Danni Collaterali

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    Capitolo III: strategia



    La guerra non è una mera questione di emergenza,
    bensì conoscenza e strategia lungimirante.

    -Lagadec / Michel-Kerjan


    Bene sembrava che le cose stessero così: l'altro studente e il genin di Konoha avevano capacità corpo a corpo mentre il loro caposquadra agiva dalla distanza, sebbene le sue numerose braccia era sicuro sarebbero state molto utili pure in un combattimento ravvicinato: i muscoli erano ben definiti, stretti sotto la cute, doveva essere molto forte. In più il primo era anche in grado di utilizzare genjutsu mentre il secondo aveva rudimentali conoscenze per quanto riguardava tracce, trappole e cure mediche oltre ad avere a disposizione vari ninjutsu; se il suo cognome non era casuale molto probabilmente erano jutsu di fuoco: era conosciuta l'affinità che correva tra l'elemento e gli Uchiha. Ottimo avevano tutti abilità interessanti, era curioso di vedere come si sarebbero sviluppate le cose.

    Camminarono a lungo nella direzione che gli era stata indicata qualche ora prima dal jonin della foglia; erano quasi le 3 del mattino e il buio avvolgeva ancora il paesaggio. Il riflesso della luna illuminava loro il sentiero permettendogli di procedere senza troppi problemi. Gli elementi per ora erano dalla loro parte: le ombre avrebbero regnato per almeno un altro paio d'ore e l'atmosfera pareva avesse deciso di graziarli concedendo un clima mite sebbene all'orizzonte avessero cominciato ad ammassarsi minacciose un gran quantitativo di nuvole.
    Arrivarono dunque alla collina che gli era stata descritta: ricoperta da enormi querce datate chissà quante centinaia d'anni, al di là della quale era situata la loro meta.
    Procedettero cauti in mezzo alla selva, attenti a non fare passi falsi cadendo in trappole o facendo troppo: il nemico poteva essere ovunque.

    Infine arrivarono presso il margine della foresta; poco distante da loro stava il Villaggio. La loro posizione sopraelevata gli permise di avere una visuale generale (sebbene disturbata) sul paesaggio sottostante, permettendo loro di cogliere dettagli importanti dell'organizzazione del nemico.
    Al centro doveva essere situato un grande fuoco che illuminava l'area circostante creando particolari giochi d'ombra; mano a mano che l'occhio correva verso la periferia dell'insediamento le luci diminuivano sia in quantità che d'intensità: era illuminato ma non sarebbe stato troppo difficile intrufolarsi furtivamente. Finchè le tenebre duravano quello avrebbe dovuto essere il loro modus operandi.

    A poco più di una trentina di metri da loro brillavano due torce che mettevano in luce due figure sedute di guardia, quello doveva essere un posto di blocco. Guardando con più attenzione però si poteva notare che ad una distanza approssimativa di 150 metri era presente un secondo posto di blocco presidiato presumibilmente da altrettante guardie. I due presidi non erano perfettamente allineati, storcendo un po' l'asse che li collegava.
    Era ora di incominciare a pensare ad una strategia; Masayuki si avvicinò ai compagni mantenendosi il più basso possibile e sussurrò loro quel che aveva in mente:

    «Dobbiamo pensare al da farsi: necessitiamo ormai di un piano d'azione. Ritengo che la cosa migliore sia colpire, eliminando quelle sentinelle. Eliminandole avremmo 4 nemici in meno i quali potrebbero chiuderci in una morsa nel caso riuscissimo ad aggirarli per poi ingaggiare uno scontro all'interno del villaggio. Inoltre se vogliamo entrare dobbiamo anche assicurarci di avere una via di fuga il meno intralciata possibile, non si sa mai. Sentite un po' cos'avrei pensato: vedete le sentinelle messe in luce dalle torce? Bene l'armamentario ci può dare informazioni su di loro: per prima cosa sono equipaggiate con delle armature di ferro le quali non ci permetterebbero di attaccare dalla lunga distanza; sebbene Kuroi sia esperto con l'arco il buio e la marcia potrebbero giocare brutti scherzi e i dardi non possono permettersi di mancare i bersagli in questa occasione: e le parti vitali scoperte sono poche. La notte è nostra alleata dobbiamo agire con furtività. Credo che l'opzione migliore sia ingaggiare un corpo a corpo, uccidendole silenziosamente. Il loro equipaggiamento inoltre mi fa pensare che siano semplici mercenari -se non addirittura dei semplici fantocci-, annebbiati dal sonno, messi li di guardia contro eventuali attacchi e probabilmente stremati da combattimenti e da turni forzati; i ninja probabilmente sono dentro al villaggio a pattugliare, non ha senso che si scoprano così tanto. Se ci dividessimo in due squadre potremmo coglierli di sorpresa dal bosco, uccidendoli senza che abbiano il tempo di dare l'allarme o senza che il tutto risulti sospetto. Riflettendo sulle abilità del gruppo potremmo dividerci così: io e Ichiro (squadra A) da una parte e Kuroi con Kei (squadra B) dall'altra; in questo modo caratteristiche, jutsu ed esperienza sarebbero bilanciate.
    Per quanto riguarda l'attacco la squadra A potrebbe approcciare il posto di blocco più lontano dalla nostra attuale posizione mentre la squadra B quello più vicino. Kuroi e Kei sicuramente non avranno problemi a coglierli di sorpresa sopraffacendo quei due con facilità. Quanto a me e Ichiro saremmo invece gravati da una maggiore responsabilità: quelle sono le guardie più vicine al villaggio, un minimo sbaglio ci costerebbe caro: ci potremmo dunque avvicinare sempre nascosti dalla vegetazione per arrivare vicino al limite illuminato delle torce, alle loro spalle. A questo punto potrei creare un clone d'ombra in fronte alle sentinelle, ad una distanza di 13-14 metri con l'intento di creare un diversivo. Distratto in questo modo il corpo di guardia dovremmo riuscire ad eliminarne i componenti senza eccessivi problemi: una mano sulla bocca e un taglio netto della carotide basteranno. Poi per come entrare penseremo dopo, una volta superato il primo ostacolo e da una posizione più utile per scoprire numero, disposizione e movimenti del nemico.
    Che ne dite?»











     
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30 replies since 19/5/2012, 01:14   571 views
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