Prigioni di Konoha[Gestionale]

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    Inizio Missione



    Il tempo scorreva rapido e della kunoichi nessuna traccia.

    "Oda, qualche segno dell'aburame?"

    Chiesi a mio fratello tramite la comunicazione mentale.
    Poco dopo vidi arrivare l'uomo a cui il giorno precedente avevo visto tagliare la testa quindi o aveva trovato un medico veramente bravo, oppure era la ragazza sotto trasformazione.
    Oltre a lu notai anche un'ulteriore figura: una senzatetto , magari poteva essere un clone trasformato della chunin , o magari solo una povera barbona, da solo non potevo scoprirlo, ma per fortuna avevo mio fratello.

    "Oda, indicami le fonti di chakra. Ryo, confermami la sicurezza del perimetro"

    Attesi quendi la risposta di entrambi.

    [...]

    Alle quattro in punto la persona che sembrava una senzatetto si alzò per andare a sedersi di fianco a colui che aveva le sembianze dell'esca, dopo un breve scambio di parole quest'ultimo porse alla donna la busta, ed essa , presa quella, cominciò ad allontanarsi. Era il momento di agire.

    "Ok, il pesce sembra avere abboccato all'amo, la situazione è delicata: propongo di non rivelare immediatamente la nostra identità, piuttosto seguiamole e cerchiamo di individuare il suo covo. Oda, mantieniti ad un massimo di 900 metri da lei e non perdere il contatto visivo, io la seguirò a distanza più ravvicinata, mentre tu, Ryo, percorrerai strade parallele alle nostre, manterremo il contatto mentale in modo che tu sappia dove andare. VIA!"

    Tossi rumorosamente un paio di volte e feci finta che l'anziana signora in cui mi ero trasformato avesse un conato di vomito dovuto al catarro, mi diressi così verso un cespuglio e, una volta occultato, mi trasformai nuovamente per assumere le sembianze di un cane.
    Cominciai così a seguire la preda ad una distanza di circa 300 metri, ogni tanto avrei annusato per terra o marchiato il territorio con l'urina, nel caso qualcuno si fosse insospettito. Chissà dove ci avrebbe condotto quell'inseguimento.


    Salute: 12 leggere
    Chakra: 29 bassi
     
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    Incontri di Sangue
    Vecchi risorti e primi movimenti



    Ed era sempre lì, nella piazza ad aspettare l'arrivo dei suoi nuovi compagni. Svegliarsi e presentarsi così in anticipo non fu una mossa geniale, soprattutto dopo una sbornia, ma almeno poté evitare il peggio: non presentarsi. Durante la sua attesa non vide particolari movimenti in quella piazza, infatti non serviva essere al cento per cento della forma fisica per accorgersi che gli unici a muoversi a quell'ora di notte sono barboni, persone ubriache come lui e barboni ubriachi. In quelle ore proprio poteva respirare una diversa atmosfera, era abituato a passare notti da urlo, dato che i sintomi dello sballo pomeridiano avevano effetto prevalentemente verso quelle ore. Non gli dispiaceva un assaggio di quella che poteva essere la vita di una persona sobria, ma gli ci volle poco per rendersi conto che ormai quella vita non era più tagliata per la sua persona. Il desiderio di bere nuovamente si era fatto di nuovo vivo, proprio mentre gli era stata affidata una responsabilità e proprio quando si era promesso di portarla a termine. Buffo, no? Sul viso gli si stampò un leggero sorriso sbeffeggiatore. In tutto questo tempo non si era accorto che ubriacarsi, o fingersi ubriaco, era soltanto un modo per scappare da responsabilità come quella che stava avendo adesso. Stavolta non avrebbe bevuto, almeno per il momento, e avrebbe cercato di rimanere il più lucido possibile. Avrebbe e dimostrato, e voleva dimostrarsi, che poteva nuovamente essere affidabile nei momenti del bisogno, proprio come un vero shinobi. Per bere avrebbe avuto tutto il tempo che voleva, magari per festeggiare dopo la missione.

    Il momento di arrivo dei due fratelli Saitama fu scandito dal tentativo di comunicazione mentale da parte del più giovane dei due. Nessuno dei due aveva il solito aspetto, probabilmente aveva assunto quelle sembianze per rendere più difficile la loro identificazione. Oda, dava tutta l'aria di aver scelto un barbone come modello di sembianza, mentre suo fratello sembrava essere un'anziana signore, data la schiena imbarcata e i fragorosi colpi di tosse. Una discreta imitazione. Ryo non si fece troppi problemi: non pensava che la gente fosse stata in grado di riconoscerlo e, nel caso fosse stato un volto conosciuto non si sarebbe minimamente ricordato l'occasione, probabilmente una delle sue ubriache avventure. Avrebbe comunque tenuto le distanze dai due, tenendo invece gli occhi puntati sui due ubriachi che se la ridevano di gusto mentre si rotolavano sul pavimento. A lui non capitava mai di ridere così tanto da ubriaco e, pensandoci meglio, gli sembrava perfino eccessivo. Ma, dopotutto, erano ubriachi anche loro e, da ubriachi, avevano comunque i loro ubriachi diritti. Più lontano poteva intravedere la sagoma di una ragazza, anch'essa vestita di stracci, non sembrava spassarsela come gli altri due. Assorto nei suoi pensieri, si dimenticò di rispondere alla chiamata di Sho.
    Passò ancora del tempo e della kuonoichi, che aveva precedentemente incontrato, non vi era ancora nessun segno. Che avesse aspettato il momento per effettuare un'entrata in scena come il precedente episodio? Non era dato a lui saperlo, anche se non avrebbe gradito osservare un'altra testa rotolare ai suoi piedi. Ora che era sobrio non voleva trovare altri motivi per bere.
    Dopo pochi istanti, un'altra figura fece il suo ingresso in scena. Inizialmente non riuscì a distinguere bene il volto, data la lontananza, ma vide quelli che sembravano i tratti di un uomo. Egli si sedette sulla panchina davanti alla ragazza, quest'ultima di tutta risposta si recò verso di lui. «Ehi ma che...» Ci mise un po' di tempo, ma non poteva credere ai suoi occhi. L'uomo seduto non era altri che il poveraccio che era morto davanti ai suoi occhi la precedente serata. Non era ubriaco, ne era certo, ma adesso iniziava anche a dubitarne. Che avesse bevuto così tanto alcool da essere entrato in un perenne stato di ebrezza? No, impossibile. Forse aveva sonno, dopotutto erano le quattro del mattino e aveva riposato solo per qualche ora. No, no, non se lo stava immaginando. Era proprio quell'ometto. Rimase per qualche minuto a bocca aperta, cercando di spiegarsi quell'avvenimento.
    Non ebbe molto tempo per pensare, infatti, l'uomo sembrò allungare alla donna quel che sembrava una busta. Sì, adesso era tutto più chiaro. Sospirò sollevato. Si trattava, forse, della ragazza che aveva affidato loro la missione sotto la Henge come gli atri due suoi compagni. Una mossa astuta, soprattutto se vuoi instradare la missione sulla furtività. Non riuscì a sentire le frasi pronunciate dalla donna, ma quest'ultima sembrò alzarsi ed andarsene. Rimase fermo, indeciso se avvicinarsi e rischiare di compromettere la copertura degli altri ninja, oppure attendere ordini o segnali. Fortunatamente, le direttive non tardarono ad arrivare. Sentì chiaramente la voce di Sho rimbombare nella sua testa: a quanto pare avrebbero veramente incentrato la missione sulla furtività. Non la sua specialità, ma stette comunque al gioco, dato che la sua posizione non gli avrebbe permesso azioni immediate.

    Si sarebbe subito recato, a passo decisamente svelto, verso una via parallela, non curandosi di mantenere il contatto visivo con il bersaglio o con i due fratelli. Confidava sul fatto che gli avrebbero fornito le giuste informazioni, quelle strade le conosceva bene da ubriaco, ma, ironia della sorte, da sobrio non riusciva ad elaborare bene le vie. Si incamminò quindi verso quelle strade, avendo cura di non fare troppo rumore e tenendosi sempre all'arte per futuri ordini e minacce. Erano appena entrati nel vivo dell'azione e già poté sentire quell'iniezione di adrenalina che si era generata, era da tanto tempo che non provava qualcosa di simile e una paura cominciava a farsi strada. La paura di fallire nuovamente, stavolta non ci sarebbe stata la bottiglia a metterla a tacere.
     
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    Era per terra a fare il barbone da un po' ormai, Konoha era sempre stata una città dal clima mite, ma l'aria era fredda, dopotutto erano solo le quattro di notte, l'assenza del sole aveva provveduto ad abbassare le temperature, Oda cercò di coprirsi con il cartone come poteva.

    "No,Sho, per ora non percepisco la nostra amica, credo che non sia nemmeno connessa con noi..."


    L'aburame si dimostrava proprio una bella tipina, chissà che fine aveva fatto, chissà se sarebbe riuscita ad arrivare in tempo, magari l'obbiettivo stava passando proprio ora a pochi metri da loro e non l'avrebbero mai saputo. Proprio al momento pattuito, Oda vide il vecchio della sera prima, anche se con un'analisi più attenta riconobbe il chakra di Oboro, brulicante, frenetico come l'ultima volta, probabilmente era lei trasformata, come ci aveva accennato qualche ora prima, ma perchè non aveva accettato il sigillo? Perchè non si era messa in contatto?

    “La nostra amica è arrivata, ma non capisco perchè abbia rifiutato il collegamento, che sia uno Yokai? Eh Sho,Se quell'affare ci volesse portare al suo covo per poi mangiarci? “


    Relativamente difficile, per quanto il chakra della signorina apparisse come una sorta di sciame, sembrava come se tante piccole fonti indipendenti si muovessero all'unisono, manteva comunque la natura del chakra di un qualsiasi altro ninja.

    “La signorina ai piedi della fontana possiede del chakra, anche se mi riesce difficile fare una stima, propongo massima cautela”


    Lo scambio avvenne in un'atmosfera quasi surreale, l'uomo che fino a poco fa era morto depose i soldi per la signora, lei li raccolse e sembrò soddisfatta, ancora nessun segnale da Oboro, bisognava agire, Sho prese il controllo.

    “Contaci”


    Mentre quella si allontanava, il barbone si tirò in piedi, strofinando gli occhi, come se si fosse appena svegliato, la meta era chiara, i cassonetti dall'altra parte della piazza, all'imbocco della strada dove si stava dirigendo la ragazza, una volta raggiunti rovistò dentro, ne tirò fuori degli avanzi e si mise dietro, nulla di bizzarro, un barbone aveva trovato di che sfamarsi per un altro giorno, ma a quel punto gettò gli avanzi sparì
    Tecnica dell'Occultamento - Kakureni no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna
    L'utilizzatore può occultare sé stesso, una persona o un oggetto riproducendo quasi perfettamente l'ambiente occupato, diventando invisibile. Se l'obiettivo compie una manovra offensiva o difensiva, la tecnica termina il proprio effetto. Se disattivata la tecnica entro 6 metri da una fonte di chakra, l'utilizzatore non può compiere altre azioni offensive: il round termina dopo l'eventuale fase difensiva.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 5 / Consumo:Basso - Mantenimento: Basso)
    alla vista di tutti.
    Cominciò anche lui l'inseguimento, muovendosi con circospezione, stando attento a non scontrarsi con nessuno e soprattutto senza perdere d'occhio la ragazza, 900 metri gli parevano effettivamente tanti, si sarebbe trovato poco dietro Sho, circa 100 metri dietro di lui.
     
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    La Necessità



    Quando la donna si alzò, e si incamminò nuovamente verso la parte opposta della piazza, ancora non c'era alcun segno dell'Aburame. Che li avesse abbandonati? O che avesse in mente qualche altro piano del quale non aveva informato i compagni? In ogni caso la donna stava iniziando a guadagnare metri, ma fortunatamente, il gruppetto sotto la guida di Sho e con l'aiuto di Oda, prese in mano la situazione, organizzandosi per seguirla, anche se questo non sarebbe stato necessario; Oboro aveva ottenuto quello che voleva, vederli agire spontaneamente, voleva capire se erano lupi o pecore, ora la sceneggiata poteva finire. Improvvisamente, l'uomo che aveva consegnato la busta, si mostrò ai presenti per ciò che era, un clone di insetti! Il corpo si dissolse in una miriade di piccole mosche che si disperse nell'aria, ma non finì lì.

    Oda infatti avrebbe sentito distintamente tutto il chakra presente nel clone, sparire, e fluire quasi istantaneamente dentro...La fontanella.
    La chunin infatti aveva creato un clone donandogli quasi il 100% del suo chakra, tenendone una flebile percentuale in modo da risultare praticamente impercettibile se non ad un jonin esperto, ed essendo che la donna si era seduta proprio vicino alla fontana, Oda non aveva notato che in quell'esatto punto, c'era una minuscola, microscopica fonte di chakra, oscurata da quella della donna che avevano come bersaglio. Non solo, la fontana stessa si dimostrò falsa, altri non era che Oboro sotto Trasformazione. La quale compose il sigillo della capra, praticamente nel momento in cui la donna si rese conto di questi eventi, e si girò nella direzione dell'Aburame.

    Un istante, e uno scoppio di grosse dimensioni prese vita all'altezza del bacino della donna, che ne venne totalmente inghiottita. Dentro alla busta contenente i soldi, chiaramente falsi, la chunin aveva posto una cartabomba, accuratamente camuffata da banconota, che era detonata praticamente addosso all'ignara vittima, la quale fu scaraventata a terra a parecchi metri, in direzione di Oda, con i vestiti mezzi bruciati, e una ferita Critica diffusa.
    Quindi Oboro si collegò alla rete mentale, rivolgendosi a Oda e Sho. - Prendetela, portiamola alle prigioni. A quest'ora non ci dovrebbero essere operai. Ci dirà quello che vogliamo sapere. TUTTO quello che vogliamo sapere. -



     
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    Interrogatorio


    Parte I - Preparazione




    Semplice ed estremamente efficace. Ecco le due parole che avevo in mente per definire il piano della kunoichi della foglia.
    Dopo che mi ricomposi dalla sorpresa dell'esplosione che era avvenuta tra le mani della donna, sciolsi la tecnica della trasformazione e, come mio solito, analizzai ciò che era appena accaduto.
    la ragazza aveva piazzato probabilmente una carta bomba nella busta del danaro fasullo, l'idea che mi era però particolarmente piaciuta era stata quella di trasformarsi in un oggetto inanimato come la fontana, e non solo, era persino riuscita ad eludere i sensi di mio fratello nascondendo il proprio chakra, cosa non facile.
    Avevo avuto la conferma che la vittima del giorno precedente fosse un clone dal momento che lo avevo visto dissiparsi un una nube di insetti, magari la fogliosa aveva riposto in esso la maggior parte del suo chakra e per questo era invisibile al sesto senso di Oda.

    -Ammirevole.-

    Ammisi avvicinandomi al corpo bruciacchiato della donna.

    -Resta solo da capire perché non ci hai avvisato delle tue intenzioni, volevi forse metterci alla prova?-

    Attesi risposta prima di continuare.

    -Ad ogni modo, Oda, per favore, legala per bene tu che ci sai fare, Ryo invece mi darà una mano a trasportarla, ci sono un paio di stanze già concluse nelle prigioni, ne useremo una.-

    Attesi quindi che le mie richieste fossero avverate.

    [...]



    Giungemmo poco dopo alla prigione, con la donna ancora incosciente, mi voltai quindi verso Oda e dissi:

    -Oda, quello che sto per fare non sarà piacevole da guardare, eseguirò il lavoro per cui Konoha mi ha reclutato, farò solo il mio dovere, tuttavia preferirei che tu non assistessi, manterremo comunque il collegamento telepatico in modo da poterti comunicare immediatamente le informazioni che otterrò.-

    Mi rivolsi quindi a Ryo ed alla ragazza.

    -Tu Ryo fa pure come preferisci mentre te... scusami ma non ho capito il tuo nome, comunque preferirei che fossi presente, in modo da fare domande specifiche su quello che prevede la tua missione.-

    Condussi quindi tutti alla stanza che avevo preannunciato prima prendendo parola una volta che fummo tutti entrati.

    -Ryo, posiziona la donna su quella.-

    Dissi indicando una sedia al centro della stanza.

    -Tu,Oda, legala stretta, le vaviglie devono essere legato indipendentemente alle gambe anteriori della sedia, così come i polsi ai braccioli.-

    Mentre i due facevano come chiesto io mi accinsi a liberare la stanza da tutto quello che vi era dentro, tutto tranne, ovviamente, la sedia sulla quale stava la donna, ed un tavolo che le posizionai davanti.

    -Molto bene , Oda, esci per favore.-

    Ero convinto che se mi avesse visto svolgere il mio compito di torturatore, Oda non mi avrebbe più guardato allo stesso modo, dentro di me sapevo che quel giorno prima o poi sarebbe arrivato, ma cercavo di rimandarlo il più possibile.
    A volte litigavamo, è vero, quale coppia di fratelli non lo fa? Ma il nostro rapporto era ottimo e qualunque cosa che lo avesse potuto incrinare era da evitarsi.
    Ovviamente la mia decisione non era discutibile.
    Una volta che chi, oltre Oda, avesse voluto uscire dalla stanza lo fece mi avvicinai alla donna, estraendo dalla mia tasca un tonico di ripristino ed inserendolo nella bocca della donna mentre le massaggiavo la gola in modo da farglielo deglutire [Recupero di 4 Leggere].
    Non era messa bene, e quello che avrebbe affrontato non sarebbe stato facile, non volevo certo che continuasse a svenire evitando di rispondere alle domande, infatti utilizzai anche la tecnica delle mani curativetramite la quale rimossi la maggior parte delle ustioni causate dalla carta bomba [ Recupero di 6 Leggere, no vitalità, spesa 6 Bassi].
    In questo modo la donna avrebbe ripreso i sensi di lì a poco, nell'attesa avrei predisposto vari oggetti che avrei utilizzato per l'interrogatorio sul tavolo davanti a lei.
    Una volta che si fosse svegliata mi avrebbe visto voltato di schiena, con entrambe le mani poggiate su tavolo.

    -Allora, vogliamo cominciare?-

    Avrei detto per poi girarmi con un ampio sorriso che mostrava tutti e trentadue i miei denti.



    Edited by S h o ! - 13/10/2015, 22:45
     
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    SFUMATURE DI GRIGIO


    Un botto inaspettato squarciò il silenzio delle 4 di mattina a Konoha, sicuramente non era la sveglia di un fornaio e di certo avrebbe attirato l'attenzione di molti.
    L'obiettivo volò per qualche metro in direzione del sensitivo, che non ebbe bisogno di utilizzare le sue abilità per capire che quella non se la stava passando per niente bene.

    La kunoichi era riapparsa appena un istante prima, e Oda non aveva realizzato quello che stava succedendo. Il vecchio aveva perso di coesione, sparpagliandosi in aria e fluendo nella zona della fontana, uno sciame di insetti, quell'aburame era proprio una bastarda.

    “La ragazza è a terra e non si muove, procedo alla cattura”


    Oda si avvicinò alla donna, mentre il filo di Nylon rinforzato si muoveva in aria, in un attimo l'obiettivo era legato
    Tecnica delle Corde - Ayatsuito no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può immettere il chakra verso i fili di nylon e corde, aumentando le capacità di utilizzo: sfruttando dei supporti potrà spostarsi come fossero liane, o evitare una caduta appigliandosi a sostegni solidi senza utilizzare rampini. Può imbrigliare facilmente un avversario causandogli sempre un Intralcio Leggero; la vittima dovrà usare la forza e 1 slot azione per liberarsi dalla presa, oppure usare la propria manualità per disfare i nodi, tramite uno slot gratuito lento.
    Ogni azione sopra descritta richiede almeno uno slot azione per essere effettuata dall'utilizzatore.

    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 6 / Consumo: Basso - Mantenimento: 1/2 Basso)
    [Da studente in su]
    mani e piedi, incaprettato, fondamentalmente.

    “Non so, forse è il caso di stabilizzarla prima, no? Intanto io potrei procedere con l'interrogazione mentale”


    Capì dallo sguardo di Sho che il piano era già stato deciso e che c'era poco da fare, suo fratello era più testardo di Yamauba, la strega delle montagne, ma almeno lui non mangiava i bambini.

    “Ok capo”


    […]


    Quando arrivarono alle prigioni utilizzò ancora la tecnica delle corde, in un attimo i nodi si allentarono, per poi legare nuovamente la signorina alla sedia, come aveva ordinato “il nuovo torturatore della foglia”, Sho non voleva farsi vedere mentre portava a termine il suo lavoro, quasi si vergognasse del suo ruolo

    Sei proprio un ebete, pensare che abbiamo solo due anni di differenza, comunque come vuoi, non ho intenzione di sentirla urlare, dice che attirino gli spettri


    Oda uscì dalle sale, di nuovo in strada e aspettò lì, suo fratello non era ancora pronto a farsi vedere mentre “lavorava” per l'Hokage, dal canto suo Oda non provava disgusto, repulsione o altri sentimenti affini, forse un po' pena, suo fratello gli pareva semplicemente vittima del proprio personaggio.

    Si può considerare malvagio chi fa del male a fin di bene?
    Si può considerare chi fa del bene per puro interesse personale un benefattore o un santo?
    Non c'è una sola risposta a queste domande, solo tante sfumature di grigio e alla fine il bene e il male si confondono e l'unico che ha ragione è quello che va avanti.
    Momotaro ha ucciso gli Oni, chi ha mai detto che quei mostri si meritavano una punizione del genere? Puniresti mai un uomo perchè mangia un maiale? Un gatto perchè mangia il topo?

    Oda per la prima volta da quando era bambino sentì la stessa sensazione che non lo aveva fatto dormire:
    Freddo, tristezza, il mondo che gli si chiudeva intorno, anche se non riusciva a sentirla, quella donna stava per urlare e gli spettri venivano a mangiare, a banchettare del suo dolore.

    Edited by Ryose - 14/10/2015, 00:00
     
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    Incontri di Sangue
    Bevi per dimenticare

    Insomma, tra tutti quei buoni propositi, tra i quali il tenersi sobrio, e tutto quell'impegno nell'eseguire ciò che gli venne detto, il suo aiuto fu inutile. Come del resto fu inutile anche l'aiuto degli altri due chunin. L'unica consolazione poteva essere il fatto di non aver mandato all'aria tutto, anche se sarebbe stata un'impresa alquanto difficile. Infatti, l'Aburame rivelò il suo piano o, meglio, lo eseguì senza aver dato agli altri una minima informazione. Ryo, dopo aver notato qualche strano movimento dell'uomo, fece qualche passo per avvicinarsi e vedere meglio la scena. L'uomo si rivelò essere un clone di insetti, tanti esseri preso il volo da quel punto, lasciando di stucco sia la donna sospetta che il resto del gruppo. Nella sua breve carriere avevano notato cose strane, ma non era mai stato così fortunato da vedere un Aburame all'azione. Adesso mancava soltanto un componente all'appello, l'Aburame stessa.
    Qualche instante dopo, dietro la donna, qualcosa stava accadendo anche se non riuscì a vedere bene i dettagli. La fontana al centro della piazza scomparve, lasciando il suo posto alla kunoichi stessa. Era riuscita a trasformasi in qualcosa di unico e poco scontato, mimetizzandosi perfettamente senza lasciare alcun sospetto. Chiaramente, chi ci rimise da tutta questa pianificata strategia fu proprio la donna che aveva raccolto la busta. Un forte scoppio la investì, lasciandola priva di sensi e con evidenti ferite. Ryo corse verso il luogo dell'esplosione, la sua aria era impassibile come sempre, quasi come non gli importasse di ciò che aveva appena visto, ma dentro di lui iniziò a fiorire qualche rammarico. Aveva nuovamente assaggiato il sapore dell'azione e, adesso che non era rimasto molto da fare, si sentiva quasi deluso.

    Annuì, accettando di aiutare il trasporto della donna alle prigioni. Di sicuro la donna non avrebbe passato del buon tempo all'interno di quelle stanze, ma di già era in una situazione tale da non poter esprimere le proprie opinioni. Estorcere informazioni era uno dei doveri di uno shinobi, la tortura poteva essere un mezzo alternativo e, dato la compagnia, sembrava il metodo più affabile. Insomma, dopo quella notte molto probabilmente avrebbe avuto nuovi ricordi da scacciare con qualche bevuta.

    [ ... ]



    Una volta arrivati alle prigioni vi furono nuove direttive. Sho, il più vecchio dei due fratelli, volle allontanare il fratello minore, quasi per proteggerlo da ciò che poteva succedere oppure da ciò che sarebbe diventato. Eppure fu una sensazione strana, di primo acchito non sembrò un ninja incline alla violenza, ma, è risaputo, alcuni sono disposti a tutto pur di potere a termine il proprio dovere. Ryo, si limitò ad appoggiare il corpo della donna su un sedia al centro della stanza. Trasportare quel corpo in quella breve distanza non fu di certo un compito arduo, ma vedersi quelle ferite di bruciatura a stretto contatto non fu di certo un toccasana.
    Una volta scaricato il pacco si allontanò di qualche passo, per poi posizionarsi dietro il tavolo e spalle appoggiate al muro, in modo da trovarsi davanti la futura interrogata e non dare intralcio a chi doveva lavorarsela. Con un cenno salutò il giovane, che acconsentì ad uscire dalla stanza. Nel frattempo osservò Sho rimettere in sesto la donna, di certo tutte quelle ferite curate sarebbero state poi una futura arma contro di lei, per poi allungare la mano al taschino ed estrarre la sua fidata bottiglia. La osservò per qualche istante, c'era ancora abbastanza liquido per finire la nottata in bellezza. Sospirò rassicurato e fece per buttare giù un sorso. Di lì a poco, molto probabilmente, sarebbero successe cose poco felice, per utilizzare un eufemismo, meglio prepararsi per tempo. Chi può dirlo, magari da ubriaco si sarebbe fatto qualche risata.
     
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    L'interrogatorio



    Il piano ebbe successo, la donna venne catturata, e non ci furono feriti. Un'operazione pulita e veloce.
    Quando Oboro si ripresentò al gruppo, lo fece con un inchino, quasi a scusarsi delle sue azioni, dal momento che Sho le chiese abbastanza scettico, il perchè del cambio di programma. Oboro lo rassicurò dicendogli semplicemente la verità.

    - Perdona gli avvenimenti inattesi. Mi ero collegata con voi in realtà, ma ero in silenzio radio. Comunque si, in parte. Volevo vedere come foste riusciti a cavarvela se un membro chiave del gruppo fosse scomparso, e non ve la siete cavata male; ma non solo.
    Volevo anche essere certa che non ci fosse tra di voi un alleato di questa donna. Questi ribelli, questi criminali, hanno dei contatti nel villaggio, solo in questo modo riescono ad avere informazioni su cosa è possibile trovare negli archivi, e come aggirasi dentro la foglia senza troppi problemi. Ho preferito darvi un piano leggermente falso per assicurarmi che nessuno di voi provasse a far fuggire la donna, o cercasse di minare l'operazione. Il tutto perchè presto potrei avere del lavoro da affidare, e non voglio avere collaboratori che creano problemi. Direi che possiamo proseguire.
    Quindi la Vespa si rivolse a Ryo, che aveva vicino a sè, e da dietro la maschera ocra, si congratulò con lui. - Ottimo lavoro Iwao, hai saputo tenere a freno i tuoi pessimi istinti per il bene della missione, la Foglia è fiera della tua scelta. -

    Quindi il gruppo, con la donna incaprettata, si sarebbe diretto alle prigioni, dopo che Sho le avesse somministrato le prime cure, per farla quantomeno arrivare viva al luogo dell'interrogatorio, dato che un testimone morto, non sarebbe servito a molto.
    Alle prigioni, fu Sho a decidere il da farsi; dopotutto quello era il suo compito, e Oboro non si intromise, neanche durante la conversazione tra i due fratelli: non era affar suo, anche se si lasciò andare un piccolo commento, dopo che il giovane Saitama fosse uscito dalla stanza.
    - Puoi chiamarmi D'Vorah Sho, ma dimmi, sicuro di non volere qui tuo fratello? Ha scelto di essere un ninja, non ha bisogno di protezione ormai. - Non era una domanda, quanto piuttosto un commento che non aspettava una risposta. Lei aveva provato sulla propria pelle il significato delle scelte che i ninja potevano prendere durante il loro percorso, e tenere Oda al riparo da brutte situazioni, non avrebbe giovato al suo spirito, nel momento in cui avesse dovuto prendervi parte, anche contro la sua volontà, se fosse stato privo di esperienza.



    Ryo attese non troppo distante da Sho, davanti alla donna, così quando questa avesse aperto gli occhi, avrebbe potuto vedere davanti a sè il torturatore di spalle, e il ninja alticcio, che già stava per riprendere a bere; cosa che provocò un profondo sospiro in Oboro.
    La ninja invece attese nella stanza, dietro alla malcapitata, sedendosi su un tavolino a gambe incrociate in posizione di meditazione, con le mani ferme nel sigillo della capra.

    - Io mi assicurerò che non provi manovre strane con il chakra, qualora avesse addosso qualche strana trappola. -

    Detto questo, dalle maniche nere di Oboro uscirono due grosse nuvole nere brulicanti di insetti, che andarono a posizionarsi sul collo e sulla nuca della ninja, sui suoi capelli, sulla sua schiena, sul retro delle gambe e delle spalle, quasi ricoprendola in un bozzolo. Stava usando gli insetti divoratori di chakra, che al minimo avviso di strani comportamenti, avrebbero assorbito l'energia della donna, in modo da impedirle di tentare qualche sciocchezza.

    - Tranquillo, non ti daranno fastidio, puoi cominciare. -

    [Dopo la tortura]

    Quando Sho ebbe finito la sua opera d'arte, la donna ebbe solo la forza, guardando a terra e sbavando, di pronunciare due parole, due soltanto.

    - Edera...Otafuku... -

    Quindi perse i sensi. Il nuovo torturatore sembrava un tipo piuttosto diretto...





    Edited by Jotaro Jaku - 21/10/2015, 16:56
     
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    Interrogatorio


    Parte II - Sofferenza




    "Non è per proteggere mio fratello che lo faccio."

    Comunicai mentalmente ad Oboro, era un atto egoistico il mio, sapevo che mio fratello avrebbe potuto tollerare tale vista, ero io che temevo di non poterlo più guardare successivamente.
    Era infine giunto il momento di cominciare, era la prima persona che avrei effettivamente torturato, mi sentivo infatti cogliere da molteplici emozioni come preoccupazione, per dover fare bene, ma anche degli insoliti sensi di gioia ed eccitazione.
    Sentivo i brividi percorrermi il corpo mentre toccavo gli oggetti di tortura delicatamente, quasi come se gli accarezzassi.
    La donna si stava svegliando ma sembrava ancora confusa, era tempo di agire.
    Presi uno straccio e glielo conficcai bene in bocca in modo che non potesse parlare, poi presi della corda e gliela passai intorno alla testa per poi legargliela a livello della nuca, in modo che non potesse sputare fuori il pezzo di tessuto; concluso ciò la colpii con due sonori ceffoni sul volto, in modo che si destasse per bene.
    Immediatamente provò a liberarsi , ma i nodi di mio fratello erano ben oltre le sue possibilità, inoltre gli insetti di Oboro le impedivano strane mosse; la malcapitata si guardava attorno, cercando di capire cosa stesse succedendo e dove si trovasse, emetteva inoltre dei mugolii avendoli io impedito di parlare.

    -Aaaaaallora!-

    Dissi sorridente posando le mie mani su quelle della donna e portando la mia faccia a poi centimetri dalla sua.

    -Chi siamo? Cosa sta succedendo? Mi immagino tu ti stia chiedendo questo.-

    Mi discostai da lei e cominciai a girarle attorno.

    -Semplice, noi siamo i buoni, cioè, ovviamente non per te ahahahahaha.... Comunque, da te vogliamo alcune informazioni, e allora perchè il fazzoletto nella bocca ti chiederai, beh, è piuttosto semplice in realtà.-

    Mi fermai davanti a lei e mi sedetti sul tavolo, accanto agli oggetti che avevo preparato.

    -Vedi, se adesso io mi mettessi a farti delle domande, non potrei sapere se mi stai mentendo, non trovi? Non ci conosciamo nemmeno d'altronde, perché mai dovresti essere onesta con me? Per questo il fazzoletto, non voglio che tu mi dica cose di cui poi ti potresti pentire, voglio essere sicuro che quando parlerai sarà per dirmi la verità.-

    Presi in mano un martello e lo mossi per l'aria per mostrarglielo, la donna ebbe i primi sussulti, sudore cominciava a sgorgarle dalla fronte.

    -Come ti ho detto per ora non ci conosciamo, ma quando avrò finito con questo potremmo dire di essere già più intimi.-

    Sorrisi e posai il martello per prendere delle pinze e mostrargliele.

    -Quando invece avrò finito con queste potrò dire che siamo addirittura amici Non è forse pazzesco ahahahaahahah!-

    Posai le pinze e presi un piccolo bisturi dalla lama sottile e terribilmente affilata, la mia espressione si fece seria e minacciosa, così come il tono delle parole che seguirono.

    -Quando infine avremo concluso anche con questo, a quel punto ti crederò come ad un fratello, solo a quel punto potrai parlare.-

    Scesi dal tavolo e posai il bisturi per riprendere il martello, mi avvicinai quindi alla donna.

    -Ora capisci cosa sta succedendo?-

    Guardai le donna negli occhi mentre proferivo quelle parole.
    Accarezzai quindi dolcemente la sua mano destra, pochi istanti dopo abbattei con forza il martello sulla falange prossimale del suo mignolo che si frantumò all'istante.
    La donna gemette e le prime lacrime cominciarono a sgorgare dai suoi occhi mentre tentava invano di sottrarsi dalle mie grinfie.
    Non passarono che pochi secondi prima che la seconda falange del mignolo venisse frantumata, così come la terza dopo di essa, non mi sarei fermato finché tutte le dita delle sue mani non fossero state spezzate in vari punti.
    Dopo che ebbi finito con quella parte il volto della donna era completamente bagnato dalle lacrime mentre dei forti gemiti sembravano chiedermi pietà.

    -Ti ho già detto che ci sarà un momento in cui potrai parlare, ma non adesso.-

    Frantumai quindi entrambe le rotule della donna con vari e poderosi colpi di martello prima di posarlo sul tavolo e prendere ago e filo.

    -Tu, renditi utile.-

    Dissi al ninja che stava cominciando a bere dalla sua bottiglia porgendogli una fiala, non ero mai stato serio come allora in vita mia, non avrei tollerato che continuasse a bere.

    -Mettile una goccia di questa in entrambi gli occhi ogni 10 secondi, deve vedere cosa sta per succedere.-

    Colpii la donna con due pugni nella mandibola in modo da confonderla il tempo necessario per bloccarle la testa, procedetti quidni a cucirle le palpebre in modo che gli occhi rimanessero per forza aperti.
    Presi quindi le pinze dal tavolo , posando ago e filo, e mi avvicinai nuovamente alla donna.

    -Fase due.-

    Strinsi le pinze attorno alla radice del suo indice sinistro e cominciai a ruotarlo e tirarlo lungo il suo asse principale finché non si strappò dalla mano della donna.
    Urla terribili ma soffocate provennero dalla sua bocca.
    Procedetti con lo stesso movimento per il mignolo della medesima mano e l'anulare dell'altra, in poco tempo il pavimento si riempì di sangue.
    Passai quindi delicatamente le pinze sul suo avambraccio destro per fermarmi all'altezza di metà del radio, stringi quindi con forza le pinze, utilizzando anche il chakra [Mediobasso Forza 400] fino a che le pinze non si chiusero completamente porando via pelle, muscoli tendini ed ossa con miriadi di schizzi di sangue che mi bagnarono i vestiti ed il volto, anche Ryo fu coinvolto.

    -Bene amica mia, è l'ora della fase tre.-

    Dissi posando le pinza e prendendo il piccolo bisturi.
    Mi avvicinai quinci all'avambraccio sano e vi ci praticai un taglio attorno al gomito, presi quindi con forza il braccio della donna all'altezza dell'omero con la mano sinistra, per assicurarmi che stesse ben fermo, mentre con la mano destra feci penetrare il bisturi sotto al taglio in modo da distaccare l'epidermide dai muscoli sottostanti.
    La lama creò uno spazio lungo circa due centimetri tutto intorno al taglio, presi quindi con le mani i lembi di pelle distaccata e cominciai a tirarla lentamente e molto delicatamente in direzione del polso, quasi come se le stessi togliendo un guanto.
    Il dolori di essere spellati vivi era così forte che più volte dovetti far riprendere la donna dallo svenimento.
    usai lo stesso trattamento anche per entrambe le gambe, partendo dal ginocchio e fermandomi alla caviglia, solo allora mi ritenni soddisfatto.
    Posai quindi il bisturi e mi pulii il volto e le mani con un panno per poi rimuovere i punti si sutura che tenevano aperti gli occhi della donna e toglierle la corda ed il fazzoletto che le impedivano di parlare, leggevo la morte nei suoi occhi.
    Mi avvicinai al suo volto fino a che i nostri nasi non furono a circa 2 centimetri di distanza e dissi:

    -Dunque, sorella, dove sono i tuoi compagni? Quanti siete? Dove dobbiamo colpirvi per distruggervi?-

    Attesi quindi una risposta dalla donna, il mio sguardo le avrebbe fatto capire che una qualsiasi irisposta al di fuori della verità avrebbe fatto ricominciare il tutto da principio, era disposta a sopportarlo?
     
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    Incontri di Sangue
    Tortura lo spettatore

    La donna incominciò a dare qualche segno di vita. Le cure che Sho gli aveva diligentemente applicato avevano iniziato a fare effetto, migliorando notevolmente le ferite subite. Ryo non gioì di certo a quella visione, sapeva che era strettamente legata all'inizio dell'azione. Mandò giù un altro sorso, stava cercando di assumere una quantità tale da renderlo almeno brillo. Si fermò invece ad osservare gli insetti della kuonoichi che andava a posizionarsi in determinati punti, non riuscì a capire il loro intento, magari sarebbero serviti come ulteriore strumento di tortura, ma capì comunque che non erano un buon segno. Nel frattempo, vedendo che la donna stava dando segni di ripresa, il chunin della Foglia cominciò ad eseguire la sua mansione. Ancorò saldamente la donna alla sedia, sfruttando i nodi che aveva precedentemente eseguito suo fratello, imbavagliandola. O meglio, le fece quasi ingoiare un canovaccio. Infine, tanto per rincarare la dose, la colpì con un paio di schiaffi. Un inizio a dir poco brillante che dava spazio a numerosi pensieri su come si sarebbe evoluta la situazione.
    Dopo essere stata colpita, la ragazza si riprese completamente andando in preda al panico. Ritrovarsi dopo una forte esplosione seduta lì, circondata da faccia sconosciute non fu proprio il massimo. Ryo si limitò ad osservarla, sempre impassibile anche se in realtà provava una certa pietà. I suoi pensieri furono interrotti dalla voce del più anziano dei fratelli Saitama, la tortura era quindi iniziata. Iniziò una serie di inquietanti affermazioni, Sho stava letteralmente giocando con le emozioni della prigioniera, una freddezza unica nel suo genere. Ryo deglutì, totalmente assorto nella scena. Aveva creato un ambiente vuoto, non aveva con se molti strumenti, ma comunque riusciva a terrorizzare il suo paziente. Dopo poco, ai vari gemiti di terrore si unirono anche quelli di dolore. Sho aveva iniziato a martellare le dita della donna, colpì ben mirati e duri che riempivano la stanza di sordi tonfi.
    Proprio alla fine della prima fase di tortura Sho si rivolse all'ubriaco. Quest'ultimo si fece ancor più vicino al muro, come se lo sguardo del chunin lo stesse schiacciando. Aveva riservato un compito anche per lui, uno dove doveva stare in stretto contatto con la vittima. Guardò sconsolato la sua bottiglia, per poi riporla. «Non sono io quello da torturare.» Si limitò ad esprimere con aria rassegnata. La serietà con la quale era stato interpellato fu abbondantemente sufficiente a fargli capire quanto non avesse possibilità di scelta. Ormai era dentro quella stanza insieme ai suoi compagni e la prigioniera. Si avvicinò quindi al torturatore, raccogliendo la fialetta, per poi posizionarsi alle spalle della donna. Il suo sguardo non poté non fermarsi sulle menomate dita. Un lungo sospiro prima di distogliere lo sguardo e, involontariamente, spostandolo verso Sho che nel frattempo stava cucendo le palpebra della sventurata. Distolse velocemente lo sguardo, finendo per guardare il soffitto. Avrebbe dovuto somministrare una goccia in entrambi gli occhi, ciò significa che in qualche modo doveva osservare. Strinse i pugni, schioccando la lingua, stufato e impaurito. Forse lei lo stava guardando, non riusciva a capire, si limitò soltanto a mettere le gocce negli intervalli di tempo prestabiliti, spostando lo sguardo di tanto in tanto. La ciliegina sulla torta fu innescata dalla seconda parte del trattamento. Sho si era infatti messo a staccare, tirando con delle pinze, le dita della malcapitata. Una visione a dir poco atroce, condita dalle urla di dolore, se pur soffocate, che avevano iniziato ad essere una fastidiosissima costante. Distogliere numerose volte lo sguardo aiutò lo stomaco del giovane, anche se per somministrare quella specie di collirio doveva comunque posare lo sguardo sulle varie scene. «Nove e die...» Stoppò il conteggio dei secondi, fermandosi sorpreso. Vari schizzi di sangue lo aveva investito, macchiandogli viso e vesti. Rimase immobile per qualche istante, con lo sguardo fisso sull'enorme ferita che aveva provocato quella fuoriuscita. Purtroppo, non era ancora finita. Freddo e spietato Sho stava procedendo con una nuova fase della sua tortura. In un men che non si dica, stava spellando la prigioniera. Aveva effettuato un taglio nel braccio e da lì era partito tirando verso il polso, provocando le urla terrorizzanti, di pura agonia, della donna. «Coff! Coff!» Il giovane tossì, sentendo il sapore amaro del vomito in bocca, il tutto dimenticandosi di somministrare il siero negli occhi della malcapitata..
    Riuscì a deglutire numerose volte, resistendo fino alla fine del trattamento. Proprio lì sentì un nuovo strattone, stavolta non sarebbe riuscito a resistervi. Uscì dalla stanza, per poi rimettere pochi metri dopo l'entrata. Non si curò di eventuali spettatori, forse Oda era lì presente, ma non fu certo una cosa piacevole. Ryo Iwao era coperto di sangue, non suo, e dal pallore del suo viso si poteva di certo dire che aveva assistito a qualcosa di anormale.
    Rientrò poco dopo, pallido come un morto. «Coff! Coff!» Tossiva ancora, segnalando il suo rientro agli altri. Non subì quel diabolico trattamento, per fortuna, ma da così vicino quella abominevole visione riuscì comunque a far sentire lui il torturato di turno.
     
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    Azioni Di Forza


    Era passato già un po' di tempo da quando Oda era fuori, in silenzio.
    Gli esercizi meditativi erano sempre risultati facili al giovane, che sedeva con le gambe incrociate nella posizione del loto, le mani raccolte del sigillo del serpente, quello che gli permetteva di rilassarsi maggiormente e di regolare il proprio flusso.

    Se il chakra è la manifestazione dell'energia mentale e fisica di una persona, allora controllandolo si può gestire il proprio stato mentale e fisico, recitava qualcuno dei vecchi libri di sua madre, poteva sembrare una di quelle stronzate ridicole che molti furfantelli e approfittatori vendevano alle signore, promettendo di risollevare anche qualche tetta ormai floscia e cadente, più vicina alle ginocchia che alle spalle.
    Sempre gli esercizi degli Yamanaka, mentre la sua mente riusciva a percepire sempre meglio le energie che si muovevano intorno e dentro a lui, riusciva quasi a percepirlo tramite il respiro.

    Ancora quella sensazione fuori luogo:dolore, frustazione, vergogna.
    Sho stava proprio facendo un terribile lavoro, che data la sua mansione era perfetto, eppure c'era qualcosa di strano, quei “disturbi” provenivano da un chakra che conosceva bene, quello di Sho.

    Idiota


    Si alzò rapidamente, ci voleva una presa di posizione bella decisa in quella circostanza, entrò nella sala.

    L'odore del sangue, le urla soffocate della cliente, palpebre cucite, come in alcuni dei suoi film preferiti,ma non si scompose. Suo fratello non aveva bisogno di questo, Sho doveva capire un paio di cose: che Oda era un ninja e che suo fratello capiva quello che stava succedendo e che non provava disprezzo.

    Immagino che ancora non abbia parlato, vero? Signorina, non renda le cose più difficili del necessario.


    Disse quelle parole guardandola negli occhi, senza cattiveria o pietà, la sua voce era fredda e voleva semplicemente darle un consiglio, anche se più che spellarla si poteva fare ben poco.
    Metto in sicurezza il perimetro, non vorrei che qualche amichetto della signorina fosse nei paraggi
    Con le due dita unite tracciò un sigillo per terra, toccandolo con le mani attivò la barriera di rivelazione. Nessuno poteva entrare senza che lui lo potesse e suo fratello non poteva mandarlo via, o avrebbe compromesso la tortura, in quel momento doveva essere duro e insensibile, non preoccuparsi del proprio fratellino.


    CITAZIONE

    Barriera d'Individuazione
    Villaggio: Specializzazione
    Posizioni Magiche: Tocco (0)
    L'utilizzatore, imponendo un sigillo sul terreno, può innalzare una barriera invisibile di raggio pari a 150 metri. All'interno l'utilizzatore può Percepire qualsiasi manifestazione di chakra e Percepire qualsiasi ingresso di oggetti. È possibile percepire i ninja occultati tramite 'Chakra Nullo' o conoscenze analoghe solo quando oltrepassano la barriera.
    Tipo: Fuuinjutsu - null - Ninpou
    (Livello: 4 / Consumo: Alto )
    [Da chunin in su]
     
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    Noia





    -Sembra che tu sia molto fortunato.-

    Affermai sbuffando verso il monco che si trovava legato davanti a me.
    Eravamo nell'ultimo piano sotterraneo delle prigioni, nel mio laboratorio, l'uomo davanti a me era un kiriano che aveva fatto evidentemente arrabbiare Raizen, una cosa non troppo difficile, ma quella volta aveva davvero esagerato, non poteva pensare di cavarsela dopo aver parlato in quella maniera ad uno come Raizen, era pura follia.
    Eppure, nonostante tutto, sembrava che non potessi esercitare su di lui le mie abilità, certo, già gli mancava un braccio, ma il decimo sapeva bene che avrei potuto fare molto di più, andiamo, tagliare un braccio e basta? Sembra una roba da principianti? Capisco che il decimo fosse furioso sul momento, ma avrebbe fatto meglio a mandarlo direttamente qua con me.
    Mi sedetti sulla sedia davanti al ninja della nebbia ed incrociai le bracca sul petto prima di assumere una posizione assai rilassata.

    -Normalmente non ti starei parlando così, ma pare che non vogliamo incidenti diplomatici adesso, certo , non posso non essere d'accordo, ma un paio di giochetti almeno speravo di poterli fare. E invece niente! "Stai buono Sho", "Non vogliamo problemi , Sho", pff...-

    Mi era pure toccato andarlo a prendere all'ospedale, più che un torturatore mi sentivo una balia.
    Sciolsi le braccia e cominciai a picchiettare con l mano destra sul bracciolo dello stesso lato della sedia.

    -Certo che sei proprio stupido, vai a casa degli altri e ti comporti così, con uno come Raizen poi! Ma che ti danno da mangiare pane e QI?-

    Sorrisi, era veramente strano che qul tipo davanti a me fosse ancora vivo, però sembrava ricoprire il ruolo di guardiano di Kiri, se li sceglievano bene insomma.

    -Va bene che non ti piace fare il fattorino, ma così mi pare eccessivo, ahahaha.... e fattele due risate! Non capisci che cazzo di fortuna che hai? Sei vivio, VIVO, qui, con me, che ti sto parlando, guardati attorno.-

    Dissi girando con lo sguardo verso il piano superiore della prigione, ben visibile dal mio laboratorio.

    -Qui la gente mi prega di MORIRE, invece tu stai amabilmente parlando con me, ti scoccia per il braccio? Bah, mi pare ti sia andata anche troppo bene!-

    La noia cominciava a prendermi le membra, non sapevo veramente cosa fare, non mi era mai capitato di fare da bada ad un coglione di quelle dimensioni senza potermici divertire un minimo, aveva solo fortuna che rispettavo molto l'hokage e non avrei fatto niente per disubbidire ai suoi ordini.
    Tuttavia cosa mi sarebbe potuto succedere alla fine? Se con uno del genere il decimo era stato così clemente il massimo che potevo beccarmi io era una ramanzina, bah, con la fortuna che avevo io a me sarebbe toccato un trattamento peggiore del tizio che si trovava davanti a me.
    Poi sentii un rumore che mi sollevò , l'ascensore si era attivato, probabilmente Raizen stava arrivando.

    -Arrivano i rinforzi finalmente, dai che te ne torni a casa a leccarti le ferite, occhio al gusto di merda però, che mi pari abbastanza stronzo.-

    "Oggi sono un fuoco!"

    Pensai divertito mentre mi alzavo per aspettare chi di dovere.
     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Ricucire i Rapporti

    IV



    Non ebbe di certo problemi ad uscire dalla finestra, frettoloso com'era di risolvere la questione. Non che Itai Nara fosse noto per il rispetto delle etichette del resto (anche se l'Hokage irradiava una tale luce di informalità da rendermi un buco nero di burocrazia a confronto). Il viaggio alle prigioni fu rapido e quando vi giungemmo mi lasciai guidare fin dov'era tenuto Seinji. Lì conobbi il torturatore della Foglia. Per curiosità gli diedi un'occhiata col mio occhio interiore, quasi un'abitudine per determinarne la forza e notai senz'ombra di dubbio che aveva un Bijuu.
    Toh, ecco chi è il Jinchuuriki del Gobi, dissi a Sho. Hai trattato bene il mio stimabile compatriota?, domandai senza riuscire a frenare una vena di sarcasmo corrosivo come acido. Quando fui condotto davanti Seinji mi fermai per alcuni istanti. Il mio sguardo era glaciale.

    56e07bc0b3d4b


    Ehilà, Seinji Akuma, dissi dimenticando appositamente la sua identità. L'Hokage mi ha detto che hai cercato di infiltrarti. Me l'hai quasi fatta, devo ammetterlo, dovrei ringraziare l'Hokage per averti scoperto, il tono che stavo usando era quanto di più teatrale e sarcastico potessi usare. Mi avvicinai al malcapitato Nukenin fino ad essere davanti a lui, fissandolo con uno sguardo severo.
    Cosa. Ti. Passa. Per. La. Testa. Idiota., scandii ogni singola parola con forza, lasciando una pausa di mezzo secondo tra ogni esclamazione. Io ho detto che non potevo proteggere Seinji Akuma, e tu che fai? Ti fai beccare così, quello era il nocciolo della questione. Il suo grave errore.
    Nel momento stesso in cui si era fatto beccare aveva compromesso il compito che gli avevo assegnato e che con così tanta fedeltà aveva cercato di portare a termine. E dopo, conscio che l'Hokage fosse mio alleato - eravamo qui quando ti sei svegliato, ricordi? - che fai? Reciti male, accampando scuse che non avrebbero convinto nemmeno un moccioso ed infine come atto finale SFIDI IL FOTTUTO HOKAGE ALLA MORTE, quelle parole furono decisamente urlate. HO SPESO UNA FORTUNA DI SOLDI PER RIPORTARTI IN VITA MALEDETTO BABBEO E TU INTENDI SPRECARE LA TUA VITA SFIDANDO L'HOKAGE? VUOI VEDERE ANCHE SOLO VAGAMENTE COSA DIAVOLO SIGNIFICA? EH? CI TIENI DAVVERO A VEDERE UN JINCHUURIKI DEL MIO LIVELLO PRENDERTI A CALCI IN CULO FINCHE' NON TI FA FATTO VOMITARE LE PAPPINE CHE TI DAVA TUA MADRE?, per Raizen era la prima volta che vedeva Itai genuinamente infuriato. Erano solo urla, e di questo Seinji doveva ritenersi assolutamente fortunato.
    Oh, Akuma, so benissimo cosa stai pensando. Che dovrei difendere il tuo onore di Kiriano, mettendo in ballo anche il MIO onore di Kiriano e l'onore di tutta Kiri ma l'unico che ha disonorato il tuo villaggio oggi sei stato tu, fallendo la missione che ti avevo assegnato. Dall'esterno il comportamento dell'Hokage è definibile persino clemente, nei confronti di Seinji FOTTUTO Akuma, per quanto in teoria inaccettabile verso Asmodai Akuma. Ma se tu fossi rimasto Asmodai Akuma non si sarebbe MAI arrivato a questo. Per cui, presi il suo mento tra le dita, sollevandolo a forza. Qualcosa da dire a tua discolpa prima che decida che fare di Seinji Akuma, il Nukenin? Oppure Asmodai è ancora vivo ed ha ancora voglia di essere un bambino vero, e non una fottuta fantasia? Sai com'è, io di Seinji Akuma proprio non riesco a fidarmi, a lui la scelta.
    Ma la mia scontentezza era a livelli tali che non potevo reggere ulteriormente la sua testardaggine, che pure non avevo avuto il piacere di ammirare, ma solo di vedermi raccontata. E la trovavo intollerabile, oltremodo.
     
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    × Legenda
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    "Sembra che tu sia molto fortunato" - disse qualcuno quando l'Akuma riuscì a riprendere i sensi dopo il suo svenimento precedente. Certo, si ricordava tutto ciò che era accaduto e cercò nell'istante stesso di guardarsi intorno per trovare quel bestione con la sua lama, e il braccio, e gli sputi, e la pazzia, e il gustoso piatto fatto a base di carne umana, - la sua carne umana. Solo così capì di essere legato come un salame, immobile chissà dove, ma con tutte e due le braccia, per ora, e con tutti e due gli occhi e le orecchie, per ora.
    «No, non lo sono,» - ribatté secco a quella voce. - «Sono l'individuo più sfigato nel raggio di 9.000 chilometri.» - Nel mentre il tizio però non terminava di parlare dicendo che gli sarebbe piaciuto moltissimo torturare l'Akuma, l'Akuma stess cercò comunque di ricordarsi bene che diavolo aveva fatto e di chi era la colpa. Poi, come se a distrarlo, arrivò anche un'altra voce, era quella di Asmodai.
    "Bella scenata che hai fatto dall'Hokage!" - esclamò questi, al che l'Akuma scosse soltanto il capo.
    "Beh, ci ha chiesto lui di mangiare il braccio, no? Non potevo rifiutare un piatto del genere hehehehe. Ora però ho capito una cosa."
    "Cosa?"
    «Senti, ma la chiudi quella fogna o no?» - chiese al torturatore tanto per fermare tutta la sua inutile parlata basata sul niente. Poi si concentrò sul demone, con lo sguardo puntato in avanti, verso il buio.
    "Che la carne umana non è poi tanto male"
    "Hmm... Credo arrivi qualcuno... Credo sia Itai... "
    "Non penserai che avrà finalmente trovato le palle nelle mutande e sia venuto a salvarmi con l'esercito di Kiri alle mura di Konoha, vero?"
    "Beh, questo lo avrebbe fatto un capo vero. Poi ricordati cosa ti disse Itai al bar: gli servivi per aiutare Kiri a rialzarsi. Ne è passato di tempo da quel giorno, Seinji. Ora che Kiri è un po' più forte, potrebbe anche pensare di scaricarti."
    "Non credo che lo faccia. O almeno... mi sembrava buono."
    "...Sembrava... Ma il mondo dei ninja è crudele Seinji."
    "Poi oh, mi ha mandato lui da Raizen. E lo sapeva sicuramente che Raizen mi avrebbe scoperto... Conosce il mio chakra, conosce il mio odore... Io mi gioco un bel piatto di sushi che mi sia venuto a salvare"
    "Vediamo..."
    Poco dopo fece la sa comparsa Itai Nara. Dapprima salutò il torturatore foglioso, anche lui un jinchuriiki...
    "...cazzo! si stanno moltiplicando..."
    Poi avanzò fino a Seinji, chiamandolo per nome. Per nome vero. Brutto segno quello, e l'Akuma lo aveva capito sin da subito. Probabilmente aveva ragione Asmodai: voleva solo sbarazzarsene al più presto. Lo aveva usato quel poco che bastava per rendere Kiri un posto migliore e ora che non gli serviva più aveva soltanto inventato un buon piano per far scoprire l'identità dell'Akuma attraverso una lettera. Itai lo sapeva che mandare Seinji da Raizen era un suicidio; Itai lo sapeva che Raizen avrebbe scoperto l'identità dell'Akuma; Itai sapeva che Raizen sapeva riconoscere gli odori, la voce, e persino il chakra! Dunque Seinji Akuma non avrebbe potuto avere scampo in qualsiasi caso, anche se fosse stato il più bravo attore del mondo. E nel mentre Itai infuriava, Seinji lo ascoltava attentamente, facendosi tornare alla mente le parole dell'Itai stesso dette nell'Amministrazione di Kiri giorni prima.
    "Se avessi voluto affidare questa lettera a dei volatili avrei mandato i miei." - disse. - "Portala all'Hokage di persona, è di strada dopotutto, non perderai tempo" - aggiunse. Non volle mandare le evocazioni, per far scoprire Seinji.
    Era chiaro ora! Tutto stava tornato al suo posto sul grande puzzle.
    "E' così, eh"
    Poi lo prese per il mento, sollevando l'Akuma legato similmente a un sacco di patate.
    Scena divertente, quasi comica.
    Se non fosse che anche l'Akuma stesso si mise a ridere, per via dell'inferno che gli stava per esplodere dentro.
    «Sai chi mi ha mandato da Raizen? Tu. Sai chi conosceva il mio chakra e il mio odore, tanto che nessuna recita avrebbe saputo resistere? Tu. Sai chi mi ha ordinato di non rivelare a nessuno la mia identità? Tu. Tu sei l'uomo al quale ho creduto in quel ristorante, quando ho rischiato di perdere la vita pur di farti avere qualche informazioni in più. Eppure...» - l'Akuma sorrise, ora con le lacrime agli occhi. - «...io mi sarei fatto tagliare anche l'altro braccio, mi sarei fatto tagliare entrambe le gambe, e farmi cavare gli occhi, l'anima, pur di seguire il tuo ordine. Io sarei morto per seguire il tuo ordine. E cosa ho in cambio? Tu che arrivi qui e mi accusi di aver fallito la mia missione.» - Sentì immediatamente come il rancore nella sua anima saliva a dismisura. Quello non era il suo capo; quello era il traditore per eccellenza. Uno che aveva utilizzato le sue belle parole per renderlo cieco. Nient'altro.
    Era un uomo senza onore.
    «Eppure sei tu che mi hai mandato a portare una lettera verso l'unico uomo nel giro di parecchie miglia che conosce il mio chakra. L'unico. E tu lo sapevi. Bravo. Scacco e Matto a Seinji Akuma. E quando succede? Guarda caso quando Kiri è in procinto di ritornare forte.»
    Sbuffò.
    «Ho sbagliato sin dall'inizio,» - sussurrò quasi in lacrime. - «Non avrei mai dovuto cercarti. Non avrei dovuto crederti. Non avrei dovuto seguirti. » - Era vero. Aveva rischiato la vita per il villaggio. Aveva rischiato la vita pur di rispettare la promessa data a Itai Nara. Da uomo d'onore a uomo d'onore. E cosa ne aveva in cambio? Uno che lo accusava di tutti i crimini del mondo. Sarebbe stata decisamente meglio rimanere a Oto insieme al Mikawa e prestare il servizio al Mikawa. Almeno lui non lo avrebbe tradito, e nel momento difficile, quando tutte le maschere cadono e rimase solo la verità, avrebbe saputo recuperare il proprio uomo. Ma Itai Nara non era Diogene Mikawa, purtroppo.
    «Sì, l'ho sfidato a morte. E sai che c'è?» - Una lacrima gli scese lungo la guancia. - «Sfido a morte anche te. Proprio qui. Proprio ora. Su. Dai. Ti ho sfidato a morte. Tagliami la testa. Dai. E non ti credere che possa tornare a Kiri e seguire uno come te. Preferisco marcire qua fino alla fine dei tempi e farmi torturare finché l'ultimo respirò non abbandonerà il mio corpo. Chiudi bene la porta quindi quando deciderai di uscire; non si sa mai che mi venga in mente la folle idea di credere di nuovo alla tua parola.»
    Allora si sarebbe silenziato, incurante delle conseguenze che quel suo monologo avrebbe potuto avere.
    «Diogene Mikawa è un capo migliore di te, Itai. Almeno lui non manda i propri uomini a realizzare delle missioni suicide. Almeno lui non li usa, per poi gettarli via.»
    Comunque fosse andata, da quel giorno in poi non avrebbe mai più servito Kiri.
    Almeno non finché uno come Itai era il Mizukage.
    E sì, anche se fosse sopravissuto non avrebbe avuto molto da fare. Diogene, che aveva tradito per il bene di Kiri, probabilmente lo avrebbe ucciso comunque; mentre a Kiri non sarebbe tornato di sua spontanea volontà. Forse, se per miracolo fosse rimasto in vita, un giorno sarebbe tornato al suo sushi bar ad Ame. Aveva voglia di rivedere quei luoghi per lo meno, e forse avrebbe anche saputo ritrovare Etsuko. Ma in ogni caso sarebbe morto.
    Tanto meglio dunque sarebbe stato morire subito li oppure rimanere con quel torturatore a farsi torturare da quel tizio fino alla fine dei tempi.
    Sempre meglio di essere il subordinato di Itai Nara, per lo meno.



    Seinji
    Chakra: XXX
    Vitalità: XXX

    Illusione:

    Slot Difesa 1: ///
    Slot Difesa 2: ///
    Slot Difesa 3: ///

    Slot azione 1: ///
    Slot azione 2: ///
    Slot azione 3: ///

    Slot Tecnica Avanzata: ///
    Slot Tecnica Base: ///
     
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    Quando Itai parlò a Sho Raizen non ne fu del tutto felice, anche se definirlo infastidito era già troppo.

    Eh, ricordaglielo pure a questo stronzetto cosa si tiene nello stomaco.
    Rilascia il demone ogni mattina per guardarsi allo specchio tra un po’, e metà delle volte mi tocca raccattarlo perché qualcuno l’ha visto e ha deciso che gli serviva una pila a cinque uscite.


    Sbuffò alzando gli occhi al cielo, pensando a quanti grattacapi gli aveva dato Sho fino a quel momento.
    Scesero poi a trovare l’ospite d’onore delle prigioni, ascoltando il lungo discorso di Itai, anche se sfortunatamente il Colosso sapeva che era poco più di un buco nell’acqua. Un buco nel thè, probabilmente.
    Sospirò pesantemente quando Seiji concluse la sua manfrina.

    Santa merda che pezzo di idiota.

    Mise una mano sulla faccia.

    Tu sei sicuramente un castigato.
    Ma poverino, non è un insulto eh, ma proprio un affermazione.
    Hai davanti le persone che per situazione


    Ed indicò Sho.

    O per semplici capacità in combattimento.

    Ed indicò se stesso ed Itai.

    Sono le più spaventose di quasi l’intero continente e che fai?
    Minacci?


    Pose la propria mano sopra quella di Itai, cercando di fargli ritrovare pace a sufficienza da fargli rilasciare almeno momentaneamente la presa.

    Sei così scemo che non servono eufemismi, basta chiamarti per nome per avere l’avatar incarnato dell’idiozia.

    Lo squadrò con ben poco rispetto, seppure lievemente impietosito dalle lacrime del giovane uomo scosse la testa.

    Io volevo provare a salvarti, volevo aiutarti, non ti ho nemmeno seccato, ti ho portato qui e non ti ho fatto toccare nemmeno con un dito e cosa fai?
    Mi sputi in faccia per la seconda volta, dopo aver sputato in faccia all’uomo che impietosito dalla tua incompetenza ha pagato per riavere indietro quella tua sudicia anima di traditore.
    Sei feccia della peggior specie.
    E di fronte a tutto questo che fai?
    Monti su la tua versione della storia per trovarti una scusa e scaricare il peso del tuo fallimento sugli altri.


    Battè col dorso della mano sul petto di Itai con fare complice.

    Sai cosa?
    Dovremmo dare a questa sega una di quelle lezioni che non dimentica, e se non la impara è proprio irrecuperabile.
    Dimmi, stronzetta, cosa succederebbe se fossi in grado di VEDERE i veri pensieri di Itai?
    Visto che io non sono l’ultimo sprovveduto che passava di qui ho qualche sottoposto sufficientemente in gamba da provarti che ti sbagli, ti mostrerò che Itai non aveva secondi fini con un metodo infallibile: potrai vedere letteralmente i suoi pensieri e ricordi.
    Non ti chiedo nemmeno di dare fiducia alle mie parole, ANZI, le sto addirittura svalutando visto che devo dare ad una merda secca come te la prova che siano veritiere mentre invece doveva semplicemente bastare l’affermazione.


    Si piegò all’altezza di Seiji per inquadrarlo al meglio.

    E per screditare ulteriormente le tue frottole ti dico qualcosa: io non percepisco il tuo chakra, ho semplicemente sentito il tuo odore e la tua voce, ed erano quelli di Seiji Akuma, il problema non sono io che sono fortissimo, il problema è che CHIUNQUE avrebbe potuto farlo.
    Comprendi?
    Non puoi cambiare faccia e lasciare il resto inalterato, devi cambiare tutto.
    Ed il tuo ottimo leader Diogene Mikawa era così buono e gentile che per pararsi il culo da un traditore schiappa come te ti ha appioppato un sigillo che ti ha steso appena hai pensato di tradirlo.
    Leader migliore?
    Sicuramente più accordo nel trattare casi disperati come te.


    Gli diede un buffetto sulla guancia nella stessa maniera adottata con i bambini.

    Mettitelo in testa, sei un traditore.
    Non hai mai smesso di esserlo, per tua stessa ammissione.
    Hai due possibilità, e mi pare siano ben chiare.
    O dai fiducia alle mie parole ed al mio metodo che può darti chiara dimostrazione del tuo fraintendimento e salvarti la vita dopo aver chiesto adeguatamente perdono oppure…


    Parve fermarsi a riflettere, in realtà recitava solamente, cercando di riesumare un po’ di amor proprio in Seiji per spingerlo ad agognare la sua stessa vita quel tanto che gli bastava ad aver fiducia nelle sue parole, nel suo kage e nella buona fede di quest’ultimo.

    …oppure niente, la seconda possibilità non è contemplata, ammenochè la morte non sia una possibilità, e per un cretino come te morire senza dolore potrebbe pure esserlo.

    Sospirò nuovamente scuotendo nuovamente la testa mentre fissando il soffitto faceva mutare la sua espressione.

    Madonna, ho sparato così tante idiozie...
    ... Ahah... Ahahah... Ahahahah!


    Si avvicinò a Seiji e gli diede un altro paio di buffetti sulle guance mentre ancora rideva, vanificando tutte quelle parole con uno sguardo terribile, freddo e glaciale oltre i limiti del tollerabile: quell’uomo aveva stuzzicato la bestia sbagliata con la sua testardaggine.

    A ben pensarci, dopo tutto ciò che hai detto prenderei per il culo Itai da qui alla sua morte se ti lasciasse a piede libero.

    Privarlo di quella minima speranza in quel modo… definire Sho l’unico torturatore dentro quella stanza era probabilmente da sprovveduti. Per ninja simili non c’era redenzione, era semplice selezione naturale, ed andava applicata per il bene di tutti.
    Ed un braccio non bastava di certo a ripagarlo di quello smacco.


    Edited by F e n i x - 10/3/2016, 13:31
     
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