Danni Collaterali

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  1. ¬Cruxolo
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    Danni Collaterali


    Presentazioni




    « Ben arrivate, reclute! Ditemi nome, grado e provenienza! »


    A parlare era stato un ninja di Konoha. Kuroi Gumo lo squadrò attentamente, tentando di osservare ogni minimo dettaglio per riuscire a capire con che cosa avevano a che fare, se una cosa seria oppure una sciocchezza da aspiranti ninja. Una veloce analisi del volto dello shinobi lasciava intendere ai presenti che in quel luogo non si stava certo scherzando: occhi castani nascosti da un'espressione seria, quasi cruciata, una vistosa ferita tra il mento e il labbro inferiore; i capelli erano semicoperti da un luccicante coprifronte del Villaggio della Foglia, l'abbigliamento era quello che solitamente veniva affidato ai ninja di Konoha più esperti, anche se il Ragno non riusciva a ricordare se ai Chunin o ai Jonin. Ma dalla gestualità e dalle espressioni del ninja, Kuroi Gumo era più propenso a definirlo come un veterano. Li aveva accolti in un campo formato da alcune tende al limitare di una grossa foresta di querce: per tutto il viaggio il Ragno non aveva fatto altro che osservare fuori dalla carovane dove, assieme a lui, erano presenti anche altri shinobi, invisibili tuttavia per il giovane portatore dei Geni del Ragno. Stentava nel parlare quando era forzato, figuriamoci quando era libero di scegliere. Il silenzio del Ragno aveva accompagnato il calare soave della maestra notte: quando lo shinobi della Foglia li aveva accolti il sole aveva già lasciato spazio da parecchio tempo alla sua luminosa ed elegante sorella, accompagnata, come le era usuale, dai piccoli lumi stellari che ricoprivano tutta la volta celeste. Non era mai stato in missione prima di allora il Genin del Villaggio del Suono: le aveva sempre evitate, consapevole di non essere assolutamente in grado di lavorare con altri shinobi; ma Febh lo aveva spronato a riambientarsi, e una buona soluzione sarebbe stata quella di sviluppare le sue nuove capacità sul campo di battaglia. Di certo qualche mercenario del Paese dell'Erba - sapeva gran poco su quello che avrebbero dovuto fare in quel luogo - sarebbe stato il bersaglio ideale per il suo nuovo arco.

    «Masayuki Hasegawa, signore. Sono uno studente di Kiri; a breve mi accingerò a sostenere l'esame genin se la guerra me lo permetterà. »

    Ad interrompere i suoi pensieri era stato un ragazzo più o meno alto come lui, ma sicuramente più "pesante"; capelli argentei, occhi come il ghiaccio: non ci sarebbero voluti due secondi per capire che Masayuki fosse originario di Kiri, il Villaggio della Nebbia. Sembravano coetanei, ma nel mondo degli shinobi l'età è qualcosa non riconducibile ai caratteri fisici. Non si trattenne molto sul ninja che per primo aveva deciso di intervenire nella discussione: non lo riteneva necessario, se il ragazzo avesse voluto interessare il Genin del Suono, beh, l'avrebbe dovuto fare in battaglia.

    «Kuroi Gumo, Genin, Oto»

    Kuroi Gumo fece un passo avanti, rispondendo come era solito fare, ovvero in modo breve e preciso. Sarebbe sembrato un ragazzo normale, il giovane: capelli castano scuro raccolti in una coda di cavallo, un'altezza "giusta" per la sua età, forse un po' troppo magro a giudicare dai lineamenti marcati e dagli occhi scuri infossati. Ma alla presentazione aggiunse un altro gesto, giusto per far capire al ninja che gli aveva chiesto di presentarsi che poteva stare tranquillo sull'esito della missione: il lungo mantello che copriva l'intero corpo del Ragno venne levato leggiadramente dalla sua mano destra, una delle sue mani destre, mentre la sinistra levata l'arco e lo appoggiava per terra; quello che avrebbero visto sarebbe stato un corpo, come avevano potuto intuire, molto magro, accompagnato da sei braccia uguali, tranne una, la prima delle mancine, di carnagione più scura fino ad un'enorme cicatrice appena sotto la spalla. Kuroi Gumo raccolse poi l'arco dal terreno e se lo rimise dietro la schiena.

    « Vi spiego la situazione in breve. Come saprete stiamo cercando da giorni di bonificare questa regione, perchè alcuni di quei ratti bastardi hanno sfondato il nostro sbarramento ed ora stanno seminando il caos. Saccheggiano o bruciano tutto quello su cui riescono a mettere le mani e se non li fermiamo subito ammazzeranno un sacco di persone innocenti prima di spostarsi a Nord verso il Paese delle Cascate, e noi non vogliamo che questo accada. Abbiamo individuato un piccolo gruppo in un villaggio a sud ovest di qui. A quanto riportano gli esploratori si tratta di una dozzina di mercenari ed un massimo di tre Ninja. Prima di arrivare lì hanno attaccato una carovana mercantile ma la scorta armata si è rivelata più agguerrita di quanto credessero ed hanno subito alcune perdite. Per vendicarsi hanno ucciso tutti tranne due donne ed un uomo anziano, ed ora stanno recuperando le forze, gozzovigliando ed uccidendo gli abitanti del villaggio. Il vostro obbiettivo primario è eliminare il nemico e garantire la salvaguardia dei civili. Dei tre ostaggi non sappiamo ancora nulla, ma sarebbe bene che li recuperaste, anche se non è una priorità. Se qualcuno dei mercenari si arrende arrestatelo, altrimenti uccideteli tutti, senza lasciarne scappare nemmeno uno. Kuroi Gumo di Oto sarà il vostro Caposquadra, se non avete domande da farmi andate a dormire, avete quattro ore prima della partenza. »

    A quel punto qualsiasi Caposquadra normale avrebbe cominciato a riempire il mandante di domande assurde, per conoscere ogni piccolo particolare della missione. Ma per Kuroi Gumo non era così che funzionava: era interessato solo a mietere qualche vittima - nemico o amico - con le sue frecce, non aveva bisogno di sapere altro. Non sapeva nemmeno con quale criterio avessero designato lui come Caposquadra del team; forse erano state le sue braccia, quattro in più in effetti danno un senso di sicurezza. Ma se avessero conosciuto meglio la personalità del giovane, sicuramente quel ruolo così essenziale lo avrebbero affidato a qualcun'altro, anche ad uno studente.

    «Se vogliono far domande..»

    Il tono della voce lasciava intendere che per il Ragno la discussione era finita in quel momento. Indicò con l'indice i tre ragazzi che lo avrebbero accompagnato a spargere un po' di sangue, poi si voltò, lasciando cadere la mano destra sulla spalla affinchè il mantello scivolasse lungo il dorso: uscì dalla tenda lentamente, poi si sedette a gambe incrociate alla destra della porta d'entrata. I suoni della notte accolsero il nuovo arrivato, facendolo divenire parte di sinfonia di malinconica bellezza. Si immerse in quelle note, lasciando uno spiraglio di attenzione rivolto verso l'interno della tenda, casomai qualcuno avesse chiesto qualcosa di sensato. Quella notte non avrebbe dormito.


     
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30 replies since 19/5/2012, 01:14   571 views
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