Prigioni di Konoha

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  1. leopolis
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    × Legenda
    Narrazione
    «Dialoghi»



    "Sembra che tu sia molto fortunato" - disse qualcuno quando l'Akuma riuscì a riprendere i sensi dopo il suo svenimento precedente. Certo, si ricordava tutto ciò che era accaduto e cercò nell'istante stesso di guardarsi intorno per trovare quel bestione con la sua lama, e il braccio, e gli sputi, e la pazzia, e il gustoso piatto fatto a base di carne umana, - la sua carne umana. Solo così capì di essere legato come un salame, immobile chissà dove, ma con tutte e due le braccia, per ora, e con tutti e due gli occhi e le orecchie, per ora.
    «No, non lo sono,» - ribatté secco a quella voce. - «Sono l'individuo più sfigato nel raggio di 9.000 chilometri.» - Nel mentre il tizio però non terminava di parlare dicendo che gli sarebbe piaciuto moltissimo torturare l'Akuma, l'Akuma stess cercò comunque di ricordarsi bene che diavolo aveva fatto e di chi era la colpa. Poi, come se a distrarlo, arrivò anche un'altra voce, era quella di Asmodai.
    "Bella scenata che hai fatto dall'Hokage!" - esclamò questi, al che l'Akuma scosse soltanto il capo.
    "Beh, ci ha chiesto lui di mangiare il braccio, no? Non potevo rifiutare un piatto del genere hehehehe. Ora però ho capito una cosa."
    "Cosa?"
    «Senti, ma la chiudi quella fogna o no?» - chiese al torturatore tanto per fermare tutta la sua inutile parlata basata sul niente. Poi si concentrò sul demone, con lo sguardo puntato in avanti, verso il buio.
    "Che la carne umana non è poi tanto male"
    "Hmm... Credo arrivi qualcuno... Credo sia Itai... "
    "Non penserai che avrà finalmente trovato le palle nelle mutande e sia venuto a salvarmi con l'esercito di Kiri alle mura di Konoha, vero?"
    "Beh, questo lo avrebbe fatto un capo vero. Poi ricordati cosa ti disse Itai al bar: gli servivi per aiutare Kiri a rialzarsi. Ne è passato di tempo da quel giorno, Seinji. Ora che Kiri è un po' più forte, potrebbe anche pensare di scaricarti."
    "Non credo che lo faccia. O almeno... mi sembrava buono."
    "...Sembrava... Ma il mondo dei ninja è crudele Seinji."
    "Poi oh, mi ha mandato lui da Raizen. E lo sapeva sicuramente che Raizen mi avrebbe scoperto... Conosce il mio chakra, conosce il mio odore... Io mi gioco un bel piatto di sushi che mi sia venuto a salvare"
    "Vediamo..."
    Poco dopo fece la sa comparsa Itai Nara. Dapprima salutò il torturatore foglioso, anche lui un jinchuriiki...
    "...cazzo! si stanno moltiplicando..."
    Poi avanzò fino a Seinji, chiamandolo per nome. Per nome vero. Brutto segno quello, e l'Akuma lo aveva capito sin da subito. Probabilmente aveva ragione Asmodai: voleva solo sbarazzarsene al più presto. Lo aveva usato quel poco che bastava per rendere Kiri un posto migliore e ora che non gli serviva più aveva soltanto inventato un buon piano per far scoprire l'identità dell'Akuma attraverso una lettera. Itai lo sapeva che mandare Seinji da Raizen era un suicidio; Itai lo sapeva che Raizen avrebbe scoperto l'identità dell'Akuma; Itai sapeva che Raizen sapeva riconoscere gli odori, la voce, e persino il chakra! Dunque Seinji Akuma non avrebbe potuto avere scampo in qualsiasi caso, anche se fosse stato il più bravo attore del mondo. E nel mentre Itai infuriava, Seinji lo ascoltava attentamente, facendosi tornare alla mente le parole dell'Itai stesso dette nell'Amministrazione di Kiri giorni prima.
    "Se avessi voluto affidare questa lettera a dei volatili avrei mandato i miei." - disse. - "Portala all'Hokage di persona, è di strada dopotutto, non perderai tempo" - aggiunse. Non volle mandare le evocazioni, per far scoprire Seinji.
    Era chiaro ora! Tutto stava tornato al suo posto sul grande puzzle.
    "E' così, eh"
    Poi lo prese per il mento, sollevando l'Akuma legato similmente a un sacco di patate.
    Scena divertente, quasi comica.
    Se non fosse che anche l'Akuma stesso si mise a ridere, per via dell'inferno che gli stava per esplodere dentro.
    «Sai chi mi ha mandato da Raizen? Tu. Sai chi conosceva il mio chakra e il mio odore, tanto che nessuna recita avrebbe saputo resistere? Tu. Sai chi mi ha ordinato di non rivelare a nessuno la mia identità? Tu. Tu sei l'uomo al quale ho creduto in quel ristorante, quando ho rischiato di perdere la vita pur di farti avere qualche informazioni in più. Eppure...» - l'Akuma sorrise, ora con le lacrime agli occhi. - «...io mi sarei fatto tagliare anche l'altro braccio, mi sarei fatto tagliare entrambe le gambe, e farmi cavare gli occhi, l'anima, pur di seguire il tuo ordine. Io sarei morto per seguire il tuo ordine. E cosa ho in cambio? Tu che arrivi qui e mi accusi di aver fallito la mia missione.» - Sentì immediatamente come il rancore nella sua anima saliva a dismisura. Quello non era il suo capo; quello era il traditore per eccellenza. Uno che aveva utilizzato le sue belle parole per renderlo cieco. Nient'altro.
    Era un uomo senza onore.
    «Eppure sei tu che mi hai mandato a portare una lettera verso l'unico uomo nel giro di parecchie miglia che conosce il mio chakra. L'unico. E tu lo sapevi. Bravo. Scacco e Matto a Seinji Akuma. E quando succede? Guarda caso quando Kiri è in procinto di ritornare forte.»
    Sbuffò.
    «Ho sbagliato sin dall'inizio,» - sussurrò quasi in lacrime. - «Non avrei mai dovuto cercarti. Non avrei dovuto crederti. Non avrei dovuto seguirti. » - Era vero. Aveva rischiato la vita per il villaggio. Aveva rischiato la vita pur di rispettare la promessa data a Itai Nara. Da uomo d'onore a uomo d'onore. E cosa ne aveva in cambio? Uno che lo accusava di tutti i crimini del mondo. Sarebbe stata decisamente meglio rimanere a Oto insieme al Mikawa e prestare il servizio al Mikawa. Almeno lui non lo avrebbe tradito, e nel momento difficile, quando tutte le maschere cadono e rimase solo la verità, avrebbe saputo recuperare il proprio uomo. Ma Itai Nara non era Diogene Mikawa, purtroppo.
    «Sì, l'ho sfidato a morte. E sai che c'è?» - Una lacrima gli scese lungo la guancia. - «Sfido a morte anche te. Proprio qui. Proprio ora. Su. Dai. Ti ho sfidato a morte. Tagliami la testa. Dai. E non ti credere che possa tornare a Kiri e seguire uno come te. Preferisco marcire qua fino alla fine dei tempi e farmi torturare finché l'ultimo respirò non abbandonerà il mio corpo. Chiudi bene la porta quindi quando deciderai di uscire; non si sa mai che mi venga in mente la folle idea di credere di nuovo alla tua parola.»
    Allora si sarebbe silenziato, incurante delle conseguenze che quel suo monologo avrebbe potuto avere.
    «Diogene Mikawa è un capo migliore di te, Itai. Almeno lui non manda i propri uomini a realizzare delle missioni suicide. Almeno lui non li usa, per poi gettarli via.»
    Comunque fosse andata, da quel giorno in poi non avrebbe mai più servito Kiri.
    Almeno non finché uno come Itai era il Mizukage.
    E sì, anche se fosse sopravissuto non avrebbe avuto molto da fare. Diogene, che aveva tradito per il bene di Kiri, probabilmente lo avrebbe ucciso comunque; mentre a Kiri non sarebbe tornato di sua spontanea volontà. Forse, se per miracolo fosse rimasto in vita, un giorno sarebbe tornato al suo sushi bar ad Ame. Aveva voglia di rivedere quei luoghi per lo meno, e forse avrebbe anche saputo ritrovare Etsuko. Ma in ogni caso sarebbe morto.
    Tanto meglio dunque sarebbe stato morire subito li oppure rimanere con quel torturatore a farsi torturare da quel tizio fino alla fine dei tempi.
    Sempre meglio di essere il subordinato di Itai Nara, per lo meno.



    Seinji
    Chakra: XXX
    Vitalità: XXX

    Illusione:

    Slot Difesa 1: ///
    Slot Difesa 2: ///
    Slot Difesa 3: ///

    Slot azione 1: ///
    Slot azione 2: ///
    Slot azione 3: ///

    Slot Tecnica Avanzata: ///
    Slot Tecnica Base: ///
     
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46 replies since 31/12/2005, 18:09   1323 views
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