Danni Collaterali

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  1. Kei Hajime
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    Danni Collaterali

    Parole. Braccia.




    Era notte inoltrata. Un turbante copriva il mio volto lasciando scoperti solamente gli occhi. Era da poco tempo che mi trovavo a Suna ma avevo già cominciato ad assorbirne le usanze. Cominciavo a comprendere le emozioni umane. O meglio, ad imitarle. Ancora non riuscivo a sentire niente. Il vuoto dentro di me era incolmabile e quello che ne risultava era una maschera amorfa. I miei occhi non trasmettevano nulla, ma mi sforzavo di assomigliare agli altri che erano lì con me. Eravamo in viaggio da non so quanto tempo. L'Accademia aveva affidato ad un drappello di studenti una missione relativamente semplice. Non capivo ancora i meccanismi che regolavano questa istituzione ma non me ne preoccupavo affatto. Eseguivo gli ordini senza pormi quesiti di alcun genere. Non mi interessava né dell'Accademia né delle sorti del villaggio. Non mi interessava di nulla.

    [...]



    C'erano cinque persone in quella stanza, compreso me. Non me ne accorsi subito.
    Ero disinteressato al motivo per cui ero stato convocato. Sapevo che l'Accademia si serviva dei suoi shinobi, o di quelli che stavano per diventarlo nel mio caso, per svolgere dei compiti più o meno difficili. Era la prima volta che mi muovevo in quel senso. Da quando avevo incontrato il danzatore nel deserto però, qualcosa mi circolava incessante nella testa. Potere. L'avrei ottenuto solo attraverso l'esperienza sul campo, diventando un ninja.
    Di fronte a noi, quello che sembrava un ninja esperto, cominciò a parlare chiedendoci il villaggio di origine e il nostro grado. Relazionarmi con gli altri non era di certo il mio forte. La completa incapacità di provare ed esprimere la gamma delle emozioni umane mi impediva una corretta relazione con le altre persone. Lo avevo capito subito, dal primo momento in cui avevo riaperto gli occhi, moribondo, nel deserto. Non ero normale, no di certo.
    Ascoltai gli altri che erano vicino a me cercando di capire il tono, il modo, e le parole che usarono per presentarsi. Il mio volto esprimeva il vuoto. Statico, nel momento in cui capii che avrei dovuto dire la mia, parlai sperando di risultare il più naturale possibile. Non ci riuscii.


    Kei Hajime. Studente. Suna.

    Ero meccanico, piatto. Avevo ancora tanta strada da fare. Non importava comunque, non mi trovavo in quel posto per parlare. Ero stato l'ultimo a parlare e il tipo di fronte a noi riprese il discorso cominciando a spiegare quello che avremmo dovuto fare durante la missione. Ascoltai vagamente quello che diceva. Non ero ancora capace di prestare attenzione. Non che avessi problemi di ricezione, anzi. Ero solo indifferente a quello che le persone dicevano. Nulla mi toccava. Questo atteggiamento non mi avrebbe portato a nulla di buono. Ma allora non potevo saperlo e tutt'ora faccio fatica a ricordarlo. Nonostante ciò riuscii a capire a grandi linee che avremmo dovuto eliminare dei mercenari e salvare degli ostaggi. O qualcosa del genere. Il capogruppo sarebbe stato un genin di Oto, Kuroi Gumo. Era alto, dal volto scheletrico. Qualcosa in lui però non andava. Era strano. Quando si tolse il mantello infatti, mostrò qualcosa che a chiunque sarebbe risultato per lo meno stravagante. Sei braccia. Il caposquadra aveva sei arti superiori piuttosto che due. La vista di quelle braccia non provocò in me alcuna reazione. Il callo emotivo che accompagnava la mia persona era impressionante. Nulla riusciva a scalfire quello scudo duro che opprimeva il mio essere.
    Osservai il caposquadra uscire dalla stanza. Nessuno aveva domande. Di lì a poco saremmo partiti. Anche io uscii andandomi a sistemare in un angolo poco distante da Kuroi, che se ne stava seduto con l'aria di uno che non avrebbe di certo dormito. Mi sdraiai chiudendo gli occhi. Non mi addormentai però. Non potevo. Non potevo lasciarmi cadere tra le braccia di Morfeo in balia di persone che in qualche modo mi erano estranee. Avrei vegliato in silenzio. Dopotutto non ero lì per dormire.
     
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30 replies since 19/5/2012, 01:14   571 views
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