Prigioni di Konoha[Gestionale]

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    Appena prima di varcare la soglia del villaggio avrei suggerito ai ninja di Oto di utilizzare la tecnica della trasformazione in modo da attirare il meno possibile l'attenzione del popolo. Per quanto riguardava la mia scorta, invece, confidavo che ci avrebbe seguito.
    Senza fretta giungemmo alle prigioni, non volevo che un movimento troppo rapido verso tale edificio potesse allarmare il villaggio, ma forse non era solo per quello, stavo infatti andando incontro ad un procedimento che avrebbe mascherato la mia identità e probabilmente il mio subconscio cercava di assaporare gli ultimi momenti in cui sarei stato me stesso per chissà quanto tempo. Non è un addio. Lo avevo specificato a Raizen, Sho Saitama non sarebbe morto, ma non sapevo certo per quanto tempo il mondo lo avrebbe creduto.
    L'edificio si presentava umile all'esterno, decisamente troppo piccolo per contenere i prigionieri. Non lasciatevi ingannare dal primo impatto. Dissi rivolto ai ninja di Oto. Puoi venire fuori adesso. Intimai quindi al foglioso per riprendere il discorso con gli shinobi del suono una volta che questo fosse apparso. Perdonatemi, non intendevo tenervi segreta la sua presenza. La sua presenza è stata richiesta è stata da me richiesta come tutela non solo mia,
    ma anche vostra. Pensavo infatti che si sarebbe presentato solo uno di voi e,
    beh, siamo comunque in una prigione, l'intervento ci terrà occupati, quindi un po' di aiuto è salutare. Vi sarà più chiaro tra un attimo, adesso seguitemi.

    Così dicendo entrai dalla porta d'ingresso per posizionarmi sulla piattaforma che ci avrebbe accompagnato fino al più profondo dei piani delle prigioni: il mio laboratorio. Scendendo i presenti avrebbero potuto modo di vedere l'assetto a piramide inversa che l'edificio assumeva nel sottosuolo assieme alle punizioni che venivano inflitte ai suoi residenti. Una volta che la piattaforma di ferro raggiunse la sua destinazione scesi da essa, intimando agli altri di fare lo stesso; non appena tutti loro avessero abbandonato l'ascensore questo avrebbe ripreso il suo cammino verso l'alto, fermandosi in corrispondenza del soffitto della stanza così da obliterarne il passaggio e la visione si piani superiori lasciando la stanza nella più completa oscurità.
    Quella condizione durò solo pochi istanti, premendo infatti l'interruttore, di cui conoscevo assai bene la posizione, di accesero due luci bianche al neon che rivelarono la natura della stanza stessa. Il pavimento e le pareti erano piastrellate di bianco, al centro un tavolo operatorio in metallo in perfette condizioni, tutti attorno ai presenti vi erano gli oggetti di uso chirurgico ed alcuni altri, usati per il mio precedente lavoro. Ora arrivano le risposte, grazie per la pazienza. Dissi con tono estremamente calmo portando la mano destra alla maschera della tigre e togliendomela per poi appoggiarla sul tavolino di metallo che avevo a fianco. Non so se riconosciate il mio volto o la mia storia, ma di certo saprete degli avvenimenti della notte della luna rossa qui a Konoha, quando Shiro ha portato via l'onore del decimo. Quella notte l'orgoglio di Raizen non è stata l'unica che Cantha si è portata via, si è presa anche me. Feci una piccola pausa mentre la mente si affollava di ricordi che avrei preferito non avere. Dopo che avevo sconfitto il serraglio il mio corpo era ridotto male, non ci hanno messo molto a prendermi, non che altrimenti ci avrei potuto fare qualcosa. L'uomo che mi ha catturato, il maestro di Shiro, possiede un potere che non ha eguali, capace di scuotere di terrore persino le montagne. Vi chiederete perché hanno preso proprio me, beh, semplice, il mio nome è Sho Saitama e sono l'attuale portatore del demone dalle cinque code. Piacere di fare la vostra conoscenza. Un'altra pausa prima di proseguire. Per un mese sono stato torturato nel tentativo di estirpare i cercoterio dal mio corpo, ma non ce l'hanno fatta. Sono riuscito a fuggire e a tornare a casa,
    ma non penso che questo faccia piacere a Cantha, qui entrate in gioco voi.

    Dissi indicando i ninja del suono. Ho bisogno che cambiate il mio volto per nascondere la mia identità... Penso sia arrivato il momento in cui passare da stupido. Dissi all'uomo, accennando un sorriso, riferendomi alla sua precedente affermazione alle mura. Ma fatemi concludere. Non era necessario chiamare un villaggio esterno per eseguire questo lavoro, così come non era necessario che vi riferissi tutte queste informazioni, e allora perché l'ho fatto?
    Semplice, voglio fidarmi di voi. Non nego che questa idea non sia piaciuta a Raizen, ha fatto di tutto per farmi cambiare idea, ma io ho altri progetti. Quello che stiamo per fronteggiare non è un pericolo per la foglia, il suono o un singolo villaggio: è un problema di tutti noi come ninja. Una volta tornato potevo scegliere di vivere nel terrore, nella furia cieca della vendetta, ma ho deciso di vivere nella speranza. Questo nemico, Cantha, può unirci, come un'unica arma potremo fronteggiarlo, per questo voglio fidarmi di voi, voglio che sappiate il mio segreto. Che oggi sia il primo passo verso l'alleanza più potente della storia, un'alleanza per cui non ho paura di metter in gioco la mia stessa vita!
    Conclusi attendendo eventuali domande o affermazioni da parte dei miei interlocutori.


    Edited by S h o ! - 9/2/2018, 18:07
     
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