[Gioco] Spore, Parte I

La Vera Catastrofe


Il diversivo funzionò, e mentre alcuni abomini sapevano ciò che stava per succedere quando riconobbero la nuvola e si allontanarono, altri non furono abbastanza veloci da uscire dal raggio dell'esplosione e furono gravemente feriti.
Lo Shuui ovviamente cercò anche lui di allontanarsi, e si voltò per guardare la scena (o forse non l'aveva mai persa di vista). Vide ancora una volta una piccola arma avvicinarglisi, e ancora una volta con lo scudo (che non aveva ancora sciolto) compì la stessa azione dell'ultima volta, e tentò di allontanare l'arma da sé. Questa volta però non fu così fortunato, e l'arma esplose al momento dell'impatto, causando gravi ferite al braccio dello Shuui, il quale lanciò un grido di rabbia immensa, che forse però il ninja - che si era già messo in fuga - nella confusione non sentì.

Corse con quanto aveva in corpo,e presto seminò gli inseguitori e raggiunse la scogliera a sud. Era la punta più a meridione dell'isola, proprio come il monaco aveva detto. E oltre c'era solo il mare, o almeno così si sarebbe potuto pensare inizialmente.
In lontananza il ninja scorse ben presto un'altra isola, sicuramente più piccola di quella sulla quale sostava in quel momento; fu soltanto grazie alla sua vista, non portentosa, ma sicuramente migliore di quella di un normale essere umano, che lo shinobi riuscì a scorgere sulla spiaggia decine e decine di figure umanoidi intente a costruire barche, torri di vedetta e altre diavolerie irriconoscibili.
Aveva scoperto il luogo d'origine degli abomini, ma quali conseguenze portava quella conoscenza? Se la spiaggia prestava rifugio già a così tanti nemici, quanti ancora ce n'erano all'interno, dietro la fittissima vegetazione che il ninja di Konoha vedeva?
Queste domande non avrebbe ottenuto risposta finché qualcuno non avesse deciso di andare su quell'isola infernale e scoprirlo direttamente.

Con chissà quali pensieri, lo shinobi ritornò al tempio, dove però scoprì che ancora nessuno dei rifugiati avevano fatto ritorno. Tuttavia era possibile che la presenza di feriti e malati avesse potuto rallentare il viaggio del gruppo, quindi c'erano ancora speranze.
I monaci ascoltarono con attenzione e terrore le parole del ninja, di come Shiorigakure era stata presa d'assalto e occupata da creature immonde, degli orrori delle mura, delle prigioni e dell'albero secolare. Ben presto arrivarono anche nefaste notizie da Koritsu: gli abitanti erano stati trucidati o catturati senza pietà dagli abomini.
Il ninja, stanco dopo due giorni di incredibili e nefaste scoperte, fece ritorno in patria, ma non prima di aver scortato il giovane compagno Kiriano fino al suo villaggio natìo.

Entro pochi giorni il Paese del Tè avrebbe mobilitato le sue forze armate per la riconquista di Shiorigakure e la ricostruzione di Koritsu.
Il successivo passo sarebbe stato l'attacco all'isola di O'haru, ribattezzata la "Bocca dell'Inferno".