Del Fuoco e Della Nebbia

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  1. Asgharel
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    °Pensato°
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    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]

    Del Fuoco e Della Nebbia


    ~Trovare il Discepolo - Kiri~


    Atasuke aveva appena attraversato le mura di kiri ed ora avanzava per le vie del villaggio avvolto nel suo nero mantello in quella fitta nebbia che celava tutto o quasi alla vista. Ogni passo che faceva si chiedeva sempre più per quale motivo i ninja di Kiri amassero tanto quel posto, ma soprattutto si chiedeva come potesse la gente kiriana sopportare una tale nebbia. Egli vagava come un'ombra, facendosi sempre più a ciò che quella nebbia mostrava di lui. Egli era in cerca del suo allievo, anche se ignorava dove questi potesse trovarsi di preciso.
    Dopo diversi minuti si ritrovò a vagare per quella che pareva essere la piazza centrale, o meglio, per quello che pareva restarne. In quel tetro scenario infatti i segni dell'attentato accaduto poco tempo prima all'interno del villaggio erano ancora chiaramente presenti e venivano in qualche modo galvanizzati da quella nebbia quasi innaturale. Di certo non aiutava la quasi totale assenza di persone per le strade che davano un senso di abbandono e tristezza generale.

    °Certo che se questa è Kiri Keichii mi aveva raccontato una bella balla... oppure nella mia solita fortuna sono riuscito a beccare il peggior giorno dell'anno per visitare kiri...°

    «Dove diavolo sarà Daisetsu?»


    Si chiese ad alta voce nella vana speranza che qualcuno nelle vicinanze potesse udirlo.

    [...]


    ~Trovare il Discepolo - Quartiere Kakita~


    Erano ormai passate ore dal suo arrivo al villaggio ed ancora non era riuscito ad incontrare nessuno per chiedere delle informazioni, tuttavia, nel suo vagare, quasi senza meta, Atasuke riuscì a raggiungere quello che parve essere il quartiere di uno dei clan di Kiri e qui chiese ad una delle guardie delle indicazioni.

    «Bene... Finalmente una persona... Scusi, posso chiederle dove siamo?»

    "Come sarebbe a dire dove siamo? Siamo all'ingresso del quartiere Kakita, bifolco. Da dove sbuchi viandante? Dalle fogne che non sai neppure dove ti trovi?"

    «Bene, allora sono quasi arrivato. Comunque modera le parole, dato che ti trovi davanti ad un Uchiha di Konoha, qui per un incarico ufficiale dall'accademia, razza di guardia ignorante, quindi è ovvio che io non conosca il vostro villaggio»


    Disse in tono particolarmente minaccioso puntando il suo malefico sguardo verso il volto dell'ignara guardia mostrandogli il segno del suo potere nei suoi occhi. [Abilità] La guardia tuttavia non vide il verso sharingan del giovane, ma solo un'illusione creata dalla tecnica della trasformazione eseguita celando i seal sotto il nero mantello che indossava. Anzichè una tomoe infatti la guardia avrebbe visto ben tre tomoe costellare la rossa iride del giovane.
    Come Atasuke immaginava, il guardiano quasi trasalì alla vista di quel segno distintivo, ipotizzando erroneamente un elevato grado di potenza del giovane e quindi restandone "vagamente" impressionato.

    "M... Mi scusi... Io... ecco... non immaginavo... ehm... spero... ecco... spero che"

    «Tranquillo, non ti farò nulla e non farò rapporto, ma sappi che altri comportamenti di questo tipo potrebbero diventare problematici... Se non erro avete già anche subito un attentato terroristico, giù nella piazza, se non erro... o sbaglio?»

    "No, non sbaglia... In effetti ultimamente la situazione si sta facendo tesa..."

    «Allora credo sia un motivo in più per non farsi queste figure con gli sconosciuti, non credi? Intanto cercadi farti perdonare dicendomi dove si trova la casa di un tal Daisetsu Kakita... Immagino abiti qui nel quartiere del clan»

    "Mi faccia pensare... Si, mi pare di ricordarlo... se non sbaglio abita... seconda via a sinistra, non può sbagliare. Mi pare abiti con il fabbro, quindi lo dovrebbe trovare là alla fucina o alla casa a fianco"

    «Molto bene. Addio allora»


    Con appena un gesto della mano salutò la guardia e riprese il suo cammino verso quella che pareva essere la casa di Daisetsu.

    [...]


    ~Trovare il Discepolo – Casa di Daisetsu~


    Giunto alla casa "indicata" dalla guardia, Atasuke riconobbe senza indugio la forgia, ma vedendo che questa era spenta e pareva non esserci nessuno, bussò alla porta nella speranza che qualcuno gli aprisse.

    «Aprite, sono Atasuke Uchiha dal villaggio di Konoha. Sono qui per conto dell'accademia per incontrare Daisetsu kakita che mi risulta abiti in questo edificio»


    Poi attese in religioso silenzio che qualcosa accadesse.
     
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  2. Montross
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    Un sogno e un dilemma







    Quella notte Heizo fece un sogno.
    Si agitava nel sonno, rigirandosi tra le umide frasche sopra il suo giaciglio di tela, senza riuscire a darsi pace;
    la sua anima era sconquassata dalle immagini che, imperanti, prendevano spazio nella sua testa, tormentandolo con la loro presenza inquietante in un nero crescendo, finché il giovane si ritrovò ad ansimare con voce strozzata fissando il disco della luna, enorme, sopra di lui.
    Era sveglio e, febbrilmente, provava a ricomporsi al mondo reale cercando disperatamente di ricostruire quelle visioni, carpire il senso di tali immagini, così angoscianti da farlo destare di soprassalto, in mezzo al freddo della notte.
    Erano anni che non sognava...Lo ricordava distintamente.
    Il mondo dei sogni apparteneva ormai al suo passato, alla sua infanzia di bambino privilegiato prima, e di orfano abbandonato poi..
    Dopo di ché, il sonno era stato semplicemente accettato come un sollievo naturale per le molte fatiche delle ore di allenamento all'Accademia, o per gli sforzi fatti per sopravvivere alla giornata in mezzo alla polvere e alla solitudine di una strada, nei molti giorni passati a errare per le terre dei Ninja in cerca di sé stesso, perfezionando la sua arte preferita.
    Il giovane crollava come un sasso, e dormiva quanto poteva senza ricordare nulla.
    Ma quella notte aveva sognato...
    ..E ora un caleidoscopio di inquietudini si affollava nel suo cervello, mentre cercava di trovare un filo che districasse l'intricato gomitolo di quel caos doloroso, che sempre di più abbandonava il suo cervello per fare nuovamente posto alla realtà e ai suoi costrutti:
    l'erba, la terra, la boscaglia, la luna,il cielo stellato.
    Doveva fare in fretta se voleva ricordare.

    Aveva visto morte...Distruzione...
    Sentito una moltitudini di voci rotte dal pianto e dal terrore prima di zittirsi per sempre..
    Aveva visto un luogo a lui tristemente familiare: la piazza centrale del suo Villaggio natale, da cui aveva deciso di andarsene ormai da molto tempo.
    Kiri stava grandemente soffrendo...Era forse giunto il momento di farvi ritorno?
    Impossibile.
    C'era un giuramento..Un giuramento di mezzo: sarebbe tornato solo quando ne sarebbe stato degno..
    Quando avrebbe riguadagnato l'onore che aveva perduto.
    Fece una smorfia di dolore mentre, in ginocchio, si massaggiava le tempie.
    Fu inondato dall'agrodolce sensazione della nostalgia e del dolore delle vecchie ferite emotive; dell'umiliazione, a lungo ricacciata giù, nel profondo dell'animo, per dare un senso nuovo alla vita..
    Adesso era tornata in tutta la sua grandezza rigettandolo nello sconforto, solo, in quel paesaggio lunare, in un lembo di campagna deserta dove stava giocando a fare l'eremita spadaccino.
    Strinse i pugni.
    No...C'era qualcos'altro...
    Un volto...
    Un mantello...
    Un fantasma perso in mezzo alle nebbie..
    C'era QUALCUNO disperso nella foschia a Kiri...
    Heizo lo aveva a lungo spiato, con occhi vitrei e spaventati: percepiva una grande minaccia venire da quell'uomo incappucciato mentre i suoi passi rimbombavano sul lastrico umido della città delle nebbie.
    Lo aveva seguito in silenzio, ma l'uomo continuava ad andare per vie sconosciute, facendosi strada trai corpi senza vita che, probabilmente, egli stesso aveva massacrato..
    L'inseguimento continuava in un crescendo tesissimo e surreale...
    Poi, l'uomo si fermava di colpo: un bambino stava avanzando a grandi passi verso di lui, ma la distanza e la densa nebbia erano tali che Heizo non poteva distinguerne i tratti del volto.
    L'uomo dal nero mantello estraeva allora un coltello, oscuro come la pece e cosparso di macchie scarlatte...
    Heizo sentì una fitta di gelo, mentre inginocchiato tra l'erba, riviveva il momento di assoluto terrore in cui, nel sogno, aveva compreso come il misterioso uomo volesse uccidere il bambino a sangue freddo, tagliandogli la gola lì, davanti ai suoi occhi..
    Ma, mentre si alzava in modo meccanico, ripiegando il suo giaciglio e preparandosi per il lungo viaggio che lo attendeva, Heizo non ripensò tanto all'orribile gesto dell'uomo del suo incubo, quanto all'ultimo particolare che aveva notato prima di svegliarsi ansimante in mezzo all'erba:
    mentre spezzava quella giovane vita, il cappuccio dell'uomo era scivolato da parte così che Heizo aveva potuto finalmente vedere i suoi occhi;
    gli occhi dell'uomo erano quelli di Masashi Hiroji, suo padre.

    Un giuramento, quella notte, sarebbe stato infranto.

    ~

    Era giunto a Kiri.
    Le molte ore di viaggio e fatica non le aveva quasi sentite;
    un'unica ossessione riempiva il suo cervello, permeandolo come una spugna...
    Quegli occhi...Quegli occhi!
    Gli avrebbe rivisti quel giorno?
    Heizo stava perdendo il senno, ponendosi in continuazione le stesse domande, senza trovare uno straccio di risposta.
    Era tornato in un luogo in cui aveva giurato di non tornare...E per cosa poi?
    Sogni...Visioni...Presagi...
    Si sentiva alienato, assente, perso, mentre un conflitto di intenzioni e sentimenti lo stava letteralmente divorando all'interno.
    Il suo ritorno a Kiri non assumeva certo i connotati trionfali che per tanto tempo aveva immaginato!
    Il suo animo era come sporco mentre, a testa bassa, imboccava la strada per il portone principale.
    Arrivato nei pressi della bellissima porta della sua patria, fu perentoriamente fermato da molte guardie che in tono poco amichevole gli chiesero di presentarsi.
    Erano tutti in allerta...Qualcosa di grosso doveva essere realmente successo per richiedere un tale dispiegamento di forze alle impenetrabili mura.

    << Mi chiamo... >>

    Esitò...trasalendo...
    Poi mentì, ricacciando una lacrima mentre il suo volto si impietriva.

    << ...Aki Atsumichi...
    Sono un Genin in istanza all'accademia...
    I miei genitori sono morti, ma erano di Kiri.
    Sono tornato a vedere il Villaggio dove sono nato dopo tanto tempo. >>


    Le guardie, inizialmente intimorite dal Wakizashi del ragazzo, lo fecero passare senza tante storie.
    La sua storia falsa era commovente e, dopo tutto, credibile.
    Ma non sapevano il vero motivo celato dietro quelle lacrime, che per un attimo, avevano creduto di scorgere sul suo volto.

    ~

    Si trovava nella piazza centrale.
    La saggezza della notte, gli aveva sussurrato bene: Heizo rimirava incredulo il profilo deserto della piazza.
    Tutta la foschia del mondo non poteva celare i resti che morte e distruzione avevano portato in quel luogo.
    La piazza era irriconoscibile: macchie di sangue, lavate ma ancora visibili, rovinavano la lucentezza delle sue bianche mattonelle..
    Il silenzio era surreale e rafforzava l'impressione che aveva già avuto davanti al portone:
    qualcosa di molto brutto era davvero accaduto in quel luogo.
    A un certo punto, dei passi.
    Il giovane si affrettò a nascondersi, muovendosi fulmineo come un lampo e silenzioso come il vento verso il primo riparo disponibile:
    la maestosa fontana che adornava in modo pomposo il vasto spiazzo urbano.
    [Abilità: Furtivo Migliorato]

    Una strana inquietudine lo stava divorando, man mano che il suono di quei passi si avvicinava..
    Spiando di tanto in tanto, affacciandosi al di là del suo riparo, vide una sagoma avvicinarsi attraverso la silenziosa superficie cittadina:
    come in un assurdo flashback onirico, vide un uomo incappucciato, dal lungo mantello nero avanzare placidamente in mezzo alla Via del Villaggio.
    Impallidì e cominciò a sudare freddo, mentre cercava di buttare giù la poca saliva rimastagli in gola..

    Non poteva...Non poteva succedere davvero!
    Il suo terribile sogno stava diventando realtà?...
    Dunque..Quello...Quell'uomo era veramente...Suo padre?

    Strinse in modo convulso le mani sul manico del suo Wakizashi.
    I suoi muscoli si stavano tendendo in attesa dell'assalto eppure...
    Eppure, dentro di sé esitava...
    Che doveva fare?
    Poteva davvero attaccare un uomo senza sapere chi in realtà egli fosse?
    Poteva il suo braccio essere ciecamente guidato da un presentimento..Dal suo istinto?
    Era pronto a scattare verso l'uomo nero, lama in pugno.

    "Dove diavolo sarà Daisetsu?"

    Una voce, rimbombò in modo cristallino nel silenzio innaturale della Piazza.
    No;
    ...Non poteva...Non poteva essere la voce di suo padre.
    Era la voce di un ragazzo.
    Heizo si sentì svuotato; rinfoderò gentilmente la sua arma, e si abbandonò, accasciandosi sulla parete della bianca fontana.
    Il suo viaggio...La sua ricerca...Era stato tutto inutile?
    Impossibile!
    Non poteva essere tutto una semplice coincidenza....
    Doveva seguire l'uomo col mantello nero...Altrimenti la sua vendetta non si sarebbe mai compiuta.

    "Non ho più niente da perdere ormai...Piangersi addosso arrivato a questo punto non serve a niente.."

    Tracciò i sigilli necessari, e in una frazione di secondo il suo profilo cominciò a farsi stranamente sfuggente e tremulo, dando l'impressione di confondersi nella foschia circostante, diventando meno visibile man mano che il ragazzo si allontanava dal suo nascondiglio.
    [1 slot T.A. - "Presenza Effimera"- Consumo&Mantenimento: 2,5 bassi – Residuo: 12,5 bassi].

    Fu così che iniziò a pedinare l'uomo nero come pochi giorni prima aveva sognato di fare.
    Stando ben attento a non avvicinarsi troppo, o compromettere il velo della sua illusione, Heizo seguì il misterioso estraneo in mezzo alle strade deserte, fino al quartiere Kakita;
    un quartiere che aveva sempre evitato in gioventù, pieno di sangue nobile che odiavano gli straccioni come lui e passavano il tempo ad affinare la loro secolare conoscenza nella lavorazione dell'acciaio, della forgiatura e del combattimento con le spade.
    Là, il suo misterioso bersaglio intrattenne una concitata conversazione con una guardia, ed Heizo iniziò subito ad origliare...

    "A quanto pare anche lui sta cercando qualcuno...Daisetsu del clan Kakita...Chi sarà mai?"

    "Allora è vero...C'è stato un attentato terroristico a Kiri!"

    "E'un accademico, chissà che tipo di "incarico ufficiale" dovrà svolgere? E che c'entra Kiri in tutto questo?"

    "Un Uchiha! Fortuna che mi sono tenuto a debita distanza...Se è vero quello che si dice in giro, nessuna illusione, per quanto potente può resistere ai loro occhi"


    Una valanga di pensieri si affollava nella testa sempre più confusa del giovane Heizo, mentre continuava a seguire quel misterioso Uchiha verso l'abitazione adorna di forgia che l'intimorita guardia gli aveva poc'anzi indicato.

    «Aprite, sono Atasuke Uchiha dal villaggio di Konoha. Sono qui per conto dell'accademia per incontrare Daisetsu kakita che mi risulta abiti in questo edificio»

    Il momento era giunto.
    Mentre scioglieva il flebile velo illusorio che fin'ora l'aveva protetto, Heizo avanzò platealmente in mezzo alla strada in modo che il misterioso ragazzo potesse percepire facilmente la sua presenza.
    Il dado era tratto...
    Forse aveva commesso il più grande errore della sua vita, inseguendo i sogni come un ragazzino sperduto, ma la fiamma della vendetta ardeva nel suo cuore e un impeto di coraggio lo pervase mentre pronunciava in tono deciso le seguenti parole:

    << Atasuke Uchiha! Mi chiamo Heizo Hiroji e devo assolutamente parlare con te! >>


     
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  3. Grey Knight
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    -Pensato-
    <<parlato>>
    <<parlato>> (altri)


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]

    ~Del fuoco e della nebbia – Una visita inaspettata~



    ...La grande stanza circondata dalle classiche pareti in carta di riso era illuminata solamente da una candela, che proiettava la mia ombra tremolante sui quei pannelli bianchi, vicino alla mia ce n'era un'altra, di ombra, apparteneva ad un vecchio, la pelle incartapecorita dal tempo.
    «Ho sentito che il nostro Daimyo è stato vittima di un piccolo incidente, che i kami lo possano proteggere nell'aldilà»
    «purtroppo la sua poltrona ha subito una modifica... esplosiva»
    «che ironia... il daimyo del paese del fuoco morto con il culo in fiamme, hai un pessimo senso dell'umorismo, ma questo non mi interessa, sinceramente, ora che quel mentecatto fa compagnia agli shinigami mio figlio può prendere il suo posto, cosa non si fa per il bene dei figli eh?»
    «questa volta è a me che non interessa questo tipo di discorsi, dove sono i miei soldi?»
    il vecchio prese una valigetta che teneva dietro la schiena, la mise davanti a se e me la aprì in faccia, c'erano un sacco di soldi li dentro.
    «100000 ryo come stabilito, peccato che tu non abbia accettato l'offerta precedente»
    «non so che farmene di un feudo, il mondo gira con i ryo, non con una zolla di terra»
    «è un vero peccato, avere un vassallo fedele in più mi avrebbe fatto comodo, pazienza»
    «sono un mercenario, non se lo scordi, la mia fedeltà è solo rivolta al denaro e a me stesso»
    «certo, certo»
    disse il vecchio con un lieve sorriso
    «alla mia età la penserai diversamente e rimpiangerai questo rifiuto»
    «ma per ora non ho la sua età»
    chiusi la valigetta e la presi in mano, alzandomi
    «Arrivederci, che i kami la proteggano»
    dissi andandomene
    -anche se dubito che i kami proteggano dei figli di puttana come te-

    […]

    come al solito mi svegliai di soprassalto ancora madido di sudore per l'incubo appena fatto.
    -di nuovo uno di quei sogni... cosa vorranno dire-
    ultimamente sognavo spesso di essere un'altra persona, sempre la stessa persona, dei sogni tormentosi dove sognavo quasi sempre di far del male a qualcuno, secondo il mio vecchio era la conseguenza dello shock di aver ucciso una persona con le mie mani ma sentivo che c'era di più.
    Dopo aver completato la mia routine mattutina mi avviai verso l'uscita di casa per la solita passeggiata mattutina quando sentii bussare alla porta, Atasuke cercava me, per conto dell'accademia
    «arrivo, arrivo»
    -che cazzo succede?-
    aprii la porta e trovai inaspettatamente due figura ad attendermi davanti alla porta
    «Buongiorno Atasuke-san cosa ti porta di così buon mattino davanti a casa mia?»
    dissi sorridendo
    «e chi è il tuo compagno? Un altro sensei dell'accademia? Piacere sono Daisetsu kakita»
    dissi tendendo la mano la ragazzo a fianco all'Uchiha.
    «ma non state qui sulla porta, posso offrirvi una tazza di te?»





    OT


    chiedo scusa per il ritardo e per il pessimo post ma in questo periodo ho un mare di impegni e faccio fatica anche a trovare tempo per respirare, dopo il 28 maggio dovrei avere più tempo per curare i postma non volevo farvi attendere oltre

    Edited by Grey Knight - 30/5/2012, 22:48
     
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  4. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Trovare il Discepolo – Strani incontri nella nebbia~


    Atasuke attendeva come un'ombra notizie del suo studente davanti alla porta a cui aveva bussato più volte senza ricevere risposta alcuna. La nebbia continuava a circondarlo creando un'atmosfera quasi spettrale, un'atmosfera da cui comparve un'altra ombra alle sue spalle. Un'ombra che pareva averlo seguito fino a quel punto, un'ombra che pareva conoscerlo.

    "Atasuke Uchiha! Mi chiamo Heizo Hiroji e devo assolutamente parlare con te!"

    °E questo chi è? Non ricordo di averlo mai incontrato prima d'ora... Quindi conosce il mio nome perchè mi ha sentito presentarmi poco fa... Ciò implica che mi sta seguendo da tempo... Complimenti per l'abilità dimostrata nel non farsi notare...°


    Atasuke si voltò lentamente, un po per adattare le sue azioni a quell'ambientazione tetra, un po per pigrizia, dato che non aveva troppa voglia di perdere tempo con uno sconosciuto, per quanto abile.

    «E per quale motivo di grazia? Non ricordo di averti mai conosciuto prima d'ora Heizo Hiroji e l'accademia non mi ha parlato di messaggeri di kiri con cui avrei dovuto conferire, quindi spiegati meglio o sei pregato di andartene»


    Il suo tono era calmo e pacifico, anche se la sua voce lasciava trasparire un forte senso di fermezza e decisione. I suoi occhi erano fissi sul giovane, quasi per incutere timore, anche se in realtà il suo obbiettivo non era spaventare il giovane sconosciuto, ma convincerlo "con le buone" a rispondere alle sue domande.
    Passarono appena pochi istanti in cui il giovane kiriano non ebbe possibilità di rispondere e Daisetsu fece la sua comparsa alla porta con un'aria stanca, affaticata, quasi come se avesse passato un brutto quarto d'ora o come se avesse dormito male.

    "Buongiorno Atasuke-san cosa ti porta di così buon mattino davanti a casa mia? e chi è il tuo compagno? Un altro sensei dell'accademia? Piacere sono Daisetsu kakita"

    «Sono qui per motivi accademici. Il tuo operato al corso è stato analizzato dal resto dell'accademia e mi sei stato assegnato come apprendista per i prossimi giorni, ma ne parleremo più con calma in seguito. E no, questo tizio non è un'altro sensei accademico, è solo un ragazzino che ha deciso di seguirmi e che per qualche arcano motivo dovrebbe conferire con me, ma non mi ha ancora detto nulla»


    Il tono delle sue parole fù a tratti serio ed a tratti ironico. Particolare ironia vi fu nel sottolineare il termine che aveva usato per descrivere il giovane stalker che aveva dietro a se. Era infatti ben chiaro che il giovane kiriano non fosse più solo un "ragazzino", tuttavia quel termine era volutamente ironico e pungente per cercare di far reagire il giovane in modo da valutarne le capacità, la tempra e la psicologia.
    All'invito di Daisetsu ad entrare, Atasuke attese. Se il giovane stalker gli avesse dato un buon motivo per essere li sarebbe entrato seguendo Daisetsu, altrimenti sarebbe rimasto fuori in attesa di scoprire qualcosa in più su quel giovane o in attesa della sua uscita di scena.



    OT - Mi son volutamente fermato prima dell'ingresso in casa dacchè il buon montross deve prima convincermi XD. A voi decidere se fare tutti e tre un giro in più o se gestire questo e la risposta come un interpost tra me e montross per poi riprendere da dentro all'edificio :zxc: - /OT
     
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  5. Montross
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    Tutto il peso delle parole






    Le parole pesavano in quell'umida foschia..
    Heizo sentì il suono della propria voce infrangersi nella strada ammantata e semi deserta, finchè ad echeggiare nel silenzio e nella nebbia non fu che il suo calmo, sibilante respiro.
    Ma non dovette attendere a lungo: quell'uomo nero, creatura dei suoi sogni, sciolse immediatamente quel pesante riserbo, rispondendo al suo ultimatum con una calma surreale, spiazzando per un attimo il giovane Kiriano.

    «E per quale motivo di grazia? Non ricordo di averti mai conosciuto prima d'ora Heizo Hiroji e l'accademia non mi ha parlato di messaggeri di kiri con cui avrei dovuto conferire, quindi spiegati meglio o sei pregato di andartene»

    I suoi modi erano posati, ma fermi.
    I suoi occhi lo scrutavano attentamente ed Heizò percepì elettricità nell'aria, mentre a sua volta riempiva quegli abissi oculari versandovi dentro il suo sguardo lentamente, come per carpirne, incuriosito e spaventato al contempo, la fonte dell'incredibile potere, mormorato nelle leggende di ogni angolo di quelle terre.
    Improvvisamente, una porta si spalancò e un'altra voce inattesa si aggiunse al coro di quelle eco, allentando la tensione di quel gioco di sguardi e facendo trasalire il giovane Heizo;
    il quale, sussultando, si voltò verso il nuovo arrivato.

    « Buongiorno Atasuke-san cosa ti porta di così buon mattino davanti a casa mia?
    E chi è il tuo compagno? Un altro sensei dell'accademia? Piacere sono Daisetsu kakita.
    Ma non state qui sulla porta, posso offrirvi una tazza di te?»


    La testa del Kiriano si era girata di scatto, quasi meccanicamente, mentre il corpo rimaneva teso in una posizione di allerta: una sagoma si stagliava ora contro la soglia dell'abitazione.
    Un ragazzo smilzo, dai capelli chiari, che sorrideva gentile con l'aria un po'sbattuta di chi si è appena svegliato...
    Un ragazzo che, addirittura lo salutava, con tutta la calma del mondo, in un surreale trionfo d'incomprensione, del tutto inconsapevole della drammaticità di quella situazione..
    Dell'elettrico silenzio che in modo così serafico aveva interrotto.
    Heizo non seppe cosa dire: aveva perso l'attimo;
    e l'uomo nero dai misteriosi occhi ne approfittò, sentenziando col suo tono pacato la sua replica.


    «Sono qui per motivi accademici. Il tuo operato al corso è stato analizzato dal resto dell'accademia e mi sei stato assegnato come apprendista per i prossimi giorni, ma ne parleremo più con calma in seguito. E no, questo tizio non è un'altro sensei accademico, è solo un ragazzino che ha deciso di seguirmi e che per qualche arcano motivo dovrebbe conferire con me, ma non mi ha ancora detto nulla»

    Heizò trasalì celatamente...
    " In che guaio mi sono cacciato " pensò, in modo istintivo.
    Parte del misterioso fascino della figura che aveva davanti andava svanendo..
    Non era poi così allarmante, così bizzarro, questo "uomo nero"..
    Forse quella sua Chimera, non era realmente che un accademico impegnato in un banale incarico di routine..
    Tutto sommato, perchè avrebbe dovuto mentire?
    Sembrava essere solo un insegnante come tanti altri già visti in seno all'Accademia...
    Un abile mentore come il "Fulmine di Oto" che aveva avuto l'incarico di istruirlo, molti mesi addietro..
    Un tipo giovane, ma sveglio e preparato quanto bastava per far mordere la polvere a tanti suoi coetanei con relativa semplicità.
    Un giovanotto prodigio, come se ne vedevano tanti all'Accademia...
    Come, magari, avrebbe potuto essere anche lui, sei la sua ambizione non lo avesse portato verso lidi diversi.
    Tuttavia, rimaneva viva l'impressione di quel sogno orribile...Di quel presagio così atipico e strano...Di quegli occhi assassini, familiari ed odiati, che ora, quasi come in un'allucinazione lucida andavano a sovrapporsi su quelli, imperscrutabili, dell'Uchiha sconosciuto.
    Riguadagnò il controllo e, ignorando la provocazione che il suo interlocutore gli aveva sottilmente lanciato, Heizo trovò le parole per rispondere in un impeto di risolutezza, cercando di scansare mentalmente quei tanti dubbi che gli si affacciavano alla mente.

    << Perdonami l'intrusione Daisetsu dei Kakita, ma il tuo amico ha ragione.
    Non sono un Maestro, anche se sono fedele all'Accademia...
    E invero, non sono qui per istruirti..>>


    Poi, voltandosi, continuò.

    << I tuoi modi e le tue parole mi dicono che sei persona controllata e scaltra, Atasuke Uchiha..
    Ma non sottovalutarmi, giovane Sensei.
    Io viaggio vagabondo per le terre dei Ninja per perfezionarmi, ma vengo qui, oggi, mosso da un presagio, da un sogno che ho avuto..
    E per quanto possa sembrare strano anche a me, ho motivo di credere a costo della mia stessa vita che un filo sottile e sconosciuto stia intrecciando il mio destino con il tuo..
    La ragione tuttavia mi è ancora sconosciuta;
    Pertanto, ho deciso che da questo momento me ne starò al tuo fianco, ovunque tu vada, finchè non capirò quello che il fato ha in riserbo per me... Per te...Per noi.
    Sia che il nostro "rapporto" si concluda con un alleanza, un addio, o...Un duello all'ultimo sangue.
    Ma prima, avrei un'ultima domanda...
    Una fondamentale, se permetti.. Perciò rifletti attentamente, e ti prego gentilmente di dire il vero..>>

    Un'ultima pausa..Un ultimo profondo respiro prima di concludere quel torrente infuocato di parole che era uscito direttamente dal suo petto, con una naturalezza ed una sicurezza inaspettate, mentre le sue mani tornavano ad accarezzare il fodero del suo Wakizashi.

    << Hai mai conosciuto un uomo di nome Masashi Hiroji?>>

    Il suo discorso era finito.
    Le sue parole erano dure, ma sincere..Oneste..
    L'epitaffio di chi si mette in mano al destino, sapendo di non aver niente da perdere; proprio lui che, fino a poco, aveva difficoltà persino ad esprimere in pubblico il più banale dei concetti.
    Sapeva che sarebbe stato frainteso..
    Sapeva che sarebbe stato considerato spavaldo..Arrogante..Ostile..
    Che sarebbe stato incompreso...Ancora una volta.
    Ma non gli interessava.
    Non aveva paura.
    Si sentiva avanti anni luce rispetto a quando era entrato all'Accademia e sapeva, anzi sentiva, che questa "pazzia", questo "incontro", era necessario e che, così come era nato, avrebbe dovuto durare oppure concludersi: ad ogni costo.
    Ad ogni costo.





    CITAZIONE
    OT:mmmhh....Ho volutamente gettato benzina sulle fiamme! ..
    Ma capite il povero Heizo, ha avuto un'infanzia difficile! ;)
    Sta a voi decidere in che ordine rispondere...A logica vedrei meglio una risposta di Asgharel, ma Grey Knight sentiti libero di postare quando vuoi...
    Anchio comunque in questa settimana devo preparare un esame quindi, non so a che ritmo riuscirò a ri-postare..in caso di problemi vi faccio sapere in anticipo!






     
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  6. Asgharel
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    ~Trovare il Discepolo - Spiegazioni nella nebbia~


    La nebbia che imperterrita li circondava, sembrava rendere quella situazione sempre più allarmante ongi istante che passava. Ogni momento che trascorreva senza che quel giovane stalker desse motivo della sua presenza, portava Atasuke ad aver meno fiducia nello stesso preparandosi a poco a poco a scattare in una reazione difensiva. Tuttavia, per quanto questa sua sensazione potesse essere potente, il suo volto, come il suo corpo non davano segno alcuno di quelle emozioni, celandole come dietro ad una maschera. La maschera di un'altro dei suoi personaggi. La maschera che più spesso indossava. La maschera dell'apatico. Una maschera che aveva appreso molto mesi addietro da Ledah e che da quel gioro aveva perfezionato per celare le sue meozioni, e su cui costruiva gran parte delle proprie farse. [Abilità]
    Poi, con tono posato il giovane inseguitore aprì bocca iniziando a spiegarsi poco a poco, frapponendo delle lievi pause tra un discorso e l'altro.

    "[...] Pertanto, ho deciso che da questo momento me ne starò al tuo fianco, ovunque tu vada, finchè non capirò quello che il fato ha in riserbo per me... Per te...Per noi.
    Sia che il nostro "rapporto" si concluda con un alleanza, un addio, o...Un duello all'ultimo sangue.
    Ma prima, avrei un'ultima domanda...
    Una fondamentale, se permetti.. Perciò rifletti attentamente, e ti prego gentilmente di dire il vero.."


    °Cavolo, e quindi io mi sono guadagnato un seguace solo venendo a Kiri? Ma che diavolo ha nella testa questo qua? Dannazione... temo di essermi guadagnato solo un'altro peso sulle spalle... Adesso mi ricordo perchè non mi è mai piaciuto visitare gli altri villaggi...°

    "Hai mai conosciuto un uomo di nome Masashi Hiroji?"


    Atasuke voltò il suo sguardo verso Daisetsu, quasi nella speranza che il suo giovane apprendista sapesse un qualcosa da consigliargli per uscire da quella assurda situazione, tuttavia, Atasuke non si aspettava aiuto alcuno dal giovane Kakita, quanto piuttosto una sorta di comprensione dallo stesso per ciò che in seguito avrebbe detto.
    Voltò quindi nuovamente lo sguardo verso il suo giovane inseguitore monologhista e dopo aver preso fiato con un tono quasi annoiato, iniziò a rispondergli.

    «Beh, ti ringrazio dei complimenti, giovane Heizo Hiroji. Anche tu non mi pari malaccio, soprattutto se valutiamo come sei riuscito a seguirmi dalla piazza fino a qui senza farti notare... o quasi... Comunque sia, per rispondere alle tue domande... Mi spiace, ma non ho idea di chi sia questo Masashi Hiroji... Deduco possa essere un tuo parente, ma non ne ho mai sentito parlare. Per quanto riguarda il tuo "desiderio" di seguirmi... Beh... Come dire... Se proprio insisti per la mia natura da insegnante non posso negarti di seguirmi come mio apprendista... Tanto più che per ciò che dovrò fare, avere un'apprendista in più o in meno non mi cambierà troppo la vita...»


    Si prese una brevissima pausa. Non tanto per riprendere fiato, quanto piuttosto per lasciare un po di suspance e per far entrare bene in testa al suo interlocutore ciò che aveva appena detto. Stette bene attento a non dare spazio ad altri per parlare o ad una eventuale risposta e quindi riprese con lo stesso tono calmo e studiato.

    «Comunque sia... Se seguirmi è veramente ciò che desideri, voglio che tu sappia alcune cose. Anche tu Daisetsu, dato che saranno norme che ti riguarderanno a breve. In primo luogo io non accetto l'insubordinazione, in alcun modo. Tradite la mia fiducia e vi troverete a penzolare appesi per il collo su qualche albero. Non azzardatevi ad avere segreti con me, perlomento per quanto concerne i vostri miglioramenti e ciò che andremo a compiere insieme, ma soprattutto non cercate di arrampicarvi sugli specchi. Se avete torto, avete torto. Fine della discussione. O mi portate motivazioni serie a prova delle vostre opinioni, o potete tenervele per voi. Sono stato abbastanza chiaro?»


    Il tono delle sue parole divenne a poco a poco più duro con l'avanzare dei punti, fino a diventare quasi militare ed aggressivo.
    Attese pazientemente una risposta da entrambi i giovani prima di proseguire con la discussione.
    Se il giovane Heizo avesse risposto negativamente, Atasuke lo avrebbe tranquillamente cacciato facendo comunque in modo che non potesse seguire lui e Daisetsu dentro all'abitazione di quest'ultimo.
    Se invece Heizo avesse risposto in maniera affermativa, accettando i termini e le condizioni poste da Atasuke, egli avrebbe proseguito invitando Daisetsu a decidere il luogo della successiva disquisizione.

    «Bene allora... Benvenuto in squadra Heizo Hiroji... Daisetsu, tuttavia, essendo questa casa tua, alla luce delle informazioni su questo giovane, vuoi proseguire il discorso in casa con entrambi o preferisci una discussione privata solo tra noi due? O forse preferisci parlarne in qualche altro posto, possibilmente al chiuso?»


    Di li in poi, la locazione dipendeva dal volere del proprietario di casa.

    [...]


    ~Luogo della Discussione - La missione~


    Comunque fosse andata, Daisetsu sarebbe rimasto partecipe di quella discussione. Unica incognita poteva rimanere il nuovo acquisto, il giovane Heizo. Tuttavia, raggiunto un punto "comodo", Atasuke si sarebbe messo a spiegare, nel dettaglio, ciò per cui era venuto fin li.

    «Per farla breve... Come ti ho detto prima, all'accademia non piace quesat tua tendenza omicida. Per le informazioni che mi sono state date, pare che non sia un caso isolato la tua mancanza di controllo durante gli scontri. Cosa che ti porta ad ammazzare quasi come se la vita degli altri per te fosse importante quanto un foglio di carta igienica... Non so se mi sono spiegato. E fin qui, sai perchè l'accademia ha mandato qualcuno.»


    Una pausa fissando con attenzione le reazioni del giovane Daisetsu, oltre che per aumentare leggermente il gado di serietà della discussione

    «Proseguendo... L'accademia ha scelto me dato che sono stato tuo sensei al corso genin in modo che io possa "finire" il mio lavoro da insegnante. Per dirla in breve, vogliono che rimedi al mio "errore di insegnamento". Quindi sta sicuro che sei mi hai trovato duro al corso, ora ti farò sputare sangue ad ogni tua minima tendenza omicida incontrollata. Passando oltre, per fare questo, l'accademia ha pensato bene di affidarci un compito, e l'eventuale aiuto di Heizo, non può farci che bene. Di per se il compito dovrebbe essere semplice, nulla di esagerato, tuttavia, conoscendo l'efficenza accademica degli ultimi tempi, non mi stupirei se la missione dovesse risultare ben più ardua di quanto sia stata catalogata. Tornando allì''obbiettivo, comunque, dobbiamo recuperare alcuni documenti nei dintorni di kiri. Nulla di preoccupante. Una piccola banda di malviventi che paiono essere di nostra conoscenza, hanno rubato dei documenti accademici ed il nostro obbiettivo è di recuperarli. Dalle ultime informazioni, questi banditi si sono diretti al paese della brina e pare militino nei dintorni del villaggio del Gelo. Credo non sia necessario dire altro sul luogo»


    Attese delle eventuali risposte da Daisetsu e, se presente, da Heizo, per poi Dare il via ai preparativi.

    «Bene allora. Io vi aspetterò alle mura del villaggio. Appena arriverete, daremo il via alla missione, quindi vedete di non perdere troppo tempo. Ci vorrà qualche giorno, quindi preparatevi delle provviste. Non preoccupatevi della popolazione del paese della brina. Un emissario accademico dovrebbe aver portato loro tutte le informazioni necessarie per non avere grane»


    E poi, senza dare ulteriori spiegazioni, Atasuke corse via, scomparendo completamente nella nebbia in pochi istanti lasciando i due kiriani a loro stessi.


    OT - DAto che non avevo voglia di fare troppi interpost, direi che possiamo continuare. Sta comunque a Grey Decidere se entrare in casa e eventualmente chi può o meno entrarvi. Quindi consiglierei, per questo giro, di scambiarvi di turnazione. Dal prossimo vedremo di essere regolari. - /OT
     
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  7. Grey Knight
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    ~Del fuoco e della nebbia – Davanti alla porta~



    Atasuke cercava di mascherare l'alienamento dovuto all'incontro appena avvenuto sulla mia porta ma girandosi verso di me fece un'espressione come se stesse cercando aiuto per uscire da quell'imbarazzo.
    Il ragazzo aveva scambiato l'Uchiha per una specie di messia, un sensei voluto dal destino e l'aveva seguito fin li da chissà dove.
    «Immagino che tu debba ringraziarlo Atasuke-san»
    dissi rivolto al foglioso
    «e così avresti sognato Atasuke-san, il destino vi vuole legati caro Stalker-dono»
    dissi ad Heizo sorridendo
    «Fossi in te non correrei il rischio di far infuriare qualche kami, Atasuke-sensei»
    dissi in tono ironico.
    Atasuke fece un discorso sulla disciplina sotto il suo comando, quando ebbe finitogli risposi con un cenno del capo affermativo.
    Il foglioso riprese chiedendomi dove avremmo potuto parlare al coperto, dopo che Atasuke ebbe finito di parlare mi rivolsi ad Heizo
    «Stalker-dono abbi pazienza ma per farti entrare vorrei almeno sapere qualcosa su di te, da dove vieni, chi sei e che ci fai qui»
    in caso mi avesse risposto positivamente avrei detto
    «ok, entrate dentro vi faccio un the, Atasuke devi essere affamato dopo il viaggio da konoha»
    altrimenti avrei risposto
    «pazienza, correrò il rischio di portare uno sconosciuto in casa, gradisci una tazza di the, stalker-dono?»


    ~Del fuoco e della nebbia – Briefing~



    una volta entrati mi misi a preparare il the in cucina con i due ospiti seduti al tavolo, Atasuke incominciò a parlare
    «Per farla breve... Come ti ho detto prima, all'accademia non piace quesat tua tendenza omicida. Per le informazioni che mi sono state date, pare che non sia un caso isolato la tua mancanza di controllo durante gli scontri. Cosa che ti porta ad ammazzare quasi come se la vita degli altri per te fosse importante quanto un foglio di carta igienica... Non so se mi sono spiegato. E fin qui, sai perchè l'accademia ha mandato qualcuno.»
    «Sai già come la penso su quell'argomento, la missione sopra di tutto»
    «ma devo ammettere che dopo è stata dura capire di aver tolto la vita ad un'altra persona, sai, era la prima... diciamo»

    dissi l'ultima parola con la voce velata di tristezza, Atasuke ricominciò il suo discorso
    «Proseguendo... L'accademia ha scelto me dato che sono stato tuo sensei al corso genin in modo che io possa "finire" il mio lavoro da insegnante. Per dirla in breve, vogliono che rimedi al mio "errore di insegnamento". Quindi sta sicuro che sei mi hai trovato duro al corso, ora ti farò sputare sangue ad ogni tua minima tendenza omicida incontrollata. Passando oltre, per fare questo, l'accademia ha pensato bene di affidarci un compito, e l'eventuale aiuto di Heizo, non può farci che bene. Di per se il compito dovrebbe essere semplice, nulla di esagerato, tuttavia, conoscendo l'efficenza accademica degli ultimi tempi, non mi stupirei se la missione dovesse risultare ben più ardua di quanto sia stata catalogata. Tornando allì''obbiettivo, comunque, dobbiamo recuperare alcuni documenti nei dintorni di kiri. Nulla di preoccupante. Una piccola banda di malviventi che paiono essere di nostra conoscenza, hanno rubato dei documenti accademici ed il nostro obbiettivo è di recuperarli. Dalle ultime informazioni, questi banditi si sono diretti al paese della brina e pare militino nei dintorni del villaggio del Gelo. Credo non sia necessario dire altro sul luogo»
    «Deve ricordare il luogo dove sono cresciuto, a sentire dal nome, penso che non avrò problemi ad orientarmi ed immagino che quei furfanti non saranno contenti di rivederci, peccato che manchi Takuma e speriamo che Stalker-dono non faccia la fine del pivellino della foglia»
    dissi in tono ironico.
    Ovviamente Atasuke ci disse di prepararci alla missione che in pochi giorni saremmo partiti e che un emissario ci aveva preceduti per annunciare il nostro arrivo
    -male, molto male, meglio se arrivavamo senza preavviso, ho un brutto presentimento-
    «Atasuke-san se vuoi puoi fermarti qui a dormire, ti ospito volentieri, il vecchio non farà storie sapendo che sei dell'accademia e poi ho una cosa da discutere con te in privato, questa sera»
    così lasciai agli altri la parola, attendendo che tutti avessero finito il the, Atasuke ed Heizo uscirono di casa e mi ritrovai solo, di nuovo con una missione tra le mani e dei ferventi preparativi da fare.




    ~OT~



    Se possibile vorrei fare un'interpost con asgharello per una questione tra i nostri due personaggi, Montross posta pure, ci facciamo quest'interpost poi giuro che abbiamo finito e partiamo per la missione vera e propria

     
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  8. Asgharel
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    ~Ultime Questioni~


    Il giovane Stalker tacque per tutta la durata dei discorsi lasciando che Atasuke e Daisetsu potessero discquisire con calma delle questioni che in effetti riguardavano loro due, piuttosto che altri.
    Daisetsu, come al solito, non aveva affatto perso la sua pessima abitudine di controbattere alle note che Atasuke sollevava, ma almeno con il tempo aveva imparato a contenersi evitando di esporsi troppo con troppa foga.
    Il discorso filò liscio senza intoppi sino alla fine quando poi Daisetsu lo invitò a dormire da lui per la notte, immaginando che la partenza fosse fissata per il giorno successivo ed ignorando che in verità la partenza era fissata per quel pomeriggio stesso.

    «Accetterei volentieri la tua ospitalità Daisetsu, se solo non fosse che questa notte saremo già in marci per il paese della brina a caccia dei banditi. Sia Kiri che l'accademia non sono inclini a lasciar sfuggire quei banditi con quei documenti e pare che siano anche poco inclini a concedere loro ore di vantaggio. Se vorrai discquisire con me in privato possiamo farlo ora, oppure dopo alle porte del cancello, per quanto mi riguarda è uguale. A te la scelta...»


    Con quelle parole attese una risposta da Daisetsu, cacciando via lo stalker se si fosse optato per il colloquio immediato o dirigendosi alle mura se si fosse posticipata la discussione.

    [...]


    ~Partenza per la Brina~


    Alla fine Atasuke si fece trovare dalle mura, come aveva dichiarato. Dopo non moltissimo tempo giunse Daisetsu, ma del giovane stalker che tanto si era prodigato per farsi accettare da Atasuke non vi era traccia. I due lo attesero a lungo senza successo, poi varcarono le mura per imbarcarsi sulla prima nave diretta verso il loro obbiettivo.
    Il viaggio in nave fu lungo, tuttavia quasi piacevole, soprattutto per il panorama che poco a poco iniziava a farsi vedere attraverso la nebbia che poco alla volta si diradava a mano a mano che si allontanavano dalle coste Kiriane.
    Sulla nave Atasuke ne approfittò per ragguagliare maggiormente Daisetsu su quello che avrebbero dovuto compiere nei giorni a venire. Gli fece quindi cenno di seguirlo all'interno della cabina del capitano bloccandone la porta dall'interno in modo che nessuno potesse disturbarli.

    «Allora... Per prima cosa tranquillo, il capitano è al corrente della mia occupazione quindi non correremo dei rischi per questo. Secondo... In totale gli obbiettivi da recuperare sono 5, di cui 2 sono dei briganti di bassa lega, probabilmente gli informatori o gli agganci della banda, mentre tre di questi sono nukenin. In particolare all'accademia risultano: Satoshi Omura, nukenin C di kiri, famoso per le sue capacità di assassino nella nebbia. Shizuka Kobayashi, Nukenin C di kiri, famosa ammaliatrice ed abile medico. Ed infine il capo Ayame Sakamoto, Nukenin B di Kiri. Stranamente non si sa molto su di lei, a parte che è il capo della banda e che ha una taglia sulla testa di oltre 100.000 ryo. Inutile dire che se ha una taglia del genere è un'avversaria temibile»


    Si prese una brevissima pausa. Per valutare le reazioni del suo apprendista prima di proseguire con l'analisi della situazione.

    «Come puoi vedere in effetti la missione non è propriamente così banale come ti avevo accennato prima, tuttavia era necessario mantenere un certo grado di riserbo nelle informazioni in presenza di quella sottospecie di stalker che mi voleva inspiegabilmente seguire. Il fatto che non si sia presentato in effetti avvalora la teoria secondo cui poteva essere un loro informatore o qualche corvaccio al soldo di qualche organizzazione di nukenin o chissà che altro...
    Ma tornando alla missione, l'obbiettivo resta comunque quello di recuperare i documenti intatti e di riportare a casa la pellaccia. Inoltre rimane un'obbiettivo il tuo addestramento. In particolare in una missione come questa devi imparare a gestire le tue capacità fisiche e tattiche senza sprecare inutilmente brutalità nell'ammazzare pesci piccoli. Ovviamente non potrei in alcun modo dirti di non uccidere, anche perchè è impossibile per noi non uccidere mai nessuno, l'unica cosa che devi imparare è non uccidere chiunque come se fosse l'ultima delle merde... Ho reso il concetto?»


    Vi fu appena il tempo per Daisetsu di rispondere prima di udire lo stridio dei gabbiani e la voce del comandante che dal ponte li chiamava.

    "Perdonate l'intrusione, ma stiamo per arrivare al porto ed a breve dovrete sbarcare"

    «La ringrazio capitano... Ancora pochi minuti e le lasceremo nuovamente la sua cabina»

    "Prefetto, a più tardi"


    Si rivolse quindi nuovamente a Daisetsu con tono calmo ed appagante.

    «Allora... Qualche domanda ancora prima dello sbarco?»




    OT - Dato che non si è più fatto vedere da nessuna parte e non risponde agli MP l'ho blastato fuori. Vediamo di finirci quesat giocata per farti guadagnare lo stemma che ti serve per la TS (e magari più avanti anche la ts con un'addestramento lungo quest XD) - /OT
     
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  9. Grey Knight
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    ~Del fuoco e della nebbia – Davanti alla porta~



    a quanto pare avevo frainteso le parole del foglioso, in realtà c'era fin troppo poco tempo per parlare, sopratutto davanti ad un estraneo
    «preferirei parlarne a quattrocchi, vediamoci alle mura, ne parleremo li»
    dissi congedando Atasuke ed il suo giovane stalker e mi diressi in camera per recuperare il mio equipaggiamento.
    Stavolta dal baule non estrassi il solito dadao ma una più leggera e maneggievole wakizashi, il corpetto di cuoio con lo stemma di famiglia, le protezioni per le mani con lo stemma di kiri scolpito sulle placche di metallo, era particolarmente orgoglioso di quell'equipaggiamento, con l'ultima missione aveva rischiato non poco per via dell'inadeguatezza del dadao e delle protezioni.
    Dopo aver fatto un minimo di scorta alimentare andai alla fucina ad avvisare il vecchio, come al solito era intento a forgiare le meravigliose katane di famiglia, il sudore che gliimperlava la fronte rugosa
    «Quando ne farai una per me?»
    «Daisetsu, forgerò la migliore delle mie katane per te quando sarai un kakita»
    «guarda che lo sono già, da otto anni, non ricordi? Mi hai raccolto tu»
    «come sempre senti ma non ascolti, per essere degno di una delle nostre katane devi essere un kakita nel cuore, non solo nel cognome»
    -che?!?-
    «n-n-non capisco cosa intendi»
    dissi lievemente turbato
    «per questo non sei ancora in grado di usare queste lame, contengono lo spirito della famiglia, una persona che non capisce questo spirito non può che ferirsi, usandole»
    il vecchio fece una piccola pausa
    «ma presto capirai, me lo sento»
    poi notando il mio vestiario mi chiese
    «Parti di nuovo?»
    «si, a quanto pare l'accademia ha bisogno di me»
    «prima che tu parta voglio rivelarti quella cosa di cui mi hai chiesto un po di tempo fa, riguardo alle ultime parole dello zio Kensaku»
    il sangue mi si gelò nelle vene, di colpo mi tornarono alla mente le immagini dellozio, sventrato da un detrito scagliato in aria dalla bomba.
    «è vero»
    continuò il vecchio Eikichi
    «tua madre era di Kiri, era la figlia del capo del clan Shinrestu, era fuggita con tuo padre nel paese del ferro per proteggerti»
    la notizia mi colpì come un martello in piena testa
    -allora avevo radici kiriane, non ero solo un trovatello!-
    «in effetti i capelli color neve li hai presi da lei, era una donna bellissima»
    tutte quelle informazioni vorticavano nella mia mente senza permettermi di pensare in modo razionale, facendomi solo dire
    «come fai a conoscere mia madre?»
    nella mia mente altre domande affioravano
    -chi sono allora io? Uno Shinretsu? Ecco perchè ho sempre caldo! Allora potrò manipolare il ghiaccio? Non ho mai potuto farlo, non credo-
    «ma per fortuna hai preso dei geni anche da tuo padre»
    continuò
    «gli occhi e il caratteraccio»
    un sorriso appena accennato deformò il volto del vecchio.
    «conosci anche mio padre? Chi era? Ti prego dimmelo!»
    «A tempo debito Daisetsu, a tempo debito»
    disse con aria quasi mistica
    «ora va, non vorrai far aspettare i tuoi compagni, spero»
    dicendo questo frappose un muro psicologico tra noi, tornando al lavoro sulla lama che aveva davanti.
    A quel punto era inutile cercare di cavare il ragno dal buco quindi decisi di avviarmi verso le mura del porto, dove mi attendeva Atasuke e forse anche il giovane stalker.
    Quando arrivai trovai Atasuke intento a parlare con un funzionario portuale, mi avvicinai e salutai quello che era il mio vicino di casa
    «Salve! Questo ragazzo è con me, riesci a darci una nave per il paese della brina?»
    «Ciao Daisetsu, certo che riesco ma come dicevo al tuo amico sta partendo proprio ora, poi fino a domani non ce ne saranno.»
    io e il foglioso ci guardammo e senza dire una parola ci girammo e corremmo verso la nave in partenza
    «Grazie mille, saluta a casa!»
    ebbi solo il tempo di gridare al funzionario prima di saltare al volo sulla nave salpante.
    Una volta a bordo Atasuke chiese al comandante se potevamo usare la sua cabina per parlare in privato, ma il lupo di mare non sembrava particolarmente entusiasta della cosa, dopo aver frugato dentro alla tracolla per un attimo ne estrassi una piccola sacca di cuoio
    «peccato che non si possa trovare un accordo, questa sacchetta poteva cadermi accidentalmente sul ponte»
    dicendo ciò feci saltare il sacchetto che ricadde esattamente nella mia mano facendo il classico rumore tintinnante delle monete
    «beh, per un paio d'ore sarò sul ponte quindi non vedrò se qualcuno è dentro la mia cabina, immagino»
    io con gesto fintamente distratto feci scivolare il sacchetto dalle mani, facendolo scivolare per terra, girandomi verso Atasuke gli dissi
    «Prego, da questa parte»
    poi girandomi verso il capitano
    «gradiremmo essere informati della fine della traversata circa un quarto d'ora prima di attraccare»
    dissi in modo imperioso
    «se non arreca disturbo, ovviamente»
    aggiunsi sorridendo mentre mi avviavo con il foglioso verso la cabina del comandante.
    Una volta entrati Atasuke chiuse dall'interno la porta e con fare misterioso iniziò a parlarmi della missione
    «Allora... Per prima cosa tranquillo, il capitano è al corrente della mia occupazione quindi non correremo dei rischi per questo. Secondo... In totale gli obbiettivi da recuperare sono 5, di cui 2 sono dei briganti di bassa lega, probabilmente gli informatori o gli agganci della banda, mentre tre di questi sono nukenin. In particolare all'accademia risultano: Satoshi Omura, nukenin C di kiri, famoso per le sue capacità di assassino nella nebbia. Shizuka Kobayashi, Nukenin C di kiri, famosa ammaliatrice ed abile medico. Ed infine il capo Ayame Sakamoto, Nukenin B di Kiri. Stranamente non si sa molto su di lei, a parte che è il capo della banda e che ha una taglia sulla testa di oltre 100.000 ryo. Inutile dire che se ha una taglia del genere è un'avversaria temibile»
    effettivamente avevo visto Atasuke confabulare con il capitano in disparte sul ponte ma non pensavo spifferasse tutto così facilmente, ma la cosa che mi preoccupava di più era la taglia di Ayame Sakamto, avevo già sentito parlare di lei quando ero andato nel palazzo del mizukage e l'unica cosa che avevo capito era l'estrema pericolosità di quel nukenin, il che mi fece leggermente trasalire.
    Atasuke continuò il suo discorso
    «Come puoi vedere in effetti la missione non è propriamente così banale come ti avevo accennato prima, tuttavia era necessario mantenere un certo grado di riserbo nelle informazioni in presenza di quella sottospecie di stalker che mi voleva inspiegabilmente seguire. Il fatto che non si sia presentato in effetti avvalora la teoria secondo cui poteva essere un loro informatore o qualche corvaccio al soldo di qualche organizzazione di nukenin o chissà che altro...
    Ma tornando alla missione, l'obbiettivo resta comunque quello di recuperare i documenti intatti e di riportare a casa la pellaccia. Inoltre rimane un'obbiettivo, il tuo addestramento. In particolare in una missione come questa devi imparare a gestire le tue capacità fisiche e tattiche senza sprecare inutilmente brutalità nell'ammazzare pesci piccoli. Ovviamente non potrei in alcun modo dirti di non uccidere, anche perchè è impossibile per noi non uccidere mai nessuno, l'unica cosa che devi imparare è non uccidere chiunque come se fosse l'ultima delle merde... Ho reso il concetto?»

    lentamente scossi il capo in segno affermativo
    «ci proverò, sensei»
    L'ultima parola la dissi in tono lievemente ironico, come a prendere scherzosamente in giro il foglioso.
    In quel momento il capitano bussò alla porta avvisandoci dell'imminente sbarco, Atasuke rispose che tra poco saremmo usciti in coperta, poi rivolgendosi a me disse:
    «Allora... Qualche domanda ancora prima dello sbarco?»
    effettivamente avevo una domanda che da tempo volevo fare ad Atasuke,esattamente dal corso genin
    «si, ma non c'entra molto con la missione, quando mi hai impedito durante l'ultima missione di uccidere quel ragazzo, per un istante i tuoi occhi sono diventati rossi, io quegli occhi li ho già visti»
    feci una breve e sofferente pausa
    «devo trovare una persona che ha gli stessi occhi, ma quella persona ha tre virgole non una come ho visto nei tuoi, riusciresti ad aiutarmi in questo?»
    feci un altra piccola pausa
    «per me è dannatamente importante!»
    Aspettai una risposta del foglioso mentre la nave era sempre più vicina alla terraferma, mi avrebbe aiutato? Avrei avuto la mia vendetta?
    Con questi pensieri guardai speranzoso Atasuke, speranzoso che potesse aiutarmi nella mia ricerca.



    ~OT~


    ok, scusa per il ritardo, finalmente ho postato

     
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  10. Asgharel
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    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Domande Inutili~


    Il viaggio era proseguito tranquillo, senza alcun intoppo di sorta o problema. Per tutto il viaggio infatti nulla era capitato e sembrava quasi che fossero giunti al loro obbiettivo senza alcun problema di sorta, tuttavia, ciò non era propriamente esatto.
    Quando il capitano avvisò del loro arrivo in porto, Daisetsu pose delle domande particolarmente precise ad Atasuke, tuttavia, queste non avevano nulla a che fare con la missione. Come temeva, Daisetsu aveva ancora molto da imparare.

    «Interessante domanda... Anche se in effetti si, è completamente fuori luogo. Tuttavia, per darti una risposta... si, potrei aiutarti, ma no, non ho alcuna intenzione di farlo allo stato attuale delle cose. Per quanto ne so tu mi hai appena chiesto di incontrare un Uchiha, tuttavia non è ne il momento ne il luogo per una questione di questo tipo, comprendi?»


    Si pose con un tono interrogatorio anche se ben sapeva che non avrebbe ricevuto alcuna risposta in cambio di quella domanda retorica. Dopo la brevissima pausa si alzò quindi in piedi andando ad aprire la porta della cabina del capitano.

    «Vogliamo andare quindi?»


    E con un gesto spalancò la porta lasciando che la gelida aria di quei luoghi entrasse portando con se anche alcuni fiocchetti di neve che turbinarono seguendo l'andamento del vento che gelido ed implacabile soffiava. Nonostante fossero ormai in estate inoltrata, quel luogo si mostrava freddo ed inospitale, perlomeno così pareva agli occhi di Atasuke che era abituato a vedere la neve solo d'inverno.

    [...]


    ~Sbarco nel paese della Brina~


    Con passo calmo e deciso Atasuke scese dalla nave percorrendo la breve passerella che collegava il ponte della nave con il pontile in legno "sporco" qua e là da ammassi di neve e ghiaccio. Ad ogni passo che compiva doveva stare bene attento a non scivolare sul ghiaccio che, seppur in uno strato estremamente fine, era praticamente ovunque.

    «Occhio al ghiaccio Daisetsu, non vorrei doverti ripescare da queste acque gelide»


    Poi, con un cenno rapidoc salutò il comandante lasciando a Daisetsu il piacere di pagare quel viaggio dato che alla partenza aveva dato segno di potersi permettere non pochi lussi con i suoi soldi. Il vento sferzava il mare facendo increspare le lievi onde di acqua gelata e portando con se parte della neve e della brina che si era formata ed accumulata tutt'intorno a loro creando dei simpatici quantograziosi disegni nell'aria.

    °E dunque è questo il paese della brina... Certo non mi aspettavo grandi prati fioriti, ma d'estate pensavo che ci fosse un ambiente un po meno rigido, o perlomeno... meno congelato°

    «Bene Daisetsu... Possiamo andare?»


    Attese quindi una risposta dall'allievo avvolgendosi nel mantello bianco, facendo si che lo stemma del clan Uchiha rimanesse celato nel lato interno del suo mantello. per quanto fosse avvisata la loro visita, mostrare semplicemente il coprifronte poteva già essere più che sufficente per guadagnarsi grane aggiuntive.

    [...]


    Mentre i due avanzavano per le strette stradicciole innevate del villaggio portuale le rare persone che incontrarono tentevano a scansarsi, quasi come se fossero spaventate in qualche modo dalla loro presenza. Che sapessero di cose a loro sconosciute?

    «Dimmi Daisetsu... Cosa proponi di fare per iniziare le ricerche? Preferisci iniziare a dare un'occhiata qua intorno o credi sia meglio andare direttamente al villaggio del Gelo per parlare con le autorità di questo paese?»


    Si fermò a fissare il suo apprendista in attesa che questi gli dicesse che cosa avesse intenzione di fare per cominciare quella lunga e tutt'altro che semplice permanenza nel paese della brina a caccia di documenti dispersi che tanto cari parevano essere per kiri e l'accademia.
     
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  11. Grey Knight
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    Narrato

    -Pensato-
    <<parlato>>
    <<parlato>> (altri)


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]

    ~Del fuoco e della nebbia – il paese della brina~





    La nave si fermò elegantemente vicino alla banchina, come una vecchia, grassa nobildonna l'imbarcazione malconcia si fermò li dov'era rifiutandosi di fare altro.
    Mentre i marinai posizionavano il ponticello per scendere a terra, mi diressi insieme ad Atasuke verso di loro.
    Scesi sul pontile assieme al foglioso, che non perse l'occasione di avvertirmi di fare attenzione a camminare visto che voleva evitarsi un bagno nell'acqua gelida, LUI.
    Feci una smorfia per far capire al foglioso la sua scarsa ironia, mi diressi con Atasuke dal comandante per pagare il viaggio quando il foglioso si diresse dritto verso la banchina, superandolo
    «ehm, Atasuke-san, ci sarebbe da pagare il viaggio»
    l' Uchiha senza girarsi fece un gesto con la mano, facendomi intendere di pensarci io
    -dannato spilorcio-
    pensai mentre elargivo un bel po di monete all'avido capitano che guardava con occhi luccicanti le ancor più luccicanti monete che uscivano dal mio borsellino.
    Mi girai per raggiungere Atasuke quando vidi lo spettacolo che mi si parava davanti, un piccolo villaggio di case di legno con i tetti imbiancati dalla neve, che ricopriva il resto del paesaggio, i pochi alberi sopravvissuti al rigido clima erano ridotti a scheletri, le braccia protese verso il cielo, alla ricerca di qualche caldo raggio di sole, anche se pure quelli congelavano prima di raggiungere terra, il freddo che faceva.
    Mi resi conto di tremare, il gelo mi stava entrando nelle ossa e mi resi conto di invidiare il caldo mantello del mio compagno
    «Atasuke-san, se mi permetti vorrei fare un giro nel villaggio, vorrei prendere dei vestiti più caldi e magari una birra per scaldarmi»
    vedendo lo sguardo di Atasuke capii che non avevamo tempo da perdere in taverne quindi mi sbrigai a correggermi
    «vada per gli abiti caldi, e se riesco voglio prendere anche un paio di altre cose»
    dissi in tono accomodante
    «per la missione, ovviamente»
    mi sbrigai ad aggiungere.
    Girammo per le strade fino a trovare un bazar gestito da un uomo baffuto, vestito di pelli che sbraitava di avere le migliori merci del paese
    -probabilmente è l'unico negozio nel raggio di chilometri, ovvio che le sue sono le merci migliori, sono le uniche-
    comprai subito un mantello di lana pesante di colore grigio, il suo calore ripagò la spesa immediatamente, poi vidi in un angolo una wakizashi, un rotolo da richiamo e dei kunai
    «prendo anche quelli!»
    dissi al baffuto negoziante,sotto lo sguardo interrogativo di Atasuke che divenne ancora più incuriosito quando misi la lama all'interno del rotolo
    «vedrai, ho avuto un'idea... interessante»
    pagai la merce e dissi ad Atasuke che potevamo dirigerci verso l'amministrazione del paese quando notai una cosa, mentre camminavamo avevamo ricevuto soltanto sguardi torvi e la gente scostava il passo davanti a noi
    -ma che sta succedendo?-
    «Sei sicuro che siamo i benvenuti qui, Atasuke-san?»
    chiesi al mio compagno, aggiungendo subito dopo
    «penso sia meglio nascondere i coprifronte ed ogni riferimento ai nostri villaggi, per sicurezza».
    Dopo qualche minuto di cammino raggiungemmo l'edificio più grande del villaggio, che era grande all'incirca come la taverna del lupo ubriaco
    -si vede che siamo in “periferia”-
    l'edificio era completamente composto da tronchi sovrapposti con un tetto composto anch'esso di tronchi d'albero, probabilmente retaggio di quando gli alberi erano ancora una presenza importante nella zona, le finestre erano quadrate ed anch'esse composte da una croce di legno completate dal vetro, davanti all'ingresso due guardie cittadine vestite di pelli stavano immobili a vegliare sull'amministrazione, ad ogni respiro delle nuvolette bianche salivano dalle loro bocche.
    Mi girai verso il mio compagno, con fare allegro, per mascherare la tensione
    «Andiamo?»





    ~OT~


    ecco il post, contento? XD
    se vuoi un idea di come mi sono immaginato il villaggio della brina ti lascio la foto in spoiler, so che la riconoscerai XD

     
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  12. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Spese~


    Daisetsu fece una smorfia sottolineando quanto non avesse apprezzato le sue parole di riguardo prima di sbarcare e poi pagò, probabilmente con altrettanto entusiasmo il capitano della nave.

    "Atasuke-san, se mi permetti vorrei fare un giro nel villaggio, vorrei prendere dei vestiti più caldi e magari una birra per scaldarmi "


    Solo uno sguardo fu necessario ad Atasuke per lasciar intendere quanto non fosse propenso ad accettare altre perdite di tempo. Non avevano tempo da perdere e visitare il villaggiop per bere birra era una mera perdita di tempo che forse si sarebbero potuti concedere più avanti per festeggiare la riuscita della missione.

    "vada per gli abiti caldi, e se riesco voglio prendere anche un paio di altre cose... per la missione, ovviamente"

    «Bene, se devi fare acquisti a favore della missione, meglio, altrimenti non perdiamo tempo. Ricorda che ogni minuto che passa i nostri bersagli si allontanano, ma soprattutto guadagnano tempo prezioso per prepararsi al nostro arrivo, o peggio... potrebbero venire informati della nostra presenza»


    I due si diressero quindi nei meandri del piccoli villaggio alla ricerca di un buon negoziante dove fare compere. Sfortunatamente pareva che in quel luogo non vi fosse quasi commercio, e quel poco che c'era era gestito da piccole bancarelle sparse qua e la tra le piazze. Le merci erano di pessima fattura, salvo che per qualche rarissimo caso, tuttavia dovevano farsi bastare quello che c'era. Raggiunta una bancarella che pareva possedere materiali quantomeno buoni, Daisetsu si fermò acquistando dei kunai, dei rotoli da richiamo ed un mantello di colore grigio molto simile a quello che Atasuke portava. Ovviamente la qualità tra i due mantelli era ben visibile data la differenza di materiale, tuttavia era chiaro che avrebbe servito allo scopo.
    I due si rimisero quindi in marci cercando di trovare gli edifici amministrativi del villaggio dove Daisetsu pensava si potessero avere informazioni soddisfacenti. L'idea era buona tutto sommato, anche se ad ogni passo che facevano sembrava quasi chiaro che avrebbero ottenuto ben poca collaborazione in quel luogo così deserto e sinistro.

    "Sei sicuro che siamo i benvenuti qui, Atasuke-san? "

    «In verità non so che dirti... Sembra quasi che la nostra presenza incuta un certo timore... Non vorrei che le persone a cui stiamo dando la caccia abbiano provocato troppi guai... sembra quasi che questa gente sia spaventata dagli shinobi»

    "penso sia meglio nascondere i coprifronte ed ogni riferimento ai nostri villaggi, per sicurezza"


    «Meglio di no, o almeno non completamente... In fondo non siamo in guerra con questo paese e quindi non è così importante celare la nostra identità... Comunque se preferisci nascondi pure il tuo coprifronte, io continuerò a mostrare il mio in modo che possano riconoscermi... Il messaggero dovrebbe essere giunto portando notizie di un ninja di Konoha e di un Kiriano, quindi dovremmo evitare dei controlli aggiuntivi»


    Riprese poi il passo, seguendo l'istinto per trovare quello che doveva essere il palazzo dell'amministrazione di quel gelido villaggio.
    Giunti dinnanzi a quella che sembrava più una taverna che un edificio amministrativo, il givane kiriano incitò ad entrare.

    "Andiamo?"

    «Va bene, vediamo che cosa hanno da dirci qui...»


    Ebbe appena il tempo di finire la sua frase che due guardie armate di lance gli vennero incontro puntando alla loro gola le lame spuntate di quei bastoncini.

    "Fermi, voi non potete entrare, questa zona è ad accesso limitato"

    «Mi scusi? Io sono qui per motivi diplomatici, sono stato mandato qui dall'accademia... un nostro messaggero dovrebbe essere arrivato qualche giorno addietro portandovi un messaggio che avvisava del nostro arrivo»

    "Non so di cosa tu stia parlando, accedemico, ma qui noi non vogliamo il vostro aiuto, ne vogliamo avere a che fare con l'accademia, vi è chiaro il concetto?"

    «E mi fareste la gentilezza di dirmi perchè mai di questo embargo?»

    "Non sono affari per un accademico, ed ora andate via o sarò costretto ad arrestarvi"


    «Va bene, va bene. Non vogliamo causare grane... Vieni Daisetsu, seguimi... pare che qui non siamo i benvenuti»


    Si Voltò e con passo tranquillo ritornò sui suoi passi per poi cercare un posto dove fermarsi a ragionare li nelel vicinanze.
    Se Daisetsu avesse tentato di forzare il blocco, Atasuke dall'altro della sua superiore capacità fisica lo avrebbe bloccato per poi trascinarlo, anche a peso, da qualche altra parte.

    [...]


    ~Gelido come il Ghiaccio~


    Atasuke non si era posto troppi problemi apparentemente, tuttavia in se stava già elaborando le possibili motivazioni che potevano portare ad una tale reazione quelle guardie. Una reazione che era tutto meno che assennata.

    °Che non sia arrivato il messaggero? Mi sembra strano che un chunin non sia arrivato vivo a portare un messaggio, soprattutto dato che noi due siamo arrivati quasi senza intoppi... Oppure come temevamo qui non vedono bene gli shinobi... Ma anche questo non ha senso dato che la loro capitale è il villaggio della brina...°

    «Molto bene... alla fine pare che ci sia stato qualche intoppo, ma nulla è perduto, ci sono ancora molti modi per poter entrare in un edificio, ma allo stesso modo ci sono centinaia di modi diversi per riuscire a trovare i nostri obbiettivi e...»


    Atasuke si fermò. Le sue orecchie dall'udito quasi sopraffino avevano captato dei suoni, delle parole che avevano attirato la sua attenzione. [Abilità]
    Due guardie nelle vicinanze stavano parlando tra loro sottovoce di ciò che era accaduto poco prima ignorando che proprio dietro l'angolo vi fossero i due interessati con le orecchie puntate ad ascoltarli.

    "Hei, hai sentito di quei due?"

    "Chi?"

    "Quei due che poco fa si sono spacciati per ninja accademici e che volevano entrare nel municipio"

    "Ah si? Sembra che non sia la prima volta ultimamente"

    "Già, ormai è almeno la terza o quarta coppia di nukenin che cerca di spacciarsi per i due accademici per poter entrare nel comune e sostare al caldo a nostre spese... Ma per fortuna i due originali sono arrivati per primi"


    "Già... che fortuna!"


    Se anche Daisetsu fosse stato in grado di udire quelle parole, [Udito] Atasuke avrebbe evitato di riepilogare la questione, altrimenti, senza troppi fronzoli avrebbe riepilogato il tutto con un sussurro.

    «Cazzo, ci hanno fregati, qualcuno ha preso il nostro posto e si spaccia per noi due»

    [...]


    Deciso a scoprire che cosa stesse succedendo, Atasuke si sarebbe quindi mosso, con Daisetsu al seguito per uscire da quel villaggio dove non solo erano mal visti ma soprattutto dove potevano essere fregati con qualche altro stratagemma. Lungo la via che li avrebeb portati nella vicina pineta, Atasuke avrebeb imbastito la prima parte del suo lungo discorso.

    «Dimmi Daisetsu... Che ne pensi? Credi che siano i tizi a cui diamo la caccia ad averci fregato? Oppure potrebbe esserci qualcos'altro sotto?»


    Proseguiva costantemente con passo calmo fino a raggiungere la pineta dove li sostò per qualche attimo sotto un pino ad ascoltare le ultime opinioni del suo allievo.

    [...]


    Terminate le parole, Atasuke avrebbe quindi cominciato a salire su di un pino sfruttando il chakra adesivo sotto ai suoi piedi ed incitando Daisetsu a seguirlo.

    «Su Daisetsu! Seguimi, dall'alto potremo osservare meglio quello che sta accadendo qui intorno e magari riusciremo anche a trovare qualche traccia da seguire... Per quanto riguarda i due impostori ci penseremo questa notte quando caleranno le tenebre»


    Atasuke attese a metà altezza una risposta o un movimento da parte del suo allievo, nella vana speranza che egli sapesse come utilizzare il chakra adesivo.


    OT - Su, vola a chiedere l'autorizzazione per la competenza del chakra adesivo (e se vuoi anche quello repulsivo) che dal prossimo giro o quello dopo, se concedono, volevo iniziare a farti entrambi gli addestramenti (o anche solo uno dei due, che l'ambiente confà XD) :zxc: - /OT
     
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11 replies since 30/4/2012, 19:34   163 views
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