Prigioni di Konoha

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    Nel corso della mia vita ne avevo viste di follie, dio solo sa quante.
    Ero persino stato vittima della tremenda pazzia del cinque code e del miasma che lo affliggeva, ma quella situazione le batteva tutte: Itai stava scegliendo deliberatamente di tenersi una serpe in seno, di graziare un traditore che certo non lo meritava.
    Perché si stava comportando così? Non aveva forse la forza morale di eliminare qualcuno che una volta era suo sottoposto? Era forse un debole?
    Per me la risposta era sì. Tuttavia il mio giudizio era chiaramente offuscato dal mio esempio di Kage, Raizen.
    Con la sua guida severa ero abituato a dare il massimo , sapevo che il tradimento non sarebbe stato perdonato, quello per me voleva dire essere un Kage: mettere il proprio villaggio davanti alla salvezza di una singola vita.
    In quel momento il Kage di Kiri non lo stava facendo, aveva preferito risparmiare un traditore , una possibile, se non sicura, minaccia futura, piuttosto che eliminarlo e fare così il bene del proprio popolo, una decisione veramente pessima.
    Anche Razien stesso sembrava contrariato, non potevo certo biasimarlo, tuttavia decise di non opporsi alla decisione di Itai ed impose a sua volta delle sue condizioni, a mio dire più che legittime.

    -Certo.-

    Risposi breve e seccato dopo le parole dell'Hokage, non ce l'avevo con lui, ma la situazione non poteva non avvelenarmi il sangue e farmi ribollire di rabbia.I Kage uscirono così come erano entrati, lasciandomi solo con il nostro ospite, ancora una volta impossibilitato ad esercitare le mie abilità.
    Se il mio interlocutore avesse provato ad aprire bocca avrei tentato di colpirlo con un gancio destro sul naso, un colpo che sarebbe probabilmente stato portato a termine visto che il kiriano era legato come un salame.

    -Non ti è concesso di parlare.-


    Avrei detto legandogli quindi vari stracci attorno alla testa per impedire che aprisse ancora quella quella sua lurida bocca.
    Avrei quindi atteso che arrivassero i ninja deputati alla cancellazione della memoria del detenuto, lui poteva anche dimenticarsi di me, ma certo era che io non mi sarei scordato di lui.
     
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