Quartiere - Aburame

[Ambientazione]

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  1. **Kat**
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    VI ~ La prova finale: L'incontro con l'Hokage


    O

    rmai l’organismo della Fuyutsuki sembrava al limite. Il dolore e la costante astenia che aveva provato in quei sette giorni avevano completamente logorato il suo animo. Si sentiva stanca, molto stanca. Non solo fisicamente, ma anche psicologicamente. Aveva imparato a convivere con il dolore e sopportare gli effetti del Veleno degli Aburame. Era stata una prova molto dura, forse al limite dell’incoscienza. Il suo organismo poteva uscirne fortemente debilitato da quell’addestramento intensivo. Ora comprendeva le parole di Raizen-sama. Il dolore fortificava ed accelerava il processo di crescita.
    Si sentiva cambiata in un certo senso. Non esteriormente. Aveva imparato a superare le proprie “paure” e ad elevare la soglia del dolore. Prima d’ora non aveva mai pensato di resistere tanto a lungo agli effetti dei Veleni. Era stato un addestramento al limite della follia, che l’aveva formata. Era più consapevole di se stessa e della sua tenacia. Era sempre stata una Kunoichi forte e caparbia, ed in questo frangente era riuscita a riscoprire dentro di sé una forza di volontà ben superiore a quella che pensava di possedere. Bastava solo desiderarlo, tenere duro ed impegnarsi con tutte le proprie forze per raggiungere un obbiettivo. Forse tutto ciò l’avrebbe resa meno frivola o infantile.
    Ma a quanto pare le prove per la Fuyutsuki non erano ancora finite. Sicuramente doveva ringraziare Hiro-kun, per esserle stato accanto. La sua canzone popolare aveva risollevato il morale della ragazza, quasi sull’orlo della resa. Abbozzò un lieto sorriso in sua direzione, quando entrambi furono rimessi a letto con l’aiuto di Yoko-san ed Oboro. Entrambi avevano concluso la loro esercitazione con Antidoti e Veleni. Avevano consultato per molti giorni i Tomi e sperimentato diverse combinazioni d’ingredienti prima di arrivare alla formula giusta. Si distese sul letto e tirò un sospiro di sollievo quando sentì un piacevole torpore invadere il suo corpo. - Stò meglio. - Sperava che anche il ragazzo dalla chioma rossa provava la sua stessa sensazione, ma a quanto pare il composto che aveva preparato, una sostanza verdastra-melmosa, agiva più lentamente del suo estratto ad infusione endovenosa.
    Yoko-san passò ai due Genin una tisana per poter depurare il loro organismo dalle scorie del Veleno e ristabilire la normale osmosi cellulare, messa a dura prova dagli Insetti Aburame. Dopo solo trenta minuti la Fuyutsuki si sentì decisamente meglio. Non poteva dire lo stesso per Hiro-kun, che rimase a letto ancora un po’. Lanciò un’occhiata d’incoraggiamento. Il rosso aveva fatto tanto per lei in quei giorni, e stargli vicino era il minimo per sdebitarsi. Purtroppo non le fu concesso nemmeno questa opportunità, visto che la donna mascherata le restituì tutti i suoi averi, o almeno il Kimono di famiglia, gli anelli in ottone ed i sandali Ninja. - Ok! - Fu invitata a ricomporsi.
    Appoggiò tutte le sue cose su una sedia in legno ed iniziò a specchiarsi in uno specchio, situato in quello che era stato il loro “bagno”. Nemmeno questa volta le fu concessa la giusta privacy. Desiderava almeno un paravento, ma ormai avevano convissuto in quel laboratorio medico per più di una settimana con tutti i presenti. Avevano sofferto insieme. E non doveva essere più un problema per la Fuyutsuki, o almeno teoricamente. Lanciò un’occhiata imbarazzata verso Hiro-kun, intento a riposare. E decise di svestirsi rapidamente ed indossare il Kimono dai Fuyutsuki. Era stato pulito dalle tracce di vomito e saliva, che aveva macchiato il pregiato tessuto dell’abito cerimoniale. Tirò un sospiro di sollievo non appena indossò di nuovo il simbolo del suo Clan, un bocciolo rosa intento a fiorire. Fece un giro su se stessa e richiuse il Kimono con una cintura in seta, che s’intrecciava in un morbido fiocco alle spalle. Indossò anche i sandali bianchi e raccolse la chioma in una lunga treccia con i cinque anelli in ottone, un regalo di Ai-chan. Bagnò il viso con un po’ di acqua fresca, e nonostante le occhiaie ed il pallore del viso, decise di seguire Oboro.
    Aveva recuperato abbastanza energie da saltare da un tetto ad un altro con disinvoltura e rapidità, mantenendo il passo della Chuunin e stando ben attenta a non inciampare su un cornicione o un balcone. Riscoprì la piacevole sensazione di respirare l’aria fresca del mattino e le carezze sul volto dei raggi solari. Era stata segregata nel Laboratorio Medico degli Aburame per troppo tempo. Socchiuse gli occhi mentre compiva l’ennesimo salto per raggiungere il tetto del Negozio di rotoli Ninja, nel centro cittadino. Aprì le braccia per lasciarsi accarezzare dal vento ed assaporare quell’appagante sensazione di libertà. Sul suo volto comparve un cristallino sorriso.

    [ … ]

    S’introdussero nell’Ufficio dell’Hokage, attraverso l’ampio balcone della struttura. E trovarono Raizen-sama dietro alla scrivania. Oboro durante il tragitto le aveva già anticipato in cosa consisteva l’ultima prova della giornata. Era stato un addestramento molto duro ed ora l’attendeva una sorte di giuramento, forse una cerimonia per essere iniziata ad un gruppo segreto di Shinobi e Kunoichi disposti a proteggere l’Hokage e Konoha da ogni pericolo. Probabilmente il suo addestramento con i Veleni e gli Antidoti era propedeutico per poter ricoprire un ruolo ben preciso all’interno dell’organizzazione. La Fuyutsuki nascose la sorpresa o almeno tenne a bada la sua curiosità per tutto il tragitto. E sgranò gli occhietti cristallini non appena Oboro si privò della maschera e mostrò le sue fattezze. Non era una normale Kunoichi del Villaggio. Non la giudicava per il suo aspetto, ma probabilmente stava per essere coinvolta in qualcosa di molto serio. Non c’era più spazio per frivolezze o debolezze. Doveva essere forte.
    - O…Ohayou G…Gozaimasu! - Balbettò quello che sembrava un saluto, nei confronti del colosso di Konoha. Era confusa, molto confusa. Aveva bisogno di spiegazioni. Anzi pretendeva spiegazioni.


     
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