorme spadone e attese l'Attacco di Atasuke. Quello che il giovane non poteva sapere era che, qualora si fosse avvicinato a meno di mezzo metro dall'armatura per colpirla sarebbe stato pervaso da un'ondata di calore invisibile che avrebbe ustionato la pelle superficialmente [ Rivestimento Potenza 10 ]. Chi era quella donna? Che cosa faceva e come sopravviveva in quella specie di forno che era la sua armatura?..

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