Prigioni di Konoha

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    Prigioniero





    Fraintendimento? Raizen proprio non sembrava saperci fare con le parole in quell'occasione, ma certo non avevo intenzione di continuare una discussione che non sembrava sussistere.

    -Se mi vuoi conoscere fuori da situazioni quasi sempre potenzialmente mortali per me certo non mi opporrò, magari con tutti i soldi che prendi come Hokage ce la fai anche ad offrirmi una cena, tuttavia il tempo stringe a quanto pare, avremmo modo di riparlarne, Raizen.-

    Un breve inchino prima di congedarmi dal decimo ed avviarmi alle prigioni in compagnia della kunoichi mascherata.
    Il viaggio fino alle prigioni fu estremamente silenzioso, che la ragazza in mia comagnia pensasse a cosa dire? O magari il suo ruolo le impediva di perdersi in inutili chiacchiere, poco importava alla fine, avevamo un compito da svolgere assieme, tanto bastava.
    Giungemmo infine sul luogo, non potevo non rimanere soddisfatto ogni volta che me lo trovavo davanti, tutto era nato da un mio progetto, lo sentivo quasi come un figlio, certo, in esso avvenivano cose terribili, ma solo per il bene del villaggio.
    Le porte furono aperte e feci strada alla mia compagna di missione mentre le guardie mi salutavano con rispetto.

    -Il prigionieri portato da poco, all'ultimo piano.-

    Il tono era fermo e gelido, quando mi trovavo a ricoprire il mio ruolo all'interno di quell'edificio non vi era umanità in me, solo l'obiettivo di compiere il mio dovere, senza inutili scuse o obiezioni di coscienza.
    Mi diressi verso l'ascensore centrale, l'unico modo per spostarsi all'interno di quel luogo estremamente sorvegliato, fu allora che la mia accompagnatrice cominciò a parlare.
    Accennai un sorriso mentre mi preparavo a rispondere tenendo un tono di voce tale da essere udibile nonostante il rumore dei marchingegni che ci portavano verso il basso.

    -Piacere, Sho Saitama, Torturatore di Konoha, capisco la situazione, se hai domande precise da porre al prigioniero dimmelo e le riferirò per te.
    Riguardo alle tue "imposizioni"...-


    il tono divenne più serio.

    -Pensi che sia uno sciocco? Secondo te metterebbero un ninja senza conoscenze mediche come torturatore ufficiale? O magari uno che si fa morire un prigioniero tra le mani? Non so con chi tu sia abituata a lavorare, ma io seguo il mio ruolo e quello è l'agonia, non la morte. Io ottengo informazioni in modi che nessun altro vorrebbe dover utilizzare, un uomo morto non parla , non mi da informazioni, inoltre non sono io che decide chi vive o chi muore, non pensare che mi permetterei di fungere da giudice e giuria.-


    L'ascensore si fermò nel più profondo dei piani, il mio laboratorio, le porte si aprirono permettendo così a me ed a Ikuuya di scendere, una volta che fummo usciti da esso le porte si richiusero ed il marchingegno cominciò a risalire.

    -Tra pochi istanti il nostro uomo sarà qui, quello che accadrà non sarà piacevole da vedere, da ascoltare, da odorare, non ci sarà niente di bello, tuttavia ti devo chiedere di non interferire per alcun motivo, intesi? Inoltre, quello che avverrà qui deve rimanere qui, ma sei delle squadre speciali in fin dei conti, non penso nemmeno di dovertelo dire...-

    La ragazza avrebbe avuto giusto il tempo di rispondere prima che tornasse l'ascensore con sopra due guardie che trascinavano il prigioniero incatenato.

    -Benvenuto nella stanza dei giochi.-

    Avrei esordito, accogliendo il mio nuovo ospite con un enorme sorriso.
     
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