Quartiere - Aburame

[Ambientazione]

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  1. **Kat**
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    IV ~ Chakra e Spiedi: Dolore


    R

    aizen-sama era ormai lontano e con lui anche le ultime speranze matrimoniali della Genin di Konoha. Aveva sperato con tutto il suo cuore che l’importante carica del Villaggio si accorgesse della sua presenza. Ed invece era stata trascinata nei Quartieri degli Aburame per essere avvelenata e sottoposta ad un “esperimento”. Metodi decisamente poco ortodossi, che l’Hokage aveva definito come allenamenti. La situazione ora le era piuttosto chiara, anche se il veleno e i sedativi che aveva assunto la rendevano ancora piuttosto confusa e poco lucida.
    Tra tante Kunoichi del Paese del Fuoco era stata scelta, insieme a Hiro-kun, per diventare parte integrante di un team di Velenisti di Konoha. Era un progetto molto ambizioso, soprattutto per un Villaggio che aveva da sempre confidato sugli Aburame in materia di veleni. Raizen-sama era un uomo ambizioso che agiva, anche con metodi poco convenzionali, per il bene del Villaggio.
    Sicuramente questa esperienza l’avrebbe fortificata in ogni caso. Ma la delusione era ancora tanta. Non aveva avuto modo di confessare i suoi frivoli “sentimenti” per il colosso di Konoha e non era convinta di aver dato una buona immagine di sé. Quasi gli aveva rimesso addosso. Lo stomaco era decisamente la parte del corpo che le doleva di più. Probabilmente la maggior parte gli insetti era ancora nelle vie digestive, ma altri avevano già superato le barriere mucose per entrare nel torrente circolatorio.
    La sensazione di malessere era estesa a tutto il corpo. Sentiva poca forza negli arti inferiori ed iniziò a muovere le dita delle mani per essere sicura di avere ancora sensibilità in quelli superiori. Non conosceva il tipo di Veleno che le era stato iniettato, ma probabilmente gli Insetti degli Aburame si stavano nutrendo del suo Chakra per crescere e secernere ulteriore veleno. Il solo pensiero di avere parassiti dentro di sé le provocò un nuovo conato di vomito.
    Ma stavolta non fuoriuscì nulla dalla sua bocca. Solo saliva, che venne raccolto dal secchio offerto “gentilmente” dalla donna mascherata. Occhi che lacrimavano per il disgusto e il dolore. Le fitte allo stomaco si facevano sempre più frequenti e la mano sinistra teneva la pancia, assumendo quasi una posizione fetale, antalgica. Sospirò leggermente. Cercò informazioni dalla donna mascherata. - Quindi è la nostra giornata fortunata! - A quanto pare era stata scelta solo per puro caso. E non riuscì a trattenere un pizzico d’ironia.
    - Hiro-kun? - Il ragazzo era stato per tutto questo tempo al suo fianco. E a differenza sua, che sembrava leggermente preda del panico e della nausea, si era messo subito al lavoro nella manipolazione del Chakra. In quel momento capì che doveva dare il giusto peso alle parole dell’Hokage.
    Cercò di ricordare rapidamente il suo discorso. Si sentiva ancora confusa e poco lucida, ma doveva trovare necessariamente la forza dentro di sé per reagire alla situazione. Era la prima volta che si trovava realmente in pericolo di morte. Mai aveva assunto dei Veleni, nonostante ne faccia uso sulle sue armi. Inspirò profondamente e socchiuse gli occhi. Gli insetti si nutrivano di Chakra per secernere il loro Veleno, quindi la chiave di tutto era l’incorporea energia che fluiva nel suo sistema circolatorio. Strinse i denti, per ignorare il dolore.
    - … - Raizen-sama aveva parlato di un modo per poter ridurre la percezione dolorosa con il Chakra e forse grazie alle sue capacità mediche

    Conoscenza Medica (Base) [1]
    Conoscenza: L'utilizzatore può diagnosticare e trattare gli Status Leggeri; richiedono 3 slot azione/tecnica per eliminarli. Può eseguire interventi di pronto soccorso e medicare le ferite: l'entità della ferita medicata si ridurrà di ½ leggera ogni giorno. Possiede inoltre conoscenze anatomiche di base, potendo individuare con sicurezza la posizione degli organi interni, dei vasi e delle ossa.
    poteva trovare una soluzione. Il dolore di minuto in minuto si faceva sempre più insistente. L’astenia diventava quasi debilitante e si sentiva gradualmente svuotata di ogni forza. Per prima cosa decise di trovare la giusta concentrazione per manipolare le sue Energie. Aveva fin da subito dimostrato un perfetto controllo del Chakra ed era giunto il momento di dimostrare a tutti e a se stessa che questa era una qualità, non solo frutto del caso. La mano sinistra stringeva ancora lo stomaco. Il dolore le provocava deconcentrazione, ed iniziava ad essere un problema.
    Per questo focalizzò tutta la sua attenzione su un modo per ridurre la percezione dolorosa. Inspirò ed espirò lentamente per cercare la giusta concentrazione dentro di sé. Non era un Ninja Sensitivo, o almeno non aveva mai dimostrato una simile abilità, ma era certa che in una situazione di assoluta calma poteva avvertire i flussi di Chakra nel suo organismo. Poco sotto al centro del suo sistema circolatorio, la bocca dello stomaco, avvertì un’anormalità. Il flusso in quel punto diventava stranamente debole e turbolento. Altri piccoli gorghi di Chakra si trovavano disseminati per tutto il torrente circolatorio. Sospettò che in quei punti c’erano i nano-insetti che assorbivano Chakra e secernevano le loro sostanze tossiche. Cercò quindi di ridurre sensibilmente il flusso in quel punto. Nella sua testolina aumentare il flusso in un punto in cui c’erano esseri-mangia chakra era controproducente. Rischiava di esaurire le sue riserve di Chakra inutilmente.
    Per questa ragione diminuì il flusso in alcuni punti per poter ridurre l’apporto nutritivo agli insetti. Probabilmente si sarebbero spostati in altri distretti del corpo maggiormente irrorati, ma così facendo pensava di rallentare la produzione del Veleno e la diffusione dell’infezione. Provò a manipolare minuziosamente e con precisione quasi chirurgica il suo Chakra, evitando ogni spreco e mettendo in condizione gli insetti dentro di sé ridurre la loro fonte di sostentamento. Non era una soluzione definitiva, ma solo provvisoria.
    Ciò che premeva maggiormente l’interesse della Fuyutsuki erano le lancinanti fitte allo stomaco e la sensazione di malessere generale. Una smorfia di dolore deturpò il suo candido e giovanile viso. Si morse il labbro inferiore e cercò di elaborare rapidamente una strategia per alleviare quel dolore. Era fonte di disturbo per la Genin e manipolare il Chakra diventava sempre più difficoltoso. - Forse potrebbe essere utile. - Riaprì gli occhi ed afferrò uno spiedo
    Spiedi [Distanza]
    Simili a lance di piccolissime dimensioni, gli spiedi sono leggeri, veloci e possono raggiungere massimo 15 metri.
    Tipo: Da Lancio-Perforazione
    Dimensione: Minuscola
    Quantità: 5
    (Potenza: 5 | Durezza: 3 | Crediti: 5)
    dal suo Porta Kunai.
    Sembrava qualcosa di folle ed autolesionista, ma era sicura di poter stimolare i suoi nocicettori per alleviare quel dolore con il Chakra, proprio come aveva suggerito l’Hokage. Necessitava di una precisione accurata. Non poteva sbagliare. Le dita afferrarono saldamente quella sottile arma da lancio. Lasciò scorrere il Chakra dai polpastrelli verso il freddo metallo dello spiedo. Un flusso continuo e lo stabilizzò solo in un secondo mento. Confidava nella sua innata capacità di controllare il Chakra. Un’aura azzurrina testimoniò la buona riuscita dell’esperimento. Poteva essere un azzardo, ma confidava nelle sue discrete conoscenze mediche. Aveva buone nozioni sul sistema nervoso, anche se non conosceva perfettamente ogni nocicettore presente sulla sua pelle. Aprì la Zip della tuta ed alzò la maglietta per esporre l’addome. Era la parte più colpita dal veleno dei nano-insetti.
    - … - Trattenne un gemito di dolore non appena la lama di Chakra che era comparsa sullo spiedo iniziò a forarle la pelle. Solo successivamente lo spiedo penetrò appena lo strato più superficiale dell’epidermide. Il Chakra provò a stimolare i nocicettori e le fibre nervose per poter interferire con l’impulso elettrico e quindi isolare temporaneamente quelle fibre. L’impulso elettrico, impossibilitato ad uscire dal nocicettore, non sarebbe stato trasmesso al cervello e quindi la sensazione dolorosa dovrebbe svanire, almeno allo stomaco. Erano solo supposizioni le sue. Ma lo Spiedo non era pericoloso per la sua integrità cutanea, anzi era solo un “tramite” per rendere la manipolazione del Chakra ancora più minuziosa e precisa.
    Finalmente arrivò l’illuminante consiglio di Oboro. In realtà stava cercando un modo nella sua testolina per liberarsi di quei fastidiosi insetti, dopo aver provato ad attenuare in qualche modo un po’ il dolore. Socchiuse di nuovo gli occhi per poter cercare le energie nel suo corpo. Si accorse immediatamente che gli insetti erano migrati in altri distretti del corpo, dove il Chakra era maggiormente condensato. Le interferenze del flusso di energie testimoniavano la presenza di quei fastidiosi veicoli velenosi. Decise quindi di seguire alla lettera i consigli della donna mascherata.
    Impastò gradualmente ingenti quantità di Chakra per poter attirare gli insetti verso i suoi orifizi. In realtà l’idea di “vomitare” ed espellere degli esserini minuscoli e velenosi la disgustava, ma cercò di mantenere la concentrazione. Provò a sfruttare il suo perfetto controllo del Chakra allontanare gradualmente gli insetti dal suo organismo.
    Ingenti quantità di energie cercarono di spaventare gli insetti nel suo corpo e guidarli verso le uniche vie d’uscita. Era un processo lento e graduale. La turbolenza del Chakra avrebbe costretto gli insetti degli Aburame a trovare una via di fuga per evitare di venirne schiacciati. Probabilmente per la Fuyutsuki furono le quattro ore più lunghe ed estenuanti della sua vita. Era una lotta continua, contro un nemico invisibile e tenace. Bastava una piccola distrazione per fornire agli insetti un pretesto per secernere ulteriore veleno nel suo già debilitato organismo. Si sentiva sempre più stanca. E alla fine era anche troppo esausta e dolorante per rialzarsi da quel letto o proferire parola. Finì per chiudere gli occhi e perdere i sensi.

    [ … ]

    Le 72 ore che seguirono furono altrettanto infernali, estenuanti ed imbarazzanti. Il suo bel Kimono bianco con il simbolo dei Fuyutsuki alle spalle era ormai macchiato da vomito e della saliva. Aveva passato notte insonni e con violenti conati di vomito. Durante il giorno invece finiva per perdere conoscenza. Tutto ciò che metteva nello stomaco, grazie alle amorevoli cure di Yoko Aburame che provvedeva a nutrirla e dissetarla con pazienza, finiva nel secchio al lato del suo letto. Sentiva uno sgradevole bruciore lungo il collo. A quanto pare i suoi succhi gastrici stavano digerendo per fino le pareti del suo esofago.
    La nausea era accompagnata da un fastidioso dolore. Astenia e mialgia impedivano alla Fuyutsuki di muoversi liberamente nel letto. Anzi quel letto le sembrava così scomodo, che era costretta a girarsi e rigirarsi nella speranza di trovare un po’ di sollievo. Si rannicchiava e portava le gambe al petto. Una posizione antalgica, che le donava ben poco sollievo.
    La donna mascherata era stata molto chiara. Utilizzare il Chakra per ridurre il dolore era controproducente. Avrebbe intensificato lo stimolo doloroso. A quanto pare gli insetti non erano il principale veicolo del veleno. Avevano contaminato il loro sangue e il sistema immunitario faticava a trovare una giusta risposta. Doveva attendere, essere paziente.
    Ogni azione quotidiana, anche quella più “banale”, era un’impresa. Inoltre ogni norma di privacy era inesistente in quel laboratorio medico. - Hiro-kun.. girati! - Era certa che il ragazzo stesse affrontando le pene dell’inferno, come la Fuyutsuki del resto, ma si accertava sempre di non essere spiata. Oboro l’aiutò ad alzarsi per alcuni minuti almeno due volte al giorno per aiutarla nella ripresa delle facoltà motorie. Ogni movimento corrispondeva ad una fitta. I suoi nervi sembravano infiammati e conviveva con una sgradevole sensazione di decine di spilli conficcati nei muscoli. Si sentiva debole, troppo debole. E solo l’intervento provvidenziale della donna le impedì una brutta caduta, prima di perdere i sensi per l’ennesima volta.
    - Fa male. - Non smetteva di ripeterlo, soprattutto con il calare del sole quando rimaneva da sola con il suo dolore e i suoi pensieri. Cercò di mitigare quella sensazione ripensando al suo passato. Aveva affrontato dolori ben più grandi. Era così piccola ed ingenua a quell’epoca, quando Ai-chan passeggiava tranquillamente nel cortile di Villa Fuyutsuki. I fiori di ciliegio creavano un roseo tappeto sul prato curato, dove la bambina si divertiva a giocare. Sognava di essere una Kunoichi proprio come la sorella maggiore. A quel tempo essere Ninja aveva un altro significato per lei. Niente dolore, nessuna sofferenza e mai aveva pensato di rinunciare ai suoi sentimenti per i suoi desideri. Era tutto un gioco per lei.
    Ed invece ora quel dolore era reale. Dopo giorni e giorni quello stesso dolore stava rientrando nella sua normale routine. Stava imparando a conviverci, nonostante qualche volta si lasciava andare ad inutili sproloqui sul suo cuore spezzato e sullo stato psico-fisico in cui era costretta a sopravivere. Ma c’era qualcosa dentro di lei che le donava la determinazione per andare avanti. Non i sorrisi di Hiro-kun, che cercavano di rincuorarla, non le cure delle due donne, che la tenevano in vita, e forse nemmeno la lealtà verso Konoha.
    In passato aveva provato un dolore molto più grande di quello che stava percependo nelle ultime 72 ore. La sua anima era stata dilaniata dal tradimento di Ai-chan. Ricordava ancora quell’immenso dolore che l’aveva devastata quando aveva scoperto che sua sorella non sarebbe più tornata a Konoha. Non c’era dolore peggiore.
    - C’è dolore peggiore di questo! - Strinse i pugni, serrò le mascelle e soffermò lo sguardo serio verso le due donne. Finalmente era in piedi. Un lieve capogiro la destabilizzò per alcuni secondi. Ma era in piedi, anche se in un equilibrio precario. Era pronta a muovere i primi passi per raggiungere Ai-chan. A qualsiasi prezzo.


     
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