Il Lupo e la Lepre

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    Falce dei Kaguya


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    Territori del Leone Nero - Due settimane prima



    Il tramonto nel palazzo solitario che si stagliava sulla vasta pianura rifletteva due sagome, allungandole, le sagome di due donne, l'una seduta davanti all'altra, a sorseggiare un thé; forse, sarebbero potute sembrare due vecchie amiche, se non fosse stato per i simboli così differenti sui loro abiti ed i colori degli stessi, così diversi fra loro.
    L'una, una giovane bionda, con corti capelli, aveva un corpetto protettivo che ne celava il tronco, lasciando intravedere le eleganti vesti giallo e marrone sotto lo stesso, su cui si stagliava, invece, la sagoma di un fiero leone scuro; l'altra, con un lungo kimono grigio da viaggio che ne celava il corpo, lasciando scoperto solo il viso, il suo sguardo, tradiva una serafica sicurezza, mentre i capelli, color bianco, si perdevano in una lunga coda celata dietro la schiena, e i sottili occhi verdi guardavano l'interlocutrice curiosi.
    "Ho saputo che gli ultimi ribelli delle Chiome di Giada sono stati eliminati, me ne compiaccio, Akodo-san", esordì la donna dai capelli bianchi, sul cui abito risaltava il simbolo della Gru, "Sì, Kurono-san, gli ultimi traditori del clan Matsu sono stati eliminati, per la gioia del villaggio della Mantide stesso, che non ha avuto altro di cui accusarci.", confermò l'altra, sorseggiando il thé.
    "Immagino abbiate anche ritrovato Amara...", si lasciò sfuggire la Kurono, con noncuranza, "Bé, non siamo qui per parlare di questo, mi pare, ma dei problemi nei dintorni del piccolo villaggio della Lepre. Cosa si ha intenzione di fare? Avete parlato con i rappresentanti della Libellula e della Fenice?", tagliò corto l'Akodo, ricevendo un sorriso divertito della sua interlocutrice.
    "Il villaggio della Libellula di Vetro non si sente minacciata dai fatti avvenuti in questo periodo nella zona circostante la Lepre, ritiene che sia improbile che un covo di Oni si trovi in quella zona, piuttosto pensa a qualche demone sfuggito dai confini della Fenice di Fuoco ed il loro piccolo capovillaggio ha suggerito che fossero gli shinobi al seguito del Hoyokukage a trovare una soluzione.", raccontò la Kurono.
    "E quelli della Fenice? Immagino non rinunceranno al loro isolazionismo per qualche accusa mal indirizzata.", continuò la seconda.
    "In effetti no, ma, inaspettatamente, hanno suggerito una soluzione di gradimento anche al mio signore, il Kurenkage: richiedere l'aiuto degli shinobi dell'Accademia.", rispose la prima.
    "Non è affatto una cattiva idea, specie considerando come nel corso degli anni passati abbiano saputo risolvere diverse missioni per i nostri villaggi, non ultime le indagini sui fatti avvenuti in quel della Mantide un anno fa. Dunque speriamo che diano dei risultati anche questa volta, perché, da ciò che i nostri rappresentanti a corte hanno saputo, per un prezzo non da poco, la minaccia che potrebbe nascondersi nei dintorni del villaggio della Lepre non è una cosa da far maturare.", concordò la donna del Leone Nero, mentre l'altra, in tutta risposta sorseggiava anche il suo thé.

    10 giorni prima - Territori Accademici



    Tutti gli shinobi che si erano offerti per la missione nei territori dell'Impero di Smeraldo riceveranno una missiva, tramite un messo accademico, piuttosto semplice nel suo contenuto: si sarebbero dovuti far trovare con quella stessa missiva presso il molo di Uroshi, nel Paese del Thé, entro tre giorni e lì imbarcarsi sulla Myusia, una nave diretta verso il villaggio di Doshi, nei territori orientali dell'Impero di Smeraldo.
    La missiva era firmata Hoji Asako, del villaggio della Fenice di Fuoco.

    7 giorni prima - Territori Accademici



    La Myusia era una nave davvero immensa [Immagine di riferimento], vantava un elevato numero di marinai nella sua ciurma e diversi ospiti che avrebbero usufruito della nave per godersi un piacevole viaggio fino all'Impero di Smeraldo ed oltre.
    Chiunque degli shinobi accademici si fosse presentato sul ponte della nave con la missiva ricevuta, sarebbe stato accompagnato in una camera fino ad essere suddivisi in tre accademici per ognuno dei diversi livelli sottocoperta, rispettivamente nelle stanze F1, F4, F7, S1, S4, S7, T1, T4 e T7.
    In ognuna di quelle stanze i ninja avrebbero trovato un largo armadio, un letto morbido, due sedie, un tavolino ed un piccolo scrigno con inciso il simbolo della Fenice di Fuoco sullo stesso.

    Quando un ninja avesse aperto lo scrigno nella sua stanza, avrebbe trovato nello stesso tre rotoli: il primo conteneva una mappa, il secondo un lasciapassare a vista per i territori del Rokugan, altro nome dell'Impero in cui erano diretti, il terzo, invece, era un rotolo bianco sulla cui base c'era scritto una semplice richiesta:

    CITAZIONE
    Scriva il suo nome, per intero, su questo foglio

    Cosa possibile grazie alla penna ed all'inchiostro presenti nella stanza.

    Una volta che uno dei ninja avesse fatto quanto richiesto, un kanji sarebbe apparso sul foglio, indicante la parola "bushin" e, pochi istanti dopo, davanti al tavolo, antistante al ninja che aveva scritto il suo nome, sarebbe apparso un uomo [Immagine Indicativa]

    "Buongiorno, shinobi. Il mio nome è Hoji Asako, ninja del villaggio della Fenice di Fuoco ed uno dei membri del clan che ne protegge i confini.
    Ovviamente, quello che sta vedendo in questo momento non è il vero me stesso, ma un clone inciso nel fuuinjutsu da lei attivato, utilizzato proprio per farle avere delle informazioni di base sulla missione che la aspetterà, missione in cui non sarà solo, poiché, su questa stessa nave, dovrebbero trovarsi altri sette o otto ninja dell'Accademia, o almeno ad altrettanti è stato inviato l'invito, se poi avessero rinunciato alla missione, non m'é dato saperlo.
    Andando, comunque, per ordine di cose: lei ed il resto della squadra raggiungerete il villaggio costiero di Doshi, fra 9 giorni, lì dovrete semplicemente arrivare al molo 27, dove v'incontrerò di persona presso la zona di scarico e carico merci; avrete modo lì di farmi tutte le domande che volete, oltre ad essere da me accompagnati fino al villaggio della Lepre.
    Proprio nelle zone circostanti il villaggio della Lepre stanno, per ora, avvenendo molte cose strane ed incresciose, più specificatamente, pare che una nuova stirpe di Oni, o qualcosa che a queste creature, che affliggono le mie terre natie, può essere ricondotta, si sia installata nelle aree esterne.
    O almeno questo è ciò che i più sono portati a credere..."
    , spiegò il clone, prendendo una piccola pausa dinanzi a chiunque lo osservasse.
    "Dovete infatti sapere che, fin dai tempi più antichi, il continente Rokugan, dai più conosciuto come l'Impero di Smeraldo, per via dei suoi vasti territori boscosi e lussureggianti, ha subito diverse invasioni da parte delle creature degli Inferi, gli Oni, come li chiamiamo, esseri che vivono nelle profondità dei territori Occidentali del continente e, per quanto il villaggio del Granchio Rosso sia la prima difesa dell'Impero contro queste creature, succede talune volte che alcune legioni si muovano fino ai territori a Nord, o a Sud, ma molto di rado riescono ad arrivare fino alle terre Orientali.
    Proprio questa è la prima stranezza dei fatti, che va sommandosi alla natura di questi Oni, che sembra completamente dissimile da quelli che abbiamo combattuto nei secoli passati, così come le loro strategie: che siano una nuova stirpe, che ha trovato come emergere ad Oriente, o qualcosa di diverso? Nemmeno noi della Fenice sapremmo dirlo.
    Proprio per questo, in accordo con i villaggi del Leone Nero e della Gru Grigia, confinanti anch'essi con la Lepre, abbiamo deciso di chiedere un supporto esterno per qualcosa che ha, per noi, del nuovo e misterioso, qualcosa in cui spero possiate supportarci.
    Ulteriori particolari sulla missione ve li potrò riferire di persona, ma, qualora lei, shinobi, abbia delle domande, di tipo generale, sul nostro Impero, potrà risponderle già questo clone."
    , a quel punto, la copia si sarebbe interrotta, aspettando eventuali domande, altrimenti, sarebbe rimasta lì, assieme allo shinobi, almeno di una sua richiesta differente, per altre 2 ore, prima di scomparire, rendendo il rotolo con cui era stata evocata, inutilizzabile.

    Settimo giorno di viaggio - nave Myusia



    I primi sei giorni di viaggio erano stati decisamente molto tranquilli per gli shinobi accademici: avrebbero potuto visitare le sale comuni della nave, magari incontrarsi anche fra loro, in generale, comunque, il viaggio sarebbe stato tranquillo e privo di problemi... fino al settimo giorno.
    Fu, infatti, il settimo giorno che risuonò un allarme sulla nave e, a tutti coloro che erano sul ponte, fu subito chiesto di tornare nelle loro cabine, così come tutti quelli che si trovavano in altre zone della nave; chiunque avesse chiesto informazioni avrebbe ricevuto una semplice, ed esplicativa, frase: "Una nave pirata ci sta per raggiungere!"
    Entro un'ora, infatti, una nave piuttosto grossa e minacciosa avrebbe speronato la Myusia e di lì a pochi attimi un forte vociare ed agitarsi avrebbe scosso la nave, mentre i pirati davano l'arrembaggio.

    Qualsiasi shinobi si fosse trovato sul ponte avrebbe visto quel gruppo di uomini, salire sulla nave e disperdersi fra il ponte stesso e le zone sottocoperta, puntando alle varie cabine.
    Chiunque si fosse trovato sul ponte, si sarebbe trovato in mezzo in uno scontro fra almeno venti uomini per parte, che combattevano usando principalmente sciabole e lance; mentre chiunque fosse rimasto nella sua stanza avrebbe dovuto interloquire, o difendersi, da un singolo pirata al più, almeno che non avesse tentato di dare un aiuto.
    Stava ai ninja accademici decidere se fare qualcosa o meno.

    [Ogni pirata è paragonabile ad uno Studente En. Gialla]

    Edited by Cougar™ - 12/4/2011, 18:30
     
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    Quest
    ..In Partenza verso il Continente di Smeraldo..
    Post di Presentazione



    Era strano ritornare in quei luoghi dopo così tanto tempo. Il porto del Paese del The non era nuovo per il Chikuma che in passato aveva già avuto modo di recarvisi per dirigersi verso il paese del mare. Quell’avventura gli aveva dato molto, era infatti in quell’occasione che aveva affinato la sua arte del controllo del chakra ed era entrato a far parte della ciurma di cappello di paglia, ancora sulla schiena il grande tatuaggio del jolly roger faceva capolino mostrandosi ogni volta che si toglieva i vestiti. Amava i paesi in riva al mare, la brezza che spirava costantemente era una vera e propria goduria, calma ed inflessibile accarezzava la folta chioma del moccioso donandogli un vero e proprio senso di pace. Peccato che la sua gita lo aveva portato fino a li per partecipare all’ennesima missione ninja, una missione che questa volta avrebbe messo alla prova il rosso fino a spremerlo come un limone. Era una missione di rango A, una di quelle dove morire è estremamente facile. Quando raggiunse il molo fu semplice trovare la nave che lo avrebbe trasportato fino a destinazione.

    -WOOOOOW!!!.. cavolo questa si che è una nave!!!.. accidenti non ha niente a che vedere con la Nuvola rossa.. questa sarà almeno tre volte quella nave.. accidenti non vedo l’ora essere in navigazione..-


    Il ragazzino quindi senza fare tanti complimenti si sarebbe imbarcato effettuando tutti i passaggi del caso. La nave era meravigliosa e Hoshi la visitò tutta prima di andare alla stanza che gli era stata affidata, questa volta raggiungere il luogo della missione sarebbe stato estremamente comodo, niente carri trainati da buoi puzzolenti o corse disperate tra i boschi e l’infinità del deserto. Il ninja aveva a disposizione una camera tutta per lui, un bel lettone comodo e tutto il necessario per prepararsi fisicamente e spiritualmente al meglio. Liberatosi di tutto l’equipaggiamento il ragazzino si sarebbe lanciato sul lettone trovando un attimo per rilassarsi, sembrava di stare in crociera.

    -Mmh.. chissà chi avranno chiamato per la missione.. sicuramente si saranno presentati un sacco di ninja ultra potenti.. AHAHAHAH!!!.. non vedo l’ora di combattere al loro fianco!!!..-


    Detto ciò l’attenzione del ragazzino si spostò su di un grosso baule che stava appoggiato sul muro, era curioso di sapere che diavolo ci fosse dentro. Una volta aperto il Chikuma vi trovò diverse cose interessanti, una mappa del continente di Smeraldo, luogo dove non aveva mai messo piede e che non vedeva l’ora di conoscere, un lasciapassare speciale che molto probabilmente lo identificava come Accademico ed un foglio bianco con su scritto di incidere il proprio nome. Hoshi consultò e memorizzò per bene la mappa prima di passare ad altro, conoscere almeno in parte l’ambiente si sarebbe rivelato utile. Quindi una volta annoiato dalla studio avrebbe scritto il suo nome sul papiro, non aveva motivo di dubitare della cosa. Grande fu il salto all’indietro e l’esclamazione che uscì dalla sua bocca quando il rotolo esplose facendo comparire un tizio in kimono e cappuccio, di tutto si sarebbe aspettato, ma non che qualcuno comparisse all’improvviso.

    -WAAAAAA MA CHE DIAVOLO?!! E TU CHI SEI?!!!.. ecco.. credo di aver sporcato le mutande ancora una volta.. accidenti!!!.. ehi aspetta vado a cambiarmi..-


    Una volta cambiatosi a dovere, anche se non era successo nulla, il rosso avrebbe ascoltato ciò che l’uomo aveva da dire, ora che lo guardava meglio era palese che quella che aveva di fronte era una copia dell’uomo, una tecnica interessante che doveva assolutamente studiare meglio alla prima occasione. Hoshi rimase in silenzio mentre questi parlava, sembrava che la situazione fosse più pericolosa di quel che aveva capito precedentemente. Il Rokugan era invaso da creature demoniache e per questo fino dall’antichità una schiera di guerrieri difendeva le sue terre bloccando la fuoriuscita di questi abomini dal sottosuolo, ora però sembrava che un piccolo manipolo di Oni si fosse staccato dal grosso dell’esercito trovando una via per passare oltre le difese primarie del continente. Il sangue di Hoshi lentamente stava gelando, se erano gli Oni le uniche creature da spazzare via non c’era problema, ma se tra le fila dei demoni vi erano anche fantasmi o zombie allora non ne voleva proprio sapere, quel genere di cose lo terrorizzava a morte. Quando smise di parlare il rosso avrebbe provato a fare qualche domanda al clone, la sua era più curiosità nel vedere come reagiva, le informazioni preferiva averle dall’originale.

    -Ehm.. ok.. proviamo!.. allora.. ehm.. ecco si.. vorrei sapere quali sono i rapporti tra i vari villaggi del continente di Smeraldo.. cioè.. ci sono guerre interne al paese?!!.. che so.. asti particolari tra villaggi che potrebbero aver facilitato il passaggio di questi..Oni..-


    Il rosso sarebbe rimasto ad ascoltare con attenzione mentre beatamente spaparanzato sul letto si grattava la pancia e si curava il naso, in fondo era solo una copia, molto probabilmente era stata programmata solo per rispondere a un certo numero di domande.


    [...]


    Hoshi avrebbe trascorso i giorni a venire in tutta serenità cercando di socializzare con i presenti ed il resto della squadra se ce ne fosse stata l’occasione. Avrebbe passato il tempo ad allenarsi sulla Kagebushin no Jutsu per incrementare le sue capacità al massimo escogitando nuove mosse e combo letali. Il resto del tempo lo avrebbe passato fuori a prendere solo a sorseggiare bevande analcoliche alla frutta, tutto filava alla grande, di certo il viaggio sarebbe stato una pacchia, almeno fino al settimo giorno di navigazione.


    [...]


    Il rosso era bello spaparanzato a prendere il sole quel giorno, ormai non mancava molto all’arrivo, quando una serie di urla e schiamazzi attirarono la sua attenzione destandolo dal lungo sonno. Sembrava che una nave si stesse avvicinando minacciosamente alla Myusia, era palese che non stesse cercando aiuti, quella era una nave pirata in tutto e per tutto. Hoshi ci impiegò pochi minuti a scattare verso la sua stanza al primo livello e tornare sul ponte armato di boomerang gigante, non era il suo ma uno di quelli che passava il villaggio di Suna, il suo boomerang originale si trovava ormai da diverso tempo nel polmone del deserto. Quando raggiunse il ponte la nave pirata era già riuscita ad avvinghiarsi alla Myusia, un branco di pirati assetati di sangue era pronto a riversarsi sulla nave per depredarla delle sue ricchezze. Peccato che fosse carica anche di una squadra di ninja di alto livello. Quando i pirati fossero riusciti a salire sul ponte avrebbero trovato un ragazzino dalla folta chioma rossa ad attenderli in equilibrio sulla ringhiera di una delle passerelle più alte, la sua voce sarebbe tuonata fin giù per cogliere la loro attenzione.

    -EHI VOI!!!.. ANDATEVENE SUBITO DA QUESTA NAVE SE NON VOLETE ASSAGGIARE L’IRA DEL TURBINE ROSSO!!!..-


    Sapeva bene il ragazzino che i pirati non si sarebbero mai fatti intimidire da lui, anche se era un ninja restava pur sempre un moccioso, nessuno lo prendeva mai sul serio e forse quest’aspetto era anche uno dei suoi più grandi vantaggi.

    -Ok.. io li ho avvertiti!.. eheheh.. ora proverò la mia nuova combo.. devo stare attento o rischio di danneggiare la nave!..-


    Detto ciò il rosso si sarebbe scatenato nella sua performance, giunte le mani a croce avrebbe concentrato il chakra del tantien per moltiplicarsi in altri quattro Hoshi, due alla sua destra e due alla sua sinistra, tutti erano armati di boomerang gigante, lo show stava per cominciare [Slot Tecnica Avanzata][KageBushin no Jutsu / Consumo: 30pc] .

    -Ok io vado.. sapete che dovete fare!!!-


    Il rosso quindi si sarebbe lanciato verso i pirati lasciandosi cadere proprio al centro di tutta quella gentaglia, dalla sua posizione non sarebbe stato costretto ad un grande gesto atletico, attutito il salto si sarebbe preparato a scatenare l’inferno, il suo piano era semplice a dire il vero ma estremamente letale [Slot Gratuito]. Il Chikuma caricando al massimo i suoi polmoni avrebbe quindi scatenato tutta la potenza del suo soffio creando un vero e proprio tornado che se non avrebbe fatto volare via i pirati li avrebbe sicuramente bloccati e rallentati a sufficienza per permettere alle quattro copie del ragazzino di attuare il resto del piano [Slot Tecnica Base][Tifone Umano / Slot Aria x5 / Raggio 7.5m / Velocità -4 / Consumo: 12.5pc].

    A questo punto le copie avrebbero caricato i boomerang giganti lanciandoli verso i pirati immobilizzati, le armi tuttavia entrate in contatto con il tornado ne avrebbero seguito il flusso cominciando a roteare tutte attorno colpendo a casaccio i malcapitati, considerando la portata e la dimensione del tornado molti pirati avrebbero sofferto la tecnica devastante del rosso, considerata anche la potenza dell’arma stessa che li stava percuotendo [Slot Azione 1,2,3,4][Forza 525 / Potenza Boomerang: 35 x4].

    -TEMPESTA DEVASTANTE DI BOOMERANG GIGANTI!!!!-


    A questo punto al rosso non restava che mantenere attivo il suo micidiale tornado per continuare a menare colpi devastanti nel raggio di sette metri, la potenza del suo soffio era indiscutibile, l’allenamento al Tempio del Vento Glorioso sembrava essere stato molto più utile di quel che si poteva aspettare.


    SPOILER (click to view)

    Tabella Riassuntiva


    Stato Fisico: Ottimo
    Stato Psicologico: Concentrato

    Energia Vitale: 35/35
    Testa: 6/6
    Busto: 9/9
    Braccio DX: 5/5
    Braccio sX: 5/5
    Gamba DX: 5/5
    Gamba SX: 5/5

    Chakra: 207.5/250 -[KageBushin no Jutsu: 30pc] - [Tifone Umano: 12.5pc]
    Chakra Diviso: Hoshi: 31.5pc - Copie: 44pc

    Slot Difesa I: ///
    Slot Difesa II: ///
    Slot Difesa III: ///
    Slot Difesa IV: ///


    Slot Attacco I: Lancio Boomerang Gigante
    Slot Attacco II: Lancio Boomerang Gigante
    Slot Attacco III: Lancio Boomerang Gigante
    Slot Attacco IV: Lancio Boomerang Gigante

    Slot Gratuito: Movimenti vari

    Tecnica Base: Tifone Umano
    Tecnica Avanzata: KageBushin no Jutsu

    Equipaggiamento:
    Wakizashi [AdCC] x1
    Boomerang Enorme [AaD] x1
    Kunai [AaD] x10
    Spiedi [AaD] x10
    Cartabomba Livello II [Bomba] x2
    Tetsubishi [Bomba] x20
    Tonico di Recupero Medio [Tonico] x2
    Braccio Armato [Protezioni] x1
    Occhiali da Aviatore [Protezioni] x1
    Filo di Nylon Rinforzato [Vario] x1
    Accendino [Vario] x2
    Bottiglietta di Alcool [Vario] x1
    Kit di primo soccorso [Vario] x1
    Rotolo da richiamo (Medio) [Vario] x2

     
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    ::: Giorno 7, sul ponte della nave :::

    "Chikuma non dovresti mostrare così platealmente il tuo potenziale, soprattutto se si è all'inizio di una missione di livello A. Vieni con me, facciamo una passeggiata."

    image

    Il chunin della Sabbia avrebbe sentito la mia voce arrivare dalle sue spalle e una imponente sagoma comparire dal nulla. Un'ombra che avrebbe completamente ingoiato la sua. Il ponte sarebbe diventato improvvisamente più silenzioso, come se il tempo si fosse fermato per qualche mistico motivo. Tutti gli assalitori, circa una settantina di pirati, come pietrificati avrebbero probabilmente lasciato cadere a terra le proprie sciabole e avrebbero atteso immobili l'arrivo del mietitore senza tempo.[Aura del Capoclan]Grazie a tale abilità il ninja, facendo disperdere nell'aria a lui circostante una minima quantità di chakra, è in grado di incutere con la sua sola presenza una forte sensazione di disagio, insicurezza, paura accompagnata da una rigidità dei movimenti e una eccessiva sudorazione a tutti i ninja in essa presenti. L'aura non intaccherà le statistiche seppure il timore nei confronti del Mikawa susciterà un drastico calo della concentrazione che si ripercuoterà in tutte le azioni del ninja e un cospicuo aumento della sudorazione e del battito cardiaco. In questo stato è facile per i ninja soggetti all'abilità compiere errori o in alcuni casi alla dimenticanza dei sigilli delle tecniche.
    L'entità della "paura" varia a seconda delle energie di differenza che intercorrono tra Diogenes e i bersagli fino a raggiungere, in casi di eccessivo squilibrio di forze situazioni di completa rigidità del corpo, incapacità di elebarorare strategie e quant'altro.
    Parienergia: Stanto di ansia con aumento dei battiti cardiaci
    1 energia: Sudorazione e battiti aumentati; timore
    2 energie: Sudorazione e battiti aumentati; calo di lucidità e capacità di analisi; timore
    3 energie: Sudorazione e batitti aumentatai di molto; possibile dimenticanza delle sequenze delle posizioni magiche; paura
    4 energie: Sudorazione e battiti aumentatai di molto; impossibilità di elaborare strategie, sequenze dimenticate; paura
    5 energie: completa rigidità del corpo; terrore.
    Uscire dalla portata dell'abilità permette un graduale (un turno completo ogni energia di distacco) smaltimento dei "malus" e rende immuni dall'ablità stessa per un giorno intero.
    L'aura ha un raggio di 10 metri ogni bassissimo impiegato da Diogenes (max medio).
    Solo un abile sensitivo o un ninja con particolari doti innate, se concentrato sulla scena, avrebbe potuto scorgere la verità dietro quell'evento tanto improbabile, dietro quell'eccesso di terrore mascherato da Pace. Con le braccia infilate fino ai gomiti nelle larghe tasche del kimono attendo che il giovane shinobi si giri e mi guardi in volto. Di certo avrei dovuto abbassare lo sguardo non di poco, ma alla fine i miei occhi si sarebbero posati su quella stramba figura dai capelli rosso fuoco. Ho da tempo capito che non bisogna giudicare il valore di uno shinobi dalla sua prestanza fisica, e questa è una verità a cui sono arrivato grazie all' "aiuto" di un ragazzino sunese, non così diverso da Hoshi per apparenza e talento. Se Suna può sperare ancora di avere un futuro è solo grazie a questi giovani talentuosi Shinobi la cui unica sfortuna è stata quella di nascere in un villaggio tanto rammollito. Per quanto accorto fossi stato nel non coinvolgere gli alleati, sicuramente anche qualche marinaio o passeggero un po più lento degli altri a rintanare nelle proprie stanze sarebbe caduto vittima dell'aura che sarebbe uscita dal mio corpo come un flusso continuo. In ogni caso avrei prestato attenzione a non impedire il corretto funzionamento della "macchina Myusia". Agganciare tutti quei buoni a nulla di pirati, poi, non sarebbe stato complesso: il loro assalto non è stato così ben pianificato da invadere l'intera nave al momento dell'abbordaggio e estendere l'aura a quasi l'intero ponte di coperta [Medio; 10m x12 :120 metri] non sarebbe stato più difficile di camminare sull'acqua, così per fare un esempio. Ovviamente chiunque altro fosse capitato nell'area di azione della mia abilità ne avrebbe subito gli effetti, in modo inversamente proporzionale la propria forza. Ciò avrebbe comportato qualche rischio in caso di un più massiccio attacco nemico? No, di gente debole non ne avrei avuto comunque bisogno e tenendo conto del livello della quest, danneggiare i miei compagni con un così banale trucchetto sarebbe stato difficile anche da ipotizzare. Inoltre sarebbe stato anche un piccolo test per vedere quanto forti fossero diventate le gambe del piccolo Sand Scorpion, amico di Hohenehim e allievo del KazeKage in persona. Ripeto, ninja non in grado di sostenere la mia presenza non le avrei considerate utili ai fini del completamento della missione. Dunque camminando con passo lento ma sorprendentemente leggero per un uomo della mia mole, e ignorando completamente il gran numero di statuette, avrei ripreso la parola:

    " Sospettavo che anche Suna avesse risposto alla chiamata. Il mio nome è Aloysius Diogenes e insieme ad altri due miei compagni rappresento la squadra mandata da Oto. La Sabbia invece ha mandato solo te? Inoltre hai già avuto modo di incontrare gli altri membri del team?"

    ::: 9 giorni prima, Oto :::

    " Aloysius posso provarci ma non è detto che il sigillo reggerà; di certo non sarà potente come quello che ti potrebbe fare il Kokage."

    " Ho chinato troppe volte la mia testa a quell'uomo, Gyoubu. So che farai un buon lavoro."

    Con disappunto il l'omone senza capelli si avvicina alla mia schiena, scoperta del kimono per l'occasione. Non me lo dice ma percepisco che non vorrebbe farlo; e non per timore degli effetti che il suo operato avrebbe potuto avere sul mio corpo me per paura di contaminare il sigillo, di manomettere in qualche modo quel funjutsu di mirabile fattura. Chiude gli occhi per trovare la giusta concentrazione. Le mani poi si muovono rapide in una serie interminabile di posizioni magiche. Poi come se mi stesse attaccando si carica per il colpo.

    image
    Quando la destra, a palmo aperto, tocca solo sfiorando la mia schiena sento come un pesante dardo di balestra penetrarmi nella carne. Dal punto di contatto partono centinaia di fili neri che, arrivando rapidi fin sul collo, si dispongono attorno il sigillo del Lupo a due teste, andando a formare un'appariscente cornice dal disegno elaborato.

    " anf...Il sigillo rilascerà nel tuo corpo gradualmente una quantità di chakra che dovrebbe...anf..saziare il Fenrir. Praticamente diamo l'osso al cagnolino sperando che stia calmo ahanfahahanf. Ho utilizzato praticamente la mia intera riserva di chakra quindi la restrizione dovrebbe durare per un bel po. Gene...anf...tieni a mente che se volesse il Lupo potrebbe morderti in qualsiasi istante, anf...e se ciò accadesse dovrai farti carico della responsabilità di essere così lontano dal suo Gate."

    " Gyoubu non lasciare che la tua ammirazione per queste bestie protettrici di Oto ti offuschi la vista. Il South è mio, ricordarlo."

    ::: 2 giorni dopo, sulla nave :::

    image

    " Eiatsu non scambiare il fatto che abbia deciso di prendermi una piccola vacanza per un segno di debolezza. Allontanarsi per un po da Oto non può che farci bene, non farmi vedere per troppo tempo in giro potrebbe far insospettire i nostri amici degli altri villaggi. Inoltre è da diverso tempo che la mia spada non si tinge di rosso, non vorrei dimenticarmi come si fa HAHAHAHHA E stai più rilassato, non penso che questi tipi dell'Impero di Smeraldo siano tanto svegli da piazzare ricetrasmittenti e videocamere nelle stanze di chi hanno assoldato."

    Siamo nella mia cabina, la F4, e la nave è partita da poco. Di certo un bel pezzo di legno, a quanto pare la traversata sarà lunga. Ancora non mi decido a vedere che c'è dentro quello scrigno che con quell'appariscente simbolo non fa altro che dire "Aprimi". Sarebbe stato molto più divertente se le informazioni sulla missione avremmo dovuto reperirle sulla nave da qualche "falso passeggero". Attenzione ho detto divertente non efficacie. Eppure sarebbe stato un modo come un'altro per i nostri mittenti di notare lo scarso livello di preparazione del ninja accademici. Vabè, meglio vedere di chi e cosa stiamo parlando.

    Certo che questi tipi non hanno proprio fantasia. Una mappa, un lasciapassare e un foglietto da firmare, sicuramente la componente materiale di una qualche tecnica. Scritto il nome l'apparizione del bunshin non mi meraviglia. Ascolto in silenzio il messaggio volutoci trasmettere dai nostri mittenti e alla fine è solo uno il commento che mi vien da fare:

    " Creature degli inferi? Saggeremo il loro nome sul campo di battaglia! HAHAHAHAHA"

    Una risata non del tutto umana, una risata da belva.

    ::: nei giorni a seguire, sulla nave :::

    Avrei approfittato di quel tempo concessoci sostanzialmente per riposare. La stanchezza accumulata avrebbe potuto rendere meno lucidi i miei sensi e saltare gli allenamenti non sarebbe stato nulla di irreparabile. Dopo due giorni passati a dormire e mangiare mi sarei deciso a fare il giro della nave. In primis avrei cercato un posticino tranquillo dove poter effettuare i miei esercizi mattutini. Subito dopo avrei iniziato a studiare la struttura della grossa imbarcazione, memorizzandone praticamente tutte le componenti e i particolari più rilevanti: dal numero di stanze alla disposizione del ponte di comando, dal contenuto della stiva al numero di scialuppe di salvataggio, dalla solidità della prora, della parte maestra, della poppa, degli alberi e dello scafo all'intero personale che permette il corretto funzionamento della Myusia. Perchè? In caso di attacco nemico devo sapere fino a che punto posso spingere quella caravella, quanto posso pretendere da essa. In seguito mi sarei dedicato alla ricerca degli altri membri della missione. Non sarebbe stato difficile riuscire ad individuare gli altri sei ninja a meno della loro intenzionalità di passare completamente inosservati (stando tutta la traversata in camera, ad esempio). Da Suna Hoshi e Hamano Iga, ninja addocchiati sin dai tempi del gran torneo per i Sand Scorpion, e un terzo shinobi mai visto prima. Hohenheim ci ha parlato molto di quei due ninja ed da quanto ci ha riferito dovrebbero essere validi combattenti dotati di abilità uniche ed interessanti, soprattutto il Chikuma. In effetti durante l'attacco dei Kurotempi ho potuto vedere di cosa è capace quel piccoletto. La Nebbia ha portato invece due ninja: Etsuko Akuma, il guardiano incontrato durante la mia incursione al villaggio sotto mentite spoglie, e Itai Nara, l'abile jonin compagno di numerose avventure. Probabilmente alleato migliore di quest'ultimo non avrei potuto chiederlo, con lui avrei potuto risparmiarmi le presentazioni. Riguardo il primo non ho molte informazioni ma se è stato messo a guardia di uno dei quattro villaggi ninja qualcosa di interessante da dire lo avrà. Altre due facce nuove dal Villaggio della Foglia ma, considerando che è il villaggio in cui ho meno spie e di cui ho meno informazioni, non mi meraviglia. Certo avere come alleato un membro di uno dei famosi due clan dal mistico potere oculare, sarebbe un bel vantaggio sui nostri nemici, chiunque essi siano. Una presenza più inaspettata, invece, è sicuramente quella del mio cugino di sangue Luis, arrivato fin qui da solo. In effetti questa è la prima volta che ci troviamo insieme ad affrontare una missione e il solo pensare di poter combattere al fianco di un fratello Mikawa mi elettrizza. In parole povere molta carne a cuocere (e forse non sono nemmeno tutti); di sicuro la potenza offensiva non ci manca. Tuttavia con nessuno di loro avrei spontaneamente iniziato un dialogo; d'altro canto nei miei spostamenti non sarei stato particolarmente attento a non farmi vedere. Se avessero voluto avrebbero potuto incrociarmi in quei giorni di tranquillità.



    Edited by DioGeNe - 6/12/2010, 18:31
     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Tre settimane prima



    Avevo nascosto volutamente quella piccola difficoltà ad Ayame per non farla preoccupare. Leggendo quello che doveva essere la cifra dei miei risparmi su quella missiva mi rendevo conto che erano meno di quanto mi fossi aspettato, troppo pochi per risparmiare veramente qualcosa.
    Da quando le bambine erano nate, nonostante non entrassi propriamente nella definizione di “povero”, avevo quasi una fissazione per cercare di avere una certa sicurezza economica.
    Facevo il lavoro più pericoloso del mondo dopo il testatore di ghigliottine (che sopravviveva solo se la letale arma era difettata), dovevo necessariamente pensare che sarebbe potuto accadermi qualcosa, durante qualche missione.
    Certo non lo speravo, ma con la speranza non si sono tirate avanti molte famiglie.
    Per questo mi recai in accademia quel giorno. Per cercare qualcosa di veramente remunerativo. E lo trovai.

    « Cerchi una missione Itai-san? » mi disse uno degli impiegati « Come sempre, Yuki » sospirai « E la vorrei ben pagata anche »
    « Bé, non sperare di averla facile allora » disse l’uomo ridacchiando, lasciando i fogli che portava sulla scrivania dinanzi a se « Non ci ho mai sperato, Yuki »
    « Abbiamo una di grado A+ »
    « Interessante. Di che tipo? »
    « Pare indagine, Itai-san. Si cercano ancora componenti a quanto pare, ti interessa? » annuii, senza molta scelta « Ne ho alquanto bisogno, grazie »


    E così iniziò anche questa nuova avventura.



    Ero seduto con le gambe incrociate sul dorso di Qon, che con esperienza riusciva a volare senza farmi cadere nel mare sotto di me. Ero partito da Kiri tempo prima dopo aver salutato la mia famiglia ed in volo ero diretto verso Uroshi.
    Volare era sempre la soluzione migliore, visto che generalmente, ci mettevo decisamente molto meno tempo. Tuttavia, visto il periodo dell’anno, vista l’altitudine e visto che non l’avevo previsto – che cosa davvero idiota – posso adesso affermare che fu una pessima idea. Ma pessima, di quelle orrende che ti fanno rimpiangere di esserti alzato la mattina e desiderare ardentemente di tornare indietro di qualche ora per evitare che il tuo cervello possa riproporre un’idea così tanto sconsiderata.

    Dall’alto la vidi. Era una nave davvero enorme, doveva essere quella indicata nella missiva. Sospirai compiaciuto e battei una mano sulla spalla di Qon, per richiamare la sua attenzione.

    « È quella Qon, scendiamo »
    « Ricevuto! »


    Fummo rapidamente entrambi a terra. Qon atterrò agevolmente e io agilmente scesi dalla groppa del tengu, che mosse la schiena sgranchendosela dopo le ore di duro volo.

    « Grazie mille Qon, va a prenderti il tuo riposo. Ricorda che quando torno dobbiamo farci una bevuta. »
    « L’idea mi alletta Itai-san, spero si guadagni bene in questa missione, perché non ci siamo fermati un attimo! »
    « Avevo freddo e fretta dai! Scusami Qon! »
    « Ahahaha, a presto Itai-san! »


    E così sparì in una nuvola di fumo. Salii sulla nave e andai nella mia stanza, la T7 e senza indugiare mi distesi sul letto. Nelle coperte. Al caldo.
    Speravo solo che grazie alla mia grande idea non mi fossi raffreddato: iniziare con un raffreddore la missione era una pessima cosa.
    Notai lo scrigno solo quando mi risvegliai. Lo aprii e vidi che c’erano due lasciapassare – e li riposi accuratamente nella sacca porta oggetti – e un foglio, con su scritto di “scrivere il mio nome per intero”.
    Presi la penna, la intinsi nell’inchiostro e feci quanto mi aveva detto. Quando anche l’ultima lettera fu scritta dal nulla – probabilmente ad opera di un Fuujinjutsu – comparve dal nulla una copia la quale, con mia somma sorpresa, funzionò quasi come una “trasmittente di volontà”, spiegando quelle che erano le generalità della missione. Di domande da fare, in quelle due ore, non me ne vennero molte e quando fu sparita decisi di uscire dalla stanza per cercare qualcuno tra i miei futuri compagni di squadra.

    Non mi fu difficile riconoscere il Colosso di Oto. Era sempre enorme – non avrebbe potuto di certo rimpicciolirsi – ed aveva sempre uno sguardo cattivo. Mi avvicinai a lui, che camminava in direzione opposta alla mia e mi fermai affianco a lui, alzando appena una mano in segno di saluto.

    « È da parecchio che non ci si vede, Mikawa » dissi « Dalla missione in quel mare di merda a forma di giada, se non ricordo male »


    Mi faceva piacere sapere che avrei potuto contare su persone che conoscevo già. Ma quel Mikawa aveva su di me un effetto strano: a pelle, per la sua espressione, per le sue parole e per la sua voglia insana di sangue non riuscivo minimamente a fidarmi di lui.



    Era passata una settimana dalla partenza e mi chiedevo quasi continuamente come stessero a casa Ayame, Jukyu e Nana. Odiavo lasciarle sole per lunghi periodi di tempo, considerando però che le piccole erano due ed erano anche abbastanza irrequiete, avrei trovato al mio ritorno una casa un po’ più caotica e una moglie un po’ meno tranquilla.
    Anche se, c’era da dire, che ormai occuparsi delle bambine stava diventando lentamente più facile. Soprattutto da quando avevano iniziato a dormire la notte e a restare sveglie di giorno come si competenza a persone “normali”.
    Un rumore di passi mi scosse dalla mia trance, interrompendo quel flusso di pensieri. Delle voci irrequiete irruppero nel quieto silenzio e qualche istante dopo oltre che i rumori nella mia stanza irruppe anche un uomo con la pretesa di farmi male.
    Sfondò la porta (non l’avevo chiusa a chiave) e si avventò con una goffaggine tale verso di me da farmi quasi pietà. Ancor prima che la sua sciabola potesse abbattersi sul mio corpo mi ero spostato dalla sua traiettoria (mi ero lasciato rotolare a terra, visto che ero steso sul letto) e rialzato in un lampo la mano, non armata, si sarebbe abbattuta sull’uomo colpendolo sul collo, al livello delle vertebre cervicali, probabilmente uccidendolo o quantomeno, garante dogli una paralisi permanente [Vel: 700 For:700].

    In un modo o nell’altro, liberatomi di quell’uomo, mi catapultai sul ponte e lì fui circondato da qualche altro. Quella volta però con me avevo una spada lunga più di me e dall’aspetto poco amichevole. Stavo per abbattere quelle povere anime in pena con un sol colpo quando provai una strana sensazione. Gli uomini affianco a me provarono forse la stessa cosa moltiplicata per svariate volte, perché si voltarono tutti quanti nella stessa direzione, impauriti allo stremo.
    Sospirai, riconoscendo quasi immediatamente quella sensazione, ponendo poi fine alla vita di quegli uomini che mi avevano circondato con qualche rapido fendente della mia spada [Vel: 700 For:700][Pot: 50] diretto verso la gola di quei poveri malcapitati. Avrebbero sicuramente tentato di ribellarsi, ma sarebbe forse cambiato il risultato se avessero tentato di attaccarmi?
    Mi avvicinai al Mikawa, che teneva in soggezione tutti quanti i gentili avventori abusivi della nave e mi fermai affianco a lui. Dinanzi al ninja di Oto c’era un giovane ninja di Suna che avevo già intravisto in altre occasioni. Sorrisi al Mikawa un po’ beffardo, riponendo la spada nel fodero: l’avrei pulita dopo dal sangue di chi mi si era parato dinanzi.

    image

    « Sei sempre il solito sporco esibizionista, Mikawa » dissi senza mostrare alcun timore di lui « Glie l’affondiamo quella nave? »


    Dissi guardando la nave pirata che aveva attraccato la nostra. Certo, avremmo potuto interrogare qualcheduno tra i nostri simpatici amici, magari ottenere anche informazioni utili sul perché di quell’attacco e se magari avevano un capo, provvedere a tagliargli le palle; tuttavia avevo una voglia malsana di vedere la nave di chi mi aveva disturbato colare a picco nel mare, magari bruciando di intenso fuoco dei Tengu.



     
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    Il Lupo e la Lepre
    Crociera in Costa Smeralda


    " Eiatsu non scambiare il fatto che abbia deciso di prendermi una piccola vacanza per un segno di debolezza. Allontanarsi per un po da Oto non può che farci bene, non farmi vedere per troppo tempo in giro potrebbe far insospettire i nostri amici degli altri villaggi. Inoltre è da diverso tempo che la mia spada non si tinge di rosso, non vorrei dimenticarmi come si fa HAHAHAHHA E stai più rilassato, non penso che questi tipi dell'Impero di Smeraldo siano tanto svegli da piazzare ricetrasmittenti e videocamere nelle stanze di chi hanno assoldato."


    Eiatsu ascoltò le parole del suo compagno di viaggio seduto su una sedia nella cabina di Aloysius.Con la mano sinistra giocherellava con uno spiedo facendolo volteggiare tra un dito e l'altro...

    Mugugnò senza guardarlo ed infine disse:

    “ Mah...secondo me la promozione a Jonin ti ha fatto abbassare troppo la guardia. Stai attento Aloysius: non è solo la forza che rende un avversario temibile... ti lascio alle tue divagazioni: torno in camera a firmare quel pezzo di carta..”

    Si alzò lentamente facendo frusciare l'abito dalle ampie volute. Intanto lo spiedo era sparito nascosto in una delle tante tasche del suo equipaggiamento...

    Fuori la stanza, il chunin si ritrovò a percorrere un lungo corridoio di legno fino alla sua stanza, la S1. La nave era enorme come mai ne aveva viste prima e questo lo aveva divertito parecchio. Aveva passato le prime ore a bordo a farsi un giro, per la prima volta senza finalità tattiche di alcun genere sebbene certe abitudini fossero dure a morire. La vicinanza di Diogenes stava allentando la sua vigilanza...

    Con un cigolio la porta di legno scuro del suo alloggio si aprì mostrando una stanza in tutto e per tutto simile a quella di Aloysius. Senza perdere tempo, il chunin prelevò il foglio dove apporre il suo nome(quello vero purtroppo) scansando la mappa che aveva imparato a memoria e gli altri documenti.

    Una volta che la sua calligrafia elegante fu apposta sulla carta porosa si attivò una tecnica del mandante. Un uomo dalla pelle dorata ed incappucciato fece la sua comparsa all'interno della stanza striminzita non senza stupore del ragazzo! Il livello della tecnica doveva essere notevole dato il grado di interazione possibile tra l'esterno e il costrutto nonché il quantitativo di informazioni che vi avevano apposto. In breve la situazione era la seguente: nei dintorni del villaggio della Lepre avevano fatto la loro comparsa degli Oni dalle capacità fuori dal comune, o meglio diverse da quelle alle quali gli abitanti dell'Impero di Smeraldo fossero abituati. In sostanza il loro compito era quello di indagare su come questi Oni fossero stati in grado di oltrepassare le difese dell'Impero ad ovest e da dove provenissero le abilità che sembravano improvvisamente aver acquisito. I mandanti erano i villaggi della Fenice, del Leone Nero e della Gru Grigia...

    “Che nomi curiosi!”

    Gli occhi del chunin vagarono sulla mappa che gli era stata data e sentì dentro di se un fremito di esaltazione nell'osservare quanto era vasto quel mondo che non conosceva affatto.

    “Dovrò tornarci per piacere una volta finita questa missione...”

    Guardò poi il clone che si era dimostrato disponibile a soddisfare alcune curiosità sul continente.

    “ Vedo che sono seganti numerosi villaggi su questa mappa..sono tutti villaggi ninja? Nel nostro continente ne abbiamo molti di meno...immagino che qui da voi l'arte ninja sia molto sviluppata...
    Inoltre mi incuriosisce la natura di questi Oni: qual'è l'origine di questi mostri?

    Hai detto inoltre che il Granchio Rosso è la prima difesa contro questi Oni.Dove sono collocate le altre?E' mai possibile che a queste sia sfuggita l'infiltrazione di un così cospicuo numero di Oni?”


    [...]

    Nei giorni successivi il chunin si sarebbe dedicato principalmente ad osservare il mare. Nonostante la stazza della nave gli capitò di imbattersi in ninja con i quali aveva già avuto modo di collaborare: per esempio il Mizukage e il Sand Scorpion Hoshi Kikuma e li salutò con il consueto rispetto che aveva caratterizzato la missione precedente. Trascorse invero poco tempo con il suo più stretto commilitone Aloysius sebbene una sera si fece raccontare qualcosa circa Luis Mikawa, figura che lo interessava perchè, nonostante la fama, non aveva avuto alcun tipo di contatto con lui, fatto eccezionale considerando che appartenevano allo stesso villaggio...

    [...]

    Il Settimo giorno di viaggio Eiatsu si trovava in meditazione. Si era seduto al centro della stanzetta a gambe incrociate e gli occhi chiusi cercando di non pensare al mare e alla nave che lo avevano decisamente seccato.

    “ ...stai più rilassato..”

    Gli rimbombarono nella mente le parole del Mikawa. Tuttavia era difficile per lui rilassarsi perché, come ogni volta che doveva andare in missione, metteva a repentaglio la segretezza che circondava le sue reali abilità...era stata colpa di quello sciocco Aloysius se si stava buttando a capofitto in una misione che reputava decisamente al di sopra delle sue possibilità...vero pure che aveva una certa necessità di fondi per le sue ricerche: questo era il reale motivo per cui aveva accettato...

    Mentre così pensava sentì del trambusto provenire da sopra coperta e in particolar modo da fuori la sua stanza. Il suo orecchio allenato percepì un affannato avvicinarsi di passi. L'andatura della persona era decisamente accelerata, sebbene in definitiva goffa. Un tintinnare di metallo tradiva un equipaggiamento offensivo di una qualche minaccia. Infine, il fatto di entrare poi senza bussare, convinse preventivamente il chunin dell'ostilità del nuovo venuto. Non che questi ebbe modo di esternare il suo furore! Appena mise piede nella stanza, due spiedi volarono dalle mani esperte del chunin verso la testa del pirata: uno per occhio. Per suo fortuna...anzi no: per sua grandissima sfortuna immediatamente dopo il lancio qualcosa fece rollare la nave così che i due spiedi non trovarono il morbido del bulbo oculare e quindi il cervello della vittima, ma probabilmente si arrestarono contro un qualche osso del cranio.

    L'uomo , come ogni bestia ferita gravemente agli occhi, urlò di dolore e, immediatamente, la sua furia cessò lasciando spazio alla disperazione. L'aggressore portò le mani al volto non avendo il coraggio di sfilare i lunghi spiedi che pure gli dovevano causare un dolore fuori controllo...

    Eiastu guardò perplesso l'uomo:

    “Mmm non è morto...beh forse può essere ancora utile”

    Si alzò di scatto e in una frazione di secondo, ritrovandosi dietro il nuovo venuto, poggiò la mano con il palmo aperto sulla nuca dell'uomo:

    “Vediamo cosa sta succedendo”

    Il chakra del ragazzo fluì dentro la mente dissestata dal dolore dell'uomo cercando di carpire tutte le informazioni possibili circa quello che stava accadendo...

    Quando ebbe compreso ciò che voleva disse:

    “Mph esistono ancora i pirati? Ridicolo...”

    Quindi,mostrando una forza al di sopra di quello che ci si sarebbe potuto aspettare, schiacciò la testa del pirata frontalmente contro il muro facendo sparire gli spiedi all'interno del suo volto. Il corpo dell'uomo si accasciò senza vita...

    Eiastu guardò lo stato pessimo in cui versava ora la sua stanza, pieno delle chiazze del sangue del pirata:

    “Guarda tu che macello”

    Aprì quindi un rotolo di quelli predisposti a contenere i cadaveri e vi mise quello del pirata: gli era bastata un'occhiata, ancor prima di leggergli la mente, per sapere che non valeva nulla. Comunque un corpo faceva sempre comodo....

    Quindi incrociò le dita in una delle tecniche proprie dell'arte eliminatoria:la Razzia.

    In un attimo ogni segno dello scontro sparì lasciando quell'atmosfera asettica tanto familiare al chunin.

    “Ora va decisamente meglio”

    E cacciato un lungo sospiro si sedette nelle stessa identica posizione in cui vessava prima di essere disturbato, semplicemente così, come se non fosse accaduto nulla.

     
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  6. Manu ©
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    Inizio di missione.



    Hamano si ricordava dell'ultima volta che aveva affrontato un viaggio in mare. Era salito sulla Nuvola Rossa, bella nave, che ebbe la sfortuna di affondare per colpa di alcuni tipi che la distrussero fin dalle basi. Sperò che questo viaggio non finisse allo stesso modo.
    Era di nuovo missione nonostante tutto, e a quanto pareva ai grandi capi del villaggio sembrava che anche con un braccio diverso dall'originale lo ritenessero all'altezza di missioni di livello A. Meno pensava al rango di quella missione e meglio stava, perchè in mezzo agli altri compagni non aveva fatica a credere che fosse quello più debole fisicamente.
    Sospirò spingendo la porta della stanza che gli avevano assegnato, cercando di scacciare via quel senso di incapacità che provava. Non era neanche iniziata la vera missione che era già lì che si preoccupava come un dilettante. Era comunque un chunin del villaggio, per di più membro dei Sand Scorpions. Forse non poteva competere con gli altri ma sicuramente aveva la sua importanza in quel gruppo.
    Entrato nella stanza cominciò ad ispezionarla come voleva la procedura standard quando, aprendo lo scrigno trovò un po' di materiale interessante. Una mappa, un lasciapassare ed un rotolo su cui si doveva scrivere il proprio nome. Incuriosito Hamano lo fece e per poco non gli venne un colpo nel vedersi comparire davanti un bushin. Questi spiegò la situazione del villaggio in cui si stava dirigendo e anche un introduzione alla loro missione. Il ragazzo fu abbastanza colpito da quel trucchetto per dare delle informazioni, davvero non male. Non chiese nulla alla copia in quanto per lui era sufficiente e dopo un po' di tempo scomparve. Forte!

    [...]

    Durante la settimana di viaggio, oltre a salutare Hoshi e a godersi quel breve momento di tranquillità, Hamano si dedicò a sessioni di meditazione e di allenamento con la sua nodaichi. Lo aiutavano a tenere mente e corpo pronti, e aveva anche aumentata la dose dato che doveva abituarsi ad usare la sua protesi meccanica alla perfezione.
    Il settimo giorno ebbe però un contrattempo.
    Mentre stava curando la manutenzione della protesi, rimuovendole polvere e altre cose che potessero rovinare gli ingranaggi, udì rumore di passi concitati sopra di lui. Che fossero arrivati a destinazione?
    Inoltre vicino alla sua stanza cominciò a sentirsi un gran vociare, ma non gli parve di udire nessuno che potesse conoscere.
    La porta si spalancò e comparve un uomo che oltre ad emanare un forte puzzo sembrava essere senza un briciolo di intelligenza.
    Da come armato iniziò ad avvicinarsi ad Hamano capì che non era certo uno dell'equipaggio, e che quindi stava succedendo qualcosa di sopra.
    Ovviamente Hamano non voleva far del male a qualcuno che sarebbe riuscito a battere ad occhi chiusi, perciò si alzò in piedi e cominciò a far segno all'uomo di fermarsi, e questi, mostrandosi stupito, lo fece, forse pensando che si volesse arrendere.

    La prego, se ne vada, vorrei davvero evitarle di farle del male. Avrà qualcuno di caro da cui desidera tornare, vero?

    A quelle parole l'uomo, dopo un attimo di incredulità, scoppiò in una risata sguaiata, mostrando ad Hamano la sua poca igiene orale. Gli sembrava assurdo che un ragazzino chiuso in stanza potesse dire simili parole ad uno che lo stava minacciando, e poi aveva quell'assurda protesi.
    Proprio sulla protesi lo sguardo divertito dell'uomo si fermò, cosa che il chunin non potè fare a meno di notare.

    Eh già, ho perso un braccio, ma che ci vuole fare, così va la vita.

    Fece spallucce e sospirò, come se fosse un vecchio che ricordava i bei tempi della gioventù.

    Vede, io dovrei veramente andare a vedere cosa succede su, però non posso lasciarla agire indisturbato per la nave, quindi la pregherei di seguirmi.

    Il pirata rise ancora a quelle affermazioni, le trovava di un assurdo da essere esilaranti. Lo avrebbe raccontato agli amici davanti ad un boccale di birra quando fossero tornati, però quando si riprese dalla risata vide che Hamano gli stava puntando il braccio robotico davanti alla faccia, con la mano aperta.

    Immagino sia costretto a legarla al guinzaglio.

    Detto ciò fece partire il meccanismo del braccio sparando la mano in direzione del collo dell'uomo.Nonostante fosse stato ideato come rampino era più che sufficiente per tenere fermo un uomo del genere, perciò la mano senza problemi si strinse attorno al collo dell'esterrefatto pirata, spingendolo con forza contro la parete. Appena lo prese, la mano cominciò a serrarsi attorno al collo per tenere salda la presa, ma il ragazzo fu attento a non strozzarlo.
    Prese il suo equipaggiamento e si portò dietro il pirata trascinandolo per terra, mentre questi cercava in tutti i modi di aprire le dita della mano per poter respirare liberamente. Arrivato sul ponte vide come questo era bersaglio di un arrembaggio, infatti si trovò puntato da altri tre uomini. Questa volta Hamano non era sicuro di riuscire a risparmiarli.
    Si armò con la mano libera della sua fidata Meiyo ma non ebbe subito occasione di usarla. Un lungo brivido lo percorse per tutta la lunghezza della schiena facendolo voltare verso la fonte di ciò. Uno della squadra sembrava emanare una terribile sensazione di terrore attorno a sè. I pirati sembravano ancora più terrorizzati, ma con un forte finto colpo di tosse li fece voltare di nuovo verso di lui, questa volta meno spavaldi diprima.
    Poverini, gli facevano pena. Però aveva una mano già occupata a tenere fermo il pirata, e non poteva certo lasciarli andare così.
    Con un unico scatto e un unico fendente orizzontale basso Hamano tranciò ad tutti e tre una gamba. Gli dispiaceva doverlo fare, però non poteva fare altro.
    I tre rotolarono urlanti per terra mentre Hamano rinfoderava la sua nodaichi sporca del loro sangue. In mezzo alla confusione trovò Hoshi insieme al biondino di Kiri e quello che aveva causato l'ondata di panico di prima.
    Si avvicinò a loro tranquillamente trascinandosi dietro il pirata che ancora cercava un modo di scappare dalla presa che comunque lo lasciava respirare quel poco per sopravvivere. In effetti il rumore della catena e la vista di un ragazzo che si trascinava tre metri dietro di se un disperato era qualcosa di abbastanza singolare.

    Ehy, io ne ho tenuto uno vivo, per quanto possa essere utile.

    Diede un'occhiata dietro per vedere se fosse ancora vivo.

    Sì, mi sembra vivo. Mi dispiaceva ucciderlo, poverino, ha una scarsissima igiene orale.

     
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  7. Yami Kaguya
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    ¬ I ch i ¬
    "Emerald Empire".
    ...What the fuck is that name?

    ..Ultimamente, ogni volta che mi arrivavano ordini da "casa", il mio umore peggiorava. E guarda caso, quella volta non ci furono eccezzioni.
    Per quanto all'inizio, non seppi bene cosa provare. Trovarsi coriandoli e cappellini da festa davanti, non era esattamente qualcosa che accadeva spesso nel luogo in cui ero cresciuto
    CITAZIONE
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    Sorpresaaaa!
    Un uccellino mi ha detto che hai trovato la portatrice, complimenti per averci messo solo qualche mese!
    Beh, spero sarai contento, ora. Ti rimane solo da attendere il via libera per la possessione, no? No?
    In effetti, no.
    Eh sì. Già. Proprio così. Dopo quel...piccolo problema con la missione del Chikuma, gli anziani preferiscono farti un pre-esame, che consiste in questo.
    No Nill, non è una missione di livello V scritto male...gira il foglio. Ecco, brava.
    Comunque, non chiedermi chi sono questi tizi stranieri, ti hanno dato il primo lavoro che hanno trovato di difficoltà a loro dire sufficiente, e come se non bastasse ci si è pure infilato il parente del Kage, quindi.....
    image
    Insomma vai, svolgi, e torna. A seconda del rapporto, immagino ti daranno la loro risposta riguardo a Shukaku.
    Immagino pure non serva dire che se fai casini la tua aspirazione se ne và a puttane insieme alla missione, quindi impegno, mi raccomando.
    Ciao ciao!

    La trasmissione si chiuse, lasciandomi ancora una volta mezzo stordito per quella tecnica assurda. Ci misi qualche minuto per andare a controllare l'altra lettera, giunta come sempre in contemporanea agli ordini di Sasha, ma come sempre lasciata da parte a causa della priorità maggiore di questi ultimi. Aperta la missiva però, ne fissai corrucciato il testo, con una sola domanda in testa.

    Impero di che?

    [...]

    ..Sant...urgh!

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    Il viaggio era stato piacevole, sino al thè. Trovare la nave era stato altrettanto semplice, gigantesca com'era. Una volta partiti e consegnati al rollio delle onde, però, le cose si erano complicate. Forse era stata anche la cena della sera prima, ma mi sentivo di merda, con tutto quel dondolare. Avevo finito per entrare in camera, la S7, con la più sincera intenzione di rimanerci.
    Tuttavia, ci fu un problema inatteso. Avevo notato la presenza di un piccolo scrigno quand'ero entrato, così avevo deciso di passare il tempo controllandolo. Una volta aperto si era rivelato contenente un lasciapassare, una mappa, e un terzo rotolo. Avevo poggiato le mie cose sul tavolo, così le spostai un pò per poterci mettere il rotolo aperto, ma conteneva unicamente una scritta dal significato oscuro. O meglio, chiedeva di scrivere il proprio nome, e ciò feci.
    I problemi ci furono subito dopo. Perchè appena terminai di scrivere, ci fu una nuvola di fumo, e le mie abitudini reagirono per me. La mano corse alla katana, la estrasse, e con un fendente secco falciò il fumo in verticale.
    image
    Fumo in cui feci a tempo a vedere, una figura umana e ben vestita, prima che questa esplodesse in un'ennesima nuvola di fumo, lasciandomi solo nella stanza. Rimasi fermo alcuni secondi, chiedendomi che diamine fosse successo, poi però notai che sulla mappa c'era un simbolo di un uccello, uguale a quello posto sullo scrigno. Realizzai che il lasciapassare e la mappa, mi sarebbero stati utili.
    E che probabilmente, anche il terzo oggetto forse sarebbe dovuto essermi di supporto. Se non fosse stato tagliato in due insieme al tavolo e alla figura umana, almeno.

    ...Oh...
    ...cazzo...


    Che inizio di missione fantastico. E ora che diamine poteva essere, quell'affare? Il lasciapassare l'avevo, la mappa pure...ma porca...
    Rimisi a posto la lama, sedendomi di nuovo per combattere la nausea ingigantita dalla preoccupazione per l'impressione di aver commesso una grossa cazzata. Riflettendoci però, ricordai che Sasha aveva detto che forse anche Hoshi, era su quella nave. Se gli era arrivata una lettera come la mia, forse lui l'aveva attaccata con un peto piuttosto che con una katana, come ogni persona normale.
    Certo le persone normali non usavano peti o katane, ma i primi erano di sicuro più normali dei secondi.

    Aver trovato una possibile soluzione mi aiutò a calmarmi, ma la questione successiva non tardò a porsi: dove diamine era, il rosso? Mi avevano detto che la S7 mi era stata assegnata perchè le altre erano occupate, quindi forse era in una di esse. O in una delle successive.
    Fu così quindi, che spalancai l'oblò, e mi attaccai col chakra sull'esterno della nave, controllando la disposizione delle stanze. Tre, tre...e tre. Doveva essere in una di esse, ed ebbi fortuna a tal proposito. Arrampicandomi sul fianco della nave, la prima finestra che vidi conteneva una zazzera rossa intenta a parlare con qualcuno. Forse lo stesso tizio con cui avrei dovuto parlare io. Quindi rimaneva una sola cosa da fare. Ovvero battere colpi sul vetro sino a che il ragazzo non mi avesse notato, e dunque spiegare in breve la situazione.

    Ehilà, come stai Hoshi? Avrei un piccolo problema, mi è uscito qualcosa da un rotolo, di sotto, ma ho fatto un pò di casini e credo di averlo distrutto. Mi presti il tuo, quando hai finito?

    Rimasi quindi lì, appollaiato sul fianco della nave, oppure se mi avesse fatto spazio a mò di invito sarei entrato direttamente nella stanza del Chikuma, ringraziandolo. E ponendo una singola domanda, al tipo benvestito che stava seduto sopra il rotolo.

    Mi perdoni, ma può ricominciare da capo?

    [...]

    Grazie al rosso o a quella che era una copia del mittente, alla fine venni a sapere meglio che cosa eravamo stati mandati ad affrontare. Non avevo grandi difficoltà a credere all'esistenza dei demoni, dovendone ospitare uno nel mio corpo di lì a qualche mese al massimo. Però degli "Oni"... mah, questo Impero doveva essere un posto parecchio strano. Anche nell'eventualità che non fossero veri Oni, ma solo bestiacce di forma umanoide.
    Non avevo però particolari domande, rimasi a sentire quelle di Hoshi per un pò. Quando però il rosso terminò la
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    sua serie, me ne concessi una pure io, con sguardo grave.

    Quale può essere il villaggio con più ragazze, fra tutti?

    Avrei fatto una pausa di qualche istante, e quindi avrei continuato.

    Intendo a portata di zampa per questi "Oni", ovviamente.

    Già, "ovviamente". Forse, almeno.

    Beh, io ho finito. Grazie del prestito Hoshi, mi hai salvato la vita. Io sono nella S7, ci si vede in giro al massimo.

    Uscii di nuovo sul fianco della nave, e dunque ridiscesi sino alla mia stanza, avvicinandomi alla chiglia per poi fare un respiro profondo. E rigettare anche l'anima, dopo aver cercato in ogni modo di apparire tranquillo con Hoshi e l'altro tizio, sino a che non ce l'avevo fatta più.

    Bleah...Se ritrovo quel chiosco di Ramen, ammazzo il proprietario.

    [...]


    Il resto della giornata, lo passai nel letto cercando di calmarmi lo stomaco. Già dal mattino dopo, mi sentivo meglio, e quindi andai a chiedere all'equipaggio se avevano un'asse di legno, o un qualsiasi bersaglio. Dopodichè, passai gran parte della giornata a tirare frecce. Il vento marino di quei giorni era diverso da quello desertico, ed ero curioso di quali effetti potesse avere sulla traiettoria dei proiettili. Così però, finì che ogni mattina la passavo così, mentre il pomeriggio mi chiudevo in stanza, ad aggiustare le frecce secondo le impressioni raccolte.
    Le relazioni con gli altri partecipanti, non mi interessarono molto. C'erano tre otesi, uno più grosso dell'altro a parte un tizio stranamente pallido. Poi due kiriani, fra cui il Nara incontrato tempo prima. E per finire Hoshi insieme ad Hamano, con mia sorpresa. Eravamo in 8....due squadre niente male, insomma.
    Come detto però, ero abbastanza assorbito dal mio mondo da non concedermi nulla se non mattinate di prove, pomeriggi di aggiustamenti, e notti...vabbè, da un possibile portatore di Shukaku. Il picco della luna piena era esattamente in quei giorni, e il mio corpo me l'aveva ricordato ogni dannatissima notte. Finalmente la notte del sesto giorno di viaggio, riuscii a dormire almeno un paio d'ore senza incubi così da non sonnecchiare a tratti fra un pasto e l'altro.
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    Ovviamente però ero a dir poco sfinito. La mia coscienza non mi permetteva di saltare le sessioni di prove, l'arco era la vita per qualsiasi tiratore, e l'unica cosa che nella sua meccanicità mi permetteva di concentrarmi e scaricare la tensione. I risultati sulla mira si erano fatti sentire, così avevo deciso che dopo una settimana quasi di notti insonni e sveglie un'ora dopo l'alba, potevo poltrire almeno quel giorno.
    Qualcuno però, non si dimostrò d'accordo. Per la precisione, al normale brusio della nave si aggiunsero rumori decisamente più sordi, e quindi i rollii si fecero più intensi, strappandomi al dormiveglia e riportandomi a una realtà dove c'erano dei problemi di guida di quella bagnarola, o di altro tipo.
    L'"altro tipo", si palesò sotto forma di un tizio armato di sciabola che sfondò la porta con un calcio, facendo tanto casino che mi strappò totalmente al sonno. Lo fissai un istante senza però muovermi, e lui fece lo stesso con me, prima di puntarmi la sciabola contro e urlarmi di dargli ogni cosa che avevo.
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    Con mio scarso interesse.

    ...Senti, ho solo un sonno pazzesco, non è che ti levi dai-

    Mi scattò contro, e a quel punto non ci fu molto da fare. Unii le mani in un istante, e di fronte a lui da una nuvola comparve un pugno chiuso, che il braccio e la spalla ad esso collegati stavano portando a tutta forza verso il suo naso. L'improvvisa comparsa non gli lasciò il tempo nemmeno di capire bene che cosa gli si fosse schiantato in faccia, e indietreggiando le cose per lui non migliorarono. Nel suo incespicare dal dolore, le due mani del clone comparso sul tetto e attaccato ad esso col chakra saettarono come serpenti verso la sua gola, prendendolo in una presa a triangolo al collo e tenendolo sollevato da terra. Lo fissai agonizzare qualche secondo, ma divenne noioso prima di poter soffocare del tutto. Feci quindi un cenno alla copia, e in mezzo ai mugugni del pirata risuonò il suono secco di un osso in frantumi, e quindi il tonfo di un cadavere sul legno. La copia scese dal tetto, e quindi si mise ad osservare quello che sembrava tanto un pirata. Ma guarda te se doveva toccare proprio a noi...
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    Mr. Wong, vada a vedere che succede. Mr. Wong 2 scarichi il corpo di questo tizio in mare, prima che puzzi. Per il resto scommetto che Hoshi è già fuori a tirare Scirocchi in giro, perciò scomparite solo se vedete qualcosa di interessante, se gli occorre una mano seria, o dopo venti minuti. A dopo.

    Le due copie uscirono insieme al cadavere, e quindi mi rimisi disteso, cercando di rilassarmi un attimo.

    [...]

    Era sempre strano, ritrovarsi ad essere una copia. Vedersi da una parte, a dare ordini, sapendo che era meglio eseguirli in quanto un mero ammasso del proprio chakra. Le prime volte era stato tanto strano, che "mi" ero dato un nome, per sentirmi meglio quando poi i ricordi tornavano alla fonte insieme ai primi attimi di disagio nel vedere due o anche dieci "me" tutti assieme.
    Ad ogni modo, Mr. Wong 2 andò a fare il suo lavoro, e dunque io feci il mio. Uscii dunque sul ponte, ma non ci fu molto da fare. Il più grosso dei marcantoni otesi stava parlando con Hoshi, e il Nara era con loro. E fin lì, tutto normale.
    Per il resto c'era un tornado gigante in mezzo al ponte, un sacco di gente immobile, qualcuno già falciato dallo spadone del Nara. E una sensazione tale che il malessere del primo giorno, quasi mi mancò. Immaginai fosse quella "cosa", a tenere in riga i pirati. Tuttavia individuarne la causa, non fu altrettanto ovvio. Le provai quindi tutte, dirigendomi in maniera meccanica verso le corde delle vele, e scalandole poco alla volta sino ad arrivare praticamente in cima. Ma quella sensazione non accennava a sparire. Così mi misi il D-visor sull'occhio, e detti un'occhiata in giro. Tutti delle belle statuine, a parte Hoshi, Hamano, Itai e il gigante, per quello che vedevo al momento.
    Non ricordando però tecniche simili dalla missione col Nara, e vedendo che la faccia di Hoshi o Hamano non erano migliori della mia, mi spostai con lo sguardo verso il tipo coi capelli a punta. Mi sistemai dunque schiena all'albero, srotolai la corda dell'arco, la agganciai all'estremità tenuta libera per non perderne l'elasticità, e dunque incoccai una freccia. Mi passò per la mente l'idea di farlo smettere provando a centrarlo alla spalla, ma forse l'orecchio era meglio.

    Tuttavia, ciò che temevo avvenne. La mano era in preda al nervosismo come il resto del corpo, e quindi la mira ne risultava sfalsata in partenza già di alcuni centimetri. E ciò si poteva tradurre in un margine di errore di almeno un quarto di metro, perciò tanto valeva lasciar perdere. Presi l'arco fra i denti, e quindi con calma tirai fuori invece il rotolo con l'inchiostro, scarabocchiando un paio di kanji in una semplice richiesta. Legai il pezzo di pergamena alla freccia, e quindi la incoccai di nuovo, mirando a circa due metri alla sinistra di Hoshi. Dunque scoccai, restando poi in attesa che la mia richiesta fosse accontentata o meno. Dopo mezzo minuto avrei però iniziato ad averne le scatole piene a prescindere, e decisi di sparire, così da comunicare all'altro me stesso che in gita con noi sospettavo ci fosse un tizio "nauseante", per certi versi.


    CITAZIONE
    Hoshi, mi fai un favore? Se lì in giro c'è il tizio responsabile di quest'atmosfera nauseante, puoi chiedergli cortesemente di smetterla appena può? C'è gente che cerca di dormire di sotto. Grazie, ti devo un altro favore, metti in conto.

     
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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    Il Lupo E La Lepre
    E’ Tutta una Questione Di Soldi
    (L’Inizio)

    Portatemi il lotto 5b e 6a e preparate ancora Campioni per le analisi …

    Immobile al microscopio osservavo ormai annoiato, l’esito dell’ennesimo test sperimentale, mentre i miei assistenti seguivano meccanicamente le mie istruzioni, quando l’inaspettato

    ° Si riproducono … si Riproducono … °

    Fui colto da un inaspettato senso di soddisfazione osservando l’effetto che le cellule subivano tramite irradiamento, non era semplice riprodurre la mutazione genetica riconducibile all’effetto che una innata ha sull’organismo umano, ma questa avrebbe segnato sicuramente l’inizio di un nuovo campo di studi sperimentali che io stesso avevo battezzato come jutsuNoma, ossia lo studio del Genoma ninja, e l’evento a cui assistevo avrebbe gettato le fondamenta di quella nuova scienza.
    Una … due … quattro … sedici …
    Identiche, modificate e biologicamente attive, quando l’irrimediabile …
    Successivo e inaspettato invecchiamento veloce e precoce e la morte.
    Così in un lasso di tempo esiguo avevo assistito al miracolo della scienza, donar vita e allo stesso tempo decretarne la morte, il campione che pochi istanti prima proliferava, ora fumante giaceva sul vetrino, l’uomo che si sostituiva a Dio …
    Ancora non aveva la sua stessa Pratica

    Ci servono Ancora Campioni …

    Avevo riferito al mio assistente, eppur ero a conoscenza ormai della scarsità di fondi, senza i quali il progetto avrebbe subito un forte rallentamento, prima di essere del tutto avvallato.
    La mia creatura abbandonata?
    Il sol pensiero mi accapponava la pelle, avrei trovato quei fondi …


    [ Qualche Giorno Più Tardi ]


    I miei passi lenti procedevano sulla banchina del porto sul quale da poco era approdato, il viaggio era stato lungo, avevo abbandonato Kiri da Giorni ormai, da quando avevo deciso di partecipare a questa missione. Adesso, con lo sguardo basso, un uomo vagava per un porto anonimo, in un paese anonimo, alla ricerca di una imbarcazione anonima, che ottima prospettiva.
    La brezza salmastra mi accarezzava il viso e filtrava tra i capelli che legati ondeggiavano sulla spalla sinistra, lambendo il kimono bianco, in perfetto ordine, poggiato su indumenti scuri, un bicromatico contrasto che amavo indossare, sintomatico del mio carattere e della mia personalità, sottigliezze che avrebbero richiesto un acume che probabilmente in nessuno avrei mai riscontrato … ecco perché mi son sempre ritenuto indecifrabile.
    Dopo pochi minuti di vagare, finalmente la vedo, eppur si mostra maestosa quella imbarcazione, non me lo sarei mai aspettato, leggo il nome sulla chiglia, stampato a caratteri cubitali, Myusia…

    Eccola, beh almeno viaggerò comodo …

    Riflessioni ad alta voce le mie, raggiungo il ponte della nave e vengo accolto con molta ospitalità, dal personale di bordo che mi avrebbe poi accompagnato nella mia cabina la T1, comoda, confortevole. Gettati gl’incartamenti, nient’altro che appunti personali sul giaciglio mi sarei disteso, riposando un po’ dopo il lungo viaggio affrontato.
    Uno strattone improvviso mi avrebbe ridestato qualche ora più tardi, colto dalla inconsueta sensazione di disorientamento, osservo il soffitto, lasciando che la mente ricordi, dove mi trovo? poi tutto è nuovamente chiaro, mi siedo alla scrivania e finalmente apro lo scrigno che già in precedenza avevo notato. Mi soffermo sulla mappa, l’osservo, la studio, la memorizzo.
    Un semplice lasciapassare utile di certo per evitare grane nel regno di Smeraldo e un foglio, dove mi apprestai subito a scrivere il mio nome. Avevo immaginato una cosa simile a quella che successe di lì a pochi istanti, un jutsu, probabilmente un fuuinjutsu. Apparse l’immagine di un uomo, doveva essere il nostro committente. Spiego di come l’impero di smeraldo fosse in difficoltà, le creature imputate di tale disagio, erano infernali, gli Oni, così li chiamava …
    Non ero a conoscenza di tali esseri, ne avrei mai saputo riconoscerne uno, così alla successiva esortazione decisi di continuare , chiedendo:

    ha notizie generali di questi esseri? Intendo usi, caratteristiche fisiche peculiari, debolezze anatomiche, predisposizioni di razza … ? tutto quello che può fornirmi insomma!

    Attesi così una sua risposta annotando le informazioni, su un foglio, che avrei successivamente studiato, riponendo poi la penna sul tavolo…

    Credo sia tutto !!!


    [ i Giorni Seguenti ]

    I giorni passarono in tranquillità, principalmente decisi di restarmene in cabina, alternando lo studio continuo che richiedeva la mia ricerca, all’interpretazione della mappa e delle informazioni in mio possesso relative alla missione che mi attendeva. Non rinunciai tuttavia ai miei momenti d’aria, il profumo del mare, che respiravo sul ponte di quella fantastica nave, Aveva l’effetto magico di un tonico di recupero, per la mia mente. Nei momenti che passai fuori dalla cabina, indossai un manto scuro, con un cappuccio che avrebbe occultato la mia presenza, non amavo particolarmente esporre la mia figura, soprattutto in missioni come queste, d’altra parte avrebbe potuto presentare un vantaggio, anche perché non sapevo con chi avevo a che fare.
    Riconobbi a zonzo per la nave alcuni ninja, a partire da Itai, mio conterraneo, il capo delle mura, ninja temibile, dalle eccezionali abilità in battaglia, fama paritaria e comparabile, al suo carattere eccentrico e alquanto rissoso. Parlava con un gigante che poi conobbi essere, il colosso di Oto e dal medesimo villaggio doveva venire pur l’altro ninja che spesso si intratteneva con lui, parevano abbastanza intimi i due. Un altro ninja dalla fluente chioma rossa, un ragazzino di cui nulla sapevo se non quelle caratteristiche che presto balzavano agl’occhi.
    Ed eravamo a quota 5 compreso me… gl’altri? Dov’erano …?
    L’avrei scoperto in seguito …


    [il settimo Giorno]


    Ero immobile sulla mia scrivania, totalmente immerso nei cartigli, concentrato tra formule matematiche ed equazioni chimiche, quando udì sul ponte una sirena, che a parte il fastidio intrinseco in quel suono, preannunciava qualcosa di non buono. Cercai di scorgere qualcosa fuori dall’oblò della cabina e in lontananza notai una nave, spiegava la bandiera nera con il teschio, tipico dei pirati, un rapido calcolo … avevo ancora 1ora prima che essa raggiungesse la nostra nave, così, disinteressato tornai ai miei studi.
    Udì poi un forte vociare proveniente dal ponte, passi che si incanalavano nei diversi corridoi, decisi così di agire.
    Estratto il mio spiedo Rinforzato, che con grande maestria lasciavo roteare tra le dita, sedetti proprio di fronte alla porta, in attesa dell’inevitabile, non appena la porta si schiuse, con prontezza lo spiedo vibrò, fendendo l’aria e diretto alla giugulare del malcapitato, se l’avesse colpita, l’uomo sarebbe morto dissanguato.
    Mi sarei poi avvicinato a quella raccapricciante scena. Consapevole della fine imminente, il pirata rimaneva immobile sulla porta, poggiato ad uno stipite e mi fissava.
    Avrei afferrato lo spiedo, nella parte che ancor restava al di fuori di quel corpo, sentivo l’affanno e la voglia di sopravvivenza di quell’uomo.

    Tranquillo … Presto tutto Finirà …

    Posto poi il piede destro sul torace, avrei spinto quel corpo inerme all’indietro, l’estrazione dello spiedo, avrebbe imbrattato la porta e parte del volto di Etsuko, mentre il pirata, si sarebbe accasciato nel corridoio proprio di fronte alla stanza del kiriano, la cui porta si sarebbe chiusa prontamente!
    Quelle le ultimi immagini del pirata.
    Quello il modo di esplicare di Etsuko, il suo personale tagliando da affiggere alla porta…
    Si Prega Di non Disturbare


     
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    Oto, sounds Good

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    Non sarebbe stato difficile trovarmi per l'incaricato, almeno se avesse avuto l'accortezza di chiedere a chicchessia nel villaggio dove poter incontrare Luis Mikawa. Era dal mio rientro ad Oto, infatti, che trascorrevo praticamente tutto il tempo libero nel Quartiere dei piaceri, in special modo il Neko Senzai risultava attrarmi come pochi altri locali. Il semplice intrattenermi con Ayane e compagne risultava assai piacevole, nonostante mi lasciassi andare ad incontri amorosi ben meno volte di quello che si potrebbe pensare per un assiduo frequentatore di quel bordello.
    Fu in quello stesso locale che mi raggiunse il messo, porgendomi la lettera e squagliandosela di gran lena, probabilmente allarmato da qualche commento ricevuto in seguito alle richieste d'informazioni sulla mia possibile ubicazione. Poco male, pensai, potendomi così godere ancora qualche ora di svago, prima di dover impegnare la mia attenzione sul contenuto del documento lasciato in custodia al barista.

    [...]

    L'imbarcazione che avremmo sfruttato per la traversata era qualcosa di stupefacente, almeno per occhi ignoranti come i miei che, nel corso degli anni, avevano visto il mare forse in due, massimo tre occasioni. L'imponenza del vascello non poteva che lasciarmi interdetto mentre, all'interno del vasto numero di passeggeri che si apprestavano all'imbarco, attendevo di salire a bordo.
    Le procedure d'accettazione furono abbastanza sbrigative ed in poco tempo ebbi accesso alla mia cabina accusando un nuovo attimo di stupore trovando fin troppo spazio rispetto a quello che mi sarei immaginato, ma nel vagare del mio sguardo, come sicuramente si sarebbe aspettato l'organizzatore del viaggio, l'occhio venne irrimediabilmente attratto da uno scrigno il cui simbolo identificativo ne rendeva assai chiaro il possibile contenuto. Abbandonai così il leggero bagaglio che mi trascinavo dietro da un paio di giorni a terra, impiegando i successivi minuti nell'ispezionare il locale, una procedura abbastanza sommaria dato che non supponevo di esser bersaglio di qualche tipo di pericolo, almeno finchè ancora risultavo esterno ai motivi che avevano spinto alla richiesta d'aiuto verso l'Accademia, ma le abitudini, ed ancor più il sospetto, erano difficili da ignorare per individui come noi che facevano del pericolo il loro mestiere.
    Assicuratomi, potei dunque dar spazio alla curiosità scoprendo con una certa soddisfazione che le mie supposizioni non erano del tutto sbagliate, trovando solo d'interesse il piccolo rotolo ed il suo messaggio. Anche questa volta l'ipotesi di un sigillo di costrizione, tale da dare accesso alle informazioni contenute al suo interno solo alla persona designata, fu abbastanza banale, ma il risultato, tradotto nell'apparizione del clone, risultò assai affascinante.
    Se non altro, il datore di lavoro si stava gradualmente conquistando la mia simpatia.
    Prestai attenzione al piccolo discorso pre-registrato senza farmi un'idea, anche semplicemente abbozzata, della questione, d'altronde le informazioni in mio possesso non erano nulla di più che supposizione degli stessi che mi avevano reclutato ed in fin dei conti l'idea di demoni ed affini, dopo aver conosciuto personaggi del calibro di Sayaka, non mi stupiva. La stessa Sensei sarebbe potuta tranquillamente ricadere sotto la definizione di mostro.
    Iniziando a disfare il bagaglio già durante il soliloquio della copia, espressi le mie perplessità senza interrompere il lavoro a cui mi ero dedicato nel mentre.
    "Primo: vorrei sapere i nomi dei ninja a cui è stato recapitato l'invito di partecipazione a questa bella festicciola. Secondo: su cosa basate la supposizione che si tratti di Oni se, per vostra stessa ammissione, sono del tutto incompatibili con quelli che combattete da tempo? Terzo: quali sono gli elementi che caratterizzano i demoni che combattete normalmente? Quarto: generalmente avete necessità di utilizzare armi particolari per combatterli? Quinto: Fenice di fuoco, Leone nero e Gru grigia hanno deciso di far richiesta di aiuti esterni, posso dunque supporre che il villaggio della Lepre non abbia avuto voce in capitolo? Sesto: nel caso la supposizione sia veritiera, perchè? Misi quindi termine alle mie richieste, voltando per un attimo lo sguardo verso il bunshin quasi volessi leggerne le reazioni dato che, in effetti, le mie domande erano quasi completamente estranee al campo in cui si era rivelato disponibile a dissipare eventuali curiosità.

    [...]

    La settimana seguente trascorsi il mio tempo senza grandi particolarità, preferendo godermi il comfort del viaggio piuttosto che dedicarmi a qualche attività fisica, riponendo sempre particolare attenzione alle persone che mi ritrovavo attorno. Potei infatti notare alcuni personaggi del tutto sconosciuti, ma palesemente compagni d'avventura per i loro modi assai plateali nel cercare di dissimulare la loro identità con cappucci fin troppo eclatanti, atti solo ad attirare la curiosità altrui, o concentrati nella pratica delle loro abilità come tiratori.
    Mi lasciai andare solo a brevi ed inutili conversazioni con Diogene, presentandomi eventualmente al ragazzo che spesso vidi in sua compagnia, ma senza la palese intenzione di volermi avvicinare presentandosi per primi, avrei evitato gli altri membri del team per il momento, sicuro che ci sarebbe stato il tempo di fare le dovute conoscenze una volta incontrato il contatto.
    Questa mia certezza però venne messa in discussione quando, vagando senza una meta in cerca di qualche cosa che potesse intrattenermi per almeno un paio di ore, un membro dell'equipaggio della Myusia che fermai, in seguito all'allarme che da alcuni secondi risuonava su tutta la nave, mi rivelò dell'approssimarsi di una nave pirata chiedendomi di ritornare in camera e rimanerci, così da permettere ai marinai di occuparsi senza intralcio della faccenda.
    Scocciato dalla piega imprevista degli eventi non potei far altro che eseguire i comandi, non sarei stato di certo io a produrre qualche tipo di problematica per un imprevisto che gli addetti ai lavori sembravano più che pronti a fronteggiare, ritrovandomi così per l'ora seguente a sbirciare di tanto in tanto dagli oblò del locale in cui ero confinato, cercando di scorgere il vascello nemico. Fu però quando l'urto improvviso mi fece perdere l'equilibrio, mettendomi natiche a terra, che decisi di portarmi sul ponte di coperta sperando di poter trovare qualche cosa d'interessante da fare.
    Sfruttando la Tecnica del teletrasporto mi ritrovai dunque all'aperto, proprio al centro del supporto della randa, la vela più bassa dell'albero maestro.
    Da quella posizione non ebbi alcuna difficoltà ad osservare lo scorrere degli eventi e quando, per spassarmela un attimo, stavo per ridiscendere sulle teste dei pirati, l'azione di un ragazzino dalla capigliatura rosso fuoco mi fece cambiare idea. Sembrava possedere una particolare abilità nell'uso delle fuuton, cosa che attrasse non poco la mia curiosità, almeno finchè il Colosso non fece la sua mossa, piegandomi sulle ginocchia.
    Era la prima volta che subivo un qualcosa di simile, ma certo era che non potevo non riconoscere la presenza dello spirito di un ninja che avevo già incontrato più volte nel corso della mia vita.
    Lentamente sembrò come se tutti fossimo stati attratti dall'azione, tranne qualcuno forse, facendoci riunire lì, nel mezzo di una cinquantina di persone paralizzate dalla pesante presenza del neo capo clan Mikawa.
    A quanto pareva, il bimbo più grosso aveva già messo fine ai giochi.
     
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    Falce dei Kaguya


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    Primo Giorno di viaggio - Nave Myusia



    [Camera di Hoshikuzu]
    Nella camera del giovane Chikuma, la scena che il clone di Hoji Asako si trovò davanti lo lasciò quanto mai sorpreso, data la reazione del ninja dai capelli rossi.
    Dopo che questi si fu comunque "ricomposto" ed il clone ebbe modo di spiegare i fatti della missione, il Chikuma fece una domanda a cui l'altro, dopo qualche attimo di riflessione, non tardò a rispondere: "Fra i sette villaggi ninja maggiori del nostro continente, vi sono, sì, di quando in quando, degli asti. I ninja del Kirin sono costantemente in problemi con i loro vicini del Drago d'Ombra; il Leone Nero e la Gru Grigia hanno da poco raggiunto dei patti di non belligeranza relativamente solidi, gli Scorpioni sono temuti e disprezzati dai più di noi; la Gru ha dei problemi con il Drago, il Leone con il Granchio, mentre noi della Fenice siamo considerati dai più degli isolazionisti, ma in generale niente di tutto ciò spiegherebbe come degli Oni possano attraverso praticamente l'intero continente, da sinistra verso destra, raggiungendo le zone limitrofe al piccolo villaggio della Lepre., spiegò.

    Quando poi nella camera di Hoshikuzu fosse comparso un altro degli shinobi accademici, chiedendo che gli fosse di nuovo spiegato tutto quanto, il clone non ebbe particolari problemi a rispiegare tutto, notando che il proprietario di quel rotolo conosceva l'altro, per quanto, poi, alle sue domande, la copia di Hoji Asako rimase ancora più perplessa.
    "Per ciò che riguarda la sua prima domanda, credo che la risposta più corretta, sia il villaggio della Gru Grigia, o almeno il più rinomato per le proprie kunoichi; per la seconda, ci sono diversi villaggi che possono essere attaccati dagli Oni, al momento quello della Lepre è il più minacciato, ma superata quella zona, potrebbero dirigersi verso i territori della Fenice di Fuoco, a cui io appartengo. Proprio per questo è stato richiesto il vostro aiuto."

    [Camera di Eiatsu]
    Alla prima domanda dell'Eliminatore di Cadaveri, il clone di Hoji indicò la mappa, "Da ciò che so dei vostri territori, ninja Accademico, avete 4 villaggi maggiori, che fanno parte dell'Accademia, e poi diversi piccoli agglomerati urbani dove possono risiedere nukenin e sporuti gruppi di shinobi, ma vi manca una forma di governo totalitaria, avete dei Daimyo a comando delle diverse aree.
    Presso di noi il modo di governare è diverso: vi è un solo imperatore, Himeiji è il suo titolo, ed egli comanda su tutte le nostre terre, affidandole a diversi signori feudali; alcuni hanno fondato delle scuole ninja secoli orsono, all'origine del nostro grande Impero, e di queste diverse si sono riunite nei 7 villaggi maggiori: Drago, Fenice, Kirin, Gru, Leone, Granchio e Scorpione; altre, più piccole sono scomparse, cancellate dalla storia, come il Serpente Vorace di cui vedi il simbolo nella mappa, o sono rimaste vive alleandosi ai villaggi più grandi, come la Mantide e la Libellula, o unendosi fra loro in un'alleanza, come hanno fatto Volpe, Vespa e Passero; oppure hanno perso pressoché del tutto la natura di villaggio ninja, restando dei punti nevralgici per l'economia o il passaggio, come la Lepre, appunto.
    In generale, sì, abbiamo più villaggi ninja di voi, ma non so quanto possiate ritenere le nostre scuole ninja più sviluppate, specialmente perché non conosco a pieno quelle che hanno preso piede nelle vostre terre.
    Per ciò che riguarda gli Oni, bé, diverse leggende sono sorte in tal senso nel corso dei secoli in tutto l'Impero, ma si dice che, ai tempi del Primo imperatore e dei suoi Sette Guardiani, che divennero i fondatori dei sette villaggi maggiori, esistesse un Ottavo Guardiano, Fu Leng, che si legò a spiriti demoniaci ed assieme a loro cercò di tradire e schiacciare l'Impero che stava nascendo, ma fu schiacciato e sigillato in un abisso senza tempo, malgrado ciò, dove lui aveva sancito quel patto, rimase un varco fra questo mondo e l'altro.
    Il villaggio del Granchio fu creato proprio nelle vicinanze per essere la nostra prima difesa, ma in generale tutte le altre difese sono tutti gli altri villaggi, che sorvegliano le loro terre e gli eserciti di shugenin, monaci guerrieri, che sono addestrati in ogni villaggio per proteggere l'Impero... shugenin che, però, sembrano non essere capaci di abbattere gli Oni che hanno attaccato i territori orientali."
    , concluse la copia dello shinobi della Fenice.

    [Stanza di Etsuko]
    "Li Oni non hanno veri e propri costumi, sono mostri ritenuti incapaci di ogni genere di convivenza civile con degli esseri umani; hanno aspetto spesso bestiale o deforme, dove passano massacrano ogni essere vivente, di norma non fanno uso di arti ninja di alcun genere, sono più propensi al taijutsu, o comunque qualcosa che vi potrebbe essere paragonabile, dato che, comunque, sembrano non possedere del vero e proprio chakra e, di norma, sono capaci di resistere a molte illusioni, ma vulnerabili a particolari armi fatte di giada che i nostri monaci guerrieri, gli shugenin, sanno creare.", queste le prime parole del clone di Hoji Asako al ninja medico di Kiri, che però volle subito dopo puntualizzare: "Questi fatti, però, non sembrano collimare con ciò che succede nelle nostre terre orientali, ma avrò modo di spiegarvi meglio tutto ciò quando sia lei, sia i suoi compagni di viaggio, arriverete presso Doshi e m'incontrerete di persona.", concluse.

    [Stanza di Luis]
    Il ninja del Suono disfava i propri bagagli mentre il clone parlava, il che, per Hoji sarebbe stato di certo un gesto di maleducazione, ma le domande dell'altro, poi, fecero salire di grado il rispetto che quella copia aveva per il suo ascoltatore.
    "I nomi degli altri ninja sono l'unica cosa che posso dirle, non avendoli conosciuti di persona ancora, se non tramite i miei cloni: Diogene Mikawa, che credo sia un suo parente, ed Eiatsu Niai, provenienti come lei da Oto; Hoshikuzu Chikuma, Yuki e Hamano Iga, da Suna; Itai Nara ed Etsuko Akuma da Kiri. In totale, con lei, Luis Mikawa, siete otto.
    I demoni che combattiamo normalmente sono creature che fanno largo uso di abilità corpo a corpo ed armi, sono privi di esperienza con i ninjutsu e pressoché resistenti alla maggioranza dei genjutsu noti nelle mie terre, ma incredibilmente vulnerabili alle armi di giada che i nostri monaci guerrieri sanno preparare; queste creature, però, che attaccano i territori orientali, sembrano differenti: non solo fanno scomparire ogni vittima della loro furia, ma hanno schiacciato intere squadre di Shugenin, addestrate con il solo fine di abbattere gli Oni, senza che un solo corpo sia stato ritrovato, né umano, né d'altro tipo.
    Non conosciamo niente, nelle nostre terre, capace di portare così tanta distruzione che non provenga dalle schiere degli Oni e per questo abbiamo chiesto un aiuto esterno, per cercare delle menti e dei corpi che siano pronti ad affrontare qualcosa che a noi potrebbe essere del tutto ignoto, ma, partiamo sempre dall'idea che ciò che dovremo combattere siano comunque degli Oni, forse più potenti, o magari capaci di usare arti ninja, ma degli Oni."
    , esordì il clone, rispondendo così alle prime quattro domande, accennando anche alle armi di giada in loro possesso, inutili su questi misteriosi nemici.
    "Esattamente, la Lepre non ha avuto voce in capitolo e per un semplice motivo: non è un villaggio ninja, si può contare una sola famiglia di shinobi, nemmeno particolarmente potente o rilevante in sede all'Impero, una famiglia che, normalmente, lascia ogni ruolo di comando specialmente a quelli della Gru Grigia, che, assieme al Leone, hanno concordato con noi della Fenice sul richiedere un supporto esterno.", concluse poi la copia sulle ultime due domande.

    Settimo giorno di viaggio - Nave Myusia



    I pirati non avevano scampo contro quel gruppo di ninja: quelli che entrarono nelle stanze di Itai, Etsuko, Eiatsu e Yuki furono uccisi senza difficoltà alcuna, forse solo l'eliminatore di cadaveri otese si preoccupò di lasciarlo in vita il tempo necessario per ricevere una semplice serie di immagini, fra cui quella del capitano di quella nave pirata, la Ladon, che incitava i suoi uomini a fare come sempre: assalire quella specifica imbarcazione, così come avevano fatto con tutte le altre che nei mesi precedenti avevano seguito quel tragitto, con il solo fine di derubare, ed in caso uccidere, la gente sulla nave.
    L'unica particolarità, il capo dei pirati avrebbe accennato, verso la fine del discorso che ognuno si sarebbe tenuto il suo bottino e che poi avrebbero diviso il solito compenso per quell'assalto fra tutti.
    Gli uomini sul ponte della nave, poi, avrebbero avuto ancora meno fortuna: Hoshikuzu prima, con il suo vortice di boomerang; Itai dopo uccidendone alcuni e Diogene, con la sua aura possente, li avrebbero schiacciati, chi fisicamente, chi spiritualmente, e solo Hamano e Luis non si sarebbero occupati, seppur per motivi diversi, di strappar loro la vita.

    [Nel frattempo sulla Ladon]

    Il capitano della Nave pirata era rimasto indietro rispetto ai suoi uomini, uno dei pochi ancora sulla Ladon della sua ciurmaglia, ma quando avvertì quella maestosa e soffocante sensazione ebbe la prontezza di spirito di ripiegare verso la zona sottocoperta della sua nave, scendendo di ben tre piani, fino alla zona adiacente la carenatura esterna della nave, la parte che stava sott'acqua, lì, in un'ampia sala nascosta, si trovavano due figure.
    Il capitano della nave corse verso quello dei due che stava in piedi, urlando e sbraitando che qualcosa, un qualche mostro, stava paralizzando ed uccidendo i suoi uomini, parole che, però, furono schiacciate assieme allo stesso capitano da un grosso oggetto che uno dei due uomini portava con se.
    Questi, posato il grosso oggetto sulla schiena, si volse verso il suo "compare", che era chino al suolo, con la testa completamente celata, esclusi naso e bocca, da delle fasciature.
    Questa seconda figura aveva mani e piedi poggiati sul legno della nave, il volto piegato in un sinistro sorriso che mostrava dei denti oltremodo aguzzi, quasi quelli di un mostro marino e rimaneva immobile, intento, sembrava, ad ascoltare.
    "Allora, Ikoma, quanti ne puoi contare? E cosa puoi dirmi di loro?", esordì l'uomo che aveva eliminato il capitano pirata, "Cinque persone hanno utilizzato, o utilizzano tuttora, il chakra su quella nave; una di queste cinque fonti di chakra è molto forte, ha invaso l'intero ponte: una presenza che produce timore, ma non troppo... altri due individui, poi, hanno ucciso dei pirati senza relativi problemi e forse un ottavo è con loro, ma non ne sarei sicuro. Ho comunque memorizzato i cinque rumori del chakra che ho sentito, due sono decisamente caratteristici, gli altri erano molto più silenziosi, non so se li riconoscerei.", spiegò l'essere chiamato Ikoma.
    "Bene, allora, direi che puoi anche preoccuparti di richiamare chi ci riporterà sulla terraferma, prima che vi arrivi questa nave, io, nel frattempo, impedirò che, anche in caso di arrivo degli shinobi qui, possano sapere qualcosa dal defunto capitano, l'unico che sapeva della nostra presenza qui sopra.", replicò l'altro.
    Così, mentre la figura dal volto coperto di bende apriva un piccolo boccaporto sulla carena della nave, che dava dritto sott'acqua, utilizzando poi la tecnica del Richiamo, il suo interlocutore si avvicinò al capitano defunto, prendendogli quei pochi oggetti più di valore, come il cappello, o quanto altro lo avrebbe identificato come un marinaio diverso dagli altri e, subito dopo, utilizzò ancora l'arma che aveva sulla schiena, per schiacciargli la testa, fino a renderla una poltiglia irriconoscibile, ed inutile per eventuali ispezioni mentali.

    [...]

    Nessuno degli shinobi sulla nave, anche utilizzando al massimo l'udito, avrebbe potuto avvertire la creatura marina che, con una silenziosità invidiabile ad un chunin, si muoveva sottacqua sgattaiolando al di là della Myusia e, forse, se ne avessero avvertito la presenza avrebbero solo creduto che fosse un gigantesco pesce che si allontanava; solo degli occhi realmente potenti avrebbero potuto vedere qualcosa se, per qualche motivo, si fossero preoccupati di scrutare il mare.
    [Velocità animale marino: Viola +2; Silenziosità: impossibile sentirlo senza Udito II da Viola, Udito I da Nera - Tatto/Vista/Olfatto: le due navi e la profondità a cui si muove impediscono di percepirlo.
    Magan: data la profondità e velocità non potrà individuare il grosso animale marino]


    Qualora gli shinobi avessero interrogato i presenti mentalmente, avrebbero scoperto delle sporadiche informazioni sul capitano della nave e su come la stessa, da circa due mesi attaccasse navi simili alla Myusia, derubando e spesso uccidendo, cosa che aveva in effetti ridotto il numero di imbarcazioni che commerciavano con i territori accademici da Rokugan.
    Avrebbero anche avuto diverse immagini del capo dei pirati che incita i suoi uomini ad andare a massacrare, come concordato, le genti delle navi, per poi scoprire che non c'era un solo uomo vivo sulla nave pirata che gli assomigliasse.
    In più avrebbero potuto avere sporadiche notizie di qualcuno che li pagava per fare quei loro arrembaggi, ma il capitano era piuttosto abbottonato in questo senso.
    Distrutta la Ladon, poi, non avrebbero avuto altri problemi fino all'arrivo nel porto di Doshi, due giorni dopo.

    Doshi, Molo 27 - Due giorni dopo



    Arrivati al molo 27, in gruppi, singolarmente, o tutti ed otto assieme, i ninja accademici avrebbero individuato un capanno per lo scarico e carico merci in quello stesso luogo, in cui si trovava un simbolo piuttosto particolare, lo stesso che nella mappa in loro possesso rappresentava il villaggio del loro mandante.
    Se avessero chiesto informazioni in giro, qualsiasi marinaio avrebbe spiegato loro che i moli dal 18 al 30 erano "affittati" al villaggio della Fenice di Fuoco e trasportavano materia che la gente delle montagne, cioé gli abitanti di quel villaggio, compravano fuori dai loro territori, o spedivano al di fuori dei loro territori.
    Entrati nel capanno presente al molo 27, i ninja avrebbero incontrato Hoji Asako e stavolta di persona; l'uomo avrebbe iniziato a parlare una volta che fossero stati tutti ed otto presenti.
    "Benvenuti, shinobi accademici, io, come avrete facilmente capito, sono Hoji Asako. Dò per certo che tutti abbiate avuto notizia di ciò che i miei cloni avevano da dirvi, come la loro memoria, una volta sciolta la tecnica, mi ha accertato e so che alcuni di voi hanno fatto determinate domande, diverse da quelle degli altri, quindi, nell'eventualità che non tutti sappiate a pieno ciò che gli altri hanno chiesto, vedrò di cominciare da principio:", esordì.
    "Le nostre terre sono da secoli soggette alla guerra con quelli che noi chiamiamo gli Oni, creature che sono su questo piano dell'esistenza a seguito del patto che Fu Leng, traditore del primo nostro Imperatore, fece con loro.
    Da sempre le terre di questi Oni si trovano nell'estremo occidente del nostro continente, sorvegliate dal villaggio del Granchio Rosso, i cui guerrieri sono fra i più potenti esperti nel combattere queste creature, facendo semplicemente uso delle loro mirabolanti arti di taijutsu.
    Gli Oni non hanno un aspetto prettamente umano, avanzano in piccoli eserciti e lasciano decine di cadaveri al loro passaggio, propri e dei loro nemici; non hanno modo di usare il chakra e quindi non conoscono arti magiche ed illusorie, per quanto siano immuni alla maggioranza delle seconde note nei nostri villaggi; fanno principalmente uso di armi e del loro corpo, in quello che è una specie di taijutsu, per combattere e noi sappiamo che sono vulnerabili a particolari armi fatte con la giada che i nostri monaci guerrieri, gli shugenin, sanno creare da secoli.
    Le creature, che noi supponiamo Oni, che però hanno attaccato la zona circostante il villaggio della Lepre, qui nelle aree orientali del continente, sembrano differire in molti aspetti dai loro simili: non lasciano mai cadaveri, né loro, né di chi attaccano, sono sopravvissuti allo scontro con diverse squadre di Shugenin, di cui nemmeno un elemento è tornato vivo e, soprattutto, se sono così tanti da fare dei massacri di questo genere, sono riusciti ad oltrepassare buona parte di Rokugan, senza che nessuno li notasse, o li fermasse.
    Molti hanno anche ipotizzato che non siano stati gli Oni ad attaccare i dintorni del villaggio della Lepre, bensì alcune delle creature delle montagne dove il mio villaggio risiede, un'accusa falsa, poiché le Kitsune, le Fenici e gli altri esseri delle montagne, che noi aiutiamo a crescere liberi, sanno che il resto dell'Impero non li tratterebbe allo stesso modo e stanno lontano dalle zone abitate.
    Il Leone Nero e la Gru Grigia, gli altri due villaggi maggiori, fra i sette, che con il nostro sono più interessati da questi attacchi, tanto da aver perso alcuni Shugenin e uomini nel tentativo di scoprire cosa fosse successo, hanno concordato di chiedere degli shinobi meno legati alle nostre tradizioni e quindi più disponibili ad una logica aperta, per così dire, sui fatti.
    La Lepre non è un vero e proprio villaggio ninja e quindi non ha avuto diritto di discutere di questi fatti, solo un clan, molto minore, risiede in quel luogo, gli Ujina, poco più che spadaccini acrobati, che hanno avuto il favore dei casati della Gru Grigia, negli anni passati."
    , spiegò prima di fare una pausa, in attesa di eventuali domande.

    Dopo le possibili domande, Honji avrebbe concluso: "Avete dei lasciapassare ed una mappa, considerando il vostro numero, posso suggerirvi di dividervi in due squadre, vi sono anche dei jonin fra voi, quindi dubito serva che sia io a darvi degli ordini in questo senso.
    Se volete, potrete unirvi ad una delle nostre carovane, fino alla biforcazione verso le montagne, o ad una qualsiasi altra carovana, anche se, credo, alcuni di voi salterebbero all'occhio... in ogni caso, quale che sia il modo in cui volete raggiungere il villaggio della Lepre, il signore feudale di quel villaggio, lo shogun, come lo chiamiamo in questi luoghi, Mamoru Ujina sa del vostro arrivo e così alcuni dei suoi uomini più fidati, quindi una volta mostrato il lasciapassare non avrete problemi.
    Se viaggierete con le nostre carovane, non so dirvi quanto tempo impiegherete per raggiungere la Lepre, ma da soli penso che in tre o quattro giorni al più, potrete essere sul posto."


    Ora stava agli shinobi decidere come viaggiare: l'uomo della Fenice di Fuoco avrebbe indicato loro una carovana del suo villaggio e, oltre quella, diverse carovane pronte per la partenza dirette già verso il villaggio della Lepre, oppure, potevano anche viaggiare da soli.

    Carovana della Fenice di Fuoco
    Se i ninja avessero scelto di viaggiare con la carovana della Fenice di Fuoco, avrebbero incontrato Naoya Shiba, un commerciante che, però, sembrava essere trattato da tutti gli uomini della sua carovana con particolare rispetto e che avrebbe concordato ad accompagnare i ninja fino al bivio che conduceva alle montagne del territorio della Fenice, lasciandoli da soli lungo la strada verso la Lepre.

    La carovana della Lepre
    La carovana che, invece, andava direttamente verso il villaggio dove anche loro dovevano arrivare, si sarebbe scoperto essere protetta da uno dei fantomatici shogenin di cui gli avevano parlato, un monaco guerriero del villaggio del Leone Nero, di nome Brukul.
    Il monaco avrebbe anche potuto rispondere a loro eventuali domande, semmai avessero viaggiato assieme e gli shinobi lo avessero avvicinato.

    Stava agli shinobi decidere come viaggiare: assieme alla prima carovana, avrebbero dovuto viaggiare per 4 giorni, per poi consumarne altri 2 in viaggio da soli; con la seconda avrebbero impiegato 8 giorni ad arrivare al villaggio; viaggiare da soli, invece, gli avrebbe richiesto solo 4 giorni di viaggio.
     
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    ::: Sul ponte della nave :::

    Percepisco il rumore della freccia diversi istanti prima che tocchi terra. Proviene dalla nostra nave e non ha come bersaglio nessuno di noi. Il foglietto di carta allegato mi accerta che si tratta di un messaggio. Lo prendo, prima che Hoshi (il più vicino alla freccia e quindi probabilmente il destinatario), possa leggerlo. AHAHAHAH Ci sono tipi interessanti sulla nave, tuttavia senza il fegato necessario per salire sul ponte ad avanzare richieste di persona. Considerando la traiettoria delle freccia e il modo in cui si è infilzata a terra, sicuramente il suo possessore deve trovarsi in una posizione molto sopraelevata e, salvo trucchetti strani, proprio alle mie ore 7. Conoscendo perfettamente la fisionomia dell'imbarcazione, mi è facile capire la sua posizione: è in cima all'albero maestro. Torcendo leggermente il busto e il collo con la coda dell'occhio inquadro il misterioso ninja, del quale già ho scoperto l'identità. Dal tono usato nella missiva sicuramente si tratta di un ninja di Suna ed essendo Hamano già sul ponte ne rimane solo uno, per quanto ne so. Ed infatti appare proprio il ninja dall'aspetto già noto ma dalle capacità sconosciute.

    image

    " Come vuoi tu...tuttavia ci vorrà un po prima che passi "

    Un volume di voce decisamente basso per essere captato a quella distanza da un ninja di medio valore. Dalla sua reazione avrei potuto capire quanto raffinato era il suo udito e dunque, in generale, i suoi sensi. Inoltre l'aura mi ha dato già preziose informazioni: dai suoi effetti già posso conoscere la preparazione psicofisica di chi ne viene coinvolto. In questo caso specifico, da quanto scritto, il ragazzo dovrebbe essere un abile chunin ben addestrato. Sa tirare di arco e ha un buon controllo del chakra. Informazioni che, per quanto non di primaria importanza, fanno pur sempre comodo. Ritornando concentrato sui presenti a me vicini, mi rivolgo ad Itai; di certo un utilizzo così banale del mio chakra non avrebbe aumentato di un grammo il peso dell'aria sulle sue gambe.

    " In tutta sincerità, Itai, avrei pensato di prendermi quella nave. Da tempo volevo soddisfare questo mio piccolo capriccio e il fato ha deciso di premiarmi. Invece che pagare qualche abile costruttore di Kiri o del paese del Thè potrei avere una solida costruzione senza spendere un soldo HAHAHAHA Inoltre, in questo modo, quando dovrò fare visita a Kiri non dovrò pagare i soliti 60 ryo al peschereccio di turno per arrivare fino al vostro porto. Sbarazzatevi di questi pirati ma chiedete al capitano se pensa possano servirgli come mozzi da coperta. Dopotutto hanno braccia abbastanza forti per stringere una fune. Dei restanti sull'altra nave, se ce ne sono, me ne occuperò io. Riguardo gli altri ninja non penso che un assalto del genere possa averli messi in difficoltà; anche se dormienti avrebbero potuto percepire i passi pesanti di questi buoni a nulla. Piuttosto, rimarranno così per cinque, sei minuti quindi se si devono schiacciare fatelo in tempi ragionevoli. Avere formiche in giro per la casa lo trovo estremamente fastidioso. Hoshi, continueremo il nostro discorso in altra sede e Itai, gradirei che tu non incenerisca quella nave, soprattutto se ci sono dentro. Non ho proprio intenzione di bagnarmi i vestiti AHAHA"

    ::: Sulla nave pirata :::

    Salire sull'imbarcazione sarebbe stato oltremodo semplice, come ispezionarla del resto. 9 persone su quell'imbarcazione e di queste solo una uccisa brutalmente. Inutile dire che ciò mi insospettisce grandemente e sommando a questo il fatto che il capitano sembra essere sparito c'è più del 60% delle probabilità che quel morto (nonostante privo degli averi caratteristici di un comandante, per giunta pirata) sia proprio il capo di quella masnada di inetti. Questo mi porta ad ipotesi più o meno credibili sull'accaduto che comunque avrei successivamente esposto ai miei compagni. Ora è tempo di occuparsi di questa caravella; dopotutto non bisogna mai perdere di vista il vero obbiettivo e anche se "in vacanza" non mi sarei lasciato sfuggire un'occasione così ghiotta per far progredire anche di un piccolo passo il miei progetti. Una missione in meno per il team teta (ϑ) al quale avrei affidato a breve il compito di procurarmi una solida imbarcazione; Soifon ne sarà contenta.


    " Tu guarda, questa è la prima volta che non mi evochi in situazioni di disperato bisogno o in procinto di un attacco mortale. Bisogna festeggiare?"


    " Spiritoso, Purotekudo. No, oggi mi serve la tua esperienza più che la tua resistenza. Dai tuoi raccontati di avventure per mare, nelle quali hai partecipato insieme al tuo precedente evocatore, suppongo che tu sappia come governare un'imbarcazione di questo tipo. La nave ha imbarcato un bel po d'acqua, di sotto un boccaporto era aperto; ti lascio cinque uomini come aiuto per portare questo grosso pezzo di legno fino al paese del Thè, non dovrebbe essere difficile per te metterli in riga. Vai al molo di Durai e affidala al vecchio pescatore Gerui, è un uomo famoso nella zona quindi non ti sarà difficile trovarlo."

    " Ok Gene. L'aria di mare mi è sempre piaciuta! Stai tranquillo, non ci saranno intoppi di nessuna natura. L'imbarcazione sarà lì quando vorrai servirtene."


    " Conto su di te."

    ::: Sulla Myusia :::

    Avrei lasciato ad uno dei miei compagni di missione il compito di interrogare i rimanenti tre pirati e ricavarne quel poco di informazioni che mi aspettano possano contenere. Se nessuno si fosse offerto volontario avrei portato ad Eiatsu i tre malcapitati. Ovviamente avrei specificato di voler essere informato su ogni ricordo o parola da loro estratta. Se fortunati avremmo potuto accertarci, dalla fisionomia del corpo o da qualche particolare impossibile da notare mediante un’analisi superficiale, se il cadavere fosse proprio il capitano della ciurma. E, in questo caso, di certo l’eliminatore di Oto non si sarebbe fatto sfuggire tali unicità. Al contempo avrei cercato Itai, trasportando ancora il cadavere, afferrato per le cintola. Davanti al Jonin della Nebbia avrei gettato il corpo a terra e avrei preso parola.

    " Da come puoi vedere è in condizioni talmente disastrate da impedire qualunque tipo di indagine mentale. Un unico cadavere sulla nave e del capitano non c'è traccia...è solo una mia impressione o anche tu trovi che un terzo si sia servito di questo pirati per metterci alla prova o ricavare informazioni da noi? Per uccidere un uomo basta poco ma su questo tipo, se vedi bene, sono stati menati due colpi mortali. Qualcuno non voleva che scavassimo nella mente dell'ex capitano di quella nave (?).
    Un boccaporto era stato lasciato aperto, è possibile che sia fuggito da lì. Voi non avete visto nulla uscire dalla nave?"


    Certo non c'è l'assoluta certezza e c'è anche la possibilità che sia tutta una montatura di chissà chi per farci giungere a tali conclusioni. Ma anche i migliori ninja commettono delle imprudenze, forse chi si è occupato di quella nave ha peccato di superbia e ha lasciato indizi a noi preziosi. Per chi non si fosse trovato sul ponte, in quel momento, l'informazione in un modo o nell'altro sarebbe giunta alle loro orecchie; se questa è una missione di indagine tutti devono essere continuamente aggiornati sugli sviluppi.

    ::: Molo 27 :::

    Mi sarei unito a Luis per raggiungere il molo. Il nostro è un rapporto strano poichè nonostante io sia il nuovo capoclan Mikawa egli rimane pur sempre il mio sensei. In virtù di ciò, per quanto il livello di forza che ora ci divide è tutt'altro che irrilevante, ancora lo considero un mio superiore, meritevole di grandissimo rispetto e riverenza per gli insegnamenti impartiti. Probabilmente se non lo avessi conosciuto ora non avrei legata in vita Mumei, ora non sarei quello che sono diventato.

    " Luis-sama anche tu qui. E' dal giorno del tuo ritorno che non ci vediamo; come è andata a finire poi la questione con Febh? Lui e Shinodari si sono abituati alla tua permanenza nel villaggio? Ci sono molte cose che vorrei chiederti sul tuo viaggio e sulla Rosa ma suppongo che questo non sia il momento adatto. Tuttavia ti invito a farmi visita qualche volta; tu sei talmente irrintracciabile che dovrei dare fondo a tutte le mie capacitò da investigatore per scoprire dove passi le giornate HAHAHAHA"

    Si, la storia sul Clan avrebbe richiesto un differente capitolo del libro della mia vita. Arrivare nel posto designato non sarebbe stato difficile e il non perdere tempo a fare inutili domande in giro, cosa che avrebbe fatto sicuramente qualche altro membro del gruppo, ci permette di giungere per primi. Comunque non avremmo dovuto aspettare tanto...tutti i compagni di missione arrivano senza eccessivi ritardi. Sono alquanto sorpreso di non vedere tra noi i due ninja di Konoha scorti sulla nave; probabilmente trattavasi di due semplici shinobi di passaggio. Poi Hoji parla e quando arriva il momento delle domande sono due le cose che mi preme chiedere:

    " C'è modo di parlare con qualche abile esponente del Granchio Rosso e con validi esperti e studiosi di Kitsune e Fenici?"

    Senza giri di parole o motivazioni, a buoni intenditor poche parole e il nostro mittente mi sembra un tipo che sa il fatto suo. Dai combattenti del crostaceo dalle possenti chele avrei potuto apprendere quei segreti e quel sapere che solo i guerrieri di prima linea, quelli che ne prendono di più, si tramandano da generazione a generazione. Il loro parere sulla faccenda sarebbe stato il più attendibile, la loro parola ai miei occhi sarebbe contata più di tutte le altre possibili. Parlando invece con gli esperti delle altre creature sospettate di quegli attacchi avrei potuto avere un quadro più generale sulla faccenda ed escludere la loro implicazione negli accadimenti. Inoltre le fenici, come esseri mitologici, mi hanno sempre intrigato ed in particolar modo la loro capacità di rinascere dalle proprie ceneri. Dal loro esempio avrei potuto trarre la giusta forza per rialzarmi sempre dopo una caduta, di non arrendermi mai; e vedere realmente compiersi questo evento sarebbe stato come una miracolosa panacea durevole nel tempo.

    L'organizzazione del viaggio l'avrei lasciata senza rimorsi al Jonin di Kiri ma dopo un breve scambio di sguardi capisco che Itai ha ancor meno voglia di me di occuparsi di tale impellenza. Dunque, ripensando alle parole dette da Hoji, alla durata dei vari tragitti, alle personalità in gioco, alla casistica degli agguati, prendo la parola:

    image

    " Propongo di viaggiare in tre gruppi separati. Team che rispettano i nostri villaggi di appartenenza; c'è poco da pensare, di certo l'intesa che ci può essere tra due compatrioti è rara trovarla tra shinobi di villaggi differenti. Inoltre reputo tale divisione consona al nostro caso specifico. Kiri si recherà direttamente verso il villaggio della Lepre. Utilizzando una delle tue evocazioni Itai arriverete in volo in brevissimo tempo, annuncerete il nostro arrivo a Mamoru Ujina e potrete già fare una prima ispezione sul posto. Suna, invece, viaggerà con il monaco guerriero, la sua presenza riacquieta il mio animo e non dovrò essere sovrappensiero per voi. Salvo imprevisti arriverete per secondi alla Lepre. Noi di Oto, infine, andremo con la carovana della Fenice di Fuoco. Invito tutti ad essere guardinghi e sospettosi anche del più simpatico dei conoscenti. Non sarebbe la prima volta se scoprissimo che i nostri stessi mittenti siano il nemico e quanto accaduto sulla nave non mi aiuta a fidarmi di loro. Vero Itai?"

    Chiara allusione alla nostra ultima missione svolta insieme. Poi concludendo il discorso:

    " In definitiva ci riuniamo tutti tra otto giorni esatti. Se tale data salta vorrà dire che ci sono state complicanze. In tal caso non si procederà con il recupero dei mancati. Ripeto la missione continua in tutti i casi, niente atti eroici di salvataggio. A qualcuno non stanno bene queste disposizioni? "

     
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    Il Lupo e la Lepre
    Il morto senza faccia


    Infine il chunin decise di uscire dalla sua cabina. I rumori dello scontro ai piani superiori spezzavano la sua concentrazione e, per di più, quello scellerato di Diogenes aveva deciso di far ballare tutta la nave al ritmo delle sua aura. Quella fastidiosissima sensazione , purtroppo già conosciuta, gli attanagliava le budella e non lo lasciava in pace. Così, con estrema calma, il chunin si alzò dalla posizione a ginocchia piegate che aveva assunto, prese il soprabito e uscì dalla stanza...

    Quando arrivò sopraccoperta ormai tutti i pirati erano stati abbattuti e il Colosso di Oto stava ritirando la sua aura non più necessaria; stava inoltre blaterando con Itai di alcuni piani per impossessarsi della nave pirata che gli aveva attaccati..ed in qualche modo questo era collegato al pagamento di 60 Ryo ad un peschereccio...ma l'eliminatore era arrivato troppo in ritardo per capire il nesso tra le due cose..

    “Allora non sono venuti a far visita solo a me...”

    Disse il chunin introducendosi al gruppo. Notò con una certa sorpresa la presenza anche di Hoshikuzu e della forza portante Itai, nonché di Hamano degli Iga: gente davvero interessante.

    Quest'ultimo aveva lasciato vivo uno dei pirati così che fosse possibile interrogarlo. Eiastu, che lo aveva già fatto, disse quello che sapeva:

    “Sono pirati che da circa due mesi depredano navi simili a quella in cui ci siamo imbarcati. La loro nave si chiama la Ladon. Giusto fortunello?”

    Disse rivolgendosi all'ostaggio. Avrebbe quindi descritto brevemente il capitano della nave dai ricordi che aveva immagazzinato:

    “ Sembra che il loro capitano stesse intrattenendo qualche relazioni di natura economica con degli individui la cui identità non è stata resa nota alla ciurma o, per lo meno, all'uomo che ho interrogato...”

    Detto questo si acclimatò accanto alla figura del capoclan Mikawa come a cercare protezione sotto la sua grande ombra. In realtà , sebbene i maniera figurata, era esattamente quello che desiderava: sparire nella sua fama. Riteneva inoltre che non sarebbe stato così difficile in questa missione. La maggior parte dei ninja li presenti erano stati decorati con nomi ed onorificenze altisonanti: cosa poteva mai rappresentare lui, piccolo eliminatore del Suono?

    Accompagnò il Mikawa nell'esplorazione delle nave e rinvenì il cadavere di un uomo al quale era stata inferta una brutalità estrema. In base ai ricordi che aveva rubato, il chunin avrebbe comunicato che c'era una ottima probabilità, considerando corporatura, carnagione, colore dei capelli e della barba che l'uomo fosse proprio il capitano della nave. Queste informazioni, probabilmente, avrebbero rafforzato ancora di più le convinzioni del Mikawa.

    “Si c'è una buona possibilità che tu abbia ragione. Vuoi che faccia un'autopsia a questo cadavere?Anche se mi sembra piuttosto evidente quali sono state le cause della morte.”

    Si sarebbe avvicinato così tanto al corpo dell'uomo che la sua maschera lo avrebbe quasi toccato:

    “Chiunque l'abbia ucciso deve averlo fatto con un colpo solo, con un'arma dalle grosse dimensioni. La vastità del danno, nonchè la forma delle ferite non lascia dubbio né su una né sull'altra. Più di questo non posso dirti”


    In realtà,e questo Aloysiusu lo sapeva bene, per quanto non ci fosse alto da poter dire, Eiatsu aveva senza dubbio qualcos'altro da poter fare. Se avesse voluto,avrebbe potuto rievocare l'anima del morto e farsi spiegare meglio alcuni dettagli in particolare sugli uomini che lo avevano pagato. Tuttavia furono due i motivi che lo dissuasero dall'effettuare una tale operazione.

    Prima di tutto era convinto che, dal modo con cui quegli individui avevano lasciato la nave, dovevano essere ninja di un certo livello, ben al di sopra di quello del pirata: era dunque molto probabile che, anche evocando l'anima del morto, nell'eventualità che i suoi ricordi fossero integri circa quei particolari avvenimenti, che le informazioni sarebbero state davvero misere, se non irrilevanti.

    Inoltre per effettuare la sua tecnica c'era bisogno di un sacrificio umano, bene difficilmente reperibile in quel momento , dovendo mantenere l'anonimato e, sopratutto, con mezza decina di abili ninja ad osservare le sue mosse. No,no. Decisamente la sua maschera non poteva cadere,e non avrebbe rischiato tanto.

    Ad ogni modo, quando anche tutti gli altri ninja avessero osservato, il cadavere lo avrebbe preso Eiatsu in custodia, relegandolo in quel famoso rotolo, a far compagnia allo sventurato che gli era entrato in camera senza bussare.

    [...]


    Passarono due giorni tranquilli durante i quali Eiatsu avrebbe effettuato l'autopsia se gli fosse stato richiesto. Altrimenti sarebbero stati due giorni praticamente vuoti, necessari solo a ripristinare le poche energie che aveva speso.

    Una volta approdati vennero accolti dallo stesso uomo il cui clone gli aveva intrattenuti in cabina:Hoji Asako. Questi, innanzi tutto, riassunse tutte le informazioni che erano state date ad ognuno dei ninja in base alle domande che avevano posto. Oltre ai ninja di cui aveva già notato la presenza, si unirono Etzuko, guardiano delle mura Kiriane e un ninja di Suna del quale Eiatsu ignorava persino il nome.

    Fu detto loro di scegliere in quale carovana partire e la parola venne data ai Jonin, come giusto che fosse. Eiastu, in tutto questo, rimase in silenzio al fianco del Colosso, piccolo piccolo in confronto alla grossa e maestosa figura del condottiero Mikawa. Quest'ultimo propose una divisione leggermente diversa da quella di Asako,ma che stava bene all'eliminatore il quale, in questo modo, rischiava meno di scoprire le sue abilità.

    “A me sta bene”

    Disse con voce monocorde il chunin da dietro la maschera che gli nascondeva il volto.

     
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    ..Ad Ogniuno la Sua Strada..
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    Il sangue del rosso e delle sue copie raggelò quando percepì la spaventosa aura che aveva circondato tutto l’ambiente. Era come se l’aria stessa fosse diventata cento volte più pesante, era quasi come stare al fianco di Shiltar anche se l’aura del Mizukage era rassicurante al contrario di quella che ora stava percependo. Il rosso voltò lo sguardo verso il punto dal quale era saltato, dietro le sue copie una immensa figura stanziava con sguardo serio ed autoritario, le copie del ragazzino riuscivano a vedere l’uomo dritto negli occhi anche se solo grazie alla ringhiera sulle quali erano appoggiate. L’ uomo prese a parlare, sembrava conoscesse bene il ragazzino dato che lo aveva chiamato per nome, il suo invece era Aloysius Diogenes.

    -Eheheheh.. già hai ragione!.. ma quando ho visto tutta quella marmaglia di pirati non ho resistito alla tentazione di combattere contro tutti loro.. eheheh.. mmh.. si effettivamente non sono l’unico Sunese sulla barca.. sicuramente un altro si è imbarcato per partecipare alla missione!!!..-


    Il ragazzino non era a suo agio davanti al colosso, tuttavia non dava l’impressione di essere spaventato anche se era completamente ricoperto di sudore, aveva avuto modo di stare al fianco di mostri come quello in diverse occasione fronteggiandoli in scontri alla morte, ormai si poteva quasi dire che Hoshi ci avesse fatto il callo. Quando giunse la freccia scoccata da Yuki il ragazzino non ebbe nemmeno il tempo di avvicinarsi, il colosso l’aveva intercettata senza fare una piega, quel coso doveva possedere un potenziale fuori da ogni logica. La giunta dei mostri sacri tuttavia non era ancora finita, un altro ragazzo dal volto spensierato si era fatto avanti mostrando di non essere affatto afflitto da quella pesante presenza, ad Hoshi il suo volto diceva qualcosa anche se non ricordava esattamente dove lo aveva già incontrato quel biondo. Itai questo era il suo nome e DIogenes cominciarono a parlare di distruggere o meno la nave pirata, cosa impossibile per l’attuale Chunin della Sabbia, cominciava a chiedersi se avesse fatto bene ad accettare una missione di grado A.

    La situazione sulla nave rapidamente si era risolta, Hoshi nei giorni successivi ne avrebbe approfittato per incontrare nuovamente Yuki e scoprire che nella nave si era imbarcato pure Hama Hama Chan con suo grande felicità. Le indagini sul motivo di quell’attacco le avrebbe lasciate al resto della squadra, non erano mai state il suo forte inoltre per lui la cosa era piuttosto normale, era stato un pirata pure lui per un breve periodo e un po’ conosceva come funzionavano certe cose.


    [...]


    Raggiungere la terra ferma fu per Hoshi un sollievo, tutto quel ballare tra le onde lo aveva un po’ sconquassato e ritrovare stabilità a terra non era mai stato così piacevole. Sapeva che doveva raggiungere il molo 27, quindi in compagnia degli altri o da solo si sarebbe diretto verso la meta prefissata per il primo briefing della missione, secondo ciò che aveva detto la copia sulla nave li avrebbero incontrato il vero Hoji Asako. Il Chikuma era piuttosto eccitato dall’idea di trovarsi in un continente diverso da quello ninja già si chiedeva quali straordinari avversari e creature avrebbe conosciuto ed affrontato, trovarsi in una zona al di fuori della giurisdizione dell’Accademia era inebriante. Il molo 27 era costituito da un capanno, al suo interno Asako li stava aspettando, era esattamente come si era presentato con la copia, un uomo degno di rispetto e probabilmente di nobili origini. Venne nuovamente spiegato loro quale fosse la situazione e i dubbi che loro stessi avevano su quei strani e cosi poco normali avvenimenti, sembrava infatti che non tutti credessero che i responsabili fossero Oni, forse dietro a tutta quella brutta storia si celava di più di quel che al momento si riusciva a vedere. Hoshi rimase ad ascoltare tutto il discorso memorizzando ogni particolare, nomi e quant’altro, conoscere meglio il sistema ed i modi di quel paese poteva sicuramente aiutarli. Non aveva domande da fare e l’unico intervento che si permise fu di spiegare o chiedere ad asako la situazione che intercorreva tra i vari villaggi come aveva sentito lui alla nave. Asako era stato sicuramente più che soddisfacente nella sua spiegazione e se aveva tralasciato qualcosa ci avrebbero pensato gli altri shinobi a fare domande sulla questione, per il momento era necessario trovare un piano d’azione per raggiungere il prima possibile il villaggio della lepre. Diogenes fu il primo a parlare proponendo una suddivisione delle squadre in base al villaggio di appartenenza, cosa più che ovvia dato l’affiatamento che sarebbe nato tra gli shinobi. Ad Hoshi la cosa andava a genio, con se aveva l’inseparabile e potente Hamano, esperto spadaccino e mistificatore di ogni genere di arte magica, e Yuki scaltro e furbo shinobi che aveva avuto modo di conoscere nei mesi passati, il suo arco e le sue abilità sarebbero state perfette per abbattere mostri abili nel puro combattimento ravvicinato. Hoshi avrebbe aspettato la conferma da parte degli altri due shinobi di suna prima di prepararsi per partire verso la carovana.

    -Va bene.. noi di Suna ci recheremo al villaggio della Lepre tramite la carovana della Lepre.. ne approfitteremo per scoprire qualcosa di più sui metodi più efficaci per mettere al tappeto questi Oni.. sono sicuro che il monaco che viaggerà con noi ci sarà di aiuto.. cercate di resistere fino al nostro arrivo.. Hamano.. Yuki.. se siete pronti andiamo!..-


    Il rosso con il resto della squadra si sarebbe quindi diretto verso la carovana in partenza, sapeva benissimo che quella missione avrebbe richiesto il massimo impegno e tutta la potenza che aveva a disposizione, questa volta le cose si facevano serie per davvero.


    [...]


    Giunti alla carovana non sarebbe stato difficile distinguere il monaco guerriero dal resto delle persone li presenti. Il suo aspetto incuteva un certo timore anche se non sembrava essere particolarmente cattivo, di certo quel look meritava rispetto. Hoshi si sarebbe avvicinato al monaco non appena fosse partita la carovana, gli sarebbe andato incontro sedendosi al suo fianco per poi presentarsi per quello che era.

    -Buongiorno!!!.. lei deve essere il monaco guerriero Brukul?!.. io mi chiamo Hoshikuzu Chikuma e sono un ninja dell’Accademia.. siamo stati mandati per dare una mano al villaggio della Lepre.. ho sentito che avete avuto parecchi problemi da quelle parti ultimamente!..-


    Il rosso avrebbe lasciato spazio e tempo al monaco per rispondere se ne avesse voluto voglia, quindi avrebbe ripreso a parlare senza esitazione, aveva parecchie domande quindi il monaco doveva armarsi di pazienza, almeno per la prima parte del viaggio.

    -So che lei è un monaco che combatte gli Oni.. o almeno così mi hanno detto.. eheh.. mi piacerebbe sentire qualche suo racconto su questi Oni!.. insomma non credo di aver ben capito che cosa siano.. cioè ho capito che sono dei mostri che vengono da un altro piano dell’esistenza.. ma che devo aspettarmi?.. inoltre mi piacerebbe conoscere qualche strategia di combattimento efficace contro questi cosi.. o qualche loro punto debole!.. so che sono forti a menare le mani ma come se la cavano contro l’arte magica?!..-


    Il rosso aveva ancora molto altro da chiedere ma avrebbe lasciato spazio anche al resto della ciurma, sicuramente anche loro avevano molto da chiedere al monaco. Il viaggio sarebbe stato lungo e sicuramente non privo di pericoli, ai Sunesi non restava che tenere gli occhi aperti per non incappare in qualche pericolosa e spiacevole situazione.


     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Viaggio verso la Lepre


    Sbuffai, un po’ infelice di non poter affondare il vascello di chi ci aveva disturbati. Tuttavia il Mikawa aveva ragione, almeno fino a quando affermava che la nave ci sarebbe potuto essere utile per la missione. Sicuramente dei suoi utilizzi personali non me ne importava un bel niente. La spada era rinfoderata e praticamente tutti i ninja vennero alla scoperta. Riconobbi tra questi Yuki, un ninja medico già conosciuto in un’altra missione, così come Hamano e infine addirittura Etsuko.
    Come avevo fatto a non notare un mio stesso concittadino? Ignorai quella disattenzione e mi concentrai sulla nave. Diogene subito si offrì di andare ad ispezionarla ed io non ebbi nulla a che ridire. Certamente non avrei tentato di affondarla con lui dentro. Sebbene la sua morte potesse essere vista da molte persone come una liberazione, dubitavo che l’affondamento di una nave avrebbe ucciso quel Mikawa.

    « Fa pure, nel frattempo direi che è necessario capire qualcosa da queste canaglie »


    Dissi alludendo ai pirati. Se la memoria non mi ingannava c’era Yuki in grado di interrogare mentalmente i cordiali visitatori. Stavo per aprir bocca e chiedere a Yuki di farlo quando un ninja che non avevo mai visto rivelò che l’aveva già fatto in precedenza.
    Parlò di mandanti. C’erano dei mandanti dietro quell’attacco pirata? Ma a che pro assaltare la nave? Tentare di finirci prima che potessimo toccare la terra ferma?
    Sembrava però abbastanza ridicolo che chi avesse provocato questa situazione fosse lo stesso che aveva causato tutti quei problemi nell’Impero Smeraldo. Aveva avuto una pessima valutazione della probabile forza degli avversarsi.
    Un altro pensiero mi colse, guardando il corpo dell’uomo martoriato e riportato a Diogene. L’eliminatore aveva detto che era diventato irriconoscibile. Il fatto che fosse stato pestato così violentemente lo rendeva forse più riconoscibile degli altri.

    « Parlando in termini probabilistici » iniziai a dire accennando al cadavere « È quantomeno improbabile che sia un normale marinaio. Se fosse stato ucciso per una rissa a bordo, non sarebbe stato ridotto così, è alquanto più probabile che in tal caso presentasse ferite da taglio, tumefazioni per una colluttazione, quello mi sembra un chiaro tentativo di rendere irriconoscibile l’uomo » socchiusi gli occhi « Non possiamo di certo sapere se i mandanti di questo attacco erano nella nave, ma se è così, è probabile che siano stati loro a fare questo scempio, così come è probabile che questo fosse l’unico uomo che li aveva visti » voltai le spalle al cadavere « Il capitano »


    Quel chiaro tentativo di rendere una poltiglia un cadavere era così palese da evidenziare tutte quelle logiche considerazioni. Considerando inoltre le parole dell’eliminatore, c’era solo una persona che aveva parlato con i mandanti o con il mandante, un’unica persona che magari che li aveva visti in volto, un’unica persona che magari non doveva ricordare quei volti, quei nomi o quelle voci.
    I miei pensieri furono interrotti da un sordo e basso rumore. Tesi l’orecchio verso il mare e socchiusi gli occhi. Alzando poi le mani per richiedere silenzio.

    « State zitti tutti! » esclamai e quando il silenzio fu quasi totale avvertii chiaramente il rumore sotto la nave « C’è qualcosa che ci segue da sotto la nave, abbastanza in profondità » dissi, per poi sospirare « Non possiamo farci nulla a meno di immergerci, aspettiamo per ora e occhi aperti, Etsuko, dimmi se riesci a percepirla con il Magan »


    Etsuko mi avrebbe dato risposta negativa. Come immaginavo, era davvero molto in profondità.



    Lo stesso uomo che ci aveva accolti con quelle copie in quel momento parlava di tutto ciò che era successo, spiegando più nel dettaglio ciò che aveva già accennato durante il viaggio. Lo ascoltai, cercando di formulare qualche ipotesi sull’accaduto ma nulla mi venne in mente. Forse quegli Oni dopo molto tempo di barbarie erano stati in qualche modo migliorati.
    Una cosa era certa: non erano molti, perché passavano inosservati, erano silenziosi, erano puliti ed erano forti. Sorrisi macabramente e guardai il cielo.

    « Si può dire che questi Oni siano diventati dei Ninja »


    Ammesso che a far strage di innocenti e soldati siano stati loro, aggiunsi nella mia mente.
    Socchiusi un attimo gli occhi, immerso nei ragionamenti e cercai di valutare qual’era la cosa migliore da fare. Visto che l’Accademia non aveva nominato un caposquadra effettivo tra me e Diogene, non volevo prendere subito la parola dando l’impressione di scavalcare chi era mio pari. Quell’attimo di esitazione fu colto dal Mikawa che decise di organizzare subito il viaggio.
    Sorrisi, avevamo pensato più o meno la stessa cosa, infondo. Quando lui terminò di parlare io annuii e mi allontanai un po’ dagli altri. L’essere che stavo per evocare non era per niente piccolo.

    « E sia come dici Mikawa »


    Socchiusi gli occhi. Il mio chakra fluì nel mio tantien e si spostò sul sigillo, la solita sensazione di pressione, poi quella di qualcosa che viene rotto e la calda e inebriante sensazione del chakra di Kaku mi invase.
    Aura Demoniaca
    Speciale: L'utilizzatore quanto attiva la sua tecnica speciale creerà un'aura demoniaca attorno a sé sfruttando il chakra del demone. Il raggio dell'aura è pari a 3 metri per ogni credito speso nella competenza.
    L'Aura Demoniaca ha effetto contro obiettivi massimo parigrado e parienergia l'utilizzatore.

    [Da genin in su]
    [Primo slot]

    Soggezione Demoniaca
    Speciale: All'interno dell'Aura Demoniaca si avrà una percezione errata delle potenzialità dell'utilizzatore, che apparirà dalla potenza terrificante. Maggiore è la rabbia dell'utilizzatore, maggiore sarà l'efficacia della soggezione.
    [Da chunin in su]
    [Terzo slot]

    Tecnica del Richiamo - Kuchiyose no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Cinghiale, Cane, Gallo, Scimmia, Pecora
    L'utilizzatore è in grado di richiamare oggetti o creature attraverso un varco spazio temporale. Creature: È necessario che lo shinobi abbia stretto un patto di sangue con la razza, normalmente selezionata tra quelle viventi. Richiamare in battaglia le creature è necessario utilizzare il proprio chakra assieme ad una goccia di sangue. È possibile invocare solo esseri di parienergia o inferiore. Il pareggio con le proprie creature, cioè il ritorno delle evocazioni richiamate nel proprio luogo d'origine, non richiede l'apprendimento di tecniche specifiche. Questi utilizzi richiedono uno slot tecnica avanzato. Oggetti: È possibile liberare il contenuto iscritto all'interno di specifici rotoli spendendo ¼ Basso ogni slot dimensionale liberato. Inoltre consente, in condizioni di calma, di inserire oggetti incustoditi nel rotolo stesso, purché li si possa maneggiare tranquillamente - l'operazione che richiede circa mezzo minuto per slot - e che il rotolo abbia spazio disponibile per contenerli. Questi utilizzi richiedono uno slot tecnica base.
    Tipo:Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 4 / Consumo: Variabile)
    [Richiede l'energia Rossa]
    [Da genin in su]
    Quando aprii gli occhi essi erano gialli e felini. Tutti quanti stavano subendo adesso l’influsso dell’aura del demone e tutti quanti avrebbero notato che sembravo essere diventato diverso, sebbene praticamente lo stesso: c’era qualcosa in quel chakra che terrificava e che modificava l’immagine del ragazzo tranquillo di bell’aspetto che davo di solito di me.
    Sembrava proprio che se a Kiri mi credevano un demonio, un motivo chiaro ci fosse.
    Composi qualche sigillo e, attingendo alla nuova, immensa quantità di chakra di Kaku, evocai un enorme Tengu, altro cinque metri, che quando comparve stiracchiò appena le braccia.

    « Itai-san! Era da molto tempo che non mi evocavi! »
    « Vero Kaigara-san, è da tempo però che non capitano situazioni che richiedono il tuo prezioso aiuto. »
    « Che si deve fare stavolta? Non vedo battaglie! »
    « Le battaglie potrebbero esserci, finché puoi, voglio che tu resti al mio fianco in questa missione Kaigara » quel Tengu sarebbe stato estremamente utile « Prima di tutto dobbiamo raggiungere il Villaggio ella Lepre, ti guiderò io »
    « E sia Itai-san! Dobbiamo volare? » annuii « Dovrai portare anche un altro ninja con te, spero non sia un problema »
    « Portare voi è come portare delle bambole di pezza addosso! Avanti in groppa »


    Il tengu tese le mani e feci cenno ad Etsuko di salire su uno dei grossi palmi della creatura. Ci condusse sulle sue spalle ed io mi sedetti su quella destra, mettendomi poi in piedi per parlare meglio con gli altri che stavano per intraprendere sentieri diversi.

    « Farò in modo che in questi due giorni il Villaggio della Lepre sia protetto adeguatamente, richiamerò altri preziosi aiuti se necessario » il Tengu spalancò le grandi ali « A presto allora! »


    Kaigara spiccò il volo e ben presto la gente ai nostri piedi divenne piccola e insignificante. Seguendo le indicazioni che gli davo e che leggevo dalla mappa, kaigara iniziò a volare in direzione del villaggio della Lepre, muovendo le ali velocemente.
    Mi sistemai sul dorso alla fine, stando attento a non cadere e usando, se c’era il rischio di perder el’equilibrio, il chakra per mantenermi saldo all’animale.

    « Vedi di non cadere Etsuko! » dissi « Sarà problematico se non ti afferriamo per tempo »




     
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  15. Yami Kaguya
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    ¬ N ii ¬
    "Split Up".
    That's One Hell of
    A Good Idea, Man

    Uuuhhh....qualcuno si è incazzato.

    Dei ninja sul ponte, fu quello più grosso a "ricevere" il messaggio.
    image
    Dall'occhiata che mi scoccò, qualcosa in esso non doveva essergli piaciuta, difatti si mise a muovere le labbra come se borbottasse. Probabilmente ingiurie visto lo sguardo, e forse per vendetta non diede nemmeno il messaggio al destinatario. Certo se era lui il tipo nauseante, alla fine poco importava, ma di solito ero io a impicciarmi degli affari altrui, mica il contrario che diamine.
    Comunque, quando notai che mi aveva notato a sua volta, non feci altro che sorridere quanto più potevo nonostante l'atmosfera, e fargli "ciao ciao" con la mano, sino a che non riportò la sua attenzione su altitudini più basse. Quindi sciolsi la kage bunshin con un sospiro, e "tornai" in camera.

    [...]

    Corrugai la fronte per un istante, mentre i ricordi di mister Wong 2 prima e di quello 1 dopo mi arrivarono in testa, comunicandomi un paio di cose. Tutte perlopiù poco interessanti, a parte la presenza di un tipo permaloso. Sembrava comunque che fosse consigliabile dare un'occhiata da vicino alla faccenda, e dunque con un sospiro lasciai la camera, dirigendomi prima verso il piano inferiore secondo i ricordi di mister Wong 2. Vi trovai un cadavere come da previsioni, e una volta raggiunto mi misi a fissare la porta cui stava davanti. Misi quindi il dito sulla sua gola un paio di volte, e scrissi sulla porta stessa un paio di parole rivolte al suo proprietario, riguardo alla convivenza civile.
    CITAZIONE
    Se si sporca in giro, si fà anche la cortesia di pulire.

    Dopodichè afferrai il pirata per il bavero, e me lo tirai dietro per la nave, arrivando infine sul ponte e trovando che il tipo grosso insieme a Itai e al tipo pallido non erano più là. Ciò che mi interessava però era liberarmi del corpo, e quindi una volta buttato a mare non feci troppe domande in giro, limitandomi a raggiungere Hoshi e sedermi a qualche metro da lui, in attesa.

    E il tipo nauseante ora dov'è finito? Ah, ciao Hamano, che hai là?

    Sembrava il guardiano avesse avuto la premura di catturarne uno vivo di quei pirati decisamente sfortunati. Ormai avevano capito la cazzata, e anche che non avrebbero visto la notte, ma non gli era permesso nemmeno di lamentarsi, a quanto sembrava. Chissà che potere era, quello dell'otese.

    Ad ogni modo, il suddetto fu di ritorno ben presto, chiedendo l'interrogatorio dei sopravvissuti. Rimasi in silenzio per un pò, interessato a capire se c'erano altri inquisitori in giro, e non fui deluso. L'altro Otese che seguiva il colosso come un'ombra, si fece avanti e svolse il lavoro, senza però ricavare granchè. Quei tizi sembravano essersi fatti usare, ma non capivo per cosa.
    L'unica cosa che mi tirò su di morale fu il momento in cui quella sensazione schifosa svanì. Mi chiesi come facesse il tipo in maschera a starsene così appiccicato alla fonte, e ne ricavai una sola spiegazione.
    O gli otesi erano tutti dei mostri, o il colosso faceva preferenze. In entrambi i casi, rimasi alla larga da entrambi sia quel giorno, che quelli successivi. Riflettei sulla missione solo in un paio d'occasioni, mentre per il resto mi godevo quegli ultimi giorni di pace sino a quello in cui la nave attraccò.
    Attesi Hoshi e in caso Hamano vicino alla passerella da sbarco, e quindi seguii il rosso verso il molo dove avremmo dovuto trovarci con gli altri e incontrare il cliente stavolta in carne e ossa.
    Da parte mia me ne rimasi per almeno cinque minuti buoni dietro la schiena del Chikuma, sfruttando l'immenso boomerang usato contro i pirati per evitare di guardare l'uomo di cui avevo ucciso la copia.
    Che però non ne fece mai menzione, nemmeno quando disse che i ricordi delle stesse erano tornati a lui come da prassi, per certi versi mi rilassò e per altri mi fece quasi sentire offeso.
    Ma che dire, meglio così.

    Sarebbe possibile incontrare qualche esponente della Gru?
    Ah per essere precisi, preferei fare la conoscenza delle loro kunoichi, ma se non si concedono, sarebbe possibile parlare con quelle del Leone, invece?


    C'era difatti una cosa, che continuava a girarmi in testa da quando avevo visto la mappa e sentito le parole di quel tipo.
    Perchè la Lepre? Avevano evitato la sorveglianza del Granchio, erano riusciti a percorrere l'intero continente e magari piombare addosso a uno dei villaggi principali a sorpresa...e invece andavano ad attaccare un villaggio che non aveva nemmeno voce in quella faccenda, tanto era infimo? Perchè rinunciare all'effetto sopresa, se come aveva detto Itai si erano messi a prediligere approcci meno appariscenti nella loro "guerra"?
    L'unica cosa che avevo trovato, era quel nome, Ujina. L'unico clan degno di nota presente, e collegati unicamente alla Gru.
    Quindi fra il fatto che per arrivare alla Lepre dovevano essere passati sopra il villaggio del Leone, e che la Lepre avesse contatti con la Gru, mi veniva da pensare che uno di quei due villaggi fosse coinvolto in maniera più profonda. O anche entrambi, erano alleati secondo le parole che Hoshi aveva ottenuto da Asako in camera.
    Infine volevo capire com'erano le kunoichi della gru, e quello a prescindere. Bisognava essere piuttosto stronzi, per chiudere la bocca a un villaggio in cui vive uno dei clan a cui dai supporto morale.

    Per il resto, il tipo di Oto prese la parole a fine domande, e organizzò le squadre per conto proprio. Infilandoci anche commenti poco simpatici se dovevo dirla tutta.
    image
    CITAZIONE
    Suna, invece, viaggerà con il monaco guerriero, la sua presenza riacquieta il mio animo e non dovrò essere sovrappensiero per voi.

    ..E noi siamo riaquietati dal tuo concernimento per noi, Capitano. Ce la caveremo, puoi stare tranquillo.

    Il tono era a metà fra il rassegnato e il divertito, dato che in parte aveva detto che pensava ci facessimo fregare, e dall'altra il fatto che almeno a parole avesse espresso un certo grado di cameratismo mi aveva sorpreso in maniera positiva.
    Certo in come terminò il discorso, cancellai la seconda impressione positiva di cui sopra. Fissai Hoshi e Hamano un istante, immaginandomi come Shaina mi avrebbe ucciso se fossi tornato io e non uno dei suoi Sand, e quindi replicai in maniera decisamente più secca di prima.

    No.

    Aveva ragione, certo. Non per questo poteva o doveva piacermi il concetto, ma non avremmo avuto tempo di salvare i fondoschiena altrui, non mi sarei certo messo a ignorare la realtà.
    Le squadre comunque mi piacevano, niente otesi in mezzo, tutta Suna, e avremmo avuto la possibilità di parlare direttamente con uno del Leone.
    Quando però Hoshi chiese se volevamo andare, io ero già lontano una decina di metri, fissando con astio sia Itai che l'otese, per come avessero una cattiva abitudine in comune.
    Ora pure il biondo ci si metteva a sputare intento omicida o quello che era, dio....

    [...]

    Inutile negarlo, bastava guardare quell'uomo per capire la differenza fra un monaco e uno Shogenin. Fra sguardo truce e aspetto mediamente selvaggio, la prima impressione fu decisamente positiva. Rimaneva però da vedere il carattere, e dunque mi unii presto a Hoshi, quando gli si avvicinò. Rimasi in silenzio ascoltando le parole di Hoshi, e quindi lo imitai.

    Il mio di nome è Yuki, idem shinobi accademico, piacere.
    Senta, sà se questi affari...non sò, mangiano la gente? Mi hanno detto che non si sono mai trovati cadaveri di chi ci ha preceduto nell'affrontare questi Oni, ma parliamo di resti su un campo di battaglia con sangue e altro, o proprio nemmeno una traccia?
    E per il resto, avrei un favore da chiedere.

    Tirai fuori una freccia dalla faretra, e quindi la porsi al monaco perchè ci desse un'occhiata se voleva, e per il resto esposi la questione che più mi stava a cuore, in quel momento.

    Come se la cavano con le armi? Mi hanno detto che quelle in Giada sono efficaci, ma pensa che sia possibile procurarsi frecce con la punta di tale materiale? Sà per caso indicarmi dove trovarne? Sà, non me la cavo bene a fare a botte, quindi se le mie armi non funzionano vorrei saperlo prima di trovarmi uno di quegli affari davanti alla faccia che ridacchia mentre le mie frecce gli rimbalzano addosso.

    L'aveva messa un pò sul tragico un pò sull'ironico, ma il concetto rimaneva. Se quegli Oni erano deboli alla giada, dovevo modificare le frecce per poterli abbattere. Il punto era se avrei potuto procuarmela, e se si parlava di corazze o di semplice pelle dura nell'immaginare un combattimento contro quelle cose.



     
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84 replies since 4/12/2010, 19:13   2112 views
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