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[Abilità/Potenziamenti/tecniche]La maledizione degli Uchiha
~Prologo - Degli Uchiha e dello Sharingan~
Molti ritengono che il clan degli Uchiha sia uno dei più grandi e maestosi clan del villaggio della foglia, nonostante le oscure vicende accadute nei tempi ormai remoti. Altrettanto, molti credono che la loro capacità innata, conosciuta con il nome di Sharingan sia una dote non indifferente e che tutti gli Uchiha la ritengano un particolare dono che non va perduto e che per questo va difeso con la vita per evitare che altri indegni possano bearsene. Ebbene non tutti gli Uchiha sono gloriosi membri del "glorioso clan" ed ancor più gli oscuri eventi remoti non sono satti cancellati dalle memorie e dalle usanze del clan. Esistono infatti numerosi membri del clan estremamente malvisti a causa della loro linea di sangue non pura, piuttosto che per la loro parentela malvista con traditori o presunti tali. In egual maniera lo sharingan tanto bramato dagli esterni al clan e difeso dai membri dello stesso con le unghie e con il sangue, per alcuni è una maledizione, una maledizione che sono costretti a portarsi appresso senza alcuna possibilità di scampo, come se quell'iride cremisi avesse il potere di controllare il proprio portatore ed il suo destino.
La storia che si andrà a narrare parlerà nifatti di due di questi Uchiha maledetti, tanto simili eppure tanto diversi a causa della loro differente storia e della loro differente "maledizione".[...]
~Ritorno da una missione – Incontri inaspettati~
Il giorno andava ormai calando lasciando spazio alla tetra notte che poco alla volta sopravanzava anticipata dagli ultimi raggi luminosi che illuminavano di un rosso intenso l'orizzonte che scompariva dietro alla foresta ed alle montagne che circondavano Konoha. tarda era l'ora in cui Atasuke si dirigeva verso il villaggio, conscio del fatto che a quell'ora della sera vi era il cambio della guardia alle mura, cosa che probabilmente avrebbe ulteriormente rallentato la procedura di rientro al villaggio.
Ancora una volta era di ritorno da una missione a dir poco "suicida" per conto di un clan a cui apparteneva a pieno titolo ma che ancora non lo aveva accettato appieno. Ormai quella era l'ennesima volta che il clan gli affidava missioni con probabilità di sopravvivenza estremamente basse nella speranza che Atasuke non facesse più ritorno, in modo che il clan stesso non dovesse più sporcarsi le mani nel togliere di torno un membro sconveniente. Tuttavia, ancora una volta egli era di ritorno, ferito, logorato, ma tuttavia vivo. Le sue iridi cremisi ancora continuavano a trarlo in salvo, permettendogli di tornare a casa ancora con la sua pellaccia, tuttavia questa volta ci era andato veramente vicino. Questa volta, aveva rischiato di non tornare.
Il suo passo era lento, ciondolante mentre alcune gocce di sangue ricominciavano a farsi vedere al di fuori del mantello reso ancora più scuro dalle nette macchie di sangue che continuavano ad insudiciarlo anche attraverso le bendature che si era personalmente fatto per evitare di crepare per il sanguinamento.
Diverse erano le ore che aveva trascorso marciando lungo al via del ritorno, tuttavia, forse per il passo particolarmente lento, forse per la stanchezza, le mura del villaggio continuavano ad essere estremamente lontane, come se ad ogni passo che faceva queste si allontanassero ulteriormente.°Cavolo... questa volta si che ci sono andato vicino... Devo imparare a dire di no e a non accettare più queste missioni segrete per il clan, altrimenti prima o poi ci riusciranno sul serio a liberarsi di me...°
Una fitta di dolore si fece sentire lungo la ferita che aveva sulla schena facendolo contorcere dal dolore e costringendolo a fermarsi per qualche attimo per riposarsi e prendere fiato.°Bene... Questa volta si che ci si divertirà a tornare a casa al buio... Inizio a temere che non riuscirò a tornare in tempo per la cena... Chissà se vedendomi coì la vecchia Saiaka deciderà di darmi qualcosa da mangiare per cena anche in tarda nottata... mah... speriamo solo che passi a trovarla Akane... ultimamente a furia di darmi una mano con le ferite è diventata brava a medicarmi...°
La sua mente volava, cercando di distrarsi dalle fitte di dolore che di tanto in tanto si facevano sentire mentre la foresta a poco a poco si infittiva attorno a lui.
Voi per la stanchezza, vuoi per le ferite, Atasuke non si rese conto di aver sbagliato strada più e più volte finendo nel folto della foresta perdendosi. Non era sua abitudine perdersi, soprattutto in quella foresta, tuttavia, nel giro di poche ore si ritrovò a vagare sperduto tra gli alberi secolari di una zona che mai prima d'ora evava visto o esplorato. Più per istinto che per ragionamento seguì il frastuono di un grosso fiume nella speranza di trovare qualche buon segno o perlomeno un riparo valido in cui rintanarsi per riposare.[...]
Vagò ancora per diversi minuti prima di ritrovarsi in una radura in mezzo alal boscaglia attraverso la quale scorreva copioso un fiume. Per sua esperienza sapeva che avere un fiume nelle vicinanze avrebbe reso il suo recupero più semplice avendo un'abbondante scorta di acqua, sperabilmente pulita che avrebeb potuto usare per lavarsi, rinfrescarsi ed eventualmente disinfettare le bende per poterle riutilizzare.«Molto bene... Non ricordo questo posto, tuttavia credo possa andare bene per la notte... Speriamo solo non sia troppo lontano da Konoha, altrimenti temo ci vorrà ancora più di qualche giorno per tornare a casa...»
Pensò ad alta voce sussurrando appena con la sua flebile voce quelle parole mente a poco a poco si avvicinava al fiume allontanandosi dalla foresta, in modo da guadagnare una maggior visuale su quello che lo circondava.
Era una mossa stupida, e lo sapeva, ma per come era conciato era pressochè inutile perdersi in finezze tattiche.
Quando poi raggiunse la sponda del fiume, Atasuke vide una figura, apparentemente femminile, che sedeva più in la sulle sponde. Egli non ricordava di averla mai vista, o perlomeno non era in grado di riconoscerla, tuttavia sapeva che chiederle aiuto non gli avrebeb fatto certamente più male di quanto già ne avesse.«S... Scusa... I... Io sono Atasuke Uchiha... anf... di... Konoha.... Perdona il disturbo... ma... potrei chiederti dove siamo?... Temo di essermi.... perso»
Si accasciò quindi a terra nella speranza che la giovane figura lo avesse udito e che giungesse in suo soccorso. Ormai era stremato e senza aiuto difficilmente sarebbe andato molto lontano.... -
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Asgharel.
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[Abilità/Potenziamenti/tecniche]~Cure mediche - Mai che ci sia un medico quando ti serve~
Atasuke era crollato si a terra a causa delle sue ferite e della stanchezza, tuttavia, anche se in gran parte sopraffatto dal dolore, era rimasto cosciente e se solo ne avesse avuto le forze, certamente si sarebbe messo le mani nei capelli per come la povera ed ignara ragazza lo stava soccorrendo.
Egli non era di certo un medico, tuttavia aveva le conoscenze mediche basilari per poter portare un pronto ed efficace intervento, mentre la giovane a cui si era dovuto affidare, chiaramente non ne sapeva nulla.
Ignorò dapprima le prime parole della giovane dato che in quel momento, quando ella giunse, lui sentiva solo le sue orecchie fischiare mentre i suoi occhi a malapena vedevano delle ombre che si muovevano attorno a lui. Poi, dopo alcuni attimi di riposo il suo corpo iniziò a riprendersi e le sue funzioni vitali si ristabilizzarono nuovamente permettendogli poco a poco di recuperare quel minimo di lucidità per riuscire a reagire a quello che stava accadendo.
Quando iniziò a riprendersi, si rese conto di trovarsi a dorso nudo steso sulla schiena mentre la ragazza, inginocchiata al suo fianco, urlava, forse per lo spevento, forse per una qualche sensazione di inutilità, verso di lui "ordinandogli" di non morire e farfugliando cose su abiti nuovi e nuove divise da shinobi qualora si fosse risvegliato. Frasi che certamente parevano senza senso, e che in effetti nella mente di Atasuke non riuscivano a trovare alcun senso, tuttavia non gli fu complesso comprendere che quelle specie di esternazioni dissennate erano un modo per la ragazza di riuscire a guadagnare e mantenere una sorta di lucidità e di speranza nei suoi confronti.
Quasi trovò buffo il modo in cui la ragazza tentava con delicatezza di tamponargli le ferite che avevano da poco ripreso a sanguinare. Ogni secondo che passava, tuttavia le funzioni vitali di Atasuke miglioravano, nonostante le apparenze potessero mostrare ad un occhio inesperto una situazione quasi tragica.
Passarono svariati secondi, o forse anche minuti prima che Atasuke fosse nuovamente in grado di rispondere alle parole della giovane, tuttavia, quando egli ne fu nuovamente in grado, si ritrovò a viaggiare sulle spalle della giovane che a fatica era riuscita a tirarselo su e che con maggior fatica stava cercando di camminare con quella specie di zaino sulle spalle.
Con un "tenero sussurro" o perlomeno con quanta più delicatezza Atasuke poteva sprigionare in quel momento, rispose alla giovane sperando di non spaventarla, dacchè anche se mal ridotto, poteva senza indugio prevedere una violenta caduta o una violenta reazione della giovane qualora questa venisse intimorita dalle sue parole.«Grazie... Shizuka Kobayashi... apprezzo il tuo aiuto... tuttavia sarebbe meglio che mi lasciassi a terra... non mi piace vederti faticare così a trasportarmi ed in effetti non è neppure propriamente necessario...»
Si preparò, per quanto possibile, ad una violenta caduta a terra, senza però mai perdere la speranza che questa non avvenisse.
Quando poi si ritrovò a terra, in un modo o nell'altro, Atasuke si tirò su, cercando di sedersi sfruttando come appoggio una roccia che sbucava dal terreno li vicino per poi rimettersi a parlare lentamente ed a bassa voce per evitare di sprecare inutilmente preziose energie che gli sarebbero servite per tornare a casa e rimettersi.«Devo ammettere che ho trovato interessante il modo in cui soccorri le persone... Non è da tutti aiutare un ferito per poi insultarlo dicendogli che ti deve del cibo, non trovi? Tuttavia non temere, sarà per me un onore invitarti a pranzo o a cena direttamente a casa mia nonappena sarò in grado di cucinare...»
Si prese una breve pausa lasciandosi sfuggire un sorriso dolorante prima di riprendere a parlare«Poi... tu non sei un medico, vero? Mi sembravi abbastanza in difficoltà poco fa mentre cercavi in qualche modo di medicarmi le ferite... Tuttavia devo ammettere che hai fatto un'ottimo lavoro per essere una principiante...»
Si prese una breve pausa per riprendere fiato e per sistemarsi un po meglio cercando una posizione che fosse più o meno comoda per restare seduto e per poter proseguire con quella breve interazione con la giovane.«Poi, se non ti spiace... Sarei curioso di capire una cosa... prima mi pare di averti sentito dire che "gli uchiha ti hanno portato via tutto e che stanno cercando in tutti i modi di farti soffrire"... Sono indiscreto a chiederti perchè dici questo? Perdona la mia ignoranza, ma non ho idea di che cosa possano averti fatto di male... tuttavia mi scuso se la mia "intrusione" nella tua giornata ti ha causato problemi...»
Attese delle risposte scrutando la giovane direttamente negli occhi con uno sguardo confuso e curioso. Vome suo solito non voleva in alcun modo violare la privacy della sua interlocutrice, tuttavia le affermazioni della stessa erano particolari e molti del clan le avrebbero trovate fin pesanti ed offensive, tuttavia egli non fece fatica a comprendere che in quelal giovane c'era qualcosa di particolare, qualcosa che era celata, come una sorta di verità dolorosa, evidentemente legata al clan. Una verità che forse era come la sua, forse anche quella giovane era legata in qualche modo agli Uchiha e forse anche lei ne aveva sofferto o ne stava soffrendo per qualche motivo.[...]
Sia che ella rispondesse, sia che non lo facesse, Atasuke si sarebbe poi rimesso in piedi, una volta recuperate sufficenti forze ed avrebbe porto la mano destra verso la giovane in segno di saluto.«Personami se non ti saluto come si deve e se non mi sono presentato per bene prima... Comunque io sono Atasuke Uchiha, ninja di Konoha... ti andrebbe di accompagnarmi fino al villaggio? Temo che avrei qualche problema a riuscirci da solo...»
Si stampò quindi un solare sorriso sul volto, nella speranza che fosse utile per convincere la giovane ad accompagnarlo aiutandolo a camminare fino al villaggio, ma soprattutto facendogli da guida in quella foresta in cui tanto semplicemente si orientava normalmente quanto la stava trovando un labirinto in quell'infausta situazione.... -
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Edited by Arashi Hime - 12/7/2012, 17:11. -
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[Abilità/Potenziamenti/tecniche]~La ragazza e gli Uchiha - Qual'è il tuo segreto?~
Atasuke non seppe bene come reagire alla strana reazione della ragazza al suo primo "complimento". Comprendeva che in effetti quello non era uno dei suoi migliori modi per complimentarsi per l'operato di una persona, ma una reazione del genere gli pareva fin esagerata ed assurda.«Beh... si, o almeno l'obbiettivo era quello... Ma credo mi perdonerai se non è proprio uno dei migliori... in fondo non sono tanto ben messo per riuscire ad elaborare delle grandiose esternazioni...»
Le rispose ironico lasciandosi sfuggire una breve risata ed un sincero sorriso.[...]
Alcuni attimi trascorsero prima che la giovane proseguisse rispondendo alla sua vaga domanda con un tono che pareva essere un misto di ironia e di divertimento, come se la ragazza trovasse buffo o quantomeno strana la carenza di informazioni che Atasuke mostrava nei suoi confronti. Le risposte furono criptiche, ed alla fine si risolsero con delle banali "accuse di ignoranza" verso il povero e malconcio giovane che in realtà conosceva bene che cosa il clan era in grado di fare, ma ignorava completamente che cosa in particolare fosse accaduto alla ragazza.
Egli la lasciò parlare, cercando di carpire qualcosa dalle sue parole, cercando di intuire che cosa potesse essere la causa di quella specie di odio represso che poco alla volta sembrava manifestarsi all'esterno della giovane che con non poca difficoltà cercava di trattenersi dal menare le mani. Atasuke infatti, per quanto malconcio, aveva già riacquisito sufficenti capacità per accorgersi del tremolio della giovane e delle sue esternazioni fisiche involontarie che lasciavano tranquillamente intendere che la ragazza aveva un problema. Non medico, bensì psicologico verso di lui, ma soprattutto verso il suo clan.
Continuava ad ignorarne le motivazioni particolare, tanto quanto ignorava per quale motivo i Konayashi fossero così rinomati ed importanti da essere conosciuti da qualunque Uchiha, quindi decise di "giocare sporco" tentando di carpire il motivo di tutta quella sofferenza direttamente dalla mente della giovane. Sapeva che la coa poteva essere considerata ingiusta o immorale, tuttavia gli era ben chiaro che la giovane non fosse tranquilla, e voleva capire perchè, nonostante l'astio dimostrato verso la sua casata, ella avesse deciso di aiutarlo.[...]
Mentre le porgeva la mano sorridente, Atasuke fece scorrere del chakra nei suoi occhi, piantandoli fissi in quelli della giovaen ragazza mascherando tutta l'azione con una buona dose di recitazione e gentilezza. [Abilità]
Attese quindi che la giovane rispondesse al suo gesto con delle parole o dei gesti, ma quando vide che rifiutò la cortesia della stretta di mano, Atasuke lanciò la sua silenziosa tecnica grazie alla quale sarebbe riuscito ad estrapolare le informazioni che gli interessavano dalla mente della sua interlocutrice. [Slot Tecnica]
Forte della sua situazione "debole" Atasuke puntò completamente sul fattore sorpresa in modo che la giovane non potesse rendersi conto che era lui ad interrogarla mentalmente, nella speranza che questa non fosse quindi in grado di rilasciare o resistere a quell'illusione che necessitava solo di uno sguardo per avere effetto e che non lasciava traccia alcuna, ad eccezione di una serie di informazioni immagazzinate nella mente dell'esecutore.°Dimmi... Perchè odi tanto gli Uchiha? Qual'è la causa di questo odio?°
Una domanda, una sola e semplice domanda che Atasuke ebbe dapprima la gentilezza di chiedere, ma che ora, facendo valere la sue appartenenza al clan odiato, voleva acquisire lo stesso, cercando di mascherarla magistralmente come una forma di rimuginazione e stando bene attento a porla con la voce della giovane Kobayashi, in modo che questa potesse "udire la propria voce" che si poneva una domanda. [Abilità][...]
Alla risposta affermativa della giovane sulla sua volontà nell'accompagnarlo fino al villaggio, Atasuke rispose con un sorriso compiaciuto, informandola che in effetti poteva camminare anche da solo, l'unico problema era che tra un passo e l'altro poteva necessitare di qualche aiuto per non cadere a terra provocandosi altri danni aggiuntivi.«Grazie, Ma credo di riuscire a farcela da solo... L'unica necessità impellente è che tu riesca a guidarmi fino al villaggio... e... magari aiutarmi qualora dovessi cadere a terra...»
Prese quindi le sue cose, reindossando il mantello e caricandosi tutto il suo equipaggiamento sulle spalle e tenendo il pacchetto legato con il flo di nylon.«Vogliamo andare?»
Poi. con passo lento a claudicante, iniziò ad avanzare al fianco della giovane sulla strada che li avrebbe riportati, sperabilmente, a Konoha.«Comunque sia... Io so esattamente quanto il clan possa far soffrire le persone... Attualmente ne sto portando le ferite addosso»
Le disse con tono serio leggermente velato di tristezza lasciandole completamente capire che egli in verità conosceva bene il clan e le sue pessime abitudini, tuttavia, non poteva sapere anche quello che il clan faceva alle persone esterne allo stesso come la giovane kobayashi con cui stava tornando a casa...OT- note -/OTChakra: 37 BassiVitalità: 3 LeggereEn.Vitale: 19 LeggereForza: 500Velocità: 500Riflessi: 575Resistenza: 500Agilità: 500Precisione: 500Senjutsu: 500Concentrazione: 500Tempistica e Altri Consumi
Slot Difesa | Slot Azione | Slot Tecnica | Slot Gratuiti e Consumi1° Slot Difesa: Difesa2° Slot Difesa: Difesa3° Slot Difesa: Difesa1° Slot Azione: Azione2° Slot Azione: Azione3° Slot Azione: AzioneSlot Tecnica Base: TecnicaSlot Tecnica Avanzata: TecnicaAzioni Free: Non utilizzatoRiepilogo impasti: Altri impastiAppunti
Protezioni indossate: 2 Fasce da Combattimento (mani), Corpetto di cuoio e MantelloAaD: 5/5 Kunai, 5/5 shurikenADCC: Tanto (nascosto nella manica), Wakizashi sulla schiena sotto il mantello.Bombe: 2/2 Cartabomba IVarie: 2/2 10m Filo NylonVarie: 2/2 10m Filo nylon RinforzatoVarie: 1/1 Specchietto in metalloVarie: 1/1 Kit primo soccorsoConoscenze Utilizzate
Recitazione [ 2 ] Abile: L'utilizzatore può modulare a piacimento il proprio timbro vocale, riuscendo a parlare come una persona molto più giovane o anziana di lui, del sesso opposto, o impersonando una persona specifica. L'utilizzatore possiede alcune conoscenze di recitazione. Questa conoscenza presuppone comunque un margine di errore, di mal'interpretazione. [Da genin in su] Non c'è Emozione Ricorda sempre... Dalla tua concentrazione deriva la tua realtà Villaggio: Konoha (Personale)Posizioni Magiche: Nessuna (1)L'illusione si attiva Tramite lo scambio di sguardi con la vittima, Medium Vista. L'utilizzatore sarà in grado di interrogarla mentalmente, cercando di estorcere informazioni riguardo l'origine del suo dolore. Per resistere all'aggressione è necessario spendere un consumo di chakra pari a Medio ad ognuna di esse. Efficacia 30. Tipo: Genjutsu - Tameshi(Livello: 4 / Consumo: Medio)
[Da Genin in su]C'è Pace La Paura conduce all'ira, l'ira all'odio, l'odio... Conduce alla sofferenza... Io sento in te molta paura Talento: l'utilizzatore, quando utilizza "Non c'è Emozione", aumenta il costo per resistere alle domande di Basso per slot pari della Competenza posseduto. È possibile sfruttare tutte le altre abilità "Talento" in combinazione. [Da Genin in su] . -
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[Abilità/Potenziamenti/tecniche]~Segreti svelati - Opinioni fallaci~
La tecnica di Atasuke parve avere effetto senza che la giovane ragazza riuscisse in qualche modo a resistervi, anche se a conti fatti, ottenne solo frasi sconnesse e informazioni vaghe che andavano ancora rielaborate prima di comprendere appieno quale fosse la causa scatenante di tutto quell'odio che la ragazza provava verso gli Uchiha.°Quindi... sua madre è una uchiha... E sembrerebbe che il clan voglia liberarsi di lei per un qualche motivo, ma pare la stia lasciando vivere nel terrore... Mentre invece chi è Kuroro? Il padre? Il fratello? Unica cosa quasi sicura è che probabilmente è fuggito per qualche motivo dal villaggio e a rigor di logica pare assennato che sia braccato dal clan, o comunque abbiano qualcosa in comune..°
La sua mente elaborava a poco a poco le informazioni che era riuscito ad ottenere con il sotterfugio nella speranza di carpire il segreto della giovane per esserle d'aiuto, o perlomeno per evitare di incasinarsi ulteriormente la giornata con delle parole sbagliate.[...]
Mentre l'interrogazione avanzava le guance della giovane iniziarono a rigarsi di lacrime ed il trucco iniziava a sbavare. Forse come gesto istintivo la giovane cercò di asciugarsi la faccia con la manica del kimono, ottenendo soltanto di peggiorare la situazione mostrando un volto estremamente divertente ed acquisendo momentaneamente le fattezze di un panda.
Quando ella si rese conto di ciò che aveva fatto, si mise ad urlare ed inveire verso il giovane Atasuke che a riguardo ne poteva ben poco, anche se ormai era chiaro che quella ragazza aveva l'insulto facile, soprattutto quando si trattava di incolpare qualcuno che non fosse lei.
Si fiondò quindi al fiume lavandosi completamente il volto per eliminare ogni traccia di trucco per poi lanciare ad Atasuke delle "velate minacce" unitamente ad uno sguardo che a stento si differenzaiava da uno sguardo omicida, tuttavia, Atasuke non vi diede troppo peso, come anche non diede troppo peso alle folli quanto inutili esternazioni della giovane sulla bellezza degli Uchiha."Mi dispiace proprio non essere bella quanto te e quanto i tuoi dannati compagni di Clan Il trucco è una componente essenziale nella vita di una donna, ecco... perciò... non prendermi in giro, cafone che non sei altro"
«Cafone che non sono altro? Suvvia, non ho ancora neppure avuto il tempo di dire nulla e già mi dai del cafone... Piuttosto direi che questo tuo comportamento è da cafoni, ma non sono qui a dare lezioni di vita...»
Sorrise riprendendo lentamente a camminare con quel passo ciondolante che a poco a poco pareva migliorare al pari del suo recupero. Finalmente le ferite parevano essersi nuovamente richiuse e quella lunga pausa dalla marcia pareva averlo fatto rinvigorire. Poi, con tono leggermente divertito, tuttavia serio ed onesto si permise un velato commento sulla giovane.«Tuttavia, io non vedo tutta questa particolare bellezza tra gli uchiha... Certo, ci sono splendide donne e bei ragazzi, tuttavia non siamo tutti modelli da copertina... Mentre sul trucco... beh, io personalmente ho da ridire... Devo ammettere che ti trovo più carina così come sei al naturale...»
Sperava che con quelle parole non si stesse scavando la fossa, tuttavia, perlomeno nella sua mente, la giovane avrebbe pur apprezzato un complimento sulla sua bellezza, per quanto non troppo elaborato o ben studiato.[...]
Quand'ella gli fu nuovamente addosso lo squadrò come se stesse osservando qualche strana creatura mistica mai vista in precedenza o chissà quale anormale abominio. Atasuke si sentì quasi in imbarazzo nel farsi osservare così da vicino quasi come se fosse un animale da ammirare dentro la gabbia di uno zoo o un qualche reperto storico esposto in un museo.°Ma che diavolo avrà mai da osservarmi così da vicino? Che ha visto? Un enorme brufolo disgustoso? Una qualche creatura che mi sta girando addosso e non me ne sto accorgendo?°
Gli venne quasi da chiederle che cosa ci trovasse di così interessante in lui da squadrarlo con tale precisione, tuttavia ella iniziò a parlare ben prima che potesse in qualche modo chiederglielo."Gli Uchiha sono orgogliosi di morire in battaglia, di sacrificarsi per proprio clan e, credo, per il proprio villaggio... Di cosa ti lamenti? Se fossi morto “in modo onorevole” non ne saresti forse stato orgoglioso? Siete strani, voi Uchiha... penso sia solo questo il problema "
E poi, in un attimo la giovane si chiuse in un'espressione pensierosa chiedendosi chissà quale misteriosa domanda.
Atasuke approfittò quindi del momento per cercare di rispondere ai suoi quesiti, nella speranza che le sue parole potessero in qualche modo essere d'aiuto alla giovane in un modo o nell'altro.«E dimmi... Come faresti tu a sapere che "gli uchiha sono orgogliosi di morire in battaglia"? Comunque sia non so quanto possa darti ragione. Ovviamente nel clan ci sono diversi membri che la pensano in questa maniera, come d'altronde in quasi qualunque clan di una certa rilevanza... Tuttavia io non sono di questa linea di pensiero. Certo, ammetto che sarebbe epico e forse anche romantico morire in battaglia difendendo qualcosa, magari il villaggio, maragi i miei amici, sicuramente le mie idee e ciò che amo, ma di sicuro non ritengo sia un onore morire il il mio clan, ed è per questo che ho deciso che non accetterò altre missioni segrete dal clan a meno che non ci siano validi motivi al di fuori del valore del semplice clan...»
Laciò volutamente il discorso in sospeso, in parte per attirare maggiormente l'attenzione della ragazza, in parte perchè non se la sentiva in quel momento di raccontare tutto di se stesso e di quello che era stato mandato a fare.
Poi, con fare gentile e curioso riprese a domandare alcune informazioni alla giovane, cercando di stare sul vago per non alterare troppo la già "instabile" ragazza.«Quindi tu sei una Kobayashi di Konoha... Hai voglia di raccontarmi qualcosa della tua famiglia? Ragionandoci meglio credo di aver già sentito nominare i Kobayashi... Se non erro sono sarti rinomati o qualcosa del genere, no?»
Attese quindu una risposta dalla giovane, sperabilmente una pacifica risposta, mentre la strada per Konoha a poco a poco veniva percorsa mentre il sole, ormai sempre più rosso, si affossava oltre l'orizzonte dando spazio alla notte.. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Ti prego di scusarmi x100000 del ritardo con cui ti ho risposto, sono imperdonabile, sul serio T_T
Perdono perdono T__T non accadrà più lo giuro sugli Uchiha XDDD. -
Asgharel.
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[Abilità/Potenziamenti/tecniche]~Camminata con Chiaccherata~
Atasuke non diete estremo peso alle parole della giovane atte a giustificare la sua precisa conoscenza del clan e dei suoi modi di agire e pensare, in fondo gli pareva chiaro che motivazioni così vaghe fossero o dovute all'ignoranza della giovane che si basava su sentito dire e luoghi comuni, oppure velatamente cercava di celare i reali motivi per cui risultava essere così informata.
Maggior attenzione venne invece riposta nell'ascoltare le opinioni della giovane a riguardo di ciò che Atasuke aveva detto sulla morte onorevole e sul suo modo di vedere epica o romantica una morte in battaglia. Tuttavia, come c'era da aspettarsi la giovane era saltata troppo presto alle conclusioni senza analizzare a fondo ciò che realmente Atasuke cercava di dire, sottolineando che trovava maggiormente onorevole tornare vittoriosi da una battaglia, piuttosto che morti.
Atasuke non potè quindi non controbattere sottolineando, con maggior precisione, quella che in realtà era la sua vera visione di quella vita da combattente.«Temo tu non abbia compreso ciò che intendevo dire... Ovviamente è indiscutibile che tornare a casa ancora una volta portando con se una vittoria sia molto meglio che morire in battaglia... Ed allo stesso modo è preferibile tornare sconfitti ma essere ancora in grado di sopravvivere per ritentare piuttosto che porre fine alla propria esistenza in battaglia... Tuttavia... ciò che banalmente intendo dire è che per il mio modo di essere mi vedo meglio in una bara come un caduto in battaglia, piuttosto che abbattuto dalla vecchiaia e dalla malattia... Poi chissà... magari un giorno cambierò pure idea...»
Un'altro sorriso si dipinse sul suo volto accompagnando quelle parole che in realtà celavano molto più di un mero sentimento. Egli infatti sapeva bene che non poteva in alcun modo permettersi di perire senza aver adempiuto alla sua "vera" missione: Ritrovare suo padre e scoprire l'ombra che la sua famiglia pareva avere alle spalle. Un'ombra per cui il clan cercava di punirlo, forse a causa di reali colpe dei suoi predecessori da lui ereditate. Forse per mera ed ingiustificata follia.[...]
Con orgoglio la giovane parlò della sua famiglia e della nomea che questa aveva nel paese come mercanti di stoffe e sete pregiate, e non come "sarti" come aveva supposto in precedenza Atasuke, tuttavia ella pose una domanda banale, ma al contempo interessante e pericolosa.
Egli fece per risponderle, tuttavia ella lo fermò con un gesto del braccio impedendogli di inciampare in una radice che sbucava dal terreno poco prima dell'insidioso percorso nel sottobosco che avrebbero dovuto percorrere.
Con gesti gentili e con tono affabile Atasuke ringraziò per la cortesia, tuttavia rifiutò l'offerta di aiuto da parte della giovane dato che si sentiva ababstanza bene da poter sfidare l'intricato sottobosco senza dover essere sorretto lungo il percorso.
Mentre avanzavano poi la guiovane riprese, interessata, il discorso, rammentando ad Atasuke della domanda a cui ancora non aveva risposto."Perché dovrei parlarti della mia famiglia? Cosa vuoi sapere, precisamente, di me? Perché sei così interessato a capire chi sono e cosa faccio? Perché non mi dici piuttosto chi sei tu e perché il Clan Uchiha ti ha mandato da me? "
«Hey, hey, hey... piano con le domande, altrimenti più che una conversazione pacifica sembra diventare un interrogatorio...»
Rispose con tono allegro lasciandosi sfuggire una lieve risata.«Tuttavia, non posso darti torto... In effetti è ammissibile, e direi quasi normale che tu abbia dei dubbi nei miei confronti... Ma andiamo con ordine... Sul perchè dovresti parlarmi della tua famiglia... beh... non è che sei obbligata, anzi... se non ti va non ci sono problemi... anche se a mio modo di vedere potrebbe essere anche un buon modo per farvi pubblicità no?»
Sperò in una qualche reazione come un cenno positivo della giovane o un qualche gesto da parte della ragazza, poi riprese con calma e precisione a rispondere alla pioggia di domande che la giovane gli aveva posto con tale fervore ed interesse.«Sul cosa voglio sapere di te... Beh, non saprei... generalmente è un buon inizio parlare di se quando si "passeggia" verso casa con qualcuno, non trovi? Ovviamente ammetto di averti parlato ben poco di me per poterti fidare e a tua volta parlare di te stessa, quindi, dato che anche tu sembri interessata alla mia persona ti parlerò un po di me, anche se mi spiace deluderti ma... non saprei per quale motivo il clan avrebbe dovuto mandarmi da te... anche perchè... banalmente.... non lo hanno fatto, e se lo avessero fatto tu neppure sapresti della mia presenza...»
Laciò volutamente il discorso in sospeso, in segno di velata sfida verso la giovane, facendole capire che per quanto malridotto egli non era propriamente uno sprovveduto.«Tornando invece alla mia persona... Che mai potrò raccontarti di me... Beh, di sicuro non starò a raccontarti della storia del clan, dato che da quel che mi pare di capire tu ne sappia abbastanza degli Uchiha, quasi come se vi fossi imparentata...»
Si lasciò sfuggire volutamente la leggera frecciata basata su quello che era riuscito ad estrapolare poco prima dalla mente della giovane.«Quindi ti parlerò alla veloce di me e della mia famiglia, ti va? Bene, io sono nato a Konoha 18 anni orsono, ormai quasi 19. Ho vissuto quasi tutta la mia vita in un piccolo villaggio al di fuori di Konoha da alcuni parenti e da meno di un anno sono tornato diventando ninja a pieno titolo presso il villaggio della foglia, sono un sensei ufficiale presso l'accademia ninja e sto terminando alcune pratice per essere assunto come guardiano delle mura, oltre che acquisire l'arte della forgiatura da Drake... Non so se hai mai sentito parlare di lui...»
Attese una risposta dalla giovane, speranzoso che questa sua apertura potesse far breccia nella giovane in modo che anch'essa potesse aprirsi parlando un po di lei.... -
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[Abilità/Potenziamenti/tecniche]~Faida di un Attimo~
La giovane ragazza non resistette alle provocazioni di Atasuke, iniziando, quasi con rabbia, a rispondere alle sue parole sottolineando i motivi per cui il clan avrebbe dovuto mandarlo e sottolineando che quello che stava svolgendosi probabilmente sarebbe stata l'unica possibilità del clan per riuscire ad ottenere da lei delle informazioni private."Se il tuo clan ti avesse mandato da me... questo è l'unico modo che ti sarebbe stato utile per ottenere informazioni sulla mia persona, perché ti assicuro che le possibilità che potesse avvenire il contrario senza che io me ne rendessi conto oscillano in una scala di percentuali talmente infima da apparir irrilevante "
Rimase quasi sbigottito di fronte alle parole della giovane, tuttavia, imperterrito, proseguì con il suo monologo cercando di raccontare in breve parte di se stesso, omettendo i dettagli troppo personali o comunque troppo banali per essere narrati in quella specie di passeggiata, ma soprattutto cercando di non fare innervosire ulteriormente la giovane, che sembrava quasi mettercela tutta per respingere lui ed i suoi modi di fare, continuando nella sua perversa fissazione riguardo al clan ed ai suoi membri. Mentre le sue parole viaggiavano nel vento, la giovane continuava a fissarlo senza mai scollargli gli occhi di dosso, con un'attenzione quasi maniacale. Difficile dire se lo facesse per una sorta di attrazione o per diffida. Intanto invece i pensieri si facevano profondi, quasi abissali. Non potè fare a meno di ricordare la sua storia, quello che era accaduto prima del suo arrivo a Konoha, ma soprattutto quello che era capitato dopo, tutto quello che aveva dovuto passare per essere riconosciuto quale membro del clan, persino quello che i suoi vicini gli avevano fatto passare per lungo tempo. Furono tuttavia le parole della giovane a risvegliarlo da quei pensieri che come un sottofondo audio aveva accompagnato i suoi passi e le sue parole."Sono la figlia di Heiko Uchiha"
Quelle parole risvegliarono Atasuke dal suo "torpore" riportandolo nel mondo reale e portandolo a fermarsi per osservare la giovane che in un attimo si sra irrigidita, fermandosi sotto l'ombra di un pino, il quale smosso dal vento pareva giocare con i lineamenti della ragazza illuminandoli con delle macchie di luce qua e là. Una folata di vento spazzò il cammino facendo smuovere i capelli del giovane Atasuke come foglie al vento mentre questi con estrema attenzione osservava la giovane e con maggior attenzione ne udiva le parole cercando di unire a poco a poco quel puzzle che aveva iniziato in quella serata da un incontro fortuito."Il mio nome è Shizuka Kobayashi... “La principessa bastarda del clan Uchiha”"
A quel punto ella alzò finalmente lo sguardo incrociando quello di lui, tuttavia, mentre i suoi occhi parevano tremare di terrore e tristezza, quelli di lui erano fermi ed impassibili nel loro caldo abbraccio di comprensione. Non sapeva che cosa la ragazza stava per dirgli, tuttavia, in qualche maniera lo stava intuendo sempre più a poco a poco che la conosceva."Mia madre è la “peggiore dei traditori” … sono l'ultima discendente della faida che separa da più di venti anni il mio clan dal tuo... sono la prima ricercata del Clan Uchiha, l'unica figlia femmina di Heiko, la capoclan reietta"
Il suo sguardo fuggiva di quà e di la, cercando una sorta di fuga, una specie di nido in cui rintanarsi, ma alla fine non vi era niente ni cui potesse fuggire, se non gli occhi stessi di Atasuke che poco alla volta si erano fatti più vicini. Egli infatti si era avvicinato alla giovane Shizuka arrivando a pochi dentimetri dalla giovane che chiaramente pareva come in preda al panico. Una lieve, tuttavia estenuante attesa si frappose tra quelle parole e le successive. Per appena un istante lo sguardo della giovane parve divenire assente, quasi come se stesse per svenire, poi, ripresasi, riprese a parlare con alcune schiette parole."Non è possibile che un Kobayashi e un Uchiha camminino felicemente insieme L'ammirazione... non nasce mai due volte "
A quelle parole, Atasuke preferì non replicare subito, anzi, attese alcuni attimi in religioso silenzio prima di replicare, cercando di carezzare dolcemente la guancia sinistra della giovane con l'indice della mano destra in modo che Shizuka riaprisse gli occhi prima di starlo a sentire.«Non so chi ti abbia detto questo... Ma posso assicurarti che non è la verità.»
Con l'ormai consueto sorriso guardò ancora una volta la giovane negli occhi, concedendosi una breve pausa dalle sue parole.«L'ammirazione può nascere anche più di due volte. Il difficile spesso è di riuscire a trovare qualcuno o qualcosa che valga la pena di essere ammirato»
Con un'ulteriore brevissima pausa spezzò quella sua ripresa del discorso anfatizzando così ogni singola frase che scandiva, ma soprattutto sottolineandone il significato nascosto che spesso molti lasciavano a decadere.«E poi... io credo che una Kobayashi ed un Uchiha possono camminare felicemente insieme... Sta solo a loro decidere se farlo o meno...»
Le porse quindi la mano destra in un gesto che trasudava nobiltà d'alti luoghi e di ben altri tempi, invitandola così a prendere la sua mano per proseguire il cammino.«Io voglio essere quell'Uchiha... Vorresti essere tu quella Kobayashi?»
Sperò in una reazione positiva nella giovane a quelle sue parole. Sperava veramente che per una volta potesse essere lui, in un modo o nell'altro quell'Uchiha del cambiamento come lo erano stati con lui i suoi vicini di casa, seppur con molte più difficoltà, ma con i medesimi e gravosi pesi sul loro nome e sulla loro discendenza.«Per quanto riguardi di chi sei figlia, poco importa... Tu sei tu e non è importante chi sono o cosa hanno fatto i tuoi genitori in passato. Io stesso sono "figlio di un traditore". Tuttavia le colpe di mio padre, sempre che queste siano vere, non ricadranno su di me, e guai a chiunque cercasse di dire il contrario»
Con quelle parole, il suo sguardo si fece serio e convinto, quasi come se quella specie di monologo avesse funzionato da discorso ispirante o qualcosa del genere. Credeva veramente in ciò che aveva appena detto e sperava che in qualche modo quelle sue parole potessero influenzare in maniera positiva le parole della giovaen Kobayashi.. -
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Asgharel.
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[Abilità/Potenziamenti/tecniche]~Fraintendimenti~
La giovane ragazza non resistette al gesto del giovane e, come prevedibile, nonappena aprì i suoi verdi occhi li piantò dritti nei corvini del giovane Atasuke in un profondo scambio di sguardi. Per una attimo Atasuke parve attendere prima di proferir parole, come se si stesse gustando quel verde smeraldo che con attenzione pareva osservarlo nei suoi occhi neri e profondi come la pece.[...]
"Che vai dicendo così d'improvviso?"
Quella fù la risposta della giovane alle parole dell'Uchiha dopo alcuni attimi di silenzio che sembravano essere un misto di imbarazzo e di agitazione. Poi, un lieve sorriso impacciato si mostrò sul volto della giovane. Un sorriso lieve, tuttavia un sorriso sincero, ed Atasuke non potè fare altro che apprezzarlo sorridendo a sua volta cercando di alleviare leggermente quella forma di imbarazzo che la giovane pareva avere."Sembra quasi una dichiarazione d'amore questa Dovresti stare attento quando parli con una donna in questi termini, prima o poi qualcuna ti fraintenderà..."
Gli occhi smeraldinei di lei si posarono ancora in quelli neri di Atasuke, come per cercare una forma di conforto o una conferma mentre una lieve risata della giovane accompagnava quelle parole sottolineando quanto la cosa potesse efefttivamente risultare buffa o fraintendibile da chiunque avesse osservato la scena dall'esterno. Atasuke, con tutta calma e tenerezza replicò alle parole della giovane, cercando di darle quello che forse andava cercando.«In effetti hai ragione... Ma in effetti... potrei anche aver voluto essere frainteso...»
Decise di alsciarsi appresso quell'alone di dubbio e malizia alle spalle lasciando poi che la giovane proseguisse a sua volta con le sue parole."Scusami Ti ho aggredito per il solo fatto di essere un Uchiha, per quanto tu invece abbia insistito a cercare di venirmi incontro... La verità era che ero... terrorizzata, immagino... Nessun membro del Clan Uchiha si è mai rivolto a me con la cortesia che stai utilizzando tu... ma del resto è anche vero che non mi è mai capitato di stare di fronte ad un Uchiha che non conosce la storia di Heiko e della sua figlia maledetta"
Egli tacque ancora una volta, mentre la giovane gli squadrava ancora uan volta il volto, quasi come per osservarne con estrema attenzione ogni minimo dettaglio prima di lasciarsi sfuggire un'altro sorriso, anch'esso sincero e lieto."Non so per quanto potrò starti accanto a Konoha, ma... se ti va, fino alle mura, potremmo davvero camminare fianco a fianco felicemente"
Egli non sapeva bene per quale motivo avesse questa forma di limitazione all'interno del villaggio, tuttavia aveva iniziato ad intuirlo mettendo insieme le parole della giovane ed i ricordi che questa si era lasciata sottrarre con l'inganno dalla sua tecnica atta a proteggere e comprendere, piuttosto che offendere.
Si prese ancora un'attimo prima di proferire parola lasciando ancora qualche attimo alla giova ne Shizuka. Poi con gesto galante le prese con delicatezza la mano e vi avvicinò le labbra per un lieve baciamano prima di stringerla dolcemente.«Non capisco perchè mai a Konoha non potrai starmi vicino, ma accetto volentieri la tua proposta Shizuka... Vogliamo andare?»
Ancora uno sguardo amorevole ed un sorriso, poi iniziò ad incamminarsi insieme all'erede dei Kobayashi. Ancora non sapeva e non poteva comprendere quanto quell'evento potesse essere considerato storico o particolarmente importante, ma in effetti la riunione degli Uchiha e dei Kobayashi non poteva che essere un evento storico.[...]
~Invito al Clan~
I cinque minuti di cammino che li separavano dal crepuscolo e dalle mura del villaggio trascorsero con estrema rapidità, probabilmente accellerati anche da quegli attimi di cammino passati assieme allegramente senza che delle differenze immotivate potessero contagiarne la bellezza.
Con occhi sognanti Atasuke rimirò le porte del villaggio in attesa che le guardie, suoi futuri colleghi, terminassero le procedure per il loro ritorno. Una rapida occhiata venne poi lanciata sui volti dei Kage e sulla montagna che reggeva i loro enormi volti scolpiti nella dura roccia, e poi, come in un illuminazione parlò nuovamente a Shuzuka con tono deciso ma allo stesso tempo dolce.«Che ne diresti di venire con me a casa mia per la cena?»
Poi con calma voltò la sua testa riportando il suo sguardo verso Shizuka, in particolare verso gli occhi di lei, nella speranza che anche lei si voltasse verdo di lui.«Non so perchè non potresti starmi vicino qui a Konoha, ma ti posso assicurare che non ci sono problemi... Certo... Non sei obbligata ad accettare... Ma se ti fa piacere... Beh... sei la benvenuta nella mia casa giù nel quartiere Uchiha»
Ancora un sorriso, questa volta leggermente imbarazzato, come se quella specie di invito lo avesse messo in soggezione, cosa che non capitava ormai da anni, perlomeno mai era capitato da quando aveva perso Ayame.«E poi... Non so se per qualche motivo il tuo accesso al quartiere del clan è limitato a causa di tua madre... Ma... se così fosse... Sono pronto a portarti io stesso sana e salva fino alla mia dimora»
Le porse quindi un nuovo sincero sorriso e nuovamente la sua mano si protese verso lei nella speranza che ella accettasse l'invito lasciando che la propria scivolasse in quella di Atasuke proprio come era capitato appena 5 minuti addietro.. -
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Asgharel.
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[Abilità/Potenziamenti/tecniche]~Ma che?~
Alla sua proposta la giovane Shizuka parve apprezzare l'offerta annuendo in senso positivo con la testa, per poi mettersi praticamente le mani nei capelli reagendo al pari di chi stava vedendo la morte in faccia. Atasuke rimase allibito, cercando di comprendere quale significato potesse avere quella specie di reazione, ma soprattutto cercando di capire come mai ella avesse reagito così violentemente."COSA HAI DETTO? SEI SERIO!?"
Atasuke la osservò per un attimo con uno sguardo probabilmente stralunato, inclinando leggermente la testa verso destra, come per cercare di squadrare da un'altra angolazione la giovane. Come se in qualche modo cambiare angolo gli potesse permettere di capire meglio cosa stesse succedendo.«Beh... si... non vedo perchè scherzarci o fare falsi inviti...»
Il rossore delle sue guance parve farla diventare quasi un faretto rosso acceso nella notte. Pareva difficile non riuscire a vedere quel rosso paonazzo anche da diversi metri di distanza, nonostante la tetra notte stesse calando sul villaggio coprendo tutto con il suo nero mantello."Non sono ben vestita per un invito del genere N-non sono abbastanza graziosa, d-dovrei quantomeno sistemarmi l'obi della divisa ninja e..."
Le scuse della ragazza erano chiaramente delle motivazioni buttate li sul momento, nulla a cui Atasuke diede troppo peso. Sapeva che probabilmente quelle che lui definiva "scuse" magari per la ragazza avevano molto senso, tuttavia, per lui, era come se non fossero neppure state dette.
Proseguù quindi approfittando della leggera pausa angosciata che la giovane gli diede ritornando ai precedenti punti e, involontariamente, rammentando alla giovane il vero motivo per cui ella sembrava non poter accettare l'invito, seppure fosse ben più che chiara la sua ferma intenzione di accettarlo.[...]
Ancora un attimo trascorse tra le sue parole e la risposta della giovane, poi, con un tono ben diverso dal precedente, ella riprese spiegando quale realmente fosse il problema."Il problema immagino che non sia entrare... Ma uscire"
°Ma... di che starà parlando? Generalmente il problema è proprio poter accedere alle zone private dei quartieri, non riuscire ad uscirne... Certo, a meno che non si tratti di nukenin beccati all'interno del villaggio, ma non mi pare sia questa la situazione...°
"Se entrassi all'interno del Quartiere Uchiha senza permesso, verrei uccisa"
Lo sguardo di Atasuke si fissò nel vuoto nell'udire quelle parole sussurrate al suo orecchio dalla giovane, quasi come se fosse stato colpito da un fulmine che lo aveva lasciato fulminato li sul posto, incapace di reagire.
Sapeva bene quanto il clan potesse essere pericoloso ed infido, tuttavia era altrettanto conscio del fatto che il clan mai, o quasi, dai tempi della quarta guerra ninja, (quando il clan stesso venne quasi sterminato da un membro del medesimo) si era permesso azioni tanto violente ed avventate su di un membro del villaggio, per quanto mal visto potesse essere."E dopo di me, verrebbe uccisa mia madre"
Ancora una volta Atasuke dovette resistere all'impulso violento di ribellione al clan, certo del fatto che quelle non erano propriamente menzogne, dato che egli stesso era spesso vittima dei tentativi di eliminazione del clan, anche se con lui i loro metodi erano più discreti, sottili, ma soprattutto inefficenti. Ella intrecciò poi le dita delle mani chiudendo gli occhi per poi riprendere la sua breve narrazioine ponendo, forse con sarcasmo, una domanda aad Atasuke e sottolineando l'assurdità della sua situazione con una leggera risata di sottomissione, lasciandogli intendere quanto potesse essere rassegnata alla sua condizione.
Poi, ancora parole ed infine ancora una domanda, questa volta più triste e meno ironica, ma soprattutto accompagnata dallo sguardo di lei che ancora una volta riaffiorava andando ad inabissarsi in quello di lui.
A quel gesto Atasuke si riprese dalla sua reazione di shock riacquisendo il suo sguardo calmo e dolce, ma soprattutto lasciandosi alcuni istanti prima di rispondere alla domanda della sua giovane interlocutrice.«La tua è una domanda insidiosa... Da un lato è chiaro quanto il tuo desiderio di venire con me sia forte... Dall'altro, è altrettanto forte il tuo attaccamento a tua madre ed alle persone che ami... In generale io ti direi di non cedere ad un banale desiderio pagando il prezzo di altre vite umane, specialmente se persone a te care... Tuttavia, in questo caso specifico... ti consiglierei di accettare il mio invito. Sarà mia premura caricarmi di tutte le tue colpe e delle eventuali ripercussioni su di te e la tua famiglia»
Poi con tenero gesto prese tra le sue le mani intrecciate della giovane mostrandole ancora una volta un'altro dei suoi sorrisi.«Come tu hai salvato la mia vita fuori dalle mura, io ti aiuterò a salvare la tua liberandoti dalle tue catene»
[...]
Poi la sua mano destra si alzò da quelle di lei per carezzarle ancora una volta il volto rimettendole in ordine una ciocca di capelli che pareva essere sfuggita alla capigliatura in tutto quel trambusto di discorsi ed emozioni, ed il silenzio cadde ancora una volta.~Essere o non Essere Uchiha~
Dopo quel breve attimo di silenzio un'altra domanda proruppe dalle labbra della giovane erede dei Kobayashi. Una domanda semplice, banale e tanto inutile quanto semplice. Tuttavia Questo è ciò che avrebbe potuto comprendere chiunque, ma Atasuke comprese che in quella domanda c'era qualcosa di più, un'altra domanda, un significato ben più profondo, per quanto celato in parole semplici e banali.«Che cosa si prova ad essere un Uchiha?»
Portò la sinistra al suo mento chiudendolo in una leggera presa mentre il braccio destro si ritraeva a fare da appoggio al suo gomito, acquisendo con calma e lentezza una chiara posa di meditazione, mentre un velato sorrisetto si faceva largo sulle sue labbra.«Hummm... non saprei che dirti... In fondo è solo un cognome, nulla di più... anche se in effetti non sono in molti a pensarla come me, specialmente nel clan...»
Una lieve pausa spezzò il suo discorso appena iniziato. Una breve pausa che Atasuke sfruttò per prendere sonoramente fiato gonfiandosi il petto come se stesse per pronunciare un importante discorso.«Tuttavia voglio rispondere alla tua domanda nel modo più completo possibile... Se ti interessa che cosa si prova ed essere un membro del clan, come ti ho detto, per quanto mi riguarda è solo un cognome, nulla di più... anzi... Spesso si rivela essere solo un'altro fardello in più da portarsi appresso... Non puoi fare quello, non puoi fare quell'altro, se una cosa non piace la clan non va bene, etc, etc...»
Un'altra breve pausa animata dai suoi occhi che si chiudevano mentre la bocca pareva proseguire con un discorso senza però dire null'altro, mentre la sua mano si apriva e si chiudeva affianco alla sua bocca mimando lo starnazzare di un'anatra. Poi di scatto si fermò per riaprire con vigorosa lentezza gli occhi e lasciando trasudare ogni sua emozione di sfida e ammirazione in uno sguardo che la diceva ben più lunga mentre le sue parole volavano nel vento.«Ma se invece vuoi sapere come ci si sente ad essere se stessi, posso assicurarti che essere Atasuke è sempre stato bello, interessante e divertente... Ma essere Atasuke Uchiha... Guadagnarmi il mio cognome ed il mio posto qui al villaggio, combattere per ciò che credo, aiutare chi si trova in difficoltà e fare quello che voglio fare rimanendo chi sono, posso assicurarti che è una sensazione fantastica!»
Si concesse un profondo sorriso lasciando il discorso in una sospensione voluta prima di cambiare completamente soggetto della discussione.«Tuttavia... Se permetti, preferirei parlarne meglio in casa, magari sorseggiando un buon bicchiere di vino seduti in poltrona ed osservando il giardino dalla piattaforma panoramica di casa mia...
Quindi... cosa hai deciso di fare? Ti va di venire con me?»
Fece quasi per lasciare tempo alal giovane di rispondere ricordandosi che aveva ancora alcuni dettagli da specificare prima di lasciare alla giovane il tempo per dargli la risposta definitiva.«Ah già... Quasi dimenticavo... Stai tranquilla per la tua famiglia... Hai già il permesso per accedere ai quartieri del clan, non è vero Shiniji?»
Si voltò quindi verso un arbusto li vicino con aria minacciosa mentre un giovane shinobi con le classiche fattezze del clan sbucò rivelando la sua presenza.
Con aria annoiata e con non pochi sbuffi il giovanotto si rivolse ad Atasuke con tono innervosito, come un bambino viziato quando viene ripreso dalla madre."Credi forse che basti così poco perchè quella disgraziata possa accedere ai nostri quartieri? Hai idea di che colpe è macchiata? E poi tu sei l'ultimo del clan a poterti permettere di darmi ordini o ancora di più a poterti permettere di decidere le autorizzazioni a nome del clan!"
Atasuke si lasciò quindi scappare un sorrisetto ironico inclinando leggermente in avanti il capo e socchiudendo gli occhi che lentamente si erano rivolti verso il nuovo interlocutore mentre un ghigno quasi perfido si disegnava sul suo volto.«Ma davvero Shiniji? Devo forse ricordarti di tutte quelle volte che ti ho salvato la pellaccia? O delle missioni che mi ha affidato il clan per rimediare ai tuoi errori?»
Poi con uno scatto sbarrò gli occhi neri puntandoli minaccioso verso l'Uchiha sbucato dal cespuglio mostrando a lui le iridi cremisi su cui ben due tomoe facevano la loro comparsa, segno di un livello di padronanza intermedia dello sharingan.«Ed ora vedi di sparire di qua portando questo messaggio a tuo padre. Non ti azzardare a perderlo, non consegnarlo o a dire qualsivoglia falsità sulla questione, altrimenti l'obbiettivo della missione di oggi potrebbe cadere in mani sbagliate, ci siamo capiti?»
Intimorito dalle parole di Atasuke e dalla conoscenza di ciò che egli era stato mandato a recuperare, Shiniji sudò freddo capendo di essere in netta inferiorità, ma soprattutto intuendo che Atasuke non stava bluffando e che molto probabilmente avrebbe fatto ciò che minacciava. Quindi con mano tremolante prese dalle mani di Atasuke la carta che egli aveva appena inciso con il chakra mentre discutevano."V-va b-bene... Consegnerò questa richiesta, ma tu... tu non ti azzardare a rendere pubblico quel rotolo, chiaro?"
«Tu fa quel che devi e non ci saranno problemi»
Rispose chiudendo gli occhi e mostrando un ampio sorriso, quasi come se nulla fosse accaduto in quel luogo, poi consegnò la carta, lasciando che l'erede dei Kobayashi potesse leggere senza alcun problema ciò che vi era scritto qualora ne avesse avuto desiderio.CITAZIONEAll'attenzione dell'egregio Momochi Uchiha, membro del consiglio. Sono tornato al villaggio dopo aver compiuto l'ultima missione affidatami. L'oggetto in questione verrà consegnato nelle vostre mani domani stesso dopo che mi sarò ripreso dalle fatiche sopportate. Intanto vi avviso che per mio piacere verrà ospitata nella mia casa per la cena Shizuka Kobayashi la quale ha il merito di avermi tratto in salvo sulla strada del ritorno. Per quanto riguarda la mia ricompensa, dato che avevate promesso di soddisfare un mio qualsiasi desiderio, vi chiedo che questa consista in un permesso perpetuo per la suddetta ad entrare nei nostri quartieri.
Con un rapido saluto portato con il capo Shiniji si allontanò di scatto dirigendosi a compiere il suo dovere. Atasuke intanto si voltò nuovamente verso Shizuka ignorando una sua qualsiasi reazione porgendole il braccio destro come fa un gentiluomo per accompagnare la propria dama.«Bene... Ora che le scartoffie sono sistemate che ne diresti di accompagnarmi? Sarò lieto di spiegarti tutto nella mia umile dimora»
Ed attese quindi una risposta dalla giovane prima di poter proseguire..