Riscossione dei Debiti

[Energia]

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    Non c'è molto da dire da parte mia come introduzione.
    Sei appena stato dimesso dall'ospedale, dove Mai è ancora in coma. Tutto sommato sei guarito, ma la ferita al tuo braccio ne limita i movimenti e prima o poi dovrai averci a che fare.

    Adesso, appena uscito dall'ospedale, devi decidere cosa vuoi fare. Tornare subito a Otafuku per vendicarti? O cos'altro? Hai piena libertà, e se lo desideri puoi invitare altri PG a partecipare all'addestramento, posto che ci siano le basi perchè essi siano interessati
     
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  2. ¬Chris
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    Rimpianti




    Lasciai cadere la coperta per terra, mentre con estrema cautela mi alzavo dal letto, sentii la pelle ustionata del braccio destro tendersi e la vidi sbiancare, la cicatrice alla spalla mi bloccava i movimenti, forse fu per quello che ci misi qualche minuto a riuscire a vestirmi. Nella stanza c'era un silenzio tombale, quasi innaturale, anzi, sicuramente innaturale, sentivo le urla dei bambini nella stanza affianco e quel rumore fastidioso delle pantofole che strisciavano per terra seguite dal cingolio delle ruote della barella. Era passato qualche giorno e finalmente venni dimesso, lo annunciò un'infermiera veramente carina, alla quale, però, non dedicai più di due sguardi, sebbene ne meritasse anche tre: il suo viso era angelico, incorniciato da dei lunghi capelli biondi e il seno prosperoso non lasciava nulla all'immaginazione, data l'evidente scollatura; ma la oltrepassai accennando ad un saluto con un leggero movimento della testa, erano giorni che pensavo solamente a lei, continuavo a chiedere ai dottori ma non rispondevano a nessuna delle mie domande, probabilmente per non agitarmi o farmi preoccupare, ma ora che mi ero rimesso dovevano darmi delle risposte. Quindi mi diressi verso l'altra ala dell'ospedale, dove un infermiere mi indicò la strada, entrai nella stanza con il fiato sospeso pronto a scusarmi, a chiederle scusa e a rimproverarla per come aveva agito. Poi mi accorsi che stava dormendo, o almeno, così mi sembrò, mi avvicinai in silenzio, evitando qualsiasi rumore - trattenni pure un rutto, dovuto alla fretta con cui feci colazione - e quindi lessi la cartella. Mai era in coma, mi crollò il mondo addosso e dovetti sedermi sulla sedia, che si trovava vicino al letto e poi piansi. Era stata tutta colpa mia e non me lo sarei mai e poi mai perdonato, rimasi lì qualche ora finché i medici non mi mandarono via, ero moralmente distrutto; camminavo a zig-zag per le vie di konoha, facevo fatica a ricordare i luoghi e spesso delle immagini si sovrapponevano vidi il quartiere bruciare le urla di Mai, quei due uomini ridere di me, il fiore... diavolo quando odiavo quel fiore! Spinsi la porta di casa e la lasciai aperta, con ancora le chiavi nella toppa, con il volto rigato dalle lacrime mi spinsi fino a camera mia e dalla finestra iniziai a lanciare fuori tutte le droghe e l'alcool che avevo in casa, lo feci con ira e senza ragionarci troppo, era una cosa che dovevo fare e nulla mi avrebbe impedito se non i rimorsi futuri, dovevo darci un taglio e quello era il primo passo, niente e nessuno avrebbe sofferto per colpa di queste droghe. Quando nel giardino ci fu un discreto ammasso di droghe e alcool incendiai il tutto con una palla di fuoco, sapendo che l'alcool sarebbe bastato per dar via ad un gran falò. Quindi rimasi lì, a fissare con aria distratta il fuoco consumarsi, l'odore del fumo era acre e particolarmente nero, le fiamme vive arrivavano fino ai due metri e rischiarono di bruciare l'albero piantato lì, a qualche metro, nel fuoco rividi i loro volti e piansi come un bimbo. Poi, il fumo nascose le stelle in quella notte scura.
    Il giorno seguente il sole s'alzo nel cielo con la stessa indifferenza del giorno prima, come se nulla fosse accaduto, come se un quartiere non fosse bruciato, una ragazza non fosse entrata in coma e chissà quante persone erano morte e io non lo sapevo, eppure lui era lì, come ogni mattina, ad osservare quanto ci poteva essere di interessante nelle nostre misere vite.
    Ero seduto sul tetto della mia casa da cui vedevo ancora i resti scoppiettanti del falò della sera prima, non avevo fatto nulla quella notte se non fumare - le mie care e vecchie cicche - pensando a come agire, probabilmente konoha non mi avrebbe di nuovo affidato una missione simile, ero troppo legato sentimentalmente e forse non sarei riuscito a concludere la missione con freddezza, ma non mi importava. Avevo preso la decisione giusta, nulla, questa volta, mi avrebbe fermato.
    Con lo sguardo sicuro mi diressi verso Otafuku, mi ero trasformato da un vecchio mercante, con la pancia gonfia da dell'ottima birra servita nei paesi del nord, con le labbra carnose e unte nascoste da dei baffi di un grigio che ormai si stava trasformando in bianco, misuravo i passi con particolare lentezza, gli occhi minuti assomigliavano a quelli di porco che cercava del cibo, lo sguardo avido sarebbe stato scambiato dai più per voglia di concludere un affare importante, sorridevo sotto i baffi passando da una bancherella all'altra mentre con aria di sufficienza ne valutavo la scarsa qualità e il prezzo oltre modo elevato. Evitai di passare per il quartiere delle puttane, quello da poco mandato in fumo per colpa mia, la gente che c'era non era affidabile e si sarebbero subito lanciati su un mercante grasso e goffo senza una benché minima guardia del corpo, quindi feci il giro largo e finalmente giunsi nella casa della vecchia, e fu lì che la aspettai. Quando fui entrato e rassicurato che non ci fosse nessuno ritornai con le mie sembianze, avevo già chiuso gli scuri e tirato le tende, nessuno avrebbe dovuto vedermi, il mio viso non era troppo amato in quella zona, avevo mandato a monte chissà quanti affari a gente importante.
    Poi aspettai la vecchia, di cui non sapevo ancora il nome, nel caso fosse arrivata avrei parlato in modo deciso guardandola dritto negli occhi.

    « Io sono Danzou Uchiha, ti ricorderai di me, suppongo... - mi alzai dalla sedia e feci qualche passo finché non mi ritrovai dritto di fronte a lei - Sono a conoscenza dei danni che ho causato al tuo business, sono disposto a pagare ogni debito affinché tu possa ricostruire il tuo bordello, ma ora non dispongo di quella cifra. - Mi allontanai e misurai la stanza con passo sicuro - Conosco invece chi dispone di quei soldi, ed ho bisogno di un tuo aiuto al riguardo. Mi serve sapere cosa ti abbia detto Mai, dalla prima all'ultima domanda e ciò che tu le hai detto. Così potrai riavere tutti i tuoi soldi, allora, ci stai? - rimasi un attimo in silenzio e prima che potesse rispondere continuai - Non si tratta di nessuna missione accademica o affidatami dal villaggio, voglio solo vendetta e nessuno me lo impedirà, allora, mi aiuterai?

    La guardai dritta in volto, il mio sguardo era sicuro e trasmetteva la voglia di vendetta e giustizia, mi serviva la sua collaborazione, era una donna d'azione forse mi avrebbe accompagnato, infondo, lo sperai veramente.
     
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    Entrare nella casa non fu affatto difficile, anche se per farlo dovette comunque passare vicino ai resti del quartiere dopo lo spaventoso incendio. La vista era qualcosa di penoso: aree completamente rase al suolo; tende organizzate per accogliere i pochi residenti e le molte professioniste della zona; resti di cadaveri bruciati in alcuni vicoli; macerie; disordine. Caos che era nato dalle azioni di Danzou.
    Il genin entrò nella casa cercando di prendere tutte le precauzioni, e si piazzò infine sul divano. In attesa.

    Non sei stato invitato. Una voce di donna lo avrebbe colto di sorpresa dall'ombra, dopo quasi un'ora di attesa. Danzou era certo che non ci fosse nessuno, eppure lei era là. Come era entrata? O quando? Impossibile dirlo, ma una cosa era certa: si trattava di una donna bellissima (immagine di riferimento). Alta, con lineamenti fini e movenze sinuose, la donna vestita riccamente avanzò di diversi passi, mostrandosi appieno alla debole luce elettrica dell'unica abat-jour della stanza. Fissava Danzou come un gatto che sta per mangiare il topo

    Mi chiamo Tomoe. Non cercare di capire quando sono arrivata. E nemmeno come. Ti basti sapere che sono qui perchè ci sei tu. Si chinò appena, in maniera apparentemente casuale, come se fosse un movimento naturale, ma così facendo espose gran parte del decolléte. Mi manda Baba-chan. Lei sa sempre quando qualcuno la cerca. Non chiederti come. Nessuno lo sa. Tantomeno io. Ma puoi parlarmi come se fossi lei. Poche, singole frasi, concatenate da un tono sensuale che si accompagnava ai movimenti di lei, semplici eppure stranamente ipnotici, quasi come se danzasse, nonostante stesse semplicemente camminando fino alla poltron di fronte a Danzou per sedersi.

    Vieni a dire che pagherai ma non hai i soldi. E ora vuoi anche aiuto, aumentando il tuo debito? Conoscevo Mai, e non mi ha mai parlato di te. Seduta, lei accavallò le gambe. Portava le mutandine, ma anche quelle non lasciavano granchè all'immaginazione. Come mai vuoi spingerti tanto oltre da agire all'insaputa dell'Accademia? Sorrise divertita, con un lampo di interesse nello sguardo, poi portò indietro la testa, nascondendo il volto in un angolo d'ombra non raggiunto dalla lampada. Semplice orgoglio personale...o ti sei innamorato di lei? Se è la seconda...stai commettendo un grosso errore. Se è la prima...mi piace.

    Congiunse le mani dalle dita affusolate, prima di parlare ancora. Mai voleva l'indirizzo di un uomo coinvolto con la Foglia d'edera. Nulla di più e nulla di meno. Doveva metterlo fuori gioco per una questione di voi ninja...ma poi aveva scoperto che quel tizio era da poco entrato nel giro della Strada del Paradiso. Ci sarebbe altro, ma non so se vale la pena che io parli...sono questioni interne a Otafuku. Voi shinobi non dovreste averci a che fare. Mai è un caso diverso.

    Dopotutto è cresciuta qui.

    Giusto par darti un'idea di quello che chiedi, dicendo di voler cercare vendetta. Quelli che cerchi non sono gente qualunque. Loro sono la Foglia d'Edera. Ma anche noi siamo più di quanto sembri. Siamo i Fiori di Loto. Diversi metodi. Diversi patroni. Diversi schieramenti.
    La donna si accese una sigaretta, portandola alle labbra con deliberata lentezza. Nella penombra quel punto di fuoco rosso pulsante aveva un chè di inquietante. Ma un unico obbiettivo: il controllo di Otafuku. Attese alcuni istanti prima di continuare. Non sto a spiegarti i dettagli, ma sappi che se mai riferirai qualcosa di noi ai tuoi superiori, non resterà niente di te. Non abbastanza per una identificazione, almeno. Per inciso, il mio nome non è Tomoe, e questo aspetto non necessariamente è il mio. Non possiamo fidarci di te, ma se davvero intendi impegnarti...

    ..allora avrai la tua vendetta.
    Dopo appena due boccate la donna spense la sigaretta sulla sua stessa coscia, senza mostrare il minimo dolore, nè lasciare alcuna cicatrice. Ma per l'aiuto che ti daremo, e per il debito che hai con Baba-chan, dovrai lavorare per noi. Una sorta di doppio gioco. Anche se la cosa dovesse risultare poco vantaggiosa per l'accademia. Accetti?

    Se l'altro si fosse mostrato riluttante, lei si sarebbe alzata, ridacchiando. Tutta qui la tua determinazione? Che peccato. Ad ogni modo ti ho detto che non siamo stupidi. Non chiederemmo mai a un ninja accademico di andare direttamente contro l'accademia. Nè siamo interessati a azioni dirette contro di essa. Ci basta sapere di poter contare su di te per alcuni piccoli incarichi, non direttamente dannosi per voi ninja, ma semplicemente...più vantaggiosi per noi che per loro, se capisci cosa intendo.

    CITAZIONE
    Patto col diavolo? :guru:

     
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  4. ¬Chris
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    Che Tette! :omg:




    Passai qualche minuto muovendomi avanti e indietro dalla stanza, avevo chiuso perfettamente ogni entrata e uscita, nessuno sarebbe entrato senza che io lo sapessi. C'era molta umidità nell'aria, facevo fatica a respirare, per questo aprii leggermente la finestra e mi accesi una sigaretta, lasciai correre lo sguardo verso le nuvole alte nel cielo mentre il sole calava di un rosso affocato dietro le colline. Lo sguardo si mosse dal pavimento, in legno, al divano di un bruttissimo colore verde acido, che in qualche modo faceva a pan dan con le pareti viola, mi lasciai cadere con un tonfo e una nuvola di polvere si alzò, socchiusi gli occhi e nel buio della mia mente rividi tutta quella gente ammassata, lasciati lì a morire e la miseria che c'era mi azzannava lo stomaco. Mi vennero gli sforzi di vomito, poi riuscii a tranquillizzarmi. Ripresi a respirare in modo regolare, mentre nella mia mente si configurava il volto di Mai esangue, sdraiata sul lettino dell'ospedale, corruciai le labbra e aprii gli occhi con cattiveria. E fu in quel momento che vidi una donna, per un attimo mi sembrò solo che immaginazione, infatti il viso mi sembrava quello di Mai e non avendo sentito nessun rumore, come cazzo era possibile che una vestita così riuscisse a muoversi in modo così silenzioso riuscendo ad eludermi?!
    Bestemmiai e imprecai più di una volta nella mia mente, avevo lasciato il fuuma kunai a qualche metro e non sarei riuscito a prenderlo senza che subissi un attacco mortale, il mio sguardo passo dai suoi occhi alla spada, occhi, spada, occhi, spada, occhi, spada, tette, spada, tette, spada, tette, tette, tette, tette.
    Mi risvegliai scrollandomi le spalle, il suo vestito rosso e provocante lasciava intravedere le forme della donna, molto provocanti e stimolanti, dovevo concentrarmi solo in quella situazione alquanto imbarazzante, se avesse voluto attaccarmi probabilmente lo avrebbe già fatto e io sarei già con la pancia bucato a vomitare sangue imbrattando tutta la stanza. Quindi la guardai con sospetto mentre si sedeva, mostrando delle mutandine a cui diedi un'unico sguardo, promettendomi che non mi sarei fatto distrarre più da quella puttana provocante.
    Aveva una voce molto sensuale e il suo modo di parlare mi lasciava alquanto affascinato e perplesso, mi lasciai - come uno stupido - intortare finché non ritrovai la mia dignità e serietà di ninja. Non feci altro che pensare alla nonna.
    La ragazza, si presentò come Tomoe, probabilmente un nome fittizio, ma non feci domande non ero lì per lei; la ragazza parlava e sembrava che veli di seta mi avvolgessero e mi lasciai trasportare dalla musicalità delle parole, dalla melodica e dalla metrica - che sembrava studiata - con cui parlava.
    Alzai lo sguardo e buttai l'accendino, dopo aver acceso la sigaretta, sul tavolino, Mai era vissuta ad Otafuku e, da come diceva la ragazza, Mai apparteneva al Fiori di Loto, a quanto pare una seconda organizzazione criminale che si stava contendendo Otafuku con la Foglia d'Edera, abbassai lo sguardo appoggiandolo all'infinito, Mai era una ragazza così dolce, simpatica. Certo, non ci avevo parlato molto e il suo modo di fare mi era criptico e non la capivo. Rimasi immobile per qualche secondo, poi tirai di nuovo dalla sigaretta rialzando lo sguardo verso di lei e le sorrisi. Certo, Mai era molto bella ma non me ne ero innamorato, mi sentivo solo in colpa per quello che era successo e come, in quei giorni mi ero sentito impotente e inutile, mi sentivo nello stesso modo di quando morì Shinji, la tristezza e la malinconia mi riempirono i polmoni e le cacciai fuori insieme al fumo.

    « Ok, ok, Tomoe, non farò nessuna domanda, anche se devi ammettere che qualche domanda sarebbe lecita... - le sorrisi, allungando lo sguardo verso il suo seno e poi pentendomene ritornando a pensare alla nonna e iniziando a giocherellare con l'accendino scuro - No, non me ne sono innamorato, sebbene fosse una carissima ragazza, molto dolce... Comunque, si tratta solo di orgoglio e voglia di vendetta, non permetto a nessuno di mandare una mia compagna di missione in coma e passarla liscia. - rimasi in silenzio, la sua proposta mi allettava, avrei avuto potere, con il tempo e avere una famiglia sulle spalle mi sarebbe stato utile, molto utile, quindi rialzai lo sguardo verso di lei in modo deciso, non avrebbe potuto dubitare sulla mia scelta. - Sì, mi sta bene, sarò dei vostri, se si fidava Mai, posso fidarmi anch'io. - Mi alzai e mi avvicinai verso le mie armi, mi allacciai il fuuma kunai alla vita e il fuuma shuriken alla schiena, quindi mi rivolsi verso Tomoe - Tu mi vuoi accompagnare o meno? E riusciresti a dirmi dov'è sto indirizzo? O hai qualche altra idea? »


    Chiesi in modo perplesso, sorridendole.
     
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    Sono felice di fare affari con te. Fu la semplice risposta della ragazza, accompagnata da un lieve fremito delle labbra, più che sufficiente per mostrare la lingua, giusto un secondo. Ma un secondo che valeva un'attesa lunga una vita. Non sono una guida e nemmeno una maestrina, Danzou Uchiha. Ma posso darti qualche notizia. Qualche...informazione, o consiglio. Non penso ti servirebbe andare nell'appartamento del bersaglio di Mai. Quando lei ha scoperto che lui era sulla Strada del Paradiso ha giusto frugato la casa, e poi lo ha seguito. Per quanto ne sappiamo è stata catturata mentre seguiva quel drogato. Provò ad accendersi un'altra sigaretta, ma il suo accendino non funzionava, quindi si alzò, avvicinandosi allo shinobi. Accendi. Non era un ordine nè una richiesta, quanto più una constatazione. Lei aveva detto di accendere. lui avrebbe acceso. E nel farlo, si sarebbero trovati estremamente vicini...lei aveva un profumo strano, come di cannella o di spezie, non sgradevole, ma particolare.

    Subito dopo sarebbe tornata a sedere, con passi lenti e misurati. Tirò una boccata di fumo, e poi proseguì. Penso che avrai maggiore fortuna andando al Piede Piccolo. Una bettola, ma so che girava un bel pò di Strada del Paradiso da quelle parti, ed è abbastanza vicino alla casa del tizio che Mai doveva ammazzare. Qualcuno potrebbe sapere qualcosa. Mise lentamente mano alla scollatura, estraendo un petalo dall'incisura tra i seni: un petalo di loto. Brucia questo, e noi verremo avvertiti che sei nei guai. Lo poggiò delicatamente sul divano. Se non trovi nulla al Piede Piccolo, prova a guardare alla casa del bersaglio, ma non penso che troverai niente.

    [Se avesse deciso di andare alla casa del bersaglio]

    Tomu Gaira, questo il nome dell'uomo che Mai e Danzou avrebbero dovuto uccidere, prima che lui si uccidesse da solo con l'estratto della Pianta del Paradiso. Casa sua era un appartamento al terzo piano di un condominio in una zona di case popolari, e la porta era talmente scadente che anche il più inesperto tra gli scassinatori avrebbe potuto aprirla ad occhi chiusi e di certo nessuno avrebbe fatto domande di fronte a un'effrazione, dato che metà degli appartamenti erano occupati abusivamente.

    L'interno era lurido, abbandonato, e parecchi segni di polvere a terra mostravano che un tempo c'erano stati dei mobili, ora spariti, verosimilmente rubati. Nessuna traccia di vita, a parte qualche resto di dentifricio incrostato sul lavandino e un pò di cibo-spazzatura in frigo. Ma frugando con attenzione, nei nascondigli che solo un tossico andrebbe a cercare, Danzou avrebbe trovato un piccolo sacchetto contenente della polvere bianca assai suggestiva, nascosto dietro un pannello del muro della cucina. Cosa farne, una volta trovata, era però una sua scelta.

    [Se si fosse recato al Piede Piccolo]

    Tomoe la aveva definita una bettola. "Buco dimenticato e forse un pò schifato da Dio" era una descrizione decisamente più vicina alla realtà. Un angolo di una palazzina con un'insegna luminosa semiscassata che rappresentava, con molta fantasia, un piede femminile con le unghie rosse. La porta si apriva a una stanza non moto grande, con cinque o sei tavolini, un bancone con mezza dozzina di seggiole e un barista magro, stempiato e certamente poco raccomandabile. Degli avventori (tre in tutto a quell'ora della giornata) uno era certamente il più caratteristico alto, estremamente nerboruto, e accanto al suo tavolo stava quello che sembrava proprio un frammento di una colonna di pietra. (immagine di riferimento)

    Qualunque domanda su Mai, su Tomu Gaira, sull'Edera, la Strada del Paradiso o sui tizi che aveva combattuto avrebbe generato una reazione solo nel bestione, che si sarebbe alzato puntando uno sguardo feroce sul nuovo arrivato. Troppe domande nuovo arrivato. Avrebbe ringhiato. Dove pensi di essere, a casa tua per ciarlare tanto senza prima esserti presentato a dovere? Battè una mano sul tavolo. Io so molte cose interessanti, ma se vuoi saperle anche tu dovrai prima offrirmi da bere.
    Viste le diverse bottiglie vuote sul suo tavolo quel bestione non doveva essere certo un debole bevitore, ed anzi, ad occhio sembrava perfettamente sobrio nonostante i litri di alcool ingurgitati. Ma bada che non accetto nulla dagli sconosciuti, quindi siediti e presentati come si deve.

    Ma per "presentarsi" non intendeva certo il nome, come Danzou avrebbe scoperto poco dopo, infatti non appena prese posto sulla sedia, il bestio avrebbe spazzato via tutte le bottiglie con una manata, mandandole a frantumarsi contro un muro. Il barista e gli altri avventori sussultarono, ma nessuno di loro fece niente nè osò avanzare una lamentela. Sono Shiba. E poggiò il gomito sul tavolo, in una posizione estremamente familiare. E ora vediamo chi sei tu! fece una smorfia prima di sputare, centrando in pieno la sputacchiera che stava a quasi tre metri dalla sua posizione.

    Il braccio di ferro era forse un modo poco comune per fare conoscenza, ma quello Shiba era l'unica pista fino a que momento, e sprecarla non sarebbe stato saggio. Certo, sopportare la stretta d'acciaio dell'altro, e la pressione incredibile che riusciva a esercitare coi suoi bicipiti, soprattutto considerando le cicatrici alle braccia non sarebbe stato facile, ma a giudicare da quel poco che mostrava, il gigante non avrebbe mai parlato con qualcuno che non avesse una forza quantomeno degna della sua attenzione.

    CITAZIONE
    Una banale prova di forza, e cosa è meglio del braccio di ferro? :guru:
    Shiba è una energia Blu, quindi è improbabile che tu vinca, a meno di trucchi o simili, ma basta che tu ti faccia valere e avrai il suo supporto.
    Ma non è tutto: sei qui per scoprire qualcosa sui due uomini che erano vicino al Fiore, sta a te fare domande...a Tomoe così come a questo Shiba, sempre che tu riesca a batterlo.

    Ovviamente puoi benissimo andare prima alla casa e poi alla bettola, come preferisci.

     
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  6. ¬Chris
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    Riscossione dei Debiti
    Braccio di Ferro




    La guardai per qualche secondo, certo che quella donna era particolarmente strana, mi ricordava Mai e la vecchia, ripensandoci, in quei giorni avevo conosciuto tre donne strane e completamente diverse. La prima, apparentemente, sembrava una donna tranquilla e particolarmente semplice: senza troppe seghe mentali, forse troppo spontanea e anche lei, leggermente, ambigua. La vecchia, invece, sembrava una statua, in quei giorni infatti ripensandoci, avevo sospettato pesantemente che potesse esser frutto di qualche tecnica strana, l'unica volta che l'avevo sentita sbilanciarsi fu quando vide il suo bordello bruciare, ma nulla di tutto ciò l'aveva scomposta tanto quanto avrebbe scomposto una persona normale! E poi quest'ultima, conscia di essere sexy e vogliosa di farlo sapere a tutti. Una donna particolare, affascinante e particolarmente stronza.
    Forse per questo, le chiesi, indirettamente, di unirsi a me in questa ricerca; è stata una cosa involontaria, ma solo ora mi ero reso conto che poteva risultare una stupidata, quindi sorrisi mentre le passai l'accendino. Quindi ritornò al suo posto lasciando dietro di lei una scia di profumo, un ricordo di cannella e i thè che mia madre mi portava quando con lei facevo merenda, un felice ricordo d'infanzia che mi lasciò più tranquillo e rilassato, mi lasciai sfuggire un sorriso che si allargò da un orecchio all'altro, finché non tornai serio riabbassando gli occhi su di lei.
    Sebbene non mi consigliasse di andare al caso del bersaglio, facendomi notare che difficilmente avrei trovato qualcosa e spiegandomi che il bersaglio aveva assunto la droga "la strada del paradiso" e che appunto Mai l'aveva inseguito finché non era rimasta fregata da qualcuno, il piano nella mia mente si configurò in un attimo, ma mi diedi ancora del tempo per poterci ponderare sopra meglio...
    Salutai infine la ragazza e tenni in mano il petalo, lo nascosi nella tasca interna del piccolo kimono dai colori scuri, quindi piegai leggermente la schiena in un inchino.

    Quindi entrare a far parte di questa organizzazione aveva i suoi pregi, pensai mentre camminavo lungo la strada, mi ero nuovamente trasformato, questa volta in un uomo alto due metri circa, con i capelli racchiusi in un codino i muscoli erano messi in evidenza dalla vecchia maglietta bucata e con le maniche strappate, probabilmente nessun avrebbe rotta il cazzo ad un uomo così, mi massaggiai la barba sul volto dell'uomo.
    Tomu Gaira così si chiamava l'obiettivo, non lo consideravo nemmeno umano, questo mi fece rabbrividire, era solo un bersaglio con il nome nulla di più, ignoravo la sua storia, ignoravo magari che fosse padre di diversi figli o un marito amorevole, perché lo volevo uccidere? Perché mi era stato ordinato e perché il sangue chiama sangue e io ho bisogno di vendicarmi. Stavo diventando un mostro senza cuore, stavo diventando come loro volevano e non mi dispiaceva affatto.
    Entrai nel condominio, i diversi graffitti imbrattavano i muri delle scale, la sporcizia sembrava intrinseca nell'aria che emanava un olezzo incredibile, il mio sguardo doveva assomigliare a quello di un vero duro, con sguardo sicuro e cattivo mi guardai attorno e poi diedi una leggera spallata alla porta che con un cigolio e rumore di legno secco che si piega e spezza si aprì. Non mi stupii a vedere quella stanza, mancavano diversi mobili (lo notai perché dove prima c'erano i mobili, ora c'era solo una chiazza più chiara nella tappezzeria ) Richiusi a fatica la porta, qualcuno se avesse voluto dinuovo entrare avrebbe rotto definitivamente i cardini e ciò sarebbe risultato come un campanello per i miei sensi e sarei subito scattato in quello che, ad una prima occhiata, mi sembrava un salotto o qualcosa di simile, mi spostai verso quella che, poi scoprii, essere la cucina. Superai la diversa spazzatura e sporcizia sul pavimento, guardai il tavolo, se ci fosse stato ancora del cibo impiattato o un bicchiere mezzo pieno significava che semplicemente era uscito di casa di corsa e io avrei dovuto scoprirne il motivo, al più presto. Continuai la mia perlustrazione aprendo il frigorifero che risultò mezzo pieno, significava che non aveva pianificato nulla, se avesse assunto la Strada del Paradiso, e avesse saputo come funzionava, non avrebbe lasciato del cibo in frigorifero. Come diavolo faceva a mangiare quelle schifezze? sbuffai, richiudendo la porta e continuando il mio giro per la casa, passavo per ogni stanza aprendo e ribaltando cassetti, per quei pochi mobili che c'erano, arrivai quindi in un piccolo bagno, nulla di particolare se non che fosse sporco di dentifricio ma ciò non significa nulla visto che non c'era nessun spazzolino o segno di lotta, inoltre era troppo piccolo anche solo per poter pensare ad uno scontro lì dentro. Quindi mi mossi in modo sistematico e veloce, non c'era nulla, come cazzo era possibile che un pezzo di merda fattone come lui non si tenesse una dose a casa? Avevo già controllato sopra a tutti gli armadi, la gente è stupida: non guarda mai in alto, mi dissi mentre mi guardavo attraverso lo specchio, era uno specchio grande circa due metri di larghezza ed uno di altezza, era rotto in più punti ma aveva mantenuto la sua forma, mi fissai, diavolo quella trasformazione mi era venuta perfettamente, sembravo veramente un duro senza pietà, sogghignai e poi mi accorsi di una cosa, mentre stavo uscendo dalla stanza, lo specchio non aderiva al muro, mi fermai e sul volto si disegnò un sorriso a 32 denti come un colpo di pennello per riempire la tela di un bravo pittore. Mi girai e allungai il passo verso lo specchio e inziai a esaminare lo specchio, finché, mentre passavo la mano lungo la cornice, non sentii una bustina di plastica, attaccata allo specchio, quindi spostai lo specchio e la presi. Era un polverina chiara, dal profondo sperai che fosse la Strada del Paradiso, in quel caso mi sarebbe bastato farla assumere a qualcuno e il mi avrebbe portato direttamente da quei bastardi. Fanculo a Tomoe, mi dissi sorridendo, che diceva che non avrei trovato nulla, risi amaramente mentre aprendo la porta quella mi rimase in mano con un sonoro crack. Uscii dalla stanza accendendomi la sigaretta e sbuffai sentendo nuovamente quell'odore.

    Rimasi fermo qualche secondo, poi entrai in quella betola, Tomoe aveva azzeccato perfettamente la descrizione di quella topaia, uscito dalla casa del bersaglio avevo fatto un giro e per depistare un possibile inseguitore avevo sciolto la tecnica della trasformazione, tanto eravamo distanti dal quartiere bruciato e lì non mi avrebbero riconosciuto, o almeno così speravo. Entrai e mi guardai attorno, quindi mi avvicinai al barista guardando una seconda volta soltanto il pelatone, quindi chiesi una birra e iniziai a sorseggiarla, faceva schifo... Quindi allungando una cospicua mancia al barista, avevo imparato che spesso, invece di picchiare qualcuno, era più facile pagarlo, quindi mi allungai oltre al bancone e gli riferii il nome del mio bersaglio, chiedendogli se e dove l'aveva visto. L'uomo si alzò e la sedia dietro di lui cadde a terra e la sua voce coprì il rumore secco, le sue parole risuonarono nel locale e il silenzio calò nella stanza, come diavolo aveva fatto a sentirmi? Ma ormai era fatta, infondo il tipo mi aveva chiedo semplicemente di presentarmi inoltre, più uno è grosso e più è facile da colpire. Quindi mi passai la mano sulle veste, sentii il tessuto graffiarmi la pelle, le armi erano pronte ma per ora non era certo una minaccia, aveva bevuto litri ed ancora riusciva a stare in piedi e a parlare come una persona che aveva appena bevuto un bicchiere d'acqua.
    Mi sedetti e subito appoggiò il braccio sul tavolo e disse il suo nome, quindi gli sorrisi era un vero uomo, mi stava simpatico, non solo perché forse avevo trovato, finalmente, qualcuno con cui poter farmi qualche bevuta e non fermarmi alla settima birra perché era k.o.
    Quindi, guardandolo dritto negli occhi, gli dissi il mio nome e allungai la mia mano verso la sua, diavolo era una bestia la sua mano sembrava un badile, se mi avesse colpito non sarei potuto rimanere in piedi, mi intimoriva ma dall'altra parte non potevo tirarmi indietro.
    Capii che stava iniziando il braccio di ferro, solo quando la pressione alla mano cessò per un secondo e poi tornò più forte di prima e il suo braccio stava piegando il mio, il dolore alla spalla era forte, facevo fatica a resistergli anche se ce la stavo facendo, ma non sarei resistito ancora molto, infatti il mio braccio si stava abbassando sempre di più. Non avrei utilizzato il chakra, sarebbe stato sleale e non ne avevo nessuna intenzione.
    Stavo per perdere, dopo qualche minuto la scure si stava abbassando, le gocce di sudore scavavano solchi sulla fronte e lungo le tempie, sarebbero bastati qualche cm e poi avrei perso l'ultima traccia che mi avrebbe potuto portare da quei bastardi che avevano impriogionato Mai. Dovevo superare i miei limiti, non ci sarebbe stato altro modo per vincere.
    Serrai le mascelle con cattiveria, il volto paonazzo e accaldato. Chiusi gli occhi e rividi il volto di Mai, poi quello dei suoi aguzzini, infine la betola in fiamme e il fiore strappato. Il dolore, la sensazione di non essere all'altezza e la paura che altri potessero morire per le mie mancanze. Guardai la smorfia del ragazzo, mancava si e no un centimentro, quindi il patos del momento mi portò a concentrarmi al massimo, provai quasi odio verso quello sconosciuto, riuscii a riportare la situazione in parità e cercai di ribaltare la situazione, non avevo nessun intenzione di imbrogliare utilizzando il peso per fare più forza sul braccio avversario.

    Se ci fossi riuscito sarei scoppiato in una risata e mi sarei congratulato con lui, diavolo aveva una forza incredibile, quindi ordinai due birre solo per lui, quando le le finì gli avrei chiesto di parlarne fuori, non sarebbe stato prudente che quella gentaglia sapesse cosa volevo sapere.

    Se non ci fossi riuscito mi sarei alzato e rimesso la sedia a posto, infine avrei parlato con voce calma e lentamente.

    Cosa posso fare per convincerti a dirmi tutto quello che sai?






    Ho preferito non scrivere come finirà la mia azione, così che se troverai il mio post scadente potrai farmi perdere il braccio di ferro. :guru:
     
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    Il gigante era palesemente più forte dello Shinobi (il mondo era davvero grande, possibile che esistesse gente simile?) ma sembrò soddisfatto dallo sforzo che il giovane stava dimostrando nel cercare di tenere testa alla sua presa d'acciaio, come poteva testimoniare la sua espressione soddisfatta, e per una frazione di secondo la sua posizione cedette rispetto a quella di equilibrio. Però..ma non basta! E con questo abbassò con violenza la mano, scaraventando le nocche di Danzou sul legno del tavolo vincendo ogni possibile resistenza. Avrebbe lasciato poi la presa, esultante.

    Mi piaci ragazzino. E quelli che mi piacciono e sono furbi di solito se la cavano in questa lurida città! Il bestione sorrise mostrando due robuste file di denti bianchi dall'aria perfetta...non il genere di dentatura che ci si aspetta da un ubriacone o da qualcuno che non si sa gestire. Quel Tomu Gaira che cerchi è un povero idiota con qualche conoscenza, che faceva lavoretti qua e là, e soprattutto agiva come tesoriere per un piccolo gruppo di malavitosi. Una persona di classe, se capisci cosa intendo, ma abbastanza tonto e fidato da saper custodire dei soldi senza farsi prendere dall'avidità. Shiba portò alle labbra un grosso boccale di birra che era stato portato dal proprietario della bettola durante la sfida. Portane altra, io e Danzou qui abbiamo di che parlare! Quello annuì senza nascondere tutto il suo timore: Shiba doveva essere un pezzo grosso.

    Dopo almeno un paio di boccali, l'uomo si sarebbe deciso a sbottonarsi un pò di più, continuando il suo discorso. Comunque il tuo amico non ha fatto una bella fine. Sesto boccale giù, e non sembrava minimamente turbato. Ha iniziato a usare la Strada del Paradiso, una brutta merda che girava da queste parti, anche se sembra che il consumo stia calando...è andato fuori di testa e ora sta in una specie di ospedaletto. Niente di che, sono solo un paio di stanze gestite da un medico della zona. Posso indicartelo se ti va. Non era lontano, e ci sarebbe potuto arrivare molto in fretta.

    Ma ora dimmi, come mai lo stai cercando? Magari potrei darti una mano... Fidarsi o non fidarsi? Sai, ho parecchi agganci da queste parti, e dato che non ti conosco sono sicuro che sei di fuori e non sai bene come muoverti. Un lampo di intelligenza brillava dietro gli occhi infossati e scuri del bestione.

    [La piccola casa bianca]

    L'ospedale era una piccola casa bianca su un singolo piano, con un cartello sul davanti che recitava "Clinica di quartiere" scritto con Kanji non del tutto esatti. Era pulita almeno, e tutto sommato trasmetteva un'aria di sicurezza nonostante il quartiere non fosse dei più rispettabili. Danzou aveva appena voltato l'angolo quando vide la porta della casa aprirsi e un uomo dall'aria dannatamente familiare uscirne. Come dimenticare quei capelli e quei piercing sul volto? Dottore grazie della ripassata, tornerò domani per le medicazioni... Stava dicendo, chiudendosi la porta alle spalle. Anche a una seconda occhiata non lo si sarebbe potuto prendere per nessun altro.

    leviathan_reborn



    Era lo stesso uomo che Danzou aveva incontrato in quel magazzino maledetto. Lo stesso uomo con le strane spade, compagno di quello vestito di bianco. E aveva due scelte davanti a sè: nascondersi o attaccare.
    Tuttavia se avesse crcato di nascondersi, non avrebbe avuto altri posti per farlo tranne il retro di un cassonetto poco distante. Quella posizione gli avrebbe garantito una copertura sicura, ma anche una nuova serie di problemi: il suo nascondiglio era stato scelto come sede per il nido da un gruppo di vespe poco propense all'avere ospiti, e il trambusto di quel corpo in avvicinamento le avrebbe risvegliate. In un ronzante sciame si sarebbero avventate sul ninja senza alcuna pietà, anche se il loro rumore non sarebbe stato tale da attirare l'attenzione dell'uomo dalla strana capigliatura.

    Sopportare le punture il più possibile, eliminando al contempo le vespe senza farsi notare, o uscire allo scoperto per sfuggire al terribile sciame? Certo, poteva anche star fermo e aspettare che l'uomo si allontanasse per liberarsi dagli insetti, ma alla fine sarebbe rimasto come un puntaspilli dolorante. Una questione di scelte: sopportare, rischiare di farsi scoprire eliminando le vespe o uscire subito allo scoperto per attaccare l'odiato nemico?

    CITAZIONE
    Metti alla prova il tuo ingegno e la tua resistenza (o i riflessi?) per far fronte al piccolo problema vesposo. Conta che con tutto l'alcool ingurgitato hai un minimo di instabilità che ti creerà qualche problema nel muoverti, specie se attacchi l'uomo (ma è pur sempre un'alternativa, a te la regia.

     
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    La birra non era certo delle migliori, l'uomo mi schiacciò la mano sul tavolo e si sbucciarono le nocchie, la sua forza era incredibile e mi sovrastò subito dopo, però sembrò apprezzare il mio sforzo e quindi ridendo disse al barista di portarci da bere, ed erano circa cinque minuti che eravamo lì a parlare e ormai avevo perso il conto delle birre. Erano delle birre doppio malto e avevano poca schiuma, erano le così dette "birra da meditazione" ossia con un gradazione alcoolica alta e con un gusto forte, in quel momento - con la gola secca e la saliva densa - avrei preferito una chiara frizzante, magari con una bassa gradazione, ma non potevo certo rifiutarmi di bere. Inoltre avevo trovato finalmente un degno compagno di bevute, la sua voce, però, rimaneva sempre costante, sembrava quasi, che l'alcool non gli facesse effetto e che nulla potesse scalfirlo era un avversario temibili, difficilmente mi sarei messo sulla sua strada. Lo guardai e sorrisi, ci misi qualche secondo a contare i boccali: eravamo al settimo, quindi rialzai lo sguardo e poi, cercando di misurare la voce al meglio, parlai abbassando il livello della voce (tendo sempre a parlare ad voce alta quando sono ubriaco)

    «Inutile dirti che senza di te sarei senza nulla, o quasi in mano... - Biascicavo le parole in fila, come piccoli soldatini e con una melodia meccanica lenta e stonata, rialzai lo sguardo - Una mia... - Stavo per dire "Amica", poi mi fermai e ripresi - compagna, è stata incaricata di ucciderlo, e beh non c'è riuscita ed ora è in coma nell'ospedale della foglia per arcolpa di qualche suo scagnozzo. Io son qui per finire il lavoro e vendicarla... Fece mente locale e gli descrissi i due scagnozzi e se aveva qualche informazione anche su di loro, aspettai speranzoso in silenzio, poi proseguii - Bene mi sei stato molto utile, ora prenderei un caffé e poi vado ad ammazzare... Sorrisi dopo aver finito l'ultimo sorso di caffè e aver lasciato i soldi sul banco, prima che la porta si chiudesse alle mie spalle ... il tempo. »

    Uscito dalla porta mi infilai il cappuccio, il mantello scuro copriva ogni mia arma, quindi calai nell'annonimato più totale. Cammivano in mezzo alla gente, la sguardo verso il basso, tenevo le spalle strette e onde evitare problemi cedevo il passo e facevo vie traverse. Adoravo stare in mezzo alla gente, nel più completo annonimato, certo, ritengo che sia importante anche avere luoghi dove sentirsi a casa e ben accetti ad ogni ora, ad esempio il mio locale preferito, dove il rapporto con il barista è stretto. Però, a volte, bisogna perdersi tra i tanti e farsi gente; essere gente comporta molti meno doveri o responsabilità la gente ragiona come "gente" senza dar bado alle minoranze, nella gente ci sono i creduloni e fannulloni, gli scarti della società, coloro che per sempre vivranno nella mediocrità. Sorrisi, mi faceva bene sentirmi uno di loro.
    Il puzzo di piscio si faceva particolarmente pungente in alcune viuzze, in altre era più forte l'odore di fritto e di altre spezie vendute lungo le bancherelle del mercato, gli odori e i gusti si univano in un'unica ondata di profumo che mi lasciava sognante e perso nel mercato, i colori si univano e si confondevano, era come se un pittore avesse - con il pennello - mescolato i colori sulla tavolozza, in diverse bancherelle vendevano, infatti, tessuti e vesti di ogni colore e tipo.
    Finalmente giunsi all'ospedale, le bancherelle erano finite da un po' e già in tre avevano provato a vendermi della Strada del Paradiso, e qualche altro del fumo, ma me lo ero promesso non avrei più toccato droga e quindi li ignorai e allungai il passo.
    Rimasi fuori qualche minuto, mentre la sigaretta, lentamente, finiva ad osservare quell'ospedale avvolto da quelle luci artificiali. Era una struttura dalla costruzione semplice, non mi spiegavo come si reggesse in piedi quella baracca, però rimasi lì finché non lo vidi uscire. Avrei riconosciuto in mezzo a tutti quel volto, quello sguardo e quella orribile pettinatura. Mi incendiai.
    Una gamba mi cedette e risentii ogni sensazione che in quella terribile sera avevano sentito e percepito, un dolore incredibile a livello della spalla, la vista mi si offuscò. Rivedetti quelle persone perse nella Strada del Paradiso, nuovamente lo sguardo di Mai prigioniera di quella droga, riprovai il dolore che avevo sentito quando strappai il fiore e quanta forza di volontà mi ci volle. E tutte questo non fece altro che montarmi una rabbia infinita.
    Un rombo tetro e cupo chiamò il temporale, preannunciato dall'ammasso di nuvole cupe e scure, la pioggia cadde violentamente e in una cacofonia di grida e di urla il mercato si svuotò, la gente correva a cercare un riparo e le bancherelle si chiusero, in qualche minuto la strada si svuotò e io rimasi immobile a fissarlo, rividi il suo sguardo assettato di sangue e la sua mano carica d'eletricità trafiggere prima Mai e poi me.
    Parlai con voce carica di odio e risentimento, misurai le parole come se ognuna di esse le avessi messe su una bilancia e soppesate con la mia rabbia.
    Ehi brutto cane! - - gettai per terra il mantello e mostrai il mio volto, i miei occhi si tinsero di rosso - Ti ricordi di me? Sono qui per ucciderti e questa volta non ci sarà nessuno ad aiutarti!
    Non gli lasciai altro tempo, la visibilità era poca, quindi sfruttai l'ambiente per lanciare il Fuuma Shuriken verso il mio avversario, puntavo a ferirlo all'altezza dell'addome, quindi mi lanciai all'inseguimento, tra le mie mani tenevo un filo di nylon, se il mio avversario avesse mancato quest'attacco, banale e prevedibile, avrei tirato il filo e le lame sarebbero scoppiate e lanciate in più direzioni. Il busto era abbassato in avanti e le braccia tenute alte all'indietro, correvo quasi parallelo al terreno, per schivare suoi possibili attacca alla distanza, le mie mani si unirono e composi i Seals necessari per una tecnica molto potente. Fulmini Devastanti. Un fulmine sarebbe partito ad una velocità incredibile in direzione della testa avversario, avrebbe superato il fuuma Shuriken, e scontratosi contro la testa avversaria l'avrebbe, probabilmente, stordito.
    A quel punto, l'avrei raggiunto provai un affondo sulla sua coscia destra, la gamba sinistra spostata in avanti mi permetteva di dare più forza al colpo e tutto il corpo era spostato in avanti, ma tutto questo si dimostrò una finta, tutto il corpo si muoveva in perfetta sintonia e solo i vestiti bagnati mi rallentavano, ma era un problema di entrambi, il sentivo pesare sul mio corpo inebriato dall'alcool, abbassai il corpo all'improvviso e facendo perno sulla gamba sinistra tentai una spazzata al fine di minare il suo equilibrio, il calcio sarebbe arrivato contro all'articolazione del ginocchio, probabilmente l'avrebbe spezzato. Se fosse caduto a terra, o se fosse rimasto in piedi, avrei catalizzato tutta la mia ira e il mio risentimento in un affondo all'addome.
    Avevo il fiatone e il mio respiro si condensava in piccole nuvole di vapore acqueo, rividi Mai, dietro l'angolo a qualche metro da me, e con voce tesa, mi promisi che l'avrei vendicata.



    La tecnica costa medio, scusami non avevo voglia di fare la tabellina. :pwn:


    QUOTE
    Saette Inarrestabili
    Villaggio: Konoha
    Posizioni Magiche: Drago, Pecora, Topo, Scimmia (Medio)
    L'utilizzatore può scagliare, dai pugni, diversi fulmini lunghi circa 50 centimetri, entro 15 metri. La velocità dei fulmini è pari un energia superiore l'utilizzatore ed avranno potenza pari a 20.
    Oltre il primo, ogni lancio richiede 1 slot azione.
    Tipo: Ninjutsu - Raiton
    (Livello: 4 / Consumo: Medio ogni fulmine )
    [Fulmini Massimi: 2 per grado ninja]
    [Da genin in su]

     
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    Uuh, vendetta. Niente male come motivazione per tuffarsi nei vicoli, niente male davvero! Shiba battè il boccale sul tavolo, mollando una pesante pacca sulla spalla di Danzou prima di ridere fragorosamente. AHAHAAHAHAHA! Mi piace quando i giovani fanno le cose per bene. Ma aspetta, non penso proprio che quelli che hanno ridotto male la tua amica siano scagnozzi di Gaira. Lui non ha scagnozzi..è lui stesso un pesce piccolo. Al più sarà stato qualcuno di quelli per cui Gaira lavorava. Ma non ti trattengo oltre. Scolò con un sorso il nono boccale, mentre l'Uchiha si allontanava dal locale. Rimasto solo, il gigante avrebbe sogghignato. La foglia ha a che fare con Tomu Gaira, eh? Interessante. Decimo boccale, e mentre sollevava il braccio nella sua tasca si intravide per un istante un oggetto di metallo brillante. Decisamente interessante. E pulì la schiuma dalla bocca col dorso della mano.

    [Davanti alla piccola casa bianca]

    Ci mancava solo la pioggia, maledizione. L'uomo si strinse meglio nel giubbotto, iniziando ad allontanarsi, quando la comparsa improvvisa di Danzou lo lasciò interdetto per un secondo. Uhn? E tu chi diavolo saresti? Ma non si fece sfuggire certo le minacce di morte, socchiudendo gli occhi e sollevando una mano sopra la fronte, per ripararsi dalla pioggia. Levati dai piedi, non hai idea di chi stai sfidando! Sarò buono...vatten..EHI! Il lancio di un enorme Shuriken, seguito da un rapido fulmine lo costrinse ad agire senza poter nemmeno finire la frase!

    Si abbassò, gettandosi su un lato, così da portarsi fuori dalla portata del Fuuma Shuriken e, al contempo, di evitare il Fulmine che aveva seguito la medesima traiettoria. Un attacco a sopresa decisamente poco efficace, ma l'infelice connubio tra il terreno bagnato e l'esplosione delle lame dell'enorme arma da lancio gli impedì una difesa adeguata, con uno dei dardi metallici che arrivò a tracciare un segno rosso sul suo fianco, mentre questi cercava, scivolando, di evitare quell'attacco improvviso. Maledizione! EHI PEZZO DI IDIOTA, LA HAI FATTA GROSSA! HAI CAPITO??? Nessuno per strada, e anche quei pochi che stavano da quelle parti decisero rapidamente di cambiare aria.

    Con un movimento fluido lo spadaccino estrasse e lanciò una delle sue strane spade a zig-zag. Per quanto sembrasse aerodinamicamente impossibile, l'arma volò contro lo Shinobi come il più bilanciato dei Kunai, e perdipiù la sua strana forma rendeva molto complesso seguirne la traiettoria [Rossa +1 tacca | Riflessi -1 nei confronti della spada]. Immediatamente dopo avrebbe preso a correre in direzione di Danzou, sguainando l'altra spada e preparandosi allo scontro in corpo a corpo. Appena raggiunti i due metri di distanza avrebbe però puntato in avanti la mano disarmata, e proprio da quella manica sarebbe spuntata una sferetta metallica da cui, con un sonoro schiocco, sarebbero poi emerse diverse decine di cinghie metalliche, trattenute sicuramente da qualche meccanismo a molla, che avrebbero cercato di catturare tutto ciò che avevano in un metro di raggio dalla sferetta.


    L'attacco successivo, quasi contemporaneo al tentativo di cattura di quello strano meccanismo, avrebbe cercato di conficcare la lama nel corpo dell'Uchiha proprio mentre si difendeva o subiva le cinghie metalliche, riducendo notevolmente le sue possibilità di salvezza, complice anche il terreno bagnato e l'imprevedibilità dell'arma [Rossa +1 tacca | Riflessi -1 nei confronti della spada]. NON LA PASSERAI LISCIA! Che avesse successo o meno, l'uomo avrebbe serrato la presa sulla sua arma, pronto a finire il suo incauto avversario, sempre che l'Uchiha non avesse qualche trucco in serbo per un contrattacco efficace.

    [...]

    Lo scontro stava entrando nel vivo, e il nemico con le strane spade era sul punto di contrattaccare, quando un sibilo dall'alto attirò l'attenzione di entrambi. Lo spadaccino arretrò rapidamente, e verosimilmente anche Danzou avrebbe dovuto farlo, a meno di rischiare di essere travolto da quello che sembrava essere un frammento di una colonna di marmo che pioveva dal cielo, spaccando il lastricato a terra e sollevando parecchi detriti in mezzo alla pioggia. Ma chi diavolo è stat...? Lo spadaccino non fece in tempo a parlare, che una enorme sagoma gli fu alle spalle, rapida come poche cose al mondo, e con una mano grande quanto uno schiacciasassi andò ad atterrare la sua vittima. Per l'Uchiha non sarebbe stato difficile riconoscere i muscoli guizzanti e sul punto di esplodere in quel braccio che aveva quasi sotterrato la sua preda.

    Sono il sergente Shiba Tatewaki, della polizia di Otafuku. Forse mi conoscete meglio come Colonna di Marmo. E penso che ci sia parecchio di cui parlare qui. Anche con te, Danzou! Per ora consideratevi tutti e due in arresto.

    Scapppare? Restare? Quale era la scelta migliore?

    CITAZIONE
    Difenditi, attacca nuovamente, e poi, che tu col prossimo attacco sconfigga o meno il nemico, interviene il nostro Shiba, che ha dimenticato di darti una piccolissima informazione sulla sua identità: è un poliziotto!



    Edited by Febh - 8/5/2012, 20:27
     
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    Vidi il suo sangue tingergli il costato e mischiarsi alla pioggia e al fango, non diedi bado a quello che mi urlò il ragazzo, sentivo come un ronzio continuo nelle orecchie, l'odio mi perforava i timpani. Sentivo il cuore come un martello battere sul costato sempre più velocemente, gli occhi tinti di rosso lo sguardo perso in avanti alla ricerca del volto di lei, ormai spento e lasciato a prendere la polvere in ospedale. Chissà se avrebbe mai potuto offrire nuovamente la sua fronte al vento e al sole, dare il suo amore ad un uomo o ad un donna, che sia, chissà se potrà mai sentire quella sensazione magnifica, che ti fa sentire vivo, sentire l'adrenalina pulsare durante uno scontro. Tutto questo per colpa di quel animale, che lentamente si stava alzando dal terreno dove poco prima si era lasciato cadere per schivare il primo e il secondo attacco sperando che fosse finito lì, ma si sarebbe dovuto aspettare l'esplosione delle lame, avevo usato quell'arma nello scontro precedente dove ci eravamo già incontrati. Per questo conoscevo già la sue armi e la sua incredibile capacità a maneggiarle. Ma tra tutto mai mi sarei aspettato un attacco simile, ci distanziava qualche metro, lanciò la prima delle due spade che portava, era un attacco banale sebbene l'arma avesse degli strani effetti, ma non sapendo ne leggere ne scrivere mi lanciai sulla sinistra rotolando e ritrovandomi immediatamente in piedi. [Mezzo basso Riflessi 425] Quindi si lanciò al mio inseguimento, ebbi tutto il tempo per misurare e osservare la sua corsa, la cadenza dei piedi e il movimento del corpo, trovatosi ad un paio di metri da me, non mostrò nessuna intenzione di caricare un colpo con la spada: nessuna torsione del corpo, il peso non ancora distribuito in modo tale da poter imprimere più forza nel colpo e da lui mi sarei aspettato tutte queste accortezze, era un ottimo spadaccino! Per questo non mi stupii molto vedere quello strano meccanismo uscire dalla sua manica, dovetti concentrare molto chakra per poter schivare quella cosa che a primo avviso mi sembrava una bomba. [Basso Riflessi 475] Con il fuuma kunai che impugnavo colpii la pallina subito dopo un sonoro schiocco e intravidi delle cinghe uscire dalla palla prima che questa fosse mandata a diversi metri di distanza. Poi il mondo si tinse di rosso. Sentii la lama penetrare nella carne, entrare fredda come il ghiaccio e bagnarsi del mio sangue, sangue che scendeva copioso sulla lama e sul terreno e infine mischiarsi nella pozzanghera martoriata dalla pioggia intensa.
    Vomitai fiamme e il mio viso, poco prima trasformato in una smorfia di dolore, divenne una maschera arcinea e terribilmente incazzata, utilizzai una tecnica molto veloce [Fiato di Fuoco | potenzia 20] la fiammata lo avrebbe colpito in pieno volto, ma non mi sarei fermato lì, subito avrei contrattaccato, non solo la voglia di vendetta mi muoveva a colpirlo sempre più forte, ma anche il dolore al costato, speravo che ammazzandolo o rendendolo in fin di vita il dolore sarebbe passato.
    Era bello sentire la meccanica perfetta delle articolazioni, i muscoli flettersi e tendersi, il peso spostarsi da destra verso sinistra, il movimento di torso e lo spostamento della caviglia da cui partiva lo slancio per un fendente parallelo al terreno che mirava al collo. Immediatamente dopo, il piede che prima aveva compiuto quella lieve torsione la completò, spostando il tallone verso il mio avversario, il corpo si chiuse sulle braccia portate al petto e la gamba opposta si alzò in un violento calcio al petto, sfruttai lo slancio e diedi una spinta con il bacino per completare la piroetta e alzata la prima gamba d'appoggio tentati un secondo calcio al mento. Tutto questo si compii in pochi momenti, quindi mi ritrovai ansimante in ginocchio con una mano sulla ferita, il sangue ora usciva più lento ma la mano rimase rossa.
    Sentii il sangue fluire alla testa e il fiatone aprirmi i polmoni, la pioggia sembrava cercasse di schiacciarmi a terra e l'aria era così pesante che sembrava potesse essere tagliata con un coltello, il mio sguardo cercò il suo, mi rilassai e il ronzio all'orecchio smise, potei rialzarmi in piedi e riprendere la posizione difensiva quando all'improvviso intravidi dall'alto cadere qualcosa e sentii un fischio continuo, mi spostai buttandomi di lato e una colonna di marmo distrusse la strada dove prima c'ero io e divise me e il mio avversario.
    Poi Shiba, maledetto cane pulotto, valutai l'idea di scappare ma con la ferita che mi portavo al costato non avrei potuto allontanarmi troppo senza andare nell'occhio senza contare che se dopo mi avessero riacciuffato sarei finito nella merda fino al collo, quindi sorrisi e con passo lento mi avvcinai verso di lui, dalla tasca tirai fuori le sigarette mentre con l'altra mano l'accendino e il fiore di loto, la colonna si frazionava tra me e shiba e sperai che non riuscisse a vedere il movimento, feci finta di non riuscire ad accendere l'accendino per la lieve brezza che arrivava da nord, quindi mi girai dandogli le spalle e accesi, insieme alla sigaretta, il fiore di loto che lasciai cadere vicino alla colonna. Non si sarebbe dovuto accorgere di niente, quindi iniziai a parlare mentre, il più lentamente possibile, superavo la colonna.

    Maledetto sbirro, sono un ninja della foglia, perché non mi hai detto subito che sei uno dei nostri? Lasciami finire lo scontro con questo bastado!


    Quindi gli sorrisi.







    CITAZIONE
    Fiato di Fuoco – Endan
    Villaggio: Konoha
    Posizioni Magiche: Nessuna (Veloce)
    L'utilizzatore può emettere una rapida fiammata dalle dimensioni ridotte, utile per reagire prontamente. La potenza è pari a 20 ed avrà una larghezza pari ad un metro.
    È possibile utilizzarla in Subisci e Mena come se posseduto il talento 'Tecniche Immobili'.
    Tipo: Ninjutsu - Katon
    (Livello: 4 / Consumo: Medio )
    [Lunghezza Massima: 2 metri ogni grado ninja]

    [Da genin in su]
     
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    L'attacco del nemico aveva reclamato il sangue dello Shinobi, e la vampata di fuoco successiva costrinse lo spadaccino ad inarcare la schiena con notevole velocità, prima di finire ustionato. Parò il colpo di spada anche da quella scomoda posizione, dimostrando una incredibile flessibilità e senso dello scontro, nonostante la pioggia che era andata a bagnargli il viso. Non fu però abbastanza rapido da schivare il calcio mentre si risollevava, incassandolo nell'addome e perdendo per un secondo la compostezza. Il calcio successivo avrebbe quasi ragggiunto il mento, venendo però bloccato dalla guardia serrata della spada. Lo spadaccino venne sbilanciato mentre Danzou si risistemava, ma quel colpo da KO non era andato perfettamente a segno, pur rintronando un pò la sua vittima. Non sai contro chi ti stai mettendo... Ma l'attacco successivo dell'uomo non sarebbe mai giunto grazie all'opera di Shiba Tatewaki!

    [Shiba]

    Dalla stessa parte? Credo che tu non abbia per nulla chiaro come girano le cose qui, Ragazzo. Al sorriso di Danzou rispose con un pugno apocalittico, sia per le notevoli dimensioni del gigante sia per la sua incredibile velocità [Forza e Velocità Viola], diretto proprio verso l'addome del giovane Uchiha, verosimilmente spezzandogli il fiato. Shiba non avrebbe comunque proseguito il suo attacco, arretrando un poco. Chiariamo subito: Non si fanno risse sotto ai miei occhi in questa città. E ancora meno permetto che un ninja qualsiasi arrivi con l'intento di ammazzare qualcuno così allegramente. Otafuku sarà anche un posto dimenticato dal buonsenso, ma qui IO sono la legge. E uccidere è CONTRO la legge, se capisci cosa intendo!

    Saremo anche sotto la giurisdizione di Konoha, ma qui c'è un corpo di polizia che non deve proprio niente a voi shinobi. Adesso fa il bravo e mettiti queste manette.
    Gliele gettò dopo averle tirate fuori da una tasca segreta nel suo abito. Non costringermi a mettertele dopo averti steso, mi stai simpatico dopotutto. Il loto era caduto a terra senza essere notato, e di lì a pochi secondi sarebbe appassito. Un segno del suo potere o si trattava forse di un imprevisto? Sotto la pioggia che si era fatta più sottile vedre quei petali seccarsi come se bruciati non dava di certo una buona impressione. Intanto Shiba mise le manette all'uomo privo di sensi, commentando. Almeno sai chi è questo? Si chiama Arashi, ed è uno dei due cani da guardia del Vecchio Saggio del Monte Orientale. Non proprio l'ultimo cretino del gruppo. Diede un calcio alla sua preda. Spiegami un pò come sei finito a pestare i piedi all'Edera, Danzou...se la storia della tua amica in coma è vera allora penso che Tomu Gaira, ovunque si trovi, sia l'ultimo dei tuoi problemi.

    Se Danzou avesse esitato più di una ventina di secondi per ammanettarsi, Shiba lo avrebbe aggredito per sopraffarlo e ammanettarlo di persona, o si sarebbe dato all'inseguimento in caso di fuga. In caso contrario, dopo aver caricato Arashi in spalla e messo sottobraccio la sua Colonna, avrebbe fatto un cenno all'Uchiha, controllando che le manette fossero state ben assicurate (e facendolo lui, nel caso). Ora cammina davanti a me e andiamo verso la stazione di polizia: hai solo causato una rissa ma c'è il tentato omicidio da discutere. Probabilmente Konoha ti farà uscire in tempi brevi, ma fino ad allora sarai sotto la mia custodia...e potresti dirmi cose interessanti su questo Arashi...non aspettavo altro che un'occasione per mettere le mani su uno dei Quattro! Sogghignò. Avrai comunque la tua vendetta aiutandomi a sbattere al fresco un pò di feccia! Nessuno del Loto sembrava essersi fatto avanti nè pareva avere l'intenzione di farlo mentre il colosso "scortava" i suoi prigionieri...possibile che la donna avesse mentito?

    Se Danzou avesse tirato in ballo l'argomento del'Edera, Shiba sarebbe stato ben felice di dare qualche informazione, corroborato dal senso di vittoria che lo pervadeva. L'Edera sono tanti gruppi separati, ma c'è uno scheletro di fondo...una struttura. C'è un capo, ma nessuno lo ha mai visto nè ne ha sentito parlare...e poi ci sono i Quattro Saggi. Ognuno ha diverse cellule sotto il suo controllo, diretto o indiretto, che gestiscono diversi aspetti della malavita. Non sono propriamente alleati, ma nemmeno nemici...potremmo definirli dei grossi pesci nello stesso stagno, ma con bersagli un poco diversi. Il Vecchio Saggio del Monte Orientale si occupa soprattutto del traffico di sostanze stupefacenti, per quanto ne so io. Ma non vedo come possano essere implicati a questo Tomu Gaira che era il vostro bersaglio...

    Comunque siamo arrivati.
    Erano appena sbucati in una piazza che dava a un grosso edificio in legno e pietra, recante delle insegne che lo identificavano come una stazione di polizia. Forza, andiamo. Dal Loto ancora nessuna notizia. Non vedo l'ora che il compare di questo idiota si faccia vedere, così potrò cattturare anche lui...la faccia di Kaishin il Bianco dietro le sbarre non intendo proprio perdermela e.. Eravate proprio a metà piazza quando, in mezzo alla pioggia, si levarono improvvisamente diverse colonne di fumo, tanto fitti da coprire l'intera area. MA COSA?? MALEDIZIONE! Doveva trattarsi del Loto: Danzou doveva fuggire, anche se con le mani ammanettate non sarebbe stato facile muoversi o agire.

    CITAZIONE
    Fuggi prima di farti ammanettare, oppure fatti scortare da Shiba e poi scappa non appena ne hai l'occasione. Dovrai dimostrare di saperti orientare anche senza la vista e a mani legate per riuscire ad andartene da là...e considera che potresti avere Shiba alle costole, quindi fai molta attenzione a come descrivi la tua fuga.

    O puoi anche non fuggire e farti condurre dietro le sbarre, ovviamente, in quel caso descrivi cosa intendi fare..più accurato è il piano d'azione e migliori le possibilità di cavartela :zxc:

    E non dimenticare che hai un braccio con un MALUS :zxc:

     
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    Sto giro morirai.




    Vidi, o almeno così mi sembrò, il pugno solo quando mi arrivò al petto. Non solo la mano era enorme ma anche la potenza e la velocità con cui mi colpii mi lasciò senza fiato per terra, mentre cadevo lasciai la sigaretta dalle labbra che cadde prima sulle vesti e poi per terra, rimasi qualche seconda a terra con le mani al petto, forse mi ero rotto qualcosa, anzi, era molto probabile. L'avrebbe pagato, quanto è vero dio, l'avrebbe pagato in qualche modo, se non potevo uccidere lui la sua famiglia sarebbe morta, un poliziotto di Otafuku che colpisce uno shinobi della foglia in missione? Ah maledetto cane, si sarebbe pentito di tutto ciò.
    Per di più lo scontro stava diventando anche interessante, certo il mio avversario sarà stato anche più forte e più esperto, ma io ero incazzato e sicuro, alcune volte, ciò è determinante, avrei potuto vincere. Infatti, stupendomi, era riuscito a schivare la fiammata e parato il primo calcio, venne spiazzato dal secondo colpo, sorrisi, l'avevo colpito, finalmente. Allora non era così impossibile, mi dissi tra me e me, prima che intervenisse il guastafeste.
    Ero in piedi e sentivo una fitta alle costole, un dolore lancinante, lo mandai a cagare un paio di volte mentre prendevo le manette, brutto cazzone, le allacciai perfettamente, tenendole leggermente larghe giusto per far circolare il sangue, sarebbe stato stupido provare a fregarlo, e ricevere un'altro pugno come quello sarebbe stata la morte.
    Quindi lo anticipai di un paio di passi e mi chiese come avevo rotto le balle all'edera, sorrisi tra me e me, ripensando alla mia avventura e iniziai a parlargli, mentre lentamente sfilavamo tra le vie cittadine, chissà perché voleva attirare l'attenzione a sé, forse aveva bisogno di fare vedere a tutti che c'era ancora un'autorità a Otafuku, forse lanciare un messaggio diretto all'Edera, la quale, se ci avesse attaccato mi avrebbe falciato in un attimo, soprattutto essendo in manette!

    «Il tutto risale a qualche settimana fa, venni chiamato a compiere una missione: rapire Tomu Gaira. Ero capitanato da questa giovane, ma non per questo poco esperta, ninja di konoha: Mai; la quale mi lasciò per un paio di ore, così disse, per non fare più ritorno. Quindi decisi di andarla trovare, mi preoccupai giustamente! Avresti una sigaretta scusa? Mi hai fatto sputare l'ultima, cazzo. - Quindi accesi la sigaretta, se me lo permise, altrimenti avrei scosso la testa bestemmiando a bassa voce e riprendendo la camminata in modo tranquillo, sentendo gli odori della città amplificati dalla pioggia.- Beh seguii la traccia fino alla via delle Ricamatrici, mi trasformai in lei, così che avrei potuto attirare l'attenzione di qualcuno che la conosceva, e così fu. Una vecchia strana, riuscì a prendermi, era terribilmente forte, non riuscii a sfuggirle, non avemmo il tempo di parlare quando subito qualche ninja dell'edera attaccò il suo bordello, nel quale mi aveva portato, qualche tecnica strana dei ninja, a questo punto suppongo dell'edera, fece partire un grosso incendio che divampò per tutto il locale e per quelli circostanti, la vecchia stava impazzendo dal dolore a vedere tutto ciò per cui aveva lavorato bruciare, beh torniamo a noi, riuscii a disfarmi di questi ninja ma l'ultimo mi iniettò una dose della "Strada del Paradiso", brutta merda amico, non fare quella faccia, cazzo! Comunque è la cosa più strana in assoluto, ero felice e allo stesso tempo ero riuscito a mantenere un po' di lucidità, beh, mi svegliai in questo posto pieno di relitti umani, tutti che guardavano sognati quel fiore enorme, era quello che li attraeva, stupendomi di me stesso, riuscii a strapparlo. Fu allora che intervenne questa faccia da culo insieme ad un suo compare, dietro di loro c'era, svenuta, Mai. Quindi li attaccai ma mi batterono, ora Mai è in ospedale io ho quasi perso un braccio per questo stronzo e sono qui per concludere la missione. »


    Quindi rimasi in silenzio, cacciando indietro tutti i ricordi che in pochi secondi erano tornati a galla e tutto ciò mi strappo un sorriso e una lacrima, poi ascoltai Shiba mentre con il suo vocione mi parlava dell'edera, assorbivo tutte le informazioni come carta assorbente. Gli chiesi Arashi di quale dei quattro "pesci" appartenesse, poi in silenzio cogitavo su quei cazzoni del loto, cosa stavano aspettando ad intervenire?
    Eravamo ormai a metà piazza quando dei fumogeni, non saprei dire quanti, esplosero e riempirono l'aria con il fumo, certo era probabile che fossero del loto, ma c'era anche un possibilità, non remota, che si trattasse dell'edera e per niente al mondo mi sarei lanciato ammanettato in mezzo al fumo per finire in bocca loro. Quindi mi misi spalle contro spalle con Shiba, sperando che un segno mi mostrasse di quale fazione erano quegli stronzi che lanciavano i fumogeni a caso! Senza considerare che mi conveniva stare con Shiba che almeno avevamo una pista da seguire, mentre non sapevo cosa avesse in mano il Loto, anche se quei stronzi si potrebbero far vedere invece che stare qua a farsi i segoni con i piedi!
    Mi guardavo attorno, aspettando un segnale, un rumore, che anche se lieve, mi avrebbe svelato qualche figura vicino a me o a Shiba.


     
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    Ho idea che siano venuti a prendere questo salame. Mugugnò il poliziotto Nel fitto fumo una serie di sibili annunciò l'arrivo di armi a mezz'aria, che a giudicare dal suono dovevano essere simili a lacci o bolas. Danzou, schiena contro schiena con Shiba potè uire il tonfo della colonna di marmo che cadeva a terra, e voltandosi avrebbe potuto intravedere l'omone che a mani nude cercava di difendersi da quei proiettili qualunque cosa fossero, restando però intrappolato, con le braccia tirate in due diverse direzioni da una specie di lazo, non troppo visibile a causa della foschia. MALEDIZIONE! NON VORRETE FARE UNA PROVA DI FORZA CON ME? Ma mentre si dibatteva, mettendo a dura prova i suoi catturatori senza per questo lasciar cadere l'uomo che aveva in spalla, una rapida sequenza di passi si stava avvicinando, forse con l'intento di attaccare il colosso alle spalle.

    Un brevissimo lampo metallico annunciò la presenza di un individuo armato e con addosso una tuta nera e degli occhiali dalle grosse lenti, che verosimilmente gli permettevano di vedere oltre la coltre di fumo. Sembrò sorpreso, a giudicare da quel poco del linguaggio corporeo che si poteva leggere in quella visione offuscata, ma non si laciò scoraggiare dalla presenza imprevista dell'Uchiha, gettandosi in avanti e cercando, con un solo, rapido fendente orizzontale, di squartargli la gola [Rossa+1 tacca] Non sarebbe stato facile seguire quell'attacco con il fumo dappertutto, e perdipiù con le mani legate dalle manette. Se quel colpo fosse fallito, un secondo vi avrebbe fatto rapidamente seguito, cercando sempre un colpo verticale, ma stavolta parecchio più basso, come a voler tagliare e ferire entrambe le cosce, per bloccare le possibilità di fuga.

    Subito dopo quel secondo colpo, due cose sarebbero avvenute in contemporanea: un sibilo dall'alto, velocissimo, avrebbe annunciato l'arrivo di un dardo d'acciaio che, inevitabilmente, si sarebbe conficcato tra le mani di Danzou, tranciando di netto le manette proprio mentre l'aggressore armato tentava il suo terzo attacco: un affondo al cuore [Rossa+3 tacche]. L'aiuto inaspettato era forse dovuto al Loto? Ma allora chi erano gli aggressori? A giudicare dal loro comportamento non erano là per salvare l'Uchiha, anzi. In ogni caso con le mani libere sarebbe stato più facile difendersi e, eventualmente, contrattaccare!

    Se avesse avuto la meglio con un attacco efficace, si sarebbe poi trovato davanti a una scelta: andarsene o restare.

    CITAZIONE
    Combatti al buio. Ricorda che tu vedi poco e male, mentre il tuo avversario vede perfettamente. Fatto questo, segui la tua linea d'azione successiva: aiuti Shiba (se si, come?) o fuggi (idem con patate) oppure che altro? Approfondisci l'intera azione, sei libero di inventare :zxc:

    Uscendo dalla zona di Fumo, Danzou avrebbe potuto vedere un individuo seminascosto in alto, sulla cima di uno dei palazzi che davano alla piazza. Impossibile cogliere i dettagli, ma stava sicuramente sorvegliando tutto, e ad occhio poteva essere stato lui a lanciare l'arma che aveva distrutto la catena delle manette!

    Nei vicoli non ci sarebbe stata anima viva o quasi (qualche barbone sotto la sua coperta di cartone negli angoli, ma nessuno di pericoloso o che volesse impicciarsi nei fati di uno che scappava da una piazza piena di fumo) e certo far perdere le proprie tracce in mezzo ai vicoli non avrebbe comportato problemi. E dopo essersi riorganizzati, con qualche domanda nel posto giusto avrebbe potuto scoprire qualcosa su Kaishin il Bianco, l'altro uomo di cui aveva parlato Shiba.

    Rimanendo nella zona di fumo invece Danzou avrebbe potuto osservare (pur con le dovute difficoltà, e solo se non si fosse allontanato troppo durante il brece scontro) Shiba ancora alle prese con i due lacci che tenevano spalancate le braccia, e muovendosi per seguirli, uno a destra e uno a sinistra, avrebbe trovato due uomini nerboruti che con tutte le loro forze cercavano di tenere a bada il bestione. Ma seguire i cavi per trovare chi li tendeva avrebbe significato allontanarsi di quasi cinque metri da Shiba, perdendolo completamente di vista e, di fatto, perdendo l'occasione di notare un altro uomo, armato, che si avvicinava da davanti al gigante per trapassargli il cuore e, successivamente, prendere con sè lo stordito prigioniero!
     
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  14. ¬Chris
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    Il fumo rende tutto uguale, piatto e indistinguibile, solo delle ombre mi permettevano di rendermi conto delle distanze o delle proporzioni, sentii il tonfo della colonna che cadeva per terra incrinando le piastre marmoree della piazza, Shiba era occupato a fare tiro alla fune, qualcuno lo stava sfidando ad una prova di forza, stupido stratega, pensai tra me e me. Rimasi al mio posto, avevo le mani legate e quindi non potevo fare molto se non concentrarmi sull'udito ed evitare di essere colto alla sprovvista da altri, sentii il mio stesso battito cardiaco che in quel momento pompava all'impazzata il sangue nelle vene, cercai di tranquillizzarmi concentrandomi su tutto ciò che mi circondava: il respiro affannato di Shiba e quello ignaro del prigioniero, il continuo cadere delle gocce che pendevano dal tetto e poi scivolavano lungo la ringhiera in un suicidio, dividendosi in mille particelle, trascinate dalla forza di gravità, forze maggiori che comportano cause ancora più gravi, mi ricordava qualcosa, sul mio volto si disegnò un sorriso. Ad un tratto un rumore esterno, fuori da quello che era la normalità, un flebile rumore di passi, passi sostenuti sulle punte, aprii gli occhi e vidi che il rumore aveva preceduto una figura vestita di nero, in mano portava una lama e dei grossi occhiali scuri, sembrava più un'ombra che una persona, quando lo vidi i miei occhi si tinsero di rosso e si rispecchiarono nei suoi occhiali se avesse incrociato lo sguardo con il mio, avrei potuto Imporre il suo attacco, prevedendo così al meglio la difesa [MezzoBasso | 1 Slot dimensionale] mi abbassai di scatto, le mani dietro mi obbligarono a spostare il baricentro in avanti e il movimento successivo fu immediato: dopo essermi abbassato e spostato il baricentro in avanti, mi lasciai cadere e rotolai per terra per poi rialzarmi nuovamente alle spalle del mio avversario.
    Flettei leggermente le gambe, pronto ad aggredire il mio avversario con una testata, vidi, o meglio, sentii il mio avversario, girarsi e provare un nuovo affondo, in quel momento non capii bene cosa accadde, ma i miei polsi erano liberi e le manette caddero a terra in una cacofonia di rumori metallici; le mie mani si mossero veloci e letali, flettei ulteriormente le gambe e lasciai passare la lama sopra alla mia spalla, contemporaneamente entrai nella sua difesa, il braccio sinistro si chiuse dietro alla spalla e la destra dietro al collo. Nel fare tutto questo, però, valutai male le distanze, a causa del fumo e mi ferì profondamente alla spalla. Ma agii senza pensare al dolore lancinante, strinsi ancora più forte il coltello che tenevo nella mano sinistra e che avevo estratto mentre compivo quel movimento di chiusura. Poi cercai di tirare verso di me il mio avversario e con la gamba destra cercavo di infliggergli una ginocchiata alla pancia, ma si rivelò una finta e con il coltello cercai di colpirlo più di una volta nella schiena. [Fintare migliorato]
    Se i colpi fossero andati a segno e fossi quindi riuscito a mettere a ko il mio avversario:
    Il coltello cadde per terra, la mano sinistra si mosse verso la spalla destra dolorante, il sangue cadeva copioso e bagnava il corpo del mio avversario di cui, in un secondo momento, presi gli occhiali e li indossai cercando di capire cosa stava effettivamente accadendo intorno a me. Poi decisi che sarebbe stato il momento di andarmene, ripresi il coltello e cercando di evitare qualsiasi nemico sulla strada mi allontanai dalla zona di fumo. Nel farlo notai un dardo per terra giusto dietro di me, l'unica cosa che avrebbe effettivamente potuto liberarmi dalle manette, lo presi e lo osservai, non aveva nessun segno particolare se non, tra il piumaggio nero, un'unica piuma bianca, nascosi il dardo tra le pieghe del kimono e seguii la direzione, o almeno la presunta tale, del dardo.
    Tamponavo la ferita con un pezzo del kimono che mi ero strappato poco fa, sentivo la ferita bruciare e il braccio ormai era ricoperto di sangue, proseguii in direzione retta finché non uscii dal fumo, e lì vidi una figura in cima ad uno dei palazzi che stava guardando tutto quello che stava succedendo, non ero nelle condizioni di salire e interrogarlo, sopratutto nel caso si fosse scoperto mio avversario, cosa più che probabile, inoltre se avesse voluto parlarmi sarebbe sceso lui, non sarei certo salito io. Mi appoggiai ad un muro, che probabilmente una volta era stato bianco, mentre ora possiede più sfumature di grigio e l'odore di urina e feci era così pungente che dovetti allontanarmi immediatamente, misi il panno che usavo per tamponare la ferita sotto al kimono, affinché non andassi nell'occhio ai pochi passanti che di notte passavano tra le strade di Otafuku.
    Le strade erano vuote gli unici esseri viventi oltre a me, in quella strada, erano topi e barboni ed ignorai la loro presenza per le strade, dedicai maggior attenzione a non lasciare tracce di sangue che anche uno shinobi non esperto, avrebbe potuto seguire con facilità, quindi rientrai a casa di Baba-chan. Avevo bisogno di cure mediche, non potevo continuare la missione in quelle condizioni.
    Avevo bisogno dei Fiori di Loto, con un nuovo panno bagnato pulii la ferita, mentre il vecchio panno lo lasciai a disinfettare nell'acqua bollente; e poi cambiai i due panni, feci questo finché la ferita non fu perfettamente pulita.



    Perdonami se il post può risultare meccanico e poco fluido, però è da molto che non faccio un post e ho perso un po' la mano, spero di non aver abbassato troppo la media della qualità dei post. ^^
     
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    Dopo una fuga rocambolesca Danzou era arrivato per l'ennesima volta in quella che per lui era divenuta una base: un luogo sicuro, poco noto, in cui poteva facilmente leccarsi le ferite in attesa di una nuova sortita all'esterno. Cosa poteva esserne stato di Shiba, o del tizio vestito di nero che l'Edera aveva cercato di recuperare? In quel momento l'Uchiha aveva messo la sopravvivenza al primo posto, ignorando tutto il resto, ed ora davanti a un panno bollente stava mettendo in atto delle rudimentalli manovre di pronto soccorso. Non trascorse nemmeno mezz'ora che si ritrovò con una lama puntata alla gola, impugnata da qualcuno che era stato capace di muoversi senza il minimo rumore.

    Solo al palesarsi della minaccia avrebbe percepito effettivamente un delicato odore: un misto di spezie e di fumo di sigaretta che già una volta aveva avvertito, in quella stessa casa, mentre stringeva l'alleanza con il Loto. La donna con l'abito elegante che aveva incontrato era là e lo stava minacciando: il patto era forse infranto? O si trattava di una enorme trapola in cui era caduto sin dall'inizio? Le parole successive di colei che lo minacciava non avrebbero chiarito a sufficienza questo punto.

    Sei forse stupido o ti sei affezionato a questa casa? Sei scappato senza prestare la minima attenzione a come ti muovevi! La donna sembrava aver fretta, scostò la sua lama ed irritata andò a controllare una delle finestre, azzardandosi a scostare di appena un millimetro le pesanti tende scure. Il nostro uomo è riuscito a fermare alcuni inseguitori, ma non poteva bloccare tutti, siamo praticamente certi che tu sia stato seguito! Ti costava così tanto nasconderti nei vicoli? Sbottò, riavvicinandosi a Danzou. Non è facile avere una casa sicura, e ora questa è bruciata.

    Inoltre ora grazie a te Shiba è morto. Era una seccatura, ma restava un uomo corretto e, soprattutto, molto benvoluto. Ora che è morto potrebe persino scoppiare una guerra aperta tra l'edera e le forze dell'ordine, non ci saranno tangenti sufficienti per insabbiare tutto. Ma come hai fatto a coinvolgerlo nella tua vendetta?
    Si portò una mano alla fronte. Questo cambia tutto...Otafuku è tenuta insieme da decine e decine di fili...e per colpa tua ora parecchi di quei fili sono stati tranciati...non avremmo mai dovuto darti il nostro supporto. Con questo intendeva forse dire che avrebbe interrotto la loro collaborazione? La donna sospirò a fondo. Ormai hanno visto un nostro uomo salvarti, quindi sanno che sei con noi.

    Anche tra Loto e Edera i rapporti non saranno più gli stessi. Complimenti, sei riuscito a sovvertire l'intero mondo sommerso di Otafuku con la tua piccola vendetta.
    Il patto dunque è ancora valido, ma le carte in tavola sono state cambiate in maniera più pesante del previsto. Sarà la guerra. E tu sei dalla nostra parte, perchè non ci sono alternative. Sono stata chiara? Voltò il capo bruscamente, come se avesse scorto un movimento nell'ombra alle sue spalle, ma non scattò all'attacco, piuttosto sussurrò poche parole incomprensibili e quindi chinò impercettibilmente il capo. Un mio uomo è di vedetta sul tetto: ha visto almeno tre membri dell'Edera aggirarsi nei dintorni...e sicuramente ne stanno arrivando altri.

    Gettò a Danzou un oggetto nero, che si rivelò essere una sorta di museruola con un loto inciso sul davanti. Mettila. Ti identifica come uno di noi, ed al contempo funziona come una maschera antigas. Dobbiamo cercare di uscire da questo posto il prima possibile e poi... Il tetto della stanza si infranse e una persona vestita di nero, con una maschera simile a quella che era stata data all'Uchiha cadde riversa sul pavimento, con un coltello piantato nel cuore. Tch! Maledizione! Dobbiamo andarcene subito!! Disse la donna, mentre una serie di sottili coltelli da lancio le appariva letteralmente in mano (doveva possedere una estrema abilità nel muovere le dita, forse nemmeno lo Sharingan avrebbe notato l'estrazione).

    Erano nel corridoio del piano terra, che si collegava direttamente alla porta di ingresso ed aveva tre finestre lungo la sua estensione. In esso si aprivano tre porte: una era il bagno dove Danzou si stava sistemando, ed era la più lontana dalla porta di ingresso. La porta nel mezzo dava al salotto dove il giorno prima aveva parlato con l'emissaria del Loto, e la prima dava a una cucina, in cui stavano le scale per il piano superiore. Ognuna delle tre stanze aveva una finestra che dava all'esterno (il salotto ne aveva due) tutte coperte con pesanti tendaggi scuri.

    CITAZIONE
    Devi elaborare un piano di fuga! Hai un totale di 10 slot azione per agire. Sappi che al quarto slot dalle finestre entreranno numerosi fumogeni (sembrano essere il marchio di fabbrica dell'edera, eh? ) mentre all'ottavo slot entrerà almeno un avversario da ogni finestra, tutti contemporaneamente e pari a un Genin Verde+3 tacche, equipaggiato con dei visori che gli permettono di vedere nel fumo.

    Se esci dalla casa, o usi uno slot per sbirciare oltre la finestra, noti almeno dieci persone che circondano la casa su ogni lato, più le eventuali 7 persone che faranno irruzione all'ottavo slot. Hanno tutte maschera, visori, una coppia di coltellacci e una sorta di frusta. A te trovare un modo per cavarti d'impiccio.

    A seconda delle tue azioni la donna ti seguirà o prenderà altre vie. Se applicherai strategie scorrete potrebbe (nel mio prossimo post) finire uccisa, o aiutarti, tu per ora considera come un'incognita per le tue azioni, vedi se proporle una fuga comune o meno...hai piena libertà.

     
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