Una Proposta che non Puoi Rifiutare

[Contratto][Ryuhwan]

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  1. Alkaid69
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    Come il bambino aveva previsto, il mostro non muore a seguito dell'attacco (anche se un po' sotto sotto aveva sperato che lo facesse) e si rialza dolorante.
    A quanto pare la prova non consisteva esattamente nel dimostrare praticamente le sue abilità, ma piuttosto spiegarle a parole. Tuttavia cosa può dire più di mille parole se non un'azione? Di questo il bambino è fermamente convinto.
    Tuttavia, il dolore al polso che ne consegue comunica a Ryuwhan una dura lezione: non avrebbe più dovuto farlo.
    Il monito nefasto della civetta lascia spazio a numerosi dubbi: non seguire alla lettera le direttive di quelle schifezze avrebbe significato un'ulteriore modalità di morte.
    Ma finalmente il primo sigillo sta per essere sciolto: Ryuwhan si affretta a raggiungere il posto indicato dall'uccello e infila la sudicia mano nella pozzanghera, tirando fuori la stele; questa brucia immediatamente via il primo sigillo, ed ecco che siamo un passo più vicini alla risoluzione di questo insopportabile atto.
    Tuttavia mancano ancora ben quattro prove, e non c'è tempo da perdere.

    In questo momento il bambino non sente assolutamente alcun affaticamento né i morsi della fame. Ci è abituato, sì, dato che procacciarsi il cibo è sempre stato un problema per lui in quanto senzatetto; tuttavia al momento la cosa più determinante non è tanto l'abitudine a patire la fame quanto la più che giustificabile voglia di liberarsi di quegli orrendi animali, e sì, perché no, anche un inesplicabile desiderio di conoscenza.

    Uscendo dalle rovine ancora una volta ci immergiamo assieme a Ryuwhan nella vegetazione, la quale sembra aver divorato come un'immonda creatura la pietra e qualsiasi altro segno di una residua civilizzazione in quel posto.
    Non possiamo fare a meno di notare, però, durante il tragitto tracciato dai due viaggiatori, che in realtà era un eterno viaggio attorno ad uno stesso punto. Ryuwhan non può fare a meno di pensare che la disposizione dei segni e il viaggio facessero tutti parte dello stesso rituale. Una volta decifrato l'orientamento e il tipo di rituale di liberazione, non sarebbe impossibile portare a termine il rituale anche senza l'ausilio degli uccelli o attraverso metodi alternativi.

    Nel frattempo siamo già giunti nel luogo della seconda prova; lo capiamo perché ai nostri occhi si presenta l'enorme e disgustosa figura di un altro uccello. Questa deve essere almeno due volte quella che ha attaccato in precedenza la carovana, ed è appollaiata in quella sua insopportabile posizione su un tronco, come se la sua altezza non fosse già abbastanza a mettere in soggezione qualsiasi altra creatura.
    Quando quella scende e tenta di avvicinarsi al bambino, quest'ultimo di tutta risposta si allontana di scatto, come se una bomba stesse per esplodere proprio lì davanti a lui.
    Parla, il mostro, e non si cura del breve sussulto che il senzatetto dà sentendo quella voce. Parla e spiega, come tutte le altre. Quelle cose sembravano amare il parlare più di ogni altra cosa; Ryuwhan questo non poteva sopportarlo.

    Ma per fortuna questa volta il compito proposto sembra essere molto più in linea con la natura del bambino: avrebbe dovuto cacciare qualcosa, uccidere qualcosa. Ryuwhan è bravo a eliminare qualcosa.

    Non risponde, né da un cenno di aver compreso. Ryuwhan non comunicherà con quelle cose se non sarà strettamente necessario.

    Gli viene indicato il luogo, ed entro poco tempo ecco che scorgiamo l'animale da sacrificare; un animale dotato di corna e senza ali, per fortuna.
    Il piano del bambino è semplice, e contempla la superiorità numerica come punto focale. L'animale si trova al centro di una radura, delimitata da una foresta: il bambino non conosce la velocità, né le abilità di quel particolare animale. Se si tratta di una prova di quelle bestie, allora nulla deve essere così semplice come sembra.
    Ryuwhan crea ben cinque copie di sé stesso, lasciandone tre nel punto della foresta dal quale ora guarda verso la radura, e facendole nascondere sulle fronde degli alberi. Poi costeggia la radura rimanendo nell'ombra della foresta. Una copia la costeggia in senso orario, mentre lui e l'ultima copia in senso antiorario.
    Il piano del bambino ci è ora perfettamente chiaro: intende accerchiare da almeno 3 punti cardinali l'animale, in modo che l'unica via di fuga sia quella che dirige esattamente verso la foresta, nel punto dove le altre 3 copie sono nascoste fra gli alberi. A quel punto l'agguato sarebbe terminato: le copie avrebbero tentato di tranciare le gambe dell'animale (che sembravano la parte più delicata della bestia) e il resto sarebbe venuto da sé.

    Dunque il bambino scatta nella radura, dando il segnale alle altre due di fare lo stesso, e tutte e tre accerchiano l'animale; come avevamo previsto, l'unica via di fuga volutamente lasciata è proprio quella che porta alla trappola.

    La caccia andrà a buon fine?
     
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16 replies since 4/3/2012, 19:25   222 views
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