Quartiere - Aburame

[Ambientazione]

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  1. **Kat**
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    II ~ Delegazione al Quartiere Aburame: Matrimonio a sorpresa?


    L

    o sguardo di Ayuuki si alternava tra la porta dell’ufficio dell’Hokage e il volto di Hiro-kun. Il suo compagno di mille avventure sembrava più euforico ed emozionato di lei. Forse attendeva con ansia da tempo una convocazione di Raizen-sama. In realtà la Fuyutsuki aveva desiderato un incontro con il colosso da quando lo aveva intravisto in veste ufficiali all’inaugurazione del suo anno in Accademia. Alla cerimonia ufficiale l’aspirante Kunoichi era rimasta folgorata dalla sua selvaggia bellezza e i modi autoritari. Era un uomo di polso. Ed era stata affascinata dalla personalità dell’uomo che si celava sotto al cappello da Hokage.
    Come ogni cotta infantile nel corso dell’anno scolastico e anche dopo il suo diploma non era durata molto e si era lasciata corrompere dall’avvenenza degli allievi di Atasuke-sama. I suoi insuccessi amorosi erano stati argomenti di discussione con la sua amica Miyo-chan dopo le vacanze trascorse al Paese delle Sorgente Termali. Ma nonostante tutto la figura dell’Hokage le ispirava sempre un certo fascino. Era una ragazzina con la testa tra le nuvole e labile nei sentimenti, data la sua giovane età. E in quel momento si sentiva la donna più felice del Paese del Fuoco.
    Stava per diventare First Lady di Konoha. Immaginava già la sua mano in quella di Raizen-sama agli incontri formali in cui avrebbero dovuto presenziare. Sentiva già i profumo dei fiori d’arancio e i Kimoni cerimoniali per l’imminente matrimonio. Stava per sposarsi o fidanzarsi con l’Hokage in persona. Almeno era ciò che aveva immaginato nella sua testolina. La convocazione ufficiale era stata piuttosto formale ed essenziale. Il resto era stato tutto frutto della sua immaginazione.
    Sentì la mente più leggera non appena si chinò davanti all’imponente figura del colosso. Era al cospetto del suo promesso sposo. La donna ammantata in un angolo della stanza era sicuramente una sacerdotessa convocata per le nozze. Invece Hiro-kun era lì come testimone e caro amico di Ayuuki. Era tutto perfetto, almeno nella sua sognante testolina. Non riuscì a non arrossire come una sciocca. - … -
    Il discorso di Raizen-sama però non arrivò a nessuna conclusione. O almeno non a quella sperata dalla Fuyutsuki. Perché non le aveva chiesto la sua mano? Come mai era stata convocata ed era diretta al quartiere Aburame? Durante il breve cammino non proferì nessuna parola. Cercò di mantenere una certa compostezza e ritegno. Dietro al suo Kimono c’era il simbolo del suo clan. Non desiderava macchiare il buon nome della famiglia e lasciarsi andare ad un pianto liberatorio. Era stata rifiutata anche dall’Hokage.

    [ … ]

    Il suo rapporto con gli Aburame era stato piuttosto conflittuale. Non amava molto gli insetti e i ragni la inorridivano. In Accademia aveva avuto davvero poche occasioni per interagire con studenti o Chuunin appartenenti a questa discreta ed orgogliosa Casata. Nella sua classe non c’era nessun membro del Clan Aburame, ma il suo carattere socievole ed estroverso non le aveva mai procurato nessun problema a socializzare. Era stata ben educata dal Capo clan dei Fuyustuki, quindi conosceva a memoria le formalità e i riguardi da riservare ai Capo-clan di importanti famiglie del Paese del Fuoco.
    Non era affatto preoccupata per quell’incontro, nonostante non conoscesse la reale motivazione per cui era stata scelta come parte della delegazione nel quartiere Aburame. Il dolore al cuore, ormai a pezzi, era l’unica certezza di quella giornata. Ma con compostezza e serietà continuò ad avanzare insieme al resto del gruppo, preceduta solo dall’Hokage e dalla figura ammantata.
    Ora che poteva osservarla meglio, la donna non sembrava affatto una vecchietta. La sua figura non era incurvata come credeva e il bastone le faceva solo da supporto. Non riuscì ad intravedere il suo volto, vista la maschera sul suo volto, ma il suo corpo ero asciutto e non affatto decrepito come pensava. Evitò di osservarla con troppa insistenza, nonostante la curiosità era molta.
    Il Quartiere Aburame, mai visitato dalla Fuyutsuki, si dimostrò pieno di sorprese. Le modeste villette orientali in schiera nascondevano sul retro un sontuoso giardino e delle serre, dove i membri di quell’antico e rispettato Clan nutrivano le loro colonie d’insetti. Superarono il palazzo centrale, dove i membri più illustri e rispettati degli Aburame si riunivano per decidere delle sorti della famiglia. Dietro all’edificio c’era una modesta abitazione, sede del Capo-clan.
    - Ohayou Gozaimasu! - Salutò con un rispettoso inchino del busto e della testa. La Delegazione fu accolta da un gruppo di Ninja, due uomini e un’anziana donna. Solo in un secondo momento Ayuuki venne a conoscenza che l’anziana vecchietta era Yoko Aburame, moglie del Capo-Clan, e detentrice di una delle colonie più rare ed antiche d’insetti dell’intera Nazione del Fuoco. Per ora la neo-Genin si aggirava per i corridoi della villetta con aria incuriosita e confusa. Rimase in silenzio, abbozzando un lieve sorriso a chiunque incrociò il suo sguardo cristallino.
    La ragazza notò che Hiro-kun continuava a riservarle particolare attenzione, forse per non perdersi nelle mille formalità che richiedeva l’occasione. Rivolse quindi un sorriso complice, quasi per invitarlo a seguire i suoi gesti e i suoi modi cortesi. Non era difficile dopotutto, almeno per lei che era stata cresciuta come una fiera ed aristocratica Fuyutsuki. L’apparenza in queste situazioni era tutto. Tra nobili era più conveniente un falso e mite sorriso, che una parola di troppo. Il segreto era stare in silenzio, lanciare qualche occhiata in giro ed attendere di essere interpellati. - Sorridi e mostra il tuo miglior inchino. Non è difficile sai? - Si avvicinò al suo orecchio per sussurrargli quelle poche parole. Cercò di rassicurare come poteva il figlio del pescatore Abe, che era meno avvezzo a queste formalità.
    La Sala da ricevimento era spaziosa ed accogliente, nonostante il temperamento timido e schivo degli Aburame. Al centro dell’ambiente principale in un tavolo quadrangolare c’era Shin Aburame, l’attuale Capo-Clan, che invitò i presenti a prendere posto per la riunione. Ayuuki lasciò le presentazioni all’Hokage, secondo gli usi e i costumi delle cerimonie ufficiali, e si limitò solo a chinare la testa in segno di rispetto e saluto. Abbozzò un timido sorriso senza perdere la sua compostezza. Si sedette tra Oboro ed Hiro-kun.

    [ … ]

    Ayuuki pensava di dover presenziare ad una noiosa e serissima riunione tra illustre figure del Villaggio. Ed invece ad un certo punto arrivarono teiere e tazzine con dei pasticcini per gli ospiti. Gli occhietti della Fuyutsuki s’illuminarono. Accettò ben volentieri quell’offerta. Afferrò uno degli stuzzichini vegetali e li portò alla bocca mangiandoli con compostezza e senza abbuffarsi. Non dimenticava di certo il compito rappresentativo che aveva assunto nella riunione.
    Non aveva nessuna voce in capitolo. Era lì solo per accompagnare l’Hokage, ma ormai era passato un bel po’ di tempo da quando un Fuyutsuki era riuscito a rappresentare la propria famiglia in un evento ufficiale della vita del Villaggio. L’incontro con gli Aburame, per quanto potesse essere riservato e tranquillo, sembrava molto importante per la pace di Konoha.
    La Genin ascoltò con attenzione il discorso del Capo-Clan e di Raizen-sama. Stavano per siglare un accordo di reciproca fiducia e collaborazione per il bene del Villaggio. La ragazza alzò la tazzina di sakè insieme agli altri per poter rendere omaggio alla rinnovata alleanza dei Ninja-insetto con l’amministrazione di Konoha. Brindò insieme al resto del Clan e a tutti i presenti. - Un altro brindisi? - Si guardò intorno quando i bicchieri con il sakè erano stati di nuovo levati in aria. Dopo trenta minuti Shi-sama ripropose il brindisi in onore del Villaggio e dell’Hokage. - Ancora? - Stavolta osservò Hiro-kun per capire se era uno scherzo. Di questo passo si sarebbe ubriacata e il rosso al suo fianco sembrava già brillo. Quindi brindò ma senza svuotare mai completamente il bicchiere.
    Alla fine il Clan Aburame prometteva di assicurare una fornitura di veleni ed antidoti prodotti dagli insetti al Villaggio in cambio di una migliore manutenzione delle serre del quartiere. Uno scambio equo e giusto. Almeno secondo l’opinione della Fuyutsuki. Ascoltò con velato interesse le parole di Raizen-sama. Il suo discorso era semplice ed essenziale. Andò dritto al punto della questione. E nonostante non avesse dimostrato grandi qualità nella dialettica, nella testolina di Ayuuki l’immagine dell’Hokage assumeva le caratteristiche di un forte Leader della Foglia, dotato d’indicibili qualità diplomatiche e di uno sconfinato carisma. Fu costretta ad abbassare lo sguardo per evitare di mostrare a tutti il rossore che invadeva le sue guance. - Ahw. - Sospirò.
    La sua attenzione fu ravvivata non appena il colosso si rivolse ai due Genin. Perché erano lì? Forse ogni speranza non era naufragata con l’incontro diplomatico con gli Aburame. Probabilmente l’Hokage aveva davvero intenzione di sposarla in segreto nell’abitazione di Shin-sama per uno strano motivo. Lanciò un’occhiata verso Hiro-kun ed allungò le mani verso le sue nella speranza di stringerle per l’emozione. - Forse stà per.. - Si avvicinò all’orecchio del Genin ancora una volta. Non riuscì a confessare tutto ciò che le ronzava in testa. E come sempre stava fraintendendo tutto.


     
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