Una Proposta che non Puoi Rifiutare

[Contratto][Ryuhwan]

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  1. Yami Kaguya
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    Mundo Mochuelo


    Ci scopriamo sorpresi. Il co-protagonista, è un bambino. Sembra stanco, affaticato, in un primo momento. Ma la nostra sorpresa non è per come il Destino abbia deciso di renderlo il co-protagonista della storia, quanto per come il suo sguardo muta, dinanzi alla piccola civetta. Non lo vediamo, ma qualcosa è cambiato, e sembra impensierirlo. Non ne cogliamo il motivo, ma qualsiasi cosa ne abbia increspato l'espressione in maniera quasi impercettibile per occhi meno allenati, ora sembra sia sparito con la stessa rapidità con cui è comparso. Il bimbo non degna di ulteriori attenzioni l'animale, e fugge via. Sorpassa la civetta a qualche metro, desideroso di lasciarsela alle spalle.
    Ma ora è tardi, e i Suoi muscoli si tendono. La civetta emette un ultimo verso disperato, dopodichè... svanisce. Rivela un Fuiin prima nascosto dal suo corpo, che si attiva nel momento esatto in cui l'animale svanisce in una nuvola di fumo, e il bambino l'ha superato di nemmeno un metro.
    Il Fuiin è rapido, implacabile. Come magma sgorga dalla terra, và a formare un quadrato di venti metri di lato che incolla i piedi del ragazzino dentro quel perimetro, al suolo. Come la civetta dall'ala dilaniata, ora anche lui può muoversi come lo farebbe se le sue gambe fossero la mera ombra di sè stesse. Si regge in piedi, ma il massimo che riesce a fare è sollevare la pianta a sufficienza da strisciarla sul terreno e così avanzare. E' lento, ma prima o poi potrebbe uscirne, con un pò di sforzo.
    Lui però, non attende. Come se i muscoli intorpiditi dalla lunga attesa fossero rimasti immobili solo per pochi minuti, essi si contraggono come morse, spostano quel corpo massiccio in avanti, oltre i cespugli, oltre gli alberi e sino all'area delimitata dal Fuuinjutsu.
    Ora anche il bambino, lo può vedere. Ne immaginiamo lo stupore, nel vedere il nostro Protetto. Eppure è anche per quel suo aspetto tanto bizzarro, che abbiamo deciso di seguirlo.
    civetta2
    Egli è un uomo possente, forte... eppure, porta in testa un bizzarro copricapo. E' uomo di corpo e gufo di testa... ma d'altronde nel vedere come fosse circondato dai gufi quando l'abbiamo incontrato, la nostra sorpresa per tale aspetto non è durata molto.

    Ora Lui corre senza curarsi delle opinioni altrui. Corre come se dovesse caricare il bambino, ma si ferma a circa due metri a fissarlo. Inclina la testa, sembra imitare gli animali che l'avevano accompagnato. Dopodichè, si getta sul bambino, cerca di afferrarlo. Non comprendiamo, ma siamo convinti il bambino sia più sorpreso di noi. L'uomo è grande e grosso, e complice la difficoltà di movimento del bambino, sembra riuscire a toccarlo per un secondo, almeno. Ed è sufficiente. Un nuovo sigillo, di cui questa volta non comprendiamo il senso. Il bambino viene liberato subito dopo, mentre un reticolo a spirale gli avvolge il braccio sino a formare cinque spirali concentriche all'altezza del polso, di metà avambraccio, del gomito, del bicipite, e della spalla.
    Non riusciamo a decifrare l'espressione del nostro protetto, ma immaginiamo sia contento.
    Subito dopo però egli cade.
    civetta3
    Sputa un rivolo di sangue, cade all'indietro, e rimane lì, a terra... senza muoversi. Il respiro è un rantolo, il petto si alza a malapena, gli occhi prima concentrati sono rovesciati.
    Per un attimo, disperiamo. Non crediamo di poter sopportare un'altra perdita a distanza tanto ravvicinata, e per un attimo riusciamo solo a fissare il bambino, nel cercare di capire cosa abbia fatto.
    Eppure non sembra riuscire a darci risposte, e quindi torniamo su di Lui... solo per notare, che la mano si muove leggermente. Con uno sforzo che sembra costargli molte più energie di quante possa permettersi, sfiora il sangue che sgorga dal suo becco. E dunque appoggia la mano di nuovo a terra, dove in una nuvola di fumo... una civetta compare.

    L'animale non proferisce parola o verso che sia, e subito si libra in volo, appollaiandosi su un ramo vicino per contemplare la scena. Fissa il nostro protetto con apprensione, e dunque il bambino con astio. Dopodichè, il suo sguardo sembra concentrasi sui segni presenti sul braccio di quest'ultimo. E con un sospiro, mentre i suoi occhi si socchiudono, finalmente parla.
    civetta4

    E così il custode sei tu, ora.
    Ti direi "Congratulazioni", ma sei già morto. "Condoglianze", allora.
    Per quel che vale, è stato bello conoscerti per questi toccanti due minuti che verranno.

    Non comprendiamo.



     
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16 replies since 4/3/2012, 19:25   222 views
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